La visita medica di Riccado
di
Filippo-38
genere
prime esperienze
La visita medica di Riccardo
Da qualche mese io e mia moglie ci siamo accorti che Riccardo, nostro figlio, è molto cresciuto: ha 18 anni ed è normale che sia diventato molto alto e che sia maturo anche sessualmente.
Un giorno mia moglie mi dice che vorrebbe sottoporlo ad una visita medica perché Riccardo ha detto che ogni tanto sente un piccolo dolore ad un testicolo.
Io mi sento di tranquillizzare Elisa proprio perché nell’età della crescita e dello sviluppo può accadere, ma lei, allarmata come sempre, ha detto che vuole essere sicura: scompare pochi minuti e mi comunica di aver già fissato l’appuntamento con la specialista. La visita è prevista per la settimana successiva, alle 15. Sapendo che mia moglie lavora sempre fino alle 17, ho compreso che della visita mi dovrò occupare io.
Giunto il giorno stabilito, alle 14,50 io e Riccardo siamo seduti nel salottino in attesa che la dottoressa ci chiami. Pochi minuti e, affabile come sempre, la dottoressa Viani ci fa accomodare.
Dopo i consueti saluti: “E’ poco più di un anno che ci siamo visti, Riccardo, ma sei cresciuto tantissimo. Sei diventato quasi un uomo” commenta.
“Sua moglie – dice, rivolgendosi a me – mi ha già anticipato il problema al telefono. Ora facciamo una visita accurata, ma mi sento di tranquillizzarla. Non è raro che durante gli anni dello sviluppo i testicoli possano produrre un piccolo indolenzimento …. Controlleremo soprattutto che non ci sia la presenza di varicocele”.
La dottoressa stranamente non mi fa uscire. Quindi, appena Riccardo è spogliato, in piedi, noto subito che ha un folto ciuffo di peli castani sul pube.
“Vede, signor Valeri, il ragazzo si è sviluppato bene” (osserva, rivolgendosi a me)
Gli fa alzare le braccia: noto che anche le ascelle hanno una peluria, ma più leggera.
Dopo aver preso qualche appunto, la dottoressa fa distendere Riccardo, gli fa dilatare le gambe e comincia a maneggiargli i testicoli con delicatezza.
“I testicoli si sono ben sviluppati – mi dice – ma non si nota nulla di anomalo …. Non c’è alcun indizio di varicocele”
Parlava con molta tranquillità.
Appena la dottoressa si sposta un attimo, però, non posso fare a meno di notare con un certo sbalordimento che il pene di mio figlio è in semierezione. Certamente sentire una mano femminile toccargli i testicoli lo aveva eccitato.
La dottoressa deve aver notato la mia perplessità e sorridendo mi disse:
“Tutto normale, signor Valeri. Stia tranquillo. Piuttosto mi preoccupa un po’ quel problemino che già notavo l’anno scorso: anche in semierezione il glande del ragazzo non si scopre. Si ricorda che le avevo consigliato di fare un po’ di ginnastica prepuziale ?”
“Sì, sì, ma poi penso che non l’abbiamo praticata molto … Lo abbiamo detto a Riccardo … ma credo che l’abbia applicata poco”
La dottoressa continuò: “Ora Riccardo, senza imbarazzo, avrei bisogno che tu avessi una erezione completa. Cerca di farlo diventare tutto duro … per vedere se si scopre bene la punta quando è dritto”
Io ero perplesso ma acconsentii.
La dottoressa stava trascrivendo qualcosa al pc e io cercavo di non guardare mio figlio, concedendogli un po’ di privacy in quel momento … delicato.
Riccardo si voltò di spalle: era molto maldestro nei movimenti, certo era anche imbarazzato di toccarsi davanti alla dottoressa e, per di più, davanti a me. Pertanto la tensione di quei momenti ottenne l’effetto inverso: anziché aumentare l’erezione, dopo qualche istante il pene gli si era abbassato.
La dottoressa accortasene sorrise, mise un guanto e disse:
“Tranquillo, distenditi di nuovo, Riccardo, e rilassati, faccio io”.
Cominciò a stimolare delicatamente ma in modo esperto e professionale il glande e i testicoli di Riccardo, a toccagli un po’ l’asta del pene: io non credevo ai miei occhi, lo stava stimolando manualmente … Praticamente lo stava masturbando, o quasi.
