La ragazza slovacca della camera accanto
di
AcAc
genere
etero
Come tutte le estati, andai al mare con la famiglia, soggiornando nell'hotel solito.
Per un paio di giorni tutto trascorse piatto e monotono. Fu il terzo giorno che il tutto si animò. Facemmo amicizia con una famiglia slovacca che, nonostante la provenienza, parlava abbastanza bene l'italiano.
Erano un padre, una madre e una figlia, la quale era mia coetanea. Ci fu subito un qualcosa fra noi due, siccome ci osservavamo dettagliatamente a vicenda e lei, detta come va detta, non era niente male.
I giorni passarono e la mia famiglia entrò sempre più in tocco con l'altra: andavamo a mangiare insieme, andavamo in spiaggia insieme.
Io, inoltre, mi avvicinai moltissimo alla ragazza. Più passava il tempo insieme a lei e più mi piaceva, più gradivo il suo solare carattere.
Passarono altri giorni e io e lei passammo moltissimo altro tempo insieme: eravamo diventati "amici", anche se lei smentì subito questa amicizia, volendo qualcosa di più. E prese lei l'iniziativa.
Un pomeriggio, mentre uscivo dalla sala da pranzo con la mia famiglia, incontrammo l'altra. Volevamo andare in spiaggia insieme ma la ragazza mi prese da parte, dicendo che voleva passare del tempo con me. Le nostre due famiglie, quindi, andarono in spiaggia. Noi rimanemmo soli e andammo nella pineta adiacente all'hotel.
Mi prese per un polso e mi trascinò per la pineta, in modo da cercare un "posticino" come stava dicendo lei. Io non capivo cosa volesse fare. Poi trovammo, in un angolo della pineta, un pino piegato, che coi rami faceva una sorta di capanna. Entrammo e vedemmo che lo spazio era molto lì sotto. Potevamo stare in piedi. I rami fitti non permettevano di vedere fuori.
Ridacchiammo un po' poi ecco che mi approcciò. Cominciò a massaggiarmi il pene, così di punto in bianco, il quale si gonfiò nel costume che portavo. Disse se volevo divertirmi. Io capii tutto e accettai senza esitare.
Mi tirò giù il costume e il mio pene rimbalzò fuori.
Cominciò a succhiarlo in maniera molto sensuale e calma e andò via via aumentando il ritmo. Poi cominciò ad aiutarsi con la mano.
Io stavo godendo tantissimo lì sotto il pino e la gente non sapeva nemmeno quello che stava succedendo.
Preso dalla foga ad un certo punto le presi la parte di vestito che copriva il seno e gliela tirai giù, facendo uscire una tetta. La presi su da sotto le braccia e cominciai a succhiarle avidamente il seno.
Poi la rimisi giù e continuò a succhiarmi. Le presi la testa con due mani e cominciai a spingere il cazzo nella sua bocca e si sentì un magnifico rumore di saliva. Lei strinse le labbra, questo mi fece venire, infatti presi il pene in mano e le tirai una sborrata a lato della bocca.
Per un paio di giorni tutto trascorse piatto e monotono. Fu il terzo giorno che il tutto si animò. Facemmo amicizia con una famiglia slovacca che, nonostante la provenienza, parlava abbastanza bene l'italiano.
Erano un padre, una madre e una figlia, la quale era mia coetanea. Ci fu subito un qualcosa fra noi due, siccome ci osservavamo dettagliatamente a vicenda e lei, detta come va detta, non era niente male.
I giorni passarono e la mia famiglia entrò sempre più in tocco con l'altra: andavamo a mangiare insieme, andavamo in spiaggia insieme.
Io, inoltre, mi avvicinai moltissimo alla ragazza. Più passava il tempo insieme a lei e più mi piaceva, più gradivo il suo solare carattere.
Passarono altri giorni e io e lei passammo moltissimo altro tempo insieme: eravamo diventati "amici", anche se lei smentì subito questa amicizia, volendo qualcosa di più. E prese lei l'iniziativa.
Un pomeriggio, mentre uscivo dalla sala da pranzo con la mia famiglia, incontrammo l'altra. Volevamo andare in spiaggia insieme ma la ragazza mi prese da parte, dicendo che voleva passare del tempo con me. Le nostre due famiglie, quindi, andarono in spiaggia. Noi rimanemmo soli e andammo nella pineta adiacente all'hotel.
Mi prese per un polso e mi trascinò per la pineta, in modo da cercare un "posticino" come stava dicendo lei. Io non capivo cosa volesse fare. Poi trovammo, in un angolo della pineta, un pino piegato, che coi rami faceva una sorta di capanna. Entrammo e vedemmo che lo spazio era molto lì sotto. Potevamo stare in piedi. I rami fitti non permettevano di vedere fuori.
Ridacchiammo un po' poi ecco che mi approcciò. Cominciò a massaggiarmi il pene, così di punto in bianco, il quale si gonfiò nel costume che portavo. Disse se volevo divertirmi. Io capii tutto e accettai senza esitare.
Mi tirò giù il costume e il mio pene rimbalzò fuori.
Cominciò a succhiarlo in maniera molto sensuale e calma e andò via via aumentando il ritmo. Poi cominciò ad aiutarsi con la mano.
Io stavo godendo tantissimo lì sotto il pino e la gente non sapeva nemmeno quello che stava succedendo.
Preso dalla foga ad un certo punto le presi la parte di vestito che copriva il seno e gliela tirai giù, facendo uscire una tetta. La presi su da sotto le braccia e cominciai a succhiarle avidamente il seno.
Poi la rimisi giù e continuò a succhiarmi. Le presi la testa con due mani e cominciai a spingere il cazzo nella sua bocca e si sentì un magnifico rumore di saliva. Lei strinse le labbra, questo mi fece venire, infatti presi il pene in mano e le tirai una sborrata a lato della bocca.
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