Halloween
di
Duck
genere
etero
È da un mese che programmiamo questa serata e ormai non ci dormi più la notte.
Come amanti non ci siamo mai potuti lasciare andare in pubblico ma stasera sarà diverso.
Stasera è Halloween e la nostra identità sarà celata dalle nostre maschere esplicitamente richieste per partecipare all’evento da noi scelto.
Stasera ti passerò a prendere a casa da dove uscirai in tutto il tuo splendore indossando il tubino di pizzo nero che ti ho regalato, e ci dirigeremo verso la Villa seicentesca dove si svolgerà la serata. Non la solita mascherata, ma un festa retró dove l’eleganza e la sensualità la faranno da padroni.
Appena salita posso già intravedere il pizzo delle autoreggenti che sporge dal corto vestito mentre tu, conscia di cosa mi provochi tale visione, fai finta di nulla e accavalli le gambe accentuandone la forma lunga e affusolata.
Sei irresistibile.
Guardandomi accenni un sorriso soddisfatto e mi inciti: “mica vorrai rimanere qui tutta la sera...”
Non me lo faccio dire due volte, così ingrano la marcia e parto facendo scivolare la mano destra tra le tue gambe in cerca della tua pelle nuda.
La trovo, e intuisco che la cosa non ti dispiace visto che divarichi leggermente i tuoi arti per permettermi di accarezzarti più facilmente.
Il cambio automatico mi permette di non togliere mai la mano e di accarezzarti sempre più in profondità, fino a percepire il pizzo dei tuoi slip già madidi dei tuoi umori...
Senza distogliere lo sguardo dalla guida posso percepire il tuo corpo adagiarsi comodo sul sedile per lasciarsi andare completamente alle mie carezze...
“Toglitele”
Più che un ordine è un implorazione che assecondi immediatamente quasi non desiderassi altro che sentirti dire queste parole.
In un attimo te li sei già sfilati ponendoli nel mio taschino a mo’ di pochette.
Anche se non lo vedo posso sentire il tuo sguardo da leonessa su di me mentre le mie dita affondano tra le tue labbra grondanti di desiderio e piacere.
Non smetterei mai di toccarti. Ogni volta è come la prima volta. Sembra che il tuo corpo non desideri altro che essere toccato dalle mie dita...
Posso distintamente sentire il tuo respiro farsi lungo e affannoso.
Sento che vuoi raggiungere il piacere ma dovrai aspettare, è solo l’inizio...
Interrompo la stimolazione portando le dita alla mia bocca per sentirne il sapore mentre i fari della macchina illuminano una cancellata che si apre al nostro avvicinarci.
Un parcheggiatore ci indica un posto vicino ad altre auto mentre tu ti sistemi, consapevole del fatto che non ti ridarò il perizoma.
Come scendiamo il parcheggiatore ci sporge due maschere. Una mezza veneziana completamente bianca per gli uomini ed una di pizzo nero per le donne.
Sei di una bellezza fatale e appena le indossiamo ci lasciamo andare ad un lungo e passionale bacio liberi di poter essere noi stessi in pubblico.
Salita una lunga gradinata rivestita di velluto rosso entriamo finalmente nella sala da ballo rivestita di marmi e specchi con un grande colonnato a perimetro.
La serata è solo agli inizi e la gente elegantemente vestita è per lo più intenta a bere qualche drink per rompere il ghiaccio e sciogliere le inibizioni. Noi non facciamo eccezione e ci dirigiamo verso il bancone del bar mentre la mia mano scivola sulla tua schiena nuda fino al tuo fondoschiena.
Tu mi guardi con un sorriso malizioso indecisa se fermarmi o lasciarmi fare.
Ordiniamo da bere e nell’attesa ti avvolgo tra le mie braccia baciandoti profondamente.
Le nostre lingue si intrecciano mentre assaporiamo il nostro reciproco respiro.
Una volta serviti, prendiamo i nostri drink e ci appropinquiamo verso dei divanetti in penombra nell’attesa che la serata si scaldi.
Parliamo del più e del meno con un sorriso a 32 denti, mentre la seduta ribassata lascia sempre più intravedere la fine delle tue calze e l’inizio delle tue nudità...
Mi fai impazzire e ne sei crudelmente conscia e soddisfatta.
Nel mentre il tempo è volato e la musica si fa interessante così mi prendi per mano e ci buttiamo in pista dove il tuo corpo sinuoso non smette di muoversi contro il mio.
