PIA di nome ma non di fatto
di
Jean Jacques Sborreau
genere
dominazione
Era un mese che con la mia ragazza eravamo in una fase di down, ci vedevamo poco, ognuno incasinato dagli impegni lavorativi, poca voglia di comprensione verso l’altro e ovviamente poca intimità.
Due scopate in un mese, belle e porcose come piaceva a noi per carità, ma dopo 2 anni e mezzo di relazione eravamo comunque abituati a ben altri ritmi.
Inoltre lei era tornata alla carica con la storia del fare passi in avanti e che dovevamo cominciare a pensare al futuro magari ad andare a vivere insieme (cioè io a casa sua perché lei già viveva da sola da 6 anni). Tutto assolutamente condivisibile, d’altronde io avevo 33 anni e lei 30, l’amore c’era l’intenzione pure ma il suo pressare proprio in quella fase li ci aveva portato davvero a uno scontro tra due muri.
Come una manna dal cielo arrivarono le vacanze di Pasqua, era la fine di marzo e io avevo delle faccende famigliari da sbrigare in Puglia, di dove era originaria la famiglia di mio padre, e così decisi che avrei trascorso le ferie li.
Partii in macchina, non avvisai nessuno dei miei amici locali perché volevo starmene almeno i primi giorni per i fatti miei, e dopo 7 ore di viaggio mi ritrovai davanti al cancello della mia casetta pugliese, sul lungomare della zona residenziale di una paese che viveva principalmente d’estate.
Tempo pessimo, non freddissimo ma cielo grigio e pioggia a intermittenza: aprii casa lanciai il borsone in mezzo alla sala, corsi ad accendere il riscaldamento dato che la casa era chiusa da più di 5 mesi e mi accasciai sul divano con una copertina a riprendermi dal viaggio che era iniziato alle 6 del mattino. Mi risvegliai due ore e mezza dopo ancora assonnato ed infreddolito ma notai subito che la casa si era già scaldata abbastanza.
Cominciai a chiedermi perché mi trovavo li, da solo, che cazzo pensavo di fare?Trovare me stesso nella solitudine della mia casetta delle vacanze? Ok staccare da tutto e svagarsi ma in un posto dove non c’era anima viva nel raggio di un paio di chilometri? Per di più il tempo era una merda.
Comincia a scorrere le liste di amichette di intrattenimento nei siti che tanto avevo frequentato prima di Valeria (la mia ragazza), ma non mi entusiasmai comunque, avevo la libido sotto i piedi.
Mi alzai a fatica e andai a vedere come era messa la dispensa: ovviamente vuota, solo 2 pacchi di spaghetti in fondo agli scaffali e una latta di olio.
L’idea di andare a fare la spesa in puglia mi è sempre pesata meno che a Milano, perché i prodotti tipici e il pesce fresco, di cui sono ghiotto mi incentivavano nel prendere la macchina e dirigermi al supermercato più vicino.
Quando uscii vidi che il tempo era sempre brutto e il cielo continuava a gocciolare, neanche il meteo voleva aiutarmi.
Guidai fino al supermercato e una volta dentro, presi un cestello e mi diressi subito al bancone dei prodotti tipici: in men che non si dica avevo riempito il cestello di taralli a tutti i gusti, focaccia e qualsiasi tipo di latticino.
Girovagai ancora per le corsie per recuperare i beni di prima necessità completamente mancanti in casa e poi mi diressi al bancone del pesce.
Il paradiso, Gamberi, canocchie, mitili di ogni genere erano li, freschissimi per essere razziati da me. Cominciai ad ordinare alle gentilissima signora al di là del bancone un numero di articoli indefinito: mentre ero preso nel mio delirio goloso notai una figura femminile prosperosa nella corsia dei prodotti biologici che stava leggendo le indicazioni nutrizionali sul retro di qualche prodotto: la fissai qualche istante poi venni richiamato dalla gentile commessa del banco e quando mi girai di nuovo verso la ragazza, i suoi capelli rossi ricci si erano fatti più vicini e io la riconobbi: PIA.
