Convivenza con la Sorella
di
Drako
genere
incesti
Premessa, ho passato un periodo della mia vita in cui ho vissuto con mia madre, mentre mia sorella viveva con mio padre, quando mi trasferii a vivere da solo lei venne a vivere con me.
I nomi non importano, e la storia, per quanto possa sembrare stereotipata o paradossale, è vera.
Io avevo 23 anni, lei 18.
La rividi quindi per la prima volta dopo anni, ed era cambiata completamente, stava diventando una donna, non era più la bambina di cui mi ricordavo. Era poco più bassa di me, capelli neri, occhi chiari, seni prosperosi e un lato B da fare invidia a chiunque, il viso era invece ormai impostato, quello di una donna, con i lineamenti molto simili a quelli di nostra madre. L’inizio della convivenza con lei, proprio perché ormai era diventata una donna, non fu facile.
L’episodio più significativo avvenne a poche settimane dal suo arrivo, per correttezza vi anticipo che tale episodio cambiò il nostro rapporto definitivamente.
Mi stavo facendo la doccia, e si sa, quando un ragazzo si fa la doccia spesso ne approfitta anche per fare altro, ero quindi lì con l’acqua calda che mi scorreva addosso e con il pene, duro come non mai pensando a mia sorella, in mano a farmi una sega, quando lei entrò in bagno senza neanche bussare, con solo un asciugamano addosso che a malapena riusciva a coprirla, anzi lasciava intravedere i capezzoli e toglieva ogni dubbio riguardante il fatto se portasse le mutandine o meno. A primo impatto lei fu spaventata e cercò di coprire almeno la figa con quell'asciugamano minuscolo che stava usando, ma fu subito chiaro che il più a disagio fossi io.
Il silenzio, sebbene durò pochi secondi, fu imbarazzante a dir poco, ma la prima cosa che notai era che lei cercava di posare lo sguardo furtivamente sul mio cazzo turgido, e più lei lo fissava più lui si induriva. Li per li provai a nascondermi dietro la tenda della doccia ma sapevo perfettamente che, essendo semi trasparente, non riusciva neanche lontanamente a nascondere la mia erezione.
-Scusami – dissi balbettando - pensavo fossi uscita con le tue amiche e ne ho approfittato per prendere un po’ di tempo per me. – Il mio disagio era tangibile, sebbene lei stessa fissasse il mio membro, quasi con insistenza ora – Finisco di farmi la doccia velocemente ed il bagno è tutto tuo -.
Fu in quel momento che successe l’inaspettato, lei lasciò cadere l’asciugamano ed entrò in doccia con me, la vidi in tutto il suo splendore per la prima volta in quel momento, corpo perfettamente depilato, tette grosse ma comunque sode che denotavano uno sviluppo ancora in progresso e la sua figa era liscia, completamente, come se si fosse preparata per quel giorno.
- Siamo fratelli, non dovresti vergognarti del tuo corpo, e poi non è giusto che sia nudo solo tu – disse, io ero pietrificato.
Senza aggiungere altro allungò la mano sul mio cazzo ed iniziò a massaggiarmelo, dopo neanche un minuto si mise in ginocchio e se lo infilò in bocca, durai pochi secondi e le venni in bocca con un’intensità mai provata in vita mia. Quando la vidi ingoiare lo sperma senza quasi battere ciglio il mio cazzo tornò turgido in un batter d’occhio e, trascinato dall'eccitazione, dissi – Ti voglio.
Furono le uniche parole che mi uscirono dalla bocca, lei mi guardò, sorrise, mi mise le braccia intorno al collo, mi baciò dolcemente poi alzò leggermente la gamba destra e infilò il cazzo dentro la sua vagina.
Fu la scopata migliore della mia vita, anche se a malapena ricordo i fatti, le emozioni non potrò mai cancellarle. Le nostre lingue si intrecciavano e ogni spinta godevamo di più entrambi, la usai a mio piacimento, era diventata la mia bambola, quando fui sul punto di venire glielo rimisi in bocca con violenza, quasi maleducatamente, ma lei, più eccitata di me se possibile, non batté ciglio e ingoiò di nuovo la mia sborra con avidità unica.
Finimmo la doccia due scopate dopo quando la pelle delle dita iniziava a far le grinze per la troppa acqua e il mio amico dei paesi bassi iniziava a non dare più segni di vita.
