Weekend con la Mistress- Capitolo 2: Non è la tua ragazza
di
Viktorie
genere
dominazione
"Sì, perché io ci ho detto alla Lolly: senti Lolly, se le cose vanno così, allora io non c'ho niente a che vedere con te e tutti i tuoi cazzi, ok? E sai cosa mi ha detto? Eh? Lo sai cosa mi ha detto la Lolly? Mi ha detto che lei voleva solo parlarmi e... Sì, cioè, io non sto... No infatti, cioè, che stronza!"
La mia faccia sbatté quasi violentemente contro il mio trolley, seduta in una delle sale d'aspetto dell'aeroporto, distrutta mentalmente dall'interminabile chiacchiera della bionda tinta accosciata di fianco a me, che continuando a gesticolare e urlare ad un cellulare brillantinato, faceva ondeggiare tutta la fila di sedie.
Pregai qualche divinità di eliminare la bionda, o la Lolly, o anche solo esaurirle il credito, ma non essendo molto esperta in questo campo, dovetti arrendermi, alzarmi e trascinare il mio bagaglio da un'altra parte, con ben poca voglia di starmene in piedi ad aspettare.
La mia amica Andrea mi seguì quasi subito, lamentandosi della mia vigliaccheria nell'abbandonarla di fianco a Barbie e le sue telefonate.
L'indubbio vantaggio con lei, è sempre stata la possibilità di parlare male delle persone in madrelingua.
"Speriamo che aprano il gate in fretta" bofonchiò tormentandosi i capelli lunghi.
Dieci minuti dopo, con una puntualità inesistente, arrivando praticamente mentre si annunciava l'apertura del gate, arrivò staccheggiando la "mia" Mistress, sculettando quasi altezza viso dei presenti, con i biglietti in mano e l'aria serafica di chi stia facendo un giretto tra le vetrine del centro.
Due metri dietro di lei, una ragazza castana riccia trascinava due valigie fortunatamente dotate di ruote. Era evidentemente Elisa, l'ultima fiamma della mia amica, che si fermò ansimando nella coda per l'imbarco, mentre le raggiungevamo. Salutai la mia amica e aggirandola al fianco mi presentai all'altra.
"Piacere, Viktorie" dissi allungando una mano alla ragazza, che quasi sussultò, allungando la mano fissando me e la mia amica con fare titubante.
"Non ti mangio mica" sorrisi, stringendole la mano tremolante dallo sforzo del trasportare le valigie.
"Forse." scoccò la frecciatina ******, prima di allungare le carte d'imbarco alla hostess.
Intuii subito che come spesso accadeva, la coppietta con cui viaggiavamo rispondesse alla strana e assurda legge degli opposti.
Tanto più la mia amica era diretta, pungente e ironica, tanto meno lo era Elisa che nel volo si appoggiò con il viso sulla spalla della mia amica, e cadde in un sonno profondo.
"Di compagnia, la ragazza" ironizzai una volta in quota, sfogliando una di quelle riviste di bordo con le quali puoi comprare le cose più assurde.
"Parla solo se interpellata." rispose distrattamente la mia amica, lasciandomi con il dubbio di quanto fosse una battuta. Andrea non rispose, impegnata a distrarsi dal suo odio per il volo stando a occhi chiusi con la musica nelle orecchie.
Arrivammo, dopo il volo e i trasporti, nel tanto vagheggiato villaggio vacanze.
Di mio, tendo alla selvatichezza durante le mie ferie, ma quando si è con amiche, che per di più hanno organizzato tutto... Che puoi fare?
Il villaggio vacanze era delimitato da un lungo muro di recinzione, e all'interno composto da un'area con i bungalow e alcuni piccoli edifici con le camere. Seguiva una 'fascia' di locali, ristorantini, bar, e ovviamente la spiaggia.
L'area "spiaggia-locali" era divisa da un'alta siepe con alcuni varchi e stradine che conducevano ai vari edifici di residenza, più un paio di altri luoghi di ristoro. Era un villaggio vacanze davvero grande, commentai guardando una mappa su un cartello.
"E per andare in città?" chiesi, indicando la cartina: una riga la divideva quasi a metà, pensai fosse un segno della lamiera su cui era stampata la mappa per proteggerla dalla salsedine.
Una ragazza del personale mi rispose che c'erano delle navette, ma che volendo noleggiare dei mezzi era perfettamente possibile. Mi sarebbe dispiaciuto stare in un posto nuovo senza occasione di vedere altro. Andrea sbuffò, dandomi una spallata.
