Consolata
di
Anonima
genere
saffico
La prima volta che ho fatto sesso con una donna è stato circa 6 anni fa’, allora avevo 19 anni e mi ero appena lasciata con un ragazzo, al quale volevo un bene dell’anima ma che a quanto pare lui non voleva a me...pazienza.
Mi ricordo quel giorno come fosse ieri, ero andata a una cena da un’amica che aveva appena cambiato casa e voleva festeggiare. Subito non avevo una gran voglia di andare, ero un po’ giù e poi nn avevo voglia di stare in mezzo a tanta gente, ma poi alla fine mi convinse. Quando arrivai rimasi un po’ sorpresa nel vedere che non era arrivato ancora nessuno, e sì che io ero anche in ritardo di mezz’ora (come al solito), suonai il campanello e Anna mi venne ad aprire subito, non feci in tempo ad aprire bocca per salutarla e chiederle doverano gli altri che mi saltò addosso in abbracciandomi forte, come se non ci vedessimo da tanto tempo. Mi invitò ad entrare e mi fece visitare tutta la casa, una casa fantastica, spaziosa e sopratutto immersa nel verde come piace a me. Mentre facevamo il giro mi spiegò che tutti gli altri invitati le hanno dato buca all’ultimo minuto, e lei pensava che anche io ci avevo ripensato, quindi quando mi ha visto al cancello è impazzita di felicità. Non ti ho detto che io ed Anna siamo amiche da tantissimo tempo, lei ha un anno più di me e viveva davanti a casa mia, quindi siamo cresciute praticamente insieme. Se pensi che io sia carina allora lasciati dire che Anna è veramente fentastica, alta 1,70, occhi verde chiaro, capelli biondi,4° di seno abbondante, un fisico da fare invidia a chiunque… Cmq stavo dicendo che quando mi vide al cancello impazzi di felicità perché ormai aveva preparato tutto e le dispiaceva buttare via tutto. Ci sedemmo a tavola e cenammo a lume di candela, parlando del piu’ e del meno, prima si confesso lei sulle sue ultime malefatte (propio una biricchina) e poi tocco a me confessarmi e qui caddi propio nel patetico. Riinizia a piangermi addosso perché Carlo mi aveva lasciato, perché me lo sono lasciato scappare, che cosa’ l’altra che io non ho, ecc. ecc. ecc. solite frase da malata di cuore. Ad un certo punto, mentre continuavo a piangermi addosso, Anna mi prese una mano e mi disse: Dai, nn ci pensare, adesso ci sono qui io e vedrai che troverò il modo di fartelo dimenticare, magari propio da stasera. Io subito non detti peso a quella frase ma ora capisco cosa voleva dire. Finito il dolce e bevuto il caffè mi accomodai sul terrazzo per fumarmi una sigaretta mentre A. risponde al telefono, dopo 2 minuti mi raggiunge sul terrazzo, mi si avvicina alle spalle e mi abbraccia stringendomi la vita. Appoggio il suo viso su una mia spalla e mi sussurro’: Adesso a te ci penso io. e iniziò a baciarmi il collo. Io rimasi pietrificata, un brivido mi percorse tutta la schiena, non riuscivo a capire cosa volesse fare, o meglio sapevo che lei era bisex, ma non riuscivo a credere che ci stesse provando proprio con me. Mentre mille pensieri mi percorrevano per la testa lei continuava a baciarmi il collo, mentre con le mani inizio una carezza dolce partendo dal ventre e finendo sui miei seni che, ormai fuori dal mio controllo, erano diventati di sasso con i capezzoli duri. Io continuavo a stare immobile, da una lato volevo dirle di smetterla, dall’altro ero curiosa e volevo lasciarla fare, anche perché in effetti mi ero eccitata. Tentai di girarmi ma lei mi blocco subito e mi disse: Lo so’ che per tè è la prima volta, quindi non fare niente, lasciati andare e immagina di stare con un maschiaccio. Facile a dirsi, ma io lo sapevo che non era una maschio quello che mi stava accarezzando i seni, mi bacia sul collo e mi leccava il lobo