Tutto per caso
di
Algonkin
genere
dominazione
Sono stato scoperto. Non solo lei mi ha pizzicato a corteggiare un'altra donna, ma lo ha anche detto a mia moglie. Mia moglie Letizia mi ha rimproverato duramente minacciando di non farmi entrare più in casa, se la cosa si fosse ripetuta. Ero veramente nei guai.
Due giorni prima, mia cugina Stefania mi ha sorpreso mentre passeggiavo abbracciato ad un'altra donna.
Dopo qualche ora la chiamai al cellulare. Naturalmente le chiesi di non dire nulla a Letizia. Ma le amiche non possono fare a meno di chiacchierare. Letizia sapeva già tutto.
Letizia conosce Stefania da qualche anno: trentasette anni, sposata, bella, alta, magra, occhi e capelli splendidi. Ma non solo. Vibra di energia, di forza selvaggia e di passione, e possiede una intelligenza viva e irrequieta, come il fuoco. Siamo buoni amici. Stefania e Letizia sono in ottimi rapporti, spesso sono in giro insieme per negozi o per passeggiare.
Un giorno di tarda primavera. Letizia andò a far visita alla madre e sarebbe rincasata dopo due o tre ore. Suonarono alla porta, aprii. Era Stefania, la feci entrare..
"Ciao," disse, "Letizia è in casa?"
"Mi dispiace è andata da sua madre, non rientrerà prima di un paio d'ore."
"Va bene. La chiamerò al cellulare.", disse Stefania, "Ti lascio alle tue cose.
Improvvisamente ricordai: lei mi ha scoperto con un'altra donna, e ha raccontato tutto a Letizia.
"Ah, prima di andare..." Le dissi mentre si dirigeva verso la porta.
"Sì?"
Con tono di voce severa, le dissi. "Voglio dirti qualcosa." Stefania si girò. "Mi hai messo nei guai l'altro giorno."
"Mi dispiace ..." Stefania mi guardò perplessa.
"Hai detto a Letizia di avermi visto abbracciato ad una donna."
Stefania sorrise. "Ti sta bene, sei..." la interruppi.
"Se tu fossi una bambina," le dissi, "ti metterei sulle mie ginocchia e ti darei una bella sculacciata per ciò che hai fatto."
Improvvisamente pensai di aver fatto una gaffe gigantesca.
Ma Stefania rimase lì a fissarmi imbarazzata, ma con un sorriso particolare sul suo volto.
Improvvisamente mi resi conto che tutto stava per cambiare. L’avevo sempre considerata come un’amica e nulla più, ma improvvisamente mentre era lì con la gonna e la camicetta, ho pensato che era proprio quello che volevo: metterla sulle mie ginocchia.
Dal suo comportamento compresi che anche lei lo voleva. Il silenzio sembrò durare ore, mentre la nostra immaginazione galoppava a briglia sciolta.
Ruppi il silenzio. Guardandola con severità, le dissi "Allora seguimi in salotto e mettiti sulle mie ginocchia."
Mi avviai verso il salotto, chiedendomi se lei mi avrebbe seguito. Mi sedetti in mezzo al divano. Aspettai, per quello che sembrò un’eternità, forse 30 secondi, prima che apparisse. Stefania, guardando il pavimento, si avvicinò timidamente al divano e si mise sulle mie ginocchia. Era meraviglioso averla lì, ma ero un po' confuso sul da farsi. Poi pensai: andrò fin dove lei mi lascerà fare.
Raggiunsi con la mano l'orlo della sua gonna e la sollevai fin sopra la vita. Il suo sedere si rivelò, fasciato solo da un paio di mutandine striminzite. Era bellissimo. Così sensuale. Passai, con dolcezza, la mano sopra il suo culo.
Dopo le dissi a bassa voce "Sollevati leggermente." Stefania si sollevò, permettendomi di toglierle le mutandine.
Ancora una volta le sussurrai "Penso che meriti tre sculacciate. Inizierò quando sarò pronto a farlo.”