Ci sarebbe da aprire tutto un capitolo sulla cara Pia (mai nome fu così poco azzeccato) ma vi farò una descrizione il più sintetica possibile: 28 anni, artistoide aspirante musicista, ex ragazza di uno dei miei migliori amici, lei lo lasciò quando lei aveva 23 anni e lui 28 perché lui scopri che lei si scopava un suo professore di Università e lei cercò di giustificarsi dicendo che lui non capiva che comunque lei lo amava ma che il suo amore era liquido e trasversale e quindi da li si dichiarò pure bisessuale.Capelli rossi e ricci come vi ho già detto, ma un po radi, occhi verde acqua e viso un filino porcellesco ma grazioso nell’insieme, altezza 1,70, in carne e giunonica ma atletica essendo insegnante di yoga e pilates, culo tondo e quinta abbondante di seno.Animalista, vegetariana con passato da vegana.
Io non le parlo da allora e non ci sono state occasioni di incontrarsi e non ci siamo quindi mai confrontati su quello che successe quando lasciò Mauro ma non mi ha mai cancellato da Facebook e quindi vedevo ogni tanto gli sviluppi della sua vita.
Lei non mi vide, ma mentre la stavo guardando i nostri sguardi si incrociarono quando era a meno di un paio di metri da me.
1 secondo di stallo e sgranando gli occhi disse ad alta voce “Uè Michè! quanto tempo!” e si avvicinò per abbracciarmi e baciarmi sulle guance.
Ricambiai il saluto ovviamente e mentre mi abbracciava sentivo i suoi importanti seni che si schiacciavano contro di me, e mentre si allontanava dall’abbraccio, vidi che nonostante il cappotto e la felpa con il cappuccio che indossava aveva tutte le zip aperte e la maglietta aveva uno scollo ampio da cui potei subito sbirciare i due importanti meloni.
Il mio cazzo sembrò attraversato da nuova linfa diventando durissimo e una sensazione di risveglio mi pervase togliendo parecchie delle nubi che mi oscuravano da quando ero arrivato.
“Ciao Pia! quanto tempo davvero! come stai?” risposi
“Tutto bene! cosa sono mmm ci?..se?..”
“Sei anni tutti che non ci vediamo cara” ribatto sicuro
“Cavoli una vita, come va? che fai in terra pugliese fuori stagione?” mi chiese subito
“Eh questioni di famiglia, avvocati cazzi e mazzi.sono arrivato poco fa. infatti faccio la spesa per la settimana” dissi ridacchiando e mostrando il cestello stracolmo
“Ah però!” disse chinandosi per prendere la gigantesca vaschetta di mozzarelle che era nel mio cestello e permettendomi così di poter ammirare di nuovo quelle due enormi bombe che strabordavano dal reggiseno bordeaux.
“Eh si spesina, sai che qui io impazzisco per il cibo. E tu spesa per la cena di stasera?” indicando i 2 pacchi con hamburger di ceci e la vaschetta di pomodorini che aveva nel suo cestino a braccia.
“Già…sono appena uscita dalla palestra dopo le lezioni e stasera non ho i corsi serali e posso svaccarmi sul divano e vedermi qualche serie TV ma avevo il frigo vuoto e mi tocca cucinare qualcosa anche se non ne ho nessuna vo…”
“Non ti preoccupare tanto sei a cena da me stasera” mi uscii da sola quella frase con un tono perfetto per la situazione, chiaro e perentorio ma non dittatoriale non dandole spazio di replica poiché subito dopo mi rivolsi alla signora del bancone: “Perfetto così signora, 8 gamberi rossi vanno benissimo”
“Sono freschissimi signore e li può mangiare anche crudi”
“Perfetto signora. Grazie mille"
Pia nel frattempo avevo sentito che aveva accennato una qualche tipo di risposta ma io fui più veloce in preda al mio momento di ipersicurezza:
“Aperitivo casalingo, ti piace il prosecco?”
