Shopping con la mia Divina Padrona
di
Annette Rayja
genere
dominazione
Sono quasi le 16 quando la mia preziosa Padrona fa capolino in salotto dove giaccio immobile sul tappeto senza muovere un muscolo.
E' perfettamente vestita con un tailleur grigio, collant grigi, camicetta bianca e scarpe nere con tacco a spillo piuttosto alto.
E', come al solito, stupenda e di una eleganza estrema, sobria e finissima ed a me piace tantissimo.
"Alzati Sarah e vieni di la".
Mi toglie le manette ed il bavaglio e la seguo, torniamo nella camera dove mi sono preparata.
"Togliti il collare, i guanti, il vestito, le scarpe, la parrucca e i seni finti. Poi togliti anche il dildo da dentro il buco del culo.
Non osare però di rimuovere le pinzette ai capezzoli, voglio che tu continui a provarne il dolore e lo stimolo.
Visto che hai fatto la sporcacciona, fatti il bidet e cambiati pure l’assorbente.
Non dimenticare dopo di rimetterti le mutandine di pizzo, quelle con il reggicalze incorporato, ed un paio di calze di nylon. Indossa quelle nuove con la riga dietro che ti ho regalato la scorsa settimana …e mi raccomando che la riga sia dritta!
So che tenerla rende più difficile fare il bidet, ma la tua gabbietta di castità, di cui solo io ho la chiave del lucchetto, rimane naturalmente al suo posto.
Con tutto lo straordinario che ha fatto la tua bocca, hai le labbra tutte sbavate ed anche il trucco degli occhi rovinato. Dunque ti devi struccare completamente e detergere il viso".
Eseguo con cura ogni suo comando ed appena fatto torno da lei.
Indosso soltanto le mutandine, le calze, la cui riga è rigorosamente dritta ed il mio giocattolino di castità.
Quest’ultimo è stato un regalo di Manuel, l’amante di mia moglie, che me lo ha imposto già dalle prime volte che venne a casa nostra per fare all’amore con lei …naturalmente, davanti a me.
Dopo avermi vestita e truccata da donna, mi legarono ad una sedia di fianco al letto e, senza io potere nemmeno dire la mia o tantomeno protestare, mi sono trovato con il pisello dentro questo tubicino di plastica.
La Padrona mi indica dei miei vestiti da uomo, quelli che lei tieni nascosti e chiusi in un armadio, di cui solo lei possiede la chiave. Sono abiti che non mi è permesso portare in casa, dove vesto esclusivamente "en femme" da femmina. Quelli da maschio, cosa che non sono più da molto tempo, li custodisce lei, affinché io non possa uscire di casa senza il suo esplicito permesso.
Tanto lo sa benissimo che non scapperò di certo via per la strada con gonna, blouse e scarpe coi tacchi!
Inoltre, da quando ho iniziato a lasciarmi femminizzare seriamente ed a tempo pieno senza interruzioni, e non soltanto come all'inizio in maniera sporadica, lei ha preso in mano il comando ed il controllo di ogni cosa.
Non mi è più permesso nemmeno di avere denaro, Giulia gestisce tutto.
Non è sempre stato così infatti.
Prima non ero una donna a tempo pieno quando eravamo in casa.
Un tempo si trattava di episodi di sottomissione più sporadici, che si alternavamo saltuariamente alla regolarità della vita quotidiana.
Bastava un suo racconto erotico, ispirato dalla sua ricca fantasia e sospirato nell’orecchio mentre eravamo a letto, perché io mi eccitassi e sborrassi facilmente.
La mia Padrona era ed è infatti molto brava ad inventarsi sul momento delle fantasiose storie erotiche.
Racconti tanto ben articolari, realistici e "sporcaccioni" che mi basta solo ascoltarli ed appena mi sfiora con le sue dita, oppure io con le mie, già mi sborro.
Di solito in questi racconti, io recito il ruolo della checca che lei conduce di notte sulla strada e costringe a prostituirsi, regalando il mio culo e la mia bocca a stupendi transessuali dai cazzi poderosi.
Questi, deridendo il debole marito vestito e truccato da puttana, mi violentano sul bordo della strada o in macchina, tra le sue risate divertite.
Questa proposta di portarmi una notte sulla strada me la fa spesso e seriamente.
Sa quanto ho bisogno di un uomo che mi prenda, quanto profondamente lo desidero, ma la mia paura di essere scoperto è talmente grande che continuo sempre a rimandare.
Rispondo sempre che lo faremo quando andremo in vacanza all’estero, dove nessuno può riconoscermi.
Visto che ho tanto desiderio di darmi e farmi possedere, mi propongo, con la sua complicità, di farlo veramente.
Altri racconti narrano di stuoli di uomini procurati da lei, volgari, sporchi e sudati, che in casa o in albergo abusano di me mentre lei, complice e nuda, guarda masturbandosi.
Oppure ragazzi mori dai corpi splendidi, che si scopavano lei, mentre io, conciato totalmente da donna dalla parrucca ai tacchi a spillo, legato ad una sedia, sono costretto a guadare …senza potermi toccare.
Poi, dopo che hanno finito con lei, se le viene pietà di me, può decidere se premiarmi invitandoli a scopare pure me.
Il tutto termina con uno o più uomini che contemporaneamente mi sborrano il loro copioso seme in viso, rovinandomi il trucco e costringendomi a bere tutto il loro sperma, senza disperderne nemmeno una goccia.
Oltre a questi racconti. capitava che di tanto in tanto in casa mi vestivo e truccavo da donna e Giulia, assumendo il ruolo della Padrona, mi umiliava e “torturava” infilandomi oggetti nel culo, come ad esempio zucchine o bottiglie.
Nel contempo, mi frustava e mi stringeva i capezzoli oppure vi applicava delle grappette per i panni, provocandomi un dolore che diventava piacere.
Di solito finiva col fare lei la parte dell'uomo e, mettendosi sopra di me, mi scopava. Quando ancora il pisello mi si induriva, fingevamo che quel bel cazzo duro tra le mie gambe in realtà appartenesse a lei e fosse lei che, montandomi sopra e prendendolo con una mano, lo cacciasse dentro la mia fighetta.
Altre volte, man mano che io, trasformandomi in femmina sia nella mente che nel corpo, diventavo sempre più impotente, mi faceva mettere alla pecorina e usando un grosso cazzo di gomma, mi sfondava con energia.
Come dicevo, all'inizio del nostro rapporto questo “farlo strano” avveniva più sporadicamente e si alternava alle volte in cui facevamo all'amore regolarmente, ognuno nel proprio ruolo "naturale".
Poi, via via che io ci prendevo più gusto a fare la parte della donna, la situazione andò rovesciandosi e divennero sempre più rari i casi in cui io fossi capace di fare il mio dovere di maschio, facendola godere come si deve.
Mi piaceva sempre di più essere presa da lei ed a Giulia non dispiaceva sfondarmi e sbattermi, sia davanti, col "suo" ben cazzo duro, che pompando il mio ano-vagina da dietro.
Col tempo, l'abitudine di fare io sempre più la donna ed il provarci un gusto sempre più intenso, profondo e coinvolgente, portò al diminuire della mia capacità di erezione.
Sempre più di frequente per potere io venire dovevo farmi un ditalino, masturbandomi con due dita la punta del mio minuscolo pisello, divenuto oramai un fiorellino. Proprio come una donna e come una donna mi sborravo senza alcun accenno di erezione
…e quanto mi piaceva e quanto oggi mi piace!
Arrivammo al punto che per poterla soddisfare con un'erezione degna di tale nome, mentre io le stavo sopra, lei doveva contemporaneamente stuprarmi l'ano inserendovi un fallo finto.
Poiché il vibratore che avevamo in casa era troppo grosso e dato che quando me lo infilava nel culo il pene a volte mi si ammosciava, Giulia mi fece un regalo. Ordinò su internet a piccolo dildo nero che, per la sua particolare forma, una volta inserito ben in fondo all'ano non tendeva a scappare fuori.
Divenne l'unico modo in cui io potessi soddisfarla. Bastava che me lo ficcasse nel culo ed il mio pisello si ingigantiva all'istante.
Per farmi impazzire bastava poi che aggiungesse una fase del tipo:
"Ti piacerebbe vero troietta che fosse vero e che, mentre mi stai pompando, sopra di te ci fosse un bel moro a sfondarti quella fighetta da puttanella, magari mentre ti bacia il collo"?
Allora ero ancora in parte uomo e difficilmente io riuscivo a trattenere un immediato ed intenso orgasmo.
Fu così che arrivammo al punto in cui siamo oggi.
Io divenni così vogliosa di vivere da femmina al 100%, che chiesi a Giulia di accontentarmi ed iniziare a femminizzarmi totalmente ed a tempo pieno.
Il primo passo fu che quando eravamo in casa mi concesse di vestirmi sempre da donna. Lei non aveva nulla in contrario. Era molto comprensiva e disponibile a lasciarmi vivere la mia sessualità nella maniera che m facesse sentire più serena.
A mia volta, quando indossavo lingerie ed abiti da donna nell’intimità delle nostre quattro mura, provavo un senso di serenità e pace con me stessa. Emozioni così intense da non possedere le parole adatte per descriverle.
Semplicemente mi sentivo e mi sento in uno stato di beatitudine, come avvolta da una profonda gioia e leggerezza dell’anima. Sensazioni che prima non conoscevo in maniera così profonda e diffusa.
Quando sono donna, cosa che nel mio cuore sono da sempre, sto semplicemente bene e ciò avviene indipendentemente dalle implicazioni sessuali.
Del resto, mica le donne fanno sempre all’amore! Vivono benissimo pure senza alcuna penetrazione o masturbazione!
L’essere donna è per me uno stato ed una condizione che non implica necessariamente l’orgasmo.
Essere femmina è una condizione parallela si all’atto sessuale, ma che non lo richiama quale un obbligo conseguente o immediato.
Sentirmi donna mi da gioia in quanto tale, pure senza che vi sia un immediato o diretto coinvolgimento erotico.
In parole più semplici ed esplicite, sebbene è stupendo per me avere rapporti sessuale con mia moglie, recitando io il ruolo della femmina, in veste di donna godo e mi riempio di gioia pure senza avere contatti fisici.
Posso rimanere vestito e truccato da donna per una intera giornata, senza alcuna cenno di erezione e senza il bisogno di altro, se non stare vicino alla donna della mia vita e godere del bene immenso che so lei mi vuole.
La mia esistenza, di donna amata ed usata da una Padrona, che alterna dolcezza e severità, è diventata una vita di perenne felicità.
Da questi pensieri in cui mi sono immersa, sul come sono arrivato al punto di femminilità in cui oggi mi trovo, nel sentire la voce di Giulia torno alla realtà.
"Visto che avevi il trucco rovinato, prima che usciamo lo devi rifare. Fai la massima attenzione, Vai davanti allo specchio e fai del tuo meglio, ma stavolta voglio un trucco molto leggero e delicato. Non da troia come di ho truccata io prima. Non posso mica essere costretta a vergognarmi uscendo a insieme ad una sgualdrina. Dai sbrigati e vedi signorinella mia di non deludermi"!
Non ci posso credere!
Intende veramente umiliarmi in pubblico fino al punto da costringermi ad uscire fuori in mezzo alla gente con il volto truccato da donna?
Senza sapermi dare una risposta, ma già sapendo dal suo tono di voce che non sta affatto scherzando, mi chiedo come possa davvero farmi una cosa così crudele. Comprendo che sta mettendo alla prova la profondità del mio stato di sottomissione al suo assoluto potere, come se fosse un test per capire fino a dove sono pronto a spingermi per lei.
Comprendo anche che costringermi ad un tale atto di sottomissione le procura un senso di potere illimitato ed il solo pensiero di umiliarmi in una tale maniera le può procurare sensazioni forti, ma mi sembra una crudeltà così immensa da non essere possibile ...invece è vero, sta succedendo.
Lei lo vuole e. pur sentendomi morire di vergogna, ancora prima ancora di avere messo mano a rimmel e rossetto, io lo farò!
Ubbidire alla mia divina Padrona è un atto di immenso amore ed io questa prova d’amore che lei merita totalmente ed io non gliela negherò.
Anche se sono sempre più perplessa e spaventata, io eseguo e faccio del mio meglio. Sebbene cerco di avere una mano quanto più leggera possibile, il volto che scaturisce è pur sempre quello di un uomo truccato da donna ...che vergogna indescrivibile che sto provando!
"Sei stata brava Sarah! Stai migliorando e mi piace con quanta abilità sei riuscita questa volta a farti bella per me ...ed anche per tutte le persone che ti vedranno e sono certa rideranno di te".
Desiderava proprio essere crudele ed era evidente quanto godesse a farlo!
"Non vorrei però che quel rosa delicato sulle tue labbra mancasse di attirare un numero di sguardi sufficiente a rendere abbastanza grande la tu umiliazione" Avvicinati a me qui nella luce e porgimi la tua boccuccia".
Così dicendo, estrasse dalla sua stupenda borsa in pelle di coccodrillo, il suo rosso più scuro, tendente al nero, e con precisione mi passo il rossetto sulle labbra.
Mia moglie aveva ottenuto ciò che ardentemente desiderava.
Come se non bastasse tutto ciò che era avvenuto tra noi fino a quel giorno, le avevo concesso di legare una ulteriore catena attorno al mio animo, di impossessarsi di una ulteriore fetta del mio spirito.
Giulia era soddisfatta di me, era soddisfatta dell'ubbidienza che le avevo dimostrato truccandomi il volto prima di uscire in pubblico. pur io sapendo quanta vergogna ciò mi avrebbe comportato.
Aveva ottenuto da me che io facessi un passo pericoloso ed irreversibile, fatto il quale non vi era più la possibilità di tornare indietro. Non sarebbe più esistita via di ritorno.
La voce si sarebbe sparsa molto in fretta, senza potere essere più cancellata e presto tutti avrebbero saputo del mio segreto, del mio vizietto, del mio essere diventata femmina.
Famigliari, amici, vicini di casa, proprio tutti lo avrebbero saputo ed avrebbero riso di me.
Un segreto vergognoso, così ben custodito per un'intera vita, non sarebbe più stato nascosto.
Del resto, nemmeno la mia Padrona nascondeva quanto tutto ciò le desse piacere. Le si leggeva in faccia quanto lei fosse eccitata e stesse godendo, pure eroticamente.
Avrei scommesso che fosse tutta bagnata.
La mia Padrona mi passa i pantaloni e, come da sue istruzioni, li indosso sopra la lingerie.
Poi mi metto una camicia rosa, che copre le pinzette che mi stringono i capezzoli ed è lei ad annodarmi la cravatta. Indosso una bella giacca e dei mocassini molto eleganti.
Giulia non ha previsto che io porti dei calzini e, come se non avessi già motivi più che sufficienti per essere preoccupata, lo sono ancora di più.
Cosa avrà mai in mente? Dove stiamo andando?