"Ma rilassati, no??" disse ridendo. Finsi di essermi offesa, sorridendo anche io.
La prima giornata di vacanze passò in maniera decisamente tranquilla. Vista l'ora di arrivo, il sistemare i bagagli e tutto, arrivò praticamente l'ora di cena, ci concedemmo di mangiare ad uno dei ristoranti, un giretto sulla spiaggia e qualche chiacchiera, e via a dormire. In tutto questo Elisa, sempre con un discreto timore d'aprir bocca, si cominciava a delineare come una ragazza gentile e simpatica, ma evidentemente non della stessa pasta mia o della Mistress, capaci di parlare anche al primo sconosciuto come un amico di vecchia data.
"Ma le trova sempre così?" chiese, nel buio della camera, Andrea, già a letto.
Sull'uscio del bagno mi lavavo i denti, alzando le spalle.
"Non sempre" dissi in maniera poco comprensibile cercando di non sputare dentifricio.
"Per ora ho conosciuto due altre tipe, ed erano delle vere oche."
Qualche minuto dopo, mentre aspettavo il sonno leggiucchiando un romanzo, e Andrea già respirava più lentamente, cominciai a sentire dei mugolii sospetti dalla camera a fianco, frammisti a brevi frasi, e a chiaramente il rumore di una sculacciata seguita subito da un urletto entusiastico.
Valutai se bussare al muro come una vicina di casa noiosa per prendere in giro la coppietta, ma spensi la luce e mi buttai nel mondo dei sogni.
Il mattino dopo si aprì nella maniera consueta per una vacanza: colazione a un orario assurdo, e in spiaggia.
"Dai funghetta, muovi quel culo da urlo!!" mi gridò, metri più avanti, già con una gamba nella sabbia chiara, la Mistress.
"E arrivo!" risposi, cercando di sistemare l'ampio cappello sulla mia testa.
Elisa, quasi accanto a me, mi guardava incuriosita.
"Tendo a diventare un semaforo, se prendo il Sole" spiegai con un sorriso
"... Per cui per i primi giorni vivrò sotto l'ombrellone usando una crema che compriamo io, e qualche albino."
Andrea ci passò a fianco nella sua chioma bionda al vento.
"Oh sì, ci puoi cuocere le uova su quelle tettone!" cercai di darle un calcio nel sedere, ma fallii miseramente lo slancio, finendo con il culo nella sabbia, cappello al vento e un'imprecazione nel cuore.
La Mistress si parò a farmi ombra, con le mani sui fianchi magri e un sorrisetto diabolico.
"Mmmh, già ai miei piedi, Vik? Così mi togli tutto il divertimento..." ironizzò, prima di allungare una mano e farmi rialzare.
Ebbi un brivido nel sentire quella frase, perché conoscendola, mi aspettavo di tutto, ed ero quasi stupita che realmente, dopo quasi 24 ore assieme, non avessi ancora assistito a qualche sua performance della categoria "legami e frustami mia Padrona".
"Non vorrei rubare il ruolo a qualcun altro!" dissi sottovoce con una risatina, sistemandomi il cappello con un gesto deciso e un sorriso.
Lo sguardo freddo di ****** mi fulminò.
"Credi che io non sia in grado di gestire un mazzo di sottomessi ai miei piedi?"
"No no, sono sicura che ne saresti capace." replicai raccogliendo la borsa da terra.
"Solo, tienitelo per te." dissi sorridendo.
Lo sguardo che mi lanciò, prima di girarsi e continuare verso il mare, non mi rassicurò proprio per niente, e il mio istinto non falliva in quell'occasione.
La giornata trascorse abbastanza tranquillamente, tra numerosi bagni, gli approcci di qualche altro ospite del villaggio, e gli sguardi allibiti di Elisa nell'apprendere la (malsana) abitudine mia e di Andrea nel non esimerci dal bere alcolici in spiaggia. La differenza culturale era basilare ma sostanziale. La spiaggia è un posto in cui stare tutto il giorno a non fare un cazzo, bere e mangiare e per chi non cuoce, abbronzarsi. Conosco conterranei che non mettono piede nella risacca neanche per lavarsi i piedi dalla polvere.
"In realtà, al mare di solito abbandono l'asciugamano e passo il tempo a nuotare" dissi a Elisa, all'ombra con un succo di frutta mentre bevevo un cocktail. "Ma vista la latitudine, e che non prendo Sole da mesi, mi scotterei davvero facilmente a farmi una nuotata. Dammi due giorni ad abbronzarmi con coscienza, e poi vedi che entro alle dieci ed esco alle due del pomeriggio dall'acqua."