dell’orecchio, pero’ provai a lasciarmi andare lo stesso. Buttai via la sigaretta che ormai si era fumata da sola e mi appoggia con le mani sul davanzale, e chiusi gli occhi. Sentivo le mani di A. che continuavano ad massaggiarmi i seni e ogni tanto mi pizzicavano i capezzoli, poi una mano cambio’ direzione e si diresse verso il basso, si mise sopra i pantaloni all’altezza del monte e iniziò a massaggiarmelo, mentre l’altra tornò sul mio ventre, si infilo’ sotto il maglioncino, mi slacciò in un attimo il reggiseno e si rimise a trastullarmi il capezzolo, adesso ancora più duro. Intanto continuava a baciarmi, partendo dall’orecchio fino alla spalla e poi tornava sù. Andò avanti così per qualche minuto, poi con una mano iniziò a slacciarmi i pantaloni, e si intrufolò nelle mutandine andando a massaggiarmi il monte quasi rasato (anche se ero single mi piaceva mantenermi curata), poi un dito si infilò tra le grandi labbra e si bagno dei miei umori. Cavolo, ti sei proprio lasciata andare Mi sussurrò nell’orecchio. Certo, nn me l’hai detto tu di lasciarmi andare? Le risposi. A. fermò i massaggi e, con estrema destrezza, mi sfilò i pantaloni e il maglioncino lasciandomi nuda , io provai a girarmi ma lei mi blocco di nuovo: No, non ancora. Prima voglio capire fino a che punto vuoi arrivare. Io non capivo cosa volesse dire questa affermazione e risposi: Ma siamo all’aperto, e se passa qualcuno? Ma chi vuoi che passi, siamo in mezzo a dei campi. Sicura? Si si, fidati di me. Così decisi di fidarmi e la lascia continuare.
Mi fece appoggiare con le mani sul davanzale piegandomi un po’ in avanti, con una mano mi accarezzava la mia passerina mentre con l’altra si muoveva sul sedere nudo. Iniziò a baciarmi sul collo, poi pian piano i baci sulla schiena e poi sempre più in basso, io chiusi gli occhi e mi abbandonai ai brividi che mi percorrevano tutta. Sentivo le sue dita che passavano tra le mie labbra, e ogni tanto si spingevano provocandomi delle sensazioni forti che facevo fatica a trattenere. Con la bocca arrivo’ sul mio sedere e inizio a baciarmelo tutto poi si fermò sul forellino e iniziò a giocarci con la lingua. Io mi inarcai indietro ancora di più cercando di facilitare il lavoro alla mia amica, lei si sedette perterra’ e inizio a baciarmi la passerina, sentivo la sua lingua muoversi sulle labbra, poi dentro, poi tornava dietro, era stupendo, non avevo mai provato una cosa del genere con un uomo. Ad un certo punto sentii due dita che entrarono violentemente davanti, non me le aspettavo e lancia un urlo di piacere, chinandomi ancora più in avanti. Lei continuava a leccarmi e penetrarmi con le sue mani,ando’ avanti per non so’ quanto, era stupendo. A un certo punto si fermò, si alzò e mi sussurrò: Allora, vedo che ti è piaciuto Io ero senza fiato e con fatica le risposi un si debole. Ma non è finita, vieni con me. Mi prese per mano e ci dirigemmo verso la camera da letto, mi fece sedere sul letto e improvvisò uno spogliarello davanti a me. Era stupenda, mi era già capitato di vederla senza veli, ma quella sera è più bella che mai, sentivo dentro di me una voglia crescente di lei, la cosa un po’ mi imbarazzava ma visto quello che era successo prima decisi di non pensarci. Continuavo a fissarla mentre le si muoveva sensualmente e iniziava a togliersi i vestiti, ero incantata, lei mi sorrideva e quando rimase in mutandine e reggiseno mi si avvicinò e con voce sensuale mi disse: Vuoi finire tu? Mi ritrovavo davanti questa statua di venere e non sapevo bene cosa fare, tirai un sospiro e allungai le mani verso quella meraviglia. Inizia ad accarezzarle il ventre, poi con le mani salii fino ai seni, gli tolsi il reggiseno e iniziai ad