Mi guardo allo specchio, l’unica cosa che potrebbe tradire quello che ho sotto è appunto la mancanza di calzini. Mentre tutto il resto rimane nascosto, se dovessi alzare appena i pantaloni, non indossando i calzini, si vedrebbe il nylon delle calze. Da seduto poi le calze si vedranno certamente, ancor più per via di quella sensuale riga nera.
Ma che problema saranno mai le calze di nylon a confronto del mio viso così ben truccato che parla da sé, gridando “sono una spudorata checca, venite a sfondarmi il culo”!
So bene che durante questa uscita, ovunque andremo, sia ad un orgia o al supermercato, le cose prendere una svolta completamente nuova ed imprevedibile.
Ne provo un misto di paura ed eccitazione.
Indosso il cappotto di lana che lei mi porge, un bel capo classico ed io l’aiuto ad indossare il suo soprabito. La seguo in garage.
Mi passa le chiavi della "sua" auto. Siamo stati infatti dal notaio e nulla appartiene più a me.
Si avvicina alla portiera posteriore ed io, servile, le apro lo sportello. Nel salire lascia intravvedere un bellissimo squarcio di coscia.
Ovviamente guido io e sembro proprio l’autista. Senza fare domande e seguendo le sue indicazioni andiamo in un posteggio del centro. Parcheggiata l’auto, scendo le apro lo sportello e nuovamente posso ammirare le sue stupende cosce ...certamente lo fa apposta.
Le sue parole sono poche e secche:
"Il viso truccato da donna non è stato che un piccolo anticipo della tua punizione per l'orgasmo non autorizzato che hai avuto oggi. Ora arriverà la parte più umiliante"
La seguo ed entriamo in un elegantissimo negozio di calzature dove è molto conosciuta e, poiché in passato ci siamo andati diverse volte insieme, pure per le mie scarpe da uomo, conoscono bene pure me.
Ci dirigiamo nel reparto femminile, dove una commessa gentilissima, che ci saluta cortesemente entrambi, ci fa strada.
Mi sforzo a tenere la testa bassa, ma il mio volto è troppo vistosa e diciamo pure “bello” per passare inosservato.
Naturalmente, dopo avere notato il mio viso da checca la commessa e mia moglie si scambiano un sorriso ricco di complicità femminile.
Mentre io muoio dalla vergogna, Giulia si siede su un divanetto e mi fa cenno di sedermi accanto a Lei.
"Vorrei vedere un paio di quelle scarpe nere col tacco alto che ci sono in vetrina in basso a destra. Quelle con la cinghietta. Sono davvero carine e molto femminili".
"Certo Signora, il solito numero vero? Se ben ricordo, lei porta il 38”.
"No, non 38. Ricordo che da voi si forniscono anche le giocatrici di basket e che siete specializzati dunque pure nei numeri grandi".
"Esatto signora, come pure le giocatrici di palla a volo, tutte ragazze molto alte".
"Il 45 allora, sono per mio ...mio marito".
D’improvviso comprendo perché io non indosso i calzini!
Sono terrorizzata, arrossisco e rimango senza fiato.
Giulia mi aveva minacciato molte volte dicendomi che prima o poi mi avrebbe condotto in giro per i negozi a comprarmi abiti femminili e che saremmo giunti al punto in cui, come due eleganti signore oppure due sgualdrine, secondo i suoi desideri del momento, saremmo uscite insieme a fare shopping oppure a girare per i locali in cerca di uomini da farci sbattere entrambi.
Quando mi parlava di questo tabù che mi avrebbe costretta a superare, io mi eccitavo e mi toccavo, sempre col suo permesso. Diceva che dovevo accettare di avere un uomo vero che mi sfondasse il culo ed aggiungeva pure che saremmo arrivate al punto di rimorchiare due uomini e portarceli a casa oppure in un hotel, dove ci saremmo fatte scopare entrambi contemporaneamente. Poi, ovviamente, ci saremo fatte pagare …lei di più ed io di meno!
Ascoltavo questi racconti estasiata e durante le sue storie la mia Padrona mi permetteva pure di masturbarmi liberamente. Unica condizione che non facessi poi i capricci quando, dopo essere venuta, lei mi costringeva a bere il mio stesso sperma, che lei aveva raccolto in un calice.
Le prime volte ero riluttante, ma poi divenne bellissimo farlo.
Giulia non ebbe difficoltà a convincermi che solo iniziando ad assaporare lo sperma ed imparando ad inghiottirlo sarei stata pronta poi per farlo sparire dai cazzi e dal mio viso, quando avrei dovuto fare i miei primi pompini agli uomini. Quei maschi veri, eleganti e puliti oppure volgari e sporchi che, quando io sarei stata pronta, mi avrebbero posseduta.
Quale migliore esercizio dunque che iniziare bevendo il mio di sperma?
Ricordo perfettamente le sue parole.
"Prima con un dito raccogli pure tutta la sborra che hai in faccia e succhi il dito, poi lo tieni per un pò in bocca. Quando apri la bocca per metterlo dentro allunga la lingua e lecca bene ciascun dito.
Tu hai delle dita così lunghe e belle cara Sarah e vedo che quando ti metto lo smalto alle unghia le tue mani sembrano proprio quelle di una donna!
L'uomo che abusa dei travestiti impazzisce nel vedere quelle unghia smaltate che, dopo essere servite a raccoglie la sua sborra dalla faccia della checca cui ha appena sfondato la gola, continuano il loro lavoro sfiorandogli il cazzo.
Il tutto mentre il finocchio quel bel cazzo se lo mette di nuovo in bocca per fargli un bel bidet.
Poi con la lingua lavagli bene pure i testicoli ...e non sorprenderti, bensì ubbidisci, se qualcuno di quegli sporcaccioni ti ordinerà di leccargli pure il buco del culo, anche quello rientra tra i doveri di una puttana.
Mi raccomando poi, anche se ti sarà piaciuto farti umiliare a quel modo, non dimenticarti di farti pagare. Non sognarti di tornare a casa senza portarmi un bel gruzzoletto!
Lo sai vero cosa ti aspetterebbe se tu tornassi senza soldi?
Te lo ricordi vero quello scherzetto che hai già subito, in cui per punizione la tua Padrona ti ha trasformata in una mummia?
Una troia insignificante e completamente immobilizzata, tutta avvolta in strati e strati di pellicola trasparente, dalla testa ai piedi.
Ti ricordi vero che ti avevo avvolto pure tutta la testa, lasciando solo un buchetto per la bocca e due forellini per le narici e non potevi muovere nemmeno un muscolo del tuo corpo?
Mentre ti avvolgevo il capo ti misi dei batuffoli di cotone su ciascun orecchio e sugli occhi, per isolarti completamente dal mondo. Non potevi né sentire né vedere cosa ti stava per succedere. Non puoi immaginare quanto ho goduto nel farlo, quanto mi sono sentita potente, anzi onnipotente.
Eri totalmente in balia al mio volere e dovevi subire le mie torture. Potevo pure decidere di farti infliggere umiliazioni da qualcun altro e non avresti potuto farci niente. Ho goduto così tanto a torturarti i capezzoli e non immagini quanto mi sono eccitata quando, dopo averti girata a pancia in giù, ho fatto un taglio nella plastica all'altezza del tuo buchetto e ti ho cacciato dentro quel bel vibratore. Era così grosso che tu non riuscivi a tenerlo dentro ed è stato così divertente vederlo entrare ed uscire.
Fino a quando non mi è venuta l'idea di avvolgerti il culo nuovamente con dell'altra pellicola e non è più scappato fuori.
Eri patetica quando piangnucolavi come una donnetta, mentre ti facevo il sederino rosso con la frusta.
Ricordo che alla fine, dato che nonostante tu avessi la testa tutta avvolta, piangevi così forte che ho dovuto tagliare la plastica all’altezza della bocca e metterti in gola un bavaglio di quelli con la pallina. Era l’unico modo per evitare che i vicini ti sentissero urlare.
Si lo so che degenerata come sei, ti è piaciuto, ma sappia che la tua crudele Padrona può farlo durare molto molto più a lungo di quanto tu desideri e trasformarlo in un vero incubo.
La prossima volta, aggiungerò pure una maschera sado-maso di pelle nera che ti isoli pure il naso ed ha solo l’apertura per la bocca. Dovrai respirare solo con la bocca ...tra un cazzo e l'altro che te la sfonda.
Capito? Quindi quando ti porto a battere i marciapiedi assicurati di portarmi molti soldoni".
Certo che me lo ricordavo ed era vero che avevo goduto, ma capivo che Giulia poteva effettivamente trasformarlo in un incubo tremendo.
La maschera fetish di pelle nera me la regalò davvero …ma quella è un’altra storia!
Non credevo che questi eventi si sarebbero mai concretizzati davvero, ma eccomi ora truccato da donna in un negozio di scarpe dove tra l'altro sono pure conosciuto, e sto per provarmi ai piedi un paio di scarpe nere lucide coi tacchi a spillo.
Sarebbe stato molto meno imbarazzante se io fossi stata vestita completamente da donna, piuttosto che con indosso abiti maschili piuttosto eleganti ed il volto così ben truccato da femmina.
Mi chiedo se questa trovata non sia stata escogitata da mia moglie con l'intento che la prossima volta, piuttosto che trovarmi conciata a metà strada tra i due sessi, io non la implori di farmi uscire di casa con lei completamente vestita da donna.
Sebbene sono certa che darei nell'occhio, sono altrettanto convinta che le persone mi noterebbero meno di quanto io sia visibile alla derisione in questo momento.
La commessa mi guarda nuovamente, dritto negli occhi, e sorride, poi si scambia uno sguardo con la mia Padrona e ridono apertamente entrambi.
Pochi istanti dopo ritorna con la scatola e la mia Signora Padrona si gira verso di me sorridendo.
Sono imbarazzatissima, sto per indossare un paio di scarpe da donna, davanti ad un’estranea e che tra l’altro vedrà che calze indosso ...certo il problema minore a questo punto.
Mi sfilo una scarpa mentre la commessa, proprio davanti a me, me ne porge una.
La indosso nel modo più rapido possibile.
"Come te la senti cara"? Va bene"?
Non faccio in tempo a rispondere, che Giulia chiede alla commessa di porgermi pure l'altra e subito la infilo.
La commessa mi guarda con aria sempre più divertita.
"Si, mi stanno bene, grazie" rispondo con un filo di voce.
"Grazie ...e poi"?
"Grazie Signora Padrona".
"Così va meglio! Sei sicura cara che ti stanno bene"?
Vorrei morire, vorrei sprofondare inghiottita dal pavimento.
La voce della mia Padrona è devastante, dopo avermi fatto indossa delle scarpe da donna mi ha chiamata al femminile in pubblico. Mi ha chiamata “cara”! Mi rendo conto di essere tutta rossa, l’umiliazione è tremenda e, guarda caso, è salita anche l’eccitazione.
"Si, Signora ...Padrona".
"Bene, ma prima di prenderle voglio che tu nei sia certa cara. Ora alzati all'impiedi e prova a camminare. Cerca cara di essere naturale e di muoverti con disinvoltura.
Anche se non lo sei del tutto, ancheggia pure un pò, come farebbe una vera donna.
Dai Sarah, fai vedere alla signorina come sei brava".
Non ho parole per descrivere quanto provo, è terribile
Nell'andare a prendere le scarpe, la commessa ha ovviamente sparso la voce tra le colleghe e le altre clienti che nel negozio c'è una signora che costringe il marito a truccarsi da donna in pubblico e gli sta comprando delle scarpe coi tacchi alti.
E' un travestito, o qualcosa del genere ...e si raduna una folla di occhi indiscreti.
Donne curiose di vedere come cammina un pervertito indossando un tacco 10.
Vorrei morire, vorrei morire, vorrei morire
...eppure in quel medesimo istante sono travolta da una intensa eccitazione. eccitata a tal punto che, pure costretto nella sua piccola prigione e senza alcuna sollecitazione diretta, il mio minuscolo pene si sborra.
Sento lo sperma fuoruscire dalla gabbia ed inondare il pannolino che, molto saggiamente, la mia Padrona e moglie mi ha costretta a portare all'interno delle mutandine di pizzo.
Mi tremano non poco le gambe, ma riesco ad "esibirmi" a beneficio di Giulia, ma pure di tutte le signore che, senza nascondere la loro curiosità, non mi staccano gli occhi di dosso.
Ne sento una, dall'aria molto sofisticata, che dice all'amica:
"E' pure un bell'uomo e non dovrebbe essere male nemmeno, oltre che truccato, con in testa una parrucca bionda ed indossando una minigonna".
Entrambi scoppiano a ridere e, dato che non ha avuto nemmeno la delicatezza di dirlo sottovoce ridono pure le altre clienti che hanno sentito.
La mia Padrona, cui nulla sfugge, subito le risponde:
"Si è dimenticata il reggiseno mia cara signora, mio marito porta la terza, e la sua parrucca preferita è mora ed a caschetto, non bionda.
Lei non può nemmeno immaginare poi che schianto di donna diventa quando lo vesto e trucco io personalmente. Vedesse che paio di gambe sexy che ha. Specie quando, dopo un bel bagno caldo, sono state appena depilate".
La donna che, convinta di non essere sentita, ha voluto fare la spiritosa, si allontana imbarazzata ed in silenzio ed io, nonostante l'estremo imbarazzo del momento, sono orgogliosa di come la mia Padrona ha saputo tappare la bocca a quella puttana snob.
Mi ha difesa contro quella troia, probabilmente invidiosa di non avere un marito con il culo rotto come il mio.
Tutte le donne vorrebbero prendere il sopravvento sul proprio marito, ma solo quelle veramente con le palle riescono a sottomettere un uomo e trasformarlo in una femmina-giocattolo, ubbidiente e totalmente nelle loro mani.
"Allora le prendiamo, le vuoi indossare subito cara"?
Il tono usato per “vuoi” non lascia ombra di dubbio.
"Si, Signora Padrona, grazie".
Mi illudo che le umiliazioni siano finite ma così non è.
"A mio marito occorre pure una scarpina chiusa, ma con un pò di tacco ed assolutamente di colore rosa, un rosa tenue e delicato. Non mi dispiacerebbe che avessero pure qualche ornamento. Qualcosa diciamo di un pò civettuolo. Ecco, l’ideale sarebbe ad esempio un fiocco. Dato che dovrà portarle per parecchie ore e non è ancora abbastanza allenato, direi che basta un tacco 4".
La commessa non esita a produrre quanto richiesto e nel giro di pochi attimi sono costretta a provarmi pure questa secondo paio di scarpe. Mi calzano perfettamente e devo confessare che, oltre a piacere a Giulia, piacciono molto pure alla sottoscritta.
Non so cosa abbia in mente con quelle graziose e tanto femminili scarpe, ma le trovo davvero adorabili ed il fiocco mi fa impazzire!
Nel formulare questo pensiero, mi rendo pure conto che forse mi sto già iniziando ad abituare al mio nuovo ruolo di travestito e di checca derisa in pubblico.
