La mia piccola Mara
di
rtux
genere
etero
L'ho scopata!
Ma partiamo dal principio.
Prima di natale ho cominciato ad andare nella piscina dove andava anche lei con la scuola. Io lavoro di sera quindi posso permettermi di andarci di mattina. e' una piscina in periferia di Roma, in una zona verde e molto tranquilla; intorno alla struttura ci sono altri impianti sportivi e fra i campi da tennis e la fermata dell'autobus c'è un piccolo parchetto. Ci capitai una volta per caso a nuotare e notai subito che alcune corsie erano riservate ai corsi di nuoto per le scuole. Bisogna ammetterlo, oggi le ragazze delle superiori non sono più come quelle di quando frequentavo la scuola io. Belle, alte, sviluppate, piene di gioventù e freschezza; per non parlare poi della perfezione dei seni e delle gambe che non hanno un filo di cellulite. Devo dire però che non avevo mai pensato ad avere un rapporto con una di quelle ragazzine fino a che non vidi la mia piccola Mara.
La notai per la prima volta che usciva dalla doccia prebagno con un costumino due pezzi rosso e nero che gli stava decisamente troppo piccolo, al punto che le faceva un leggero effetto push up delle sue piccole e morbide tette e lo slip le si infilava continuamente tra le sode e vellutate natiche. Da quando la vidi non le staccai gli occhi di dosso, anche sott'acqua cercavo di sbirciare i suoi lineamenti più nascosti appagato dai suoi movimenti leggeri e fluidi.
La settimana successiva tornai, forse inconsciamente di proposito, nello stesso orario e la vidi di nuovo. Entrando nello spogliatoio, incrociò il mio sguardo; i suoi begli occhi neri e i capelli lisci tirati da una lunga coda che le arrivava fino alle spalle e le lasciava il collo giusto coperto da un ciuffetto di capelli legeri. In quel momento l'istinto sessuale si risvegliò in me, avrei desiderato baciarle il collo e morderla dolcemente dietro le orcchie, l'avrei baciata lungo tutto il il suo corpo ed avrei preso in bocca le dita dei sui piedi nudi. Ricordo che quel giorno saltai gli allenamenti per paura di non poter controllare la mia erezione e fare una figuraccia negli spogliatoi; andai a casa e mi masturbai ripetutamente pensando di laccare il suo corpo perfetto e farla godere solamente usando la mia bocca.
Per un intero semestre sono andato avanti così, a desiderarla ogni volta che la vedevo in piscina fino a che le vacanze estive non me la portarono via. Quando capii che non la vedevo più perche le scuole erano finite, fui preso da un sentimento misto di rabbia e liberazione; il suo fascino su di me era diventato quasi un peso. Tuttavia continuai a frequentare la piscina covando sempre una speranza di poterla ancora rivedere. Il mio desiderio fu ripagato inaspettatamente quando la vidi prendere il sole sdraiata nel solarium di fianco alla piscina; d'un tratto si alzò e si tuffò nella mia stessa corsia. Mi resi subito conto che non le ero mai stato cosi vicino, in acqua sullo stesso lato, ero a pochi centimetri da lei. Comincia ad irrigidirmi e subito saltarno fuori le mie fantasie, immaginai di spingerla lungo la parete della vasca e baciarla, assaggiando le sue morbide e fresche labra; pensai inverosimilmente di allargarle le esili gambe, spostare il suo costumino e penetrarla dolcemente nella fica. Immaginai i suoi gemiti di piacere e i sui movimenti metre mi prendeva dentro. Pochi secondi e mi accorsi che la stavo stupidamente fissando quando lei mi sorrise e mi disse "ciao!". Io come un ebete "ciao, è molto che vieni qui?". Non ci potevo credere, stupido, mi ero messo a fare il provola con una ragazzina, che scemo! Lei: "veramente io ci vengo ai corsi di nuoto qui, infatti ti ho già visto quest'inverno".
