La storia di Anna (cap III)
di
pensionato
genere
prime esperienze
LA STORIA DI ANNA (CAP 3 )
I nostri incontri proseguirono con cadenza bisettimanale, sempre allo stesso bar davanti ad un buon bicchiere di vino: non avevamo paura di sollevare chiacchiere. Siamo tutti e due separati da tempo e liberi di scegliersi i compagni che preferiamo. “Dove eravamo rimasti?” mi chiese Anna ed io che, non ho vergogna a dirlo, mi ero segato come uno scolaretto ripensando al pompino estorto dal bidello, le rammentai i rapporti con Mario ( il bidello). “Ah si, la faccenda andò avanti per diversi mesi fino a quando, inventando scuse con i miei, non riuscii a farmi cambiare scuola. In quei mesi il rapporto con Mario aveva assunto aspetti che non mi piacevano, perché più mi obbligava a rapporti forzati, più sembrava piacermi. Il fatto che mi fece decidere per la chiusura del rapporto, ancorché forzato, fu l'incontro che si svolse in un pomeriggio in cui la scuola era aperta per un corso di aggiornamento dei professori. Mario mi disse di presentarmi a scuola verso le cinque del pomeriggio e ci ritrovammo come al solito nell'angusto WC dei nostri incontri. Mentre mi inginocchiavo per fargli il solito servizietto mi disse: “Un attimo, oggi abbiamo più tempo, spogliati!” Un tremore mi assalì, in misto di paura e piacere. Si sedette sul water ed io cominciai a togliermi la camicetta ed il reggiseno, liberando un seno non troppo grande, ma ben proporzionato, mi sfilai la gonna rimanendo con delle mutandine di cotone stampato, calzettoni bianchi fino al ginocchio e scarpe nere. Allungò la mano verso il mio sesso e cominciò a carezzarmelo attraverso il cotone e facendomi bagnare. Si, nonostante il ribrezzo che mi faceva quel soggetto, provavo anche un sottile piacere e speravo che non smettesse tanto presto. Mi scansò le mutandine e le sue dita si insinuarono nella mia fighetta mentre il suo viso si illuminava di un sorriso che scopriva una bocca che avrebbe avuto bisogno di un intervento complesso di un bravo dentista. “Adesso voltati e levati le mutandine” mi ordinò, ordine che io eseguii immediatamente liberando il mio culetto con due chiappette sode ed alte che incominciò subito a carezzare, pizzicare e sculacciare. Cercavo di non urlare per il piacere dolore, del resto eravamo a scuola e qualcuno poteva sentirci. Ad un tratto sentii un dito del bidello che si faceva strada tra le mie chiappe alla ricerca del mio buchetto. Cercai di fermarlo, avevo sentito di rapporti anali,ma con Francesco non avevamo mai provato, un poco perché lui non me lo aveva mai chiesto e un poco perché avevo paura del dolore. Mario mi prese per i capelli obbligandomi ad inarcare la schiena ed intanto il suo dito, che aveva trovato la strada, cominciò ad insinuarsi dentro di me: con mia sorpresa non sentii dolore ma anzi un piacere che si manifestava in un calore che si irradiava dal buchetto alla passera sino ad espandersi per tutto il ventre. Ma non volevo dargliela vinta e quindi mi agitai fino a quando non tolse il dito, ma, con mia sorpresa lo ritrovai davanti alla bocca strusciato sulle labbra e che spingeva per entrare. Sentivo un afrore che mi disgustava ma allo stesso tempo la voglia di ciucciarlo era forte ed alla fine dischiusi le labbra e lo presi in bocca: “brava, assaggia la tua merda, puttana !!!” ansimò Mario che mi girò mi fece inginocchiare e mi riempì la bocca con il suo cazzo che non tardò a svuotarsi: questa volta, come già altre volte precedenti, non ne persi nemmeno una goccia e lo ingoiai, ma facendo delle smorfie come se non mi fosse piaciuto mentre dentro di me stavo godendo di quel momento. Poi successe il patatrak: mentre stavo facendo il solito servizietto a Mario sentii arrivare qualcuno: era Francesco che mi chiamava e chiedeva dove fossi, che aveva scoperto tutto ed alla fine spalancò la porta del WC e mi trovò inginocchiata con il cazzo di Mario in bocca. “Lo sospettavo, brutta sgualdrina!!” si voltò e se ne andò mentre Mario con il suo solito sorrisino ironico lo invitava ad accomodarsi tanto c'era posto per tutti e due. In quel momento presi la decisione di cambiare scuola, dimenticando Mario, Francesco e cercando di rifarmi una nuova vita.” Anche per quella sera il racconto era giunto al termine, ma io ero sempre più preso e non riuscivo a stare fermo sulla sedia mentre il mio cazzo incominciava a diventare duro: Lo sguardo di Anna si posò proprio lì e mi parve che un leggero sorriso le distese il viso. Ci salutammo e ci demmo appuntamento per la settimana successiva . A rrivato a casa decisi che questi racconti dovevano essere trascritti e così cominciai a buttare giù questi racconti che chi vorrà potrà leggerli sul sito che ci ospita.