D’altro canto le miei mani non smettono di accarezzare la tua schiena per poi scendere sul tuo sedere sino alle tue gambe per poi risalire alzando sempre di più il tuo vestito.
Siamo entrambi eccitati e tu puoi chiaramente sentire il mio desiderio appoggiando il tuo bacino al mio.
“Ti voglio” sussurro al tuo orecchio.
“In bagno o in macchina?” mi rispondi tu.
“Ti voglio qui, ora” e prendendoti per mano ti porto dietro una colonna perimetrale appoggiandoti con la schiena ad essa.
Ti bacio profondamente mentre con una mano ti sollevo una gamba scivolando sotto il tuo vestito fino a raggiungere e stringere il tuo sedere nudo.
In preda all’eccitazione e con voce ansimante mi riesci solo a dire:
“Non qui, ti prego.”
Ma ormai sei troppo eccitata per fermarmi e così estraggo dal taschino un biglietto.
Il biglietto.
Quel biglietto che mi avevi dato e che mi dava il diritto di chiederti quello che volevo, quando volevo.
Tu vedendolo puoi solo lasciarti andare accettando di godere delle mie attenzioni in pubblico.
Senza neanche accorgetene ti ritrovi rivolta verso la colonna che ci nasconde in parte dalla folla danzante. La mia mano è ormai tra le tue gambe leggermente divaricate e slanciate dai tacchi a spillo che indossi , e ti provocano scosse di piacere con movimenti circolari e profondi.
Sei bagnatissima.
Ansimando spingi i tuoi glutei contro i miei pantaloni in cerca della mia presenza ma non ti basta. Così porti una mano dietro la schiena e la fai scivolare verso il basso slacciando i miei pantaloni per poi impugnare quello che ormai è tuo...
“Prendimi, ti prego!”
Non me lo faccio ripetere due volte, così ti sollevo leggermente il vestito e scivolo dentro di tè. Nello stesso momento posso vedere chiaramente la tua bocca spalancarsi in uno spasmo di piacere.
Ci muoviamo lentamente e profondamente l’uno dentro l’altro, con estremo piacere.
“Voglio sentirti venire dentro di me”
La musica è alta ma ho capito chiaramente.
“Non possiamo, lo sai” dico con dispiacere.
Ma tu imperterrita non ti disperi e impugnando il mio pene madido dei tuoi umori lo indirizzi verso l’altro accesso facendolo scivolare lentamente dentro di te.
Io sono incredulo e posso solo assecondare la tua passione.
Così continuo a stimolarti davanti mentre muovo il mio bacino contro il tuo entrando completamente dentro di te.
Posso sentirti gemere chiaramente e la cosa mi fa letteralmente impazzire.
Sto per venire.
Lo percepisci, e la cosa ti eccita ancora di più.
I nostri movimenti si fanno più concitati. Ormai non ci interessa se qualcuno ci vede e vogliamo solo ognuno il piacere dell’altro.
“Vieni ti prego”
Le tue parole non mi lasciano scampo e con uno spasmo eiaculo riversando il mio seme dentro di te.
Un calore pervade il tuo corpo scatenando la tua eccitazione mentre le mie dita torturano il tuo clitoride gonfio di piacere.
In un attimo raggiungi anche te l’orgasmo.
Le tue gambe si flettono leggermente ma ti sorreggo baciandoti sul collo.
Siamo immobili come se volessimo immortalare un momento solo nostro. Sembra quasi che attorno a noi non ci sia nessuno. Solamente io e te piacevolmente uniti in una sola cosa.
Ci riprendiamo dal coito ancora l’uno dentro l’altro e ci guardiamo intorno.
Gli ampi specchi ci permettono di vedere intorno a noi la gente che balla ma sembra che nessuno si sia accorto del nostro amplesso nella penombra.
Tranne una coppia sui divanetti che sorridente si è goduta tutta la scena.
(Non passa inoltre inosservata la mano di lei nei pantaloni del compagno visibilmente compiaciuto).
Scivolo fuori dal tuo corpo assieme a un rivolo bianco che scorre sul tuo interno coscia per fermarsi sulla balza delle calze.
Ti volto, e appoggiandoti alla colonna ti bacio con passione mordendoti le labbra.
“Ti voglio ancora” mi dici con trasporto guardandomi negli occhi.
