Pillole d'infedeltà
di
LA LALLA
genere
tradimenti
Rieccomi qui dopo più di un anno di assenza. Sono Lalla… una quasi quarantenne sposata con un uomo che non ancora capito quanto troia io sia! Bella da guardare e con un fisico che, a detta di amici e parenti, è paragonabile a quello di una ragazzina. I complimenti più belli mai indirizzati alla mia persona sono sempre stati quelli ricevuti mentre sfoggiavo un costume da bagno su qualche spiaggia assolata o qualche piscina affollata. E’ proprio in una di queste occasioni vacanziere che ho potuto vivere una delle esperienze erotiche più eccitanti della mia vita. Ho un marito splendido, nel fisico e nell’anima, e non farei cambio con nessun’altro, ma la mia indole di “zoccola inside” mi obbliga ad avere esperienze extraconiugali che poi, per la felicità del mio consorte, tramuto in ipotetiche fantasie erotiche. Per farla breve ho una fervida immaginazione sessuale con la quale devo convivere ogni giorno e questa volta, come poche altre volte mi è capitato, sono riuscita a realizzare nella maniera più eccitante possibile. Sono in spiaggia a Vieste e mio marito mi chiede: “Cosa mangiamo a mezzogiorno?” Rispondo un po’ scocciata che nel frigo c’è il necessario per fare una pasta come Dio comanda. Le sue lamentele mi convincono ad alzarmi per andare al supermercato e comprare del buon pesce fresco. Ho il costume bagnato e questo mi infastidisce alquanto. Mi infilo un vestitino bianco e aderentissimo poi, colta da un vero e proprio raptus decido di esagerare, tolgo reggiseno e mutandine rimanendo completamente nuda là sotto. Presumo che nessuno se ne sia accorto a parte me, tuttavia se qualcuno mi guarda attentamente può intravedere i miei grandi e paffuti capezzoli e se si concentra un attimino può godere della mia patatina completamente depilata e contornata da un erotico triangolino di pelle non abbronzata. Vincendo un fastidioso imbarazzo, ma eccitata dalla situazione che io stessa ho creato, mi dirigo verso il supermercato. Entro nello stesso istante in cui un ragazzo con non più di vent’anni fa l’elegante e mi lascia passare per prima. Ho un fremito di libidine pura nel momento in cui mi accorgo che lui ha visto tutto quello che ho da mostrare. Per un secondo mi metto nei suoi panni e vedo una splendida M.I.L.F. che gira tranquillamente in un negozio affollato con un vestito trasparente capace di mostrare ogni erotico segreto. Mentre imbocco la prima corsia abbasso lo sguardo e vedo la mia “terza” abbondante in bella vista. La forma e il colore dei miei capezzoli risalta sotto il fine tessuto di candido cotone in maniera abnorme. La gonna del vestitino mi copre a malapena le natiche e se mi piego anche solo un pochino, posso mostrare il paradiso a chiunque sia dietro di me… E così sia! Il ragazzo mi ha seguita e con occhio languido sta osservando ogni mio movimento. Non riesco a trattenere l’eccitazione e per raccogliere una scatoletta di tonno mi accovaccio a novanta gradi. So benissimo che il vestito non riuscirà a coprire tale estensione, quindi, con le labbra fradice di eccitazione mostro tutto al mio ammiratore. Non mi capacito di cosa sto facendo: una moglie, una donna matura e diplomata al conservatorio, impegnata a mostrare la fica a un ragazzo che potrebbe essere comodamente il proprio figlio. Mi sforzo di darmi un contegno, ma ormai mi è partito “l’embolo” e non riesco più a fermarmi. Sulla corsia successiva mi abbasso e