I nostri incontri proseguirono con cadenza bisettimanale, sempre allo stesso bar davanti ad un buon bicchiere di vino: non avevamo paura di sollevare chiacchiere. Siamo tutti e due separati da tempo e liberi di scegliersi i compagni che preferiamo. “Dove eravamo rimasti?” mi chiese Anna ed io che, non ho vergogna a dirlo, mi ero segato come uno scolaretto ripensando al pompino estorto dal bidello, le rammentai i rapporti con Mario ( il bidello). “Ah si, la faccenda andò avanti per diversi mesi fino a quando, inventando scuse con i miei, non riuscii a farmi cambiare scuola. In quei mesi il rapporto con Mario aveva assunto aspetti che non mi piacevano, perché più mi obbligava a rapporti forzati, più sembrava piacermi. Il fatto che mi fece decidere per la chiusura del rapporto, ancorché forzato, fu l'incontro che si svolse in un pomeriggio in cui la scuola era aperta per un corso di aggiornamento dei professori. Mario mi disse di presentarmi a scuola verso le cinque del pomeriggio e ci ritrovammo come al solito nell'angusto WC dei nostri incontri. Mentre mi inginocchiavo per fargli il solito servizietto mi disse: “Un attimo, oggi abbiamo più tempo, spogliati!” Un tremore mi assalì, in misto di paura e piacere. Si sedette sul water ed io cominciai a togliermi la camicetta ed il reggiseno, liberando un seno non troppo grande, ma ben proporzionato, mi sfilai la gonna rimanendo con delle mutandine di cotone stampato, calzettoni bianchi fino al ginocchio e scarpe nere. Allungò la mano verso il mio sesso e cominciò a carezzarmelo attraverso il cotone e facendomi bagnare. Si, nonostante il ribrezzo che mi faceva quel soggetto, provavo anche un sottile piacere e speravo che non smettesse tanto presto. Mi scansò le mutandine e le sue dita si insinuarono nella mia fighetta mentre il suo viso si illuminava di un sorriso che scopriva una bocca che avrebbe avuto bisogno di un intervento complesso di un bravo dentista. “Adesso voltati e levati le mutandine” mi ordinò, ordine che io eseguii immediatamente liberando il mio culetto con due chiappette sode ed alte che incominciò subito a carezzare, pizzicare e sculacciare. Cercavo di non urlare per il piacere dolore, del resto eravamo a scuola e qualcuno poteva sentirci. Ad un tratto sentii un dito del bidello che si faceva strada tra le mie chiappe alla ricerca del mio buchetto. Cercai di fermarlo, avevo sentito di rapporti anali,ma con Francesco non avevamo mai provato, un poco perché lui non me lo aveva mai chiesto e un poco perché avevo paura del dolore. Mario mi prese per i capelli obbligandomi ad inarcare la schiena ed intanto il suo dito, che aveva trovato la strada, cominciò ad insinuarsi dentro di me: con mia sorpresa non sentii dolore ma anzi un piacere che si manifestava in un calore che si irradiava dal buchetto alla passera sino ad espandersi per tutto il ventre. Ma non volevo dargliela vinta e quindi mi agitai fino a quando non tolse il dito, ma, con mia sorpresa lo ritrovai davanti alla bocca strusciato sulle labbra e che spingeva per entrare. Sentivo un afrore che mi disgustava ma allo stesso tempo la voglia di ciucciarlo era forte ed alla fine dischiusi le labbra e lo presi in bocca: “brava, assaggia la tua merda, puttana !!!” ansimò Mario che mi girò mi fece inginocchiare e mi riempì la bocca con il suo cazzo che non tardò a svuotarsi: questa volta, come già altre volte precedenti, non ne persi nemmeno una goccia e lo ingoiai, ma facendo delle smorfie come se non mi fosse piaciuto mentre dentro di me stavo godendo di quel momento. Poi successe il patatrak: mentre stavo facendo il solito servizietto a Mario sentii arrivare qualcuno: era Francesco che mi chiamava e chiedeva dove fossi, che aveva scoperto tutto ed alla fine spalancò la porta del WC e mi trovò inginocchiata con il cazzo di Mario in bocca. “Lo sospettavo, brutta sgualdrina!!” si voltò e se ne andò mentre Mario con il suo solito sorrisino ironico lo invitava ad accomodarsi tanto c'era posto per tutti e due. In quel momento presi la decisione di cambiare scuola, dimenticando Mario, Francesco e cercando di rifarmi una nuova vita.” Anche per quella sera il racconto era giunto al termine, ma io ero sempre più preso e non riuscivo a stare fermo sulla sedia mentre il mio cazzo incominciava a diventare duro: Lo sguardo di Anna si posò proprio lì e mi parve che un leggero sorriso le distese il viso. Ci salutammo e ci demmo appuntamento per la settimana successiva . A rrivato a casa decisi che questi racconti dovevano essere trascritti e così cominciai a buttare giù questi racconti che chi vorrà potrà leggerli sul sito che ci ospita.
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