“La serata è ancora lunga piccola K.”
Come amanti non ci siamo mai potuti lasciare andare in pubblico ma stasera sarà diverso.
Stasera è Halloween e la nostra identità sarà celata dalle nostre maschere esplicitamente richieste per partecipare all’evento da noi scelto.
Stasera ti passerò a prendere a casa da dove uscirai in tutto il tuo splendore indossando il tubino di pizzo nero che ti ho regalato, e ci dirigeremo verso la Villa seicentesca dove si svolgerà la serata. Non la solita mascherata, ma un festa retró dove l’eleganza e la sensualità la faranno da padroni.
Appena salita posso già intravedere il pizzo delle autoreggenti che sporge dal corto vestito mentre tu, conscia di cosa mi provochi tale visione, fai finta di nulla e accavalli le gambe accentuandone la forma lunga e affusolata.
Sei irresistibile.
Guardandomi accenni un sorriso soddisfatto e mi inciti: “mica vorrai rimanere qui tutta la sera...”
Non me lo faccio dire due volte, così ingrano la marcia e parto facendo scivolare la mano destra tra le tue gambe in cerca della tua pelle nuda.
La trovo, e intuisco che la cosa non ti dispiace visto che divarichi leggermente i tuoi arti per permettermi di accarezzarti più facilmente.
Il cambio automatico mi permette di non togliere mai la mano e di accarezzarti sempre più in profondità, fino a percepire il pizzo dei tuoi slip già madidi dei tuoi umori...
Senza distogliere lo sguardo dalla guida posso percepire il tuo corpo adagiarsi comodo sul sedile per lasciarsi andare completamente alle mie carezze...
“Toglitele”
Più che un ordine è un implorazione che assecondi immediatamente quasi non desiderassi altro che sentirti dire queste parole.
In un attimo te li sei già sfilati ponendoli nel mio taschino a mo’ di pochette.
Anche se non lo vedo posso sentire il tuo sguardo da leonessa su di me mentre le mie dita affondano tra le tue labbra grondanti di desiderio e piacere.
Non smetterei mai di toccarti. Ogni volta è come la prima volta. Sembra che il tuo corpo non desideri altro che essere toccato dalle mie dita...
Posso distintamente sentire il tuo respiro farsi lungo e affannoso.
Sento che vuoi raggiungere il piacere ma dovrai aspettare, è solo l’inizio...
Interrompo la stimolazione portando le dita alla mia bocca per sentirne il sapore mentre i fari della macchina illuminano una cancellata che si apre al nostro avvicinarci.
Un parcheggiatore ci indica un posto vicino ad altre auto mentre tu ti sistemi, consapevole del fatto che non ti ridarò il perizoma.
Come scendiamo il parcheggiatore ci sporge due maschere. Una mezza veneziana completamente bianca per gli uomini ed una di pizzo nero per le donne.
Sei di una bellezza fatale e appena le indossiamo ci lasciamo andare ad un lungo e passionale bacio liberi di poter essere noi stessi in pubblico.
Salita una lunga gradinata rivestita di velluto rosso entriamo finalmente nella sala da ballo rivestita di marmi e specchi con un grande colonnato a perimetro.
La serata è solo agli inizi e la gente elegantemente vestita è per lo più intenta a bere qualche drink per rompere il ghiaccio e sciogliere le inibizioni. Noi non facciamo eccezione e ci dirigiamo verso il bancone del bar mentre la mia mano scivola sulla tua schiena nuda fino al tuo fondoschiena.
Tu mi guardi con un sorriso malizioso indecisa se fermarmi o lasciarmi fare.
Ordiniamo da bere e nell’attesa ti avvolgo tra le mie braccia baciandoti profondamente.
Le nostre lingue si intrecciano mentre assaporiamo il nostro reciproco respiro.
Una volta serviti, prendiamo i nostri drink e ci appropinquiamo verso dei divanetti in penombra nell’attesa che la serata si scaldi.
Parliamo del più e del meno con un sorriso a 32 denti, mentre la seduta ribassata lascia sempre più intravedere la fine delle tue calze e l’inizio delle tue nudità...
Mi fai impazzire e ne sei crudelmente conscia e soddisfatta.
Nel mentre il tempo è volato e la musica si fa interessante così mi prendi per mano e ci buttiamo in pista dove il tuo corpo sinuoso non smette di muoversi contro il mio.
