C'è sempre un inizio 3
di
Anna
genere
incesti
Guardai le lenzuola sporche di sangue, gli striature tra le pieghe e quelk dolore che mi toglieva il respiro, non c’era più la separazione da lei. Guardai lui che dormiva, è bello, mi dissi, sentivo il suo odore forte, era nudo e non capivo ancora bene cos’era successo veramente. Sentivo solo male alla fica, un male forte e la mia mano scivolò lentamente. Sentii l’umido del sangue e del suo seme, e mi guardai; era viola come piagata presi paura e lo chiamai. Hai ancora voglia mi disse… dai aspetta che ho sonno. Lavati…. Che sei sporca…. Mi fa male gli dissi, non riesco ad alzarmi. Lui sbuffo ma si alzò, girò attorno al letto completamente nudo, lo guardai e dissi …. Non sei come gli attori, tu hai un sacco di peli sul corpo… lui rise, dai che ti piace mi disse, alzati dai che ti porto. Mi alzai ma mi mancarono le forze, stavo per scivolare, mi facevano male le cosce e la schiena. Mi resse e mi disse … dai andiamo, così ti lavi, fa sempre un po’ male la prima volta. Ma almeno ti è piaciuto?.Gli dissi di si. Mi porto in bagno aprì la doccia … dai vieni mi disse….. entrai con lui, l’acqua calda mi intorpidi. Lui prese il sapone si girò e mi disse…lavami la schiena. Lo feci, dopo si girò … dai lavami… continuai, conoscevo il suo corpo da vicino. Sentivo i suoi muscoli… tutti…dal torace alle braccia. Era forte. Le gambe mi disse, mi chinai, il dolore era forte e tenevo le gambe un po’ aperte, chiuderle mi faceva male, e lo lavai…tutto qua? Eccitami…dai esitami. Non capivo, lui mi prese la testa e la spinse al suo uccello, ..ecco mi disse lecca. Mi sentii la sua mano sulla fica, leccavo e sentii le sue dita entrare, mi tirava come se fosse un uncino…. Caspita sbrodoli subito mi disse… dai basta lavati. Usci prese l’asciugamano guardandomi…, hai dormito poco; sono solo le otto. Tra un po’ viene la Maria vuoi che la mando via? Si si si urlai non voglio che veda…per favore non voglio che veda. Lui rise, capisco che ti vergogni, ma non lo dirò a nessuno, è il nostro segreto. Trillò il telefono, andò in camera a prenderlo e sentii che parlava, … no poverina ha pianto tutta la notte, meglio di no, si certo grazie altrimenti cucino io, ma non credo che mangi è distrutta. Io che vuoi sapevo, devo andare avanti…… No no, non fare venire nessuno in questi giorni, devo stare con la bambina…deve superare, non voglio perderle tutte e due. Grazie Maria, va bene anche tardi così la bambina mangia, si per il resto dobbiamo andare domani mattina, non so se lei può, meglio se vieni tu e le altre donne. Grazie ancora maria. Torno in bagno e mi disse, … era la Maria, si preoccupa per te, ti vuole bene, non dire mai a nessuno di questo segreto o penseranno male, loro non possono capire che tu sei al suo posto ora. Mi abbraccio e mi mise la lingua in bocca, il mio corpo bagnato sul suo, mi teneva la lingua in bocca e con le mani mi frugava, scese e mi morse i seni, forte da farmi quasi urlare, e sentii le sue dita dentro e spingere. Guardai, era ritto, mi guardò fisso e mi disse…non sei più una bambina sei la mia donna, e mi spinse verso la camera.
Mi spinse e entrai, rimasi a guardare la stanza, lui capì, non preoccuparti dopo sistemo, adesso ho voglia, le lenzuola sono tutte sporche gli disse, lui mi spingeva da dietro, sentivo il suo cazzo, dai mi disse ho voglia, mi spinse sul letto, venne vicino a me e mi tirò a lui, dai mi disse leccami, scesi verso il so uccello e aprri la bocca, lui lo spinse tutto, era come se mi soffocavo, cercai di divincolarmi ma lui mi teneva, dai succhia,succhia…lo feci, si lo faccio gli dissi . Si alzò un poco, mi prese, mi fece strisciare sul letto, mi aprì le gambe e iniziò a leccarmi la fica, era fantastico, gli tenevo anch’io la testa, lo graffiavo esplosi diverse volte sul suo viso. Lui si alzo, aveva il viso sporco e volevo pulirlo, lui mi disse con voce dura..stai buona che ora ti chiavo, ho voglia, mi Sali sopra che mi schiacciava, mi guardava, vidi che si prendeva l’uccello con la mano, sentii la punta sul taglio della fica, sentivo che la pennellava e dopo lo sentii entrare. Mi faceva male, ma tanto male, era dentro, mi mise la mano sulla bocca dicendomi, ma taci che lo vuoi, so che ti piace e da quando ti sei svegliata che lo vuoi, non ono cretino, conosco le donne. Mi bruciava tutto dentro, mi muovevo dal male, e lui … vedi come ti muovi? Ne vuoi sempre di più… sembri assatanata, e con un colpo lo infilo tutto. Persi la testa, mi scuotevo, mi dimenavo lo spingevo come per allotanatlo, lo presi per le spalle e lui…ora iniziaa la danza, e iniziò…dentro e fuori dentro e fuori dentro e fuori con colpi secchi che mi facevano gemere dal male. Lui si eccitava sempre di più, mi leccava le spalle, il viso e continuava, non smetteva mai.
