Che porco mio cugino e che cazzo che ha
di
Puttenella incestuosa
genere
incesti
A quel tempo non ero più vergine.
Non lo ero più fisicamente giacché aveva già provveduto mio fratello a lacerarmi l'imene ed anche cerebralmente,avevo perduto l'innocenza da molto tempo prima spiando i miei genitori insieme a lui e ripetendo nella nostra cameretta i giochi che vedevamo origliando dietro la porta socchiusa.
Coi giochi di bocca poi,mi ero perfezionata su di lui prima ancora che facessero capolino le sue prime gocce di sperma.
Ero ancora molto lontana dai festeggiamenti per il mio diciottesimo compleanno il giorno in cui mio cugino più grande già sposato e con un bambino in arrivo,inaspettatamente un mattino era venuto a farci visita mentre mi preparavo per andare a scuola.
-Se ti sbrighi Sara ti accompagno io che sono di strada.-
Mi aveva detto abbozzando un malizioso sorriso.
Io ero vestita con una casta camicetta bianca ed un gonnellino a pieghe blu appena sopra le ginocchia.
Le mie tettine già ben formate erano dure e dunque,non indossavo il reggiseno ma solo una leggera conotta
Una mise casta insomma,adatta al ginnasio che frequentavo quell'anno.
Devo confessare che mio cugino mi era sempre piaciuto e spesso quando giocavo con mio fratello,sognavo che ci fosse anche lui tra noi a spiegarci le cose che non capivamo ancora.
Ricordo ancora quanto mi piacesse stare sulle sue gambe quando lui ragazzo ed io bambina,veniva a farci visita insieme a mia zia,sorella di mia madre.
Quel giorno in macchina,aveva una certa inquietitudine addosso che aumentava via via che mi faceva i complimenti per come ero crescita e quanto fossi bella.
Prima di salutarmi davanti alla scuola mi aveva chiesto a che ora sarei uscita.
In classe quel giorno ero piuttosto agitata e disattenta al punto che anche la prof se ne era accorta e mi aveva richiamata.
Mentre scorrevano i minuti speravo proprio di trovarlo fuori ad aspettarmi alla fine delle lezioni.
Il mio cuore aveva avuto un tonfo quando uscendo dal portone avevo riconosciuto la sua auto.
Con un rapido e nervoso saluto alle mie compagne,avevo attraversato la strada e senza neanche salutarlo,avevo aperto la portiera e mi ero seduta accanto a lui:
-Ciao!-
Gli avevo miagolato mentre spingevo le mie labbra sulla sua guancia.
-Ciao signorina!-
Mi aveva risposto ricambiando con una pennellata di lingua sulla mia fronte.
-Ho parlato con tuo madre e se vuoi possiamo andare a mangiare una pizza insieme prima di riaccompagnarti a casa.-
Non avrei neanche osato immaginare quell'invito tanto appariva ardito nella mia fantasia.
Mentre mangiavamo la nostra pizza,ero felice nel constatare che i suoi atteggiamenti nei miei confronti non erano più quelli del cugino maggiore ma piuttosto quello di un maschio che corteggia la ragazza rincorsa da tempo.
Ero felicissima ed i suoi occhi fissati nei miei con uno sguardo dolce ed indagatore,non facevano che aumentare la mia eccitazione.
Mi guardava in viso e mi sorrideva e di tanto in tanto parlandomi come se io fossi già donna,abbassava lo sguardo sul mio seno già molto sviluppato per la mia giovane età.
Io mi sentivo eccitata e sicuramente lui aveva notato i miei piccoli capezzoli che spingevano sotto la camicia.
-Sei davvero crescita bene Sara e come sei bella!-
Continuava a ripetermi.
Io l'ascoltavo lusingata dalle sue parole,sentivo che qualcosa si stava sciogliendo tra le mie gambe:"Mi stavo bagnando!"
Cercando di superare l'imbarazzo e recuperando tutte le forze che avevo in me,mi ero fatta anch'io audace e gli avevo balbettato:
-Anche tu sei un bel giovanotto e chissà come sarà felice tua moglie di avere accanto un uomo come te.-
-Non parliamo di mia moglie in questo momento Sara,è così raro che siamo soli io e te che non voglio perdere neanche un istante di questi momenti.-
A quelle parole avrei voluto saltargli addosso e ricoprirlo di baci.
