Reminiscenze
di
fantasy incest
genere
incesti
Non è raro che in età adolescenziale un fratello e una sorella comincino a scoprire il sesso tra di loro. Si inizia con il classico gioco del dottore, ci si tocca, arrivano i palpeggiamenti sempre meno innocenti, fino ad arrivare alle reciproche masturbazioni. Anche Rino e la sorella Emma di due anni più grande avevano alle spalle questo percorso. Poi, come sempre accade, le attenzioni vengono rivolte all’esterno della famiglia, arrivano le prime infatuazioni giovanili e tutto viene messo nel dimenticatoio. Ma a volte il destino riserva sorprese. Rino ed Emma, che ormai avevano 29 e 31 anni, si separarono dai rispettivi coniugi quasi in contemporanea. Rino, che aveva anche un figlio, dovette lasciare alla moglie l’abitazione, mentre Emma, che non aveva avuto prole, lasciò spontaneamente la casa dove abitava con il marito e i suoceri. Quindi i due si ritrovarono entrambi nella casa natia dove viveva la madre Lidia di 60 anni. Il ritrovarsi uno accanto all’altra, la situazione psicologica dovuta alle separazioni, e una forzata astinenza sessuale, fece riemergere nei due la voglia di trasgredire come ai vecchi tempi. Certo, ora erano adulti e avevano netta la percezione del proibito, e quindi non era facile per nessuno dei due fare il primo passo o lasciare intendere quel che frullava nella mente, ma gli sguardi insistenti erano inequivocabili. Entrambi desideravano la stessa cosa, ed entrambi percepivano che il desiderio era reciproco. Si trattava solo di trovare l’occasione giusta, e l’occasione arrivò puntuale. Era primavera, ed Emma quella sera indossava una vestaglia semi trasparente che lasciava intravedere il corpo ben fatto. Infatti la ragazza era alta 170cm, seno di una quarta abbondante e sodo, culetto alto a mandolino, ventre piatto e cosce ben tornite. Il viso aggraziato era impreziosito da due occhi verdi smeraldo e i capelli neri. Quella sera Rino non faceva altro che guardare il corpo di sua sorella, anche perché lo eccitava il perizoma ridotto e il reggiseno a balconcino che si vedevano chiaramente. Emma si accorse subito degli sguardi intriganti del fratello, e sembrava volerlo provocare con i movimenti sinuosi e gli ammiccamenti ambigui. Ad una certa ora la madre andò a dormire, e i due restarono soli davanti alla tele. Rino continuava a guardarla con maggiore insistenza, e lei faceva in modo che la vestaglia si aprisse per mostrare meglio le sue grazie. Ad un tratto fu proprio Emma a rompere il ghiaccio
“Rino, questa sera mi stai spogliando con gli occhi, cosa ti è preso?”
La risposta fu ironica, ma confermativa
“non c’è bisogno che ti spoglio con gli occhi, sei già mezza nuda”.
“Ehi porcellino, ricordati che sono tua sorella!”
“Lo eri anche quando eravamo ragazzi…..”
“Diamone, ricordi ancora quei tempi!”
“Non li ho mai dimenticati, e vorrei tanto rinverdirli”.
Ormai i due erano entrambi visibilmente eccitati, e quel gioco di sguardi e provocazioni prima, e di parole dopo, non poteva che prendere il sopravvento sulla razionalità. Si cominciarono ad accarezzare e toccare reciprocamente. Rino palpava e baciava le tette della sorella ormai uscite dal reggiseno a balconcino, e lei gli massaggiava il cazzo attraverso la stoffa dei pantaloni. Il passo successivo fu il ritorno alle pratiche adolescenziali: la reciproca masturbazione. Lui le aveva infilato dentro tre dita e le faceva scorrere, mentre lei, aperta la patta e fatto svettare il cazzo eretto, lo segava. Rino cercò la bocca della sorella con sua, e lei rispose al bacio infilandogli la lingua in bocca e mulinandola. In passato non si erano mai baciati, ma adesso erano adulti e tante cose mai fatte avrebbero invece fatto. La lingua della sorella che gli mulinava nella bocca fu uno stimolo troppo forte, e Rino fu sopraffatto dal piacere: cinque o sei schizzi di sborra eruttarono violentemente schizzando in alto per poi ricadere sulle mani, sulle braccia e sulle gambe di Emma, oltre che sul pube del fratello. Lei non aveva ancora goduto a pino, così Rino volle darle il massimo del piacere: si inginocchiò tra le sue gambe aperte e le regalò una appassionata leccata di fica. Emme venne due volte nella bocca del fratello che non smetteva di lapparla, prima di ricambiare quel piacere orale. I due si misero in posizione di 69 sul divano, lui sopra che leccava e lei sotto a farli il pompino. Emma venne ancora e ancora, e alla fine il fratello si scaricò di nuovo sborrando nella bocca della sorella che ingoiò avidamente fino all’ultima goccia. Solo a quel punto i due si ricomposero e andarono a dormire nelle rispettive stanze. Ma ormai il ghiaccio era rotto, e i due sapevano che non sarebbe certo finita lì. Si piacevano e si desideravano, e il gusto innato nell’essere umano per il proibito, rendeva ancora più eccitante quella storia. Fratello e sorella divennero amanti, e già la sera successiva ebbero un rapporto completo. Rino scopò la sorella assaporando il frutto proibito dell’incesto. Per tutto il giorno si osservavano e si ammiccavano. Emme non perdeva occasione per provocare il fratello e lui non nascondeva le erezioni che gli procurava. La sera la raggiunse nella sua stanza, e la sorella l’accolse con un ampio sorriso. Dopo i preliminari, lui puntò dritto il cazzo alla fica della sorella, la quale lo accolse spalancando le gambe. Glielo mise tutto dentro e la scopò selvaggiamente, quasi con violenza. Fu una scopata intensa ma non lunga, perché lui, evidentemente troppo arrapato, le venne dopo poco nel ventre. Ma la notte era ancora lunga. Si diedero ancora piacere orale, poi lui la penetrò di nuovo portandola più volte all’orgasmo, ma questa volta non venne. Aveva in mente altro. Fece capire le sue intenzioni alla sorella infilandole due dita nel buco del culo, e lei mostrò di gradire l’idea del fratello. Non ci fu bisogno di parlare, si mise alla pecorina e si offrì alla penetrazione anale. Rino la sodomizzo cercando di resistere più che poteva, ma alla fine si lasciò andare le sborrò nel buco del culo. Ma altre sorprese sarebbero arrivate………
“Rino, questa sera mi stai spogliando con gli occhi, cosa ti è preso?”
