Un viaggio indimenticabile

di
genere
incesti

Dalle mie parti c’è un detto che dice esplicitamente: “La cugina fattela quanto prima”, e mai proverbio fu più azzeccato per l’eccitantissima avventura che mi è capitata poco tempo fa.

Ho 20 anni e sono uno studente di economia, regolarmente fidanzato anche se un po’ “porcellino”. Una sera stavo partendo da Lecce (la mia città d’origine), per andare a trovare un amico a Roma quando per caso sullo stesso binario scorsi la mia coetanea cugina Simonetta carica di valigie che stava anche lei andando nella Capitale a trovare la sorella.

Nel rivederla non ho potuto fare a meno di notare la sua avvenenza che già nell’età dell’adolescenza mi ha fatto sussurrare le mie parti più intime,ma confesso che ritrovarla dopo tanto tempo mi aveva risvegliato delle strane sensazioni.

Dopo esserci salutati calorosamente ed aver scoperto che facevamo lo stesso tragitto, ci scegliemmo uno scompartimento libero, in modo da non avere problemi con le valigie e poter viaggiare comodi. Una volta sistematici non ho potuto fare a meno di notare la sua minigonna in jeans che su quella magliettina aderente le stava divinamente, ma non volevo farmi accorgere che mi stavo arrapando per non dare troppo nell’occhio e magari rischiare una figuraccia.

La mia cuginetta era notoriamente una gran porca, ma spesso tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e non credevo che le voci che sentivo fossero vere, almeno fino a quella notte…

Parlando del più e del meno, il discorso scivola sulla relazione con la mia ragazza fino a quando lei mi chiese alla sprovvista: “ma te l’ha mai preso in bocca?”.

Io restai di sasso a quella domanda, ma eccitato per l’argomento iniziai a raccontare particolari abbastanza piccanti sui miei rapporti personali e vedevo che lei non si scandalizzava affatto, anzi replicava raccontandomi alcune sue esperienze davvero arrapanti.

Vedendomi preso dall’argomento lei sorrise e mi sghignazzò convinta: “certo che tu devi essere un perverso totale,me ne ricordo da come mi guardavi quando eravamo più piccoli e che ti eccitavi mentre ci facevamo il bagno a mare”.

Io arrossii e comunque dissi che era vero mentre di rimessa le chiedevo quale fosse stato il posto più strano dove avrebbe fatto l’amore e lei scherzando mi rispose: “magari in treno, perché no?” e mentre rideva, notai che aveva le gambe allargate e scorsi qualcosa di strano dalle sue mutandine rosa: era completamente bagnata, e imbarazzata cercava di nasconderlo…

Facendo finta di niente decidemmo di andare in corridoio a fumarci una sigaretta e per gioco le feci il solletico e lei vibrava per il piacere, segno che era rimasta eccitata dai quei racconti ed infatti la vedevo un po’ stralunata,ma non immaginavo minimamente la degenerazione che da lì a poco sarebbe arrivata.

Dopo aver fumato, andammo in bagno per lavarci le mani ancora impregnate di tabacco quando la mia cuginetta all’improvviso si alza la gonna lasciandosi le mutandine a mezz’altezza ed inizia a fare pipì; io ero ancora girato a lavarmi quando mi accorsi di quella scena troppo forte.

Quelle mutandine fradicie e lei in quella posizione che ridendo mi diceva: “Ma che ti vergogni? Non ti piace vedermi nella mia intimità?”…

A quel punto non ci ho visto più, le ho alzato la gonna ed ho iniziato a leccarle quella fichetta ancora bagnata di pipì ed umori femminili, l’ho spogliata e le ho infilato un dito nel suo culetto da Premio Oscar mentre lei quasi non respirava per il piacere.

“E’ troppo, troppo eccitante” ripeteva mentre quella fica colava come un fiume in piena ed io le infiliai il mio cazzo duro come non l’ho mai avuto in quel culetto già precedentemente sfondato e mentre lei sparava frasi senza senso per il piacere,dopo qualche minuto di godimento me lo leccò avidamente prima di spararle in faccia tutto il mio sperma caldo, di cui non lasciò nemmeno una goccia.

Tornammo nello scompartimento e riprendemmo a far porcate in tutte le posizioni: era notte fonda e non poteva vederci nessuno… ci sparammo un 69 mozzafiato, quel sederino era un capolavoro ed anche lei apprezzava il mio cazzo che scoppiava voglioso di regalarle altro sperma…

Giunti alle soglie di Roma che ormai era mattina ci riprendemmo ed ancora imbarazzati sistemammo i bagagli: capimmo di averla fatta grossa,ma un’avventura così lascia il segno e nessuno di noi due poteva negarlo…

Ci separammo con un bel bacio sulle labbra, e di quest’avventura eccitante mi porterò non solo il ricordo che risveglia in me appetiti proibiti, ma anche le sue mutandine che aveva in quel bagno subito dopo aver fatto pipì… e scusate se è poco.
scritto il
2011-05-17
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