La prima volta non si dimentica mai 2
di
CHIODINO
genere
dominazione
La prima volta 2.
Questa volta mi fa, me la rompe. Voglia ma anche tanta paura. Stesa supina lo guardo cercando non lo capisca quanto lo voglio. L' avambraccio mi copre quasi del tutto gli occhi, cosa fa? Dio, ha un culo bellissimo. Ma cosa fa? Mi gira le spalle e traffica con quel vassoio che ora non vedo, c'è lui di mezzo. Ma si gira e capisce che sto osservandolo, arrossisco tanto che le guance quasi mi bruciano, chiudo gli occhi...
Su, guardami. La voce è quasi imperiosa ma al tempo stesso dolce, roca, la sua bella voce. E' bellissimo. Alto senza esagerare, spalle larghe, un bel viso forse un poco squadrato, castano chiaro, quasi biondo ed il coso gli pende tra le gambe...ma tolgo gli occhi...
Noi lo chiamiamo cazzo, dice, le signore invece dicono membro virile, in italiano si chiama pene.
Si fa più vicino tenendolo in mano. Toccalo, Non oso...poi lo sfioro. Stringilo un poco, non morde, e ride. Brava, così. La parte in alto, al' interno, si chiama glande, la pelle che lo copre prepuzio.
Non capisco a cosa servano queste spiegazioni ma gli sorrido lo stesso. Prendilo in mano, stringilo ma solo un poco senza esagerare. Adesso scopri il glande dice sorridendomi quasi con dolcezza, ma è un ordine. Fai piano però. Devo farmi forza ma ubbidisco. E quando mi dice di baciarlo lo bacio, posandoci appena le labbra. E' caldo penso, e lo dico. E' irrorato di sangue fin quasi in superficie, il sangue è caldo. Scappellalo, continua, poi leccalo, bacialo.
Non mi spiace, non mi da fastidio anche se certamente poi dovrò succhiarglielo, fargli un pompino. E perché no. Invece continua la lezione, il sacchetto delle palle che sono i testicoli, si chiama scroto...Anche quello va trattato con delicatezza quanto e più del glande. Mi prende tra le braccia e mi coccola a lungo facendomi impazzire.
Mi fa impazzire il puntino che ho li in basso, sollecitato delicatamente, mi fa più che impazzire...ed impazzisco per tutto il tempo che labbra, lingua e dita percorrono la mia fessura finendo spesso li, sul puntino...la clitoride, come devo chiamarlo o chiamarla.
Vieni cara, siediti sul bordo. Seguendo le sue indicazioni lo bacio, lo lecco a lungo mentre delicatamente lo stringo tra le labbra per poi allentare la stretta. Credevo si ingrossasse ulteriormente ma non mi sembra crescere, diventa però più duro, e forse, solo forse, no che cresca è solo una mia idea.
Mi piace sentirlo tra le labbra, mi piace quando me lo fa scivolare tra le labbra sul tappeto della mia lingua. Un pompino, un vero pompino. Tra poco mi viene in bocca penso inorridita. E perché mai inorridita, certo non è veleno. Sono incuriosita e vogliosa della novità. Voglio sentirlo godere, voglio far godere un uomo, il mio uomo.
Basta così, cara.
Non sono certa di aver capito. Alzo gli occhi allibita. Lui sorride. Un pompino me lo farai dopo, forse.
Oggi resti vergine. Parla con voce decisa, dura persino e me ne preoccupo. Mi preoccupo di più quando mi lega i polsi che unisce alla testata del letto. Si allontana fino a l' armadio tornandone con uno scudiscio che mi mostra.
Sei la mia schiava ed io il tuo Padrone. Sottolinea col tono l' ultima parola. Non ti imbavaglio se non gridi. Ora ti entro nel sedere e sentirai male. Se gridi ti imbavaglio e ti frusto. Sono stesa sulla pancia ma posso girare un poco le spalle e vederlo, è serio, deciso, mi fa paura. Esito un attimo, esito quasi troppo. Se dico di no...e se mi manda via? Ho paura, ma essere scacciata no! Non griderò, Padrone, Farò di tutto per non gridare.
Non può vedere il sorriso soddisfatto del l' uomo, non può immaginare quanto lui temesse un rifiuto della giovane...Non percepisce il sospiro di soddisfazione di lui.
Abbandonata sul lenzuolo madido serra le labbra. Ha paura, anzi è terrorizzata ma si suiciderebbe piuttosto che dispiacergli. Solo in quel momento comincia ad intuire almeno un poco cosa la aspetti, ma per quanto terrorizzata non rinuncerebbe neppure per tutto l' oro del mondo ad appartenergli, ad essere la sua donna, la sua...quello che lui vorrà.
