Notte brava
di
silvia90
genere
incesti
Claudia cercò in modo impacciato il cellulare nella borsa, e con non poca difficoltà compose il numero del fratello:
“Marco ci vieni a prendere? Siamo stufe di stare qui”
“Dove siete?”
“Al Roxy con gli altri sfigati”
“Arrivo subito”
Claudia e Monica avevano 18 anni, stavano facendo serata con il resto della comitiva ed erano visibilmente ubriache; non erano solo amiche da sempre, col tempo erano diventate amanti, anche se entrambe avevano comunque avuto le loro storie con i rispettivi morosi.
Marco arrivò poco dopo al pub, le prese per mano e le caricò in macchina; anche lui stava per andare a fare serata con gli amici, ma per fortuna, usciva sempre tardi. Le avrebbe così lasciate a casa di Monica, col fratello Andrea di 25 anni, pochi mesi più grande di Marco, e se ne sarebbe andato a divertirsi, rientrando il mattino seguente.
Intanto, sui sedili posteriori, le due, entrambe su di giri, ridevano e giocavano provocandosi a vicenda iniziando spudoratamente a baciarsi e poi a toccarsi, come se intorno a loro non ci fosse nessuno.
Marco vide la scena dallo specchietto retrovisore, sorrise teneramente, e decise di fare una deviazione in una zona più isolata, per lasciare in intimità le ragazze.
Giunto sotto il ponte della ferrovia, in mezzo ai cambi incolti, spense il motore, aprì il vano portaoggetti ed estrasse il grinder, le cartine, i filtri e l’erba, noncurante di ciò che accadeva dietro di lui, ed iniziò a grindare.
In pochi minuti finì di rollare, diede qualche colpetto al filtro sul cruscotto, abbassò il sedile, sì distese ed accese, premendo con l’altra mano il pulsante del finestrino.
Quando ebbe finito di fumare, sistemò il sedile, il finestrino, riaccese il motore e partì.
Giunto a casa di Andrea parcheggiò, ricompose le ragazze come meglio poteva e suonò il campanello:
“Chi è?” rispose Andrea.
“C’è posta Andre!”
Il ragazzo aprì, uscì sul pianerottolo in mutande e prese a braccetto la sorella.
“Le lascio da te stanotte, io faccio after, è un problema se le controlli tu?”
“ No, vai tranquillo, ci penso io”.
Le ragazze erano ingestibili, ridevano ancora e ancora, faticavano a stare in piedi sui quei tacchi così alti; Andrea glieli sfilò per evitare incidenti.
Era divertito, molto divertito, le due erano comiche a dir poco.
Si sedette di nuovo sul divano a godersi la scena. All’improvviso smisero di ridere, si diedero un lungo bacio appassionato, Monica si appoggiò a Claudia e le due caddero ridendo; Claudia riuscì appena a sedersi sul davanzale della finestra, fortunatamente chiusa, mentre Monica le cadde rovinosamente davanti, sedendosi rumorosamente a terra ed appoggiandosi di schiena al termosifone sottostante.
Risero tutti, finchè Monica, ridendo a crepapelle iniziò involontariamente a fare pipi. Le ragazze iniziarono a ridere ancora più forte e, finita la docciata imprevista, Monica sì alzò dicendo cose senza senso e salì in piedi sul divano divaricando le gambe davanti al fratello iniziando a ballare e cantare come solo un ubriaco può fare.
Andrea continuava a ridere, quelle due scimmiette erano troppo ridicole.
“Andre devo fare la pipì!!!!!”
“Scendi che ti porto in bagno”
Ma non fece quasi in tempo a dirlo, che la risposta di Monica fu ridendo: “No la faccio qui!!”
In un secondo Andrea sentì il suo getto caldo d’dapprima sulla testa, poi scendere lungo la schiena ed il volto fino a percorrere il suo addome ed addentrarsi tra la stoffa delle mutande.
Per sua sorpresa, una risposta immediata giunse anche dal suo membro, che in pochi secondi svettava nelle mutande in una palese erezione.
