Regalo di Natale all'amica di mia madre
di
Poporn
genere
etero
Era una giornata sotto Natale, di quelle con il tempo freddo in cui vuoi solo stare a casa a dormire. Dopo pranzo, avevo già come programma di guardare una serie TV sul divano con il riscaldamento lanciato al massimo, quando mia madre mi dice che avrei dovuto portare un regalo a una sua amica, Erica.
"Ma mamma, non puoi andarci tu?" Dico scazzato.
"Sai che non ho la patente... Portarglielo oggi perché è triste che i suoi figli sono con il padre e magari il regalo la tira un po' sú"
Detto ciò, mi sgancia in mano questo specie di lungo astuccino impacchettato, alto più o meno una decina di centimetri e lungo una trentina.
Io lo prendo e curioso, le chiedo cos'è.
"Non ti deve interessare, tu portarglielo e basta!" mi risponde mia madre un po' bruscamente.
Ho capito, mi tocca cambiarmi e scendere.
Mi infilo nel traffico natalizio di Milano e lascio vagare libero il pensiero.
Erica, l'amica di mia madre, è una donna non troppo alta, sulla cinquantina, molto simpatica anche se un po' volgare. Non magrissima, ma neanche grassa, porta capelli abbastanza corti (non arrivano alle spalle) di un bel biondo paglierino. Sì è separata da poco, circa un anno, e questo è il primo Natale che passa da sola, in quanto i suoi due figli (un maschietto e una femmina) sono dal suo ex-marito. Lei è carina, sebbene abbia qualche chilo di troppo e un culo non certo più sodo, ma ha un bel viso e due seni molto prosperosi che la rendono abbastanza desiderabile.
Assorto nei miei pensieri, nel giro di una ventina di minuti arrivo nel quartiere dove abita, suono e mi apre "quarto piano!".
Salgo, busso e subito dopo mi apre.
Mi saluta con un bacio sulle guance, è un'amica di famiglia da molto tempo ormai, ma il contatto dei suoi seni sul mio petto mi fa eccitare leggermente.
Le dò il regalo e intanto le chiedo come sta.
"Eh non benissimo, Matteo... Sono sola in casa sotto le feste e un po' i miei figli mi mancano! Voi come va?"
"Abbastanza bene... Dai vedrai che passato il primo periodo starai meglio! D'altronde meglio interrompere una relazione che ha dei problemi, piuttosto che trascinarsela dietro!"
"Eh hai ragione... Però avere un marito ha i suoi vantaggi!" mi dice ammiccando quasi.
"Be' certo... Immagino che avere qualcuno che ti scaldi il letto non sia male"
"Sìsi... Poi tra noi due il desiderio non è mai mancato, quello mi manca molto."
"Va be' dai non ci pensare ora! Apri il tuo regalo, mia madre mi ha detto che ti avrebbe tirato su di morale!"
Ci sediamo sul divano e scarta il regalo.
Aperta la carta, c'è un anonimo cartone a forma di astuccio rettangolare.
Strappa anche l'involucro e.... con mio sommo imbarazzo, UN VIBRATORE.
Grosso, nero, con in nervi in bella vista e una bella cappella luccicante di plastica. In basso un tasto per attivare e modulare la vibrazione.
Io sono rosso per la situazione. Mia madre ha regalato alla sua amica un vibratore.
Boffonchio qualcosa, forse qualche scusa.
"Be' però non è male..." Fa lei "certo, avrei preferito un bel cazzo di carne. Che dici, lo provo subito?"
Io sono basito, imbarazzatissimo. Faccio per alzarmi per andarmene ma lei mi ferma: "oppure provo il tuo..." E inizia a toccarmi il pacco.
Di colpo mi accorgo di avere il cazzo durissimo che preme contro i jeans. La desidero.
Mi alzo e mi calo i pantaloni, lei prontamente è in ginocchio a ciucciarmi con voracità il pene. Vedo che non disdegna neanche le palle, si vede che è una donna che non ne prende da tanto, dalla voglia con cui lo succhia. Se lo infila fino in fondo alla gola, con un effetto sottovuoto. Poi risale tutta l'asta con la lingua e lecca appena appena la cappella, per poi ingoiarlo di nuovo tutto con forza. Con le mani mi preme le palle, poi mi lecca il sottopalla a un passo dal buco del culo.
La faccio alzare e la sbatto sul divano. Le levo in un sol colpo gonna e mutande, lasciandola con la maglietta e il reggicalze.
