Dopo la doccia
di
Anonima
genere
etero
Giulio aveva appena finito di farsi la doccia, e venne in camera da letto in accappatoio e ciabatte. Seduto sul letto, lo guardavo asciugarsi davanti al grande specchio dell'armadio, mentre chiacchieravamo del più e del meno. Il mio sguardo era attratto dal suo uccello, e dentro di me la voglia di provarlo cresceva a dismisura.
Pensai che un'occasione così non mi sarebbe ricapitata e decisi di passare all'attacco:
"Hai davvero un bell'uccello, sai?", dissi.
"Grazie!", rispose lui un po' sorpreso.
"Mi sta facendo venir voglia di farti un pompino!", incalzai.
Giulio allora si girò e lasciò cadere l'accappatoio per terra, senza dire una parola.
Io mi sfilai la maglietta rimanendo in pantaloncini e mi inginocchiai davanti a lui, a pochi centimetri dal suo cazzo. Lo presi con una mano, mentre con l'altra gli accarezzavo i coglioni, e lo scappellai.
"Serviti pure!", disse lui, "Fammi vedere cosa sai fare! Fammi godere!".
Gli strinsi forte il cazzo ed iniziai a menarlo lentamente, sentendolo pian piano ingrossarsi fra le dita frementi. Passai timidamente la lingua sulla cappella, la cui pelle man mano si tendeva e prendeva colore, poi scesi lungo il tronco, gli leccai lo scroto con cura, e poi tornai a leccargli il glande, facendolo sobbalzare più volte a colpi di lingua. Lo presi poi in bocca, succhiandolo con gusto e facendolo scivolare fuori, più e più volte. Il cazzo di Giulio ormai grosso e duro svettava davanti a me in piena erezione, puntato verso la mia bocca come un'arma pronta a scaricarmi addosso il suo caricatore di sperma. Lo accarezzai dolcemente per tutta la sua lunghezza, sentendolo pulsare dall'arrapamento sotto le dita.
"È davvero bellissimo", dissi guardando Giulio dal basso.
"Ti piace proprio, eh?", disse lui.
"È favoloso!", dissi baciandogli la cappella e prendendola poi in bocca.
Iniziai a succhiarlo e a spompinarlo, mentre continuavo a carezzargli i coglioni e a menare la parte di cazzo che non riuscivo a prendere in bocca. Ogni tanto lo tiravo fuori e gli leccavo la cappella tutt'intorno, scendevo lungo l'asta sfiorandola con le labbra, gli leccavo i coglioni, risalivo leccandolo con la punta della lingua fino sullo spacchetto del glande, e poi lo riprendevo fra le labbra. Il sapore del suo uccello mi eccitava e mi inebriava, e dentro di me sentivo crescere la voglia di bere il suo sperma.
Smisi per un attimo di succhiarlo e lo menavo lentamente, con la cappella a pochi centimetri dalle mie labbra, gustandomi il suo profumo intenso ed il sapore che ancora sentivo in bocca. "Non solo è bello," dissi guardando Giulio, "ma è anche buonissimo!"..
"Si vede da come lo succhi che ti piace!", disse lui.
"Ha un sapore meraviglioso...", gli risposi, "Te lo succhierei per ore intere!".
"Se continui a succhiarmelo così bene", disse Giulio "mi farai venire molto prima!".
"Non vedo l'ora!" gli dissi,
"Muoio dalla voglia di assaggiare il tuo sperma! Ti succhierò il cazzo fino a farti schizzare un mare di sborra!". Ripresi in bocca il suo membro e ricominciai a sbocchinarlo con gusto, succhiandolo e ciucciandolo.
"Sì, succhia!", disse Giulio,
"Succhia, continua! Sei davvero bravo! Che pompino fantastico! Vedrai che ti faccio annegare nella sborra!".