Certo, non si rendeva conto dell'effetto di ciò che mi diceva e del suo sguardo che con malcelata indifferenza esplorava il mio corpo.
La sua guida procedeva alquanto lentamente e questo gli permetteva di godere della vista delle mie gambe che maliziosamente tenevo scoperte con la gonna generosamente tirata su sino a scoprire le cosce.
-Ce l'hai il ragazzo Sara?-
Mi aveva chiesto in modo inatteso infrangendo la magia del momento.
-No!-
Gli avevo risposto in modo secco.
-Perché non ti piacciono i ragazzi?-
Aveva ribattuto posandomi una mano sulla coscia scoperta.
-Non mi piacciono i ragazzini!-
Gli avevo risposto in modo allusivo.
Al che lui,facendosi più audace mi aveva chiesto:
-Ma non ti piaceranno mica le ragazze.....non sarai lesbica per caso?-
A quel punto del discorso,non rimaneva che un solo modo esplicito per soddisfare quella sua curiosità.
Gli ho preso la mano che teneva sulla mia gamba e l'ho accompagnata tra le cosce spingendola sul mio sesso per fargli sentire quanto fossi bagnata.
Poi,approfittando della sosta ad un semaforo rosso,avevo sollevato il bordo della gonna e gli avevo mostrato la vistosa macchia al centro delle mutandine bianche.
A quel punto,lui mi aveva preso la mano e se l'era portata sulla patta procurandomi un brivido al contatto con qualcosa di incredibilmente grosso e duro che spingeva sotto i pantaloni.
-Cristo come sei bagnata!-
Aveva esclamato prima di ingranare la marcia per ripartire.
-Cazzo come ce l'hai grosso e duro!-
Gli avevo subitamente risposto perdendo ogni pudore.
Nel breve volgere di un battito d'ali ci siamo ritrovati in uno spiazzo abbastanza appartata anche se accanto a noi,il traffico scorreva indifferente a quanto stava avvenendo tra noi in quel momento.
Mio cugino si era slacciato i pantaloni estraendone una verga che al primo sguardo mi aveva intimorita.
La cappella olivastra e gonfia,sembrava un frutto sul punto di esplodere.
Il gambo rosa scuro,era solcato da vene bluastre gonfie al punto da sembrare scolpite come certi torciglioni barocchi.
Dal forellino uretrale,sbocciavano lucide perle ben più grandi di quelle di mio fratello o dei ragazzi che avevo frequentato sino ad allora.
Ero incantata a quella visione e non sapendo come reagire avevo esclamato:
-Anche il tuo coso è bagnato però!-
Lui senza rispondere,mi aveva portato una mano sulla testa e l'aveva spinta giù.
-Hai già leccato un cazzo?
Sai come si fa?-
Avevo preso quelle stupide domande come una provocazione ed avevo deciso di rispondergli per le rime.
Senza parlare!
Gli avevo afferrato il cazzo con entrambe le mani e con la bocca mi ero subito portata in basso per leccargli gli enormi testicoli ricoperti di folti peli neri.
Poi,ho cominciato a pennellargli l'asta soffermandomi sul frenulo e sulle pieghe del prepuzio affinché capisse che conoscevo l'anatomia maschile più di quanto lui potesse immaginare.
Roteavo con la lingua intorno al glande scappellato e strizzando il canale uretrale gli estraevo il miele che golosamente raccoglievo con la lingua.
Lui ansimava al mio trattamento e come stupito biascicava qualche cosa:
-Ci sai fare con la bocca puttanella.....ma dove hai imparato?-
La mia risposta era sempre la stessa:Continuavo a leccarlo e succhiarlo sino a che non l'ho definitivamente imboccato sino a sentirne il contatto con l'ugola.
Ero eccitata ed emozionata sino alle lacrime in quel momento.
Il nerbo di mio cugino riempiva completamente la mia bocca facendomi sentire l'aspro sapore di un vero cazzo ed inebriando le mie narici coll'afrore di un vero maschio.
