Le cosce e il culo di mia moglie
di
FabioGiovanna
genere
tradimenti
vivo in un grosso centro marittimo del trapanese. Sono Fabio, ho 49 anni e sono sposato da 19 anni con Giovanna.Lai ha 47 anni e posso dire tranquillamente che è proprio bona. Un bel pezzo di sticchio siciliano di 166 cm, formosa e ben proporzionata in tutti i suoi attributi femminili, con un bel paio di cosce ben tornite e un culo ancora su e sodo; scura di capelli, carina e due occhi vispi. Non esagero se dico che, a parte qualche lieve segno sul viso, le si possono dare 36-37 anni. Sono state proprio le cosce di mia moglie che, non so nemmeno io perchè, mi hanno sconvolto il cervello. Era una sera di aprile, una sera come tutte le altre: eravamo seduti sul divanetto, io seguivo il tg e lei, seguento distrattamente, sfogliava una rivista. Per la verità lo stavo seguendo distrattamente anch'io. Giovanna indossava un vestitino, che usa solo a casa, leggero, semitrasparente e aderente. Le sue cosce erano scoperte fino a metà, fra l'altro cambiava spesso posizione muovendole e accavallandole. Ebbene tutto questo non mi era indifferente, tanto che, vergognandomi di me stesso, mi eccitai. "Cosa? Come? Che hanno detto?" Chiese riferendosi ad unanotizia del tg. "Eh? Non ho sentito!" "Come non hai sentito, che pensi? Che segui a fare? Che fa dormi?" "Veramente ero distratto per colpa tua. Scusa, ma se mi fai vedere le cosce come faccio a seguire le notizie?" "Quale cosce!" Disse spostando la rivista e dandosi uno sguardo. Poi, con atteggiamento di sufficienza ma lusingata, continuò: "Miii! Addirittura! E che mai me le hai viste? E' la prima volta? Nemmeno se fossero le cosce di Monica Bellucci!" "Se mi fai eccitare che ci posso fare" dissi mettendo la mano in mezzo alle cosce. "Avàà! Vero dici? Che fa non puoi resistere più?" "Guarda, toccami se non mi credi" "Finiscila; Andiamo a cenare piuttosto. Non puoi aspettare che andiamo a letto?" Però, curiosa, me lo tastò. "Mii, vero è! Davvero questo effetto ti fanno le mie cosce?" Andò a finire che scopammo li e riprendemmo a letto dopo cena. Divenne un gioco e lei era ben disposta a giocare. Seduti di fronte, io sul divano e lei sulla sedia, provava ed io le consigliavo sulle pose più intriganti per mostrare le cosce. "Sai cosa farebbe un altro se si trovasse al posto mio in questa situazione?" "cosa?" "Si farebbe una bella sega". Rise divertita. "Davvero? Addirittura|!" "Ti piacerebbe vedere uno che se lo mena guardando le tue cosce?" Rise ancora. "Non lo so. Forse. Non ci ho mai pensato" "Facciamo la prova" dissi tirandomelo fuori. "Ma che fai? Come sei diventato?" Disse sorridendo e visibilmente eccitata. "Se uno vede un bel paio di cosce così bone e a te piace essere guardata che può fare quel poverino!" Dissi iniziando a menarmelo lentamente. Lei guardava eccitata e ben disposta a mostrare di più ed ad essere l'oggetto del desiderio. "A te nel vedere che uno si fa una sega guardandoti le cosce non viene voglia di godere e di essere curiosa del suo cazzo?" "Mmmmm! Che sei spiritoso!" "Perchè non ti tocchi pure tu allora?" Non se lo lasciò dire due volte e prese a masturbarsi lentamente guardando me. Era eccitatissima e mentre godeva mi disse di non venire perchè lo voleva nel culo. "Ma questo è il cazzo di un altro non il mio, lo vuoi ugualmente nel culo?" "Siii! Lo voglioooooo". Non perse tempo, si sfilò la gonna, mi cavalcò, se lo punt e venne giù lentamente ficcandoselo nel culo. Le ricordai più volte che era il cazzo di un altro e godeva di più. Sborrai nel suo culo ed ebbe un orgasmo incontrollabile. Il gioco delle cosce lo portammo pure fuori casa, in certe occasioni o quendo eravamo con i nostri amici con i quali trascorriamo il sabato sera assieme. Ci conoscevamo da quasi 20 anni. Bastava uno sguardo o che le facessi l'occhialino per iniziare a giocare, a costo, magari, che potesse godere, per la vista delle sue cosce, un altro. Un sabato sera eravamo da noi e quando andarono tutti via le chiesi se avesse notato l'eccitazione di Riccardo. Sorpresa rispose di no e a sua volta mi chiese se lui se ne fosse accorto. "Mii, non l'hai visto? Aveva la testa alle tue cosce! Non lhai notato che aveva il cazzo duro?" "Che mi metto a guardare la patta degli altri!" Non era niente vero, era solo per farla eccitare. La conseguenza di tutto questo fu che quando eravamo insieme aloro non aspettava più il mio segnale, anzi era lei a farmi l'occhialino ed a iniziare a giocare. Riccardo mica è uno stupido! Coglieva l'occasione a volo e si piazzava di fronte a lei. Si eccitava e lei si divertiva a farlo eccitare. Ben