La mia Prof d'inglese 2
di
Prof_emily95
genere
etero
La mattina dopo indossai un paio di pantaloni di felpa, quelle elasticizzati, una maglietta normale e andai a scuola. Finite le 5 ore di lezioni, mangiai qualcosa e mi misi ad aspettare il momento giusto per presentarmi da lei.
Alle 15 in punto suonai il campanello, e senza parlare mi aprì’ il cancello, entrai, era una villetta, con un ampio prato, recintato con alte siepi, percorsi la stradina e quando arrivai lei mi si presentò davanti.
Lei era vestita da casa, una maglietta a maniche corte, leggera, un po’ scollata, e un paio di leggins lunghe fino al ginocchio, i capelli legati in chignon con una penna che la rendeva più’ sexy del dovuto.
Mi fece entrare, notai subito che la casa era grande, e sistemata bene, e vidi delle foto su un tavolo, in una delle foto c’era lei, e una copia più giovane di lei, credo avrà sui 20 anni, forse fissai un attimo di troppo la foto, e lei mi noto’,
E. “E’ mia figlia, questa settimana vive col padre, sai, sono divorziata”
G. “Mi scusi, non volevo farmi gli affari suoi”
Lei mi sorrise e come niente fosse si incammino’ verso una stanza la cucina, dove in mezzo c'è’ un tavolo, con dei libri in cima, si sedette in una parte del tavolo e mi fece segno di fare lo stesso su una sedia di fronte a lei.
Così’ feci, e cominciammo a studiare, io facevo le domande e lei mi rispondeva, quando facevo delle domande che lei non comprendeva il significato, faceva la sua tipica smorfia, ovvero si soffia la frangia bionda con la bocca, (non so descriverlo bene), il che mi eccitava parecchio.
Dopo quasi un’ora, mi disse: “Facciamo una pausa? Mentre aspettiamo il caffè’, vado un attimo in bagno.”
Pacatamente, facendo finta di dover rispondere dei messaggi, dissi: “Ok”
Appena uscì’ dalla stanza, mi alzai piano dalla sedia, facendo attenzione a fare rumore, e la seguii fuori, quando la porta del bagno si chiuse, mi avvicinai, e mettendomi in ginocchio, spiaii dal buco della serratura.
La tazza del bagno era giusto di fronte alla porta, Emily girata verso la porta, si stava abbassando i leggins, mostrando un paio di tanga di color rosa, che vennero abbassate subito dopo, mostrando il mio desiderio.
La sua vagina era molto ben curata, con un ciuffo di peli corti appena sotto il monte venere, le labbra erano socchiuse, si sedette sulla tazza, e sentii il getto dello piscio colpire prima l’acqua all’interno della water, e quindi sulla parete, nel frattempo mi eccitai di brutto, e presi a masturbarmi da sopra i pantaloni di felpa.
Quando si alzò dalla tazza, capii che e’ il momento di svignarsela, così mi alzai, e frettolosamente corsi verso la cucina, appena entrai, sentii la porta del bagno che si chiudeva. Pensai “Cazzo, mi avrà’ visto entrare in cucina”. Mi sedetti e presi il telefono e cominciai a rispondere ai messaggi, quando mi vide, disse: “cosa avete voi giovani da dirvi sempre”
G. “Cose da giovani”
E. “Vorresti dire che io sono vecchia?”
G. “no no, non volevo dire questo” risposi impacciato.
E. “Guarda che scherzo, so quanti anni ho”
G. “Ma lei e’ ancora molto attraente, col suo fisico, farebbe girare la testa a tutti gli uomini”
Lei arrossì a sua volta, mentre la moka spruzzava il vapore del caffè’, si girò’, prese due tazza e comincio’ a versarne, proprio in quel momento mi balenò’ in mente un’idea.
Mi alzai, e dissi: “Posso andare in bagno? ”
E. “Vai vai”
Uscii dalla cucina, e andai verso il bagno, quando entrai, un pensiero mi si infilò’ in testa “Cazzo, dovevo aspettare che lei mi mostrasse dove fosse il bagno, adesso mi sono fregato da solo, vabbè, ormai la mossa imprudente e’ stata compiuta”. Chiusi la porta, e mi misi a pisciare, nel frattempo guardavo in giro, vicino alla porta c’era la doccia, e alla sua destra una vasca ad idromassaggio, mentre vicino alla tazza, c'è’ il bidet, e in parte ad esso, l’obiettivo della mia visita in bagno.
