Scandalosi umori - Alice (I)
di
Robert Pocket
genere
pulp
ALICE sborro' violentemente non appena annuso' il suo dito lordo di umori misto a piscio.
L'afrore della sua pipi' la eccitava sempre a tal punto che ogni qual volta andava in bagno per urinare non poteva fare a meno di infilare un dito nella fessura mentre la sua sudicia fregna scaricava litri di caldo piscio.
Era fatta cosi' lei.
Ingorda e insaziabile.
Aveva gia' capito di essere una puttana fatta e finita. Non che avesse gia' scopato, sia chiaro, ma le voglie dolenti che la prendevano ogni qual volta annusava le sue minzioni o i suoi escrementi appena sfornati la portavano sempre a masturbarsi selvaggiamente come se un demone voodoo si fosse introdotto nel suo spirito bruciandole in un solo colpo la sua gia' fragile e precaria sanita' mentale (era convinta di sentire delle voci ogni qual volta finiva col masturbarsi) e il suo spirito sfaldando cosi' le sue carni lascive come braciole cotte alla griglia.
Alice sborro' cosi' violentemente da arrivare a sentire la gracchiante voce di Viola ammonirla per aver osato profanare le sue carni
Come hai osato sborrare lurida cagna in calore? (gracchio' la bestia dentro Alice) Non lo sai che le bambine cattive finiscono sempre con l'ardere tra le fiamme? Le bambine cattive hanno sempre le unghie dei piedi pittate di rosso? E tu ce le hai vero? Sudicia sgualdrina! Arrostirai all'inferno per questo lo sai? Ti sfalderai. Bruciano gia' le tue chiappe grasse eh? ah ah ah ah.
Alice ebbe un sussulto a quelle parole e per poco non fu costretta a rispondere. Ma quel poco di equilibrio mentale che ancora conservava le suggeriva di non rendersi ridicola, o per lo meno non piu' di quanto gia' non fosse.
A detta di molti suoi compagni di scuola Alice era bizzarra per natura: non possedeva ne la classe ne l'eleganza di Heather e i suoi occhi erano occhi si spenti all'apparenza ma estremamente indagatori e vigli nella sostanza. Si aveva sempre l'impressione che guardandoti ella capisse fin da subito le tue emozioni, i tuoi stati d'animo, l'angoscia sottile che ti portava sempre all'inquietudine.
Alice era abominevole. Non piaceva a nessuno. Molti ne avevano repulsa, altri ancora la salutavano appena e i piu' pensavano fosse il frutto di qualche macabro rituale che suo padre aveva messo su durante il parto per portare sua moglie nelle condizioni ideali di procreare una creatura tanto fredda quanto crudele e spietata.
Alice era il frutto del peccato.
Un frutto proibito da non mordere per nessuna ragione al mondo. Se solo osavi avvicinarti tanto cosi', sarebbe stata capace di profanare il tuo corpo fino a renderlo un cumulo di carni marcilente e sfaldate.
E se tendevi abbastanza l'orecchio potevi quasi certamente sentire i genitori sussurrare frasi di ammonimento ai propri figli
Alice e' tossica
Alice e' il demonio
Alice e' immonda
Stai alla larga o brucerai anche tu. Stai alla larga o sfalderai anche tu.
Vox populi, voci di serpi. Nulla di tutto cio' era vero ovviamente.
Anche se proprio in quell'istante, mentre si sistemava le mutandine e si puliva il dito con della carta igienica, ad Alice parve di risentire quelle voci lugubri e spettrali (le voci del "dio-porco-ammonitore" come le chiamava lei) farsi via via sempre piu' assidue e minacciose nel tentativo di minare il suo gia' precario equilibrio mentale, a tal punto da provare un brivido lungo la schiena che la fece trasalire portandola ad avvertire un leggero capogiro.
Presa dal panico Alice tiro' la catenella del cesso e usci' frettolosamente dalla toilette delle ragazze senza degnare di un solo sguardo Heather Blackburn intenta a sniffare cocaina insieme a sua sorella Annie Blackburn.