Istintivamente Andrea chiuse gli occhi chinando indietro la testa e si morse il labro inferiore. Pochi secondi e si rese conto di dover fermare la cosa, si sentiva in colpa per quello che aveva provato e doveva subito calmare le ragazze, ma soprattutto, doveva calmarsi lui.
“Dai dai ora basta!! A letto!!” Tra proteste e risate, le portò in camera sua, lui aveva il letto matrimoniale, gli piaceva stare largo, le svestì e le mise a letto.
Tornò in cucina, ripulì tutto sollevato del fatto che il divano fosse in pelle e non in tessuto, andò in bagno, aprì il rubinetto della doccia, si levò le mutande fradice, e si infilò sotto il getto dell’acqua calda.
L’erezione non accennava a diminuire, e ciò lo metteva a disagio: com’era possibile che Monica, SUA SORELLA, potesse avergli fatto quell’effetto? Era sbagliato esserne attratto! E perché i comportamenti di Claudia non gli avevano provocato la stessa reazione? Era confuso. Confuso ma eccitato. Quasi senza rendersene conto la sua mano scivolò sul suo membro iniziando a masturbarsi. Continuava a ripensare a quella scena. Pochi minuti e venne in una delle seghe più appaganti della sua vita.
Pensò che quella sega doveva essergli bastata; chiuse l’acqua, uscì dalla doccia e si asciugò.
Si sedette sul bordo del letto. Guardava le ragazze dormire abbracciandosi, in particolare Monica. Pensava a come l’aveva vista crescere, a come stesse diventando donna, alla sua simpatia, al suo essere pazza.
E poi un pensiero…. Si, era indubbiamente sexy, una ninfetta seducente che sentiva di dover proteggere.
Si distese, e poco dopo si addormentò.
Alle 8 Andrea aprì gli occhi, la luce del giorno entrava arrogante dalla finestra. Era ancora presto.
Si alzò, si mise un paio di mutande pulite e andò in cucina a fare il caffè.
Seduto sul divano con la tazza pensava. Pensava alla sera precedente. Di nuovo quella fottutissima erezione.
“Cosa mi succede…”
In un batter d’occhio erano le 11.
“Buongiorno” disse svogliatamente Claudia. “Buongiorno” le fece coro Monica. Si erano messe un paio di mutande e una maglietta abbastanza corta, quel tanto che basta per coprire il ventre.
“Buongiorno” rispose Andrea, “Caffè?”
“Si grazie, abbiamo un mal di testa assurdo” disse Monica;
“Il dopo sbornia è devastante” aggiunse Claudia.
“Vi siete divertite?”
“Credo di si” disse Monica, tenendosi la testa tra le mani; “Chi ci ha portato a casa?”
“E’ stato Marco” rispose Andrea, con un sorriso sornione.
Le ragazze si guardarono qualche secondo e poi si sorrisero.
“Si ma non il vostro amico Marco! Marco tuo fratello!” se ne uscì Andrea rivolgendosi a Claudia.
“Come mio fratello?! Perché?!”
“Lo hai chiamato tu, non ricordi?”
Le ragazze si guardarono ancora incredule. “Vuoi dire che mio fratello mi ha visto in queste condizioni?!”
“Eh già…” rispose sornione Andrea.
“Adrea vai a farti la doccia che poi andiamo noi” disse Monica. Monica sapeva che ogni mattina Andrea faceva la doccia.
“No grazie, l’ho fatta ieri sera”
“Non è da te. Come mai? Non dirmi che hai dovuto anche lavarci?!”
“No, fortunatamente no”
“E allora perché ti sei lavato ieri sera? Di solito la fai di mattina”
“Ho dovuto, perché prima me l’hai fatta tu”
Monica si girò a guardare Claudia con aria interrogativa: “Cosa? Che cazzo stai dicendo?”, proprio non capiva.
“Ieri sera eravate così ubriache che mentre limonavate siete cadute. Claudia si è seduta sul davanzale della finestra e tu ti sei seduta per terra, proprio lì” disse indicando il calorifero. “Ridevate così tanto che Claudia ti ha letteralmente pisciato in testa”
Le due iniziarono a ridere.
