Una storia incredibile
di
Michelecornuto
genere
scambio di coppia
Avrei voluto vedere quanti altri, al mio posto, si sarebbero comportati diversamente quando a settembre, in un giorno come un altro, una mattina come un'altra, in ufficio ti viene a trovare, accogliendolo come un utente come un altro, un signore il quale presentandoci dice: sono il marito di Nunzia. Mi venne un colpo e anche, non mi vergogno a dirlo, la tremarella. Antonio, un omone elegante, anche simpatico e, come saprò dopo 48enne. Con Nunzia scopavamo da quando ci siamo conosciuti, circa 6 mesi fa, durante un convegno sindacale. E' una bella 44enne, snella e con gli attributi al posto giusto. Io sono Michele, un bell'uomo di 42 anni. Facemmo amicizia, nacque una simpatia reciproca, ci scambiammo il numero di cellulare, ci sentimmo qualche volta, poi andai a trovarla in ufficio e quello stesso pomeriggio, inungrande parcheggio di periferia, al buio, scopammo nella mia auto. Incominciammo ad incontrarci, quasi regolarmente, una volta alla settimana,in un monolocale del centro storico che mio nonno usava come ufficio quando aveva il negozio di abbigliamento. Ci arrangiavamo: non c'era il letto e, per l'occasione comprai un materassino gonfiabile, un telo a mo di lenzuolo, un plaid e ci tenevo tutto quello di cui potevamo avere bisogno. Palermo è una grande città per cui ci sentivamo in sicurezza. Antonio era a conoscenza di tutto e non ebbi nemmeno la possibilità di negare. Mi intimò di non dire niente a Nunzia. Non mi disse nemmeno che avrei dovuto smettere di vederla. Forse l'aveva pedinata? Non lo so. Mi disse che voleva conoscere personalmente mia moglie. Avrei dovuto spaccargli la testa ma non ero nelle condizioni di poterlo fare. La conosceva di vista e sapeva dove lavorava. Aveva pedinato anche noi? Quando vide il mio turbamento disse che voleva conoscerla insieme a me solo per un caffè e che poi sarebbe stato un problema suo in quanto, guarda caso, aveva una pratica in corso proprio nell'ufficio di mia moglie. Dissi solo: cioè. Lui mi fissò e disse: che vuoi che le racconti che hai un'amante? Dovevamo incontrarci in centro come se fosse tutto casuale e comportarci come due vecchi conoscenti. Prima di andarsene disse: spera che tuamoglie ci stia altrimenti dovrai essere tu adoffrirmela su un piatto d'argento. Ha preteso pure che cj scambiassimo i numeri di cellulare. Porca puttana che situazione! Ero stravolto, tanto che Monica, mia moglie, mi chiese se mi fosse capitato qualcosa. Monica è una gran bella fica castana, molto carina e sensuale. Non meno attraente di Nunzia ma sessualmente meno disinibita: Nunzia mi da tutto; con mia moglie il sesso è quello tipico familiare, entro certi limiti è restia a darmi il culo e ad ogni morte di papa mi fa sudare e figurarsi se si fa sborrare in bocca. Si parlava anche di banalità, seduti al bar, e Monica non era per niente a disagio. Poi lui disse che aveva quel problema nell'ufficio di lei e le chiese se un giorno di questi poteva permettersi di disturbarla andando a trovarla. Naturalmente, per cortesia, mia moglie si mise a disposizione. Andò a trovarla due giorni dopo e subito ricevetti un suo messaggio. Da questo momento saranno continui. arebbe stato sicuramente piùeccitante entrare nei particolari, ma serebbe anche troppo lungo. Riepilogo: messaggiò che era andato a trovarla in ufficio, che era stat molto gentile e disponibile, che avevano preso il caffè insieme, che l'aveva trovata ancora più affascinante e che erano rimasti d'accordo che l'avrebbe richiamata per avere notizie. Anche lei mi disse le stesse cose. Che gelosia. Poi, dopo qualche giorno, messaggiò che si erano risentiti, che l'aveva andata a trovare in ufficio, che la faccenda era sistemata, che presero il caffè e che mia