“Si mi piace, ma Michè non voglio che…”
“Ottimo, 6 anni hanno bisogno di un po’ di tempo, del buon vino e del buon cibo per essere raccontati, non credi?” Dissi ritirando il pacco portomi dalla gentile commessa del banco pesce e ringraziandola di nuovo.
“Si hai ragione” disse con un tono un po’ vergognoso, un sorrisino tenero accennato, le gote arrossate e abbassando lo sguardo
Cazzo se mi sentivo figo.
Mi feci seguire nella corsia dei vini e afferrai subito un prosecco con un bel prezzo senza neanche fermarmici davanti e mentre scorrevo con lo sguardo tra i bianchi le dissi: “Tu se non mi ricordo male sei vegetariana quindi non mangi né carne né pesce”
“In realtà..il pesce ogni tanto lo mangio, mi piace troppo e non riesco più a farne completamente a meno” lo disse ancora con quell’alone di vergogna e il suo sguardo rimaneva abbassato e ciò mi stava eccitando oltremodo, avevo un’erezione incontrollabile che premeva nei jeans.
La guardai un secondo e le dissi “Fai bene, il pesce fa bene e buono e fresco come qui non lo mangi da molte altre parti”
Nel frattempo afferrai un buon bianco e mi diressi verso la cassa.
“Allora un bel aperitivo di crudo di mare non ce lo toglie nessuno”
“Madù Michele che buono!” disse con spontaneità incontrollabile e sorridendo ampiamente alzando lo sguardo e guardandomi negli occhi.
Arrapamento livello massimo.
Alla cassa prendo anche il suo cestino e lo svuoto sul nastro insieme alla mia roba e reprimo ogni suo tentativo di opporsi al fatto che pagassi anche la sua spesa.
Non apprezzò molto lo vidi ma la cosa non mi interessava.
Pagai e uscimmo.
“Mi segui con la macchina?”
“No dai passo da casa almeno a cambiarmi che sto ancora con la tuta”
“Mavvà ma che te frega??Mi formalizzo secondo te? Casa mia è stata chiusa 5 mesi e ed è ancora tutta sottosopra mica ti ho invitato al grand Hotel”
“Ma dai almeno una doccia sto tutta messa da…”
“MMM PIA dai non ti preoccupare, seguimi con la macchina”
“Ok…” tornando al tono imbarazzato e abbassando sempre lo sguardo che però notai questa volta soffermarsi al mio rigonfiamento dei jeans che in effetti era molto evidente, ma io feci finta di nulla e la richiamai con un: “Dai andiamo allora”
Salgo in macchina, metto in moto, mi affianco a lei e le faccio cenno di seguirmi.
Parto ma devo stare attento a non andare troppo forte per l’eccitazione per non lasciarla troppo indietro.
Sono gasatissimo!
Telefono che vibra, bluetooth della macchina che suona, sullo schermo appare -VALERIA- eccole di nuovo le nuvole che tornano.Rispondo:
-Ciao…-
-Ciao amore, sei arrivato? tutto bene?-
-Si, arrivato alle 2, scusa non ti ho avvisato perché mi sono addormentato e ora sto andando a fare la spesa-
-Ero preoccupata, non ti ho sentito tutto il giorno-
-Sai che non devi preoccuparti-
-Eh ma sono le 6 e non avevo tue notizie-
-Lo so amore scusa te l’ho detto mi sono addormentato, tu come stai?-
-Bene…finito di lavorare ora e sto tornando a casa che tra un’ora ho l’incontro per il mio progetto…sperò non sarà una cosa lunga, sono molto stanca, oggi è stata una giornata faticosa e per di più non ci vedremo per una settimana…-
-Eh dai amore su non ti preoccupare, è per il tuo futuro e per la tua carriera, devi faticare un pochino ma poi ne raccoglierai i frutti, vedrai.-
-Vorrei che fossi qui-
-mh mh…anche io- risposi con tono un po’ distratto.