"Oh sì, lo fa!" confermò sdraiata poco più in là Andrea, il cui culo era oggetto di occhiate di qualsiasi passante.
Bevvi un altro sorso.
"Fino ad allora, approfitterò di quanto sia tutto pagato e spesato per testare tutta la lista alcolici del villaggio." Lì, Elisa espresse il primo pensiero della vacanza, un coraggio inedito, forse perché la mia amica era in acqua da un po'.
"Voi... Voi lo sapete che villaggio è questo?" disse con una vocina bassa e timorosa.
Lo sguardo confuso di Andrea e il mio, ispezionati dal visino di lei, era una risposta sufficiente, ma non proferì parola.
"Bè vedo dei topless e forse una tipa nuda, ci sono villaggi in cui è permesso il nudismo e allora non ci sono famiglie... Però, a parte questo... Anche io sono una da topless, mi pare un posto normale..."
La boccuccia di Elisa si aprì come per confidare qualche grande segreto, ma il viso della Mistress calò da dietro la sedia a sdraio della riccia, facendole una doccia dai capelli lunghi e fradici e facendola urlare. Le risate ci distrassero dalla questione, e da quel momento la ragazza non sembrò intenzionata ad aprire bocca sull'argomento in presenza dell'amica, che distese un asciugamano a fianco all'ombrellone e stiracchiò i suoi chilometri di gambe nella maniera migliore per farsi sbavare addosso da tutti.
La giornata passò con un paio di altre nuotate veloci, una derisione del mio naso che sembrava già spellarsi, e una blanda organizzazione per la serata, che l'amica suggeriva si potesse rivelare assai spassosa, con un sorrisetto furbo in volto...
**********************************************************************************
La cena, e il dopocena in un locale, furono tutto sommato normali.
Certo in un villaggio vacanze un gruppetto di sole ragazze attirava una discreta attenzione, ma niente di particolarmente esagerato rispetto a quanto possa succedere in mille altri posti dove si trascorrano delle ferie.
Devo dire che tra la sottoscritta in giro in shorts e camicetta senza maniche, Andrea in gonna e canotta, La Mistress ed Elisa che vestivano una camicia e jeans stretti e scuri, facevamo la nostra discreta figura. Unica cosa a me incomprensibile, era un fazzoletto arancione al collo della 'mia' Mistress, pensai avesse preso aria in spiaggia, anche se nutrivo dubbi sull'accompagnamento cromatico scelto.
"Ora, io vi propongo una cosa." disse la mia amica, poggiando il bicchiere sul tavolino del locale e accavallando le lunghe gambe.
"Sentiamo." disse Andrea.
"Avrete notato che il villaggio è sostanzialmente diviso in due."
Scuotemmo la testa, negando. Con un sospiro rassegnato, la Mistress usò una delle sue lunghe e sottili dita per raccogliere e disegnare con la condensa del suo bicchiere una rudimentale mappatura del villaggio sul tavolino.
Il mare, la spiaggia, la passeggiata con i locali sulla spiaggia, le residenze varie.
Ma in realtà il villaggio vacanze era assolutamente diviso a metà, fisicamente, dall'altaa recinzione.
"Effettivamente la spiaggia oggi mi sembrava più piccola di quella della cartina..." bofonchiò Andrea. "... Pensavo che fosse una mia impressione."
"No, nella cartina quella linea che separa quasi in due il villaggio indica quella che poi in spiaggia è la staccionata. Quella alta, con la siepe dietro. Ho preso le camere in questa metà perché sapete, magari non vi interessava dall'altra parte."
Calò un certo silenzio, in cui notai chiaramente lo sguardo di Elisa come quello di qualcuno a conoscenza della cosa, e un certo timore, che avrebbe avvertito chiunque a vedere il sorrisetto sadico della mia amica.
"... Di là, c'è l'area naturisti. Naturisti, scambisti, sadomaso, e cose che persino io, non voglio sapere. Suppongo legali. Ma non approfondirò."
Risposi molto seccata.
"Cazzo! E' l'ultima volta che ti lascio organizzare una cosa senza preoccuparmi!"
"E di che ti preoccupi, Vik? Avete le stanzette nella metà 'civile' della cosa, il villaggio è enorme... Hai paura proprio tu di vedere un pene??"
Sbuffai.
"No, non è per il pensiero di vedere un pene, è perché avresti anche potuto dircelo."