La figa è grossa, succosa e pelosa. Gliela mangio, infilandoci con forza la lingua, quasi a volerci entrare con la testa.
È piena di umori, così decido di penetrarla.
Le alzo le gambe e tac, in un attimo scivolo dentro senza sforzo tanto è bagnata.
Inizio a muovermi con forza. Lei mi traee a sé e mi bacia con foga mentre con le gambe mi spinge ancor più dentro.
Sì leva la maglietta e io rimango estasiato di fronte alla bellezza delle sue tette. Grosse, morbide, con due capezzoli belli violacei e sporgenti, da donna da monta e da vacca da latte. Con la bocca gliele bacio e mordo con forza.
Lei inizia a gemere dal piacere sempre più forte.
Sul più bello, quando anch'io sono lì lì per venire, mi traee a sé e mi dice nell'orecchio "mi devi fare anche il culo maiale!"
Con una forza incredibile ributto tutta la sborra dentro.
La metto a novanta e inizio a manovrare il buchetto del culo per allargarglielo. Ci sputo e pian piano vi inserisco sempre più dita. Lo bagno per bene con gli umori gocciolanti della sua fica. Bagno anche la punta del cazzo nella sua passera, dopodiché lo appoggio al buco che mi interessa. Le tiro uno schiaffo per farle rilassare i muscoli, poi inizio a fare pressione piano piano. Grida dal dolore, non l'ha mai fatto. Il culo è stretto ma è un godimento assurdo. Piano piano mi incastro e inizio a muovermi, dando il tempo al buco di prendere la forma del mio cazzo.
Aumento la forza e lei aumenta le grida di piacere, finché non sono al massimo della potenza e della velocità. Le palle le sbattono sulla fica.
"Sfondamelooo!! Godo cazzo godoo!" Grida in preda all'orgasmo.
Nonostante mi fossi ripromesso di sborrarle sulle tette, non resisco e le inondo il culo di sperma misto a sporcizia naturale del suo culo.
Lei si sente un po' in colpa per il fatto che mi ha sporcato il cazzo, così me lo pulisce succhiandolo.
È fantastico e vorrei restare ancora, ma è tardi e devo andare.
Rimaniamo che sarei ripassato il prima possibile e di mantenere il segreto, almeno per un po'.
Prima di andarmene mi bacia in bocca facendomi assaggiare il mio seme e mi sussurra che la prossima volta sarà lei a spaccarmi il cazzo dal piacere.
"Ma mamma, non puoi andarci tu?" Dico scazzato.
"Sai che non ho la patente... Portarglielo oggi perché è triste che i suoi figli sono con il padre e magari il regalo la tira un po' sú"
Detto ciò, mi sgancia in mano questo specie di lungo astuccino impacchettato, alto più o meno una decina di centimetri e lungo una trentina.
Io lo prendo e curioso, le chiedo cos'è.
"Non ti deve interessare, tu portarglielo e basta!" mi risponde mia madre un po' bruscamente.
Ho capito, mi tocca cambiarmi e scendere.
Mi infilo nel traffico natalizio di Milano e lascio vagare libero il pensiero.
Erica, l'amica di mia madre, è una donna non troppo alta, sulla cinquantina, molto simpatica anche se un po' volgare. Non magrissima, ma neanche grassa, porta capelli abbastanza corti (non arrivano alle spalle) di un bel biondo paglierino. Sì è separata da poco, circa un anno, e questo è il primo Natale che passa da sola, in quanto i suoi due figli (un maschietto e una femmina) sono dal suo ex-marito. Lei è carina, sebbene abbia qualche chilo di troppo e un culo non certo più sodo, ma ha un bel viso e due seni molto prosperosi che la rendono abbastanza desiderabile.
Assorto nei miei pensieri, nel giro di una ventina di minuti arrivo nel quartiere dove abita, suono e mi apre "quarto piano!".
Salgo, busso e subito dopo mi apre.
Mi saluta con un bacio sulle guance, è un'amica di famiglia da molto tempo ormai, ma il contatto dei suoi seni sul mio petto mi fa eccitare leggermente.
Le dò il regalo e intanto le chiedo come sta.
"Eh non benissimo, Matteo... Sono sola in casa sotto le feste e un po' i miei figli mi mancano! Voi come va?"
"Abbastanza bene... Dai vedrai che passato il primo periodo starai meglio! D'altronde meglio interrompere una relazione che ha dei problemi, piuttosto che trascinarsela dietro!"
