Maledetta (benedetta) operazione 2

di
genere
incesti

VIVA LA MAMMA
Rieccomi qui a raccontare la storia che sto vivendo da circa un anno,terminata la doccia sotto la quale avevo fatto diversi pensieri e propositi,me ne andai a letto ove giurai a me stesso che fin dal giorno successivo mi sai impegnato al fine di tentarla,di portarla a cedere,ovviamente con le dovute precauzioni che il caso richiedeva.
Cominciai a mutare i miei atteggiamenti,in assenza del marito,la provocavo in vari modi,camminando per casa con addosso solo boxer aderenti che modellavano la forma del mio pacco,lasciando di proposito porta del bagno aperta mentre facevo la doccia,o con semplici battute a doppio senso incentrate la maggior parte delle volte su tradimenti fatti da mogli giovani stanche e insoddisfatte di mariti più anziani,dopo un po' di passività iniziale,notai con piacere che cominciava a sciogliersi,quando giravo in boxer il suo sguardo cadeva sul mio pacco accompagnato sempre da un sorrisino,alle mie battute a doppio senso rispondeva con altrettante,diverse volte scherzando era arrivata anche a strusciarmisi addosso,ma cosa che mi faceva eccitare ancora di più era il fatto che questi atteggiamenti mutavano immediatamente con la presenza del marito, davanti al quale ritornava ad essere nei miei confronti la madre affettuosissima ma molto casta quale era sempre stata,questo mi faceva realmente impazzire perché mi diede conferma che anche lei come tante altre mogli era molto brava a mostrare al marito un solo lato della medaglia nascondendogli il rovescio.
Un sabato mattina di fine febbraio,mi risvegliai trovando all’esterno una giornata di forte pioggia,non avrei potuto inforcare la mia amata moto,tra me e me pensai “ poco male”, in ufficio avrei dovuto solo verificare l’arrivo di eventuali ordini di acquisto giunti via email, non avevo orari, quindi potevo prendermela con calma,indossai jeans e camicia, e mi recai in cucina per prendere il mio consueto caffè, vi trovai già mio padre,pronto per andare al lavoro, mi salutò con enfasi “ Buongiorno principino dormito bene?” quella frase che fino al giorno prima accoglievo con gioia, ora la ritenevo un emerita stronzata,replicai “ Si si dormito bene” mentre dentro di me da infame pensavo “ Ho dormito benissimo,ho avuto per tutta la notte nelle narici e sulla lingua il profumo e il sapore della fessa di tua moglie”, pensiero dovuto all’ennesima sega che mie ero fatto la sera precedente utilizzando sempre i collant di sua moglie presi dalla cesta,che mi fece spuntare sulla faccia un sorriso diabolico.
I miei pensieri infami furono interrotti dalla voce del mio desiderio proibito, in cucina entrò lei Anna,camicia di raso nera lunga fino alle ginocchia,in mano un vassoio con tre tazzine con caffè fumante, mi guardò e sorrise “ Buongiorno principino” sorrisi incantato “Buongiorno principessa” scoppio a ridere “ Siamo di buonumore oggi” disse sedendosi difronte a me.
Eravamo li’ seduti a prendere il caffè, loro parlavano del più e del meno,mentre io non facevo altro che pensare,”sei senza mutandine sotto quella camicia”,mutandine che sapevo giacere nella cesta dei panni sporchi,mi si indurì immediatamente il cazzo nei jeans al solo pensiero,la desideravo,desideravo il suo corpo,i pensieri furono interrotti dalla sua voce “ma mi ascolti o no?” mi ripresi subito scusandomi,lei sorridendo mi disse “ per le nove ho appuntamento sotto casa della mia amica Angela per accompagnarla a fare una visita medica, mi daresti un passaggio?”,poi avvicinandosi al mio orecchio sussurrò per non farsi sentire da lui “ se vado con lui buonanotte,ormai oltre al resto,e negato pure a guidare” mi sembrò che avesse marcato la frase ”ormai oltre al resto è negato pure a guidare”, sarà stata mia impressione ma avevo letto una punta di disprezzo in quella frase marcata,le sorrisi “ Certo mamma sarà un piacere per me accompagnarti”.
Lei si alzò dal tavolo “bene vado a prepararmi allora” si allontanò dirigendosi verso la camera da letto,mentre io, incantato, le guardavo il magnifico culo avvolto dalla camicia da notte. Indossai il giubbotto,presi le chiavi della macchina, le urlai dal corridoio che l’avrei aspettata in garage e vi scesi con mio padre,che per tutto il tempo continuò a sparare stronzate,cominciavo davvero a non sopportarlo,trovai pace solo quando salì la rampa e uscì dal garage con la sua auto, con naturalezza mi venne da dirgli “Ma Vaffanculo” e questa volta non lo pensai,ma lo proferii con molto disprezzo.