con le cosce ben aperte in direzione del mio fedele inseguitore faccio finta di leggere le istruzioni riportate su un inutile gira spaghetti. Mi sono necessari più di un paio di minuti per capire come deve essere usato l’attrezzo, ma nel frattempo, a gambe spudoratamente aperte, godo nel vedere la portentosa erezione provocata da me in un portatore sano di pene enorme. Rimango letteralmente allibita alla vista di ciò che si è indurito sotto ai pantaloni di un boxer da bagno leggerissimo e mi compiaccio nel capire che non sono l’unica a girare per Vieste senza mutande! Cristo Santo!.... posso vedere ogni singola vena di quel membro maschile teso a dismisura e sono in grado di apprezzare la vista di un glande enorme, intento a spingere contro l’elastico allacciato ad una vita scolpita in addominali di marmo, come per dire: “FATEMI USCIRE DI QUI!”. Mi alzo avvertendo distintamente le mie piccole labbra schiudersi e rilasciare tutto il liquido della mia eccitazione perversa. Sento di essere bagnata fino a metà coscia e questo mi provoca imbarazzo, ma allo stesso tempo una vampata di piacere immenso mi percorre il corpo al pari di una scarica elettrica. Arrivo alla cassa con il mio fedele e giovanissimo scudiero alle spalle che, purtroppo per me, ha capito cosa deve fare. Mentre siamo diligentemente in fila non perde l’occasione di accusare una spinta da parte di qualche maleducato e farmi sentire il suo membro contro le natiche. Provo a far finta di niente, ma a ogni sua pressione inarco i fianchi all’indietro per assaporare tanta virilità. In completo stato confusionale pago ed esco. Solo per aspettarlo imito una persona in difficoltà con le borse. Lui esce e da gran cavaliere si offre di aiutarmi. Non dico di no, anzi, gli prometto una bibita fresca come ricompensa per lo sforzo. Sono cinquecento metri da percorrere a piedi prima di arrivare all’appartamento preso in affitto, e in quel breve tragitto cerco di chiacchierare del più e del meno, ma i miei occhi sono completamente rapiti da una mazza di carne dura che preme contro i pantaloncini del ragazzo. Sono completamente ipnotizzata da tale visione; lui se n’è perfettamente reso conto e non fa niente per nascondere il suo imperioso gonfiore che calamita lo sguardo di ogni donna incontrata. Cade una spallina liberando completamente mezza aureola del mio seno destro. Solo la punta turgida del capezzolo impedisce al vestito di liberare per intero la splendida e dondolante forma di una delle mie tette. Con un movimento dolcissimo e arrapante lui risolleva il nastrino fin sopra la mia spalla e con voce profonda esclama: “Prendi il sole in topless?!... Domani ti cercherò in spiaggia…!”
Sorrido compiaciuta, ma a proposito di coniuge, lo vedo a trenta metri da me ed intento a giocare con il suo smart phone. Attraverso la strada con una scusa e urlando a squarciagola lo avviso che entro un’ora il pranzo sarà pronto. Imbocco il vialetto d’entrata al mio appartamento con un senso di vergogna impegnato a corrodermi l’anima, tuttavia qualcosa mi dice che non posso perdere un’occasione tanto ghiotta: un ragazzo di vent’anni che, con un’erezione incredibile sotto ai pantaloni, dimostra quanto io ancora riesca ad eccitare un uomo. Apro la porta dell’appartamento e mentre chiedo al mio “facchino” di appoggiare le borse sul tavolo, apro il frigo e nel momento in cui chiedo se preferisce una coca o una birra sento le sue mani avvolgersi attorno ai