-Senti…..sono quasi al super ci sentiamo dopo quando hai finito?-
-Ok ho capito non hai voglia di parlare-
-Ma no amore è che devo andare dentro a far la spesa tu ti devi preparare, non riusciamo a parlare bene.-
-mmm ok….ti chiamo dopo-
-Ok-
-A dopo…..ti amo-
-A dopo-
Ero sul lungomare e 300 metri da casa, piovigginava e mi sentì il vuoto dentro, la prepotente erezione si era spenta e l’eccitazione mentale sparita.
Valeria mi aveva ucciso il momento ed ero incazzatissimo per questo.
Guardai nello specchietto retrovisore e la Clio blu di Pia mi seguiva a una trentina di metri di distanza.
Ecco il cancello.
Scesi per aprirlo, entrai nel vialetto e Pia dietro di me.
La pioggia si fa più insistente proprio mentre scendo dalla macchina con i sacchetti della spesa e corro al cancello per chiuderlo.
Mentre armeggio con quest’ultimo sento che le gocce non mi arrivano più forti e copiose come prima. Era Pia con il suo minuscolo ombrello portatile che era venuta a coprirmi.
La ringrazio con un sorriso, chiudo il cancello finalmente e corriamo sotto il porticato della veranda.
La prima cosa che noto è che la maglietta di Pia si è completamente inzuppata con la pioggia ed ora è assolutamente adesa alle sue prorompenti forme.
La mia erezione comincia a ripresentarsi
Entriamo in casa, il calore era decisamente salito, forse anche troppo.
“Madù Michè che caldo! Che bello ci voleva”
Vado alla caldaia e noto che probabilmente nel rincoglionimento del post viaggio avevo alzato i caloriferi a 32 gradi. Abbasso.
Poggio le cose e vado diretto in sala, apro il borsone, estraggo una maglietta asciutta e gliela porgo.
“Sono tutta bagnata in effetti” disse pinzando con le dita la maglietta e scostandola dal corpo.
“Li c’è il bagno, dammi pure la giacca” e la aiutai a toglierlsi sia la giacca che la felpa dando un’ultima occhiata a quelle meravigliose e gigantesche zucche, prima che sparissero dietro la mia maglietta visto che non aveva una scollatura così generosa.
La mia eccitazione era alle stelle: andò in bagno e io non resistetti, la guardai dalla serratura, sarei dovuto essere velocissimo e un ninja ma ero troppo arrapato per perdermi lo spettacolo.
Via subito la maglietta ma lei è di schiena, appoggia la maglietta sul calorifero, si gira ed è di profilo che si guarda allo specchio, sistema il reggiseno che è un po bagnato anche esso, infila le mani sotto per controllare bene e allora lo slaccia.
Io ho un sussulto ma lo trattengo. Sento bagnarmi parecchio. Con la mano mi strizzo forte il membro attraverso i jeans.
Due seni enormi con i capezzoli perfetti, non troppo grossi e non troppo piccoli, rosa, ma soprattutto due tette molto sode per le dimensioni che hanno, si manifestano in tutta la loro imponenza.
Lei appoggia il reggiseno sul calorifero e si palpa un attimo i seni.
con un sol colpo che mi spiazza si abbassa pantaloni della tuta a le mutandine lasciandomi intravedere la passerina molto ben curata, e praticamente tutta depilata, lasciando solo una minima strisciolina.
Si siede sulla tazza e minge.
Guardo 2 secondi e so che quello è il momento giusto per andarmene.
Lo faccio ma ora sono visibilmente scosso e arrapato e quindi devo darmi una calmata.
Vado in cucina e comincio a tirare fuori il necessario per preparare l’aperitivo.
Sento nel frattempo la porta del bagno aprirsi e io mi gaso molto per essere riuscito a non destare nessun sospetto in lei.
“Posso darti una mano?” “Metti il prosecco in freezer e il vino in frigo” le rispondo mentre apro i vari pacchetti di pesce.
Lei obbedisce e nel mentre le passo lo spremi agrumi e le porgo anche 2 limoni, mentre io mi dirigo a prendere l’olio nella dispensa.