Da quel giorno in poi il sesso diventò una routine, la nostra abitudine segreta che rafforzava ancora di più il nostro rapporto. La mattina, ad esempio, lei si svegliava sempre mezz'ora prima di me, preparava la colazione e poi veniva a svegliarmi con un pompino o, nei giorni in cui era particolarmente eccitata, cavalcandomi direttamente. Quel periodo fu stupendo, passavo le giornate in università poi a studiare fino a sera, tornavo a casa, mi fumavo un cannone con lei, appena la botta scendeva il giusto mi tiravo via le mutande e li capiva già tutto. Voglio però raccontarvi un altro episodio, che per me è stato molto particolare.
Dopo neanche un mese di questa routine avevamo sviluppato un’intimità unica, tanto che quando venne a visitarci nostro padre, mentre stavamo parlando seduti al tavolo della cucina, lei infilò la mano sotto la tovaglia e dentro i miei pantaloni, mi tirò fuori l’uccello e iniziò a segarmi, continuando la conversazione con il babbo facendo finta di nulla. La situazione era paradossale e neanche io sapevo come reagire a tutto ciò, faticavo a mantenere la conversazione ma nonostante tutto la lasciai fare finché le sborrai in mano. Si pulì le mani alla tovaglia grossolanamente e, mentre nostro padre ci raccontava della sua triste vita, si leccò le dita, ancora chiaramente sporche di sperma, mentre mi guardava con fare malizioso. Liquidammo nostro padre il più velocemente possibile e ancora prima che la porta di casa si chiudesse dietro di lui, io le avevo già infilato due dita nella figa, era fradicia. Non riuscii a resistere un attimo di più, la misi faccia alla porta, le strappai, letteralmente, le mutandine e glielo infilai dentro con foga, ero così eccitato che ci misi molto poco a riempirla. Ma questa volta volevo di più, era stata lei ad iniziare e lei ne avrebbe pagato le conseguenze. E, mentre lei ancora aveva la figa che gocciolava sperma, misi un preservativo, fatto insolito poiché dopo il primo mese di sesso lei aveva iniziato a prendere la pillola, e mi guardò confusa, non capiva a cosa servisse. Così la girai, la misi a pecorina e glielo misi nel culo. Ancora meglio del sesso normale, all’inizio provò ad opporre resistenza, ma poi sentii sempre più il suo ano stringersi intorno al mio pene e iniziò a gemere violentemente. Venni, tolsi il preservativo sporco e ci mettemmo sul divano, nudi, a fumare.
I nomi non importano, e la storia, per quanto possa sembrare stereotipata o paradossale, è vera.
Io avevo 23 anni, lei 18.
La rividi quindi per la prima volta dopo anni, ed era cambiata completamente, stava diventando una donna, non era più la bambina di cui mi ricordavo. Era poco più bassa di me, capelli neri, occhi chiari, seni prosperosi e un lato B da fare invidia a chiunque, il viso era invece ormai impostato, quello di una donna, con i lineamenti molto simili a quelli di nostra madre. L’inizio della convivenza con lei, proprio perché ormai era diventata una donna, non fu facile.
L’episodio più significativo avvenne a poche settimane dal suo arrivo, per correttezza vi anticipo che tale episodio cambiò il nostro rapporto definitivamente.
Mi stavo facendo la doccia, e si sa, quando un ragazzo si fa la doccia spesso ne approfitta anche per fare altro, ero quindi lì con l’acqua calda che mi scorreva addosso e con il pene, duro come non mai pensando a mia sorella, in mano a farmi una sega, quando lei entrò in bagno senza neanche bussare, con solo un asciugamano addosso che a malapena riusciva a coprirla, anzi lasciava intravedere i capezzoli e toglieva ogni dubbio riguardante il fatto se portasse le mutandine o meno. A primo impatto lei fu spaventata e cercò di coprire almeno la figa con quell'asciugamano minuscolo che stava usando, ma fu subito chiaro che il più a disagio fossi io.
Il silenzio, sebbene durò pochi secondi, fu imbarazzante a dir poco, ma la prima cosa che notai era che lei cercava di posare lo sguardo furtivamente sul mio cazzo turgido, e più lei lo fissava più lui si induriva. Li per li provai a nascondermi dietro la tenda della doccia ma sapevo perfettamente che, essendo semi trasparente, non riusciva neanche lontanamente a nascondere la mia erezione.
-Scusami – dissi balbettando - pensavo fossi uscita con le tue amiche e ne ho approfittato per prendere un po’ di tempo per me. – Il mio disagio era tangibile, sebbene lei stessa fissasse il mio membro, quasi con insistenza ora – Finisco di farmi la doccia velocemente ed il bagno è tutto tuo -.
