Master satisfaction - capitolo 1

di
genere
dominazione

Olivia si rigirava nel letto nervosa e inquieta. Il marito l’abbracciò prendendola da dietro, l’attrasse a sé e la baciò sul collo. – Cosa succede? Perché sei così nevosa? –
- Niente – mugolò lei, - deve essere la luna nuova che mi rende così elettrica. –
Il marito sorrise continuando ad abbracciarla e ad accarezzarla sulle cosce. – Sei pazza, ma ti amo. –
Lei si girò e gli offrì le labbra da baciare. – Prendimi, lo desidero tanto. –
E lo desiderava davvero, lo amava e lui l’accarezzò tra le cosce. Lei si inarcò, bagnata, si offrì. Fu una cosa rapida e piacevole, ma che non riuscì a calmarla completamente, però la rese più tranquilla. Poi lei si girò di nuovo dandogli le spalle, lui le passò un braccio sui fianchi e si addormentò.
Lei no. Rimase sveglia a pensare, a rivivere quello che le era recentemente successo e che all’indomani si sarebbe concluso. L’indomani, era quello a renderla estremamente nervosa, inquieta invece lo era da moltissimo tempo, mesi, ma forse erano anni. Inquieta ed insoddisfatta.
Aveva tutto, un marito che l’amava e che lei, a sua volta, amava. Un bel lavoro ed una vita agiata, ma era molto, molto insoddisfatta. Lei stessa non avrebbe saputo spiegare perché. Solo che aveva voglia, una voglia irrefrenabile di un’avventura esclusivamente sessuale, bella ed appagante e poi voleva essere legata, quella era ormai un’ossessione. Sempre più spesso guardava immagini di bondage, donne legate in tutte le posizioni e l’eccitazione montava immediatamente, si bagnava come quando era adolescente.
Ora era una bella quarantenne, gli uomini si giravano quando passava, un viso dolce, angelico, un casco di capelli corvini con una civettuola frangetta che le scendeva sulla fronte verso occhi stupendi, verdi ed a volte dorati. Olivia aveva la pelle bianca e tonica, cosce lunghe e diritte, un sorriso disarmante ed anche un seno pieno… di promesse, molte curve. Ma era triste e non voleva esserlo.

In rete circolavano voci strane, mai discorsi compiuti, solo qualche mormorio. Master Satisfaction si mormorava. Però nessuno sapeva bene chi era e cosa faceva, dove stava, se era una legenda o se esisteva veramente. Lei era scettica, frequentava poco i social, ma qualche volta postava qualche sua bella foto e, anche se non se la tirava per nulla, gli uomini la guardavano e tentavano di contattarla. Raramente lei rispondeva e raramente ne trovava qualcuno con cui valeva la pena scambiare qualche parola. La contattava pure qualche donna. Con qualcuna riusciva a scambiare qualche confidenza.
- Emilia, ma chi è questo Master Satisfaction? –
Emilia era una sua conoscente social, stentava a definire qualcuno o qualcuna conosciuta in rete amico o amica. Ed aveva ragione. Emilia era quasi sempre attaccata alla rete e quindi, più di tutte le sue poche conoscenti social, sapeva cosa succedeva e sapeva interpretare.
Emilia mise in linea una faccina allegra e rispose. – Si dice che sia uno che ti fa morire di piacere, una mia amica l’ha incontrato ed è rimasta estasiata. Ti rimette in circolazione il sangue, ti strapazza ben bene e ti fotte come un toro. –
- E’ violento? –
Emilia rimise la faccina di prima. – Il bello è proprio questo, dicono che è come tu lo vuoi. Lui capisce quello che desideri e te lo dà. Dicono anche che sia un bell’uomo, un quarantenne biondo, alto, longilineo, robusto, prestante e resistente. – Un’altra faccina sorridente.
- Chi lo dice? –
- Tutte! Ma sembra che poche lo abbiano incontrato e non ti so dire quanta verità e quanta legenda c’è. – Stavolta la faccina era smorta.