Le sue parole mi eccitarono ancora di più, e le dimensioni dei suoi testicoli che si riempivano sotto le mie carezze sembravano confermarle. Tirai fuori dalla bocca il suo pisellone e tenendolo con una mano cominciai a passarci sopra le labbra socchiuse per tutta la sua lunghezza, dalla base alla cappella e viceversa, mentre con la punta della lingua gli davo rapide leccate. Fu allora che mi vidi nello specchio con il cazzo di Giulio sulle labbra, e la mia foia aumentò ancora. Lo ripresi con convinzione fra le labbra ed iniziai a spompinarlo con foga, mentre gli accarezzavo i glutei e glieli stringevo forte. Giulio mi prese delicatamente la testa fra le mani ed iniziò a muovere il bacino accompagnando il mio pompino.
"Bravo, così!", gemeva arrapatissimo. "Succhialo, succhialo tutto! Aaah! Che pompino! Continua, continua! Dai, voglio venirti in gola!".
Giulio ormai mi scopava in bocca, in preda all'estasi che il mio bocchino gli procurava, ed io cercavo di accompagnare i suoi movimenti con la testa, mentre con le mani continuavo ad accarezzargli i glutei e nel contempo cercavo di guidarlo per coordinare il mio pompino con le sue spinte per evitare che mi spingesse l'uccello troppo in fondo alla gola. Mugolando di piacere mi godevo il suo grosso e turgido cazzo che mi scorreva fra le labbra, sentendo ormai vicino il momento in cui mi avrebbe scaricato in gola il contenuto dei suoi coglioni.
"Meraviglioso, meraviglioso!", gemeva Giulio, "Fra poco esplodo e ti inondo di sborra!".
Io smisi di accarezzargli le natiche e fermai il suo andirivieni nella mia bocca. Smisi di spompinarlo ed iniziai a massaggiargli i coglioni carichi di sborra ed a menargli il cazzo con foga.
"Sì, esplodi!", gli dissi eccitatissimo. "Vieni, schizza, sborrami in bocca!".
"Dai, dai!", mi incitava lui, "Così, così, fammi venire!".
"Sì, fammi bere il tuo sperma! Dammelo, dammelo!", lo supplicai prima di prendergli in bocca la cappella ormai purpurea e tesa dal godimento. Gli masturbavo l'uccello infoiatissimo, mentre gli succhiavo il glande rovente con una foga incredibile, e ad ogni succhiata sentivo Giulio fremere sempre più prossimo all'orgasmo e la mia sete di sperma sempre più forte.
"Ecco, ecco!" ansimò finalmente Giulio, "Vengo, vengo! Bevi tutto! Bevi!".
Il corpo di Giulio si tese e si inarcò, ed io sentii il suo cazzo dapprima ingrossarsi ed irrigidirsi nella mia mano e fra le mie labbra, e poi iniziare a pulsare nell'eiaculazione.. Il primo fiotto di sperma rovente mi colpì il palato come uno schizzo di champagne a suggellare quel meraviglioso pompino, ed i successivi mi riempirono in pochi attimi la bocca.
"Bravo, ingoia tutto! Aaaah!" mugolava estasiato Giulio, mentre io gustavo i caldi fiotti di seme caldo e denso che il suo cazzo mi pisciava in bocca. Li assaporavo con voluttà, gustando il meraviglioso sapore dello sperma che mi riempiva la bocca, e li ingoiavo lentamente. Aveva proprio ragione lui: il fiume di sperma che mi riversò fra le labbra non mi avrebbe certo fatto annegare, ma sicuramente feci fatica a tenerlo tutto in bocca prima di ingoiarlo senza perderne neppure una goccia. Gli menai il cazzo e gli succhiai la cappella finché non mi ebbe schizzato in gola anche l'ultima goccia di sborra.
"Mmmmmh, che delizia!", dissi poi guardandolo e leccandomi le labbra. "La tua sborra mi piace da impazzire!", gli sussurrai subito dopo, riprendendo a ciucciargli l'uccello che nonstante la sborrata era rimasto ancora abbastanza in tiro.
"Si vede che ti piace!", disse lui, "Una sborrata non è basta a dissetarti, eh?".
"Ne berrei a litri!" risposi tra una leccata e l'altra, "Ha un sapore meraviglioso!".
Gli ripresi ancora in bocca l'uccello e sentii che stava riprendendo la sua durezza e la sua grossezza. pensai allora che anche il mio culo smaniava di ricevere la sua dose di cazzo.