Il mio amore mi ordina di indossare nuovamente le scarpe nere col tacco alto e, senza dire parola, abbasso lo sguardo e me le metto ai piedi.
Mentre Giulia paga, come già detto a me non è più permesso da tempo avere denaro, la commessa sorride, trattenendosi evidentemente dallo scoppiare a ridermi apertamente in faccia.
Io le sorrido ed abbasso subito lo sguardo.
Nel frattempo la voce si è sparsa per tutto il negozio e mentre usciamo tutte le altre commesse mi guardano, prima in viso e poi i piedi, incuriosite e divertite ...io sono sempre più imbarazzata.
"Ora andremo in un altro negozio ed anche se oltre ad essere truccata, ora indossi pure delle scarpe da donna col tacco, tu ti dovrai comportare con naturalezza. Anche quando tutti ti guarderanno e rideranno di te".
Appena uscite dal negozio di scarpe, tutti gli occhi per la strada sono puntati sul finocchio col rossetto sexy e coi tacchi alti accanto alla bella mora.
Vedo l'auto della mia Padrona parcheggiata lungo la via e penso che forse lei abbia cambiato idea e mi risparmierà ulteriori umiliazioni.
Mi sbaglio, dal lato opposta della strada, è ora la volta del negozio di biancheria intima, stupendo, finissimo, elegantissimo, dove lei si fornisce abitualmente.
Infatti è di casa e la commessa ci saluta molto cordialmente. Subito dopo si accorge del mio trucco e delle mie scarpe e mi guarda con una espressione interrogativa, poi il suo sguardo si incrocia con quello della mia Padrona e solo a fatica riesce a trattenere un sorriso che si trasforma in risata.
E' una ragazza alta ed anche bella, la cui pelle ed inflessione tradiscono un'origine forse sudamericana, ma non potrei dirlo con certezza.
Ciò che mi sembra dicono invece i suoi occhi è che prova pena per me. Come se, più che divertita, sia intenerita e dispiaciuta per il modo in cui mia moglie, conducendomi li in quello stato, sta calpestando la mia dignità
...ma certamente sono tutti viaggi con cui la mia mente e fantasia stanno volando.
"Voglio fare un regalo. Vorrei vedere un body, un paio di calze con reggicalze, un reggiseno e delle mutandine in pizzo. Deve essere tutto in rosa, rosa tenue.
Per la misura faccia conto un fisico come quello di mio marito, ma con i seni della terza ".
La commessa sorride e poi sparisce, ma dopo pochi minuti porta tutto e di varie qualità,
Giulia guarda con attenzione e poi sceglie le cose più belle.
Per divertirsi mi appoggia addosso il body, come per vedere se mi va bene. Entrambe sorridono, mentre io abbasso lo sguardo Non oso nemmeno immaginare cosa la mia Padrona abbia in serbo per me.
"Sai cara dovresti provarti questa biancheria, non vorrei che fosse tutto troppo piccolo per te. Di la hanno una saletta di prova privata e penso dovremo approfittarne. Dico bene signorina?
La commessa, divertita e complice, si dimostra molto disponibile e ci conduce immediatamente nella sala privata, lontana dagli occhi indiscreti delle altre clienti.
La mia umiliazione tocca sempre più il fondo, ma il fondo sembra non finire mai.
Non sono una donna completa, ma lo sono abbastanza per sapere che in un negozio non sia permesso provare questo genere di capi prima di averli acquistati.
Mai e poi mai però mi permetterei di parlare. Né oso immaginare quale potrebbe essere la reazione di mia moglie se solo osassi dire qualcosa ...tanto meno contraddirla.
So per certo che pure ad un minimo cenno di protesta da parte mia seguirebbe una qualche tremenda punizione. La sua fantasia sa dare vita a punizioni molto raffinate, a volte pure crudeli e dolorose, ed io ne ho veramente paura.
La saletta, di forma ovale, è piccola ed elegante. Rassomiglia e quelle che si vedono nei film.
Vi è pure un divanetto, dove si siedono le amiche o la mamma, per ammirare chi indossa i capi e poi esprimere un parere.
Tutt'attorno, alle pareti, vi sono dei grandi specchi ed all'estremità una cabina di prova, racchiusa da una tenda scorrevole. Al centro si alza una piattaforma rotonda a scalini, dove la modella di turno sale per farsi ammirare.
Insomma, esattamente come nei reality che danno in TV e che io amo guardare, dove le spose devono scegliere l'abito per il proprio matrimonio.
Mia moglie mi costringe a guardare quei programmi, poiché dice che contribuiscono a fare accrescere in me la mia femminilità sopita.
Non le ho mai confessato che per me vederli non è una punizione, né tanto meno un sacrificio, ma che letteralmente adoro guardarli.
Mi fanno sentire così femmina, poiché accarezzano la parte più intima del mio animo, quella parte femminile romantica, delicata e tenera che già esisteva in me molto prima che io sapessi che i desideri che crescevano in me fossero "strani".
Fin da quando, da piccolo e poi da fanciullo, nasceva e cresceva la mia tendenza al travestimento.
Quando da ragazzino mi eccitavo guardando le ballerine in TV e, al contrario dei compagnetti, i quali pure loro sentivano le prime pulsioni, io non desideravo toccare i loro corpi, le loro lunghe gambe ricoperte di calze di seta o i loro prosperosi seni racchiusi in sensuali ed attillati body.
Quelle calze io desideravo indossarle. Avrei voluto infilarmeli su su lungo le mie gambe, per poi agganciali al reggicalze.
Volevo essere io a possedere quel grosso seno ed indossare quel corpetti.
Io a ballare in TV.
Impazzivo per i bustini con infinti lacci lungo la schiena e mi masturbavo pensando alle sensazioni che avrei provato mentre una compagna del corpo di ballo li tirava per stringerli, imprigionandomi dentro stretta strettissima.
Indossavo di nascosto la biancheria e gli abiti femminili di mia madre e mi dipingevo il volto con i suoi trucchi e le labbra con i suoi rossetti.
Sempre attento a tornare alla "normalità" prima del suo rientro, per non essere scoperto ...e per tutto il tempo mi toccavo.
Tutto questo avveniva prima che io capissi l vere differenze tra uomo e donna, ma desideravo già essere donna.
Fu inseguito, crescendo, che oltre a volere essere una femmina, si svilupparono in me le prime tendenze omosessuali ed oltre al bisogno di mostrarmi in pubblico da donna, iniziò a crescere dentro di me il bisogno di essere amata e posseduta da un uomo.
Era ancora lontano di moltissimi anni il momento in cui avrei avuto una moglie amorevole e comprensiva, una dolce Padrona ...pronta e felice di inserirmi con delicatezza un grosso fallo di gomma nel culo.
Ecco ora la mia preziosa Padrona che mi costringe amorevolmente a mostrarmi da donna in pubblico.
Comprendo ora che per amore mi mette in ridicolo, al fine di obbligarmi a fare quel primo passo che altrimenti di mia volontà, troppo vigliacca come sono, io non oserei fare.
Ora finalmente inizio a comprendere che quello che può sembrare un atto di crudeltà, svergognarmi così davanti ad altre donne, è invece un immenso atto d'amore.
Lei vuole che io realizzi i miei desideri e sogni e mi accompagna per mano in quella direzione. Ecco perché mi conduce in questi negozi.
Sarà più facile da oggi in poi per me accettare l’idea che potrò uscire di casa completamente donna.
Senza preoccuparmi di ciò che pensano e dicono gli altri, potrò iniziare a vivere pubblicamente la mia femminilità.
"Ora spogliati completamente nuda cara ed indossa per me questi raffinati capi di biancheria intima".
Entro nella cabina e mentre mi spoglio mi vengono in menti i pensieri e le sensazioni che provo mentre guardo quelle promesse spose in TV che indossano semplici o sfarzosi abiti da sposa.
Mi identifico nella sposa, sognando di esserla io.
Mi immagino bellissima, fasciata in un abito bianco strettissimo, lunghissimo ed ornato di pizzi, con ai piedi delle scarpe bianche elegantissime con un tacco bello alto, su cui mi incammino con disinvoltura verso l'altare.
Sono truccata come una dea, con estrema cura e la mia acconciatura è motivo di ammirazione da parte di tutti gli invitati, donne e uomini.
Nel mondo del mio sogno tutto ciò è naturale. Nessuno si scandalizza, né trova insolito che un uomo si faccia trasformare in una donna per celebrare il giorno più bello della propria vita.
Nel mio sogno gli uomini mi guardano sorridendo e godono nell'ammirare la mia bellezza, magari qualcuno di loro mi desidera pure e vorrebbe essere lui a passare la prima notte di nozze con me!
Nel mio sogno ad accogliermi sull'altare vi è l'amore della mia vita, la persona a cui ho giurato eterno amore per tutta la presente e le prossime vite. Ad attendermi sorridendo e porgermi la mano vi è Giulia, Naturalmente è, a sua volta, elegantissima.
Dalla testa ai piedi è vestita da uomo, in un magnifico completo da sposo, camicia, cravatta, gilè, giacca nera, pantaloni scuri a righe e, per finire, un paio di scarpe di altissima classe, costosissime e di quel particolare modello che a lei piace tanto. E' girata però verso l'altare e non riesco a vederla in viso.
Attraverso tutta la navata della piccola e romantica chiesa di campagna in cui abbiamo deciso di coronare il nostro amore ed appena la raggiungo e lei si gira, tutti gli sguardi mi abbandonano e gli occhi di ogni invitato si poggiano su di lei.
Il mio sposo infatti è truccata da donna ed è di una bellezza da mozzare il fiato.
Tutti gli uomini la guardano, tutti ora la desiderano e tutti vorrebbero essere loro a passare quella prima notte con lei.
Alcuni vorrebbero possederla, mentre altri, quelli che hanno capito cosa piace a lei fare agli uomini Quelli che insomma sono checche come me, vorrebbero invece essere da lei posseduti.
Sarò io soltanto però ad essere preso da lei ed a trascorrere la notte col suo bel cazzo di gomma che pompa il mio buchetto fino allo spasimo. So bene che me lo sfonderà al punto da non riuscire per molti giorni a trattenere la cacca. Avrò lo sfintere talmente slabbrato che, per non sporcare le mutandine, dovrò indossare una assorbente pure in mezzo alle chiappe.
Non vedo l'ora!
Vi sarà mai un mondo così, almeno in una prossima vita?
Non so rispondere, ma so con certezza che questa vita, fino a quando avrò un solo respiro desidero viverla esclusivamente con lei.
Mentre sono immersa i questi pensieri, mi sono già infilata le mutandine di pizzo, il body e le calze e sto armeggiando con i ganci del reggicalze. Dopodiché mi manca solo di indossare il reggiseno.
Come fanno molti uomini che si vestono da donna, lo aggancio sul petto e poi lo faccio scorrere, girandolo fino a quando le coppe non siano in prossimità dei miei capezzoli. Capezzoli i miei che sono sempre stretti da due pinzette.
A quel punto metto l'imbottitura, poi infilo le braccia attraverso le spalline e me lo sistemo per benino.
Ecco che così mi trovo con un seno molto prosperoso e le coppe sono così ben imbottite che quando me lo accarezzo e poi afferro entrambi le mie tette tra le mani ho la sensazione di possedere un seno vero ...e naturalmente mi eccito a dismisura.
Questa volta dovrò fare molta attenzione nell'indossarlo. Appunto per via delle pinzette che mi stringono i capezzoli. Sebbene minuscole le pinzette sono molto potenti.
Si tratta di quelle piccole pinze usate per i giochi sado-maso. In mancanza esse, si possono pure usare quelle colorate che vengono usate ad esempio per attaccare un bigliettino di felicitazioni ad un mazzo di fiori.
Purtroppo, sono priva delle imbottiture in gomma che ho a casa. Dei seni finti previsti di appositi incavi che permettono alle pinzette di rimanere dritte, rendendo il dolore più sopportabile.
Senza quelle coppe le pinzette si rifiutano infatti di rimanere erette e piegandosi torturano parecchio i miei capezzoli …ma a me piace!
Sto agganciando il reggiseno quando sento mia moglie che chiede ad alta voce, ma con dolcezza:
"Quanto ci metti cara"?
"Ancora un minutino e sarò pronta".
Trasportato prima dalle mie fantasie per qualche attimo indietro nel tempo ed in altri luoghi, eccomi ora proiettato nuovamente nella realtà del presente.
Una realtà in cui mi sto vestendo come una ballerina da burlesque e sono sul punto di salire su una pedana, dove sarò ammirata dalla mia divina Padrona e da una perfetta estranea.
Una sconosciuta che, pure lei, sta per burlarsi della femminuccia insignificante che ha permesso alla propria moglie di trasformarlo in una donna desiderosa di essere una sgualdrina.
Eh si, non posso dire in tutta verità di esserci stata costretta. A tutto questo non sono stata obbligata ma mi sono concessa io, di mia totale volontà.
Ho voluto io che mia moglie mi trasformasse sempre più in una donna,
E’ questo il modo perfetto per portare a realizzazione quel sogno nato da ragazzino.
Il sogno di quando sentivo i primi stimoli tra le gambe e quegli stimoli mi dicevano, sebbene in maniera ancora indistinta, che io non volevo un pisellino, ma al suo posto un fiorellino, un buchetto.
Oggi, pur non avendo quel buchetto, ho permesso che quel pisellino venisse imprigionato, ridotto in schiavitù dentro uno strumento di castità, per impedirgli, nel caso gli passasse per la testa, di diventare grande.
Nello stesso tempo, permetto che venga usato l'altro mio buco, quello che ho tra le natiche, per svolgere le funzioni che le donne svolgono con gli uomini quando si donano a loro.
Nel mio caso, il destino dell'ano è di essere stuprato, sia dalla mia Padrona che dagli uomini che lei sveglie per inculare la sgualdrina che vive dentro di me.
Sfondamento del mio sfintere che si svolge rigorosamente in sua presenza e durante il quale lei spesso si masturba, se non addirittura si fa a sua volta scopare da Manuel o dallo stallone di turno con cui decide di accoppiarsi.
Momenti sempre molto umilianti per me, ma nel contempo, ora che sono una femminuccia, momenti molto belli per me.
Amo vedere la donna che amo mentre gode per mezzo del cazzo di un vero uomo.
No, non mi lamento. Questo è quello che ho voluto io e voglio io e così facendo, grazie a mia moglie, ora mi sento finalmente donna e felice di esserlo.
Mi gira un pò la testa per le emozioni che sto provando e temo che potrei svenire
Ho pure il terrore del fatto che la commessa vedrà la protuberanza della mia gabbietta, impossibile da nascondere sotto l'attillato body.
Vorrei che la mia divina Padrona avesse almeno un pizzico di pietà di me e si avvicinasse alla tenda per porgermi la chiave del lucchetto, ma nulla di ciò avviene.
Dovrò bermi l'amaro calice della vergogna fino in fondo ed accettare quella ulteriore umiliazione.