"Eh hai ragione... Però avere un marito ha i suoi vantaggi!" mi dice ammiccando quasi.
"Be' certo... Immagino che avere qualcuno che ti scaldi il letto non sia male"
"Sìsi... Poi tra noi due il desiderio non è mai mancato, quello mi manca molto."
"Va be' dai non ci pensare ora! Apri il tuo regalo, mia madre mi ha detto che ti avrebbe tirato su di morale!"
Ci sediamo sul divano e scarta il regalo.
Aperta la carta, c'è un anonimo cartone a forma di astuccio rettangolare.
Strappa anche l'involucro e.... con mio sommo imbarazzo, UN VIBRATORE.
Grosso, nero, con in nervi in bella vista e una bella cappella luccicante di plastica. In basso un tasto per attivare e modulare la vibrazione.
Io sono rosso per la situazione. Mia madre ha regalato alla sua amica un vibratore.
Boffonchio qualcosa, forse qualche scusa.
"Be' però non è male..." Fa lei "certo, avrei preferito un bel cazzo di carne. Che dici, lo provo subito?"
Io sono basito, imbarazzatissimo. Faccio per alzarmi per andarmene ma lei mi ferma: "oppure provo il tuo..." E inizia a toccarmi il pacco.
Di colpo mi accorgo di avere il cazzo durissimo che preme contro i jeans. La desidero.
Mi alzo e mi calo i pantaloni, lei prontamente è in ginocchio a ciucciarmi con voracità il pene. Vedo che non disdegna neanche le palle, si vede che è una donna che non ne prende da tanto, dalla voglia con cui lo succhia. Se lo infila fino in fondo alla gola, con un effetto sottovuoto. Poi risale tutta l'asta con la lingua e lecca appena appena la cappella, per poi ingoiarlo di nuovo tutto con forza. Con le mani mi preme le palle, poi mi lecca il sottopalla a un passo dal buco del culo.
La faccio alzare e la sbatto sul divano. Le levo in un sol colpo gonna e mutande, lasciandola con la maglietta e il reggicalze.
La figa è grossa, succosa e pelosa. Gliela mangio, infilandoci con forza la lingua, quasi a volerci entrare con la testa.
È piena di umori, così decido di penetrarla.
Le alzo le gambe e tac, in un attimo scivolo dentro senza sforzo tanto è bagnata.
Inizio a muovermi con forza. Lei mi traee a sé e mi bacia con foga mentre con le gambe mi spinge ancor più dentro.
Sì leva la maglietta e io rimango estasiato di fronte alla bellezza delle sue tette. Grosse, morbide, con due capezzoli belli violacei e sporgenti, da donna da monta e da vacca da latte. Con la bocca gliele bacio e mordo con forza.
Lei inizia a gemere dal piacere sempre più forte.
Sul più bello, quando anch'io sono lì lì per venire, mi traee a sé e mi dice nell'orecchio "mi devi fare anche il culo maiale!"
Con una forza incredibile ributto tutta la sborra dentro.
La metto a novanta e inizio a manovrare il buchetto del culo per allargarglielo. Ci sputo e pian piano vi inserisco sempre più dita. Lo bagno per bene con gli umori gocciolanti della sua fica. Bagno anche la punta del cazzo nella sua passera, dopodiché lo appoggio al buco che mi interessa. Le tiro uno schiaffo per farle rilassare i muscoli, poi inizio a fare pressione piano piano. Grida dal dolore, non l'ha mai fatto. Il culo è stretto ma è un godimento assurdo. Piano piano mi incastro e inizio a muovermi, dando il tempo al buco di prendere la forma del mio cazzo.
Aumento la forza e lei aumenta le grida di piacere, finché non sono al massimo della potenza e della velocità. Le palle le sbattono sulla fica.
"Sfondamelooo!! Godo cazzo godoo!" Grida in preda all'orgasmo.
Nonostante mi fossi ripromesso di sborrarle sulle tette, non resisco e le inondo il culo di sperma misto a sporcizia naturale del suo culo.
Lei si sente un po' in colpa per il fatto che mi ha sporcato il cazzo, così me lo pulisce succhiandolo.
È fantastico e vorrei restare ancora, ma è tardi e devo andare.
Rimaniamo che sarei ripassato il prima possibile e di mantenere il segreto, almeno per un po'.
Prima di andarmene mi bacia in bocca facendomi assaggiare il mio seme e mi sussurra che la prossima volta sarà lei a spaccarmi il cazzo dal piacere.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Commenti dei lettori al racconto erotico