“Sei insegnante di yoga ho visto”
“Eggià ma anche di acroyoga e pilates” dice molto fiera.
“Hai tanti corsi?”
“2 di yoga, 2 di pilates e mmmm uno di acroyoga che da settembre potrebbero diventare 2”
“Ebbrava a Piuccia!” rido e lei ride
“E la fisioterapia?”
“eh quella quando capita ma sempre più raramente….non ci sono molte strutture che ti paghino decentemente in zona”
“Capisco…peccato ho un dolore alla spalla da 3 mesi che mi attanaglia ma non mi fido visto che non sei allenata” le dico con un tono ben poco scherzoso ma facendo subito seguire un sorriso divertito.
“Uè Michè! ti rimetto a nuovo! anzi ti incricco ancora di più apposta se continui a fare lo spiritoso!”
“No no ti prego è già doloroso di per se”
Io pulivo i pesci e li preparavo su un piatto mentre lei finiva di schiacciare il limone e mi passava le cose che mi servivano per la preparazione.
Parlammo di quello che avevamo fatto in quei 6 anni in modo molto superficiale, poi ovviamente cominciammo la discussione inevitabile su Mauro.
Introdusse lei il discorso.
“Mauro si è sposato quindi”
“Eggià, dopo di te l’Amore vero” la guardai con un sorriso di sfottò.
Sospirò profondamente “Adavèr!…sono stata una vera stronza con lui.”
“Lo stai dicendo tu eh!” dissi subito.
“No davvero lo so, fui una bambina ed ero probabilmente una bambina capricciosa, lui voleva investire in noi e io lo tradìi brutalmente.”
“Non eravate fatti per stare insieme, era chiaro, ma l’ho detto subito a lui. Per lui è stato un bene che vi siate lasciati, non fraintendermi, però non aveva bisogno di te. Ora ha quello che gli fa bene.”
“Eggia…” di nuovo lo sguardo basso ma sto giro l’espressione era decisamente più sconfortata.
“Sai stetti male, nonostante gli avessi fatto quello che gli ho fatto: volevo tenermelo lo stesso, avere lui e avere anche altri.”
“E altre se non mi ricordo male…” la incalzai.
Sempre guardando a terra fece un sospiro con un sorriso.
“Eggià, la storia di Giovanna…”
Presi il piatto ormai pronto e le dissi di prendere il prosecco dal freezer e due calici e ci spostammo in sala.
“Ma sto professore??? cioè io vidi le foto e cazzo….ERA VECCHIO PIU’!!!”
“Mi usò, era molto affascinante ed era solo interessato a delle scappatelle, mi promise il mondo ma appena Mauro lo contattò per dirgli quanto era una merda lui non ne volle più sapere manco di me.”
“Ahia….”
“Già!"
Stappai lo spumante e lo versai nei calici.
“Salute! a questi 6 anni!” e la guardai dritta negli occhi accennando un sorriso.
“Salute! ai 6 anni” rispose non molto entusiasta.
"Con Giovanna non mi sono più parlata da allora”
“Beh ma poi ho visto dei fidanzati, almeno da Facebook”
“Si 2 fidanzati che te li raccomando, una ragazza che non voleva ammettere di essere bisessuale e qualche storiella. Micky ne ho perso di tempo in 6 anni!”
“Si ma sei giovane stai tranquilla hai tutto il tem...”
“LO SO!” il volume alto di quella risposta mi colpì
“Ora però sono focalizzata sulla mia carriera, da settembre scorso ho fatto piazza pulita dei miei casini sentimentali e ora mi sto dedicando ai miei corsi e sono cazzo felice di quello che sto facendo”
La guardo, le tiro su il viso con un dito sotto il mento, la guardo negli occhi e le dico: “Sono felice per te: questo vuol dire crescere”
Accusò il colpo ma sapevo che a breve sarebbe toccata a me e quindi dopo poco mi disse: “Anche tu mi pare abbia una bella ragazza, che begli occhi che ha!”