Troia come sono, preferirei bermi piuttosto un calice dello sperma di Manuel, il montone di mia moglie!
Esco dalla cabina e salgo i due scalini che conducono in cima al podio. dove mi espongo all'occhio ed al giudizio della mia Giulia.
"Sia gentile signorina Dolores, venga di qua e ci dia una mano, insieme ad un suo parere".
Dunque si chiama Dolores e si conoscono. Sono ormai certa che la commessa era al corrente del nostro arrivo e facesse parte della "trappola" studiata da mia moglie, ed ottimamente riuscita, per umiliarmi in pubblico.
Entra infatti immediatamente nella saletta e vedendomi in tutto il mio femminile splendore scoppia in una immensa risata. Ride senza ritegno, a tal punto che sembra una risata finta, una parte mal recitata. Dopo avermi scrutata dalla testa ai piedi, i suoi occhi si soffermano sulla protuberanza creata dalla mia cintura di castità.
"Nonostante quel giocattolino che racchiude quel poco che possa essere rimasto della sua mascolinità, ammesso che lei ne abbia mai avuta, la trovo bellissima signora Sarah vestita così"
- la stronzetta conosce pure il mio nome -
"Le manca però ancora qualche minimo ritocco per sembrare una puttana di alta classe, una di quelle che si trovano nei bordelli eleganti, dove vanno a scopare gli uomini molti ricchi".
"Scommetto che tu ci sia stata e provenga proprio da li, piccola troia cubana ...o da ovunque tu venga" –
Certa però di una severa punizione dalla mia Padrona, queste parole le pronuncio solo nella mia mente.
Giulia nel frattempo ha estratto le scarpe col tacco rosa, comprate nel precedente negozio, dalla loro scatola e le porge alla commessa:
"Sia gentile signorina Dolores, salga sulla pedana e gliele metta entrambi ai piedi. Voglio ammirare mio marito in tutta la sua sensuale bellezza".
Uno alla volta alzo le gambe e le porgo il piede, che rapidamente lei orna di una graziosa scarpa.
Con le scarpette ai piedi, per via dei tacchi che mettono in tensione i muscoli, le mie gambe diventano più slanciate ed io, guardandomi negli specchi, mi trovo incredibilmente sexy.
La commessa estrae degli oggetti da un cassetto. Vi sono una collana e dei bracciali di perle, con cui, mentre mi moglie osserva con aria divertita, lei stessa mi orna il collo ed i polsi. Vi è pure una parrucca alla Valentina, il tipo che a me fa impazzire e che adoro avere in testa, ma questa volta, invece di nera e di colore rosa. Perfettamente in tinta con la biancheria intima in cui il mio corpo è racchiuso.
E' evidente che mia moglie ha programmato tutto e certamente lo ha fatto già da tempo.
Giulia mi incoraggia ad assumere delle pose provocanti ed estrae dalla borsa una macchina fotografica con la quale inizia a scattarmi molte foto.
Ormai da me ha ottenuto la più assoluta sottomissione ed a questo punto è solo una questione di ore prima che tutti coloro che mi conoscono sappiano che sono un finocchio.
Quindi, non posso nemmeno temere che le userà per ricattarmi.
Immagino lo stia facendo per il solo piacere di rivederle in seguito e forse masturbarsi al pensiero di quanto abbia umiliato il propria "amica" checca.
Magari mentre le guardiamo insieme, come due amiche lesbiche, ci masturberemo a vicenda.
"Sembri davvero una troia mia dolce Sarah, una di quelle di alto rango però. Ti manca solo un cazzo in bocca da succhiare mia cara schiava, ma a ciò però possiamo sempre provvedere.
Ora mettiti in ginocchio"!
Non so cosa abbia in mente e dove voglia arrivare, ma so che lo spettacolo che ha inscenato e di cui io sona la protagonista principale non sta per finire. Naturalmente mi metto immediatamente in ginocchio.
Non avevo quasi più alcun dubbio, ma a quel punto mi rendo conto con certezza che la commessa è in realtà un'"attrice" del "reality" ideato dalla mia Padrona.
Dolores si sfila l'elegante tubino di colore rosso che indossa e rimane quasi del tutto nuda, Sotto infatti non porta nulla, ad esclusione di un succinto perizoma. Eccola nuda davanti a me con ai piedi delle scarpe rosse fuoco con un bel tacco a spillo.
Ha due tette stupende, sono perfette e quasi certamente rifatte.
Vorrei averle io delle tette così e per un attimo mi chiedo se la cura di ormoni femminili che mia moglie mi ha già imposto di iniziare, potrà portare un giorno ad un seno del genere.
Il pensiero dura poco, dato che mi rispondo subito io stesso.
Mi dico che ormai che sono una checca dichiarata non vi è motivo di aspettare che crescano. Dovrò solo chiedere a Giulia di essere tanto generosa da farmi impiantare due poppe così da un chirurgo plastico.
Dolores mi si avvicina, poi si china e, dopo avermi strofinato entrambi i seni sul viso, mi bacia sulla bocca. E' un bacio lungo e sensuale, gioca mordendomi teneramente le labbra ed i nostri rossetti si mischiano. Poi mi penetra la bocca con la lingua ed io, ormai eccitatissima già dal momento in cui mi ha mostrato le tette, quel bacio intenso lo ricambio ...e ci scambiamo le nostre salive.
Avvicina i suoi grossi capezzoli alla mia bocca e mi invita sfacciatamente prima a leccarli e poi a succhiarli
Non avendone avuto il permesso da mia moglie, inizialmente non oso, ma uno sguardo di consenso dalla mia Padrona mi concede via libera. Li afferro delicatamente con ciascuna mano, li lecco avidamente e poi li succhio, facendo attenzione a non farle male.
Nel frattempo il mio pene, racchiuso nella sua gabbietta, sembra scoppiare. Vorrebbe ma non può. Bussa contro le pareti di plastica riempiendone ogni porzione, vorrebbe evadere, ma non può.
Mi rendo conto in quell’istante che ciò che vuole evadere non è un pene ma il clitoride di una donna vogliosa di unirsi ad un’altra donna.
Tutto ciò a cui sono stato sottoposto fino a quel momento rafforza la mia consapevolezza di volere essere fortemente donna.
Le emozioni e le umiliazioni subite e gli ormoni femminili che prendo hanno annientato quel barlume di maschio che un tempo esisteva in me.
In quel momento sono una lesbica che sta succhiando i capezzoli di un’altra lesbica.
Sicuramente pure questa è una prova, un test per vedere fino a che punto è giunto il mio processo di femminizzazione.
La prova è però molto più complessa ed elaborata di quanto io possa in quel momento pensare. La mia padrona è astuta e vuole vedere quale lato del mio erotismo è più marcato. Quale prenderà il sopravvento: uomo o donna.
Ecco il motivo per cui l'intera giornata è stata caratterizzata da una serie sempre più crescente di violenze verbali e fisiche, di atti sempre più forti di umiliazione. Lei vuole scoprire a che punto sono giunto, quanto mi sono finora trasformata in femmina.
Sale pure Giulia sul palco e mi si avvicina. Per quanto molto eccitata, nel momento in cui inizia a salire tolgo le mani dai seni di Dolores e, sempre in ginocchio, lascio che le braccia mi cadano lungo i fianchi.
Im questo modo il mio corpo le annuncia la mia totale sottomissione al suo assoluto volere.
Alzando prima una gamba e poi l'altra, Giulia si toglie la gonna.
E' senza mutande e la sua perfetta vagina è a pochi centimetri dalla mia bocca. Tanto vicina che sento gli odori della sua fica, odori che per me sono profumi meravigliose e che più intensi e "sporchi" sono, più io bramo di annusare, leccare e succhiare.
Impazzisco per quei profumi che, essendo io stata vergine tutta la vita, senza avere conosciuto altre donne, sono gli unici con cui identifico il sesso orale.
Ho compreso il suo perverso gioco, sono certo che passeranno solo pochi secondi prima che pure Dolores si toglierà il perizoma ed io sarò sottoposta ad una prova inventata dalla fantasia della mia amata sposa.
Sono certa che Giulia vuole scoprire a quale delle due fiche non saprò resistere, su quale lancerò la mia bocca per dedicarmi con abnegazione alla pulizia, quale leccherò, a quale farò il bidet?
E' certo che se sbaglio e la deludo mi punirà, ma come faccio a sapere cosa si aspetta da me?
Si aspetta che mi dedichi a lei oppure vuole che io la tradisca ed immerga la bocca tra le cosce di Dolores? Quale delle due scelte la ecciterà di più? Quale mi salverà il culo?
A dire il vero, di qualcosa dentro il culo avrei comunque immediatamente bisogno.
Sono talmente in calore da così tanto tempo che un bel fallo finto, o ancora meglio un cazzo vero lo desidero ardentemente
...e non sarebbe male prendere contemporaneamente pure uno in bocca!
E se mi occupassi di entrambi le vagine? In quel caso a quale mi dedicarmi per prima. In ogni caso sarà pur sempre un test e come saprò quale fica è la scelta giusta per superarlo?
Se non lo supero secondo i desideri della mia Padrona, quale sarà la punizione che mi aspetta per avere errato? Se inizio infilando dolcemente in dito dentro la figa di ciascuna e comincio a giocare delicatamente coi loro clitoridi?
Tutti questi pensieri ed interrogativi mi attraversano in fretta la mente, ma prima che io sia ancora riuscita a fare una scelta, Dolores, come ha già fatto prima mai moglie per togliersi la gonna, alza prima una poi l'altra gamba e si sfila il perizoma.
Sono curiosa di scoprire se la sua vagina mi attirerà tanto intensamente quanto quella della mia divina regina
…ma d'improvviso tutte le carte in tavola mi vengono cambiate sotto gli occhi.
Da tra le gambe di Dolores, ben ficcato tra le pieghe della sua vagina, vedo spuntare un grosso clitoride, ma clitoride si rivela subito di non essere.
Ecco invece che vedo come srotolarsi un pene, a prima vista non molto grande ma che subito vedo allungarsi.
Dolores, non è Dolores, forse è Diego o Fernando, ma di certo non è una donna.
E' un transessuale, un vero trans, come del resto in fondo al mio animo vorrei essere io.
Ecco allora la prova in cosa consiste, chi sceglierò? cosa preferisco avere tra le labbra e dentro la bocca?
La preziosa fica della mia padrona, oppure il cazzo di un uomo che ha pure delle tette vere, quelle che vorrei possedere io e per avere le quali già da parecchi mesi faccio una cura di ormoni femminili.
Non ho bisogno di pensarci, ma lascio che sia il mio istinto a guidarmi ed esso non ha alcun dubbio.
Afferrò con gesto delicato le natiche di Dolores e la avvicino dolcemente a me.
Dopodiché, con entrambi le mani accarezzo quell'uccellino che continua rapidamente a svegliarsi.
Lo lecco per tutta la sua lunghezza con la lingua e, mettendomi in bocca la punta, ne succhio la pelle che copre il glande. Poi scopro la testa con le labbra e mi infilo quel membro in bocca. Rapidamente il cazzo di Dolores si espande in tutta l sua estensione ed è a quel punto che io impazzisco completamente, perdo totalmente la testa.
Inondo i suoi testicoli di saliva e li lecco fino a lavarli bene, poi mi caccio nuovamente tutto il cazzo in bocca fin in fondo, fino a riempirmi la gola e succhio.
Lo stringo con entrambi le mani e succhio con l’ingordigia di una sgualdrina a cui non basta mai.
Ecco il risultato della prova: io sono una checca che ama farsi scopare la bocca dai cazzi e delle fiche delle donne mi importa ben poco. Ho fatto la mia scelta ed il passo successivo sarebbe diventare un trans. Sottopormi ad un intervento di chirurgia plastica, per farmi innestare due belle tette come quelle di Dolores.
Io voglio il cazzo e per averne di più afferro, questa volta con ancora più forza entrambi le natiche di Dolores. Nel farlo le infilo entrambi i mignoli dentro il buco del culo e la attiro a me.
Il suo membro, ormai immenso, mi sfonda la bocca ed il trans non tarda a sborrami in gola. Mi inonda di sperma.
Mentre sto inghiottendo quel prezioso liquido cremosa dal sapore aspro, ma che tanto desidero dentro di me, Dolores me lo tira fuori dalla bocca e mentre entrambi lo masturbiamo, ciascuna con una mano, finisce di venire.
Mi sborra abbondantemente sul tutto il viso. Tanto copioso è il suo delizioso orgasmo che per evitare che mi riempia gli occhi sono costretta a tenerli socchiusi.
Quando Dolores ha terminato di venire ed io ho quasi finito di leccare ed inghiottire ogni goccia di quel delizioso sperma, lei si avvicina al mio viso.
Ci baciamo e lei mi dona la sua saliva e le ultime gocce del suo sperma.
Sono emozioni molto intense, al punto che mi gira talmente la testa che mi viene quasi da svenire.
Tutto è avvenuto sotto lo sguardo compiaciuto della mia padrona, che pochi istanti prima era davanti a me e ora sembra sparita.
Io avrei tanto bisogno di lasciarmi andare, di abbandonarmi distesa sulla pedana per riprendermi un po’, ma non passa nemmeno un attimo che ecco giungermi da dietro le mie spalle l'ordine della mia divina Padrona.
"Ora troia mettiti alla pecorina, poggia il mento sulla pedana ed alza ben in alto le natiche per ricevere il tuo premio.
Hai scelto il cazzo invece della fica e sono molto soddisfatta di te sai! Ora per premiarti ti sfondo il culo con questo bel fallo di gomma".
Così dicendo mi abbassa le mutandine rosa, poggia il membro che indossa tramite una cintura sul mio buchetto e con un unico energico colpo, tanto deciso da farmi trasalire ed urlare di dolore, mi sfonda il culo.
Giulia mi pompa l'ano con decisione ed a lungo, fino a quando non emette un lungo urlo di piacere. La soddisfazione di avere avuto la conferma di quanto lei sia stata brava a trasformarmi in donna le ha procurato un'eccitazione immensa. Tanto forte da raggiungere un intensissimo orgasmo.
A mia volta, il mio minuscolo clitoride imprigionato si lascia andare e pure io mi sborro tutta.
"Adesso vai in bagno, pulisciti e senza toglierti la biancheria che indossi, mettiti sopra il cappotto. Poi raccogli tutto e raggiungimi nell'auto, parcheggiata qui di fronte.
Voglio veder pure quelle scarpe rosa ai tuoi piedi quando esci da cui".
Obbedendo rigorosamente, mi pulisco in maniera frettolosa, raccolgo i vari pacchetti e la raggiungo in auto.
"Dato che non sei in grado di guidare coi tacchi e c'è il rischio che ci ammazzi entrambi, siediti dietro. Come parte del tuo premio, guido io e tu farai la parte di una vera signora".
Non riesco quasi a crederci, ho superato la prova a pieni voti e la Padrona è molto orgogliosa di me. Sarà lei a condurci a casa.
