La casa

di
genere
etero

Una calda serata di metà luglio, una di quelle sere in cui la temperatura è pari a quella delle giornate primaverili, la luna piena si staglia nel cielo buio, un gruppo di amici, ragazzi e ragazze, che si ritrovano al solito bar per stare insieme.
Dopo qualche ora tra una chiacchiera e qualche bicchiere di birra subentra la noia.
“Ragazzi che vogliamo fare stasera? Mica vorrete rimanere qui ad annoiarci vero?” chiese Annalisa rivolgendosi a tutti i suoi amici.
“Vogliamo andare a ballare?” rispose Debora.
“A me non va” disse Valerio, “a me neanche” disse Giuliano.
“In quale disco vorresti andare?” domandò Luca rivolto a Debora.
“Al Tritium”
“No, no non mi piace c’è troppa gente, le piste sono sempre strapiene” bocciata per me, rispose Luca.
“Bowling?” propose Alessio.
“E’ chiuso per ferie, ci sono passato davanti ieri sera” disse Valerio.
“Come non detto.”
“Torneo a biliardino?”propose Roberto.
“E basta con questo biliardino! Solo a quello pensi!” lo apostrofò Valentina.
“Piace un po’ a tutti..o no?” ribatté Roberto ma senza trovare sostegno da parte degli altri componenti del gruppo.
“Andiamo al cinema?”fu la proposta di Luca.
“Non ci sono film belli da vedere in questo periodo” ribatté Debora.
“Confermo quello che dice la Debby” disse Valerio.
“Che palle ragazzi! Possibile che non riusciamo a trovare una cosa da fare stasera? Ora me ne vado a casa, mi metto sul divano, in canotta e mi guardo un film su sky con i pop corn!” disse ironicamente Alberto.
“Che bello spettacolo devi essere cosi!” esclamo ridendo Debora.
“Simpatica….”
“Monopoli?” propose Giorgia, la più giovane del gruppo.
“Che noia!”, “Ma va!”, “No ti prego!” furono alcune delle risposte alla sua proposta.
“Ok, allora rimaniamo qui a guardarci in faccia” controbatté Giorgia.
Tra altre proposte e poca voglia di fare qualcosa passò il tempo fin quando arrivò l’orario di chiusura del bar, a questo punto alcuni decisero di andare a casa mentre altri non avendo voglia di rincasare si spostarono nel vicino parco pubblico.
Erano rimasti in 5: Luca, Alessio, Valerio, Giorgia e Valentina.
Mentre gli altri parlavano del più e del meno Luca si allontanò da loro per fumarsi una sigaretta, si appoggiò ad una ringhiera dalla quale si poteva vedere la strada sottostante, poi alzò lo sguardo e fissò la piccola collina che aveva davanti e che era illuminata dalla luna e gli venne in mente una cosa.
Finì la sigaretta in fretta e tornò dagli amici e disse loro: “Ho trovato cosa fare!”
Gli altri lo guardarono con aria perplessa.
Alessio: “Andarsene a casa!”
Valerio:“Dai spara”
“Hai detto quasi giusto Ale, non andare a casa, ma in una casa….”
Gli amici lo guardavano sempre più perplessi.
Valerio: “Vuoi andare a rubare???”
Luca si mise a ridere: “Ma no! Voglio andare in QUELLA casa….”disse indicando la collina.
“Cosa??” dissero insieme Giorgia e Alessio.
“Sei impazzito?” continuò Giorgia.
Luca non rispose ma si divertiva a guardare le facce dei suoi amici, chi era sorpreso e chi spaventato dall’idea, l’unico che rimase impassibile fu Valerio.
“Non sto scherzando e non sono impazzito, voglio entrare in quella casa. Chi di voi vuole venire con me?”
Nessuno parlò. Il silenzio si protrasse per parecchi secondi.
Poi Valerio disse: “Io ci stò.”
“Io no” fu la risposta di Alessio.
“Io vengo” disse Giorgia.
“Non ti devi sentire in obbligo di farlo, se non vuoi venire lo capisco benissimo” disse Luca.
“Non mi sento in obbligo di fare niente, vengo perché voglio venire. Quella casa mi ha sempre incuriosita per cui io ci sono.”
Luca: “Va bene, tu Vale che vuoi fare?”
Valentina, che è la ragazza di Luca, guardò il fidanzato, poi Giorgia e alla fine disse che accettava.
Alessio salutati gli amici prese la strada di casa, mentre gli altri quattro salirono a bordo dell’auto di Luca e partirono alla volta della collina.