Dovevo far finta di nulla: "A si? io ci vengo spesso, ma non ti ho mai vista, nuoti in una squadra?". Tutta li mia erezione si era sciolta, quella confidenza inaspettata mi aveva colto troppo di sprovvista; continuammo con qualche convenevole prima di metterci a nuotare. Feci si e no dieci vasche e mi resi conto che non potevo restare lì, vederla davanti a me che spalancava le gambe sott'acqua mi turbava non poco. Ogni volta che spingeva con le gambe e le apriva immaginavo la sua fica completamente aperta e pronta ad accogliermi. Lei non perdeva occasione di incrociare i miei sguardi ed accennava un innocente sorriso ogni volta che succedeva. Così approfittai di un momento di pausa in cui entrambi eravamo sullo stesso lato della piscina per avvicinarmi alla scaletta per uscire dall'acqua. Lei mi chiese "hai già finito?" ed io "si, oggi non ho molto tempo, ma vengo spesso qui, quindi ci vediamo, ok?"... e così uscii dall'acqua velocemente cercando di nascondere l'erezione che in quelle 10 vasche non mi aveva mai mollato. Solo sotto la doccia mi accorsi che lei si era fermata in acqua a guardarmi; complice la distanza e facendo finta di nulla mi voltai verso di lei strofiandomi il petto con il bagnoschiuma e con la mia erezione che si poteva ben notare sotto il costume. Riuscii a vedere con la coda dell'occhio che lei mi guardava con insistenza proprio il pronunciato pacco, in fondo, mi dissi, è una ragazza nel fiore degli anni ed in pieno sviluppo ormonale. A quel punto mi decisi a non nascondermi più e la guardai apertamente, lei alzo gli occhi incrociando il mio sguardo e poi tornò velocemente alla mia erezione, fece questo passaggio ancora un paio di volte mentre io restavo fisso sul suo viso. Poi accennai un sorriso e lei mi seguì mostrandomi le sue splendide labbra in un dolce sorriso confidenziale. Entrando negli spogliatoi la guardai e lei mi saluto rapidamente alzando una mano, io feci altrettanto. Da quel giorno in poi si istaurò una sorta di complicità che mi portò a compiere il fattaccio. Quando ci incontravamo in piscina, ci trovavamo a nuotare sempre nella medesima corsia; si parlava poco, giusto i convenevoli, ma poi si creavano dei simpatici giochi sessuali come il suo guradarmi intensamente metre spalancava le gambe, io non mi sottraevo infilando la testa sott'acqua per vedere la sua apertura. Il mio preferito invece restava quello di mostrare il più possibile le erezioni in corso, sott'aqua, sotto la doccia e perfino attraverso i pantaloncini se ci incontravamo fuori dalla piscina. Ci ritrovammo assidui frequentatori di quel posto per tutta la fine di luglio e la prima metà di agosto. Fu proprio a ferragosto che successe il fattaccio; la piascina quel giorno era deserta ed anche fuori il circolo sportivo sembrava essere abitato dai fantasmi. Tutti in vacanza, nessuno rimasto in città a prendersi i 35 gradi all'ombra tranne ovviamente io, Mara e pochi altri ragazzi che se ne stavano stesi a prendere il sole sui lettini. Quel giorno io arrivai giusto in tempo per vederla entrare nella reception della piscina. Aveva giusto il pezzo di sopra del costume e una gonnellina a frange bianca tipo quella delle tenniste, per il reto occhiali da sole ed infradito. Quel giorno, complice l'assenza di occhi indiscreti demmo pieno sfogo ai nostri giochetti. Io le mostrai più volte il mio cazzo sott'aqua mentre lei si toccava il seno e, sempre più impertinente, cercava di nuotarmi davanti ostruendomi non perdendo occasione di strusciarmi quando cercavo di sorpassarla. Quel giorno attesi che lei usci dall'acqua