Appena in garage mi affretto ugualmente ad aprirle la portiera e lei scende, sempre esibendo le sue meravigliose cosce.
E' perfettamente vestita con un tailleur grigio, collant grigi, camicetta bianca e scarpe nere con tacco a spillo piuttosto alto.
E', come al solito, stupenda e di una eleganza estrema, sobria e finissima ed a me piace tantissimo.
"Alzati Sarah e vieni di la".
Mi toglie le manette ed il bavaglio e la seguo, torniamo nella camera dove mi sono preparata.
"Togliti il collare, i guanti, il vestito, le scarpe, la parrucca e i seni finti. Poi togliti anche il dildo da dentro il buco del culo.
Non osare però di rimuovere le pinzette ai capezzoli, voglio che tu continui a provarne il dolore e lo stimolo.
Visto che hai fatto la sporcacciona, fatti il bidet e cambiati pure l’assorbente.
Non dimenticare dopo di rimetterti le mutandine di pizzo, quelle con il reggicalze incorporato, ed un paio di calze di nylon. Indossa quelle nuove con la riga dietro che ti ho regalato la scorsa settimana …e mi raccomando che la riga sia dritta!
So che tenerla rende più difficile fare il bidet, ma la tua gabbietta di castità, di cui solo io ho la chiave del lucchetto, rimane naturalmente al suo posto.
Con tutto lo straordinario che ha fatto la tua bocca, hai le labbra tutte sbavate ed anche il trucco degli occhi rovinato. Dunque ti devi struccare completamente e detergere il viso".
Eseguo con cura ogni suo comando ed appena fatto torno da lei.
Indosso soltanto le mutandine, le calze, la cui riga è rigorosamente dritta ed il mio giocattolino di castità.
Quest’ultimo è stato un regalo di Manuel, l’amante di mia moglie, che me lo ha imposto già dalle prime volte che venne a casa nostra per fare all’amore con lei …naturalmente, davanti a me.
Dopo avermi vestita e truccata da donna, mi legarono ad una sedia di fianco al letto e, senza io potere nemmeno dire la mia o tantomeno protestare, mi sono trovato con il pisello dentro questo tubicino di plastica.
La Padrona mi indica dei miei vestiti da uomo, quelli che lei tieni nascosti e chiusi in un armadio, di cui solo lei possiede la chiave. Sono abiti che non mi è permesso portare in casa, dove vesto esclusivamente "en femme" da femmina. Quelli da maschio, cosa che non sono più da molto tempo, li custodisce lei, affinché io non possa uscire di casa senza il suo esplicito permesso.
Tanto lo sa benissimo che non scapperò di certo via per la strada con gonna, blouse e scarpe coi tacchi!
Inoltre, da quando ho iniziato a lasciarmi femminizzare seriamente ed a tempo pieno senza interruzioni, e non soltanto come all'inizio in maniera sporadica, lei ha preso in mano il comando ed il controllo di ogni cosa.
Non mi è più permesso nemmeno di avere denaro, Giulia gestisce tutto.
Non è sempre stato così infatti.
Prima non ero una donna a tempo pieno quando eravamo in casa.
Un tempo si trattava di episodi di sottomissione più sporadici, che si alternavamo saltuariamente alla regolarità della vita quotidiana.
Bastava un suo racconto erotico, ispirato dalla sua ricca fantasia e sospirato nell’orecchio mentre eravamo a letto, perché io mi eccitassi e sborrassi facilmente.
La mia Padrona era ed è infatti molto brava ad inventarsi sul momento delle fantasiose storie erotiche.
Racconti tanto ben articolari, realistici e "sporcaccioni" che mi basta solo ascoltarli ed appena mi sfiora con le sue dita, oppure io con le mie, già mi sborro.
Di solito in questi racconti, io recito il ruolo della checca che lei conduce di notte sulla strada e costringe a prostituirsi, regalando il mio culo e la mia bocca a stupendi transessuali dai cazzi poderosi.
Questi, deridendo il debole marito vestito e truccato da puttana, mi violentano sul bordo della strada o in macchina, tra le sue risate divertite.
Questa proposta di portarmi una notte sulla strada me la fa spesso e seriamente.
Sa quanto ho bisogno di un uomo che mi prenda, quanto profondamente lo desidero, ma la mia paura di essere scoperto è talmente grande che continuo sempre a rimandare.
Rispondo sempre che lo faremo quando andremo in vacanza all’estero, dove nessuno può riconoscermi.
Visto che ho tanto desiderio di darmi e farmi possedere, mi propongo, con la sua complicità, di farlo veramente.
Altri racconti narrano di stuoli di uomini procurati da lei, volgari, sporchi e sudati, che in casa o in albergo abusano di me mentre lei, complice e nuda, guarda masturbandosi.
Oppure ragazzi mori dai corpi splendidi, che si scopavano lei, mentre io, conciato totalmente da donna dalla parrucca ai tacchi a spillo, legato ad una sedia, sono costretto a guadare …senza potermi toccare.
Poi, dopo che hanno finito con lei, se le viene pietà di me, può decidere se premiarmi invitandoli a scopare pure me.
Il tutto termina con uno o più uomini che contemporaneamente mi sborrano il loro copioso seme in viso, rovinandomi il trucco e costringendomi a bere tutto il loro sperma, senza disperderne nemmeno una goccia.
Oltre a questi racconti. capitava che di tanto in tanto in casa mi vestivo e truccavo da donna e Giulia, assumendo il ruolo della Padrona, mi umiliava e “torturava” infilandomi oggetti nel culo, come ad esempio zucchine o bottiglie.
Nel contempo, mi frustava e mi stringeva i capezzoli oppure vi applicava delle grappette per i panni, provocandomi un dolore che diventava piacere.
Di solito finiva col fare lei la parte dell'uomo e, mettendosi sopra di me, mi scopava. Quando ancora il pisello mi si induriva, fingevamo che quel bel cazzo duro tra le mie gambe in realtà appartenesse a lei e fosse lei che, montandomi sopra e prendendolo con una mano, lo cacciasse dentro la mia fighetta.
Altre volte, man mano che io, trasformandomi in femmina sia nella mente che nel corpo, diventavo sempre più impotente, mi faceva mettere alla pecorina e usando un grosso cazzo di gomma, mi sfondava con energia.
Come dicevo, all'inizio del nostro rapporto questo “farlo strano” avveniva più sporadicamente e si alternava alle volte in cui facevamo all'amore regolarmente, ognuno nel proprio ruolo "naturale".
Poi, via via che io ci prendevo più gusto a fare la parte della donna, la situazione andò rovesciandosi e divennero sempre più rari i casi in cui io fossi capace di fare il mio dovere di maschio, facendola godere come si deve.
Mi piaceva sempre di più essere presa da lei ed a Giulia non dispiaceva sfondarmi e sbattermi, sia davanti, col "suo" ben cazzo duro, che pompando il mio ano-vagina da dietro.
Col tempo, l'abitudine di fare io sempre più la donna ed il provarci un gusto sempre più intenso, profondo e coinvolgente, portò al diminuire della mia capacità di erezione.
Sempre più di frequente per potere io venire dovevo farmi un ditalino, masturbandomi con due dita la punta del mio minuscolo pisello, divenuto oramai un fiorellino. Proprio come una donna e come una donna mi sborravo senza alcun accenno di erezione
…e quanto mi piaceva e quanto oggi mi piace!
Arrivammo al punto che per poterla soddisfare con un'erezione degna di tale nome, mentre io le stavo sopra, lei doveva contemporaneamente stuprarmi l'ano inserendovi un fallo finto.
Poiché il vibratore che avevamo in casa era troppo grosso e dato che quando me lo infilava nel culo il pene a volte mi si ammosciava, Giulia mi fece un regalo. Ordinò su internet a piccolo dildo nero che, per la sua particolare forma, una volta inserito ben in fondo all'ano non tendeva a scappare fuori.
Divenne l'unico modo in cui io potessi soddisfarla. Bastava che me lo ficcasse nel culo ed il mio pisello si ingigantiva all'istante.
Per farmi impazzire bastava poi che aggiungesse una fase del tipo:
"Ti piacerebbe vero troietta che fosse vero e che, mentre mi stai pompando, sopra di te ci fosse un bel moro a sfondarti quella fighetta da puttanella, magari mentre ti bacia il collo"?
Allora ero ancora in parte uomo e difficilmente io riuscivo a trattenere un immediato ed intenso orgasmo.
Fu così che arrivammo al punto in cui siamo oggi.
Io divenni così vogliosa di vivere da femmina al 100%, che chiesi a Giulia di accontentarmi ed iniziare a femminizzarmi totalmente ed a tempo pieno.
Il primo passo fu che quando eravamo in casa mi concesse di vestirmi sempre da donna. Lei non aveva nulla in contrario. Era molto comprensiva e disponibile a lasciarmi vivere la mia sessualità nella maniera che m facesse sentire più serena.
A mia volta, quando indossavo lingerie ed abiti da donna nell’intimità delle nostre quattro mura, provavo un senso di serenità e pace con me stessa. Emozioni così intense da non possedere le parole adatte per descriverle.
Semplicemente mi sentivo e mi sento in uno stato di beatitudine, come avvolta da una profonda gioia e leggerezza dell’anima. Sensazioni che prima non conoscevo in maniera così profonda e diffusa.
Quando sono donna, cosa che nel mio cuore sono da sempre, sto semplicemente bene e ciò avviene indipendentemente dalle implicazioni sessuali.
Del resto, mica le donne fanno sempre all’amore! Vivono benissimo pure senza alcuna penetrazione o masturbazione!
L’essere donna è per me uno stato ed una condizione che non implica necessariamente l’orgasmo.
Essere femmina è una condizione parallela si all’atto sessuale, ma che non lo richiama quale un obbligo conseguente o immediato.
Sentirmi donna mi da gioia in quanto tale, pure senza che vi sia un immediato o diretto coinvolgimento erotico.
In parole più semplici ed esplicite, sebbene è stupendo per me avere rapporti sessuale con mia moglie, recitando io il ruolo della femmina, in veste di donna godo e mi riempio di gioia pure senza avere contatti fisici.
Posso rimanere vestito e truccato da donna per una intera giornata, senza alcuna cenno di erezione e senza il bisogno di altro, se non stare vicino alla donna della mia vita e godere del bene immenso che so lei mi vuole.
La mia esistenza, di donna amata ed usata da una Padrona, che alterna dolcezza e severità, è diventata una vita di perenne felicità.
Da questi pensieri in cui mi sono immersa, sul come sono arrivato al punto di femminilità in cui oggi mi trovo, nel sentire la voce di Giulia torno alla realtà.
"Visto che avevi il trucco rovinato, prima che usciamo lo devi rifare. Fai la massima attenzione, Vai davanti allo specchio e fai del tuo meglio, ma stavolta voglio un trucco molto leggero e delicato. Non da troia come di ho truccata io prima. Non posso mica essere costretta a vergognarmi uscendo a insieme ad una sgualdrina. Dai sbrigati e vedi signorinella mia di non deludermi"!
Non ci posso credere!
Intende veramente umiliarmi in pubblico fino al punto da costringermi ad uscire fuori in mezzo alla gente con il volto truccato da donna?
Senza sapermi dare una risposta, ma già sapendo dal suo tono di voce che non sta affatto scherzando, mi chiedo come possa davvero farmi una cosa così crudele. Comprendo che sta mettendo alla prova la profondità del mio stato di sottomissione al suo assoluto potere, come se fosse un test per capire fino a dove sono pronto a spingermi per lei.
Comprendo anche che costringermi ad un tale atto di sottomissione le procura un senso di potere illimitato ed il solo pensiero di umiliarmi in una tale maniera le può procurare sensazioni forti, ma mi sembra una crudeltà così immensa da non essere possibile ...invece è vero, sta succedendo.
Lei lo vuole e. pur sentendomi morire di vergogna, ancora prima ancora di avere messo mano a rimmel e rossetto, io lo farò!
Ubbidire alla mia divina Padrona è un atto di immenso amore ed io questa prova d’amore che lei merita totalmente ed io non gliela negherò.
Anche se sono sempre più perplessa e spaventata, io eseguo e faccio del mio meglio. Sebbene cerco di avere una mano quanto più leggera possibile, il volto che scaturisce è pur sempre quello di un uomo truccato da donna ...che vergogna indescrivibile che sto provando!
"Sei stata brava Sarah! Stai migliorando e mi piace con quanta abilità sei riuscita questa volta a farti bella per me ...ed anche per tutte le persone che ti vedranno e sono certa rideranno di te".
Desiderava proprio essere crudele ed era evidente quanto godesse a farlo!
"Non vorrei però che quel rosa delicato sulle tue labbra mancasse di attirare un numero di sguardi sufficiente a rendere abbastanza grande la tu umiliazione" Avvicinati a me qui nella luce e porgimi la tua boccuccia".
Così dicendo, estrasse dalla sua stupenda borsa in pelle di coccodrillo, il suo rosso più scuro, tendente al nero, e con precisione mi passo il rossetto sulle labbra.
Mia moglie aveva ottenuto ciò che ardentemente desiderava.
Come se non bastasse tutto ciò che era avvenuto tra noi fino a quel giorno, le avevo concesso di legare una ulteriore catena attorno al mio animo, di impossessarsi di una ulteriore fetta del mio spirito.
Giulia era soddisfatta di me, era soddisfatta dell'ubbidienza che le avevo dimostrato truccandomi il volto prima di uscire in pubblico. pur io sapendo quanta vergogna ciò mi avrebbe comportato.
Aveva ottenuto da me che io facessi un passo pericoloso ed irreversibile, fatto il quale non vi era più la possibilità di tornare indietro. Non sarebbe più esistita via di ritorno.
La voce si sarebbe sparsa molto in fretta, senza potere essere più cancellata e presto tutti avrebbero saputo del mio segreto, del mio vizietto, del mio essere diventata femmina.
Famigliari, amici, vicini di casa, proprio tutti lo avrebbero saputo ed avrebbero riso di me.
Un segreto vergognoso, così ben custodito per un'intera vita, non sarebbe più stato nascosto.
Del resto, nemmeno la mia Padrona nascondeva quanto tutto ciò le desse piacere. Le si leggeva in faccia quanto lei fosse eccitata e stesse godendo, pure eroticamente.
Avrei scommesso che fosse tutta bagnata.
La mia Padrona mi passa i pantaloni e, come da sue istruzioni, li indosso sopra la lingerie.
Poi mi metto una camicia rosa, che copre le pinzette che mi stringono i capezzoli ed è lei ad annodarmi la cravatta. Indosso una bella giacca e dei mocassini molto eleganti.
Giulia non ha previsto che io porti dei calzini e, come se non avessi già motivi più che sufficienti per essere preoccupata, lo sono ancora di più.
Cosa avrà mai in mente? Dove stiamo andando?