"Ve lo sto dicendo: oltre una certa zona, è VM ai 18, e ai sensibili di cuore e di etica."
"Dircelo PRIMA, stronza." colsi un tremore nello sguardo di Elisa a questo mio atteggiamento sfrontato.
"Aspetta un attimo... Lei non è la tua ragazza!"
La risata con cui la Mistress accolse la mia -più che ovvia- scoperta fu impagabile, così plateale, nella sua spontaneità, che fece voltare pure un paio di avventori ad un divanetto a fianco.
"No. Elisa è la mia Sottomessa. Ma finché siamo in questa parte del villaggio, diciamo che ha una certa libertà."
Elisa annuì pacatamente. "L'idea è stata quasi mia, volevo... Provare questa esperienza, e Lei conosceva questo posto."
Andrea fu la più shockata, e intrigata, dal disvelarsi della verità: se io ero ben a conoscenza pregressa dei divertimenti della mia amica, lei non lo era affatto, a parte magari qualche battuta casuale.
"... Cioè, qui praticamente è un villaggio con qualche topless e chiappa al vento, e di là..." non terminò la frase, ricorrendo a un altro paio di sorsi del suo cocktail.
"Di là è un villaggio nudista, scambista e BDSM." ripetei io.
Non era davvero l'idea in sé, era il fastidio nel fatto che mi fosse stata nascosta una cosa simile, e ancora di più la reazione di Andrea mi sconvolse.
"... Ci si può fare un giro??" chiese, probabilmente audace dall'alcool.
****** ridacchiò. "Se te la senti, basta passare la recinzione dai varchi apposta, ed è tutto uno spettacolo."
Bevvi anche io dal bicchiere, conoscendo la mia amica Andrea, immaginai come potesse uscirne. Non era certo una timida patologica, anzi, ma non aveva la benché minima idea della follia in cui la "mia" Mistress era capace di affondare.
Ne avevo avuto qualche assaggio.
"... Vuoi andare, Andrejka?" chiesi con un sorrisetto. La mia amica annuì vivacemente. "Bè, signorina..." mi rivolsi alla mia amica. "Se Elisa è la tua Sub, noi che siamo? Come pensi di gestire l'eventualità che qualcuno arrivi a romperci i coglioni?"
"Bè, tu potresti essere una perfetta 'Mistress Vik'." sorrise Lei.
"Lo prendo come un complimento."
"Lo è... Ma ti troveresti qualcuno a cercare di baciarti i piedi... Evitiamo." soggiunse, trasformando il ghigno in un'espressione più seria, notando la mia palese poca voglia di farmi limonare delle scarpe nuove da qualche perfetto sconosciuto.
"Potrebbero essere una Dom e una Sub" suggerì Elisa, indicando prima me e poi Andrea. "Dicevi... Scusi, Lei diceva che poche persone 'disturbano' una coppia."
La mia amica alzò le spalle. "E' un'idea. Solo che dovrebbero fingere."
Risi. "Sono una pessima attrice e lo sai bene!"
Andrea riprese coraggio "... Bè, e se fossimo tutte Sub tue, ******?" feci segno di no con la testa, ma troppo tardi.
La mia amica si stiracchiò placidamente nella sua interezza affusolata, prima di rispondere.
"... Come dice Vik... Sono una pessima attrice." prese tra le lunghe dita il viso della riccia accanto a lei, come un cagnolino tanto amato.
"Finirei con il NON fingere. Ma mi rendo conto che siamo ad un empasse, così."
Una piccola parte di me fu per un attimo risollevata, mentre il silenzio calava tra tutte.
"Potremmo flaggarvi, ma non ho dei fazzoletti adatti..." sussurrò a sé stessa La Mistress.
"Come?"
"Il codice Hanky. Colore del fazzoletto, posizione del fazzoletto... Flagging, Vik, ricordi? Non porto al collo questo fazzoletto perché ho mal di gola: arancione, nodo a sinistra."
Scossi lievemente la testa, per ricordarmi una delle mille cose che mi aveva spiegato tempo prima.
"Ah, giusto. Nodo a sinistra, Dominante, Domme. Arancione... Daltonica?" scoppiai a ridere, seguita da tutte loro.
Forse l'idea era abbandonata.
Volevo decisamente evitare di trovarmi in certe situazioni, ma subito venni riaffossata da Elisa.
"Bè, possono stare con noi, e nel caso ci sbarazziamo di qualcuno dicendo che sono due Mistress impegnate con noi."
