Non lo perdonerò mai.
di
piccola angela
genere
sentimentali
Il sole tramontava ormai all'orizzonte,colorando il mare di riflessi incandescenti,simili a veli di fuoco stesi nelle acque profonde dell'abisso.
Profonde quasi quanto la passione strugente che mi infiammava l'anima.
Quasi.
Camminavo sulla spiaggia deserta ,insieme al mio amore,lasciando dietro di noi una scia di passi,cancellata e colmata dalle onde impetuose che ogni volta sembrava dovessero inghiottire la sabbia sotto di noi.
Non servivano parole,ognuno sapeva del desiderio incontenibile dell'altro e avvolti da un manto dorato iniziamo a spogliarci dei costumi,orribilmente fastidiosi sulla pelle.
Strofinai le labbra sui suoi capelli di bronzo e scesi giù,tracciando una scia di baci roventi.
Gli diedi un primo timido bacio sul membro,sfiorando appena la cappella con la bocca per poi disegnare intrecci roventi lungo tutta l'asta.
Fu allora che lo sentii perdere il controllo.
Con un guizzo si alzò ,trascinandomi con forza e tenendomi stretta a se,premendo imperiosamente contro la mia figa.
Non avevo né la forza né minimamente l'intenzione di placarlo,anzi ingigantii quell'incendio che lo bruciava ,facendolo mio.
Mi abbandonai alle sue braccia,piegando la testa indietro e spalancando gli occhi,senza vedere nulla,se non un vortice senza fine che mi attirava a sé.
Con un ruggito,si mise le mie gambe intorno ai fianchi e entrò in me ,lentamente ma inesorabilmente,verso il centro del mio corpo.
Ogni volta era diverso,ogni volta era bello ma questa sera,aveva un che di selvaggio che mi lasciò stordita.
Iniziò a muoversi,dapprima lentamente,e poi sempre più veloce fino a squassarmi ad ogni spinta,facendomi gridare,incapace di trattenere la mia passione.
Venni con un piacere infinito,fatto di scariche in tutto il corpo e fulmini che saettano ,riducendo in frantumi il mio autocontrollo e la mia razionalità.
Urlai con tutto il fiato che ebbi in corpo ,incredula dei lampi di godimento che ancora mi attraversavano.
In questo istante venne anche lui ,lanciando un urlo animalesco simile al mio ,se possibile ancor più intenso.
Gli si piegarono le gambe e cadde,ed io con lui,accasciandoci come steli appassiti per l'abbondanza d'acqua.
Ci addormentamo così,sprofondati nelle morbide curve della sabbia e cullati dal suono dell'infrangersi delle onde sulle nostre impronte ormai sbiadite,ma quel che resta èil nostro amore,saldo come la roccia e passionale nell'eternità.
Ma tutto stava per cambiare ...
Quel giorno avevamo litigato furiosamente ma sembrava una delle tante liti che facevamo quando fece il gesto che cambiò tutto.
Mi diede uno schiaffo.
Restai immobile,incapace di intendere,ma soprattutto ,ero incredula.
Nello shock,risposi d'istinto,dando una gomitata alla cieca non prevedendo assolutamente quel che avrebbe fatto.
In un attimo vidi solo il buio e un istante dopo,un dolore sordo assalirmi il volto.
Immagino che abbia continuato a schiaffeggiarmi e che fossi caduta,perchè d'un tratto,mi ritrovai carponi, boccheggiando dai colpi che non mi permettevano di prendere fiato.
Cercai di riprendermi quando un colpo si abbattè su un fianco,costringendomi a raggomitolarmi,per poi urlare dal dolore di altri colpi,inferti con forza.
Un grugnito,e dopo,il silenzio,una porta sbattuta e una macchina che usciva stridendo dal vialetto ricoperto di ghiaia.
Non so bene cosa feci ,fatto sta che a un certo punto del mio stato semicosciente ,sentii in lontananza il trillo della sveglia giungermi ovattato,come distorto dallo sconcerto interiore che provavo.
Cosa ancor più fulminante,il rumore dell'auto che riconoscerei fra mille.
Non so bene la miliarde di sensazioni che mi percorsero,mandando in frantumi la pace caotica che ero riuscita a mantenere per non finire in pezzi.
Sentii un rumore esitante di passi e il richiudersi estremamente cauto della porta e la sua voce che non avrei mai immaginato di risentire.
Mi alzai barcollante,con l'intento di scappare dalla persona che aveva distrutto il mio mondo solo per crollargli fra le braccia.
Mi tenne stretta a sé,accarezzandomi la schiena e sussurrando parole senza senso.
Ma quel che provai fu solo paura,che mi spinse a lottare per liberarmi.