Lasciai vagare nuovamente la mia mano su tutto il culo di Stefania, questa volta le accarezzai anche il suo piccolo buco del culo, ma senza raggiungere la sua fica. Sembrava rispondere bene all’esplorazione delle mie dita. Inizialmente si tese quando le solleticai il suo buco del culo, poi si rilassò mentre cominciava a godere delle carezze.
"Stefania, io conterò fino a tre poi riceverai la prima sculacciata. Uno…" Quando cominciai a contare sentii la sua tensione, "due... tre ..." Il rumore della mia mano sul suo culo spazzò via la sua tensione mentre schioccava sulla sua carne. Stefania gridò per il dolore improvviso. Mi leccai rapidamente il dito medio e lo spinsi attraverso il buco del culo, per circa tre centimetri. Sentii il suo culo irrigidirsi e rilassarsi mentre cercava di combattere il dolore, e sentii il suo stringere e rilasciare il dito mentre lo faceva. Era evidente che mentre il dolore si calmava, e con il mio dito dentro di lei, trovasse tutto ciò come un'esperienza molto erotica, come lo era per me.
Tolsi il dito dopo un paio di minuti. Cominciai a contare di nuovo. "Uno... due... tre…"
SCULACCIATA. Ancora una volta ha combattuto il dolore irrigidendo e rilassando il culo, e ancora una volta misi il mio dito medio dentro il suo culo così lei stringeva e rilasciava il mio dito. E, nuovamente, mentre il dolore si attenuava sentii il suo respiro farsi affannoso per l'eccitazione. Ancora una volta tolsi il dito.
"Uno... due... tre…"
SCULACCIATA. Ormai, le chiappe erano rosse. Mentre combatteva il dolore, le inserii due dita in profondità nella sua fica: era tutta bagnata. Mentre il dolore si calmava sentii che lei si muoveva lentamente sulle mie dita, così iniziai a muovere le dita, dolcemente e lentamente, dentro e fuori. Raggiunsi con un altro dito il suo clitoride. Il suo respiro era sempre più veloce, gemeva pesantemente, e dopo pochi secondi potei sentire le mie dita premute fortemente mentre l'orgasmo le squassava il corpo. Il suo corpo rabbrividì, tremò. La tenni sulle mie ginocchia fino a quando si fu calmata e rilassata. Le mie dita erano ancora dentro di lei.
Tolsi le dita, la girai in modo che i suoi piedi fossero entrambi ai lati della mia testa, la sua testa vicino ai miei piedi.
La tirai verso di me fino a quando la mia bocca toccò la sua fica. Iniziai a leccare e a muovere la lingua dentro e fuori la sua fica bagnata, poi succhiai e picchiettai con la lingua il suo clitoride. Entro qualche secondo Stefania iniziò nuovamente a gemere. Anche questa volta l'orgasmo le squassò tutto il corpo. Gridò di piacere mentre tremava sopra di me.
Quando ebbe finito la posai sul pavimento e le misi un paio di cuscini sotto la testa. Le tolsi la camicetta e il reggiseno. Mi spogliai anch'io e ci sdraiammo l'uno accanto all'altra, Stefania con la testa appoggiata al mio petto, soddisfatta e appagata.
Strofinai il mio cazzo contro la sua gamba, poi non potendo aspettare più a lungo; mi girai sopra di lei, mi posizionai tra le sue gambe e, in pochi secondi, spinsi il mio cazzo completamente dentro di lei. Lei era così calda, così bagnata.
"Stringimi," le ordinai gentilmente, e potei sentire i muscoli della sua vagina stringere il mio cazzo. Era troppo. Inizia a spingere dentro e fuori di lei, e in pochi secondi raggiungi un orgasmo travolgente.
Ci sdraiammo fianco a fianco, rilassati. Stefania mi confessò di non aver mai vissuto una esperienza così intesa ed appagante.
E fu in questo preciso momento che ebbi la mia ultima idea. "Puliscimi il cazzo leccandolo, Stefania."
Improvvisamente si irrigidì. "Non l'ho mai fatto…"
"Allora questa sarà la prima volta. Forza fallo." Il modo in cui lo fece, dopo la sua iniziale riluttanza, fu meraviglioso.