Non parlava, sentivo solo lui dentro, sentivo tutti i suoi muscoli tesi gonfiarsi, aveva tutti i peli appiccicati alla pelle, mi urlò..dai leccami, leccami troia, leccami. Obbedii quasi automaticamente. La sua pelle sudata aveva un bel sapore, ma mi stava facendo male, mi sentivo aperta, basta basta dissi smettila. Lui non mi sentiva, continuava .. continuava come se non mi sentisse.
Lo graffiai e lui accellerò…lo sò che ti piace.. lo sento…dai che voglio venire…muoviti ..continua a muoverti.. sei brava.. dai leccami ancora.
Leccarlo mi piaceva, mi dava il senso che era mio, solo mio. Bruciava, come quando ti scotti, ogni volta che strisciava mi veniva d’urlare. Esplosi, ma non era come mentre mi leccava, era più profondo era un esplodere totale, credevo che venisse ancora sangue e glielo dissi. Lui mi guardò e mise la mano sulla fica, proprio sul taglio tra fica e uccello, me la fece vedere mentre continuava ..vedi sei venuta ancora, sei bagnata come un mare, dai godi ancora, dai godi troia. Avevo la testa come un pallone, lui tolse l’uccelo di scatto si mise in ginocchio vicino al mio viso e mi dise…lecca lecca dai leccalo,,,Reagii d’istinto, mi gettai sul suo uccello e iniziai a leccarlo, lo prendevo tutto in bocca, leccavo la punta,l’asta mi sentivo impazzita, la fica mi bruciava sentivo male ma lo volevo ancora dento, lo dissi…ma lui mi disse…dopo dopo adesso lecca dai lecca..impara troia…
Mi spinse e entrai, rimasi a guardare la stanza, lui capì, non preoccuparti dopo sistemo, adesso ho voglia, le lenzuola sono tutte sporche gli disse, lui mi spingeva da dietro, sentivo il suo cazzo, dai mi disse ho voglia, mi spinse sul letto, venne vicino a me e mi tirò a lui, dai mi disse leccami, scesi verso il so uccello e aprri la bocca, lui lo spinse tutto, era come se mi soffocavo, cercai di divincolarmi ma lui mi teneva, dai succhia,succhia…lo feci, si lo faccio gli dissi . Si alzò un poco, mi prese, mi fece strisciare sul letto, mi aprì le gambe e iniziò a leccarmi la fica, era fantastico, gli tenevo anch’io la testa, lo graffiavo esplosi diverse volte sul suo viso. Lui si alzo, aveva il viso sporco e volevo pulirlo, lui mi disse con voce dura..stai buona che ora ti chiavo, ho voglia, mi Sali sopra che mi schiacciava, mi guardava, vidi che si prendeva l’uccello con la mano, sentii la punta sul taglio della fica, sentivo che la pennellava e dopo lo sentii entrare. Mi faceva male, ma tanto male, era dentro, mi mise la mano sulla bocca dicendomi, ma taci che lo vuoi, so che ti piace e da quando ti sei svegliata che lo vuoi, non ono cretino, conosco le donne. Mi bruciava tutto dentro, mi muovevo dal male, e lui … vedi come ti muovi? Ne vuoi sempre di più… sembri assatanata, e con un colpo lo infilo tutto. Persi la testa, mi scuotevo, mi dimenavo lo spingevo come per allotanatlo, lo presi per le spalle e lui…ora iniziaa la danza, e iniziò…dentro e fuori dentro e fuori dentro e fuori con colpi secchi che mi facevano gemere dal male. Lui si eccitava sempre di più, mi leccava le spalle, il viso e continuava, non smetteva mai.
Non parlava, sentivo solo lui dentro, sentivo tutti i suoi muscoli tesi gonfiarsi, aveva tutti i peli appiccicati alla pelle, mi urlò..dai leccami, leccami troia, leccami. Obbedii quasi automaticamente. La sua pelle sudata aveva un bel sapore, ma mi stava facendo male, mi sentivo aperta, basta basta dissi smettila. Lui non mi sentiva, continuava .. continuava come se non mi sentisse.
Lo graffiai e lui accellerò…lo sò che ti piace.. lo sento…dai che voglio venire…muoviti ..continua a muoverti.. sei brava.. dai leccami ancora.
Leccarlo mi piaceva, mi dava il senso che era mio, solo mio. Bruciava, come quando ti scotti, ogni volta che strisciava mi veniva d’urlare. Esplosi, ma non era come mentre mi leccava, era più profondo era un esplodere totale, credevo che venisse ancora sangue e glielo dissi. Lui mi guardò e mise la mano sulla fica, proprio sul taglio tra fica e uccello, me la fece vedere mentre continuava ..vedi sei venuta ancora, sei bagnata come un mare, dai godi ancora, dai godi troia. Avevo la testa come un pallone, lui tolse l’uccelo di scatto si mise in ginocchio vicino al mio viso e mi dise…lecca lecca dai leccalo,,,Reagii d’istinto, mi gettai sul suo uccello e iniziai a leccarlo, lo prendevo tutto in bocca, leccavo la punta,l’asta mi sentivo impazzita, la fica mi bruciava sentivo male ma lo volevo ancora dento, lo dissi…ma lui mi disse…dopo dopo adesso lecca dai lecca..impara troia…
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
C'è sempre un inizio 2racconto sucessivo
L'ho fatto per compassione
Commenti dei lettori al racconto erotico