Il mio coinquilino Mattia

di
genere
bisex

Mi chiamo Luca, ho 22 anni e mi sono trasferito da un anno a Milano per poter studiare architettura. Come ogni studente fuori sede mi sono trovato a dover dividere la casa con altri studenti, nel mio caso Andrea (29 anni) e Mattia (23 anni). Sono un ragazzo piuttosto timido all'inizio, ma una volta che incomincio a legare mi sciolgo decisamente di più, per questo a primo impatto l'essermi trovato in casa con due nuovi sconosciuti mi aveva spaventato un po'. Esteticamente sono un ragazzo nella norma, capelli neri, occhi marroni, magro, niente di che ma nell'insieme mi reputo gradevole. Dei due coinquilini fu Mattia a colpirmi da subito. Mattia era il classico ragazzo che non faceva nulla per piacere agli altri, ma che per qualche oscura ragione, il suo atteggiamento menefreghista e il suo stile di vita "al limite" lo auto eleggevano capo branco non appena mettesse piede in una stanza. Aveva fatto poca attività fisica nella vita, ma nonostante ciò, ricordo che quando arrivai in casa, era solito indossare tute da cui si intravedevano due pettorali sodi insieme a due capezzoli turgidi, aveva poi capelli castani portati con un ciuffo, occhi nocciola, una mascella squadrata, labbra carnose, denti perfetti e delle mani grandi e ben curate. Mattia studiava giurisprudenza, spesso era in casa ma molte volte la sera usciva con amici e tornava a tarda notte portandosi a casa qualche ragazza con cui scopava, io potevo sentirlo dalla mia stanza, sentivo il rumore del letto cigolare contro il muro insieme al loro respiro affannato che si faceva sempre più pesante fino all'orgasmo. Questa situazione mi eccitava, l'idea di sapere che qualcuno stesse godendo nella stanza accanto, mi faceva indurire il cazzo, ma mi rimettevo quasi sempre a dormire oppure mi segavo cercando di sincronizzare la loro scopata con l'andatura della mia mano. Il mattino seguente, della ragazza non c'era traccia, andai in cucina, dove Andrea aveva già fatto colazione ed era scappato a lavoro, e dopo qualche minuto Mattia uscì dalla sua stanza con un sorrisetto beffardo sul volto e l'aria stravolta di chi la sera prima ci ha dato dentro (in tutti i sensi).
"Buongiorno"
"Hey ciao, divertito ieri?"
"Cazzo si, non ricordo niente ma sono sicuro di essermi portato qualcuna a casa sta notte, spero di non aver fatto troppo casino"
"No figurati, non ho sentito nient" mentii spudoratamente.
Dopo questa breve conversazione si diresse verso il bagno e aprì la doccia.
Mentre mi dirigevo verso la mia camera, vidi che Mattia aveva lasciato la porta della sua aperta, nonostante non fossi un tipo curioso, Mattia mi incuriosiva e non poco, così decisi di dare una sbirciata dentro. La camera era disordinata, vestiti sparsi, libri accatastati alla rinfusa, ma fu sul pavimento che trovai l'oggetto del mio interesse, accanto al letto trovai un paio di mutande nere (probabilmente quelle indossate la sera prima), ed all'interno di queste mutande, una copiosa macchia di liquido pre seminale. Il cuore iniziò a battermi per l'eccitazione e l'uccello a gonfiarsi nei pantaloni, non ero gay, ma sapere che queste mutande erano state sporcate dal cazzo di Mattia, portato al massimo dell'eccitazione, mi mandava su di giri. Le annusai, sapevano di maschio arrapato, di quel profumo che emana il membro quando è vicino all'orgasmo. La situazione mi sfuggì di mano e mentre con una reggevo le mutande bagnate sul naso, con l'altra iniziai a toccarmi l'asta del cazzo da sopra i pantaloni.
"Se volevi delle mutande sborrate bastava chiedere"
Il mio cuore si fermò, ritornai all'istante alla realtà, Mattia era dietro di me, in accapatoio, che mi guardava segarmi mentre annusavo le sue mutande.
Non sapevo che dire, rimasi pietrificato e riuscì solo a pronunciare "cazzo scusa!".
Mattia rimase qualche secondo in silenzio, poi si stampò in faccia il solito sorriso beffardo ed entrò nella camera chiudendo la porta.