Non si aspettava una resa repentina, era certo di dover abbattere una resistenza probabilmente accanita; pianti e ripulse, minacce e paure. Inginocchiato tra le cosce aperte di lei carezza i fianchi snelli, con tenerezza, affetto quasi. E' giovane,è anche molto bella...mandare al diavolo tutto il resto, tenerla per lui solo...ma non può...
Dalla scatoletta preleva una piccola supposta e la infila a fatica nel grumo di carne convulsamente contratto, sta per suggerirle di non...ma no, ora qualsiasi cosa sarebbe inutile, forse controproducente. Le carezza le natiche, i fianchi. Poi le cosparge con la crema l' orifizio contratto, un grumo di carne, la spinge dentro. Proverà meno dolore, un poco almeno. Se lo mena un poco, non servirebbe, raramente è stato così in tiro e con il glande completamente scoperto che poggia sul punto e senza esitare preme, grava con forza misurata. La sente fremere, agitarsi, gemere, ma non si dibatte quanto potrebbe e neppure protesta. Soltanto freme e geme. Non è ancora entrato, non la ha dilatata se non in modo minimo, e si da del cretino. Fare il “delicato” è peggio. Pur senza gravarle con tutto il suo peso preme sul l' orifizio della donna con più forza ed ora Irma trattiene a stento un grido. E' fiera di non aver urlato e lui notandolo se ne rallegra, ne è fiero. Inoltre la ha aperta almeno un poco e parte del glande è entrato. Preme ancora ed il glande supera lo sfintere. Lentamente il cazzo viene accolto, è quasi tutto dentro di lei.
Non sa che per il dolore la sua schiava quasi è svenuta. Non sa che lo ha maledetto, insultato. Ripromettendosi di fuggire, di...di cosa cretina, si chiede. Le lacrime bagnano il lenzuolo e lui non le vede, non lo saprà mai.
Può bastare, pensa. La ha penetrata se non a fondo, quasi. E' orgoglioso e meravigliatosi meraviglia di non aver dovuto ascoltare proteste veementi. Qualche lenta contorsione e sono entrambe stesi sul fianco sinistro ma sempre uniti dal membro di lui. La ragazza si chiede quale sia la ragione di quella manovra ma poi le è chiara. Le infila il braccio sinistro sotto il capo fino a farlo posare sulla spalla del l' uomo che la sta ancora sodomizzando, od almeno, pur senza montarla è ben piantato nelle sue reni. Una mano arriva a posarsi sui seni, l' altra, la destra, libera, è tra le cosce al' inizio contratte della schiavetta, le carezza il sesso, sfiora delicatamente la clitoride, insomma il classico ditalino da dietro che dopo qualche tempo raggiunge il suo scopo. Sente il dolore misto al piacere che cresce, la travolge ed ansima, chiude la bocca ma respira rumorosamente attraverso il naso, non riesce a trattenersi dal muover i fianchi assecondando i movimenti di lui che oltretutto continua a solleticarle la fessura. Gode rumorosamente, si bagna con un cazzo nel culo quai ancora vergine.
L' uomo arretra i fianchi per poi spingerli di nuovo in avanti, una due, molte volte. La sta chiavando nel sedere. Un movimento imprudente ed il cazzo esce dalla tana calda, ma tenendola ferma con la mano destra lo fa riaccogliere al caldo.
Sto per venire aveva pensato e contemporaneamente percepisce i primi sussulti del giovane corpo che stringe, portato a godere con un cazzo nel culo dal suo sapiente maneggio sulla fessura ancora intatta.
Se ne eccita al punto che forse potrebbe...ma la natura non lo consente.
E' sfiancata pensa, ma non quanto temevo.
Slegata, pallida come un cencio, incredula per aver provato persino piacere in un simile frangente, la giovane osserva quello che ormai sente come il suo Padrone. LO ama, si chiede, oppure...oppure cosa?
E' livida, esausta, eppure felice. Il dolore provato? Neppure troppo ed ha persino goduto prendendolo in culo. Mai sentita una cosa del genere.
La ha mandata a lavarsi e spiegato come usare le supposte e la crema. Ora gli lava il cazzo e LUI, il PADRONE, sembra goderne. Usa quanto era pronto sul vassoio fin da l' inizio. Le garza, il sapone liquido, l' acqua delle grandi tazze. Gli si è ammosciato ovviamente ma con malizia pensa che sarà in grado di farglielo rizzare di nuovo anche se le è venuto nel culo, se ha goduto forse due volte.