"Succhialo, succhialo ancora! Sei davvero fantastico!", disse Giulio, "Ci vorrà un po', ma vedrai che potrai bere ancora tanto sperma!"
"Aspetta", dissi io, finendo di spogliarmi, mentre Giulio, col cazzo duro e lucido di saliva mi guardava forse intuendo le mie intenzioni. Mi misi allora sul letto a pecora, e vidi Giulio che aveva lo sguardo puntato fra le mie natiche.
"Visto che ci vorrà un po'", gli dissi, "perché intanto non m'inculi? Dai, ti prego, mettimelo nel culo, muoio dalla voglia!".
Mi insalivai due dita e mi lubrificai abbondantemente l'ano:
"dai, fammelo provare, scopami!" gemetti, mentre mi infilavo un dito in culo per invogliarlo. In realtà non ce n'era alcun bisogno, perché la voglia che lui aveva di incularmi era forse seconda solo alla mi voglia di essere penetrato dal suo splendido uccello.
"Ti inculerò con vero piacere!" disse inginocchiandosi sul letto dietro di me.
"Non potrei certo deludere un così bel culetto!", aggiunse appoggiandomi la punta del cazzo sul buco del culo che fremeva di essere sfondato.
"Ecco qui il mio cazzo tutto per te, Goditelo!" disse poi spingendomi lentamente il suo cazzone nel culo. Centimetro dopo centimetro, il suo uccello duro si fece strada nel mio retto, finché dopo secondi meravigliosi ed interminabili non fu tutto dentro.
"Ti fa male?" chiese Giulio premuroso.
"No, anzi, è meraviglioso!", dissi io sentendo il culo pieno della sua carne calda e durissima.
"Hai un cazzone così grosso! È fantastico! Scopami, ti prego!" dissi.
"Certo che ti scopo, stai tranquilla...", disse lui iniziando lentamente a muoversi avanti e indietro,
"Ti scoperò fino a farti gridare di godimento!".
Mi prese per i fianchi e cominciò pian piano ad aumentare la velocità della scopata e la profondità dei colpi via via che sentiva che il mio culo si allargava adattandosi alle dimensioni del suo cazzo.
"Sì, fottimi, fottimi! Lo voglio tutto, tutto nel culo! Dammelo tutto!", lo incitavo, sentendo l'ano sfondato che ormai accoglieva docilmente il membro di Giulio.
"Prendilo, sì! Eccotelo, è tutto nel tuo culo, godi! Godi!" ansimava lui, mentre io, godendo con la sua mazza dura come il ferro piantata fra le chiappe, mugolavo come una troia:
"Sì, godo, godo!! Hai un cazzo enorme, è stupendo! Sfondami il culo, dai, così!". Giulio mi fotteva ormai arrapatissimo rovistandomi nel culo, muovendosi con facilità nel mio retto ormai rilassato. Mi piantò il suo cazzone più a fondo che potè nel culo e cominciò a roteare il bacino, in modo da allargarmi l'ano ancora di più e da massaggiarmi il retto con la sua sbarra di carne.
"Che meraviglia..." mugolai io, "Sei fantastico! Aaaaaaaaah, sì! Che bello!".
Giulio riprese a fottermi, e mi trapanò il culo per alcuni stupendi minuti, finché non si fermò e non mi sfilò dal retto il suo pisellone. Per un attimo mi sentii svuotato, e sentivo di avere ancora una gran voglia del cazzo di Giulio nel mio culo. Ma fu solo un attimo: Giulio mi fece alzare e si sdraiò sul letto, con il cazzo che svettava, duro e lucido.
"Dai, montami sopra ed impalati!", mi ordinò. Io salii in piedi sul letto, dandogli le spalle, e piegando le gambe mi abbassai finché sentii la carne del suo uccello sulle mie chiappe. Appoggiai le mani sul letto dietro di me per sorreggermi, mentre Giulio mi guidò il bacino fino a che la punta del suo uccello non fu al centro delle mie chiappe, appoggiata al buchetto fremente. Mi impalai lentamente sul suo stupendo cazzo, fino a farlo penetrare tutto nel culo, iniziando poi a muovere su e giù il bacino. Godevo da impazzire sentendo il culo di nuovo pieno della meravigliosa carne del cazzo di Giulio, e per far aumentare il suo godimento rilassavo lo sfintere mentre il suo uccello mi penetrava, e lo contraevo mentre muovevo in alto il bacino.