“E tu cosa c’entri?”
“Tu, troietta, sei salita in piedi sul divano dove IO ero seduto, hai divaricato le gambe e per gioco hai pensato bene di ripetere la cosa”
Monica diventò paonazza in volto; avrebbe voluto sprofondare, abbassò la testa e si coprì la fronte: non aveva il coraggio di guardare il fratello negli occhi.
Con uno scatto sollevò il capo. “Scusami Andrea per favore, mi dispiace tanto, sono una stupida, cosa posso fare per rimediare? Sarai incazzato nero cavolo e avresti ragione! Si sei arrabbiato lo so, mi disp..”
“Tranquilla!” esclamò Andrea interrompendola, “Tranquilla…” disse abbassando il tono di voce ed accennando un sorriso, “Non sono arrabbiato, non ti preoccupare…”
Monica tentennò un po’ e poi disse “E come hai risolto? Avrai dovuto pulire tutto?”
Andrea era divertito e quei fastidiosi sensi di colpa all’improvviso si erano mutati in adrenalina e così senza pensarci troppo rispose “Beh si, vi ho spogliato e messo a letto, ho pulito e mi sono fatto la doccia”
Monica era ancora incredula “Ma sei sicuro di non essere arrabbiato?” disse con una vocine che si fece piccola piccola.
“No tranquilla, la fantastica sega che mi sono fatto mi ha rilassato e ho dormito come un ghiro…” disse quasi divertito e lasciando trasparire un po’ di fierezza.
Andrea ci aveva pensato a lungo: non doveva sentirsi in colpa, in fondo era un uomo, e poi cosa poteva farci se la cosa lo aveva eccitato da morire?
“Lo so che ci hai svestite tu, ma ciò non spiega perché eravamo completamente nude stamattina… voglio dire… ok i vestiti, ma le mutande?” se ne uscì Claudia cercando di deviare il discorso per quanto poteva.
“Ce le ha tuo fratello in macchina… ma questa immagino che sia un’altra storia e che sia meglio che ve la racconti lui”.
“Marco ci vieni a prendere? Siamo stufe di stare qui”
“Dove siete?”
“Al Roxy con gli altri sfigati”
“Arrivo subito”
Claudia e Monica avevano 18 anni, stavano facendo serata con il resto della comitiva ed erano visibilmente ubriache; non erano solo amiche da sempre, col tempo erano diventate amanti, anche se entrambe avevano comunque avuto le loro storie con i rispettivi morosi.
Marco arrivò poco dopo al pub, le prese per mano e le caricò in macchina; anche lui stava per andare a fare serata con gli amici, ma per fortuna, usciva sempre tardi. Le avrebbe così lasciate a casa di Monica, col fratello Andrea di 25 anni, pochi mesi più grande di Marco, e se ne sarebbe andato a divertirsi, rientrando il mattino seguente.
Intanto, sui sedili posteriori, le due, entrambe su di giri, ridevano e giocavano provocandosi a vicenda iniziando spudoratamente a baciarsi e poi a toccarsi, come se intorno a loro non ci fosse nessuno.
Marco vide la scena dallo specchietto retrovisore, sorrise teneramente, e decise di fare una deviazione in una zona più isolata, per lasciare in intimità le ragazze.
Giunto sotto il ponte della ferrovia, in mezzo ai cambi incolti, spense il motore, aprì il vano portaoggetti ed estrasse il grinder, le cartine, i filtri e l’erba, noncurante di ciò che accadeva dietro di lui, ed iniziò a grindare.
In pochi minuti finì di rollare, diede qualche colpetto al filtro sul cruscotto, abbassò il sedile, sì distese ed accese, premendo con l’altra mano il pulsante del finestrino.
Quando ebbe finito di fumare, sistemò il sedile, il finestrino, riaccese il motore e partì.
Giunto a casa di Andrea parcheggiò, ricompose le ragazze come meglio poteva e suonò il campanello:
“Chi è?” rispose Andrea.
“C’è posta Andre!”
