Sverginato in montagna
di
pirpaolo
genere
gay
Questa è una storia vera. Sono un ragazzo di 18 anni molto timido ed introverso. Quando ero ragazzino andai in colonia con l'oratori del mio paese nelle dolomiti. Una settimana in una fantastica casa colonica con i miei amici e il Don del paese.
Arrivati nella casa, il Don ci divise in gruppi di 4 ragazzi per le stanze. Ero entusiasta perché ero in camera con Gabriele, Dario e Luca. Ci conosciamo dai tempi dell'asilo e anche se non ci frequentavamo molto eravamo ottimi amici.
La giornata iniziava con la messa mattutina, la passeggiata con prete, il pranzo al sacco, ritorno alla colonia, cena, docce e letto.
La prima giornata fu abbastanza stancante, così subito dopo cena, il don ci aspettava per i turni alle docce.
Nel caseggiato infatti, avevamo le docce comuni, 4 soffioni dai quali usciva poca acqua ma bollente, in uno stanzone gelido.
Il don ci aspettava, ci disponeva in fila indiana in ciabatte e mutande e accappatoio. Appena arrivava il nostro turno, via le mutande e dritti sotto la doccia con il don che scadenziava il tempo.
Dopo la doccia ognuno nella sua camera. Il don non voleva schiamazzi.
Arrivato nella stanza, trovo i miei compagni infreddoliti che si vestivano. La camera era enorme, 4 letti singoli abbastanza vicini, niente comodini e due armadietti metallici per quattro persone.
Dario, il più cabinista dei quattro, inizia a scherzare sulle dimensioni del pene di Gabriele e sui suoi peli che lo ricoprivano.
Gabriele rispondeva dicendogli che era pronto a sfondare tutte le fighe del paese una volta tornato a casa.
Scherzando tutti insieme ci mettiamo a letto con la luce spenta e continuando a scherzare.
Ad un certo punto Dario inizia a provocare tutti proponendoci una gara di seghe. Chi viene per ultimo vince!
Nessuno lo prende in considerazione e ci addormentiamo.
Nel cuore della notte, dormendo di lato, sento toccarmi la schiena. Mi giro di scatto preoccupato e nel buoi sento la presenza di Gabriele. "Gabry!"esclamo "Che cazzo ci fai nel mio letto".
Gabriele assonnato mi dice che ha freddo e che si era attaccato a me per scaldarsi.Mandandolo a fanciullo mi rigirai ma stavolta Gabriele mise la sua mano sul mio pisello, sopra al pigiama .
"Gabry che cazzo fai?"bisbigliai ancora voltandomi verso di lui per non svegliare gli altri.
A quel punto Gabry mi venne sopra e mi infilò la lingua in bocca con molta foga. Ansimava e le sue mani mi toccarono tutto.
Aveva 2 anni più di me ed era conosciuto in paese perché scopava tutte le fighe, non pensavo fosse gay.
Volevo fermarlo ma la situazione mi eccitava. Baciandolo, andai anch'io con le mie mani sul suo sedere, infilai la mano sotto al suo pigiama e ai suoi slip, tocai quei suoi glutei lisci e piano piano andai con il medio verso il suo buchetto.
Mi si era rizzato il cazzo in un modo assurdo, ansimavamo troppo e non volevamo svegliare gli altri.
Tolti pantaloni e slip, Gabry mi fece il primo pompino ricevuto in vita mia. Più che pompino era una leccata di cazzo, ma ancora oggi godo di quella leccata. Ricambiai anch'io con una leccata al suo cazzo ben più sviluppato del mio.
Gabry mi girò con violenza e iniziò a leccarmi il buco del culo. Ero in estasi. Mi appoggiai alla testata in ferro del letto con le mani, iniziò ad infilarmi un dito. Faceva male, molto male ma mi piaceva, stavo godendo.
Senza avvisarmi si avvicinò con la sua cappella e con molta fatica iniziò a penetrarmi.Non so come ho fatto a non svegliare gli altri due. Avevo le lacrime agli occhi ma godevo ad ogni sua spina.
Gabry spinse forte, me lo sentivo in gola, poco dopo lo sentì uscire bruscamente facendomi altrettanto male e mi sentii colare il suo sperma caldo sulle chiappe.
"cazzo Gabry, siamo gay"Gli dissi!