per andare negli spogliatoi e di corsa cambiarmi; l'aspettai fuori dal cancelletto degli impianti sportivi e quando la vidi uscire con il suo solito sorriso, le presi la mano e la trasciani nel parchetto mentre lei, facendo un pò di resistenza, disse: "dove mi porti?" ed io "non ti preoccupare, vieni". Appena nascosti dalla prima siepe la abbracciai e la baciai e lei si sciolse dolcemente tra le mie braccia. Poi mi inginocchiai e comincia a toccarle le coscie ed a baciarle la pancia; lei sembrava opporre resistenza e mi diceva "dai alzati, che fai?" ma io non mi diedi per vinto, convinto che infondo volevamo la stessa cosa. La strattonai giù e lei cadde per terra mentre diceva in sottovoce "No, che fai?". Io non sentivo ragioni le scoprii un seno e subito le ero sopra, lei cercava di persuadermi a lasciar stare, cercando allo stesso tempo di tenere la voce bassa per non farsi sentire da possibili passanti "no, aspetta, dai, ci sentono" ed io "tranquilla non c'è nessuno" e cosi dicendo le misi una mano sotto la gonnellina e tirai giu le mutandine giusto pochi centimetri. Lei ancora non si dava per vinta e mi sussurrava "aspetta, aspetta, ci sentono, dai" fù uno dei momenti più eccitanti della mia vita, mi abbassai i pantaloncini giusto a scoprire il cazzo e guidandolo con la mano e spostando le sue mutandine, lo appoggiai all'imboccatura della sua fica, lo passai un paio di volte sopra e sotto e sentii che scivolava per bene, iniziai a spingere con foga il mio cazzo dentro di lei che interruppe il suo ennesimo "no, aspet..." e rimase in silenzio a prendere dentro i colpi inferti dalla mia verga. Cominciai a contrarre i gulutei cercando di spingere il mio pene umido dentro il suo corpo, sempre più profondamente e sempre più agevolato dalla sua accondiscendenza; spingevo e rimanevo contratto dentro, mentre lei, ad ogni mio colpo, si rilassava e divaricava le gambe rassegnata ormai ad accogliermi dentro. Ero preso dalla foga dei la sua fica accogliente e scivolosa quando arrivai alla fine: "ahaaa ahaaa" le venni copiosamente dentro, avevamo giocato per più di tre ore ed il mio cazzo era stato i tiro per quasi tutto il tempo, mi ero gonfiato talmente che fu una liberazione totale, sentivo lo sperma fuoriuscire a fiotti dal mio pene a getti potenti e ripetuti. Mi ero copletamente svuotato dentro di lei che era rimasta immobile con le gambe divaricate ad accogliermi e farsi venire dentro. Si accorse di quello che avevo fatto solo quando uscii e lei si ritrovo con la fica imbrattata di sperma. Io rimasi lì pensando di aver combinato un pasticcio, avevo corso stupidamente il rischio, fui assalito dai sensi di colpa quando capii che lei non si aspettava assolutamente di ricevere quella roba dentro, si alzo costernata cercando di parare con la mano lo sperma che le colava dalla fica. Le passai un fazzoletto e cercò di ripulirsi il meglio possibile, mi guardò, inarcò gli occhi e sospirò come per dire "ti sei divertito è?!". Io le sorrisi passandomi una mano dietro la testa e lei fece altrettanto, quel sorriso come ogni volta mi rinfrancò lo spirito e fui del tutto sollevato quando mi disse che stava prendendo la pillola per regolarizzare il ciclo. La accompagnai a casa con la macchina quel giorno anche se lei si fece lasciare ad un paio di kilometri per evitare il rischio di essere vista in compagnia di un "estraneo". Da quel giorno non ci vedemmo più, lei partì prima per le vacanze e poi per l'università in un'altra città. Io continuai a pensare e ripensare alla mia dolce Mara, a volte mi masturbo ripensando a quel giorno.