Mi guardo allo specchio, l’unica cosa che potrebbe tradire quello che ho sotto è appunto la mancanza di calzini. Mentre tutto il resto rimane nascosto, se dovessi alzare appena i pantaloni, non indossando i calzini, si vedrebbe il nylon delle calze. Da seduto poi le calze si vedranno certamente, ancor più per via di quella sensuale riga nera.
Ma che problema saranno mai le calze di nylon a confronto del mio viso così ben truccato che parla da sé, gridando “sono una spudorata checca, venite a sfondarmi il culo”!
So bene che durante questa uscita, ovunque andremo, sia ad un orgia o al supermercato, le cose prendere una svolta completamente nuova ed imprevedibile.
Ne provo un misto di paura ed eccitazione.
Indosso il cappotto di lana che lei mi porge, un bel capo classico ed io l’aiuto ad indossare il suo soprabito. La seguo in garage.
Mi passa le chiavi della "sua" auto. Siamo stati infatti dal notaio e nulla appartiene più a me.
Si avvicina alla portiera posteriore ed io, servile, le apro lo sportello. Nel salire lascia intravvedere un bellissimo squarcio di coscia.
Ovviamente guido io e sembro proprio l’autista. Senza fare domande e seguendo le sue indicazioni andiamo in un posteggio del centro. Parcheggiata l’auto, scendo le apro lo sportello e nuovamente posso ammirare le sue stupende cosce ...certamente lo fa apposta.
Le sue parole sono poche e secche:
"Il viso truccato da donna non è stato che un piccolo anticipo della tua punizione per l'orgasmo non autorizzato che hai avuto oggi. Ora arriverà la parte più umiliante"
La seguo ed entriamo in un elegantissimo negozio di calzature dove è molto conosciuta e, poiché in passato ci siamo andati diverse volte insieme, pure per le mie scarpe da uomo, conoscono bene pure me.
Ci dirigiamo nel reparto femminile, dove una commessa gentilissima, che ci saluta cortesemente entrambi, ci fa strada.
Mi sforzo a tenere la testa bassa, ma il mio volto è troppo vistosa e diciamo pure “bello” per passare inosservato.
Naturalmente, dopo avere notato il mio viso da checca la commessa e mia moglie si scambiano un sorriso ricco di complicità femminile.
Mentre io muoio dalla vergogna, Giulia si siede su un divanetto e mi fa cenno di sedermi accanto a Lei.
"Vorrei vedere un paio di quelle scarpe nere col tacco alto che ci sono in vetrina in basso a destra. Quelle con la cinghietta. Sono davvero carine e molto femminili".
"Certo Signora, il solito numero vero? Se ben ricordo, lei porta il 38”.
"No, non 38. Ricordo che da voi si forniscono anche le giocatrici di basket e che siete specializzati dunque pure nei numeri grandi".
"Esatto signora, come pure le giocatrici di palla a volo, tutte ragazze molto alte".
"Il 45 allora, sono per mio ...mio marito".
D’improvviso comprendo perché io non indosso i calzini!
Sono terrorizzata, arrossisco e rimango senza fiato.
Giulia mi aveva minacciato molte volte dicendomi che prima o poi mi avrebbe condotto in giro per i negozi a comprarmi abiti femminili e che saremmo giunti al punto in cui, come due eleganti signore oppure due sgualdrine, secondo i suoi desideri del momento, saremmo uscite insieme a fare shopping oppure a girare per i locali in cerca di uomini da farci sbattere entrambi.
Quando mi parlava di questo tabù che mi avrebbe costretta a superare, io mi eccitavo e mi toccavo, sempre col suo permesso. Diceva che dovevo accettare di avere un uomo vero che mi sfondasse il culo ed aggiungeva pure che saremmo arrivate al punto di rimorchiare due uomini e portarceli a casa oppure in un hotel, dove ci saremmo fatte scopare entrambi contemporaneamente. Poi, ovviamente, ci saremo fatte pagare …lei di più ed io di meno!
Ascoltavo questi racconti estasiata e durante le sue storie la mia Padrona mi permetteva pure di masturbarmi liberamente. Unica condizione che non facessi poi i capricci quando, dopo essere venuta, lei mi costringeva a bere il mio stesso sperma, che lei aveva raccolto in un calice.
Le prime volte ero riluttante, ma poi divenne bellissimo farlo.
Giulia non ebbe difficoltà a convincermi che solo iniziando ad assaporare lo sperma ed imparando ad inghiottirlo sarei stata pronta poi per farlo sparire dai cazzi e dal mio viso, quando avrei dovuto fare i miei primi pompini agli uomini. Quei maschi veri, eleganti e puliti oppure volgari e sporchi che, quando io sarei stata pronta, mi avrebbero posseduta.
Quale migliore esercizio dunque che iniziare bevendo il mio di sperma?
Ricordo perfettamente le sue parole.
"Prima con un dito raccogli pure tutta la sborra che hai in faccia e succhi il dito, poi lo tieni per un pò in bocca. Quando apri la bocca per metterlo dentro allunga la lingua e lecca bene ciascun dito.
Tu hai delle dita così lunghe e belle cara Sarah e vedo che quando ti metto lo smalto alle unghia le tue mani sembrano proprio quelle di una donna!
L'uomo che abusa dei travestiti impazzisce nel vedere quelle unghia smaltate che, dopo essere servite a raccoglie la sua sborra dalla faccia della checca cui ha appena sfondato la gola, continuano il loro lavoro sfiorandogli il cazzo.
Il tutto mentre il finocchio quel bel cazzo se lo mette di nuovo in bocca per fargli un bel bidet.
Poi con la lingua lavagli bene pure i testicoli ...e non sorprenderti, bensì ubbidisci, se qualcuno di quegli sporcaccioni ti ordinerà di leccargli pure il buco del culo, anche quello rientra tra i doveri di una puttana.
Mi raccomando poi, anche se ti sarà piaciuto farti umiliare a quel modo, non dimenticarti di farti pagare. Non sognarti di tornare a casa senza portarmi un bel gruzzoletto!
Lo sai vero cosa ti aspetterebbe se tu tornassi senza soldi?
Te lo ricordi vero quello scherzetto che hai già subito, in cui per punizione la tua Padrona ti ha trasformata in una mummia?
Una troia insignificante e completamente immobilizzata, tutta avvolta in strati e strati di pellicola trasparente, dalla testa ai piedi.
Ti ricordi vero che ti avevo avvolto pure tutta la testa, lasciando solo un buchetto per la bocca e due forellini per le narici e non potevi muovere nemmeno un muscolo del tuo corpo?
Mentre ti avvolgevo il capo ti misi dei batuffoli di cotone su ciascun orecchio e sugli occhi, per isolarti completamente dal mondo. Non potevi né sentire né vedere cosa ti stava per succedere. Non puoi immaginare quanto ho goduto nel farlo, quanto mi sono sentita potente, anzi onnipotente.
Eri totalmente in balia al mio volere e dovevi subire le mie torture. Potevo pure decidere di farti infliggere umiliazioni da qualcun altro e non avresti potuto farci niente. Ho goduto così tanto a torturarti i capezzoli e non immagini quanto mi sono eccitata quando, dopo averti girata a pancia in giù, ho fatto un taglio nella plastica all'altezza del tuo buchetto e ti ho cacciato dentro quel bel vibratore. Era così grosso che tu non riuscivi a tenerlo dentro ed è stato così divertente vederlo entrare ed uscire.
Fino a quando non mi è venuta l'idea di avvolgerti il culo nuovamente con dell'altra pellicola e non è più scappato fuori.
Eri patetica quando piangnucolavi come una donnetta, mentre ti facevo il sederino rosso con la frusta.
Ricordo che alla fine, dato che nonostante tu avessi la testa tutta avvolta, piangevi così forte che ho dovuto tagliare la plastica all’altezza della bocca e metterti in gola un bavaglio di quelli con la pallina. Era l’unico modo per evitare che i vicini ti sentissero urlare.
Si lo so che degenerata come sei, ti è piaciuto, ma sappia che la tua crudele Padrona può farlo durare molto molto più a lungo di quanto tu desideri e trasformarlo in un vero incubo.
La prossima volta, aggiungerò pure una maschera sado-maso di pelle nera che ti isoli pure il naso ed ha solo l’apertura per la bocca. Dovrai respirare solo con la bocca ...tra un cazzo e l'altro che te la sfonda.
Capito? Quindi quando ti porto a battere i marciapiedi assicurati di portarmi molti soldoni".
Certo che me lo ricordavo ed era vero che avevo goduto, ma capivo che Giulia poteva effettivamente trasformarlo in un incubo tremendo.
La maschera fetish di pelle nera me la regalò davvero …ma quella è un’altra storia!
Non credevo che questi eventi si sarebbero mai concretizzati davvero, ma eccomi ora truccato da donna in un negozio di scarpe dove tra l'altro sono pure conosciuto, e sto per provarmi ai piedi un paio di scarpe nere lucide coi tacchi a spillo.
Sarebbe stato molto meno imbarazzante se io fossi stata vestita completamente da donna, piuttosto che con indosso abiti maschili piuttosto eleganti ed il volto così ben truccato da femmina.
Mi chiedo se questa trovata non sia stata escogitata da mia moglie con l'intento che la prossima volta, piuttosto che trovarmi conciata a metà strada tra i due sessi, io non la implori di farmi uscire di casa con lei completamente vestita da donna.
Sebbene sono certa che darei nell'occhio, sono altrettanto convinta che le persone mi noterebbero meno di quanto io sia visibile alla derisione in questo momento.
La commessa mi guarda nuovamente, dritto negli occhi, e sorride, poi si scambia uno sguardo con la mia Padrona e ridono apertamente entrambi.
Pochi istanti dopo ritorna con la scatola e la mia Signora Padrona si gira verso di me sorridendo.
Sono imbarazzatissima, sto per indossare un paio di scarpe da donna, davanti ad un’estranea e che tra l’altro vedrà che calze indosso ...certo il problema minore a questo punto.
Mi sfilo una scarpa mentre la commessa, proprio davanti a me, me ne porge una.
La indosso nel modo più rapido possibile.
"Come te la senti cara"? Va bene"?
Non faccio in tempo a rispondere, che Giulia chiede alla commessa di porgermi pure l'altra e subito la infilo.
La commessa mi guarda con aria sempre più divertita.
"Si, mi stanno bene, grazie" rispondo con un filo di voce.
"Grazie ...e poi"?
"Grazie Signora Padrona".
"Così va meglio! Sei sicura cara che ti stanno bene"?
Vorrei morire, vorrei sprofondare inghiottita dal pavimento.
La voce della mia Padrona è devastante, dopo avermi fatto indossa delle scarpe da donna mi ha chiamata al femminile in pubblico. Mi ha chiamata “cara”! Mi rendo conto di essere tutta rossa, l’umiliazione è tremenda e, guarda caso, è salita anche l’eccitazione.
"Si, Signora ...Padrona".
"Bene, ma prima di prenderle voglio che tu nei sia certa cara. Ora alzati all'impiedi e prova a camminare. Cerca cara di essere naturale e di muoverti con disinvoltura.
Anche se non lo sei del tutto, ancheggia pure un pò, come farebbe una vera donna.
Dai Sarah, fai vedere alla signorina come sei brava".
Non ho parole per descrivere quanto provo, è terribile
Nell'andare a prendere le scarpe, la commessa ha ovviamente sparso la voce tra le colleghe e le altre clienti che nel negozio c'è una signora che costringe il marito a truccarsi da donna in pubblico e gli sta comprando delle scarpe coi tacchi alti.
E' un travestito, o qualcosa del genere ...e si raduna una folla di occhi indiscreti.
Donne curiose di vedere come cammina un pervertito indossando un tacco 10.
Vorrei morire, vorrei morire, vorrei morire
...eppure in quel medesimo istante sono travolta da una intensa eccitazione. eccitata a tal punto che, pure costretto nella sua piccola prigione e senza alcuna sollecitazione diretta, il mio minuscolo pene si sborra.
Sento lo sperma fuoruscire dalla gabbia ed inondare il pannolino che, molto saggiamente, la mia Padrona e moglie mi ha costretta a portare all'interno delle mutandine di pizzo.
Mi tremano non poco le gambe, ma riesco ad "esibirmi" a beneficio di Giulia, ma pure di tutte le signore che, senza nascondere la loro curiosità, non mi staccano gli occhi di dosso.
Ne sento una, dall'aria molto sofisticata, che dice all'amica:
"E' pure un bell'uomo e non dovrebbe essere male nemmeno, oltre che truccato, con in testa una parrucca bionda ed indossando una minigonna".
Entrambi scoppiano a ridere e, dato che non ha avuto nemmeno la delicatezza di dirlo sottovoce ridono pure le altre clienti che hanno sentito.
La mia Padrona, cui nulla sfugge, subito le risponde:
"Si è dimenticata il reggiseno mia cara signora, mio marito porta la terza, e la sua parrucca preferita è mora ed a caschetto, non bionda.
Lei non può nemmeno immaginare poi che schianto di donna diventa quando lo vesto e trucco io personalmente. Vedesse che paio di gambe sexy che ha. Specie quando, dopo un bel bagno caldo, sono state appena depilate".
La donna che, convinta di non essere sentita, ha voluto fare la spiritosa, si allontana imbarazzata ed in silenzio ed io, nonostante l'estremo imbarazzo del momento, sono orgogliosa di come la mia Padrona ha saputo tappare la bocca a quella puttana snob.
Mi ha difesa contro quella troia, probabilmente invidiosa di non avere un marito con il culo rotto come il mio.
Tutte le donne vorrebbero prendere il sopravvento sul proprio marito, ma solo quelle veramente con le palle riescono a sottomettere un uomo e trasformarlo in una femmina-giocattolo, ubbidiente e totalmente nelle loro mani.
"Allora le prendiamo, le vuoi indossare subito cara"?
Il tono usato per “vuoi” non lascia ombra di dubbio.
"Si, Signora Padrona, grazie".
Mi illudo che le umiliazioni siano finite ma così non è.
"A mio marito occorre pure una scarpina chiusa, ma con un pò di tacco ed assolutamente di colore rosa, un rosa tenue e delicato. Non mi dispiacerebbe che avessero pure qualche ornamento. Qualcosa diciamo di un pò civettuolo. Ecco, l’ideale sarebbe ad esempio un fiocco. Dato che dovrà portarle per parecchie ore e non è ancora abbastanza allenato, direi che basta un tacco 4".
La commessa non esita a produrre quanto richiesto e nel giro di pochi attimi sono costretta a provarmi pure questa secondo paio di scarpe. Mi calzano perfettamente e devo confessare che, oltre a piacere a Giulia, piacciono molto pure alla sottoscritta.
Non so cosa abbia in mente con quelle graziose e tanto femminili scarpe, ma le trovo davvero adorabili ed il fiocco mi fa impazzire!
Nel formulare questo pensiero, mi rendo pure conto che forse mi sto già iniziando ad abituare al mio nuovo ruolo di travestito e di checca derisa in pubblico.
Il mio amore mi ordina di indossare nuovamente le scarpe nere col tacco alto e, senza dire parola, abbasso lo sguardo e me le metto ai piedi.