L'afrore della sua pipi' la eccitava sempre a tal punto che ogni qual volta andava in bagno per urinare non poteva fare a meno di infilare un dito nella fessura mentre la sua sudicia fregna scaricava litri di caldo piscio.
Era fatta cosi' lei.
Ingorda e insaziabile.
Aveva gia' capito di essere una puttana fatta e finita. Non che avesse gia' scopato, sia chiaro, ma le voglie dolenti che la prendevano ogni qual volta annusava le sue minzioni o i suoi escrementi appena sfornati la portavano sempre a masturbarsi selvaggiamente come se un demone voodoo si fosse introdotto nel suo spirito bruciandole in un solo colpo la sua gia' fragile e precaria sanita' mentale (era convinta di sentire delle voci ogni qual volta finiva col masturbarsi) e il suo spirito sfaldando cosi' le sue carni lascive come braciole cotte alla griglia.
Alice sborro' cosi' violentemente da arrivare a sentire la gracchiante voce di Viola ammonirla per aver osato profanare le sue carni
Come hai osato sborrare lurida cagna in calore? (gracchio' la bestia dentro Alice) Non lo sai che le bambine cattive finiscono sempre con l'ardere tra le fiamme? Le bambine cattive hanno sempre le unghie dei piedi pittate di rosso? E tu ce le hai vero? Sudicia sgualdrina! Arrostirai all'inferno per questo lo sai? Ti sfalderai. Bruciano gia' le tue chiappe grasse eh? ah ah ah ah.
Alice ebbe un sussulto a quelle parole e per poco non fu costretta a rispondere. Ma quel poco di equilibrio mentale che ancora conservava le suggeriva di non rendersi ridicola, o per lo meno non piu' di quanto gia' non fosse.
A detta di molti suoi compagni di scuola Alice era bizzarra per natura: non possedeva ne la classe ne l'eleganza di Heather e i suoi occhi erano occhi si spenti all'apparenza ma estremamente indagatori e vigli nella sostanza. Si aveva sempre l'impressione che guardandoti ella capisse fin da subito le tue emozioni, i tuoi stati d'animo, l'angoscia sottile che ti portava sempre all'inquietudine.
Alice era abominevole. Non piaceva a nessuno. Molti ne avevano repulsa, altri ancora la salutavano appena e i piu' pensavano fosse il frutto di qualche macabro rituale che suo padre aveva messo su durante il parto per portare sua moglie nelle condizioni ideali di procreare una creatura tanto fredda quanto crudele e spietata.
Alice era il frutto del peccato.
Un frutto proibito da non mordere per nessuna ragione al mondo. Se solo osavi avvicinarti tanto cosi', sarebbe stata capace di profanare il tuo corpo fino a renderlo un cumulo di carni marcilente e sfaldate.
E se tendevi abbastanza l'orecchio potevi quasi certamente sentire i genitori sussurrare frasi di ammonimento ai propri figli
Alice e' tossica
Alice e' il demonio
Alice e' immonda
Stai alla larga o brucerai anche tu. Stai alla larga o sfalderai anche tu.
Vox populi, voci di serpi. Nulla di tutto cio' era vero ovviamente.
Anche se proprio in quell'istante, mentre si sistemava le mutandine e si puliva il dito con della carta igienica, ad Alice parve di risentire quelle voci lugubri e spettrali (le voci del "dio-porco-ammonitore" come le chiamava lei) farsi via via sempre piu' assidue e minacciose nel tentativo di minare il suo gia' precario equilibrio mentale, a tal punto da provare un brivido lungo la schiena che la fece trasalire portandola ad avvertire un leggero capogiro.
Presa dal panico Alice tiro' la catenella del cesso e usci' frettolosamente dalla toilette delle ragazze senza degnare di un solo sguardo Heather Blackburn intenta a sniffare cocaina insieme a sua sorella Annie Blackburn.
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