Ma partiamo dal principio.
Prima di natale ho cominciato ad andare nella piscina dove andava anche lei con la scuola. Io lavoro di sera quindi posso permettermi di andarci di mattina. e' una piscina in periferia di Roma, in una zona verde e molto tranquilla; intorno alla struttura ci sono altri impianti sportivi e fra i campi da tennis e la fermata dell'autobus c'è un piccolo parchetto. Ci capitai una volta per caso a nuotare e notai subito che alcune corsie erano riservate ai corsi di nuoto per le scuole. Bisogna ammetterlo, oggi le ragazze delle superiori non sono più come quelle di quando frequentavo la scuola io. Belle, alte, sviluppate, piene di gioventù e freschezza; per non parlare poi della perfezione dei seni e delle gambe che non hanno un filo di cellulite. Devo dire però che non avevo mai pensato ad avere un rapporto con una di quelle ragazzine fino a che non vidi la mia piccola Mara.
La notai per la prima volta che usciva dalla doccia prebagno con un costumino due pezzi rosso e nero che gli stava decisamente troppo piccolo, al punto che le faceva un leggero effetto push up delle sue piccole e morbide tette e lo slip le si infilava continuamente tra le sode e vellutate natiche. Da quando la vidi non le staccai gli occhi di dosso, anche sott'acqua cercavo di sbirciare i suoi lineamenti più nascosti appagato dai suoi movimenti leggeri e fluidi.
La settimana successiva tornai, forse inconsciamente di proposito, nello stesso orario e la vidi di nuovo. Entrando nello spogliatoio, incrociò il mio sguardo; i suoi begli occhi neri e i capelli lisci tirati da una lunga coda che le arrivava fino alle spalle e le lasciava il collo giusto coperto da un ciuffetto di capelli legeri. In quel momento l'istinto sessuale si risvegliò in me, avrei desiderato baciarle il collo e morderla dolcemente dietro le orcchie, l'avrei baciata lungo tutto il il suo corpo ed avrei preso in bocca le dita dei sui piedi nudi. Ricordo che quel giorno saltai gli allenamenti per paura di non poter controllare la mia erezione e fare una figuraccia negli spogliatoi; andai a casa e mi masturbai ripetutamente pensando di laccare il suo corpo perfetto e farla godere solamente usando la mia bocca.
Per un intero semestre sono andato avanti così, a desiderarla ogni volta che la vedevo in piscina fino a che le vacanze estive non me la portarono via. Quando capii che non la vedevo più perche le scuole erano finite, fui preso da un sentimento misto di rabbia e liberazione; il suo fascino su di me era diventato quasi un peso. Tuttavia continuai a frequentare la piscina covando sempre una speranza di poterla ancora rivedere. Il mio desiderio fu ripagato inaspettatamente quando la vidi prendere il sole sdraiata nel solarium di fianco alla piscina; d'un tratto si alzò e si tuffò nella mia stessa corsia. Mi resi subito conto che non le ero mai stato cosi vicino, in acqua sullo stesso lato, ero a pochi centimetri da lei. Comincia ad irrigidirmi e subito saltarno fuori le mie fantasie, immaginai di spingerla lungo la parete della vasca e baciarla, assaggiando le sue morbide e fresche labra; pensai inverosimilmente di allargarle le esili gambe, spostare il suo costumino e penetrarla dolcemente nella fica. Immaginai i suoi gemiti di piacere e i sui movimenti metre mi prendeva dentro. Pochi secondi e mi accorsi che la stavo stupidamente fissando quando lei mi sorrise e mi disse "ciao!". Io come un ebete "ciao, è molto che vieni qui?". Non ci potevo credere, stupido, mi ero messo a fare il provola con una ragazzina, che scemo! Lei: "veramente io ci vengo ai corsi di nuoto qui, infatti ti ho già visto quest'inverno".