Tutte quelle stupide faccine innervosivano Olivia, ma non poteva soffocare la creatività di Emilia, in quel momento aveva bisogno della sua collaborazione.
- Ma non hai detto che una tua amica l’ha incontrato? –
- Mia cara amica, quell’amica l’ho conosciuta in rete e tu sai quante bufale circolano. Qui niente è sicuro. –
Olivia sbuffò, era vero, molto vero.
- Ma come fanno ad incontrarlo? – Olivia era tanto curiosa quanto Emilia era creativa.
- Lo vuoi incontrare? Sul serio? –
- Nooo! – Olivia negò decisamente, - ma mi hai incuriosita. –
Emilia ritornò con la faccina sorridente. – Digita http:… vedrai che sorpresa. – Altra faccina sorridente.
Olivia prese nota, cambiò discorso e poi chiuse. Dopo qualche minuto digitò http:…
Trovò uno schermo nero con poche righe scritte in bianco ed un pulsante su cui eventualmente fare clic.
Il testo in bianco recitava:
Salve, sono Master Satisfaction, per accedere a questo sito deve essere femmina e denudarsi completamente, quindi potrà fare clic sul bottone in basso. Il clic azionerà la telecamera che verificherà se ha seguito le istruzioni. Se lo ha fatto potrà entrare nel sito e soddisfare le sue morbose curiosità. Se è timida o ha problemi di riservatezza può indossare una mascherina. Lo consiglio.
Olivia cliccò sul bottone, vide la cam accendersi, ma non successe niente.
Che boiata pensò. Ma ormai il tarlo era nella sua mente. Per due giorni ancora, nell’ora in cui lei era rientrata ed il marito ancora no, ci riprovò, non succedeva niente. Provò a levarsi la camicetta, solo quella, non succedeva niente, neanche se si levava pure il reggiseno.
Sbuffava ed imprecava, elegantemente, quella era la sua cifra, diceva cribbio, cavolo, stupido ed una volta, quando era arrivata al massimo dell’esasperazione, cazzo, ma non succedeva niente.
Il pomeriggio dell’indomani era determinata. Si spogliò e si sedette di fronte al PC. In casa non c’era nessuno, era sola. Indossò una mascherina che usava quando viaggiava in aereo e a cui aveva praticato due fori all’altezza degli occhi e cliccò il famigerato bottone. Olivia era comunque scettica, anche se era nuda, pensava, non sarebbe successo niente. Una delle tante bufale di Internet e dei social. E quasi quasi se lo augurava, non aveva nessun piacere a farsi vedere nuda da una telecamera. Sentì una voce provenire dal computer.
Per cortesia, si metta in piedi.
Cribbio, esclamò. Olivia si sentiva scema, ma si mise in piedi. D’altra parte la voce si esprimeva gentilmente e le stava dando del lei.
Grazie, allarghi un po’ le gambe. La voce era metallica, l’occhio della cam la stava scrutando e lei era scioccata. Ma ubbidì allargando leggermente le cosce, stava per mettere una mano davanti a coprirsi, ma pensò che era una stupidaggine e cercò di rimanere ferma mostrando la sua intimità totalmente depilata, piacevolmente imberbe nonostante fosse una quarantenne.
Perfetto, abbiamo quasi finito, ma per cortesia si giri e si chini. Stavolta Olivia imprecò. Bastardo, chiunque tu sia. Però si girò, a quel punto non poteva mandare tutto all’aria. Si chinò e si sentì oscenamente violata, girò il viso verso la cam e si rese conto di aver aggravato la sua posizione. Sembrava che si offrisse ed al tempo stesso ammiccasse. Era più di uno spogliarello. Arrossì violentemente, ma sentì anche umido tra le cosce
Bene, abbiamo finito. Lei può accedere al sito, si può rivestire e mettersi nuovamente a sedere, se lo desidera può tenere ancora la mascherina, potrebbe essere ancora utile.