Lo sguardo della mia amica si fece freddo come il ghiaccio.
"L'idea è così idiota che forse è la migliore. Mi sono stancata di stare qui a parlare, andiamo, e improvviseremo." i metri di Mistress si alzarono con piglio deciso.
La mia faccia sbatté quasi violentemente contro il mio trolley, seduta in una delle sale d'aspetto dell'aeroporto, distrutta mentalmente dall'interminabile chiacchiera della bionda tinta accosciata di fianco a me, che continuando a gesticolare e urlare ad un cellulare brillantinato, faceva ondeggiare tutta la fila di sedie.
Pregai qualche divinità di eliminare la bionda, o la Lolly, o anche solo esaurirle il credito, ma non essendo molto esperta in questo campo, dovetti arrendermi, alzarmi e trascinare il mio bagaglio da un'altra parte, con ben poca voglia di starmene in piedi ad aspettare.
La mia amica Andrea mi seguì quasi subito, lamentandosi della mia vigliaccheria nell'abbandonarla di fianco a Barbie e le sue telefonate.
L'indubbio vantaggio con lei, è sempre stata la possibilità di parlare male delle persone in madrelingua.
"Speriamo che aprano il gate in fretta" bofonchiò tormentandosi i capelli lunghi.
Dieci minuti dopo, con una puntualità inesistente, arrivando praticamente mentre si annunciava l'apertura del gate, arrivò staccheggiando la "mia" Mistress, sculettando quasi altezza viso dei presenti, con i biglietti in mano e l'aria serafica di chi stia facendo un giretto tra le vetrine del centro.
Due metri dietro di lei, una ragazza castana riccia trascinava due valigie fortunatamente dotate di ruote. Era evidentemente Elisa, l'ultima fiamma della mia amica, che si fermò ansimando nella coda per l'imbarco, mentre le raggiungevamo. Salutai la mia amica e aggirandola al fianco mi presentai all'altra.
"Piacere, Viktorie" dissi allungando una mano alla ragazza, che quasi sussultò, allungando la mano fissando me e la mia amica con fare titubante.
"Non ti mangio mica" sorrisi, stringendole la mano tremolante dallo sforzo del trasportare le valigie.
"Forse." scoccò la frecciatina ******, prima di allungare le carte d'imbarco alla hostess.
Intuii subito che come spesso accadeva, la coppietta con cui viaggiavamo rispondesse alla strana e assurda legge degli opposti.
Tanto più la mia amica era diretta, pungente e ironica, tanto meno lo era Elisa che nel volo si appoggiò con il viso sulla spalla della mia amica, e cadde in un sonno profondo.
"Di compagnia, la ragazza" ironizzai una volta in quota, sfogliando una di quelle riviste di bordo con le quali puoi comprare le cose più assurde.
"Parla solo se interpellata." rispose distrattamente la mia amica, lasciandomi con il dubbio di quanto fosse una battuta. Andrea non rispose, impegnata a distrarsi dal suo odio per il volo stando a occhi chiusi con la musica nelle orecchie.
Arrivammo, dopo il volo e i trasporti, nel tanto vagheggiato villaggio vacanze.
Di mio, tendo alla selvatichezza durante le mie ferie, ma quando si è con amiche, che per di più hanno organizzato tutto... Che puoi fare?
Il villaggio vacanze era delimitato da un lungo muro di recinzione, e all'interno composto da un'area con i bungalow e alcuni piccoli edifici con le camere. Seguiva una 'fascia' di locali, ristorantini, bar, e ovviamente la spiaggia.
L'area "spiaggia-locali" era divisa da un'alta siepe con alcuni varchi e stradine che conducevano ai vari edifici di residenza, più un paio di altri luoghi di ristoro. Era un villaggio vacanze davvero grande, commentai guardando una mappa su un cartello.
"E per andare in città?" chiesi, indicando la cartina: una riga la divideva quasi a metà, pensai fosse un segno della lamiera su cui era stampata la mappa per proteggerla dalla salsedine.
Una ragazza del personale mi rispose che c'erano delle navette, ma che volendo noleggiare dei mezzi era perfettamente possibile. Mi sarebbe dispiaciuto stare in un posto nuovo senza occasione di vedere altro. Andrea sbuffò, dandomi una spallata.
"Ma rilassati, no??" disse ridendo. Finsi di essermi offesa, sorridendo anche io.