Dovevo far finta di nulla: "A si? io ci vengo spesso, ma non ti ho mai vista, nuoti in una squadra?". Tutta li mia erezione si era sciolta, quella confidenza inaspettata mi aveva colto troppo di sprovvista; continuammo con qualche convenevole prima di metterci a nuotare. Feci si e no dieci vasche e mi resi conto che non potevo restare lì, vederla davanti a me che spalancava le gambe sott'acqua mi turbava non poco. Ogni volta che spingeva con le gambe e le apriva immaginavo la sua fica completamente aperta e pronta ad accogliermi. Lei non perdeva occasione di incrociare i miei sguardi ed accennava un innocente sorriso ogni volta che succedeva. Così approfittai di un momento di pausa in cui entrambi eravamo sullo stesso lato della piscina per avvicinarmi alla scaletta per uscire dall'acqua. Lei mi chiese "hai già finito?" ed io "si, oggi non ho molto tempo, ma vengo spesso qui, quindi ci vediamo, ok?"... e così uscii dall'acqua velocemente cercando di nascondere l'erezione che in quelle 10 vasche non mi aveva mai mollato. Solo sotto la doccia mi accorsi che lei si era fermata in acqua a guardarmi; complice la distanza e facendo finta di nulla mi voltai verso di lei strofiandomi il petto con il bagnoschiuma e con la mia erezione che si poteva ben notare sotto il costume. Riuscii a vedere con la coda dell'occhio che lei mi guardava con insistenza proprio il pronunciato pacco, in fondo, mi dissi, è una ragazza nel fiore degli anni ed in pieno sviluppo ormonale. A quel punto mi decisi a non nascondermi più e la guardai apertamente, lei alzo gli occhi incrociando il mio sguardo e poi tornò velocemente alla mia erezione, fece questo passaggio ancora un paio di volte mentre io restavo fisso sul suo viso. Poi accennai un sorriso e lei mi seguì mostrandomi le sue splendide labbra in un dolce sorriso confidenziale. Entrando negli spogliatoi la guardai e lei mi saluto rapidamente alzando una mano, io feci altrettanto. Da quel giorno in poi si istaurò una sorta di complicità che mi portò a compiere il fattaccio. Quando ci incontravamo in piscina, ci trovavamo a nuotare sempre nella medesima corsia; si parlava poco, giusto i convenevoli, ma poi si creavano dei simpatici giochi sessuali come il suo guradarmi intensamente metre spalancava le gambe, io non mi sottraevo infilando la testa sott'acqua per vedere la sua apertura. Il mio preferito invece restava quello di mostrare il più possibile le erezioni in corso, sott'aqua, sotto la doccia e perfino attraverso i pantaloncini se ci incontravamo fuori dalla piscina. Ci ritrovammo assidui frequentatori di quel posto per tutta la fine di luglio e la prima metà di agosto. Fu proprio a ferragosto che successe il fattaccio; la piascina quel giorno era deserta ed anche fuori il circolo sportivo sembrava essere abitato dai fantasmi. Tutti in vacanza, nessuno rimasto in città a prendersi i 35 gradi all'ombra tranne ovviamente io, Mara e pochi altri ragazzi che se ne stavano stesi a prendere il sole sui lettini. Quel giorno io arrivai giusto in tempo per vederla entrare nella reception della piscina. Aveva giusto il pezzo di sopra del costume e una gonnellina a frange bianca tipo quella delle tenniste, per il reto occhiali da sole ed infradito. Quel giorno, complice l'assenza di occhi indiscreti demmo pieno sfogo ai nostri giochetti. Io le mostrai più volte il mio cazzo sott'aqua mentre lei si toccava il seno e, sempre più impertinente, cercava di nuotarmi davanti ostruendomi non perdendo occasione di strusciarmi quando cercavo di sorpassarla. Quel giorno attesi che lei usci dall'acqua per andare negli spogliatoi