Fu in quel momento che successe l’inaspettato, lei lasciò cadere l’asciugamano ed entrò in doccia con me, la vidi in tutto il suo splendore per la prima volta in quel momento, corpo perfettamente depilato, tette grosse ma comunque sode che denotavano uno sviluppo ancora in progresso e la sua figa era liscia, completamente, come se si fosse preparata per quel giorno.
- Siamo fratelli, non dovresti vergognarti del tuo corpo, e poi non è giusto che sia nudo solo tu – disse, io ero pietrificato.
Senza aggiungere altro allungò la mano sul mio cazzo ed iniziò a massaggiarmelo, dopo neanche un minuto si mise in ginocchio e se lo infilò in bocca, durai pochi secondi e le venni in bocca con un’intensità mai provata in vita mia. Quando la vidi ingoiare lo sperma senza quasi battere ciglio il mio cazzo tornò turgido in un batter d’occhio e, trascinato dall'eccitazione, dissi – Ti voglio.
Furono le uniche parole che mi uscirono dalla bocca, lei mi guardò, sorrise, mi mise le braccia intorno al collo, mi baciò dolcemente poi alzò leggermente la gamba destra e infilò il cazzo dentro la sua vagina.
Fu la scopata migliore della mia vita, anche se a malapena ricordo i fatti, le emozioni non potrò mai cancellarle. Le nostre lingue si intrecciavano e ogni spinta godevamo di più entrambi, la usai a mio piacimento, era diventata la mia bambola, quando fui sul punto di venire glielo rimisi in bocca con violenza, quasi maleducatamente, ma lei, più eccitata di me se possibile, non batté ciglio e ingoiò di nuovo la mia sborra con avidità unica.
Finimmo la doccia due scopate dopo quando la pelle delle dita iniziava a far le grinze per la troppa acqua e il mio amico dei paesi bassi iniziava a non dare più segni di vita.
Da quel giorno in poi il sesso diventò una routine, la nostra abitudine segreta che rafforzava ancora di più il nostro rapporto. La mattina, ad esempio, lei si svegliava sempre mezz'ora prima di me, preparava la colazione e poi veniva a svegliarmi con un pompino o, nei giorni in cui era particolarmente eccitata, cavalcandomi direttamente. Quel periodo fu stupendo, passavo le giornate in università poi a studiare fino a sera, tornavo a casa, mi fumavo un cannone con lei, appena la botta scendeva il giusto mi tiravo via le mutande e li capiva già tutto. Voglio però raccontarvi un altro episodio, che per me è stato molto particolare.
Dopo neanche un mese di questa routine avevamo sviluppato un’intimità unica, tanto che quando venne a visitarci nostro padre, mentre stavamo parlando seduti al tavolo della cucina, lei infilò la mano sotto la tovaglia e dentro i miei pantaloni, mi tirò fuori l’uccello e iniziò a segarmi, continuando la conversazione con il babbo facendo finta di nulla. La situazione era paradossale e neanche io sapevo come reagire a tutto ciò, faticavo a mantenere la conversazione ma nonostante tutto la lasciai fare finché le sborrai in mano. Si pulì le mani alla tovaglia grossolanamente e, mentre nostro padre ci raccontava della sua triste vita, si leccò le dita, ancora chiaramente sporche di sperma, mentre mi guardava con fare malizioso. Liquidammo nostro padre il più velocemente possibile e ancora prima che la porta di casa si chiudesse dietro di lui, io le avevo già infilato due dita nella figa, era fradicia. Non riuscii a resistere un attimo di più, la misi faccia alla porta, le strappai, letteralmente, le mutandine e glielo infilai dentro con foga, ero così eccitato che ci misi molto poco a riempirla. Ma questa volta volevo di più, era stata lei ad iniziare e lei ne avrebbe pagato le conseguenze. E, mentre lei ancora aveva la figa che gocciolava sperma, misi un preservativo, fatto insolito poiché dopo il primo mese di sesso lei aveva iniziato a prendere la pillola, e mi guardò confusa, non capiva a cosa servisse. Così la girai, la misi a pecorina e glielo misi nel culo. Ancora meglio del sesso normale, all’inizio provò ad opporre resistenza, ma poi sentii sempre più il suo ano stringersi intorno al mio pene e iniziò a gemere violentemente. Venni, tolsi il preservativo sporco e ci mettemmo sul divano, nudi, a fumare.
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