Olivia non poteva credere alle sue orecchie, lavorava, anche se solo come segretaria direzionale in una società che si occupava di informatica, il suo era un ruolo più importante di quello che si può credere, perché delle due parole: segretaria direzionale, quella importante era la seconda e non la prima. Quindi ne sapeva abbastanza, ma non aveva mai visto niente del genere. Era però ben felice si potersi rivestire e mettersi a sedere. Mentre rapidamente si rimetteva qualcosa addosso e si sedeva il sito si era aperto. Come le era stato consigliato tenne la mascherina.
Una galleria di foto di donne belle e meno belle, ma tute nude o quasi, con una mascherina sugli occhi e qualcuna senza, sfilò sotto i suoi occhi. C’erano donne che non avevano nessuna paura di mostrarsi. Lei pensò che erano sfrontate, lei non era tra queste, non sapeva ancora dove sarebbe arrivata, ma tutto doveva avvenire nella completa riservatezza. Se voleva, passando il mouse sulla foto, poteva fermare la galleria e guardare la singola foto bene. Come le aveva detto Emilia, erano tutte estasiate, con un sorriso ebete sul viso, ma quel sorriso le rendeva tutte, belle e meno belle, affascinanti. Le foto non erano morbose, non c’era nessuna esposizione di genitali, erano tutte di grande qualità, ma non ammiccavano, solo dei bei nudi. Non era possibile scaricarle, quelle foto erano visibili solo lì.
Poi iniziò a vedersi un film. Questa volta il soggetto era uno solo, un uomo. Il viso non si vedeva, o era in ombra o era girato o era nascosto dal cappuccio di una felpa… non si vedeva. Però tutto il resto sì. Quasi tutto il resto, perché anche lui non era volgare e ciò deponeva bene. All’inizio correva in un parco, il viso nascosto dal cappuccio della felpa. Si vedeva che era, alto, robusto, agile e in forma. Poi era in palestra, con solo un costume addosso, faceva flessioni e sollevava pesi. Aveva un corpo asciutto e poco peloso, era forte, ma longilineo, la pelle bianca, ma abbronzata, un uomo in salute. Questa volta la telecamera l’aveva ripreso da dietro o con il viso in ombra. Non aveva segni particolari, tatuaggi o altri segni di riconoscimento. Era un uomo molto curato, la telecamera aveva indugiato sulle mani. Dita lunghe, da pianista, braccia muscolose, ma muscoli lunghi, gambe anche loro lunghe e scattanti. Doveva essere alto almeno centoottanta centimetri e non doveva essere male. Poi lo si vedeva che ballava con una donna bella ed elegante, una bionda dai capelli fini color oro, esile ed alta, ma con tutte le curve al posto giusto. Lei indossava un abito da sera lungo, una donna di classe. Un abito da sera lo indossava anche lui. Olivia non capì se era un frac, un tight o uno smoking, ma lo indossava perfettamente. Lei teneva il volto appoggiato sulla spalla di lui ed il risultato era che lei copriva lui e viceversa. Le particolari riprese facevano in modo che nessuno dei due risultasse riconoscibile.
Il film finì e Olivia era sempre più confusa, non si aspettava quella esibizione di eleganza e gusto. E di potenza tecnologica. Pensava in qualcosa di pacchiano e volgare, invece…
Si stava distraendo, un menu comparve sullo schermo.
Sopra il menu c’erano due righe.
Ora che ha soddisfatto la sua curiosità puoi decidere di chiudere ed uscire. Se invece vuole continuare quello che segue è il menu della casa. Segni le portate che desidera.
Sotto c’era una tabellina, con al lato una casellina su cui eventualmente mettere un flag.
Le portate elencate erano le seguenti: Serata Romantica, Sesso Hard, Corde e Catene, Frusta e Paddle, Dominazione e Umiliazioni, Pet Girl.