miei seni. Mi palpa con forza, poi mi abbassa le spalline e in un attimo i miei capezzoli gonfi sono fra le sue dita. Me li stringe delicatamente, li tira e li stuzzica come da anni non lo sentivo fare. Mi appoggia la lingua sul collo e la fa scorrere su e giù fino alla base dell’orecchio. Non riesco a sollevare obiezioni e la mia mano destra scivola sul suo pacco. Entro sotto i boxer e afferro un coso enorme, forse il doppio di quello di mio marito. Non riesco a trattenere un gemito di piacere, mentre fra le mie dita comincia a scivolare un glande enorme e scivoloso. In un paio di secondi mi ritrovo completamente nuda. Una delle sue mani è completamente avvinghiata a una delle mie tette e l’altra, invece, è scivolata giù… in mezzo alle mie labbra fradice e sta martoriando un clitoride gonfio e prossimo all’orgasmo. Non prendo la pillola e questo sarebbe uno dei miei giorni no… quindi afferro una cappella enorme e con qualche dubbio l’appoggio al mio buco contro natura. Sono talmente eccitata che la prospettiva di essere letteralmente inculata da uno sconosciuto non mi disturba affatto. Lui è bagnatissimo e io pure… quindi…
Il suo glande grosso e viola mi penetra il didietro senza alcuna fatica. Urlo di piacere nel sentire il mio culo sfondato da tanta virilità e subito chiedo di più. Mi piego per terra assumendo la posizione di una cagna in calore e allo stesso tempo imploro per averne ancora. Lui spinge senza farsi problemi ed io accolgo i suoi tanti centimetri di uccello nel mio culo. Sono in paradiso! Ha afferrato le mie creste iliache ed ora mi sta pompando come un forsennato. E’ talmente bravo da infilarmi due dita nella fica e nel frattempo mi insulta come mai mi era capitato nella vita. L’incredibile situazione mi porta a venire solo alla prima pompata e non riesco a trattenermi dall’urlare. Lui continua dentro e fuori per un altro mezzo minuto e quando viene chiamandomi “troia”… io lo faccio nuovamente insieme a lui. Sento i suoi spasmi di piacere e il suo sperma invadermi le viscere provocando in me un godimento indescrivibile. Penso sia tutto finito e invece lui si toglie dal mio culo e in un attimo mi ritrovo seduta sul bancone della cucina a gambe aperte. Sento una lingua calda e scivolosa leccare il mio nido fradicio di umori. Afferro per i capelli il giovane amante e violentemente gli insegno quanto si possa osare di lingua con una M.I.L.F. Un minuto dopo mi sento afferrare per le natiche ritrovandomi in braccio ad un nerboruto individuo e penetrata dal più grosso uccello che io abbia mai visto e sentito. Mi solleva e mi abbassa con una facilità incredibile. Non devo far niente, se non godere di quella mazza enorme che mi sta allargando a dismisura. Ormai non capisco più nulla e la puttana nascosta dentro di me prende il sopravvento obbligandomi ad urlare: “Sborrami dentro! Lo voglio tutto! Vai tranquillo….” Lui non si fa pregare e un attimo dopo mi riempie con il suo giovane e portentoso seme. Vengo insieme a lui al solo pensiero di averlo appena accolto nel mio culo. Il nostro piacere dura meno di trenta secondi, poi lui si toglie soddisfatto obbligandomi a rilasciare il suo sperma direttamente sul pavimento. Respirando a fatica lo ringrazio chiedendogli di sparire senza commentare. Se n’è andato in silenzio, ma il giorno dopo si è ripresentato in spiaggia… e io ho preso il sole in topless fino quasi a mezzogiorno, poi sono tornata a fare la spesa senza lamentarmi!