moglie era proprio bona. Andava a trovarla sempre più spesso e poi un giorno messaggiò che la vedeva molto disponibile. Poi il primo bacio in auto; poi baci continui e pomiciate; poi la prima leccata di fica e il primo pompino con la sborrata in bocca. Immaginate il mio stato d'animo e la mia rabbia. Il bello era che lei a casa era tranquilla come se fosse tutto normale o come se non avesse fatto niente. Poi un giorno, verso mezzogiorno, sentii il bip di un messaggio in whatsapp. Era lui. Era un video. Andai avanti; l'ingresso di un noto hotel della nostra città; poi la veduta panoramica del piazzale antistante l'ingresso. Pensai ma non volevo crederci. Incominciai a crederci quando vidi parcheggiare un'auto uguale a quella di mia moglie; non si riusciva a leggere la targa. Ne fui certo quandovidi scendere lei. Mi venne di svenire. Quella mattina mi aveva telefonato poco dopo arrivata in ufficio per dirmi che sarebbe uscita col permesso per comprare una cosa che non ricordo. Mi aveva licenziato così e adesso la vedevo dirigersi verso l'ingresso dell'hotel. C'era ancora un'ora di video; non potevo stare in ufficio a guardare e a sentire, quindi chiesi permesso, uscii ed andai ad accomodarmi in auto. Quel figlio di puttana ebbe il tempo di sistemare il cellulare nascosto e al sicuro in un posto non so dove ma che riusciva ad inquadrare completamente il letto. La sentii antrare senza vedere, salutarsi, lui dire: finalmente; lei: si ma ci dobbiamo sbrigare. Adesso li vedevo tra il cellulare e i piedi del letto. Si baciavano a bocche spalancate palpandosi a vicenda. Il sangue mi bolliva di rabbia. Ti voglio rompere tutta, disse lui. Si dai, ho voglia del tuo cazzo, dammelo, disse lei. Si spogliarono, vidi lei leccargli il cazzo e spompinarlo; lui con la testa fra fra le sue cosce leccandola, facendola godere e lei che gridava: siii, siiii, godooooo. Lei che lo cavalcò ficcandosi il cazzo nella fica e gridare: Siii, che cazzo che hai! Non vedevo lìora di sentirmelo tutto dentro. E lui: che bella troia che sei! Te lo gusti il mio cazzo? Sembrava che lui facesse il possibile affinché fossero sistemati in modo di farmi vedere certi particolari. Fu così quando glielo mise fra le tette; quando lui glielo strofinò fra le chiappe e lei, troia e vogliosa, disse di sfondargli il culo. Che puttana! Con me quasi quasi non lo voleva fare. E come si dimenava, messa alla pecorina, incitandolo a sfondarglielo di più. Il cornuto, come me, lo fece appositamente, di traverso ai piedi del letto, accavallato sul ventre della mia troia, prprio quasi in primo piano, che glielo dava in bocca e lei lo segava e poi lka sborra sul viso, in bocca e sulle tette e po glielo leccò tutto. Mi sentivo avvilito e anche umiliato. Rientrai in uffucui stranamente col cazzo duro. A casa lei era soddisfatta, tranquilla e affettuosa più del solito. Ero arrabbiato e deluso ma il cazzo mi scoppiava. A letto tentai l'approccio per tastare la sua reazione e mi disse che era stanca e che aveva avuto una giornataccia. Rivedevo nella mente quelle immagini e avevo una gran voglia di scoparla, di ficcare il mio cazzo negli stessi buchi che aveva usato Antonio. Non immaginate nemmeno quello che ha fatto Antonio l'indomani mattina. Ha voluto umiliarmi venedomi a trovare in ufficio, chiedendomi cosa ne pensassi e se Nunzia, sua moglie, con me fosse troia come Monica, mia moglie, con lui. Prima di andare via mi chiese: "Sentiamo Monica come sta?" Come uno stupido chinai il capo. La chiamò inserendo il vivavoce. disse lei. Lui: "Ciao. Come va?" "pentita?" "ti è piaciuto? A me tanto" "E' stat una bella scorpacciata di sesso per me. A pensarci sono eccitato. Me lo fai un pompino?" Lei rise e poi, quasi sussurrando:
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