Tutte le voci erano molto esplicative tranne l’ultima. Olivia ci mise il flag sopra e si aprì una tendina in cui erano elencate le voci: cagna, pony, vacca. Olivia chiuse la tendina e cancellò quel flag, quei giochi non facevano per lei. Lei desiderava essere legata, quello era il suo desiderio, non l’aveva mai fatto, ma a volte se lo sognava la notte, poi desiderava passare una bella serata ed infine voleva essere scopata come si deve, ma tutto doveva svolgersi senza volgarità
Quindi segnò le prime tre caselle.
Sei proprio sicura di voler continuare. Era passato al tu. Beh, si cominciava a fare sul serio, quindi…
Il prossimo passo è quello di fissare un appuntamento. Olivia stette un po’ a pensarci. Cosa doveva fare? Poi rispose sì.
Il tuo menu prevede l’impegno di una serata e di una nottata, dovrai essere disponibile dalle 19,00 alle 7,00 del giorno dopo. Puoi prendere questo impegno?
Stavolta Olivia non ci stette neanche a pensare, voleva finire, rispose Sì. Anche se in quel momento non sapeva come avrebbe fatto a giustificare quell’assenza da casa e dall’ufficio, e visto che stava a duecento chilometri dalla location, non ben definita, ma di cui si conosceva la provincia, di Master Satisfaction, doveva prevedere che sarebbe stata via dal pomeriggio del giorno prima alla mattina dopo. Ma probabilmente poteva ancora annullare tutto, era quello che pensava di fare.
Immediatamente comparve un’agenda, il primo giorno libero per sua fortuna era un venerdì sera della settimana successiva. Non stette a guardare altre disponibilità, prese quel giorno.
Poi comparve una tabellina che riportava dati già precompilati, il suo menu, e altre voci da compilare: mail, telefono, età, altezza, peso, seno… Olivia compilò. Ora era trepidante, aveva rinunciato a pensare. Se ci avesse pensato avrebbe spento il computer, forse lo avrebbe buttato dalla finestra. Aveva una mail di comodo che inserì, sul telefono esitò, non lo voleva dare, ma quando dette inviò il computer segnalò un errore. Dato obbligatorio. Olivia lo diede, non poteva rinunciare dopo tutto quello stress.
Comparve una scritta lampeggiante. Rimani in attesa, Rimani in attesa.
Ora il cuore di Olivia batteva forte, cosa sarebbe successo.

Olivia cercò di starsene buona, ma sudava ed aveva le palpitazioni. Non sapeva che tutto sommato era stata fortunata, di solito succedeva che la scritta diceva, per cortesia ricollegati tra due ore.
Due minuti dopo sullo schermo comparve una signora, poteva essere una cinquantenne. Bionda, occhi celesti e corpo minuto. Elegante e ben truccata. Olivia non si aspettava una cosa del genere e stava per spegnere il PC.
- Buonasera, sono Anna la segretaria di Master Satisfaction. –
- Buonasera – balbettò Olivia.
- Stia tranquilla, non è ancora successo niente – rispose seria la bionda, - se vuole può ancora ritirarsi e noi distruggeremo i suoi dati. – Erano ritornati al lei, Olivia non ci capiva più niente.
- Non so – rispose Olivia, - in questo momento sono molto confusa. Perché risponde lei e non lui, mi sarebbe piaciuto vederlo. –
- Non funziona così – rispose la segretaria. – Lui è un uomo molto impegnato, lo vedrà solo il giorno dell’appuntamento. Ed anche quel giorno se vorrà tirarsi indietro potrà farlo, ma se fissiamo un appuntamento, dico se, a quello dovrà venire, perché quella giornata verrà impegnata per lei e preclusa per altre. Quindi prenda questo impegno molto seriamente. –
- Lo sto prendendo molto seriamente. Mi creda. – La risposta di Olivia era un po’ risentita.
Anna sorvolò e disse – bene, ora le spiego come funziona la faccenda. – Anna fece una pausa poi continuò. - Lei viene da fuori. Sia se arriva in treno che in macchina noi verremo a prenderla dove concorderemo, di solito alla stazione. Verremo io e l’autista. – Olivia stava per intervenire, ma Anna la bloccò. – Stia a sentire, poi potrà fare tutte le domande che vuole ed io le risponderò. – Olivia si zittì.