"Va tutto bene, solo che pensavo, quella sborrata è un po' vecchia, magari ne vuoi annusare di più recente."
Non sapevo che rispondere, era tutto surreale, ma il mio corpo rispose per me.
"Vedo che sei d'accordo" disse indicandomi i pantaloni da cui si intravedeva l'intera forma del mio cazzo duro.
"Bene, tanto non mi sono ancora segato di sta mattina"
Si aprì l'accapatoio, aveva un fisico non palestrato, ma decisamente tonico: grossi pettorali, bei capezzoli, una striscia di peli dall'ombelico al pube, due belle gambe pelose e dei grossi piedi curati, ma fu il cazzo ad ipnotizzarmi, aveva un grosso cazzo venoso, scappellato, la cappella era grossa e lucida e le palle pendevano giù grosse e gonfie ansiose di far uscire il seme. Era un cazzo perfetto. Mi guardò e mi disse:
"Allora mi aiuti a tirarla fuori?"
Mi inginocchiai, lui seduto sul letto io a terra, gli presi quel grosso membro tra le mani ed incominciai a fare su e giù.
"Mettici un po' più di impegno dai"
Lo scappellai ed iniziai a passargli la lingua su quella cappella liscia e pulsante, lui strizzò gli occhi dal piacere, presi in bocca l'intero membro fino alla base e lo sentii indurirsi dentro la mia bocca. Il respirò cominciò a farsi più affannoso. Le mani con cui si appoggiava al letto iniziarono a stringere le lenzuola. Non avevo mai fatto un pompino, ma essendo un ragazzo sapevo quali erano le zone più erogene, così, quasi come a sperimentare il livello di piacere di Mattia, incominciai a leccargli lentamente il frenulo. Mattia si irrigidì, avevo trovato il suo "punto debole". Ogni volta che la mia lingua si impossessava di quel piccolo lembo di pelle, Mattia respirava affannosamente cercando di farmi leccare ancora più veloce, era come un bambino indifeso. Il Mattia capo branco e carismatico che conoscevo, diventava un agnellino domato leccandogli i punti giusti del cazzo. Scesi sulle palle, le palle più belle e grosse che avessi mai visto, e mentre ero intento a leccargliele, dal suo prepuzio incominciò a scendere una copiosa quantità di liquido pre-seminale, lo stesso che avevo annusato nelle mutande pochi minuti prima, lui mi guardò e disse:
"Meglio fresco eh?"
Non risposi, mi limitai a leccarglielo ed ingoiarlo. Aveva un gusto salato, ma era prodotto dai coglioni di Mattia e mi bastava per farmelo bere con gusto.
Ripresi il mio lavoro sulla cappella, che era sempre più rossa e pulsante, giravo con la lingua intorno a quel grosso glande, succhiavo, leccavo il frenulo forsennatamente, ad un certo punto Mattia si irrigidì, mi portò una mano tra i capelli e li strinse:
"Cazzo vengo"
Una getto di sborra calda mi esplose in bocca, Mattia tremava dall'eccitazione, ma continuava a scoparmi la bocca,
"Continua cazzo"
disse con la voce rotta dall'orgasmo.
Presi il suo membro in mano e mentre con la lingua mi davo da fare sulla cappella bagnata di sperma, con la mano mi davo da fare sull'asta che era diventata venosa. Mattia stava provando un orgasmo prolungato, mi aveva chiesto di continuare ad andare avanti dopo la prima venuta, e così feci. Inarcò la schiena ed incomincio a non riuscire più a controllare i suoi gemiti che si fecero sempre più rumorosi, era in preda a spasmi di piacere e fastidio mentre continuavo a menare quell'uccello che aveva già sborrato una volta, ma che non aveva intenzione di smettere. Mattia si inarcò di nuovo, ero pronto alla seconda sborrata che arrivò copiosa quanto la prima, nonostante non si fosse fermato. Gemette rumorosamente. Gli ripulii tutto ed ogni volta che la mia lingua toccava quella sua fantastica, e ormai sensibile cappella, Mattia aveva una scossa in tutto il corpo. Rimase in silenzio, con lo sguardo fisso sul soffitto mentre io uscivo dalla stanza.
"Hey Luca..."
"Si?"
"Quando non sai che fare bussa alla mia porta ok?"
scritto il
2018-01-28
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