"Zitta troia"andò sul mio cazzo e si rimise a leccarlo fino a quando non schizzai anch'io.
Da quella sera, per una settimana, il mio culo era la sua valvola di sfogo
Arrivati nella casa, il Don ci divise in gruppi di 4 ragazzi per le stanze. Ero entusiasta perché ero in camera con Gabriele, Dario e Luca. Ci conosciamo dai tempi dell'asilo e anche se non ci frequentavamo molto eravamo ottimi amici.
La giornata iniziava con la messa mattutina, la passeggiata con prete, il pranzo al sacco, ritorno alla colonia, cena, docce e letto.
La prima giornata fu abbastanza stancante, così subito dopo cena, il don ci aspettava per i turni alle docce.
Nel caseggiato infatti, avevamo le docce comuni, 4 soffioni dai quali usciva poca acqua ma bollente, in uno stanzone gelido.
Il don ci aspettava, ci disponeva in fila indiana in ciabatte e mutande e accappatoio. Appena arrivava il nostro turno, via le mutande e dritti sotto la doccia con il don che scadenziava il tempo.
Dopo la doccia ognuno nella sua camera. Il don non voleva schiamazzi.
Arrivato nella stanza, trovo i miei compagni infreddoliti che si vestivano. La camera era enorme, 4 letti singoli abbastanza vicini, niente comodini e due armadietti metallici per quattro persone.
Dario, il più cabinista dei quattro, inizia a scherzare sulle dimensioni del pene di Gabriele e sui suoi peli che lo ricoprivano.
Gabriele rispondeva dicendogli che era pronto a sfondare tutte le fighe del paese una volta tornato a casa.
Scherzando tutti insieme ci mettiamo a letto con la luce spenta e continuando a scherzare.
Ad un certo punto Dario inizia a provocare tutti proponendoci una gara di seghe. Chi viene per ultimo vince!
Nessuno lo prende in considerazione e ci addormentiamo.
Nel cuore della notte, dormendo di lato, sento toccarmi la schiena. Mi giro di scatto preoccupato e nel buoi sento la presenza di Gabriele. "Gabry!"esclamo "Che cazzo ci fai nel mio letto".
Gabriele assonnato mi dice che ha freddo e che si era attaccato a me per scaldarsi.Mandandolo a fanciullo mi rigirai ma stavolta Gabriele mise la sua mano sul mio pisello, sopra al pigiama .
"Gabry che cazzo fai?"bisbigliai ancora voltandomi verso di lui per non svegliare gli altri.
A quel punto Gabry mi venne sopra e mi infilò la lingua in bocca con molta foga. Ansimava e le sue mani mi toccarono tutto.
Aveva 2 anni più di me ed era conosciuto in paese perché scopava tutte le fighe, non pensavo fosse gay.
Volevo fermarlo ma la situazione mi eccitava. Baciandolo, andai anch'io con le mie mani sul suo sedere, infilai la mano sotto al suo pigiama e ai suoi slip, tocai quei suoi glutei lisci e piano piano andai con il medio verso il suo buchetto.
Mi si era rizzato il cazzo in un modo assurdo, ansimavamo troppo e non volevamo svegliare gli altri.
Tolti pantaloni e slip, Gabry mi fece il primo pompino ricevuto in vita mia. Più che pompino era una leccata di cazzo, ma ancora oggi godo di quella leccata. Ricambiai anch'io con una leccata al suo cazzo ben più sviluppato del mio.
Gabry mi girò con violenza e iniziò a leccarmi il buco del culo. Ero in estasi. Mi appoggiai alla testata in ferro del letto con le mani, iniziò ad infilarmi un dito. Faceva male, molto male ma mi piaceva, stavo godendo.
Senza avvisarmi si avvicinò con la sua cappella e con molta fatica iniziò a penetrarmi.Non so come ho fatto a non svegliare gli altri due. Avevo le lacrime agli occhi ma godevo ad ogni sua spina.
Gabry spinse forte, me lo sentivo in gola, poco dopo lo sentì uscire bruscamente facendomi altrettanto male e mi sentii colare il suo sperma caldo sulle chiappe.
"cazzo Gabry, siamo gay"Gli dissi!
"Zitta troia"andò sul mio cazzo e si rimise a leccarlo fino a quando non schizzai anch'io.
Da quella sera, per una settimana, il mio culo era la sua valvola di sfogo
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