La signora Olga

di
genere
prime esperienze

Chi è la signora Olga? È colei che mi ha approcciato al sesso. Era la mia dirimpettaia di casa. Abitavamo in una palazzina a un piano con due appartamenti. La palazzina prendeva tutto un piccolo isolato e aveva un pozzo di luce in cui c’erano le finestre del bagno e della lavanderia. C’era pure una terrazza, alla quale si accedeva dalla scala.
Avevo sedici anni quando una mattina, non essendo andato a scuola, aprendo il balcone della lavanderia ho visto la signora Olga che, con la finestra aperta, faceva il bagno nella vasca.
Era una donna di ventotto anni, non molto istruita, aveva completato la scuola media, sposata a un ricco muratore diventato costruttore.
Chiaramente, a quell’età subito l’adrenalina mi percorse le membra. Osservarla mentre seduta nella vasca si strofinava le grosse mammelle, mi fece rizzare il cazzo.
Quando si alzò, sobbalzai. Il culo rotondo che metteva in mostra, la pancia leggermente opulenta, le cosce rotonde alla confluenza delle quali potevo scorgere il nero triangolo peloso che nascondeva la sua natura di donna mi portò a un’erezione mai vista. La mia mano subito entrò dentro i pantaloni e iniziò a sfregare il cazzo. Muovendomi feci rumore con l’imposta e lei, girandosi, mi vide. Rientrai preoccupato e chiusi l’imposta. Temevo che avrebbe detto ai miei che l’avevo spiata. La mia preoccupazione si materializzò quando l’indomani la signora Olga busso a casa mia.
Pensai: “è fatta!”. Ora dirà a mia madre che l’ho spiata e … apriti cielo”.
Nulla di quanto pensavo. La signora chiese a mia madre di fare seguire il figlio, era in terza elementare e non era molto propenso allo studio, da mia sorella. Siccome mia sorella era all’Università mia madre, le disse che avrei potuto seguirlo io. Ero quello che aveva più tempo a disposizione.
Cosi mi ritrovai a seguire un ragazzino di nove anni. Il tempo che gli dedicai non fu inutile perché alla fine fu promosso.
È una mattina di giugno. Mamma e papà sono al lavoro. Tiziana, mia sorella, è all’Università. Sono circa le nove. Mi alzo dal letto e vado in bagno. La finestra è aperta. Mi affaccio e guardando dirimpetto vedo la signora Olga che, nuda si sta lavando. Non posso non guardare. La mia mano scosta lo slip e inizio a menarmelo. Lei si accorge di me. Non ho il tempo di nascondermi. Mi sorride e dice: “vieni a vedermi da vicino, sicuramente sarò più interessante, aspetta che ti apro”. Metto i pantaloncini e una maglietta e apro la porta. Lei mi aspetta. Vedendomi dice: “entra! Mio figlio è dalla nonna quindi puoi stare con me senza problemi”. Appena dentro apre l’accappatoio che aveva indossato e dice: “è questo che volevi vedere? Mi sa che guardandomi te la stavi minando? Che effetto ti faccio?”. Ero senza parole. Mai avevo vista una donna tutta nuda a pochi centimetri da me. Biascicai: “lei è molto eccitante! Mi piace osservarla e … sì! Mi stavo facendo una sega!”.
Lei si avvicina a me e infila una mano dentro i pantaloncini. Mi tocca e un’espressione di meraviglia esce dalla sua bocca: “ma Pietro hai una minchia maledettamente grossa, fammela vedere!”. Cosi dicendo mi sfila pantaloncini e slip mettendo allo scoperto tutta la mia erezione. Mi leva pure la maglietta ed ora entrambi siamo nudi.
Siamo nel soggiorno. Lei prende nella mano il mio cazzo e lentamente inizia a menarlo. Con una mano mi mena e con l’altra mi carezza il petto. Mi stringe i coglioni e sorridendo dice: “non guardarmi solamente toccami pure tu”. Si sdraia sul divano apre le cosce e dice: “toccami lo sticchio! Non vedi come desidera avere le tue carezze! Su dai, fammi un ditalino”.