e di corsa cambiarmi; l'aspettai fuori dal cancelletto degli impianti sportivi e quando la vidi uscire con il suo solito sorriso, le presi la mano e la trasciani nel parchetto mentre lei, facendo un pò di resistenza, disse: "dove mi porti?" ed io "non ti preoccupare, vieni". Appena nascosti dalla prima siepe la abbracciai e la baciai e lei si sciolse dolcemente tra le mie braccia. Poi mi inginocchiai e comincia a toccarle le coscie ed a baciarle la pancia; lei sembrava opporre resistenza e mi diceva "dai alzati, che fai?" ma io non mi diedi per vinto, convinto che infondo volevamo la stessa cosa. La strattonai giù e lei cadde per terra mentre diceva in sottovoce "No, che fai?". Io non sentivo ragioni le scoprii un seno e subito le ero sopra, lei cercava di persuadermi a lasciar stare, cercando allo stesso tempo di tenere la voce bassa per non farsi sentire da possibili passanti "no, aspetta, dai, ci sentono" ed io "tranquilla non c'è nessuno" e cosi dicendo le misi una mano sotto la gonnellina e tirai giu le mutandine giusto pochi centimetri. Lei ancora non si dava per vinta e mi sussurrava "aspetta, aspetta, ci sentono, dai" fù uno dei momenti più eccitanti della mia vita, mi abbassai i pantaloncini giusto a scoprire il cazzo e guidandolo con la mano e spostando le sue mutandine, lo appoggiai all'imboccatura della sua fica, lo passai un paio di volte sopra e sotto e sentii che scivolava per bene, iniziai a spingere con foga il mio cazzo dentro di lei che interruppe il suo ennesimo "no, aspet..." e rimase in silenzio a prendere dentro i colpi inferti dalla mia verga. Cominciai a contrarre i gulutei cercando di spingere il mio pene umido dentro il suo corpo, sempre più profondamente e sempre più agevolato dalla sua accondiscendenza; spingevo e rimanevo contratto dentro, mentre lei, ad ogni mio colpo, si rilassava e divaricava le gambe rassegnata ormai ad accogliermi dentro. Ero preso dalla foga dei la sua fica accogliente e scivolosa quando arrivai alla fine: "ahaaa ahaaa" le venni copiosamente dentro, avevamo giocato per più di tre ore ed il mio cazzo era stato i tiro per quasi tutto il tempo, mi ero gonfiato talmente che fu una liberazione totale, sentivo lo sperma fuoriuscire a fiotti dal mio pene a getti potenti e ripetuti. Mi ero copletamente svuotato dentro di lei che era rimasta immobile con le gambe divaricate ad accogliermi e farsi venire dentro. Si accorse di quello che avevo fatto solo quando uscii e lei si ritrovo con la fica imbrattata di sperma. Io rimasi lì pensando di aver combinato un pasticcio, avevo corso stupidamente il rischio, fui assalito dai sensi di colpa quando capii che lei non si aspettava assolutamente di ricevere quella roba dentro, si alzo costernata cercando di parare con la mano lo sperma che le colava dalla fica. Le passai un fazzoletto e cercò di ripulirsi il meglio possibile, mi guardò, inarcò gli occhi e sospirò come per dire "ti sei divertito è?!". Io le sorrisi passandomi una mano dietro la testa e lei fece altrettanto, quel sorriso come ogni volta mi rinfrancò lo spirito e fui del tutto sollevato quando mi disse che stava prendendo la pillola per regolarizzare il ciclo. La accompagnai a casa con la macchina quel giorno anche se lei si fece lasciare ad un paio di kilometri per evitare il rischio di essere vista in compagnia di un "estraneo". Da quel giorno non ci vedemmo più, lei partì prima per le vacanze e poi per l'università in un'altra città. Io continuai a pensare e ripensare alla mia dolce Mara, a volte mi masturbo ripensando a quel giorno.
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