D’altro canto le miei mani non smettono di accarezzare la tua schiena per poi scendere sul tuo sedere sino alle tue gambe per poi risalire alzando sempre di più il tuo vestito.
Siamo entrambi eccitati e tu puoi chiaramente sentire il mio desiderio appoggiando il tuo bacino al mio.
“Ti voglio” sussurro al tuo orecchio.
“In bagno o in macchina?” mi rispondi tu.
“Ti voglio qui, ora” e prendendoti per mano ti porto dietro una colonna perimetrale appoggiandoti con la schiena ad essa.
Ti bacio profondamente mentre con una mano ti sollevo una gamba scivolando sotto il tuo vestito fino a raggiungere e stringere il tuo sedere nudo.
In preda all’eccitazione e con voce ansimante mi riesci solo a dire:
“Non qui, ti prego.”
Ma ormai sei troppo eccitata per fermarmi e così estraggo dal taschino un biglietto.
Il biglietto.
Quel biglietto che mi avevi dato e che mi dava il diritto di chiederti quello che volevo, quando volevo.
Tu vedendolo puoi solo lasciarti andare accettando di godere delle mie attenzioni in pubblico.
Senza neanche accorgetene ti ritrovi rivolta verso la colonna che ci nasconde in parte dalla folla danzante. La mia mano è ormai tra le tue gambe leggermente divaricate e slanciate dai tacchi a spillo che indossi , e ti provocano scosse di piacere con movimenti circolari e profondi.
Sei bagnatissima.
Ansimando spingi i tuoi glutei contro i miei pantaloni in cerca della mia presenza ma non ti basta. Così porti una mano dietro la schiena e la fai scivolare verso il basso slacciando i miei pantaloni per poi impugnare quello che ormai è tuo...
“Prendimi, ti prego!”
Non me lo faccio ripetere due volte, così ti sollevo leggermente il vestito e scivolo dentro di tè. Nello stesso momento posso vedere chiaramente la tua bocca spalancarsi in uno spasmo di piacere.
Ci muoviamo lentamente e profondamente l’uno dentro l’altro, con estremo piacere.
“Voglio sentirti venire dentro di me”
La musica è alta ma ho capito chiaramente.
“Non possiamo, lo sai” dico con dispiacere.
Ma tu imperterrita non ti disperi e impugnando il mio pene madido dei tuoi umori lo indirizzi verso l’altro accesso facendolo scivolare lentamente dentro di te.
Io sono incredulo e posso solo assecondare la tua passione.
Così continuo a stimolarti davanti mentre muovo il mio bacino contro il tuo entrando completamente dentro di te.
Posso sentirti gemere chiaramente e la cosa mi fa letteralmente impazzire.
Sto per venire.
Lo percepisci, e la cosa ti eccita ancora di più.
I nostri movimenti si fanno più concitati. Ormai non ci interessa se qualcuno ci vede e vogliamo solo ognuno il piacere dell’altro.
“Vieni ti prego”
Le tue parole non mi lasciano scampo e con uno spasmo eiaculo riversando il mio seme dentro di te.
Un calore pervade il tuo corpo scatenando la tua eccitazione mentre le mie dita torturano il tuo clitoride gonfio di piacere.
In un attimo raggiungi anche te l’orgasmo.
Le tue gambe si flettono leggermente ma ti sorreggo baciandoti sul collo.
Siamo immobili come se volessimo immortalare un momento solo nostro. Sembra quasi che attorno a noi non ci sia nessuno. Solamente io e te piacevolmente uniti in una sola cosa.
Ci riprendiamo dal coito ancora l’uno dentro l’altro e ci guardiamo intorno.
Gli ampi specchi ci permettono di vedere intorno a noi la gente che balla ma sembra che nessuno si sia accorto del nostro amplesso nella penombra.
Tranne una coppia sui divanetti che sorridente si è goduta tutta la scena.
(Non passa inoltre inosservata la mano di lei nei pantaloni del compagno visibilmente compiaciuto).
Scivolo fuori dal tuo corpo assieme a un rivolo bianco che scorre sul tuo interno coscia per fermarsi sulla balza delle calze.
Ti volto, e appoggiandoti alla colonna ti bacio con passione mordendoti le labbra.
“Ti voglio ancora” mi dici con trasporto guardandomi negli occhi.
“La serata è ancora lunga piccola K.”
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