accarerglieli, era sodi con due capezzoli dritti che sembreavano chiodi, li prendevo con le dita e li giravo, lei continuava a stare in piedi davanti a me e sentivo che cominciava ad ansimare,allora cominciai a biaciarle la pancia e ogni tanto mi fermavo a leccarlgi l’ombelico, la sentivo fremere e capii che avevo trovato un suo punto debole, così decisi di dedicarmi all’ombelico mentre con le mani continuavo a strizzargli i capezzoli.Sentivo il suo odore che diventava sempre più forte, con una mano mi spostai sul suo sedere, duro come il marmo, e la tirai verso di me dandogli anche un pizzicotto al seno, le appoggio le mani sulle mie spalle per non cadere ed emise un gemito più forte, spostai la mano in mezzo alle sue gambe e sentii che era completamente bagnata, le tolsi subito le mutandine e inizia a massaggiarla come prima aveva fatto lei a me. Lascia il suo seno e mi concentrai sulla sua passerina e sul suo sederino continuando però a baciarle l’ombelico, lei era in estasi, ormai faceva fatica a reggersi in piedi, così mi staccai, mi sdraiai sul letto e la tirai verso di me. La feci mettere in ginocchio e infilai la mia testa in mezzo alle sue gambe (come avevo visto in qualche film ) e iniziai a lavorare di linuga, lei si stringeva i seni e cercava di allargare le gambe il più possibile per permetermi di assaporarla al meglio. La leccavo con forza, e con una mano le accarezzavo il ventre mentre con l’altra gli stuzzicavo prima la passerina poi il sederino, rimanemmo in quella posizione per non so’ quanto tempo, ma non importava stavamo godendo e solo questo era nei nostri pensieri. A un certo puno le infilai un dito nel sedere, lei inarco’ la schiena ed emise un urlo di piacere, poi si lascio cadere sopra di me mostrandomi ancora meglio il suo sedere, iniziai a muovere il dito avanti indietro e lei inzio’ ad ansimare e a dirmi di continuare, di farla godere. Eravamo li, io sotto che le stavo leccando il clito, con le mani la stavo penetrando sia dietro che davanti, lei sopra che stava godendo come una matta, aveva messo la testa fra me mie gambe e, tra uno spasmo e l’altro, me la leccava. Andammo avanti così finchè non venimmo tutte e due, rimanemmo in quella posizione anche dopo, sfinite. Quella sera rimasi a dormire da lei, ma non facemmo + sesso, ci coccolammo e basta, io felice della scoperta che avevo fatto e lei felice perché aveva realizzato un suo sogno...
Mi ricordo quel giorno come fosse ieri, ero andata a una cena da un’amica che aveva appena cambiato casa e voleva festeggiare. Subito non avevo una gran voglia di andare, ero un po’ giù e poi nn avevo voglia di stare in mezzo a tanta gente, ma poi alla fine mi convinse. Quando arrivai rimasi un po’ sorpresa nel vedere che non era arrivato ancora nessuno, e sì che io ero anche in ritardo di mezz’ora (come al solito), suonai il campanello e Anna mi venne ad aprire subito, non feci in tempo ad aprire bocca per salutarla e chiederle doverano gli altri che mi saltò addosso in abbracciandomi forte, come se non ci vedessimo da tanto tempo. Mi invitò ad entrare e mi fece visitare tutta la casa, una casa fantastica, spaziosa e sopratutto immersa nel verde come piace a me. Mentre facevamo il giro mi spiegò che tutti gli altri invitati le hanno dato buca all’ultimo minuto, e lei pensava che anche io ci avevo ripensato, quindi quando mi ha visto al cancello è impazzita di felicità. Non ti ho detto che io ed Anna siamo amiche da tantissimo tempo, lei ha un anno più di me e viveva davanti a casa mia, quindi siamo cresciute praticamente insieme. Se pensi che io sia carina allora lasciati dire che Anna è veramente fentastica, alta 1,70, occhi verde chiaro, capelli