presto incominciai a notare certi atteggiamenti, sia da parte di lui che da parte di lei. Avevo l'impressione che lui si fosse sbilanciato e che lei lo tenesse sulla corda. Lei però non mi diceva niente. Una sera, dopo una bella scopata, andai in cucina a bere un bicchiere di acqua. Al ritorno in camera la trovai distesa a pancia in giù e il culo in aria. "Ora io mi chiedo: che stronzo può essere quello che ti vede questo gran culo che hai e non te lo vuole rompere?" Mi guardò sorpresa e ridendo disse: "Ma quanto sei scemo va! Chi me lo deve vedere?" Pensai: magari Riccardo. Stavo entrando nell'ordine di idee che se si fosse fatta una scopata con lui non l'avrei considerato come un vero e proprio tradimento, magari una semplice concessione temporanea. Il motivo? Io a Manuela, sua moglie, me l'ero scapata 4 volte. Naturalmente acqua passata in quanto è successo 7 anni fa quando lei aveva 43 anni ed io 42. Lei era un gran bel pezzo di fica. E' una gran bella donna tutt'oggi. Per caso un pomeriggio ci incontrammo e tutto nacque da una mia frase innocente: Manuè che sei provocante oggi! Si girano tutti per guardarti. E lei: pure a te faccio lo stesso effetto? Non mi dovevo sbilanciare? Non fu semplice e andò per le lunghe. Dai suoi atteggiamenti ero convinto che gradiva e che prima o poi avremmo scopato. Ebbene gli atteggiamenti di Giovanna con Riccardo erano come quelli di manuela con me, per cui ero convinto che lei ci pensava. Però a me non diceva niente. Qualche giorno dopo è successo che rientrando a casa lei era sotto la doccia e notai il suo cellulare in cucina. Non l'avevo mai fatto ma la curiosità era tanta: cercavo un segno che potesse avvalorare la mia convinzione. Nel registro trovai una sua chiamata di quello stesso giorno e in wwhatsapp l'ultimo messaggio di lui e la risposta di lei. Il primo diceva: . Lei: . Altro che se si era sbilanciato e altro che se lei continuava a stuzzicarlo! La troia non mi diceva niente. Dovevo creare l'occasione. Si presentò da sola e fu lei a darmi lo spunto quando un venerdì, insieme agli amici in pizzeria, mi disse che lunedì pomeriggio avremmo dovuto passare da casa per prendere alcune cose. Infatti, come ogni estate, ci eravamo trasferiti nel villino al mare dai suoi. Dissi subito che lunedì sarei dovuto andare a Palermo per motivi di lavoro e, per tutto quello che dovevo fare, sicuramente sarei ritornato a tarda sera. Non era vero. Notai lo sguardo che Riccardo lanciò a mia moglie e la risposta furtiva di lei. Era come se si fossero dati un appuntamento quando lei disse che avrebbe fatto senza me. Il fatto era che io, naturalmente, non ci dovevo essere ma, nello stesso tempodovevo essere presente. Che situazione! Come potevo fare? Il lunedì per lei partii per Palermo, per me si presentava una giornata piena di incognite e di suspance. Feci una colazione abbondante e poi andai a casa avendo, prima cura di posteggiare l'auto lontano e poi avendo l'attenzione a non toccare o spocare niente per non tradirmi. Alla fine decisi che mi sarei nascosto sotto il letto. Feci le prove, ci stavo benissimo e, disteso a terra, al centro, in senso opposto alla testata, potevo stare tranquillo. Sicuramente si sarebbero sentiti; quanto meno lui l'avrebbe chiamata. Io la chiamai prima che uscisse dall'ufficio per confermarle che sarei rientrato la sera. Lei mi confermò che sarebba passata da casa. Quindi spensi il cellulare. Quando calcolai che fosse l'ora, mi sistemai sotto il letto e aspettai. Quanti pensieri! Chissà se avevo intuito bene. In ogni caso lei sarebbe venuta e infatti, dopo una decina di minuti, sentii gli scatti della serratura. Che emozione! Accese la luce del corridoio e sentii i suoi passi avvicinarsi. Entrò in camera e mi feci piccolo. Vedevo i piedi fino a metà gamba. Posò la borsa sulla poltroncina, si diresse verso lafinestra, spostò la tenda e alzò la serranda di quasi un palmo. Vi era abbastanza luce. Si tolse la camicetta, vidi scivolare la gonna ai piedi, si chinò, la prese e la piegò sulla spalliera della poltroncina, credo. ndò verso il bagno della camera, accese la luce, entrò e lasciò la porta aperta. Sentii che fece pipì e poi lo scroscio dell'acqua del bidet. Dopo cinque minuti quello del lavandino e poi lo spruzzo del deodorante. Rientrò in camera e aprì il cassetto del suo comodino. Credo per le mutandine. Lo squillo del cellulare mi fece sobbalzare, ma non poteva essere il mio. Infatti. disse quasi sussurrando e con la voce di una che sta per fare una cosa sbagliata. E poi, dopo qualche secondo:
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