Sorrido compiaciuta, ma a proposito di coniuge, lo vedo a trenta metri da me ed intento a giocare con il suo smart phone. Attraverso la strada con una scusa e urlando a squarciagola lo avviso che entro un’ora il pranzo sarà pronto. Imbocco il vialetto d’entrata al mio appartamento con un senso di vergogna impegnato a corrodermi l’anima, tuttavia qualcosa mi dice che non posso perdere un’occasione tanto ghiotta: un ragazzo di vent’anni che, con un’erezione incredibile sotto ai pantaloni, dimostra quanto io ancora riesca ad eccitare un uomo. Apro la porta dell’appartamento e mentre chiedo al mio “facchino” di appoggiare le borse sul tavolo, apro il frigo e nel momento in cui chiedo se preferisce una coca o una birra sento le sue mani avvolgersi attorno ai miei seni. Mi palpa con forza, poi mi abbassa le spalline e in un attimo i miei capezzoli gonfi sono fra le sue dita. Me li stringe delicatamente, li tira e li stuzzica come da anni non lo sentivo fare. Mi appoggia la lingua sul collo e la fa scorrere su e giù fino alla base dell’orecchio. Non riesco a sollevare obiezioni e la mia mano destra scivola sul suo pacco. Entro sotto i boxer e afferro un coso enorme, forse il doppio di quello di mio marito. Non riesco a trattenere un gemito di piacere, mentre fra le mie dita comincia a scivolare un glande enorme e scivoloso. In un paio di secondi mi ritrovo completamente nuda. Una delle sue mani è completamente avvinghiata a una delle mie tette e l’altra, invece, è scivolata giù… in mezzo alle mie labbra fradice e sta martoriando un clitoride gonfio e prossimo all’orgasmo. Non prendo la pillola e questo sarebbe uno dei miei giorni no… quindi afferro una cappella enorme e con qualche dubbio l’appoggio al mio buco contro natura. Sono talmente eccitata che la prospettiva di essere letteralmente inculata da uno sconosciuto non mi disturba affatto. Lui è bagnatissimo e io pure… quindi…
Il suo glande grosso e viola mi penetra il didietro senza alcuna fatica. Urlo di piacere nel sentire il mio culo sfondato da tanta virilità e subito chiedo di più. Mi piego per terra assumendo la posizione di una cagna in calore e allo stesso tempo imploro per averne ancora. Lui spinge senza farsi problemi ed io accolgo i suoi tanti centimetri di uccello nel mio culo. Sono in paradiso! Ha afferrato le mie creste iliache ed ora mi sta pompando come un forsennato. E’ talmente bravo da infilarmi due dita nella fica e nel frattempo mi insulta come mai mi era capitato nella vita. L’incredibile situazione mi porta a venire solo alla prima pompata e non riesco a trattenermi dall’urlare. Lui continua dentro e fuori per un altro mezzo minuto e quando viene chiamandomi “troia”… io lo faccio nuovamente insieme a lui. Sento i suoi spasmi di piacere e il suo sperma invadermi le viscere provocando in me un godimento indescrivibile. Penso sia tutto finito e invece lui si toglie dal mio culo e in un attimo mi ritrovo seduta sul bancone della cucina a gambe aperte. Sento una lingua calda e scivolosa leccare il mio nido fradicio di umori. Afferro per i capelli il giovane amante e violentemente gli insegno quanto si possa osare di lingua con una M.I.L.F. Un minuto dopo mi sento afferrare per le natiche ritrovandomi in braccio ad un nerboruto individuo e penetrata dal più grosso uccello che io abbia mai visto e sentito. Mi solleva e mi abbassa con una facilità incredibile. Non devo far niente, se non godere di quella mazza enorme che mi sta allargando a dismisura. Ormai non capisco più nulla e la puttana nascosta dentro di me prende il sopravvento obbligandomi ad urlare: “Sborrami dentro! Lo voglio tutto! Vai tranquillo….” Lui non si fa pregare e un attimo dopo mi riempie con il suo giovane e portentoso seme. Vengo insieme a lui al solo pensiero di averlo appena accolto nel mio culo. Il nostro piacere dura meno di trenta secondi, poi lui si toglie soddisfatto obbligandomi a rilasciare il suo sperma direttamente sul pavimento. Respirando a fatica lo ringrazio chiedendogli di sparire senza commentare. Se n’è andato in silenzio, ma il giorno dopo si è ripresentato in spiaggia… e io ho preso il sole in topless fino quasi a mezzogiorno, poi sono tornata a fare la spesa senza lamentarmi!
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