Il ragazzo aprì, uscì sul pianerottolo in mutande e prese a braccetto la sorella.
“Le lascio da te stanotte, io faccio after, è un problema se le controlli tu?”
“ No, vai tranquillo, ci penso io”.
Le ragazze erano ingestibili, ridevano ancora e ancora, faticavano a stare in piedi sui quei tacchi così alti; Andrea glieli sfilò per evitare incidenti.
Era divertito, molto divertito, le due erano comiche a dir poco.
Si sedette di nuovo sul divano a godersi la scena. All’improvviso smisero di ridere, si diedero un lungo bacio appassionato, Monica si appoggiò a Claudia e le due caddero ridendo; Claudia riuscì appena a sedersi sul davanzale della finestra, fortunatamente chiusa, mentre Monica le cadde rovinosamente davanti, sedendosi rumorosamente a terra ed appoggiandosi di schiena al termosifone sottostante.
Risero tutti, finchè Monica, ridendo a crepapelle iniziò involontariamente a fare pipi. Le ragazze iniziarono a ridere ancora più forte e, finita la docciata imprevista, Monica sì alzò dicendo cose senza senso e salì in piedi sul divano divaricando le gambe davanti al fratello iniziando a ballare e cantare come solo un ubriaco può fare.
Andrea continuava a ridere, quelle due scimmiette erano troppo ridicole.
“Andre devo fare la pipì!!!!!”
“Scendi che ti porto in bagno”
Ma non fece quasi in tempo a dirlo, che la risposta di Monica fu ridendo: “No la faccio qui!!”
In un secondo Andrea sentì il suo getto caldo d’dapprima sulla testa, poi scendere lungo la schiena ed il volto fino a percorrere il suo addome ed addentrarsi tra la stoffa delle mutande.
Per sua sorpresa, una risposta immediata giunse anche dal suo membro, che in pochi secondi svettava nelle mutande in una palese erezione.
Istintivamente Andrea chiuse gli occhi chinando indietro la testa e si morse il labro inferiore. Pochi secondi e si rese conto di dover fermare la cosa, si sentiva in colpa per quello che aveva provato e doveva subito calmare le ragazze, ma soprattutto, doveva calmarsi lui.
“Dai dai ora basta!! A letto!!” Tra proteste e risate, le portò in camera sua, lui aveva il letto matrimoniale, gli piaceva stare largo, le svestì e le mise a letto.
Tornò in cucina, ripulì tutto sollevato del fatto che il divano fosse in pelle e non in tessuto, andò in bagno, aprì il rubinetto della doccia, si levò le mutande fradice, e si infilò sotto il getto dell’acqua calda.
L’erezione non accennava a diminuire, e ciò lo metteva a disagio: com’era possibile che Monica, SUA SORELLA, potesse avergli fatto quell’effetto? Era sbagliato esserne attratto! E perché i comportamenti di Claudia non gli avevano provocato la stessa reazione? Era confuso. Confuso ma eccitato. Quasi senza rendersene conto la sua mano scivolò sul suo membro iniziando a masturbarsi. Continuava a ripensare a quella scena. Pochi minuti e venne in una delle seghe più appaganti della sua vita.
Pensò che quella sega doveva essergli bastata; chiuse l’acqua, uscì dalla doccia e si asciugò.
Si sedette sul bordo del letto. Guardava le ragazze dormire abbracciandosi, in particolare Monica. Pensava a come l’aveva vista crescere, a come stesse diventando donna, alla sua simpatia, al suo essere pazza.
E poi un pensiero…. Si, era indubbiamente sexy, una ninfetta seducente che sentiva di dover proteggere.
Si distese, e poco dopo si addormentò.
Alle 8 Andrea aprì gli occhi, la luce del giorno entrava arrogante dalla finestra. Era ancora presto.
Si alzò, si mise un paio di mutande pulite e andò in cucina a fare il caffè.
Seduto sul divano con la tazza pensava. Pensava alla sera precedente. Di nuovo quella fottutissima erezione.
“Cosa mi succede…”
In un batter d’occhio erano le 11.