Questa volta mi fa, me la rompe. Voglia ma anche tanta paura. Stesa supina lo guardo cercando non lo capisca quanto lo voglio. L' avambraccio mi copre quasi del tutto gli occhi, cosa fa? Dio, ha un culo bellissimo. Ma cosa fa? Mi gira le spalle e traffica con quel vassoio che ora non vedo, c'è lui di mezzo. Ma si gira e capisce che sto osservandolo, arrossisco tanto che le guance quasi mi bruciano, chiudo gli occhi...
Su, guardami. La voce è quasi imperiosa ma al tempo stesso dolce, roca, la sua bella voce. E' bellissimo. Alto senza esagerare, spalle larghe, un bel viso forse un poco squadrato, castano chiaro, quasi biondo ed il coso gli pende tra le gambe...ma tolgo gli occhi...
Noi lo chiamiamo cazzo, dice, le signore invece dicono membro virile, in italiano si chiama pene.
Si fa più vicino tenendolo in mano. Toccalo, Non oso...poi lo sfioro. Stringilo un poco, non morde, e ride. Brava, così. La parte in alto, al' interno, si chiama glande, la pelle che lo copre prepuzio.
Non capisco a cosa servano queste spiegazioni ma gli sorrido lo stesso. Prendilo in mano, stringilo ma solo un poco senza esagerare. Adesso scopri il glande dice sorridendomi quasi con dolcezza, ma è un ordine. Fai piano però. Devo farmi forza ma ubbidisco. E quando mi dice di baciarlo lo bacio, posandoci appena le labbra. E' caldo penso, e lo dico. E' irrorato di sangue fin quasi in superficie, il sangue è caldo. Scappellalo, continua, poi leccalo, bacialo.
Non mi spiace, non mi da fastidio anche se certamente poi dovrò succhiarglielo, fargli un pompino. E perché no. Invece continua la lezione, il sacchetto delle palle che sono i testicoli, si chiama scroto...Anche quello va trattato con delicatezza quanto e più del glande. Mi prende tra le braccia e mi coccola a lungo facendomi impazzire.
Mi fa impazzire il puntino che ho li in basso, sollecitato delicatamente, mi fa più che impazzire...ed impazzisco per tutto il tempo che labbra, lingua e dita percorrono la mia fessura finendo spesso li, sul puntino...la clitoride, come devo chiamarlo o chiamarla.
Vieni cara, siediti sul bordo. Seguendo le sue indicazioni lo bacio, lo lecco a lungo mentre delicatamente lo stringo tra le labbra per poi allentare la stretta. Credevo si ingrossasse ulteriormente ma non mi sembra crescere, diventa però più duro, e forse, solo forse, no che cresca è solo una mia idea.
Mi piace sentirlo tra le labbra, mi piace quando me lo fa scivolare tra le labbra sul tappeto della mia lingua. Un pompino, un vero pompino. Tra poco mi viene in bocca penso inorridita. E perché mai inorridita, certo non è veleno. Sono incuriosita e vogliosa della novità. Voglio sentirlo godere, voglio far godere un uomo, il mio uomo.
Basta così, cara.
Non sono certa di aver capito. Alzo gli occhi allibita. Lui sorride. Un pompino me lo farai dopo, forse.
Oggi resti vergine. Parla con voce decisa, dura persino e me ne preoccupo. Mi preoccupo di più quando mi lega i polsi che unisce alla testata del letto. Si allontana fino a l' armadio tornandone con uno scudiscio che mi mostra.
Sei la mia schiava ed io il tuo Padrone. Sottolinea col tono l' ultima parola. Non ti imbavaglio se non gridi. Ora ti entro nel sedere e sentirai male. Se gridi ti imbavaglio e ti frusto. Sono stesa sulla pancia ma posso girare un poco le spalle e vederlo, è serio, deciso, mi fa paura. Esito un attimo, esito quasi troppo. Se dico di no...e se mi manda via? Ho paura, ma essere scacciata no! Non griderò, Padrone, Farò di tutto per non gridare.
Non può vedere il sorriso soddisfatto del l' uomo, non può immaginare quanto lui temesse un rifiuto della giovane...Non percepisce il sospiro di soddisfazione di lui.
Abbandonata sul lenzuolo madido serra le labbra. Ha paura, anzi è terrorizzata ma si suiciderebbe piuttosto che dispiacergli. Solo in quel momento comincia ad intuire almeno un poco cosa la aspetti, ma per quanto terrorizzata non rinuncerebbe neppure per tutto l' oro del mondo ad appartenergli, ad essere la sua donna, la sua...quello che lui vorrà.