Le mie mani si posano su quella meraviglia. Scosto i peli e vengo abbagliato dalle grandi labbra tutte aperte. Quelle piccole rosate palpitando tendono a uscire in fuori. Ficco dentro due dita e la trovo caldissima. Inizio a muovere le dita in giù e in su. Lei ansima e pure io tremo per l’emozione di trovarmi di fronte a qualcosa di nuovo. Lei guida le mie dita sulla protuberanza che ha sotto il pube dicendo: “vedi come pure le femmine abbiamo la minchia? È piccola ma sempre minchia è!”. La sua clitoride è tesa e svetta fuori come un piccolo cazzo. Continuo a sfregarle le dita sulla fenditura e sul clitoride. Lei ansima e lascia il mio cazzo. Ora ho i movimenti più liberi e oltre a sfregarle la fica le infilo pure le dita dentro il culo. A un tratto la sento mormorare: ”continua! Non fermarti! Sto venendo!”. Infatti subito dopo le mie mani vengono innaffiate dagli spruzzi che escono dalla sua fica.
Appena si calma un poco mi fa sdraiare sul divano dicendo: “siccome sono in un periodo che posso restare incinta ora ti faccio una minata, domani porta dei preservativi e ti faccio ficcare con me. Ora rilassati che ti faccio godere”. Cosi dicendo inizia a segarmi mentre con la bocca mi lecca il cazzo e i coglioni. Poi alle mani sostituisce la lingua e la bocca e in breve mi porta sull’orlo del piacere. Le dico che sto per venire ma lei invece di allontanare la bocca se lo fa sprofondare nella gola. Emetto un sospiro e le inondo la bocca con l’abbondante spacchio prodotto dai miei coglioni.
Siamo sdraiati sul divano. I nostri corpi si strofinano. Lei, carezzandomi il petto, dice: “non devi dirlo a nessuno quello che abbiamo fatto. Mi hai fatta godere molto. Hai una minchia che è una meraviglia e domani, ricorda di comprare i preservativi, voglio averla infilata dentro lo sticchio. Ti è piaciuto il mio sticchio? A me la tua minchia è piaciuta tanto! Se mio marito l’avesse quanto la tua sarei una donna felice. L’ha piccola e quando me la mette dentro neppure la sento. La tua, invece, sono sicura che mi riempirà tutta”.
Nel pomeriggio mi reco in una farmacia lontana da casa. Compro un pacco di preservativi e aspetto con ansia l’indomani.
Appena rimasto solo a casa vado in bagno. Lei mi aspetta e mi fa cenno di entrare. La prima cosa che mi domanda è: “hai i preservativi?”. Alla mia risposta affermativa esplode in un sorriso e mi stringe a se. Per prima cosa inizio a palparle le minne, ha due minne che fanno impazzire. Poi le succhio i capezzoli che le diventano durissimi e molto scuri. Mi delizio succhiando i capezzoli e palpando le sode mammelle. Lei mi sfrega il cazzo e sospira per quanto le faccio e per quello che lei fa a me. Poi si stacca da me, si sdraia sul divano e allargando le cosce dice: “vieni che ti metto il preservativo”. Percepire le sue dita che srotolano il lattice sul mio sesso mi fa venire i brividi. Fino ad ora non avevo mai posseduta una donna. Vederla oscenamente aperta mentre si offre a me mi da una carica immensa. Punto l’asta sulla sua fenditura e lentamente incomincio a entrarle dentro. Non faccio nessuna fatica perché era tutta bagnata e larga. Sensazione indescrivibile sentire il mio cazzo strofinare nelle pareti di quella fica calda ed accogliente. Affondo tutto mentre lei ansima più di me e fa smorfie di compiacimento con la bocca. Quando i miei coglioni vengono a contatto col suo culo incomincio a fare avanti e indietro. Lei geme ed io mugolo. È un crescendo di ansimi e di gridolini di piacere. Ad un tratto lei emette un profondo sospiro e subito dopo il suo corpo viene travolto da brividi di piacere. Un ultimo colpo e il mio cazzo esplode di goduria dentro la fica di lei. Sfinito mi abbandono su di lei ed ella mi da un bacio sulla bocca dicendo: “sei stato fantastico! Mi hai fatta godere come mai ho goduto in vita mia”. Bravo! Tra qualche giorno mi devi fottere senza preservativo e cosi godiamo ancora meglio”.