La risposta fu ironica, ma confermativa
“non c’è bisogno che ti spoglio con gli occhi, sei già mezza nuda”.
“Ehi porcellino, ricordati che sono tua sorella!”
“Lo eri anche quando eravamo ragazzi…..”
“Diamone, ricordi ancora quei tempi!”
“Non li ho mai dimenticati, e vorrei tanto rinverdirli”.
Ormai i due erano entrambi visibilmente eccitati, e quel gioco di sguardi e provocazioni prima, e di parole dopo, non poteva che prendere il sopravvento sulla razionalità. Si cominciarono ad accarezzare e toccare reciprocamente. Rino palpava e baciava le tette della sorella ormai uscite dal reggiseno a balconcino, e lei gli massaggiava il cazzo attraverso la stoffa dei pantaloni. Il passo successivo fu il ritorno alle pratiche adolescenziali: la reciproca masturbazione. Lui le aveva infilato dentro tre dita e le faceva scorrere, mentre lei, aperta la patta e fatto svettare il cazzo eretto, lo segava. Rino cercò la bocca della sorella con sua, e lei rispose al bacio infilandogli la lingua in bocca e mulinandola. In passato non si erano mai baciati, ma adesso erano adulti e tante cose mai fatte avrebbero invece fatto. La lingua della sorella che gli mulinava nella bocca fu uno stimolo troppo forte, e Rino fu sopraffatto dal piacere: cinque o sei schizzi di sborra eruttarono violentemente schizzando in alto per poi ricadere sulle mani, sulle braccia e sulle gambe di Emma, oltre che sul pube del fratello. Lei non aveva ancora goduto a pino, così Rino volle darle il massimo del piacere: si inginocchiò tra le sue gambe aperte e le regalò una appassionata leccata di fica. Emme venne due volte nella bocca del fratello che non smetteva di lapparla, prima di ricambiare quel piacere orale. I due si misero in posizione di 69 sul divano, lui sopra che leccava e lei sotto a farli il pompino. Emma venne ancora e ancora, e alla fine il fratello si scaricò di nuovo sborrando nella bocca della sorella che ingoiò avidamente fino all’ultima goccia. Solo a quel punto i due si ricomposero e andarono a dormire nelle rispettive stanze. Ma ormai il ghiaccio era rotto, e i due sapevano che non sarebbe certo finita lì. Si piacevano e si desideravano, e il gusto innato nell’essere umano per il proibito, rendeva ancora più eccitante quella storia. Fratello e sorella divennero amanti, e già la sera successiva ebbero un rapporto completo. Rino scopò la sorella assaporando il frutto proibito dell’incesto. Per tutto il giorno si osservavano e si ammiccavano. Emme non perdeva occasione per provocare il fratello e lui non nascondeva le erezioni che gli procurava. La sera la raggiunse nella sua stanza, e la sorella l’accolse con un ampio sorriso. Dopo i preliminari, lui puntò dritto il cazzo alla fica della sorella, la quale lo accolse spalancando le gambe. Glielo mise tutto dentro e la scopò selvaggiamente, quasi con violenza. Fu una scopata intensa ma non lunga, perché lui, evidentemente troppo arrapato, le venne dopo poco nel ventre. Ma la notte era ancora lunga. Si diedero ancora piacere orale, poi lui la penetrò di nuovo portandola più volte all’orgasmo, ma questa volta non venne. Aveva in mente altro. Fece capire le sue intenzioni alla sorella infilandole due dita nel buco del culo, e lei mostrò di gradire l’idea del fratello. Non ci fu bisogno di parlare, si mise alla pecorina e si offrì alla penetrazione anale. Rino la sodomizzo cercando di resistere più che poteva, ma alla fine si lasciò andare le sborrò nel buco del culo. Ma altre sorprese sarebbero arrivate………
1
voti
voti
valutazione
10
10
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La figlia sovrappesoracconto sucessivo
Reminiscenze 2
Commenti dei lettori al racconto erotico