Aprii l’auto e aspettai in garage, dopo circa dieci minuti sentii dei passi dalle scale, mi voltai,la vidi,bellissima,con i suoi capelli castano mossi sulle spalle,il sorriso stampato sul viso,emanava femminilità da tutti i pori,indossava un soprabito lungo nero abbottonato sul davanti,sotto riuscivo solo a scorgere un paio di calze velate color carne e scarpe tacco dieci, arrivata accanto a me,si voltò verso la rampa e ridendo disse “Se ne andato la lumaca?”, quella frase sicuramente detta riferendosi alla sua andatura di guida,ebbe il potere di sviluppare in me l’ennesimo pensiero perverso,pensai “lumaca perché è lento?o per altro motivo?”, le sorrisi “si si è andato”,“bene allora tolgo questo”, cominciò a sbottonare il soprabito bottone per bottone, quando lo apri’ e lo tolse poggiandolo sul sedile posteriore,nel voltarsi mi trovò a fissarla, era stupenda,indossava un tailleur giacca e gonna di colore grigio scuro,sotto la giacca una camicetta bianca,la gonna leggermente aderente le fasciava lo splendido fisico ed era almeno cinque dita sopra le ginocchia,quella visione paradisiaca di femmina mi fece subito indurire sotto i jeans,la guardavo come un ebete,lei sorrise,”Ohi ma ti sei incantato?” mi destai,“sei bellissima, stai bene con questo tailleur,”sorrise dolcemente “oh quanta galanteria questa mattina” lo disse con voce sensuale mentre mi metteva una mano nei capelli scompigliandomeli,”dai andiamo adulatore che sennò facciamo tardi” e ridendo entrò in macchina.
Risi anche io salendo in macchina,accesi l’auto,ma restai fermo,non ingranai la marcia,mi voltai verso di lei a guardarla,la squadrai da capo a piedi,soffermandomi sulle sue splendide cosce velate che la gonna,salita nel sedersi in macchina, aveva ulteriormente scoperto,”Ohi allora?che vogliamo fare?partiamo?” disse ridendo,annuii con la testa,ingranai la marcia e partii, ma avrei voluto fare e dire altro,le avrei voluto dire “che vogliamo fare?adesso ti dico io cosa vorrei fare,vorrei spegnere quest’auto,infilarti una mano tra le cosce, palpartele,accarezzartele,sentire il loro calore sotto il palmo delle mie mani,vorrei salire lentamente più su,fino a raggiungere la tua intimità,sfiorarla con la punta delle dita,giocare con le grandi labbra per poi infilarti di colpo due dita in fessa,vorrei guardarti negli occhi mentre ti mordi le labbra,mentre sospiri,godendoti il mio più peccaminoso ditalino, vorrei stendermi su di te,allargarti le cosce,e chiavarti chiavarti chiavarti fino a perdere le forze,ecco quello che vorrei fare,altro che ingranare la marcia e partire”.
Avrei voluto dirle tutto questo,in realtà avevo solo messo in moto ed ero uscito dal garage,casa di Angela era ad un quarto d’ora,a causa della pioggia c’era un po' di traffico, questo mi avrebbe permesso di starle accanto ancora per un po', nell’abitacolo l’aria era pregna del suo profumo preferito, Hypnotic di Dior, profumo già di per se arrapante,ma che portato da lei mi dava davvero la sensazione di ipnotizzarmi, guidavo lanciando ogni tanto sguardi veloci alle sue cosce,prese il pacchetto di sigarette che avevo nel porta oggetti,ne prese una sorridendo,la accese,aspirò,rilasciò il fumo “Ne avevo una voglia” disse ridendo,“lo sai che non vuole che tu fumi vero?”,sospirò,”si si lo so gli da fastidio,ma adesso non c’è,e come si dice occhio non vede cuore non duole”sorrisi diabolicamente. Continuai a guidare,il traffico ci rallentava,eravamo fermi nel ingorgo,i nostri discorsi erano sempre pieni di doppi sensi,ad un tratto mi voltai e guardandola le dissi “posso farti una domanda?”,mi guardò curiosa “quale domanda?”,sorrisi, “come mai hai messo soprabito sopra?”sospirò, e guardò fuori dal finestrino.
Passarono due minuti,“Beh allora?io sto ancora aspettando principessa dissi,continuando a guardare fuori dal finestrino fece voce scocciata “ah ma è una fissa la tua?”,si voltò,“ok se non vuoi dirmelo tranquilla”, mi guardò seria “secondo te perché l’ ho messo?” sorrisi “rigiri la domanda?” ridemmo entrambi, “comunque,ti dirò per due distinti motivi” ,”beh sentiamo, quali?”.