“Buongiorno” disse svogliatamente Claudia. “Buongiorno” le fece coro Monica. Si erano messe un paio di mutande e una maglietta abbastanza corta, quel tanto che basta per coprire il ventre.
“Buongiorno” rispose Andrea, “Caffè?”
“Si grazie, abbiamo un mal di testa assurdo” disse Monica;
“Il dopo sbornia è devastante” aggiunse Claudia.
“Vi siete divertite?”
“Credo di si” disse Monica, tenendosi la testa tra le mani; “Chi ci ha portato a casa?”
“E’ stato Marco” rispose Andrea, con un sorriso sornione.
Le ragazze si guardarono qualche secondo e poi si sorrisero.
“Si ma non il vostro amico Marco! Marco tuo fratello!” se ne uscì Andrea rivolgendosi a Claudia.
“Come mio fratello?! Perché?!”
“Lo hai chiamato tu, non ricordi?”
Le ragazze si guardarono ancora incredule. “Vuoi dire che mio fratello mi ha visto in queste condizioni?!”
“Eh già…” rispose sornione Andrea.
“Adrea vai a farti la doccia che poi andiamo noi” disse Monica. Monica sapeva che ogni mattina Andrea faceva la doccia.
“No grazie, l’ho fatta ieri sera”
“Non è da te. Come mai? Non dirmi che hai dovuto anche lavarci?!”
“No, fortunatamente no”
“E allora perché ti sei lavato ieri sera? Di solito la fai di mattina”
“Ho dovuto, perché prima me l’hai fatta tu”
Monica si girò a guardare Claudia con aria interrogativa: “Cosa? Che cazzo stai dicendo?”, proprio non capiva.
“Ieri sera eravate così ubriache che mentre limonavate siete cadute. Claudia si è seduta sul davanzale della finestra e tu ti sei seduta per terra, proprio lì” disse indicando il calorifero. “Ridevate così tanto che Claudia ti ha letteralmente pisciato in testa”
Le due iniziarono a ridere.
“E tu cosa c’entri?”
“Tu, troietta, sei salita in piedi sul divano dove IO ero seduto, hai divaricato le gambe e per gioco hai pensato bene di ripetere la cosa”
Monica diventò paonazza in volto; avrebbe voluto sprofondare, abbassò la testa e si coprì la fronte: non aveva il coraggio di guardare il fratello negli occhi.
Con uno scatto sollevò il capo. “Scusami Andrea per favore, mi dispiace tanto, sono una stupida, cosa posso fare per rimediare? Sarai incazzato nero cavolo e avresti ragione! Si sei arrabbiato lo so, mi disp..”
“Tranquilla!” esclamò Andrea interrompendola, “Tranquilla…” disse abbassando il tono di voce ed accennando un sorriso, “Non sono arrabbiato, non ti preoccupare…”
Monica tentennò un po’ e poi disse “E come hai risolto? Avrai dovuto pulire tutto?”
Andrea era divertito e quei fastidiosi sensi di colpa all’improvviso si erano mutati in adrenalina e così senza pensarci troppo rispose “Beh si, vi ho spogliato e messo a letto, ho pulito e mi sono fatto la doccia”
Monica era ancora incredula “Ma sei sicuro di non essere arrabbiato?” disse con una vocine che si fece piccola piccola.
“No tranquilla, la fantastica sega che mi sono fatto mi ha rilassato e ho dormito come un ghiro…” disse quasi divertito e lasciando trasparire un po’ di fierezza.
Andrea ci aveva pensato a lungo: non doveva sentirsi in colpa, in fondo era un uomo, e poi cosa poteva farci se la cosa lo aveva eccitato da morire?
“Lo so che ci hai svestite tu, ma ciò non spiega perché eravamo completamente nude stamattina… voglio dire… ok i vestiti, ma le mutande?” se ne uscì Claudia cercando di deviare il discorso per quanto poteva.
“Ce le ha tuo fratello in macchina… ma questa immagino che sia un’altra storia e che sia meglio che ve la racconti lui”.
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