La “casa” è una costruzione di due piani degli inizi dell’800, fu dimora di una famiglia nobile che controllava i territori della zona, poi con la decadenza della famiglia anche l’edificio fu abbandonato e ora si trova in pessime condizioni.
La particolarità della costruzione sta nel fatto che, si dice, sia abitato da uno spirito, per la precisione dallo spirito di un uomo che cerca la sua sposa.
Leggenda narra che durante un incidente morì la giovane moglie di uno dei figli del capo famiglia e questi non seppe mai darsi pace per questo fino a suicidarsi.
Dopo alcuni mesi i domestici della casa iniziarono a vedere l’uomo, o meglio, il suo spirito aggirarsi per la casa e anche nel piccolo cimitero di famiglia che si trova alle spalle della proprietà e soffermarsi davanti la lapide della moglie.
Questi “avvistamenti” sono stati segnalati anche negli anni successivi fino ad oggi quando il fenomeno sembra essere terminato, eppure quella casa incute sempre un certo timore.
All’esterno ci sono cartelli che indicano la pericolosità dell’edificio dovuto al precario stato di conservazione e invitato le persone ad allontanarsi.
Luca parcheggiò l’auto in un posto nascosto dalla vegetazione nelle vicinanze dell’edifico che poi dovette essere raggiunto a piedi.
Arrivati davanti al grande cancello d’ingresso Luca chiese: “Ve la sentite ancora?”.
La casa incombeva nella sua grandezza e decadenza, la luna piena, alle spalle dell’edificio, rendeva l’atmosfera ancora più particolare e la tensione tra i ragazzi era palpabile.
“Io si” disse Valerio.
“Pronta” rispose Giorgia.
“Io ni” disse Valentina. Poi si rese conto che un suo eventuale no avrebbe, probabilmente, costretto uno degli altri a rimanere con lei per cui alla fine disse si.
Luca prese due torce che aveva in auto e iniziarono a cercare un punto da cui entrare.
Fecero più di metà giro del muro esterno, in parte caduto e sostituito da una rete metallica, finché trovarono un punto nella rete da cui si poteva passare.
Uno alla volta entrarono all’interno del perimetro per poi dirigersi verso l’ingresso principale.
Arrivati davanti al portone lo trovarono chiuso per cui iniziarono a cercare un punto da cui poter entrare.
Dopo alcuni minuti Valerio disse di averlo trovato, in effetti c’era una porta finestra con i vetri rotti e da cui si poteva accedere all’interno.
Con molta cautela i quattro ragazzi entrarono all’interno, con le torce fecero luce intorno a loro, la stanza era completamente distrutta e pericolante.
Avanzarono lentamente facendo luce davanti a loro e s’inoltrarono nella casa, ogni tanto si sentiva qualche scricchiolio ma non riuscivano a capire da dove venisse, Valerio era l’apripista con la torcia, alle sue spalle Giorgia e poi Luca, con l’altra torcia, e Valentina che gli stava appiccicata.
Ora erano in un corridoio, iniziarono a percorrerlo, ai lati c’erano delle porte, alcune aperte altre chiuse.
Entrarono nella prima stanza, la luce della luna riusciva ad illuminarla tanto da vederci anche c’era una rete di un letto, i vetri della finestra erano rotti e appoggiato ad una parete c’era quello che un tempo doveva essere un armadio.
Appena il tempo di ritornare nel corridoio che Valentina gridò: “Qualcuno/qualcosa mi ha toccata!!!”
Subito Luca e Valerio fecero luce verso di lei ma non videro nulla.
“Sei sicura Vale?”
“Si,si,si” disse lei molto scossa.
“Me ne voglio andare! Non ci voglio più rimanere qui!” e cominciò a piangere.
“Calmati ora, non è successo niente” disse Luca.
Nei minuti successivi riuscirono a calmarla ma non a farla desistere dalla sua decisione di abbandonare la casa, alche Luca fu costretto anche, per non lasciarla sola ad aspettare in auto, a lasciare l’edificio.
Giorgia e Valerio volevano andare via anche loro ma alla fine su insistenza di Luca decisero di rimanere e finire di esplorare la casa.
I due ragazzi rimasti, dopo aver esplorato il primo piano decisero di non salire oltre perché non era molto sicuro per cui scesero e uscirono nella parte posteriore della casa, dopo aver percorso una stradina arrivarono al piccolo cimitero, che come la casa, era in stato di abbandono.
Valerio e Giorgia girarono tra le lapidi ma non riuscirono a trovare quella di cui parlava la leggenda.