Più tardi, mentre ci vestivamo, Stefania mi pregò di non dire a nessuno quello che era successo, aggiungendo che questo non sarebbe mai più accaduto.
Le cose, ovviamente, andarono diversamente.
Due giorni prima, mia cugina Stefania mi ha sorpreso mentre passeggiavo abbracciato ad un'altra donna.
Dopo qualche ora la chiamai al cellulare. Naturalmente le chiesi di non dire nulla a Letizia. Ma le amiche non possono fare a meno di chiacchierare. Letizia sapeva già tutto.
Letizia conosce Stefania da qualche anno: trentasette anni, sposata, bella, alta, magra, occhi e capelli splendidi. Ma non solo. Vibra di energia, di forza selvaggia e di passione, e possiede una intelligenza viva e irrequieta, come il fuoco. Siamo buoni amici. Stefania e Letizia sono in ottimi rapporti, spesso sono in giro insieme per negozi o per passeggiare.
Un giorno di tarda primavera. Letizia andò a far visita alla madre e sarebbe rincasata dopo due o tre ore. Suonarono alla porta, aprii. Era Stefania, la feci entrare..
"Ciao," disse, "Letizia è in casa?"
"Mi dispiace è andata da sua madre, non rientrerà prima di un paio d'ore."
"Va bene. La chiamerò al cellulare.", disse Stefania, "Ti lascio alle tue cose.
Improvvisamente ricordai: lei mi ha scoperto con un'altra donna, e ha raccontato tutto a Letizia.
"Ah, prima di andare..." Le dissi mentre si dirigeva verso la porta.
"Sì?"
Con tono di voce severa, le dissi. "Voglio dirti qualcosa." Stefania si girò. "Mi hai messo nei guai l'altro giorno."
"Mi dispiace ..." Stefania mi guardò perplessa.
"Hai detto a Letizia di avermi visto abbracciato ad una donna."
Stefania sorrise. "Ti sta bene, sei..." la interruppi.
"Se tu fossi una bambina," le dissi, "ti metterei sulle mie ginocchia e ti darei una bella sculacciata per ciò che hai fatto."
Improvvisamente pensai di aver fatto una gaffe gigantesca.
Ma Stefania rimase lì a fissarmi imbarazzata, ma con un sorriso particolare sul suo volto.
Improvvisamente mi resi conto che tutto stava per cambiare. L’avevo sempre considerata come un’amica e nulla più, ma improvvisamente mentre era lì con la gonna e la camicetta, ho pensato che era proprio quello che volevo: metterla sulle mie ginocchia.
Dal suo comportamento compresi che anche lei lo voleva. Il silenzio sembrò durare ore, mentre la nostra immaginazione galoppava a briglia sciolta.
Ruppi il silenzio. Guardandola con severità, le dissi "Allora seguimi in salotto e mettiti sulle mie ginocchia."
Mi avviai verso il salotto, chiedendomi se lei mi avrebbe seguito. Mi sedetti in mezzo al divano. Aspettai, per quello che sembrò un’eternità, forse 30 secondi, prima che apparisse. Stefania, guardando il pavimento, si avvicinò timidamente al divano e si mise sulle mie ginocchia. Era meraviglioso averla lì, ma ero un po' confuso sul da farsi. Poi pensai: andrò fin dove lei mi lascerà fare.
Raggiunsi con la mano l'orlo della sua gonna e la sollevai fin sopra la vita. Il suo sedere si rivelò, fasciato solo da un paio di mutandine striminzite. Era bellissimo. Così sensuale. Passai, con dolcezza, la mano sopra il suo culo.
Dopo le dissi a bassa voce "Sollevati leggermente." Stefania si sollevò, permettendomi di toglierle le mutandine.
Ancora una volta le sussurrai "Penso che meriti tre sculacciate. Inizierò quando sarò pronto a farlo.”
Lasciai vagare nuovamente la mia mano su tutto il culo di Stefania, questa volta le accarezzai anche il suo piccolo buco del culo, ma senza raggiungere la sua fica. Sembrava rispondere bene all’esplorazione delle mie dita. Inizialmente si tese quando le solleticai il suo buco del culo, poi si rilassò mentre cominciava a godere delle carezze.