Siamo sdraiati comodamente sulla penisola del divano. Chiaramente i corpi sono a contatto. Una mia mano gioca con la sua natura facendo scorrere le dita lungo il solco della fica. Lei mi mena lentamente il cazzo che ricomincia ad alzare la cresta. Poi rompe il silenzio: “ma vero è che non avevi visto mai uno sticchio da vicino? Possibile che neppure a tua sorella ce l’hai guardata?“. “Giuro! Sei stata tu la prima donna a cui ho potuto ammirare la fica! Ma poi perché avrei dovuta vedere quella di mia sorella?”.
“Perché mio fratello mi osservava mentre ero nuda nel bagno. Un giorno che eravamo soli mi sono levata le mutandine. Con la scusa di rifare un orlo alla gonna mi sono seduta al tavolo con le cosce aperte. Lui facendo finta di giocare con la palla è venuto sotto il tavolo a guardarmi. Feci cadere a terra le forbici e abbassandomi per prenderle l’ho visto che me la scrutava. Allora gli dissi: “ strunzu mi stai taliannu u pacchiù! Appena torna a mamà ci dicu ca mi hai taliatu u sticchiu e mi volevi tuccari (stronzo mi stai osservando la fica! Appena ritorna la mamma gli dico che mi guardavi la fica e me la volevi toccare)”.
Lui rosso in viso m’implorò di non farlo ed io accondiscendendo gli dissi che doveva fare tutto quello che volevo io. È stato il mio schiavetto per quasi tre anni fino a quando mi maritai. Nel frattempo gli permettevo di guardarmi facendo finta di non vederlo mentre mi osservava dal buco della porta del bagno. Ma sai che sono nuovamente eccitata, mettiti sopra di me a sessantanove e ti faccio un pompino mentre tu me la lecchi, anzi mi metto io sopra e tu sotto e cosi ti viene meglio a leccarmela”.
In questa posizione oltre a deliziarmi della sua calda natura di donna gliela posso toccare tutta e succhiarle il clitoride che è diventato turgido. Lei mi fa impazzire succhiandomi il cazzo con le sue labbra voraci. I suoi succhi mi colano nella bocca mentre lei geme e trema per il piacere. Sollevandosi prende un preservativo, rompe la bustina, l’estrae e nel mettermelo dice: “visto che io sono venuta e tu ancora sei duro ficcami la minchia nello sticchio, lo voglio! Però appena stai per venire dimmelo perché voglio ingoiare il tuo spacchio”. Con piacere eseguo e me la godo mentre la possiedo con forza. Appena capisco di essere arrivato tiro fuori il cazzo da quella fica grondante succhi e che di nuovo ha goduto dicendo: “sto per venire”. Lei mi leva il preservativo, mi dà due succhiate violente e io gli sborro nella bocca.
Restiamo che ci saremmo viste il martedì della settimana a venire poiché lei doveva andare dalla mamma, al mare, per il fine settimana e il lunedì aveva un impegno con la cognata.
Martedì puntualissimi ci ritroviamo. Appena dentro casa sua mi dice: “oggi ficchiamo senza preservativo. Tra domani o al massimo dopodomani mi vengono le mestruazioni e quindi lo possiamo fare. Appena mi arriva “u marchisi” (le mestruazioni) non possiamo fottere per qualche giorno”.