La prima giornata di vacanze passò in maniera decisamente tranquilla. Vista l'ora di arrivo, il sistemare i bagagli e tutto, arrivò praticamente l'ora di cena, ci concedemmo di mangiare ad uno dei ristoranti, un giretto sulla spiaggia e qualche chiacchiera, e via a dormire. In tutto questo Elisa, sempre con un discreto timore d'aprir bocca, si cominciava a delineare come una ragazza gentile e simpatica, ma evidentemente non della stessa pasta mia o della Mistress, capaci di parlare anche al primo sconosciuto come un amico di vecchia data.
"Ma le trova sempre così?" chiese, nel buio della camera, Andrea, già a letto.
Sull'uscio del bagno mi lavavo i denti, alzando le spalle.
"Non sempre" dissi in maniera poco comprensibile cercando di non sputare dentifricio.
"Per ora ho conosciuto due altre tipe, ed erano delle vere oche."
Qualche minuto dopo, mentre aspettavo il sonno leggiucchiando un romanzo, e Andrea già respirava più lentamente, cominciai a sentire dei mugolii sospetti dalla camera a fianco, frammisti a brevi frasi, e a chiaramente il rumore di una sculacciata seguita subito da un urletto entusiastico.
Valutai se bussare al muro come una vicina di casa noiosa per prendere in giro la coppietta, ma spensi la luce e mi buttai nel mondo dei sogni.
Il mattino dopo si aprì nella maniera consueta per una vacanza: colazione a un orario assurdo, e in spiaggia.
"Dai funghetta, muovi quel culo da urlo!!" mi gridò, metri più avanti, già con una gamba nella sabbia chiara, la Mistress.
"E arrivo!" risposi, cercando di sistemare l'ampio cappello sulla mia testa.
Elisa, quasi accanto a me, mi guardava incuriosita.
"Tendo a diventare un semaforo, se prendo il Sole" spiegai con un sorriso
"... Per cui per i primi giorni vivrò sotto l'ombrellone usando una crema che compriamo io, e qualche albino."
Andrea ci passò a fianco nella sua chioma bionda al vento.
"Oh sì, ci puoi cuocere le uova su quelle tettone!" cercai di darle un calcio nel sedere, ma fallii miseramente lo slancio, finendo con il culo nella sabbia, cappello al vento e un'imprecazione nel cuore.
La Mistress si parò a farmi ombra, con le mani sui fianchi magri e un sorrisetto diabolico.
"Mmmh, già ai miei piedi, Vik? Così mi togli tutto il divertimento..." ironizzò, prima di allungare una mano e farmi rialzare.
Ebbi un brivido nel sentire quella frase, perché conoscendola, mi aspettavo di tutto, ed ero quasi stupita che realmente, dopo quasi 24 ore assieme, non avessi ancora assistito a qualche sua performance della categoria "legami e frustami mia Padrona".
"Non vorrei rubare il ruolo a qualcun altro!" dissi sottovoce con una risatina, sistemandomi il cappello con un gesto deciso e un sorriso.
Lo sguardo freddo di ****** mi fulminò.
"Credi che io non sia in grado di gestire un mazzo di sottomessi ai miei piedi?"
"No no, sono sicura che ne saresti capace." replicai raccogliendo la borsa da terra.
"Solo, tienitelo per te." dissi sorridendo.
Lo sguardo che mi lanciò, prima di girarsi e continuare verso il mare, non mi rassicurò proprio per niente, e il mio istinto non falliva in quell'occasione.
La giornata trascorse abbastanza tranquillamente, tra numerosi bagni, gli approcci di qualche altro ospite del villaggio, e gli sguardi allibiti di Elisa nell'apprendere la (malsana) abitudine mia e di Andrea nel non esimerci dal bere alcolici in spiaggia. La differenza culturale era basilare ma sostanziale. La spiaggia è un posto in cui stare tutto il giorno a non fare un cazzo, bere e mangiare e per chi non cuoce, abbronzarsi. Conosco conterranei che non mettono piede nella risacca neanche per lavarsi i piedi dalla polvere.
"In realtà, al mare di solito abbandono l'asciugamano e passo il tempo a nuotare" dissi a Elisa, all'ombra con un succo di frutta mentre bevevo un cocktail. "Ma vista la latitudine, e che non prendo Sole da mesi, mi scotterei davvero facilmente a farmi una nuotata. Dammi due giorni ad abbronzarmi con coscienza, e poi vedi che entro alle dieci ed esco alle due del pomeriggio dall'acqua."
"Oh sì, lo fa!" confermò sdraiata poco più in là Andrea, il cui culo era oggetto di occhiate di qualsiasi passante.