I movimenti della mia testa venivano accompagnati dalle sue mani che dettavano il ritmo degli affondi e dei ritiri nei quali riuscivo a riprendere fiato.
Il suo respiro diveniva via via più affannoso e tra le mie cosce oramai sentivo scorrere fluidi come un rubinetto aperto.
-Stringi la lebbra....Sara...stringi le labbra....vengo...vengo...sborroooo...sborrooooooo-
Con le due mani spingeva la mia testa sul suo cazzo che come un rettile vivo,si scuoteve nella mia bocca scaricando una incredibile quantità di sborra che spruzzava direttamente nel mio stomaco.
Fortunatamente sono stata pronta ad eseguire il suo ordine ed ho tenuto le labbra ben serrate ed ho ingoiato tutto sino a che l'ultimo fiotto non finisse sulla mia lingua.
Non fossi stata così pronta,gli spruzzi avrebbero sporcato i miei vestiti imbrattando anche la tappezzeria della macchina e i suoi pantaloni.
Io sono rimasta attaccata alla sua canna mentre lui col corpo abbandonato sul sedile riprendeva fiato.
Quando,dopo averlo ben ripulito mi sono staccata,lui mi ha guardata e sorridendomi ha detto:
-Sei proprio brava...una pompinara coi fiocchi.....una vera puttanella...-
-E tu sei un vero stronzo!
Potevi pure avvisarmi di quanta ne avevi in corpo,mi stavi quasi soffocando!-
-Scusami Sara ma veramente mi hai sorpreso con la tua abilità.
Ti giuro che questo è stato il più bel pompino della mia vita!-
Ero fiera di me e di quelle parole.....avevo regalato a mio cugino il più bel pompino della sua vita ed al tempo stesso avevo fatto una scorpacciata di cazzo e di gustosissima sborra.
-Ve bene cugino....ma adesso a me chi ci pensa?
Guarda come sono conciate le mie mutande!?-
-Sara...si è fatto tardi e non possiamo fare altro adesso.
Se vuoi,mentre guido verso casa ti puoi masturbare e rinviamo a domani per le cose più serie.-
Domani...domani.....come mi sembrava lontano quel giorno!
Non lo ero più fisicamente giacché aveva già provveduto mio fratello a lacerarmi l'imene ed anche cerebralmente,avevo perduto l'innocenza da molto tempo prima spiando i miei genitori insieme a lui e ripetendo nella nostra cameretta i giochi che vedevamo origliando dietro la porta socchiusa.
Coi giochi di bocca poi,mi ero perfezionata su di lui prima ancora che facessero capolino le sue prime gocce di sperma.
Ero ancora molto lontana dai festeggiamenti per il mio diciottesimo compleanno il giorno in cui mio cugino più grande già sposato e con un bambino in arrivo,inaspettatamente un mattino era venuto a farci visita mentre mi preparavo per andare a scuola.
-Se ti sbrighi Sara ti accompagno io che sono di strada.-
Mi aveva detto abbozzando un malizioso sorriso.
Io ero vestita con una casta camicetta bianca ed un gonnellino a pieghe blu appena sopra le ginocchia.
Le mie tettine già ben formate erano dure e dunque,non indossavo il reggiseno ma solo una leggera conotta
Una mise casta insomma,adatta al ginnasio che frequentavo quell'anno.
Devo confessare che mio cugino mi era sempre piaciuto e spesso quando giocavo con mio fratello,sognavo che ci fosse anche lui tra noi a spiegarci le cose che non capivamo ancora.
Ricordo ancora quanto mi piacesse stare sulle sue gambe quando lui ragazzo ed io bambina,veniva a farci visita insieme a mia zia,sorella di mia madre.
Quel giorno in macchina,aveva una certa inquietitudine addosso che aumentava via via che mi faceva i complimenti per come ero crescita e quanto fossi bella.
Prima di salutarmi davanti alla scuola mi aveva chiesto a che ora sarei uscita.
In classe quel giorno ero piuttosto agitata e disattenta al punto che anche la prof se ne era accorta e mi aveva richiamata.
Mentre scorrevano i minuti speravo proprio di trovarlo fuori ad aspettarmi alla fine delle lezioni.
