Un inizio inaspettato

di
genere
feticismo

Buongiorno a tutti, sono nuovo a scrivere racconti, finora mi ero applicato soltanto nella lettura. Ma è una forma eccitante di intrattenimento che mi interessa molto e, dato che ho finalmente una storia da raccontarvi, ho deciso di mettere mano al computer.

Per prima cosa vi dico che ho 18 anni, sono all'ultimo anno di liceo e questa esperienza coinvolge la mia compagna di banco.
Il titolo non è casuale, tutto quello che succede è quanto di più inaspettato mi potessi immaginare.

Lei è una bella ragazza, non una bellezza travolgente ma con un fisico longilineo, alta sul metro e settanta, taglio degli occhi orientale e due piedi affusolati che avevo avuto modo di vedere o coperti dalle calze in qualche festa o scoperti nel periodo estivo infilati in sandali molto carini.
Nella mia classe il feticismo dei piedi però è stato sempre un tabù, o per meglio dire è, ed è stato sempre, denigrato e condannato. La figura del feticista viene vista come qualcosa di disprezzabile. Non ho mai capito il perchè, io sono molto aperto sui gusti sessuali, d'altronde il sesso è uno dei pochi piaceri naturali della vita... In ogni caso non mi sono mai confessato, non ne vale la pena.
Con lei non era diverso. E' una ragazza molto pudica e schizzinosa, troppo, che si schifa anche solo quando la tocco e ho le mani sudate, che denigra ogni forma di sesso "alternativa", non fa pompini da quello che mi ha detto perchè non le piace il pene e cazzate varie... Ma fortunatamente, grazie a questo suo lato del carattere e grazie alla concezione negativa dei piedi ho iniziato a lanciarle battute sempre più spinte sulle sue estremità. Cercava sempre di stare al gioco quando le dicevo che l'avrei riportata a casa solo se si fosse tolta le scarpe in macchina, oppure che li volevo sudati dopo le ore di educazione fisica etc. ma poi io finivo sempre per esagerare e lei mi sgridava con un "smettila che schifo". Ma io ogni giorno esageravo sempre di più e piano piano si restringevano i limiti su questo argomento. Ancora però non ero riuscito a trovare un modo per concludere, o almeno per vederli.

Capita però qualche giorno fa una cosa apparentemente insignificante, quando le ho chiesto di farmi i grattini ho visto che passava molto spesso dalla schiena alle spalle, per poi andare verso le ascelle. Era una giornata particolarmente calda, io ero sudato quindi per la ragazza che è lei mi sembrava una cosa molto strana. Fatto sta che saliamo in macchina e la riaccompagno a casa. Prima di scendere dalla macchina facciamo quattro chiacchiere e io incuriosito dalla scena che era avvenuta poco prima avvolgo le braccia al poggiatesta e faccio finta di guardare altrove mentre le parlo. Capisco che il suo sguardo si stava focalizzando lì. La saluto e torno a casa.
Avevo bisogno di un piano o perlomeno di certezze. Ci sentiamo per messaggio e rimaniamo d'accordo per vederci il pomeriggio, era da un po' che voleva farmi delle foto per Facebook dicendo che quelle che ho son tutte brutte.
La passo a prendere e la porto in un posto vicino a casa mia dove c'è molta campagna ed è bello isolato. Vedo che lei aveva le scarpe chiuse usate a scuola che a me piacciono molto, in più a me i piedi odorosi eccitano particolarmente ed ero sicuro che in una giornata così calda proprio di rosa non potevano sapere. Rimaniamo con i finestrini aperti e io decido di provocarla un po', le dico di avere un piccolo dolore al tricipite, faccio pugilato quindi non ha avuto dubbi e si è subito proposta per un massaggio. E come pensavo con una mano massaggiava il muscolo con l'altra invece era andata sotto l'ascella.
Decido di agire, non ero io che dovevo confessarmi, era lei, quindi la cosa era molto più semplice.
Le chiedo se le piacessero le mie ascelle.
Si blocca, rimane un po' interdetta ma prontamente mi risponde che sono un pervertito e che faccio schifo.
Mi sono un po' demoralizzato al momento, credevo fosse la mia occasione. Ma anche io non avrei detto subito di sì al suo posto.
Allora le dico che lei sapeva quanto fossi aperto sessualmente, che non dovesse nascondersi con me, che aveva l'occasione di essere sincera (ed era consapevole che io i segreti li so mantenere). Le ho detto di non rispondere, di baciarle e basta.

Lo fece.

Anzi ci si è buttata avidamente, io ero in estasi, adesso i suoi piedi non potevano che essere miei.
La faccio andare avanti un po', le tocco le tette intanto e le le do qualche bacio sul collo.
A quel punto le dico di appoggiarsi alla portiera e di appoggiarmi i piedi sulle gambe... avevo il pieno controllo.
Le inizio a sfilare le scarpe lentamente, la guardo e vedo che non era felicissima ma sapeva di non potermi dire nulla. Mi porto la sua scarpa al viso e inizio ad annusarla.
Quell'odore mi riempiva completamente, il sudore di tutto il giorno si era bloccato in quella calzatura numero 38 e mezzo. Era pungente e inebriante. Inspirai profondamente, ancora e ancora, stava diventando una droga. Lei aveva spostato lo sguardo però, la cosa la imbarazzava. Ma il mio cazzo era più duro che mai, non ero in grado di fermarmi. Ho iniziato a baciarle la caviglia, mi sono messo il suo piede in faccia ed era caldo e sudato, le ho tolto l'altra scarpa e le ho detto di comandarmi lei.
Non so se fosse per l'imbarazzo del suo feticismo o perchè forse si era accorta che non era così male avere qualcuno ai suoi piedi ma ha iniziato a muovermeli in faccia cercando di togliersi le calze. Con i piedi finalmente nudi che si appiccicavano alle mie guance mi ha chiesto se volessi baciarglieli. Lentamente allora ho iniziato a dare piccoli baci alle dita, di lunghezza media, ben proporzionate e smaltate di rosso, poi sono passato all'arco accentuato che mi fa impazzire. Una volta al tallone ho tirato fuori la lingua e ho iniziato a leccarglieli, all'inizio le facevo un po' solletico e sicuramente un po' impressione, cercava sempre di spostarli, ma dopo poco ho sentito che la complicità stava crescendo. Non so dire quanto sia durata, ovviamente poi ci siamo alternati e io le ho lasciato fare con le mie ascelle. Mi sono fatto regalare i suoi calzini promettendole che le avrei regalato una mia maglietta un po' sudata. Non le ho chiesto una sega coi piedi o altro, già mi pregustavo di tornare a casa e masturbarmi per parecchio tempo ancora con l'odore dei suoi piedi addosso e con una calza in bocca e l'altra sul cazzo. E così ho fatto, sono venuto dappertutto ;)

Non è stata la mia prima esperienza con i piedi, non che ne abbia avute tante ma questa era l'unica che mi sentivo di raccontare. Magari col tempo ve ne farò sapere altre.

Con lei comunque è finita che abbiamo continuato il nostro rapporto normalmente, è ancora una cosa fresca e forse lei deve metabolizzare ancora la sua presa di coscienza riguardo la sua sessualità. Non ho voluto metterle pressione per rifare tutto subito. Ma vi terrò aggiornati.

Fatemi sapere se il racconto vi è piaciuto, è la mia prima storia quindi ci tengo molto, vorrei anche sapere se mi sono soffermato troppo poco sulla parte fetish, a presto.
scritto il
2017-03-30
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