Bevvi un altro sorso.
"Fino ad allora, approfitterò di quanto sia tutto pagato e spesato per testare tutta la lista alcolici del villaggio." Lì, Elisa espresse il primo pensiero della vacanza, un coraggio inedito, forse perché la mia amica era in acqua da un po'.
"Voi... Voi lo sapete che villaggio è questo?" disse con una vocina bassa e timorosa.
Lo sguardo confuso di Andrea e il mio, ispezionati dal visino di lei, era una risposta sufficiente, ma non proferì parola.
"Bè vedo dei topless e forse una tipa nuda, ci sono villaggi in cui è permesso il nudismo e allora non ci sono famiglie... Però, a parte questo... Anche io sono una da topless, mi pare un posto normale..."
La boccuccia di Elisa si aprì come per confidare qualche grande segreto, ma il viso della Mistress calò da dietro la sedia a sdraio della riccia, facendole una doccia dai capelli lunghi e fradici e facendola urlare. Le risate ci distrassero dalla questione, e da quel momento la ragazza non sembrò intenzionata ad aprire bocca sull'argomento in presenza dell'amica, che distese un asciugamano a fianco all'ombrellone e stiracchiò i suoi chilometri di gambe nella maniera migliore per farsi sbavare addosso da tutti.
La giornata passò con un paio di altre nuotate veloci, una derisione del mio naso che sembrava già spellarsi, e una blanda organizzazione per la serata, che l'amica suggeriva si potesse rivelare assai spassosa, con un sorrisetto furbo in volto...
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La cena, e il dopocena in un locale, furono tutto sommato normali.
Certo in un villaggio vacanze un gruppetto di sole ragazze attirava una discreta attenzione, ma niente di particolarmente esagerato rispetto a quanto possa succedere in mille altri posti dove si trascorrano delle ferie.
Devo dire che tra la sottoscritta in giro in shorts e camicetta senza maniche, Andrea in gonna e canotta, La Mistress ed Elisa che vestivano una camicia e jeans stretti e scuri, facevamo la nostra discreta figura. Unica cosa a me incomprensibile, era un fazzoletto arancione al collo della 'mia' Mistress, pensai avesse preso aria in spiaggia, anche se nutrivo dubbi sull'accompagnamento cromatico scelto.
"Ora, io vi propongo una cosa." disse la mia amica, poggiando il bicchiere sul tavolino del locale e accavallando le lunghe gambe.
"Sentiamo." disse Andrea.
"Avrete notato che il villaggio è sostanzialmente diviso in due."
Scuotemmo la testa, negando. Con un sospiro rassegnato, la Mistress usò una delle sue lunghe e sottili dita per raccogliere e disegnare con la condensa del suo bicchiere una rudimentale mappatura del villaggio sul tavolino.
Il mare, la spiaggia, la passeggiata con i locali sulla spiaggia, le residenze varie.
Ma in realtà il villaggio vacanze era assolutamente diviso a metà, fisicamente, dall'altaa recinzione.
"Effettivamente la spiaggia oggi mi sembrava più piccola di quella della cartina..." bofonchiò Andrea. "... Pensavo che fosse una mia impressione."
"No, nella cartina quella linea che separa quasi in due il villaggio indica quella che poi in spiaggia è la staccionata. Quella alta, con la siepe dietro. Ho preso le camere in questa metà perché sapete, magari non vi interessava dall'altra parte."
Calò un certo silenzio, in cui notai chiaramente lo sguardo di Elisa come quello di qualcuno a conoscenza della cosa, e un certo timore, che avrebbe avvertito chiunque a vedere il sorrisetto sadico della mia amica.
"... Di là, c'è l'area naturisti. Naturisti, scambisti, sadomaso, e cose che persino io, non voglio sapere. Suppongo legali. Ma non approfondirò."
Risposi molto seccata.
"Cazzo! E' l'ultima volta che ti lascio organizzare una cosa senza preoccuparmi!"
"E di che ti preoccupi, Vik? Avete le stanzette nella metà 'civile' della cosa, il villaggio è enorme... Hai paura proprio tu di vedere un pene??"
Sbuffai.
"No, non è per il pensiero di vedere un pene, è perché avresti anche potuto dircelo."
"Ve lo sto dicendo: oltre una certa zona, è VM ai 18, e ai sensibili di cuore e di etica."
"Dircelo PRIMA, stronza." colsi un tremore nello sguardo di Elisa a questo mio atteggiamento sfrontato.