Il mio cuore aveva avuto un tonfo quando uscendo dal portone avevo riconosciuto la sua auto.
Con un rapido e nervoso saluto alle mie compagne,avevo attraversato la strada e senza neanche salutarlo,avevo aperto la portiera e mi ero seduta accanto a lui:
-Ciao!-
Gli avevo miagolato mentre spingevo le mie labbra sulla sua guancia.
-Ciao signorina!-
Mi aveva risposto ricambiando con una pennellata di lingua sulla mia fronte.
-Ho parlato con tuo madre e se vuoi possiamo andare a mangiare una pizza insieme prima di riaccompagnarti a casa.-
Non avrei neanche osato immaginare quell'invito tanto appariva ardito nella mia fantasia.
Mentre mangiavamo la nostra pizza,ero felice nel constatare che i suoi atteggiamenti nei miei confronti non erano più quelli del cugino maggiore ma piuttosto quello di un maschio che corteggia la ragazza rincorsa da tempo.
Ero felicissima ed i suoi occhi fissati nei miei con uno sguardo dolce ed indagatore,non facevano che aumentare la mia eccitazione.
Mi guardava in viso e mi sorrideva e di tanto in tanto parlandomi come se io fossi già donna,abbassava lo sguardo sul mio seno già molto sviluppato per la mia giovane età.
Io mi sentivo eccitata e sicuramente lui aveva notato i miei piccoli capezzoli che spingevano sotto la camicia.
-Sei davvero crescita bene Sara e come sei bella!-
Continuava a ripetermi.
Io l'ascoltavo lusingata dalle sue parole,sentivo che qualcosa si stava sciogliendo tra le mie gambe:"Mi stavo bagnando!"
Cercando di superare l'imbarazzo e recuperando tutte le forze che avevo in me,mi ero fatta anch'io audace e gli avevo balbettato:
-Anche tu sei un bel giovanotto e chissà come sarà felice tua moglie di avere accanto un uomo come te.-
-Non parliamo di mia moglie in questo momento Sara,è così raro che siamo soli io e te che non voglio perdere neanche un istante di questi momenti.-
A quelle parole avrei voluto saltargli addosso e ricoprirlo di baci.
Certo, non si rendeva conto dell'effetto di ciò che mi diceva e del suo sguardo che con malcelata indifferenza esplorava il mio corpo.
La sua guida procedeva alquanto lentamente e questo gli permetteva di godere della vista delle mie gambe che maliziosamente tenevo scoperte con la gonna generosamente tirata su sino a scoprire le cosce.
-Ce l'hai il ragazzo Sara?-
Mi aveva chiesto in modo inatteso infrangendo la magia del momento.
-No!-
Gli avevo risposto in modo secco.
-Perché non ti piacciono i ragazzi?-
Aveva ribattuto posandomi una mano sulla coscia scoperta.
-Non mi piacciono i ragazzini!-
Gli avevo risposto in modo allusivo.
Al che lui,facendosi più audace mi aveva chiesto:
-Ma non ti piaceranno mica le ragazze.....non sarai lesbica per caso?-
A quel punto del discorso,non rimaneva che un solo modo esplicito per soddisfare quella sua curiosità.
Gli ho preso la mano che teneva sulla mia gamba e l'ho accompagnata tra le cosce spingendola sul mio sesso per fargli sentire quanto fossi bagnata.
Poi,approfittando della sosta ad un semaforo rosso,avevo sollevato il bordo della gonna e gli avevo mostrato la vistosa macchia al centro delle mutandine bianche.
A quel punto,lui mi aveva preso la mano e se l'era portata sulla patta procurandomi un brivido al contatto con qualcosa di incredibilmente grosso e duro che spingeva sotto i pantaloni.
-Cristo come sei bagnata!-
Aveva esclamato prima di ingranare la marcia per ripartire.
-Cazzo come ce l'hai grosso e duro!-
Gli avevo subitamente risposto perdendo ogni pudore.
Nel breve volgere di un battito d'ali ci siamo ritrovati in uno spiazzo abbastanza appartata anche se accanto a noi,il traffico scorreva indifferente a quanto stava avvenendo tra noi in quel momento.