Guardai nello specchio, e rimasi immobile a gustarmi la visione dell'uccello di Giulio infilato nel mio culo. Lui allora mi prese per i fianchi, sostenendomi, ed iniziò a muoversi fottendomi con ampi movimenti. Io guardavo estasiato nello specchio il buco del mio culo accogliere ormai con naturalezza il grosso pisello di Giulio, e contemporaneamente godevo nel sentire il suo uccello scoparmi.
"Che bello, che bello!", quasi gridai, come lui aveva previsto,
"Fottimi, inculami col tuo cazzone! Sfondami, dai, dai!!". La velocità con cui prese a fottermi diventò fantastica, tanto che nella foga un paio di volte il suo uccello mi uscì dal culo. Mi bastò riabbassarmi col bacino fin sulla punta del suo cazzo per riprenderlo ancora fra le chiappe e continuare la scopata.
Quando per la terza volta il suo cazzo nella foga mi uscì dal culo, Giulio mi fece mettere in piedi con il busto piegato in avanti e le mani appoggiate sul letto, con il culo rivolto verso lo specchio. Lui si mise dietro di me e mi infilò ancora nel culo il suo attrezzo di godimento. Mentre mi inculava mi piegò dolcemente la testa in avanti, in modo che potessi guardare fra le mie gambe.
"Guarda!" disse ansimando mentre continuava a fottermi. "Guarda come te lo infilo nel culo! Ti piace, eh, essere inculato! Prendi, troia, prendilo tutto!".
Io guardavo nello specchio, e vedevo l'uccello di Giulio affondarmi nel culo con grande facilità, ed ogni affondo mi procurava brividi di piacere.
"Sì, sbattimi!", mugolavo dal godimento,
"Hai un cazzone fantastico, è così grosso e duro! Sfondami il culo, dai, fammelo arrivare in gola!".
Giulio ormai era arrapatissimo e mi scopava dando colpi profondi e veloci, mentre ansimava ormai prossimo all'orgasmo.
"Sì, sì, allarga le chiappe che te lo sbatto dentro fino ai coglioni! Bravo, così!".
Bastarono pochi altri colpi perché l'orgasmo lo cogliesse prepotente ed inarrestabile.
"Ecco! Sto per venire!" annunciò sfilandomi il manico dal culo ed iniziando a menarselo.
"Vieni a goderti la mia sborra, dai!". Rapidamente mi girai e mi inginocchiai davanti a lui accarezzandogli le cosce ed i glutei mentre lui si menava l'uccello a pochi centimetri dalle mie labbra.
"Sì, schizzami in bocca, ho sete di sborra!" dissi subito prima di prendere in bocca la sua cappella che faceva ormai fatica a trattenere lo sperma.
Non potevo fare altro che succhiargli la cappella, dandogli rapide slinguate, perché Giulio si segava a gran ritmo ormai prossimo alla seconda sborrata. Io succhiavo avidamente attendendo impaziente che bollenti fiotti di sborra sgorgassero ancora dal suo uccello, finché Giulio non mi schizzò ancora fra le labbra il caldo premio per il godimento che gli avevo dato con il culo e con la bocca! Mi sborrò in gola due o tre fiotti di nettare, lasciando poi che fossi io a menargli il cazzo per farne sprizzare fuori tutto il prelibato succo. Assaporai ancora l'intenso sapore dello sperma che ingoiai avidamente, continuando a succhiare ed accarezzare il cazzo di Giulio, a baciarlo ed a leccarlo, finché lui, esausto, non si sedette lasciandosi cadere sul divano.
In ginocchio fra le sue gambe, gli baciai ancora la cappella e gli chiesi:
"Promossa?". "Col massimo dei voti!" fu la sua risposta!
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