Eravamo arrivati sotto casa di Angela con dieci minuti di anticipo e di lei nessuna traccia,accostai la macchina al marciapiedi e la spensi,mi voltai verso di lei e la guardai senza proferir parola,”allora?questi motivi?”,“ora sei tu che vai di fretta?” ridemmo entrambi “posso parlare liberamente?come si parlerebbe ad un amica e non alla propria madre?”,sorrise “beh un po' inusuale però dai fallo”,sorrisi “beh Anna dicevo per due motivi”,mi guardò stranita “Anna??”,sorrisi “beh sei un amica no?”sorrise “vero,dai spara questi motivi stronzo!è così’ che parla un amica no?”,guardai orologio “ma Angela ti ha dato buca?”, sbuffò “fa dieci minuti di ritardo,mi ha mandato SMS mentre eravamo ancora a casa,mi dici questi due motivi?” risi “madonna come sei impaziente”,sbuffò,“bene cara Anna, correggimi se sbaglio, il primo motivo è elementare, fa freddo e piove” lei divertita “bravo, bella scoperta,ora sentiamo il secondo?” guardandola fissa, sorrisi diabolicamente, abbassai lo sguardo fissando le sue cosce e continuando a fissarle le dissi “ il secondo motivo,è perché non volevi far vedere a tuo marito (marcai volutamente la parola tuo marito) che indossavi gonna più corta del solito che mette in mostra le tue cosce”rialzai lo sguardo e la fissai negli occhi,lei sorrise “risp”,la bloccai subito,“e no cara Anna,non mi basta sentire risposta esatta o sbagliata,devi dire frase completa”, lei guardandomi “allora l’ho messo perché altrimenti tuo padre”la bloccai nuovamente “e no! siamo amici non madre e figlio,ho detto tuo marito,non puoi dirmi tuo padre” risi malvagiamente,lei mi guardò sbuffando “stronzo! E va bene, l’ho messo perché altrimenti mio marito (marcò parola come avevo fatto io)avrebbe visto che avevo indossato gonna più corta del solito che avrebbe messo in mostra le mie cosce,contento ora?”.
Sorrisi guardandola arrossire“ti avrebbe rotto le scatole?”sospirò “e me lo chiedi? Avrebbe rotto le palle,da un po di tempo oltre a venir meno su alcune cose,è insopportabilmente palloso,avrebbe fatto un casino,sto cominciando a detestarlo”,la vidi rattristita,era ancora più bella se possibile, le accarezzai il viso,”scusami,volevo solo scherzare un po” le dissi falsamente ben sapendo che il mio gioco era un altro,sorrise “non ti preoccupare la colpa è del palloso”,scoppiai a ridere, “beh rifatti alle sue spalle,in ospedale mettiti a scosciare con qualche dottorino,hai visto mai che…..”
Sorrise “ma smettila stronzo”,decisi di affondare un colpo “è un vero peccato coprirle,hai delle cosce stupende Anna”frase che dissi fissandola negli occhi,ci fu un silenzio tombale,mi portai mano sinistra sulla patta gonfia e guardandola le dissi “guarda qua che effetto mi fanno”,abbasso sguardo fissando il bozzo,non parlava,si mordeva labbro inferiore,ne approfittai,allungai la mia mano destra e accarezzai la sua coscia sinistra, sentii il calore del suo corpo sotto il palmo della mano,ci guardavamo,in macchina regnava il silenzio,arrivai all’interno coscia,quando fissandomi,la sua mano blocco la mia “toglila!hai capito toglila!ma che stai facendo?”sorrisi “nulla Anna”, “ho detto toglila,e non sono Anna,sono tua madre”,tolsi la mano,”guarda che stavo scherzando mamma”,mi fissò “a casa mia quella si chiama palpata non si chiama scherzo,comunque finiamola qui,”.
Si era fatta seria,vide Angela “eccola,ci vediamo a casa,mi riaccompagna lei,” prese soprabito da dietro,scese dalla macchina e lo abbottonò,si incamminò verso l’amica, avevo già messo in moto,quando improvvisamente la vidi voltarsi e tornare indietro,arrivò al finestrino lato guida “hai dimenticato qualcosa?”sospirò “guardami,quello che ci siamo detti e che hai fatto e nato e morto in questa macchina vero?”feci cenno si con la testa,sorrise “bene,mi raccomando non dire a mio marito (altra marcata del termine marito) che ho messo gonna più corta,tanto arriverò a casa prima di lui,e comunque grazie per il complimento alle mie cosce”, “figurati Anna” sorridemmo entrambi e lei andò via raggiungendo Angela.
Misi in moto auto e partii,accesi lo stereo e ironia della sorte una stazione privata trasmetteva un vecchio pezzo di Bennato “Viva la Mamma”,scoppiai a ridere, istintivamente mi tastai il bozzo duro da sopra i jeans, pensai a suo marito, pensai a lei,e mi ritrovai a dire “bene bene il dado è tratto, ora non resta che organizzarsi per affondare il colpo”

Continua
scritto il
2017-04-04
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