- Sarà portata a Palazzo, un palazzo molto grande, bello e confortevole. Qui conoscerà lui che per prima cosa la legherà come lei desidera. Passerà un paio d’ore in sua compagnia, forse un po’ meno, in cui verrà legata ed eccitata in molti modi. Poi verrà slegata e portata a cena nel salone delle feste. Sarete soli, sarà una cena molto romantica come ha detto di desiderare ed infine trascorrerà la notte con lui. E’ un uomo dai talenti innumerevoli e la sua compagnia è molto piacevole… L’indomani mattina alle sette sarà libera di andare. Ma se vorrà trascorrere ancora qualche ora con lui potrà farlo. Lui di sabato non esce dal letto prima delle nove. Di solito si trattengono tutte. –
Olivia era sempre più scioccata. Non chiese dettagli su cosa le avrebbe fatto, ma sorprendentemente chiese. – Perché lo fa? -
Anche la bionda era sorpresa, ma si riprese in fretta. Sorrise e poi rispose. – Gli piace dare ed ottenere piacere. Di solito si fida del mio giudizio, ma casualmente era di fronte al video quando lei si è mostrata nuda e mi ha detto “bella questa, vedi di convincerla”. Per cui – Anna sorrise ancora, - lui la desidera e questa è la migliore premessa per un bell’incontro. Infine, ma di questo non deve tenerne conto. Se non riuscirò a convincerla, visto che lui ci tiene tanto, io verrò punita. –
- oh, mi dispiace. – rispose Olivia, - lei è… anche la sua schiava. –
Anna si mise in piedi, non indossava la gonna e neanche le mutandine, ovviamente quando era seduta non si vedeva niente e Olivia non se ne era resa conto. Però portava eleganti giarrettiere e calze finissime. Poi rispose – una delle sue schiave. Certamente la più anziana e quella in cui ha più fiducia, ma solo una delle sue schiave. Lei, corde a parte, non sarà trattata da schiava, ma da amante. Però – sorrise ancora Anna, - non sa cosa si perde. – Si girò e mostrò un bel culetto… con tante strisce. –
- Oh – rispose ancora Olivia, - rimasta senza parole. Poi aggiunse, - no, non voglio essere trattata da schiava. –
- Non lo sarà. Abbiamo detto che sarà un’amante. E lui fa quello che lei desidera, è capace di leggerle in testa, non si preoccupi. Ha tutte le schiave che vuole, quelle che desiderano esserlo. Chiaro? –
- Sì – rispose Olivia. Poi aggiunse – ma allora è violento. C’è da fidarsi? –
Anna era esasperata, ma mantenne la calma. – Le ho detto che lui è come lei lo vuole. –
- Quindi lei… -
- E’ evidente - rispose Anna.
- Ma… -
- Signora io devo essere punita per sentirmi sua. Non si preoccupi di me. –
Olivia tacque.
Poi Anna le lasciò un numero di telefono e le disse - mi chiami tra tre giorni per conferma o meno. Come vede può ancora desistere. Se entro tre giorni non chiamerà considererò l’appuntamento annullato. –
Olivia chiamò tre giorni dopo e confermò l’appuntamento risparmiando Anna da una rigorosa punizione. Le due donne si misero d’accordo su dove e come vedersi. Anna consigliò Olivia anche su come vestirsi. Olivia aveva preparato la giustificazione per il marito. Lui aveva totale fiducia nella moglie e non avrebbe fatto niente per controllarla, ma lei non voleva problemi e si era preparata una storiella. Andava a trovare un’amica che non stava molto bene, una buona azione da samaritana. L’amica esisteva, era l’amica del cuore, erano cresciute insieme, l’avrebbe coperta, ma doveva inventare una scusa anche per lei, non poteva dirle che andava ad incontrare Master Satisfaction, forse un amante normale poteva essere capito.






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2018-06-19
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