"Cosa vuoi,darmi ancora qualche calcio per completare l'opera?"la voce si incrinò verso la fine,per scoppiare in singhiozzi incontrollabili.
"Scusami,ti prego.Non sapevo quel che facevo,avevo bevuto.Ne porterò il segno per tutta la vita ma non sopporto di perderti...io voglio starti lontano per il tuo bene ma non ci riesco.Ci ho provato,ma non ci riesco!"ormai avevo smesso di piangere e inconsciamente,lo perdonai e di quel pomeriggio rimase solo un'ombra scura ,eterna e presente.
In un gesto antico come il mondo,gli concessi il mio perdono e liberatoci degli abiti,incominciammo ad amarci.
Sentivo la sua bocca sulla gola e le sue mani accarezzarmi i seni,il suo pene cercare di entrare nel mio umido nido,quasi dotato di vita propria e turgido come non mai.
Attaccai la mia bocca alla sua e con la lingua ci esplorammo a vicenda mentre cercavo di guidare ciò che avrebbe finalmente posto fine al dolce tormento della passione che mi incendiava il volto e la mente,ma soprattutto,capace di alleviare quella incontenibile voglia alla figa.
Fu una volta carica di dolcezza e sentimento,degna del ricongiungersi di due metà,perfette nel loro insieme.
Lo sentivo scivolare dentro di me,urtando le zone sensibili e procurandomi un piacere sempre saliente,ma non abbastanza per allora,tant'è che dovetti sussurrare,ansimando,di andare più forte.
Lui mi accontentò,iniziando a scoparmi in maniera brutale ma ogni volta trattenendomi sull'orlo dell'orgasmo fino a farmi urlare,stavolta dalla frustazione e dal tormento che mi fece contorcere in cerca della spinta decisiva che arrivò.
Allora esplosi,bagnandoci con il mio piacere,piacere che mi lasciò senza fiato e spaventata dall'intensità,senza paragone in tutte le mie esperienze precedenti.
Lui ancora non era venuto ma lo fece quando sentì i miei muscoli interni contrarsi intorno al pene,facendo fuoriuscire sperma in eccesso,come mai prima.
Ancora scossi dagli orgasmi ci baciamo,cullati dal nostro amore,legame sancito anche dal suo pene ancora conficcato in me ma più che altro,dalla mia testa sul suo petto e dal fondersi dei nostri battiti cardiaci,diventando un'essere solo,con due menti,due bocche ma un unico cuore.
Profonde quasi quanto la passione strugente che mi infiammava l'anima.
Quasi.
Camminavo sulla spiaggia deserta ,insieme al mio amore,lasciando dietro di noi una scia di passi,cancellata e colmata dalle onde impetuose che ogni volta sembrava dovessero inghiottire la sabbia sotto di noi.
Non servivano parole,ognuno sapeva del desiderio incontenibile dell'altro e avvolti da un manto dorato iniziamo a spogliarci dei costumi,orribilmente fastidiosi sulla pelle.
Strofinai le labbra sui suoi capelli di bronzo e scesi giù,tracciando una scia di baci roventi.
Gli diedi un primo timido bacio sul membro,sfiorando appena la cappella con la bocca per poi disegnare intrecci roventi lungo tutta l'asta.
Fu allora che lo sentii perdere il controllo.
Con un guizzo si alzò ,trascinandomi con forza e tenendomi stretta a se,premendo imperiosamente contro la mia figa.
Non avevo né la forza né minimamente l'intenzione di placarlo,anzi ingigantii quell'incendio che lo bruciava ,facendolo mio.
Mi abbandonai alle sue braccia,piegando la testa indietro e spalancando gli occhi,senza vedere nulla,se non un vortice senza fine che mi attirava a sé.
Con un ruggito,si mise le mie gambe intorno ai fianchi e entrò in me ,lentamente ma inesorabilmente,verso il centro del mio corpo.
Ogni volta era diverso,ogni volta era bello ma questa sera,aveva un che di selvaggio che mi lasciò stordita.
Iniziò a muoversi,dapprima lentamente,e poi sempre più veloce fino a squassarmi ad ogni spinta,facendomi gridare,incapace di trattenere la mia passione.
Venni con un piacere infinito,fatto di scariche in tutto il corpo e fulmini che saettano ,riducendo in frantumi il mio autocontrollo e la mia razionalità.
Urlai con tutto il fiato che ebbi in corpo ,incredula dei lampi di godimento che ancora mi attraversavano.
In questo istante venne anche lui ,lanciando un urlo animalesco simile al mio ,se possibile ancor più intenso.
Gli si piegarono le gambe e cadde,ed io con lui,accasciandoci come steli appassiti per l'abbondanza d'acqua.