Mentre Giulia paga, come già detto a me non è più permesso da tempo avere denaro, la commessa sorride, trattenendosi evidentemente dallo scoppiare a ridermi apertamente in faccia.
Io le sorrido ed abbasso subito lo sguardo.
Nel frattempo la voce si è sparsa per tutto il negozio e mentre usciamo tutte le altre commesse mi guardano, prima in viso e poi i piedi, incuriosite e divertite ...io sono sempre più imbarazzata.
"Ora andremo in un altro negozio ed anche se oltre ad essere truccata, ora indossi pure delle scarpe da donna col tacco, tu ti dovrai comportare con naturalezza. Anche quando tutti ti guarderanno e rideranno di te".
Appena uscite dal negozio di scarpe, tutti gli occhi per la strada sono puntati sul finocchio col rossetto sexy e coi tacchi alti accanto alla bella mora.
Vedo l'auto della mia Padrona parcheggiata lungo la via e penso che forse lei abbia cambiato idea e mi risparmierà ulteriori umiliazioni.
Mi sbaglio, dal lato opposta della strada, è ora la volta del negozio di biancheria intima, stupendo, finissimo, elegantissimo, dove lei si fornisce abitualmente.
Infatti è di casa e la commessa ci saluta molto cordialmente. Subito dopo si accorge del mio trucco e delle mie scarpe e mi guarda con una espressione interrogativa, poi il suo sguardo si incrocia con quello della mia Padrona e solo a fatica riesce a trattenere un sorriso che si trasforma in risata.
E' una ragazza alta ed anche bella, la cui pelle ed inflessione tradiscono un'origine forse sudamericana, ma non potrei dirlo con certezza.
Ciò che mi sembra dicono invece i suoi occhi è che prova pena per me. Come se, più che divertita, sia intenerita e dispiaciuta per il modo in cui mia moglie, conducendomi li in quello stato, sta calpestando la mia dignità
...ma certamente sono tutti viaggi con cui la mia mente e fantasia stanno volando.
"Voglio fare un regalo. Vorrei vedere un body, un paio di calze con reggicalze, un reggiseno e delle mutandine in pizzo. Deve essere tutto in rosa, rosa tenue.
Per la misura faccia conto un fisico come quello di mio marito, ma con i seni della terza ".
La commessa sorride e poi sparisce, ma dopo pochi minuti porta tutto e di varie qualità,
Giulia guarda con attenzione e poi sceglie le cose più belle.
Per divertirsi mi appoggia addosso il body, come per vedere se mi va bene. Entrambe sorridono, mentre io abbasso lo sguardo Non oso nemmeno immaginare cosa la mia Padrona abbia in serbo per me.
"Sai cara dovresti provarti questa biancheria, non vorrei che fosse tutto troppo piccolo per te. Di la hanno una saletta di prova privata e penso dovremo approfittarne. Dico bene signorina?
La commessa, divertita e complice, si dimostra molto disponibile e ci conduce immediatamente nella sala privata, lontana dagli occhi indiscreti delle altre clienti.
La mia umiliazione tocca sempre più il fondo, ma il fondo sembra non finire mai.
Non sono una donna completa, ma lo sono abbastanza per sapere che in un negozio non sia permesso provare questo genere di capi prima di averli acquistati.
Mai e poi mai però mi permetterei di parlare. Né oso immaginare quale potrebbe essere la reazione di mia moglie se solo osassi dire qualcosa ...tanto meno contraddirla.
So per certo che pure ad un minimo cenno di protesta da parte mia seguirebbe una qualche tremenda punizione. La sua fantasia sa dare vita a punizioni molto raffinate, a volte pure crudeli e dolorose, ed io ne ho veramente paura.
La saletta, di forma ovale, è piccola ed elegante. Rassomiglia e quelle che si vedono nei film.
Vi è pure un divanetto, dove si siedono le amiche o la mamma, per ammirare chi indossa i capi e poi esprimere un parere.
Tutt'attorno, alle pareti, vi sono dei grandi specchi ed all'estremità una cabina di prova, racchiusa da una tenda scorrevole. Al centro si alza una piattaforma rotonda a scalini, dove la modella di turno sale per farsi ammirare.
Insomma, esattamente come nei reality che danno in TV e che io amo guardare, dove le spose devono scegliere l'abito per il proprio matrimonio.
Mia moglie mi costringe a guardare quei programmi, poiché dice che contribuiscono a fare accrescere in me la mia femminilità sopita.
Non le ho mai confessato che per me vederli non è una punizione, né tanto meno un sacrificio, ma che letteralmente adoro guardarli.
Mi fanno sentire così femmina, poiché accarezzano la parte più intima del mio animo, quella parte femminile romantica, delicata e tenera che già esisteva in me molto prima che io sapessi che i desideri che crescevano in me fossero "strani".
Fin da quando, da piccolo e poi da fanciullo, nasceva e cresceva la mia tendenza al travestimento.
Quando da ragazzino mi eccitavo guardando le ballerine in TV e, al contrario dei compagnetti, i quali pure loro sentivano le prime pulsioni, io non desideravo toccare i loro corpi, le loro lunghe gambe ricoperte di calze di seta o i loro prosperosi seni racchiusi in sensuali ed attillati body.
Quelle calze io desideravo indossarle. Avrei voluto infilarmeli su su lungo le mie gambe, per poi agganciali al reggicalze.
Volevo essere io a possedere quel grosso seno ed indossare quel corpetti.
Io a ballare in TV.
Impazzivo per i bustini con infinti lacci lungo la schiena e mi masturbavo pensando alle sensazioni che avrei provato mentre una compagna del corpo di ballo li tirava per stringerli, imprigionandomi dentro stretta strettissima.
Indossavo di nascosto la biancheria e gli abiti femminili di mia madre e mi dipingevo il volto con i suoi trucchi e le labbra con i suoi rossetti.
Sempre attento a tornare alla "normalità" prima del suo rientro, per non essere scoperto ...e per tutto il tempo mi toccavo.
Tutto questo avveniva prima che io capissi l vere differenze tra uomo e donna, ma desideravo già essere donna.
Fu inseguito, crescendo, che oltre a volere essere una femmina, si svilupparono in me le prime tendenze omosessuali ed oltre al bisogno di mostrarmi in pubblico da donna, iniziò a crescere dentro di me il bisogno di essere amata e posseduta da un uomo.
Era ancora lontano di moltissimi anni il momento in cui avrei avuto una moglie amorevole e comprensiva, una dolce Padrona ...pronta e felice di inserirmi con delicatezza un grosso fallo di gomma nel culo.
Ecco ora la mia preziosa Padrona che mi costringe amorevolmente a mostrarmi da donna in pubblico.
Comprendo ora che per amore mi mette in ridicolo, al fine di obbligarmi a fare quel primo passo che altrimenti di mia volontà, troppo vigliacca come sono, io non oserei fare.
Ora finalmente inizio a comprendere che quello che può sembrare un atto di crudeltà, svergognarmi così davanti ad altre donne, è invece un immenso atto d'amore.
Lei vuole che io realizzi i miei desideri e sogni e mi accompagna per mano in quella direzione. Ecco perché mi conduce in questi negozi.
Sarà più facile da oggi in poi per me accettare l’idea che potrò uscire di casa completamente donna.
Senza preoccuparmi di ciò che pensano e dicono gli altri, potrò iniziare a vivere pubblicamente la mia femminilità.
"Ora spogliati completamente nuda cara ed indossa per me questi raffinati capi di biancheria intima".
Entro nella cabina e mentre mi spoglio mi vengono in menti i pensieri e le sensazioni che provo mentre guardo quelle promesse spose in TV che indossano semplici o sfarzosi abiti da sposa.
Mi identifico nella sposa, sognando di esserla io.
Mi immagino bellissima, fasciata in un abito bianco strettissimo, lunghissimo ed ornato di pizzi, con ai piedi delle scarpe bianche elegantissime con un tacco bello alto, su cui mi incammino con disinvoltura verso l'altare.
Sono truccata come una dea, con estrema cura e la mia acconciatura è motivo di ammirazione da parte di tutti gli invitati, donne e uomini.
Nel mondo del mio sogno tutto ciò è naturale. Nessuno si scandalizza, né trova insolito che un uomo si faccia trasformare in una donna per celebrare il giorno più bello della propria vita.
Nel mio sogno gli uomini mi guardano sorridendo e godono nell'ammirare la mia bellezza, magari qualcuno di loro mi desidera pure e vorrebbe essere lui a passare la prima notte di nozze con me!
Nel mio sogno ad accogliermi sull'altare vi è l'amore della mia vita, la persona a cui ho giurato eterno amore per tutta la presente e le prossime vite. Ad attendermi sorridendo e porgermi la mano vi è Giulia, Naturalmente è, a sua volta, elegantissima.
Dalla testa ai piedi è vestita da uomo, in un magnifico completo da sposo, camicia, cravatta, gilè, giacca nera, pantaloni scuri a righe e, per finire, un paio di scarpe di altissima classe, costosissime e di quel particolare modello che a lei piace tanto. E' girata però verso l'altare e non riesco a vederla in viso.
Attraverso tutta la navata della piccola e romantica chiesa di campagna in cui abbiamo deciso di coronare il nostro amore ed appena la raggiungo e lei si gira, tutti gli sguardi mi abbandonano e gli occhi di ogni invitato si poggiano su di lei.
Il mio sposo infatti è truccata da donna ed è di una bellezza da mozzare il fiato.
Tutti gli uomini la guardano, tutti ora la desiderano e tutti vorrebbero essere loro a passare quella prima notte con lei.
Alcuni vorrebbero possederla, mentre altri, quelli che hanno capito cosa piace a lei fare agli uomini Quelli che insomma sono checche come me, vorrebbero invece essere da lei posseduti.
Sarò io soltanto però ad essere preso da lei ed a trascorrere la notte col suo bel cazzo di gomma che pompa il mio buchetto fino allo spasimo. So bene che me lo sfonderà al punto da non riuscire per molti giorni a trattenere la cacca. Avrò lo sfintere talmente slabbrato che, per non sporcare le mutandine, dovrò indossare una assorbente pure in mezzo alle chiappe.
Non vedo l'ora!
Vi sarà mai un mondo così, almeno in una prossima vita?
Non so rispondere, ma so con certezza che questa vita, fino a quando avrò un solo respiro desidero viverla esclusivamente con lei.
Mentre sono immersa i questi pensieri, mi sono già infilata le mutandine di pizzo, il body e le calze e sto armeggiando con i ganci del reggicalze. Dopodiché mi manca solo di indossare il reggiseno.
Come fanno molti uomini che si vestono da donna, lo aggancio sul petto e poi lo faccio scorrere, girandolo fino a quando le coppe non siano in prossimità dei miei capezzoli. Capezzoli i miei che sono sempre stretti da due pinzette.
A quel punto metto l'imbottitura, poi infilo le braccia attraverso le spalline e me lo sistemo per benino.
Ecco che così mi trovo con un seno molto prosperoso e le coppe sono così ben imbottite che quando me lo accarezzo e poi afferro entrambi le mie tette tra le mani ho la sensazione di possedere un seno vero ...e naturalmente mi eccito a dismisura.
Questa volta dovrò fare molta attenzione nell'indossarlo. Appunto per via delle pinzette che mi stringono i capezzoli. Sebbene minuscole le pinzette sono molto potenti.
Si tratta di quelle piccole pinze usate per i giochi sado-maso. In mancanza esse, si possono pure usare quelle colorate che vengono usate ad esempio per attaccare un bigliettino di felicitazioni ad un mazzo di fiori.
Purtroppo, sono priva delle imbottiture in gomma che ho a casa. Dei seni finti previsti di appositi incavi che permettono alle pinzette di rimanere dritte, rendendo il dolore più sopportabile.
Senza quelle coppe le pinzette si rifiutano infatti di rimanere erette e piegandosi torturano parecchio i miei capezzoli …ma a me piace!
Sto agganciando il reggiseno quando sento mia moglie che chiede ad alta voce, ma con dolcezza:
"Quanto ci metti cara"?
"Ancora un minutino e sarò pronta".
Trasportato prima dalle mie fantasie per qualche attimo indietro nel tempo ed in altri luoghi, eccomi ora proiettato nuovamente nella realtà del presente.
Una realtà in cui mi sto vestendo come una ballerina da burlesque e sono sul punto di salire su una pedana, dove sarò ammirata dalla mia divina Padrona e da una perfetta estranea.
Una sconosciuta che, pure lei, sta per burlarsi della femminuccia insignificante che ha permesso alla propria moglie di trasformarlo in una donna desiderosa di essere una sgualdrina.
Eh si, non posso dire in tutta verità di esserci stata costretta. A tutto questo non sono stata obbligata ma mi sono concessa io, di mia totale volontà.
Ho voluto io che mia moglie mi trasformasse sempre più in una donna,
E’ questo il modo perfetto per portare a realizzazione quel sogno nato da ragazzino.
Il sogno di quando sentivo i primi stimoli tra le gambe e quegli stimoli mi dicevano, sebbene in maniera ancora indistinta, che io non volevo un pisellino, ma al suo posto un fiorellino, un buchetto.
Oggi, pur non avendo quel buchetto, ho permesso che quel pisellino venisse imprigionato, ridotto in schiavitù dentro uno strumento di castità, per impedirgli, nel caso gli passasse per la testa, di diventare grande.
Nello stesso tempo, permetto che venga usato l'altro mio buco, quello che ho tra le natiche, per svolgere le funzioni che le donne svolgono con gli uomini quando si donano a loro.
Nel mio caso, il destino dell'ano è di essere stuprato, sia dalla mia Padrona che dagli uomini che lei sveglie per inculare la sgualdrina che vive dentro di me.
Sfondamento del mio sfintere che si svolge rigorosamente in sua presenza e durante il quale lei spesso si masturba, se non addirittura si fa a sua volta scopare da Manuel o dallo stallone di turno con cui decide di accoppiarsi.
Momenti sempre molto umilianti per me, ma nel contempo, ora che sono una femminuccia, momenti molto belli per me.
Amo vedere la donna che amo mentre gode per mezzo del cazzo di un vero uomo.
No, non mi lamento. Questo è quello che ho voluto io e voglio io e così facendo, grazie a mia moglie, ora mi sento finalmente donna e felice di esserlo.
Mi gira un pò la testa per le emozioni che sto provando e temo che potrei svenire
Ho pure il terrore del fatto che la commessa vedrà la protuberanza della mia gabbietta, impossibile da nascondere sotto l'attillato body.
Vorrei che la mia divina Padrona avesse almeno un pizzico di pietà di me e si avvicinasse alla tenda per porgermi la chiave del lucchetto, ma nulla di ciò avviene.
Dovrò bermi l'amaro calice della vergogna fino in fondo ed accettare quella ulteriore umiliazione.
Troia come sono, preferirei bermi piuttosto un calice dello sperma di Manuel, il montone di mia moglie!