Ormai si erano fatte quasi le due di notte, la luna si stagliava alta nel cielo, Valerio si sedette su una pietra mentre Giorgia continuò a camminare all’interno del cimitero finché arrivo al bordo dello stesso oltre il quale vi era uno strapiombo.
Tornata indietro trovò l’amico ancora seduto sulla pietra, lo guardò e gli disse a bruciapelo: “Ho voglia di fare sesso, qui.”
Valerio ebbe un sussulto, poi le disse: “Scusa Gio, non ho capito quello che hai detto.”
“Hai capito bene, ho detto che voglio fare sesso, qui, ora.”
“Siamo in un cimitero…”
“Appunto…..farlo in un posto simile è un mio sogno erotico che non ho mai confessato a nessuno.”
“Ah ecco……” rispose lui sempre più perplesso.
“E con chi vorresti soddisfare questo tuo sogno erotico?”
“Beh, oltre al fantasma ci sei tu. Quindi dato per assodato che un fantasma non può scoparmi non rimani che tu.”
I due ragazzi avevano già avuto dei rapporti, erano dei buoni scopamici ma nessuno dei due voleva avere un rapporto ufficiale.
“Non vuoi più scoparmi?” chiese lei mentre si avvicinava al ragazzo.
“Certo che voglio scoparti, ti scoperei cento-mille volte.”
“Bene, pensavo che queste non ti piacessero più…” e togliendosi la maglietta e reggiseno mise in mostra il suo splendido seno. Un seno grande, morbido ma sodo con dei capezzoli color rosa che piano piano stavano diventando duri.
A questo punto Valerio, vinte le ultime resistenze, si alza e si avvicina a lei accarezzandole i seni. I capezzoli diventano sempre più turgidi cosi come il cazzo di lui inizia a gonfiarsi.
Giorgia si gira dando le spalle a lui e strusciando il suo sedere sul cazzo del ragazzo che nel contempo tiene sempre le mani sulle tette per poi scendere con una mano fino ad arrivare alla figa e la massaggia lentamente.
Valerio continua nel suo massaggiare lei a dimenare il sedere sul suo cazzo, l’eccitazione sale velocemente, con una mano Giorgia si slaccia i pantaloni facendoli calare alle caviglie rimanendo in perizoma.
“Sei veramente una troia…”gli sussurra all’orecchio.
“Lo so….e mi piace esserlo…” risponde lei.
Lei si gira, si toglie completamente i pantaloni slacciando e abbassando quelli di Valerio, abbassa anche le mutande e si trova davanti un cazzo duro, turgido pronto per essere succhiato e non si fa pregare per farlo. Accovacciata inizia a leccarlo e baciarlo per poi prenderlo in bocca, aiutandosi con le mani e giocando con la lingua.
Dopo un po’ che stava succhiando Giorgia viene fermata fatta alzare e portata vicino alla pietra dove prima era seduto lui, lì la fa girare e appoggiare le mani sulla fredda roccia facendola stare alla pecorina e poi inizia a leccarle la figa da dietro.
Giorgia inizia a gemere e a bagnarsi ancora di più di quanto non lo sia già..
“Scopami!” fu la richiesta di Giorgia che Valerio accolse subito.
Smise si leccarla e iniziò a penetrarla da dietro, prima in maniera delicata poi sempre più profondamente e con veemenza.
I gemiti di lei risuonavano nella silenziosa notte.
Dopo esser stata scopata per un po’ alla pecorina Giorgia chiese al ragazzo di salire sopra, per cui lui si sedette sulla roccia, lei gli salì sopra iniziando a muoversi su e giù con le tette che ballavano davanti al volto di lui.
Giorgia continuò a cavalcare il cazzo finché venne in modo copioso e…rumoroso, tantoché lui le tappò la bocca con una mano, anche Valerio era sul punto di venire per cui fece alzare la ragazza, la fece di nuovo accovacciare e masturbandosi nel giro di pochi secondi spruzzò il suo sperma in bocca ed anche sul bel viso di Giorgia, sperma che poi piano piano colò sul seno.
Ripulitisi e rivestitisi tornarono indietro percorrendo la strada al ritroso fino all’auto dove Luca e Valentina li attendevano, o meglio Luca li aspettava poiché la ragazza si era addormentata.
“Allora com’è andata?” chiese Luca.
“Siamo saliti fino al primo piano, al secondo non siamo andati non era sicuro, poi siamo andati dietro la casa fino al cimitero. Abbiamo guardato ma non abbiamo trovato la lapide della ragazza di cui parla la leggenda.”
“Il fantasma l’avete visto?”
“Noi non l’abbiamo visto….ma se lui ha visto noi credo che si sia divertito parecchio…”

scritto il
2017-08-23
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