Non si aspettava una resa repentina, era certo di dover abbattere una resistenza probabilmente accanita; pianti e ripulse, minacce e paure. Inginocchiato tra le cosce aperte di lei carezza i fianchi snelli, con tenerezza, affetto quasi. E' giovane,è anche molto bella...mandare al diavolo tutto il resto, tenerla per lui solo...ma non può...
Dalla scatoletta preleva una piccola supposta e la infila a fatica nel grumo di carne convulsamente contratto, sta per suggerirle di non...ma no, ora qualsiasi cosa sarebbe inutile, forse controproducente. Le carezza le natiche, i fianchi. Poi le cosparge con la crema l' orifizio contratto, un grumo di carne, la spinge dentro. Proverà meno dolore, un poco almeno. Se lo mena un poco, non servirebbe, raramente è stato così in tiro e con il glande completamente scoperto che poggia sul punto e senza esitare preme, grava con forza misurata. La sente fremere, agitarsi, gemere, ma non si dibatte quanto potrebbe e neppure protesta. Soltanto freme e geme. Non è ancora entrato, non la ha dilatata se non in modo minimo, e si da del cretino. Fare il “delicato” è peggio. Pur senza gravarle con tutto il suo peso preme sul l' orifizio della donna con più forza ed ora Irma trattiene a stento un grido. E' fiera di non aver urlato e lui notandolo se ne rallegra, ne è fiero. Inoltre la ha aperta almeno un poco e parte del glande è entrato. Preme ancora ed il glande supera lo sfintere. Lentamente il cazzo viene accolto, è quasi tutto dentro di lei.
Non sa che per il dolore la sua schiava quasi è svenuta. Non sa che lo ha maledetto, insultato. Ripromettendosi di fuggire, di...di cosa cretina, si chiede. Le lacrime bagnano il lenzuolo e lui non le vede, non lo saprà mai.
Può bastare, pensa. La ha penetrata se non a fondo, quasi. E' orgoglioso e meravigliatosi meraviglia di non aver dovuto ascoltare proteste veementi. Qualche lenta contorsione e sono entrambe stesi sul fianco sinistro ma sempre uniti dal membro di lui. La ragazza si chiede quale sia la ragione di quella manovra ma poi le è chiara. Le infila il braccio sinistro sotto il capo fino a farlo posare sulla spalla del l' uomo che la sta ancora sodomizzando, od almeno, pur senza montarla è ben piantato nelle sue reni. Una mano arriva a posarsi sui seni, l' altra, la destra, libera, è tra le cosce al' inizio contratte della schiavetta, le carezza il sesso, sfiora delicatamente la clitoride, insomma il classico ditalino da dietro che dopo qualche tempo raggiunge il suo scopo. Sente il dolore misto al piacere che cresce, la travolge ed ansima, chiude la bocca ma respira rumorosamente attraverso il naso, non riesce a trattenersi dal muover i fianchi assecondando i movimenti di lui che oltretutto continua a solleticarle la fessura. Gode rumorosamente, si bagna con un cazzo nel culo quai ancora vergine.
L' uomo arretra i fianchi per poi spingerli di nuovo in avanti, una due, molte volte. La sta chiavando nel sedere. Un movimento imprudente ed il cazzo esce dalla tana calda, ma tenendola ferma con la mano destra lo fa riaccogliere al caldo.
Sto per venire aveva pensato e contemporaneamente percepisce i primi sussulti del giovane corpo che stringe, portato a godere con un cazzo nel culo dal suo sapiente maneggio sulla fessura ancora intatta.
Se ne eccita al punto che forse potrebbe...ma la natura non lo consente.
E' sfiancata pensa, ma non quanto temevo.
Slegata, pallida come un cencio, incredula per aver provato persino piacere in un simile frangente, la giovane osserva quello che ormai sente come il suo Padrone. LO ama, si chiede, oppure...oppure cosa?
E' livida, esausta, eppure felice. Il dolore provato? Neppure troppo ed ha persino goduto prendendolo in culo. Mai sentita una cosa del genere.
La ha mandata a lavarsi e spiegato come usare le supposte e la crema. Ora gli lava il cazzo e LUI, il PADRONE, sembra goderne. Usa quanto era pronto sul vassoio fin da l' inizio. Le garza, il sapone liquido, l' acqua delle grandi tazze. Gli si è ammosciato ovviamente ma con malizia pensa che sarà in grado di farglielo rizzare di nuovo anche se le è venuto nel culo, se ha goduto forse due volte.
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