Esco dalla cabina e salgo i due scalini che conducono in cima al podio. dove mi espongo all'occhio ed al giudizio della mia Giulia.
"Sia gentile signorina Dolores, venga di qua e ci dia una mano, insieme ad un suo parere".
Dunque si chiama Dolores e si conoscono. Sono ormai certa che la commessa era al corrente del nostro arrivo e facesse parte della "trappola" studiata da mia moglie, ed ottimamente riuscita, per umiliarmi in pubblico.
Entra infatti immediatamente nella saletta e vedendomi in tutto il mio femminile splendore scoppia in una immensa risata. Ride senza ritegno, a tal punto che sembra una risata finta, una parte mal recitata. Dopo avermi scrutata dalla testa ai piedi, i suoi occhi si soffermano sulla protuberanza creata dalla mia cintura di castità.
"Nonostante quel giocattolino che racchiude quel poco che possa essere rimasto della sua mascolinità, ammesso che lei ne abbia mai avuta, la trovo bellissima signora Sarah vestita così"
- la stronzetta conosce pure il mio nome -
"Le manca però ancora qualche minimo ritocco per sembrare una puttana di alta classe, una di quelle che si trovano nei bordelli eleganti, dove vanno a scopare gli uomini molti ricchi".
"Scommetto che tu ci sia stata e provenga proprio da li, piccola troia cubana ...o da ovunque tu venga" –
Certa però di una severa punizione dalla mia Padrona, queste parole le pronuncio solo nella mia mente.
Giulia nel frattempo ha estratto le scarpe col tacco rosa, comprate nel precedente negozio, dalla loro scatola e le porge alla commessa:
"Sia gentile signorina Dolores, salga sulla pedana e gliele metta entrambi ai piedi. Voglio ammirare mio marito in tutta la sua sensuale bellezza".
Uno alla volta alzo le gambe e le porgo il piede, che rapidamente lei orna di una graziosa scarpa.
Con le scarpette ai piedi, per via dei tacchi che mettono in tensione i muscoli, le mie gambe diventano più slanciate ed io, guardandomi negli specchi, mi trovo incredibilmente sexy.
La commessa estrae degli oggetti da un cassetto. Vi sono una collana e dei bracciali di perle, con cui, mentre mi moglie osserva con aria divertita, lei stessa mi orna il collo ed i polsi. Vi è pure una parrucca alla Valentina, il tipo che a me fa impazzire e che adoro avere in testa, ma questa volta, invece di nera e di colore rosa. Perfettamente in tinta con la biancheria intima in cui il mio corpo è racchiuso.
E' evidente che mia moglie ha programmato tutto e certamente lo ha fatto già da tempo.
Giulia mi incoraggia ad assumere delle pose provocanti ed estrae dalla borsa una macchina fotografica con la quale inizia a scattarmi molte foto.
Ormai da me ha ottenuto la più assoluta sottomissione ed a questo punto è solo una questione di ore prima che tutti coloro che mi conoscono sappiano che sono un finocchio.
Quindi, non posso nemmeno temere che le userà per ricattarmi.
Immagino lo stia facendo per il solo piacere di rivederle in seguito e forse masturbarsi al pensiero di quanto abbia umiliato il propria "amica" checca.
Magari mentre le guardiamo insieme, come due amiche lesbiche, ci masturberemo a vicenda.
"Sembri davvero una troia mia dolce Sarah, una di quelle di alto rango però. Ti manca solo un cazzo in bocca da succhiare mia cara schiava, ma a ciò però possiamo sempre provvedere.
Ora mettiti in ginocchio"!
Non so cosa abbia in mente e dove voglia arrivare, ma so che lo spettacolo che ha inscenato e di cui io sona la protagonista principale non sta per finire. Naturalmente mi metto immediatamente in ginocchio.
Non avevo quasi più alcun dubbio, ma a quel punto mi rendo conto con certezza che la commessa è in realtà un'"attrice" del "reality" ideato dalla mia Padrona.
Dolores si sfila l'elegante tubino di colore rosso che indossa e rimane quasi del tutto nuda, Sotto infatti non porta nulla, ad esclusione di un succinto perizoma. Eccola nuda davanti a me con ai piedi delle scarpe rosse fuoco con un bel tacco a spillo.
Ha due tette stupende, sono perfette e quasi certamente rifatte.
Vorrei averle io delle tette così e per un attimo mi chiedo se la cura di ormoni femminili che mia moglie mi ha già imposto di iniziare, potrà portare un giorno ad un seno del genere.
Il pensiero dura poco, dato che mi rispondo subito io stesso.
Mi dico che ormai che sono una checca dichiarata non vi è motivo di aspettare che crescano. Dovrò solo chiedere a Giulia di essere tanto generosa da farmi impiantare due poppe così da un chirurgo plastico.
Dolores mi si avvicina, poi si china e, dopo avermi strofinato entrambi i seni sul viso, mi bacia sulla bocca. E' un bacio lungo e sensuale, gioca mordendomi teneramente le labbra ed i nostri rossetti si mischiano. Poi mi penetra la bocca con la lingua ed io, ormai eccitatissima già dal momento in cui mi ha mostrato le tette, quel bacio intenso lo ricambio ...e ci scambiamo le nostre salive.
Avvicina i suoi grossi capezzoli alla mia bocca e mi invita sfacciatamente prima a leccarli e poi a succhiarli
Non avendone avuto il permesso da mia moglie, inizialmente non oso, ma uno sguardo di consenso dalla mia Padrona mi concede via libera. Li afferro delicatamente con ciascuna mano, li lecco avidamente e poi li succhio, facendo attenzione a non farle male.
Nel frattempo il mio pene, racchiuso nella sua gabbietta, sembra scoppiare. Vorrebbe ma non può. Bussa contro le pareti di plastica riempiendone ogni porzione, vorrebbe evadere, ma non può.
Mi rendo conto in quell’istante che ciò che vuole evadere non è un pene ma il clitoride di una donna vogliosa di unirsi ad un’altra donna.
Tutto ciò a cui sono stato sottoposto fino a quel momento rafforza la mia consapevolezza di volere essere fortemente donna.
Le emozioni e le umiliazioni subite e gli ormoni femminili che prendo hanno annientato quel barlume di maschio che un tempo esisteva in me.
In quel momento sono una lesbica che sta succhiando i capezzoli di un’altra lesbica.
Sicuramente pure questa è una prova, un test per vedere fino a che punto è giunto il mio processo di femminizzazione.
La prova è però molto più complessa ed elaborata di quanto io possa in quel momento pensare. La mia padrona è astuta e vuole vedere quale lato del mio erotismo è più marcato. Quale prenderà il sopravvento: uomo o donna.
Ecco il motivo per cui l'intera giornata è stata caratterizzata da una serie sempre più crescente di violenze verbali e fisiche, di atti sempre più forti di umiliazione. Lei vuole scoprire a che punto sono giunto, quanto mi sono finora trasformata in femmina.
Sale pure Giulia sul palco e mi si avvicina. Per quanto molto eccitata, nel momento in cui inizia a salire tolgo le mani dai seni di Dolores e, sempre in ginocchio, lascio che le braccia mi cadano lungo i fianchi.
Im questo modo il mio corpo le annuncia la mia totale sottomissione al suo assoluto volere.
Alzando prima una gamba e poi l'altra, Giulia si toglie la gonna.
E' senza mutande e la sua perfetta vagina è a pochi centimetri dalla mia bocca. Tanto vicina che sento gli odori della sua fica, odori che per me sono profumi meravigliose e che più intensi e "sporchi" sono, più io bramo di annusare, leccare e succhiare.
Impazzisco per quei profumi che, essendo io stata vergine tutta la vita, senza avere conosciuto altre donne, sono gli unici con cui identifico il sesso orale.
Ho compreso il suo perverso gioco, sono certo che passeranno solo pochi secondi prima che pure Dolores si toglierà il perizoma ed io sarò sottoposta ad una prova inventata dalla fantasia della mia amata sposa.
Sono certa che Giulia vuole scoprire a quale delle due fiche non saprò resistere, su quale lancerò la mia bocca per dedicarmi con abnegazione alla pulizia, quale leccherò, a quale farò il bidet?
E' certo che se sbaglio e la deludo mi punirà, ma come faccio a sapere cosa si aspetta da me?
Si aspetta che mi dedichi a lei oppure vuole che io la tradisca ed immerga la bocca tra le cosce di Dolores? Quale delle due scelte la ecciterà di più? Quale mi salverà il culo?
A dire il vero, di qualcosa dentro il culo avrei comunque immediatamente bisogno.
Sono talmente in calore da così tanto tempo che un bel fallo finto, o ancora meglio un cazzo vero lo desidero ardentemente
...e non sarebbe male prendere contemporaneamente pure uno in bocca!
E se mi occupassi di entrambi le vagine? In quel caso a quale mi dedicarmi per prima. In ogni caso sarà pur sempre un test e come saprò quale fica è la scelta giusta per superarlo?
Se non lo supero secondo i desideri della mia Padrona, quale sarà la punizione che mi aspetta per avere errato? Se inizio infilando dolcemente in dito dentro la figa di ciascuna e comincio a giocare delicatamente coi loro clitoridi?
Tutti questi pensieri ed interrogativi mi attraversano in fretta la mente, ma prima che io sia ancora riuscita a fare una scelta, Dolores, come ha già fatto prima mai moglie per togliersi la gonna, alza prima una poi l'altra gamba e si sfila il perizoma.
Sono curiosa di scoprire se la sua vagina mi attirerà tanto intensamente quanto quella della mia divina regina
…ma d'improvviso tutte le carte in tavola mi vengono cambiate sotto gli occhi.
Da tra le gambe di Dolores, ben ficcato tra le pieghe della sua vagina, vedo spuntare un grosso clitoride, ma clitoride si rivela subito di non essere.
Ecco invece che vedo come srotolarsi un pene, a prima vista non molto grande ma che subito vedo allungarsi.
Dolores, non è Dolores, forse è Diego o Fernando, ma di certo non è una donna.
E' un transessuale, un vero trans, come del resto in fondo al mio animo vorrei essere io.
Ecco allora la prova in cosa consiste, chi sceglierò? cosa preferisco avere tra le labbra e dentro la bocca?
La preziosa fica della mia padrona, oppure il cazzo di un uomo che ha pure delle tette vere, quelle che vorrei possedere io e per avere le quali già da parecchi mesi faccio una cura di ormoni femminili.
Non ho bisogno di pensarci, ma lascio che sia il mio istinto a guidarmi ed esso non ha alcun dubbio.
Afferrò con gesto delicato le natiche di Dolores e la avvicino dolcemente a me.
Dopodiché, con entrambi le mani accarezzo quell'uccellino che continua rapidamente a svegliarsi.
Lo lecco per tutta la sua lunghezza con la lingua e, mettendomi in bocca la punta, ne succhio la pelle che copre il glande. Poi scopro la testa con le labbra e mi infilo quel membro in bocca. Rapidamente il cazzo di Dolores si espande in tutta l sua estensione ed è a quel punto che io impazzisco completamente, perdo totalmente la testa.
Inondo i suoi testicoli di saliva e li lecco fino a lavarli bene, poi mi caccio nuovamente tutto il cazzo in bocca fin in fondo, fino a riempirmi la gola e succhio.
Lo stringo con entrambi le mani e succhio con l’ingordigia di una sgualdrina a cui non basta mai.
Ecco il risultato della prova: io sono una checca che ama farsi scopare la bocca dai cazzi e delle fiche delle donne mi importa ben poco. Ho fatto la mia scelta ed il passo successivo sarebbe diventare un trans. Sottopormi ad un intervento di chirurgia plastica, per farmi innestare due belle tette come quelle di Dolores.
Io voglio il cazzo e per averne di più afferro, questa volta con ancora più forza entrambi le natiche di Dolores. Nel farlo le infilo entrambi i mignoli dentro il buco del culo e la attiro a me.
Il suo membro, ormai immenso, mi sfonda la bocca ed il trans non tarda a sborrami in gola. Mi inonda di sperma.
Mentre sto inghiottendo quel prezioso liquido cremosa dal sapore aspro, ma che tanto desidero dentro di me, Dolores me lo tira fuori dalla bocca e mentre entrambi lo masturbiamo, ciascuna con una mano, finisce di venire.
Mi sborra abbondantemente sul tutto il viso. Tanto copioso è il suo delizioso orgasmo che per evitare che mi riempia gli occhi sono costretta a tenerli socchiusi.
Quando Dolores ha terminato di venire ed io ho quasi finito di leccare ed inghiottire ogni goccia di quel delizioso sperma, lei si avvicina al mio viso.
Ci baciamo e lei mi dona la sua saliva e le ultime gocce del suo sperma.
Sono emozioni molto intense, al punto che mi gira talmente la testa che mi viene quasi da svenire.
Tutto è avvenuto sotto lo sguardo compiaciuto della mia padrona, che pochi istanti prima era davanti a me e ora sembra sparita.
Io avrei tanto bisogno di lasciarmi andare, di abbandonarmi distesa sulla pedana per riprendermi un po’, ma non passa nemmeno un attimo che ecco giungermi da dietro le mie spalle l'ordine della mia divina Padrona.
"Ora troia mettiti alla pecorina, poggia il mento sulla pedana ed alza ben in alto le natiche per ricevere il tuo premio.
Hai scelto il cazzo invece della fica e sono molto soddisfatta di te sai! Ora per premiarti ti sfondo il culo con questo bel fallo di gomma".
Così dicendo mi abbassa le mutandine rosa, poggia il membro che indossa tramite una cintura sul mio buchetto e con un unico energico colpo, tanto deciso da farmi trasalire ed urlare di dolore, mi sfonda il culo.
Giulia mi pompa l'ano con decisione ed a lungo, fino a quando non emette un lungo urlo di piacere. La soddisfazione di avere avuto la conferma di quanto lei sia stata brava a trasformarmi in donna le ha procurato un'eccitazione immensa. Tanto forte da raggiungere un intensissimo orgasmo.
A mia volta, il mio minuscolo clitoride imprigionato si lascia andare e pure io mi sborro tutta.
"Adesso vai in bagno, pulisciti e senza toglierti la biancheria che indossi, mettiti sopra il cappotto. Poi raccogli tutto e raggiungimi nell'auto, parcheggiata qui di fronte.
Voglio veder pure quelle scarpe rosa ai tuoi piedi quando esci da cui".
Obbedendo rigorosamente, mi pulisco in maniera frettolosa, raccolgo i vari pacchetti e la raggiungo in auto.
"Dato che non sei in grado di guidare coi tacchi e c'è il rischio che ci ammazzi entrambi, siediti dietro. Come parte del tuo premio, guido io e tu farai la parte di una vera signora".
Non riesco quasi a crederci, ho superato la prova a pieni voti e la Padrona è molto orgogliosa di me. Sarà lei a condurci a casa.
Appena in garage mi affretto ugualmente ad aprirle la portiera e lei scende, sempre esibendo le sue meravigliose cosce.
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