Quando ho finito, aspettai per tirare l’acqua, mi sistemai e aprii il cesto delle biancherie da lavare, e vidi che c’era una tanga troppo familiare, cazzo, era quella che stava indossando, allora adesso e’ senza mutande, questa scoperta mi fece rizzare l’uccello ancora di più’, stavo cominciando una sega, mentre sento la sua voca.
E. “Gianluca, vieni che il caffè’ si raffredda”
G. “Arrivo”
Ma prima di uscire, decisi di imitarla, mi tolsi i boxer, e li misi in tasca, il cazzo senza la costrizione dei boxer, fa un effetto tenda con i pantaloni elasticizzati, non me ne preoccupai, tirai l’acqua e tornai in cucina.
Lei era china su un quaderno, in una mano aveva la tazza del caffè’, mentre in un’altra una penna rossa, e notai che le mie cose sono state spostate dalla sua parte.
Feci per sedermi dov’ero, quando mi noto’, disse “Mettiti di qua, che a forza di girare la testa per vedere quello che scrivi, mi sta venendo torcicollo”.
Così’ feci, sedendomi vidi il suo sguardo appoggiarsi sulla mia tenda, e le scappò’ un sorrisetto.
Contento di aver fatto colpo, misi la sedia abbastanza lontana dal tavolo in modo che il mio pacco non fosse coperto, e comiciammo di nuovo, ogni tanto sorseggiavamo il caffè’.
Dopo nemmeno 5 minuti, disse :”ci vorrebbe un po’ di latte”
Si alzò’ e andò’ verso il frigo, l'aprì’, e si chinò verso il piano più basso per prendere il latte, mostrando tutto il suo culo, sapendo che era senza mutandine, mi eccitai ancora di più’ se ne fosse possibile. Con lo sguardo fisso sul suo sedere e il cervello che pensa a come l’avrei schiaffeggiato, non mi accorsi che lei si era alzata, e mi stava chiedendo: ”Lo vuoi anche tu?”
Costretto a tornare alla realtà, dissi : “Sisi”
Così’ ne verso in entrambe le tazze, e rimise la bottiglia di latte nel frigo.
Si risiede e ricominciamo, sia per il tempo, siamo ormai a metà maggio sia per la situazione creata, la seconda almeno per me, sentimmo il caldo, e lei aveva cominciato a tirare la sua maglietta in modo da far circolare l’aria sotto la maglietta, mostrando le sue tette involontariamente, io me ne accorsi, e persi lo sguardo in mezzo a quelle due sfere di carne, mentre mi chiedeva se avessi capito ciò’ che mi stava dicendo, ma non feci in tempo a risponderle, e mi guardò’ con lo sguardo severo.
E. “Gianluca, mi trovi davvero così’ attraente?”
G. “Si, lei e’ la donna che mi eccita più’ di tutte, anche di più’ delle porno star”
E. “ah.. e le ragazze della scuola? ”
G. “Anche, loro sono delle galline che mostrano il corpo come niente fosse, invece lei sa valorizzare i suoi punti di forza, e poi con l’effetto vedo non vedo… ”
E. “Sono davvero lusingata” così’ dicendo, mi misi una mano sul ginocchio e cominciò’ a salire lentamente, io impaziente, la presi e la appoggiai sulla punta della tenda.
G. “Questo e’ l’effetto che lei mi fa”
E. “Oh Gianluca, e’ da quando mi sono separata che non mi sento così’ desiderata da un uomo, beh, nel tuo caso da un ragazzo”
Detto ciò’, ritrasse la sedia, e si mise in ginocchio davanti accanto a me, mi girai verso di lei, mentre allungava la mano per abbassare i pantaloni. Il mio cazzo, lungo circa 19cm, e grosso come un cetriolo di grandezza media, schizzo fuori in tutta sua splendore.
E. “WOW, che bell’affare che hai in mezzo alla gambe”
G. “Peccato che e’ stato poco utilizzato finora”
E. “Allora vediamo di recuperare”
Lo prese in mano e cominciò’ a far su e giù’, mentre mi guardava eccitata, ad un certo punto, si avvicinò’ ancora di più’, lo bacio’, un bacio delicato, quasi casto, se non per dove me l’ha dato, fremetti, e allungai la mano per le sue tette, per strizzare da sopra la maglietta, mentre dopo il primo bacio si susseguirono diversi altri, diventando sempre meno casto.