Mio cugino si era slacciato i pantaloni estraendone una verga che al primo sguardo mi aveva intimorita.
La cappella olivastra e gonfia,sembrava un frutto sul punto di esplodere.
Il gambo rosa scuro,era solcato da vene bluastre gonfie al punto da sembrare scolpite come certi torciglioni barocchi.
Dal forellino uretrale,sbocciavano lucide perle ben più grandi di quelle di mio fratello o dei ragazzi che avevo frequentato sino ad allora.
Ero incantata a quella visione e non sapendo come reagire avevo esclamato:
-Anche il tuo coso è bagnato però!-
Lui senza rispondere,mi aveva portato una mano sulla testa e l'aveva spinta giù.
-Hai già leccato un cazzo?
Sai come si fa?-
Avevo preso quelle stupide domande come una provocazione ed avevo deciso di rispondergli per le rime.
Senza parlare!
Gli avevo afferrato il cazzo con entrambe le mani e con la bocca mi ero subito portata in basso per leccargli gli enormi testicoli ricoperti di folti peli neri.
Poi,ho cominciato a pennellargli l'asta soffermandomi sul frenulo e sulle pieghe del prepuzio affinché capisse che conoscevo l'anatomia maschile più di quanto lui potesse immaginare.
Roteavo con la lingua intorno al glande scappellato e strizzando il canale uretrale gli estraevo il miele che golosamente raccoglievo con la lingua.
Lui ansimava al mio trattamento e come stupito biascicava qualche cosa:
-Ci sai fare con la bocca puttanella.....ma dove hai imparato?-
La mia risposta era sempre la stessa:Continuavo a leccarlo e succhiarlo sino a che non l'ho definitivamente imboccato sino a sentirne il contatto con l'ugola.
Ero eccitata ed emozionata sino alle lacrime in quel momento.
Il nerbo di mio cugino riempiva completamente la mia bocca facendomi sentire l'aspro sapore di un vero cazzo ed inebriando le mie narici coll'afrore di un vero maschio.
I movimenti della mia testa venivano accompagnati dalle sue mani che dettavano il ritmo degli affondi e dei ritiri nei quali riuscivo a riprendere fiato.
Il suo respiro diveniva via via più affannoso e tra le mie cosce oramai sentivo scorrere fluidi come un rubinetto aperto.
-Stringi la lebbra....Sara...stringi le labbra....vengo...vengo...sborroooo...sborrooooooo-
Con le due mani spingeva la mia testa sul suo cazzo che come un rettile vivo,si scuoteve nella mia bocca scaricando una incredibile quantità di sborra che spruzzava direttamente nel mio stomaco.
Fortunatamente sono stata pronta ad eseguire il suo ordine ed ho tenuto le labbra ben serrate ed ho ingoiato tutto sino a che l'ultimo fiotto non finisse sulla mia lingua.
Non fossi stata così pronta,gli spruzzi avrebbero sporcato i miei vestiti imbrattando anche la tappezzeria della macchina e i suoi pantaloni.
Io sono rimasta attaccata alla sua canna mentre lui col corpo abbandonato sul sedile riprendeva fiato.
Quando,dopo averlo ben ripulito mi sono staccata,lui mi ha guardata e sorridendomi ha detto:
-Sei proprio brava...una pompinara coi fiocchi.....una vera puttanella...-
-E tu sei un vero stronzo!
Potevi pure avvisarmi di quanta ne avevi in corpo,mi stavi quasi soffocando!-
-Scusami Sara ma veramente mi hai sorpreso con la tua abilità.
Ti giuro che questo è stato il più bel pompino della mia vita!-
Ero fiera di me e di quelle parole.....avevo regalato a mio cugino il più bel pompino della sua vita ed al tempo stesso avevo fatto una scorpacciata di cazzo e di gustosissima sborra.
-Ve bene cugino....ma adesso a me chi ci pensa?
Guarda come sono conciate le mie mutande!?-
-Sara...si è fatto tardi e non possiamo fare altro adesso.
Se vuoi,mentre guido verso casa ti puoi masturbare e rinviamo a domani per le cose più serie.-
Domani...domani.....come mi sembrava lontano quel giorno!
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