E fu efficace: pochi istanti e Riccardo aveva raggiunto un’erezione totale: il suo pene non aveva dimensioni esagerate, ma era molto rigido, drittissimo.
“Vede – commentò la dottoressa, invitandomi ad avvicinarmi – il glande continua a non scoprirsi. Anche se cerco di abbassare la pelle … nulla. O meglio solo poco poco”
Io un po’ imbarazzato osservavo il pene di mio figlio.
“Ora provo a sentire l’elasticità del prepuzio”
Prese una sostanza lubrificante, bagnò un po’ le dita e cominciò a fare scorrere la pelle in concomitanza della punta del pene: Riccardo aveva già il respiro un po’ affannato, evidentemente la mano della dottoressa lo eccitava molto.
“Si sta già scoprendo un po’ di più – commentò – Vede ? E’ un buon segno: forse basta rendere il prepuzio più elastico e non serve alcun intervento “
Prese poi una salvietta sterile e pulì il glande di Riccardo che si stava bagnando.
Io mi accorsi dell’eccitazione di mio figlio e commentati: “Dottoressa, non c’è il rischio che …”
“Che si verifichi un’eiaculazione? Ehh, proviamo a starci attenti, però se abbandoniamo ora i movimenti è peggio, perché la pelle che si è un po’ abbassata risalirebbe tutta”
Quindi la dottoressa continuò fare scendere delicatamente la pelle di qualche millimetro per volta chiedendo a Riccardo se sentisse dolore.
Continuò per alcuni minuti, scorrendo con estrema delicatezza utilizzando indice, medio e pollice e detergendo ogni tanto il glande che si bagnava un po’.
Guardando Riccardo, mi resi conto che davvero si stava eccitando moltissimo, stava provando piacere. Ogni tanto socchiudeva gli occhi …
La dottoressa, a sua volta, resasi conto dell’eccitazione, si fermò per un po’, tenendo però la pelle del prepuzio ben tesa verso il basso.
“Piccola pausa, eh. Forse è necessaria, Riccardo!” disse sorridendo.
Dopo poco, versata ancora qualche goccia di lubrificante, riprese il movimento delicato su e giù; commentando: “Si sta elasticizzando molto. Ci siamo quasi”.
Alcuni istanti ancora di quel movimento ritmico ma delicato e sentii Riccardo sospirare forte e, insieme ad un piccolo gemito, spruzzò tre o quattro abbondanti schizzi di liquido denso: lo sperma bagnò i guanti della dottoressa e si depositò sull’addome di mio figlio.
Io ero un po’ impacciato e pensavo a quanto fosse imbarazzato Riccardo in quel momento.
La dottoressa, invece, in modo molto professionale non si scompose: lo pulì con cura, si cambiò i guanti sporchi di sperma e continuò a muovere la pelle, lubrificandola ogni tanto. Il pene di Riccardo era ancora in piena erezione; il movimento manuale della dottoressa continuò forse una decina di minuti: a Riccardo piaceva e si notava dall’espressione, ma per ora non c’era il rischio di un’altra eiaculazione.
“Fatto!” esclamò ad un certo punto la Viani: il glande, un po’ arrossato, si scoprì del tutto. Ce l’aveva fatta.
Mentre Riccardo si puliva con delle salviette e si rivestiva la dottoressa mi disse che il glande era scoperto ma ora bisognava tenere elastica la pelle del prepuzio con un po’ di esercizi quotidiani, da eseguire con l’aiuto di una crema o di una sostanza lubrificante che mi prescrisse.
A Riccardo spiegò che avrebbe dovuto spalmare un po’ di liquido sulla punta del pene e far scorrere la pelle su e giù ogni giorno, delicatamente, per almeno cinque minuti, tirandola bene. Rivoltasi a me : ”Eventualmente, le prime volte lo controlli in modo che l’esercizio venga eseguito bene. La pelle deve essere ben tirata come ho fatto io prima, ha visto no?”
Io annuii, ma ero un po’ perplesso del fatto di dover controllare mio figlio, ormai diciottenne, durante quell’esercizio.
Comunque il più era stato fatto: grazie alla dottoressa e alla sua mano esperta l’operazione chirurgica di Riccardo fu evitata!