Mi sdraio e l’invito a salirmi sopra. Lei prende il cazzo tra le mani, me lo scappuccia completamente, me lo lecca e, poi, se lo struscia lungo la fica. Lentamente ma con decisione s’impala prendendolo tutto dentro. Emette dei gemiti mentre il cazzo la viola ma pure io non posso trattenermi dal sospirare. Percepire il cazzo che scorre dentro le calde parete della sua vagina, senza il preservativo, mi estasia. Sale e scende su di me mentre le sue mammelle sobbalzano nel movimento ed io mi aggrappo a loro traendone ancora più godimento. Il suo viso è tutto in fiamme e dalla sua bocca esce un lamento di piacere. Il mio cazzo rimane duro dentro di lei che nel frattempo viene una prima volta. Si riposa adagiandosi sul mio petto. Poi lentamente si solleva e cambiamo posizione. Ora è lei sdraiata. Io le sono sopra e la penetro lentamente. Lei sposta le gambe sulle mie spalle e mi offre, in tal modo, la possibilità di farle sentire il cazzo fino sul collo dell’utero. Aumento il mio movimento di tutto dentro e quasi fuori. Lei geme e vibra di piacere. Pure io ora sono al capolinea. Altri due colpi e poi ansimando le eiaculo dentro la bollente vulva l’abbondante produzione dei miei coglioni. Lei non si trattiene e grida come un’ossessa parole incomprensibili.
Siamo rilassati sul divano. “Ma come fai ad essere cosi lungo nel venire? Mio marito dopo cinque colpi mi sbroda dentro!”.
“Non lo so! Seguo in mio istinto e il desiderio di farti godere”.
Prendiamo una bibita e poi nuovamente a ficcare alla grande. Quello che più mi piace, oltre a penetrarla, è il massaggiarle le rotonde natiche e le sode mammelle. Starei a palparla per ore intere.
Con lei ho fatto tutto quello che un maschio può fare con una femmina. Pure lei ha migliorato le sue prestazioni. in particolare i pompini. Un bel giorno decide di farsi inculare. “Sono ancora vergine nel culo e voglio che devi essere tu a rompermelo!”. Tentiamo più volte usando sempre dei lubrificanti per fare scivolare il cazzo dentro il buco del culo. Appena lei grida per il dolore io smetto. Finalmente, dopo varie prove il glande le entra tutto dentro. Lei emette un grido. Io sto per uscire ma lei mi blocca dicendo: “continua! Rompimi sto cazzo di culo!”. Lentamente riprendo. Entro un poco dentro e mi fermo. Un poco alla volta ne metto dentro di più. Finalmente, tra lamenti e preghiere di non smettere gliene infilo più della metà. Un colpo secco e gli entra tutto dentro. Lei è felice quando si sente il colon completamente riempito dal mio cazzo.
Dopo averlo preso nel culo per una settimana intera siamo rimasti in castità. Poi, profittando che sono solo mi fa entrare a casa sua. Lei, come al solito, è nuda e fa spogliare pure me. Me lo prende in mano ed inizia a strofinarselo nella fica. Poi con decisione me lo mena e quando vengo si fa spruzzare lo spacchio in bocca, in viso, sulle mammelle. Poi inizia a cospargerselo su tutto il corpo come se fosse una crema di bellezza.
Per più di due anni la signora Olga mi ha regalato le gioie del sesso. Posso dire che è stata la mia maestra di sesso. Poi il marito ha costruito un palazzo in zona residenziale e sono andati ad abitare in uno degli appartamenti. All’inizio ci sono rimasto male. Mi mancava la scopata con la Olga. Pure lei nel salutarmi mi disse che le dispiaceva. In seguito però convenni che fu il momento giusto per smettere. Mi sono fidanzato con una mia coetanea e in seguito ho potuto mettere in opera l’esperienza fatta con la signora Olga.
Ancora ora, dopo tanti anni, non dimentico i bei momenti che mi ha regalati e come ha allietata la mia pubertà.
Pietro
Per contatto:
pietroorteip1965@libero.it



scritto il
2017-01-28
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