biondi,4° di seno abbondante, un fisico da fare invidia a chiunque… Cmq stavo dicendo che quando mi vide al cancello impazzi di felicità perché ormai aveva preparato tutto e le dispiaceva buttare via tutto. Ci sedemmo a tavola e cenammo a lume di candela, parlando del piu’ e del meno, prima si confesso lei sulle sue ultime malefatte (propio una biricchina) e poi tocco a me confessarmi e qui caddi propio nel patetico. Riinizia a piangermi addosso perché Carlo mi aveva lasciato, perché me lo sono lasciato scappare, che cosa’ l’altra che io non ho, ecc. ecc. ecc. solite frase da malata di cuore. Ad un certo punto, mentre continuavo a piangermi addosso, Anna mi prese una mano e mi disse: Dai, nn ci pensare, adesso ci sono qui io e vedrai che troverò il modo di fartelo dimenticare, magari propio da stasera. Io subito non detti peso a quella frase ma ora capisco cosa voleva dire. Finito il dolce e bevuto il caffè mi accomodai sul terrazzo per fumarmi una sigaretta mentre A. risponde al telefono, dopo 2 minuti mi raggiunge sul terrazzo, mi si avvicina alle spalle e mi abbraccia stringendomi la vita. Appoggio il suo viso su una mia spalla e mi sussurro’: Adesso a te ci penso io. e iniziò a baciarmi il collo. Io rimasi pietrificata, un brivido mi percorse tutta la schiena, non riuscivo a capire cosa volesse fare, o meglio sapevo che lei era bisex, ma non riuscivo a credere che ci stesse provando proprio con me. Mentre mille pensieri mi percorrevano per la testa lei continuava a baciarmi il collo, mentre con le mani inizio una carezza dolce partendo dal ventre e finendo sui miei seni che, ormai fuori dal mio controllo, erano diventati di sasso con i capezzoli duri. Io continuavo a stare immobile, da una lato volevo dirle di smetterla, dall’altro ero curiosa e volevo lasciarla fare, anche perché in effetti mi ero eccitata. Tentai di girarmi ma lei mi blocco subito e mi disse: Lo so’ che per tè è la prima volta, quindi non fare niente, lasciati andare e immagina di stare con un maschiaccio. Facile a dirsi, ma io lo sapevo che non era una maschio quello che mi stava accarezzando i seni, mi bacia sul collo e mi leccava il lobo dell’orecchio, pero’ provai a lasciarmi andare lo stesso. Buttai via la sigaretta che ormai si era fumata da sola e mi appoggia con le mani sul davanzale, e chiusi gli occhi. Sentivo le mani di A. che continuavano ad massaggiarmi i seni e ogni tanto mi pizzicavano i capezzoli, poi una mano cambio’ direzione e si diresse verso il basso, si mise sopra i pantaloni all’altezza del monte e iniziò a massaggiarmelo, mentre l’altra tornò sul mio ventre, si infilo’ sotto il maglioncino, mi slacciò in un attimo il reggiseno e si rimise a trastullarmi il capezzolo, adesso ancora più duro. Intanto continuava a baciarmi, partendo dall’orecchio fino alla spalla e poi tornava sù. Andò avanti così per qualche minuto, poi con una mano iniziò a slacciarmi i pantaloni, e si intrufolò nelle mutandine andando a massaggiarmi il monte quasi rasato (anche se ero single mi piaceva mantenermi curata), poi un dito si infilò tra le grandi labbra e si bagno dei miei umori. Cavolo, ti sei proprio lasciata andare Mi sussurrò nell’orecchio. Certo, nn me l’hai detto tu di lasciarmi andare? Le risposi. A. fermò i massaggi e, con estrema destrezza, mi sfilò i pantaloni e il maglioncino lasciandomi nuda , io provai a girarmi ma lei mi blocco di nuovo: No, non ancora. Prima voglio capire fino a che punto vuoi arrivare. Io non capivo cosa volesse dire questa affermazione e risposi: Ma siamo all’aperto, e se passa qualcuno? Ma chi vuoi che passi, siamo in mezzo a dei campi. Sicura? Si si, fidati di me. Così decisi di fidarmi e la lascia continuare.