Da qualche mese io e mia moglie ci siamo accorti che Riccardo, nostro figlio, è molto cresciuto: ha 18 anni ed è normale che sia diventato molto alto e che sia maturo anche sessualmente.
Un giorno mia moglie mi dice che vorrebbe sottoporlo ad una visita medica perché Riccardo ha detto che ogni tanto sente un piccolo dolore ad un testicolo.
Io mi sento di tranquillizzare Elisa proprio perché nell’età della crescita e dello sviluppo può accadere, ma lei, allarmata come sempre, ha detto che vuole essere sicura: scompare pochi minuti e mi comunica di aver già fissato l’appuntamento con la specialista. La visita è prevista per la settimana successiva, alle 15. Sapendo che mia moglie lavora sempre fino alle 17, ho compreso che della visita mi dovrò occupare io.
Giunto il giorno stabilito, alle 14,50 io e Riccardo siamo seduti nel salottino in attesa che la dottoressa ci chiami. Pochi minuti e, affabile come sempre, la dottoressa Viani ci fa accomodare.
Dopo i consueti saluti: “E’ poco più di un anno che ci siamo visti, Riccardo, ma sei cresciuto tantissimo. Sei diventato quasi un uomo” commenta.
“Sua moglie – dice, rivolgendosi a me – mi ha già anticipato il problema al telefono. Ora facciamo una visita accurata, ma mi sento di tranquillizzarla. Non è raro che durante gli anni dello sviluppo i testicoli possano produrre un piccolo indolenzimento …. Controlleremo soprattutto che non ci sia la presenza di varicocele”.
La dottoressa stranamente non mi fa uscire. Quindi, appena Riccardo è spogliato, in piedi, noto subito che ha un folto ciuffo di peli castani sul pube.
“Vede, signor Valeri, il ragazzo si è sviluppato bene” (osserva, rivolgendosi a me)
Gli fa alzare le braccia: noto che anche le ascelle hanno una peluria, ma più leggera.
Dopo aver preso qualche appunto, la dottoressa fa distendere Riccardo, gli fa dilatare le gambe e comincia a maneggiargli i testicoli con delicatezza.
“I testicoli si sono ben sviluppati – mi dice – ma non si nota nulla di anomalo …. Non c’è alcun indizio di varicocele”
Parlava con molta tranquillità.
Appena la dottoressa si sposta un attimo, però, non posso fare a meno di notare con un certo sbalordimento che il pene di mio figlio è in semierezione. Certamente sentire una mano femminile toccargli i testicoli lo aveva eccitato.
La dottoressa deve aver notato la mia perplessità e sorridendo mi disse:
“Tutto normale, signor Valeri. Stia tranquillo. Piuttosto mi preoccupa un po’ quel problemino che già notavo l’anno scorso: anche in semierezione il glande del ragazzo non si scopre. Si ricorda che le avevo consigliato di fare un po’ di ginnastica prepuziale ?”
“Sì, sì, ma poi penso che non l’abbiamo praticata molto … Lo abbiamo detto a Riccardo … ma credo che l’abbia applicata poco”
La dottoressa continuò: “Ora Riccardo, senza imbarazzo, avrei bisogno che tu avessi una erezione completa. Cerca di farlo diventare tutto duro … per vedere se si scopre bene la punta quando è dritto”
Io ero perplesso ma acconsentii.
La dottoressa stava trascrivendo qualcosa al pc e io cercavo di non guardare mio figlio, concedendogli un po’ di privacy in quel momento … delicato.
Riccardo si voltò di spalle: era molto maldestro nei movimenti, certo era anche imbarazzato di toccarsi davanti alla dottoressa e, per di più, davanti a me. Pertanto la tensione di quei momenti ottenne l’effetto inverso: anziché aumentare l’erezione, dopo qualche istante il pene gli si era abbassato.
La dottoressa accortasene sorrise, mise un guanto e disse:
“Tranquillo, distenditi di nuovo, Riccardo, e rilassati, faccio io”.
Cominciò a stimolare delicatamente ma in modo esperto e professionale il glande e i testicoli di Riccardo, a toccagli un po’ l’asta del pene: io non credevo ai miei occhi, lo stava stimolando manualmente … Praticamente lo stava masturbando, o quasi.