G. “Se continua così’ vengo subito Emily”
Staccandosi da me, E. “Allora è’ così che mi chiami, mi sono sempre chiesto che soprannome avessi” e si alzò, mi tirò’ per il cazzo per farmi alzare, e si dirige verso l’ampio divano che si trovava in soggiorno.
Mi spinse, io caddi indietro sedendo sul divano, mi tolse le scarpe, e sfilo completamente i pantaloni, mentre lei si tolse la maglietta in un’unica mossa, e rimase in reggiseno.
E. “Togliamo anche questi?”
Con la faccia da rimbambito, G. “Si”
Si girò’ dandomi la spalla, E. “Fallo te”
Mi alzai, e le sganciai il reggiseno, mentre il cazzo duro entrava in contatto col suo culo, lo prese in mano, lei fu’ costretta a mollarlo per via delle mie manovre per togliere il reggiseno, appena se ne libero’, cominciai a tastarle i suo culo, sodo, e tondo.
G. “ho sempre pensato che suo culo fosse così sodo”
Lei si girò’, mi sorrise e si abbasso e comincio’ a succhiarmi il cazzo di nuovo, ci dava dentro davvero, muoveva la lingua sulla cappella, stuzzicando soprattutto l’uretra, mi si ammorbidirono le gambe, fui costretto a sedermi, in tutto questo lei era rimasta attaccata.
Aprii le gambe, così’ si mise in mezzo, cominciai ad ansimare
G. “Si, continua così’ che vengo” mentre con l’altra mano le tortura la tetta destra, strizzando quel capezzolo tutto da succhiare, lei emise un gemito di dolore, e per restituirmi il favore, mi fece sentire leggermente i suoi denti.
G. “Ahia”
E. “Così’ impari”
Col dolore, mi e’ passato un po’ l’onda di eccitazione, e avevo deciso di cambiare la zizza, mentre lei mi asseconda cercando di lasciare lo spazio per la mano.
Dopo circa 5 minuti, G. “Sto venendo” quasi urlando, lei senza staccarsi capii che potevo venirle in bocca. Nemmeno finito il pensiero, il primo fiotto di sperma uscì’ dall’uretra, e entro direttamente in gola, in un momento di pazzia, le presi la testa, cercando di infilare la verga in fondo alla suo gola, e lei si divincolava, in tutto questo spruzzai altre 5-6 fiotti, lei ingoiò quasi tutto, un po le usciva dalla bocca. Soddisfatto, mi abbandonai sul divano. Si mise seduta vicino a me, mi appoggia alla spalla, mentre la mano involontariamente andava sulla seno.
Mentre stiamo ancora ansimando, il citofono suonò, corse vicino alla finestra, torno’ imprecando.
E. “Per una volta che doveva stare via, deve tornare” io tu vestiti e vai a far finta di studiare” mentre lei si vestiva, prima di andare verso la cucina, e ricordai con un gesto di mano che aveva ancora un po’ di mia sborra sul mento che lei era scappata, lo tiro’ su con un dito e se lo mise in bocca. E. “Che buono, mi mancava proprio questo gusto” e aprì’ la porta.
Mi affacciai dalla porta, lei mi noto’, e disse:“ Piacere, Paola, sono sua figlia”
rimasi incantato, mentre lei mi allungava la mano “Ehhh si, piacere, Gianluca, sua madre mi stava dando ripetizioni di inglese”
P. “non sapevo che dai ripetizioni d’inglese”
E. “E’ mio studente”
P. “Ok, vado a prendere le cose e vado”
Notando l’ora che si era fatta, dissi alla Emilia che era meglio se me ne andavo mentre Paola era in camera sua, altrimenti perdevo la corriera, raccolsi le cose e me ne andai salutando tutte due.
Arrivato a casa, scrissi a Emily: ”Quando la prossima volta? “
Lei: “Presto, anche perché’ oggi ci hai guadagnato solo tu.” in allegato c’era una foto: lei con indice e il medio in figa tutta bagnata.
Sorrisi e chiusi il telefono.
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