Mi fece appoggiare con le mani sul davanzale piegandomi un po’ in avanti, con una mano mi accarezzava la mia passerina mentre con l’altra si muoveva sul sedere nudo. Iniziò a baciarmi sul collo, poi pian piano i baci sulla schiena e poi sempre più in basso, io chiusi gli occhi e mi abbandonai ai brividi che mi percorrevano tutta. Sentivo le sue dita che passavano tra le mie labbra, e ogni tanto si spingevano provocandomi delle sensazioni forti che facevo fatica a trattenere. Con la bocca arrivo’ sul mio sedere e inizio a baciarmelo tutto poi si fermò sul forellino e iniziò a giocarci con la lingua. Io mi inarcai indietro ancora di più cercando di facilitare il lavoro alla mia amica, lei si sedette perterra’ e inizio a baciarmi la passerina, sentivo la sua lingua muoversi sulle labbra, poi dentro, poi tornava dietro, era stupendo, non avevo mai provato una cosa del genere con un uomo. Ad un certo punto sentii due dita che entrarono violentemente davanti, non me le aspettavo e lancia un urlo di piacere, chinandomi ancora più in avanti. Lei continuava a leccarmi e penetrarmi con le sue mani,ando’ avanti per non so’ quanto, era stupendo. A un certo punto si fermò, si alzò e mi sussurrò: Allora, vedo che ti è piaciuto Io ero senza fiato e con fatica le risposi un si debole. Ma non è finita, vieni con me. Mi prese per mano e ci dirigemmo verso la camera da letto, mi fece sedere sul letto e improvvisò uno spogliarello davanti a me. Era stupenda, mi era già capitato di vederla senza veli, ma quella sera è più bella che mai, sentivo dentro di me una voglia crescente di lei, la cosa un po’ mi imbarazzava ma visto quello che era successo prima decisi di non pensarci. Continuavo a fissarla mentre le si muoveva sensualmente e iniziava a togliersi i vestiti, ero incantata, lei mi sorrideva e quando rimase in mutandine e reggiseno mi si avvicinò e con voce sensuale mi disse: Vuoi finire tu? Mi ritrovavo davanti questa statua di venere e non sapevo bene cosa fare, tirai un sospiro e allungai le mani verso quella meraviglia. Inizia ad accarezzarle il ventre, poi con le mani salii fino ai seni, gli tolsi il reggiseno e iniziai ad accarerglieli, era sodi con due capezzoli dritti che sembreavano chiodi, li prendevo con le dita e li giravo, lei continuava a stare in piedi davanti a me e sentivo che cominciava ad ansimare,allora cominciai a biaciarle la pancia e ogni tanto mi fermavo a leccarlgi l’ombelico, la sentivo fremere e capii che avevo trovato un suo punto debole, così decisi di dedicarmi all’ombelico mentre con le mani continuavo a strizzargli i capezzoli.Sentivo il suo odore che diventava sempre più forte, con una mano mi spostai sul suo sedere, duro come il marmo, e la tirai verso di me dandogli anche un pizzicotto al seno, le appoggio le mani sulle mie spalle per non cadere ed emise un gemito più forte, spostai la mano in mezzo alle sue gambe e sentii che era completamente bagnata, le tolsi subito le mutandine e inizia a massaggiarla come prima aveva fatto lei a me. Lascia il suo seno e mi concentrai sulla sua passerina e sul suo sederino continuando però a baciarle l’ombelico, lei era in estasi, ormai faceva fatica a reggersi in piedi, così mi staccai, mi sdraiai sul letto e la tirai verso di me. La feci mettere in ginocchio e infilai la mia testa in mezzo alle sue gambe (come avevo visto in qualche film ) e iniziai a lavorare di linuga, lei si stringeva i seni e cercava di allargare le gambe il più possibile per permetermi di assaporarla al meglio. La leccavo con forza, e con una mano le accarezzavo il ventre mentre con l’altra gli stuzzicavo prima la passerina poi il sederino, rimanemmo in quella posizione per non so’ quanto tempo, ma non importava stavamo godendo e solo questo era nei nostri pensieri. A un certo puno le infilai un dito nel sedere, lei inarco’ la schiena ed emise un urlo di piacere, poi si lascio cadere sopra di me mostrandomi ancora meglio il suo sedere, iniziai a muovere il dito avanti indietro e lei inzio’ ad ansimare e a dirmi di continuare, di farla godere. Eravamo li, io sotto che le stavo leccando il clito, con le mani la stavo penetrando sia dietro che davanti, lei sopra che stava godendo come una matta, aveva messo la testa fra me mie gambe e, tra uno spasmo e l’altro, me la leccava. Andammo avanti così finchè non venimmo tutte e due, rimanemmo in quella posizione anche dopo, sfinite. Quella sera rimasi a dormire da lei, ma non facemmo + sesso, ci coccolammo e basta, io felice della scoperta che avevo fatto e lei felice perché aveva realizzato un suo sogno...
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