E fu efficace: pochi istanti e Riccardo aveva raggiunto un’erezione totale: il suo pene non aveva dimensioni esagerate, ma era molto rigido, drittissimo.
“Vede – commentò la dottoressa, invitandomi ad avvicinarmi – il glande continua a non scoprirsi. Anche se cerco di abbassare la pelle … nulla. O meglio solo poco poco”
Io un po’ imbarazzato osservavo il pene di mio figlio.
“Ora provo a sentire l’elasticità del prepuzio”
Prese una sostanza lubrificante, bagnò un po’ le dita e cominciò a fare scorrere la pelle in concomitanza della punta del pene: Riccardo aveva già il respiro un po’ affannato, evidentemente la mano della dottoressa lo eccitava molto.
“Si sta già scoprendo un po’ di più – commentò – Vede ? E’ un buon segno: forse basta rendere il prepuzio più elastico e non serve alcun intervento “
Prese poi una salvietta sterile e pulì il glande di Riccardo che si stava bagnando.
Io mi accorsi dell’eccitazione di mio figlio e commentati: “Dottoressa, non c’è il rischio che …”
“Che si verifichi un’eiaculazione? Ehh, proviamo a starci attenti, però se abbandoniamo ora i movimenti è peggio, perché la pelle che si è un po’ abbassata risalirebbe tutta”
Quindi la dottoressa continuò fare scendere delicatamente la pelle di qualche millimetro per volta chiedendo a Riccardo se sentisse dolore.
Continuò per alcuni minuti, scorrendo con estrema delicatezza utilizzando indice, medio e pollice e detergendo ogni tanto il glande che si bagnava un po’.
Guardando Riccardo, mi resi conto che davvero si stava eccitando moltissimo, stava provando piacere. Ogni tanto socchiudeva gli occhi …
La dottoressa, a sua volta, resasi conto dell’eccitazione, si fermò per un po’, tenendo però la pelle del prepuzio ben tesa verso il basso.
“Piccola pausa, eh. Forse è necessaria, Riccardo!” disse sorridendo.
Dopo poco, versata ancora qualche goccia di lubrificante, riprese il movimento delicato su e giù; commentando: “Si sta elasticizzando molto. Ci siamo quasi”.
Alcuni istanti ancora di quel movimento ritmico ma delicato e sentii Riccardo sospirare forte e, insieme ad un piccolo gemito, spruzzò tre o quattro abbondanti schizzi di liquido denso: lo sperma bagnò i guanti della dottoressa e si depositò sull’addome di mio figlio.
Io ero un po’ impacciato e pensavo a quanto fosse imbarazzato Riccardo in quel momento.
La dottoressa, invece, in modo molto professionale non si scompose: lo pulì con cura, si cambiò i guanti sporchi di sperma e continuò a muovere la pelle, lubrificandola ogni tanto. Il pene di Riccardo era ancora in piena erezione; il movimento manuale della dottoressa continuò forse una decina di minuti: a Riccardo piaceva e si notava dall’espressione, ma per ora non c’era il rischio di un’altra eiaculazione.
“Fatto!” esclamò ad un certo punto la Viani: il glande, un po’ arrossato, si scoprì del tutto. Ce l’aveva fatta.
Mentre Riccardo si puliva con delle salviette e si rivestiva la dottoressa mi disse che il glande era scoperto ma ora bisognava tenere elastica la pelle del prepuzio con un po’ di esercizi quotidiani, da eseguire con l’aiuto di una crema o di una sostanza lubrificante che mi prescrisse.
A Riccardo spiegò che avrebbe dovuto spalmare un po’ di liquido sulla punta del pene e far scorrere la pelle su e giù ogni giorno, delicatamente, per almeno cinque minuti, tirandola bene. Rivoltasi a me : ”Eventualmente, le prime volte lo controlli in modo che l’esercizio venga eseguito bene. La pelle deve essere ben tirata come ho fatto io prima, ha visto no?”
Io annuii, ma ero un po’ perplesso del fatto di dover controllare mio figlio, ormai diciottenne, durante quell’esercizio.
Comunque il più era stato fatto: grazie alla dottoressa e alla sua mano esperta l’operazione chirurgica di Riccardo fu evitata!
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