Ci addormentamo così,sprofondati nelle morbide curve della sabbia e cullati dal suono dell'infrangersi delle onde sulle nostre impronte ormai sbiadite,ma quel che resta èil nostro amore,saldo come la roccia e passionale nell'eternità.
Ma tutto stava per cambiare ...
Quel giorno avevamo litigato furiosamente ma sembrava una delle tante liti che facevamo quando fece il gesto che cambiò tutto.
Mi diede uno schiaffo.
Restai immobile,incapace di intendere,ma soprattutto ,ero incredula.
Nello shock,risposi d'istinto,dando una gomitata alla cieca non prevedendo assolutamente quel che avrebbe fatto.
In un attimo vidi solo il buio e un istante dopo,un dolore sordo assalirmi il volto.
Immagino che abbia continuato a schiaffeggiarmi e che fossi caduta,perchè d'un tratto,mi ritrovai carponi, boccheggiando dai colpi che non mi permettevano di prendere fiato.
Cercai di riprendermi quando un colpo si abbattè su un fianco,costringendomi a raggomitolarmi,per poi urlare dal dolore di altri colpi,inferti con forza.
Un grugnito,e dopo,il silenzio,una porta sbattuta e una macchina che usciva stridendo dal vialetto ricoperto di ghiaia.
Non so bene cosa feci ,fatto sta che a un certo punto del mio stato semicosciente ,sentii in lontananza il trillo della sveglia giungermi ovattato,come distorto dallo sconcerto interiore che provavo.
Cosa ancor più fulminante,il rumore dell'auto che riconoscerei fra mille.
Non so bene la miliarde di sensazioni che mi percorsero,mandando in frantumi la pace caotica che ero riuscita a mantenere per non finire in pezzi.
Sentii un rumore esitante di passi e il richiudersi estremamente cauto della porta e la sua voce che non avrei mai immaginato di risentire.
Mi alzai barcollante,con l'intento di scappare dalla persona che aveva distrutto il mio mondo solo per crollargli fra le braccia.
Mi tenne stretta a sé,accarezzandomi la schiena e sussurrando parole senza senso.
Ma quel che provai fu solo paura,che mi spinse a lottare per liberarmi.
"Cosa vuoi,darmi ancora qualche calcio per completare l'opera?"la voce si incrinò verso la fine,per scoppiare in singhiozzi incontrollabili.
"Scusami,ti prego.Non sapevo quel che facevo,avevo bevuto.Ne porterò il segno per tutta la vita ma non sopporto di perderti...io voglio starti lontano per il tuo bene ma non ci riesco.Ci ho provato,ma non ci riesco!"ormai avevo smesso di piangere e inconsciamente,lo perdonai e di quel pomeriggio rimase solo un'ombra scura ,eterna e presente.
In un gesto antico come il mondo,gli concessi il mio perdono e liberatoci degli abiti,incominciammo ad amarci.
Sentivo la sua bocca sulla gola e le sue mani accarezzarmi i seni,il suo pene cercare di entrare nel mio umido nido,quasi dotato di vita propria e turgido come non mai.
Attaccai la mia bocca alla sua e con la lingua ci esplorammo a vicenda mentre cercavo di guidare ciò che avrebbe finalmente posto fine al dolce tormento della passione che mi incendiava il volto e la mente,ma soprattutto,capace di alleviare quella incontenibile voglia alla figa.
Fu una volta carica di dolcezza e sentimento,degna del ricongiungersi di due metà,perfette nel loro insieme.
Lo sentivo scivolare dentro di me,urtando le zone sensibili e procurandomi un piacere sempre saliente,ma non abbastanza per allora,tant'è che dovetti sussurrare,ansimando,di andare più forte.
Lui mi accontentò,iniziando a scoparmi in maniera brutale ma ogni volta trattenendomi sull'orlo dell'orgasmo fino a farmi urlare,stavolta dalla frustazione e dal tormento che mi fece contorcere in cerca della spinta decisiva che arrivò.
Allora esplosi,bagnandoci con il mio piacere,piacere che mi lasciò senza fiato e spaventata dall'intensità,senza paragone in tutte le mie esperienze precedenti.
Lui ancora non era venuto ma lo fece quando sentì i miei muscoli interni contrarsi intorno al pene,facendo fuoriuscire sperma in eccesso,come mai prima.
Ancora scossi dagli orgasmi ci baciamo,cullati dal nostro amore,legame sancito anche dal suo pene ancora conficcato in me ma più che altro,dalla mia testa sul suo petto e dal fondersi dei nostri battiti cardiaci,diventando un'essere solo,con due menti,due bocche ma un unico cuore.
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