Scandalosi umori - Alice (III)

Ma Bobby Sommers non la degno' di un solo sguardo.
E non c'era da stupirsi in fondo. Lui, come molti altri suoi amici e compagni, non avevano occhi che per Heather Blackburn e questo Alice lo sapeva. Lo sapeva fin troppo bene. Lo sapeva a tal punto da sperare che Heather le facesse il sacrostanto favore di crepare per poter finalmente vederla bruciare e arrostire all'inferno.
Brucia porca schifosa
Brucia lurida meritrice
Brucia abominevole immonda
Brucia.Brucia. Brucia.
Alice avverti' di nuovo quella sensazione sgradevole, quel tremendo senso di impotenza che la dominava e la portava spesso sul baratro di una non meglio identificata follia. Seduta e incattivita da tanta rabbia Alice provo' l'irresistibile impulso di picchiare a sangue quell'essere ignobile che non la degnava nemmeno di uno sguardo.
Eppure quel verme schifoso e' proprio qui accanto a me.
Perche' non ti volti e mi guardi anche solo per un istante? Perche' non ti piaccio? Cos'ho che non va?Perche' non mi inviti a ballare? Perche' non vuoi giocare con me? Perche'?Perche'?PERCHEEEE???
Un conato di vomito la sorprese mentre il professor Fischer chiamo' Jessica Lundy alla lavagna e per poco non fu cotretta a rigettare tutta la colazione la davanti a tutti se non si fosse fiondata fuori dall'aula per ritornare nel punto esatto dove si era trovata mezz'ora fa nel tentativo di riprendersi da quella sensazione di sbandamento che ora si stava ripetendo con maggior vigore. E fu proprio in quel punto esatto che ora Alice, barcollando come un'ubriaca e reggendosi a stento sul corrimano a spirale della scala, fu presa da un impulso irresistibile e, togliendosi la mano davanti alla bocca, ributto' l'intero pasto del mattino (a base di yogurt wafer e caffelatte) maledicendo il giorno in cui sua sorella Viola era venuta al mondo vent'anni fa.