"Aspetta un attimo... Lei non è la tua ragazza!"
La risata con cui la Mistress accolse la mia -più che ovvia- scoperta fu impagabile, così plateale, nella sua spontaneità, che fece voltare pure un paio di avventori ad un divanetto a fianco.
"No. Elisa è la mia Sottomessa. Ma finché siamo in questa parte del villaggio, diciamo che ha una certa libertà."
Elisa annuì pacatamente. "L'idea è stata quasi mia, volevo... Provare questa esperienza, e Lei conosceva questo posto."
Andrea fu la più shockata, e intrigata, dal disvelarsi della verità: se io ero ben a conoscenza pregressa dei divertimenti della mia amica, lei non lo era affatto, a parte magari qualche battuta casuale.
"... Cioè, qui praticamente è un villaggio con qualche topless e chiappa al vento, e di là..." non terminò la frase, ricorrendo a un altro paio di sorsi del suo cocktail.
"Di là è un villaggio nudista, scambista e BDSM." ripetei io.
Non era davvero l'idea in sé, era il fastidio nel fatto che mi fosse stata nascosta una cosa simile, e ancora di più la reazione di Andrea mi sconvolse.
"... Ci si può fare un giro??" chiese, probabilmente audace dall'alcool.
****** ridacchiò. "Se te la senti, basta passare la recinzione dai varchi apposta, ed è tutto uno spettacolo."
Bevvi anche io dal bicchiere, conoscendo la mia amica Andrea, immaginai come potesse uscirne. Non era certo una timida patologica, anzi, ma non aveva la benché minima idea della follia in cui la "mia" Mistress era capace di affondare.
Ne avevo avuto qualche assaggio.
"... Vuoi andare, Andrejka?" chiesi con un sorrisetto. La mia amica annuì vivacemente. "Bè, signorina..." mi rivolsi alla mia amica. "Se Elisa è la tua Sub, noi che siamo? Come pensi di gestire l'eventualità che qualcuno arrivi a romperci i coglioni?"
"Bè, tu potresti essere una perfetta 'Mistress Vik'." sorrise Lei.
"Lo prendo come un complimento."
"Lo è... Ma ti troveresti qualcuno a cercare di baciarti i piedi... Evitiamo." soggiunse, trasformando il ghigno in un'espressione più seria, notando la mia palese poca voglia di farmi limonare delle scarpe nuove da qualche perfetto sconosciuto.
"Potrebbero essere una Dom e una Sub" suggerì Elisa, indicando prima me e poi Andrea. "Dicevi... Scusi, Lei diceva che poche persone 'disturbano' una coppia."
La mia amica alzò le spalle. "E' un'idea. Solo che dovrebbero fingere."
Risi. "Sono una pessima attrice e lo sai bene!"
Andrea riprese coraggio "... Bè, e se fossimo tutte Sub tue, ******?" feci segno di no con la testa, ma troppo tardi.
La mia amica si stiracchiò placidamente nella sua interezza affusolata, prima di rispondere.
"... Come dice Vik... Sono una pessima attrice." prese tra le lunghe dita il viso della riccia accanto a lei, come un cagnolino tanto amato.
"Finirei con il NON fingere. Ma mi rendo conto che siamo ad un empasse, così."
Una piccola parte di me fu per un attimo risollevata, mentre il silenzio calava tra tutte.
"Potremmo flaggarvi, ma non ho dei fazzoletti adatti..." sussurrò a sé stessa La Mistress.
"Come?"
"Il codice Hanky. Colore del fazzoletto, posizione del fazzoletto... Flagging, Vik, ricordi? Non porto al collo questo fazzoletto perché ho mal di gola: arancione, nodo a sinistra."
Scossi lievemente la testa, per ricordarmi una delle mille cose che mi aveva spiegato tempo prima.
"Ah, giusto. Nodo a sinistra, Dominante, Domme. Arancione... Daltonica?" scoppiai a ridere, seguita da tutte loro.
Forse l'idea era abbandonata.
Volevo decisamente evitare di trovarmi in certe situazioni, ma subito venni riaffossata da Elisa.
"Bè, possono stare con noi, e nel caso ci sbarazziamo di qualcuno dicendo che sono due Mistress impegnate con noi."
Lo sguardo della mia amica si fece freddo come il ghiaccio.
"L'idea è così idiota che forse è la migliore. Mi sono stancata di stare qui a parlare, andiamo, e improvviseremo." i metri di Mistress si alzarono con piglio deciso.
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