"Stefania, io conterò fino a tre poi riceverai la prima sculacciata. Uno…" Quando cominciai a contare sentii la sua tensione, "due... tre ..." Il rumore della mia mano sul suo culo spazzò via la sua tensione mentre schioccava sulla sua carne. Stefania gridò per il dolore improvviso. Mi leccai rapidamente il dito medio e lo spinsi attraverso il buco del culo, per circa tre centimetri. Sentii il suo culo irrigidirsi e rilassarsi mentre cercava di combattere il dolore, e sentii il suo stringere e rilasciare il dito mentre lo faceva. Era evidente che mentre il dolore si calmava, e con il mio dito dentro di lei, trovasse tutto ciò come un'esperienza molto erotica, come lo era per me.
Tolsi il dito dopo un paio di minuti. Cominciai a contare di nuovo. "Uno... due... tre…"
SCULACCIATA. Ancora una volta ha combattuto il dolore irrigidendo e rilassando il culo, e ancora una volta misi il mio dito medio dentro il suo culo così lei stringeva e rilasciava il mio dito. E, nuovamente, mentre il dolore si attenuava sentii il suo respiro farsi affannoso per l'eccitazione. Ancora una volta tolsi il dito.
"Uno... due... tre…"
SCULACCIATA. Ormai, le chiappe erano rosse. Mentre combatteva il dolore, le inserii due dita in profondità nella sua fica: era tutta bagnata. Mentre il dolore si calmava sentii che lei si muoveva lentamente sulle mie dita, così iniziai a muovere le dita, dolcemente e lentamente, dentro e fuori. Raggiunsi con un altro dito il suo clitoride. Il suo respiro era sempre più veloce, gemeva pesantemente, e dopo pochi secondi potei sentire le mie dita premute fortemente mentre l'orgasmo le squassava il corpo. Il suo corpo rabbrividì, tremò. La tenni sulle mie ginocchia fino a quando si fu calmata e rilassata. Le mie dita erano ancora dentro di lei.
Tolsi le dita, la girai in modo che i suoi piedi fossero entrambi ai lati della mia testa, la sua testa vicino ai miei piedi.
La tirai verso di me fino a quando la mia bocca toccò la sua fica. Iniziai a leccare e a muovere la lingua dentro e fuori la sua fica bagnata, poi succhiai e picchiettai con la lingua il suo clitoride. Entro qualche secondo Stefania iniziò nuovamente a gemere. Anche questa volta l'orgasmo le squassò tutto il corpo. Gridò di piacere mentre tremava sopra di me.
Quando ebbe finito la posai sul pavimento e le misi un paio di cuscini sotto la testa. Le tolsi la camicetta e il reggiseno. Mi spogliai anch'io e ci sdraiammo l'uno accanto all'altra, Stefania con la testa appoggiata al mio petto, soddisfatta e appagata.
Strofinai il mio cazzo contro la sua gamba, poi non potendo aspettare più a lungo; mi girai sopra di lei, mi posizionai tra le sue gambe e, in pochi secondi, spinsi il mio cazzo completamente dentro di lei. Lei era così calda, così bagnata.
"Stringimi," le ordinai gentilmente, e potei sentire i muscoli della sua vagina stringere il mio cazzo. Era troppo. Inizia a spingere dentro e fuori di lei, e in pochi secondi raggiungi un orgasmo travolgente.
Ci sdraiammo fianco a fianco, rilassati. Stefania mi confessò di non aver mai vissuto una esperienza così intesa ed appagante.
E fu in questo preciso momento che ebbi la mia ultima idea. "Puliscimi il cazzo leccandolo, Stefania."
Improvvisamente si irrigidì. "Non l'ho mai fatto…"
"Allora questa sarà la prima volta. Forza fallo." Il modo in cui lo fece, dopo la sua iniziale riluttanza, fu meraviglioso.
Più tardi, mentre ci vestivamo, Stefania mi pregò di non dire a nessuno quello che era successo, aggiungendo che questo non sarebbe mai più accaduto.
Le cose, ovviamente, andarono diversamente.
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