“Uè ten gio i man dalla mubilia!”
“Eh???”
“Ahahahah vuol dire tieni giu le mani dai mobili, non si sa mai che ti invaghisci della Vale!”
“Ahahahahah scemo!”
Le raccontai la nostra storia, che stavo bene ma che in quel momento eravamo in un periodo di sbattimenti non indifferenti.
Poi un flash mi colpì, una sera di ferragosto nella villetta di Mauro, birrette e cannette, ma Mauro non fuma, anzi gli fa proprio schifo, mentre Pia ancora giovane, voleva trasgredire e si fece 2 tiri dalla mia canna. Dopo mezz’ora lei stava sbarellando e Mauro si incazzò con me e con lei, allora lei prese e senza farsi vedere da lui tornò da me sedendosi sulle mie gambe e mi abbracciò dicendomi all’orecchio”Ogni tanto vorrei che Mauro fosse un po’ più come te!”.
Non so perché mi riaffiorò quel ricordo in quell’istante ma mi diede lo slancio per prendere con le mani un gambero e porgerglielo alla bocca.
Lei subito lo accolse nelle sue labbra mordendolo fino alla base della testa.
“Mmmmmm….che buono!”
“Davvero?”
“Si assaggia” e ripeté il mio gesto identico e io come lei addentai il crostaceo ma ne succhiai anche la testa mentre lei lo teneva e un pezzo delle sue dita finirono nella mia bocca.
Lei sgranó involontariamente gli occhi e le gote le si arrossarono tantissimo.
Io non mi trattenevo più, ci scambiammo ancora un po’ di giochini culinari, fino a quando presi in bocca delle tagliatelle di mare e gliene porsi l’altro capo, stile lilli e il vagabondo, ci rovesciai sopra un po di limone e cominciai a succhiare mentre lei faceva lo stesso.
Il contatto fu ESPLOSIVO, labbra, sapore di mare, limone, la sua lingua calda, rubarsi pezzi di seppia dalla bocca con i denti, riavvolgere le lingue, succhiarsele.
La mia mano le afferró la nuca e premette la sua testa verso la mia, mentre le nostre lingue si attorcigliavano e si scioglievano un milione di volte.
Con l’altra mano le accarezzai e le afferra il lungo collo ma le nostre bocche non si staccavano mai.
Furono dei lunghi minuti di passione, eravamo entrambi completamente persi nella foga di quel bacio, il mio cazzo era compresso nei miei jeans e sprigionava fiotti di liquido prespermatico.
Mi staccai dalla morsa ma le passai il naso dalla bocca, al mento e al collo e appena vidi una goccia di succo di limone che le era colato dalla bocca, la leccai fino a tornare alle sue labbra, dove la sua lingua calda e trepidante stava aspettando di nuovo la mia. Ci riallacciammo, e la feci alzare per farla sedere a cavalcioni su di me. La tirai a me afferrandola per le chiappe rotonde e sode e sentii che un fremito la percorse, allora indugiai ancora un po' sul suo culo, impastando più volte con vigore la sue natiche. Era in estasi e io pure, emise un flebile ma lussurioso "Seee" che mi fece capire che non avrei trovato ostacoli alla mia prossima mossa. Mollai la presa sul suo culo e feci scorrere le mani lungo il costato fino all'altezza degli enormi seni;li le mie mani cominciarono ad accarezzane i tondi lati e sprofondai la mia faccia in mezzo a quei due meloni, mentre le mie mani cominciarono a stringerli con forza.
Muguló qualcosa e si avvinghió forte forte a me tenendomi la testa ben pressata tra le tette.
Con un colpo netto le tolsi la maglietta e mi trovai quei meravigliosi pezzi di carne davanti agli occhi, a mia completa disposizione. Li succhiai, li baciai, li leccai, ne titillai e pizzicai gli ormai turgidissimi capezzoli per un bel po' di tempo mentre Pia aveva le sue mani impigliate nella mia folta chioma e emetteva gemiti di libido e piacere.
"uh mmm si Miché si!" "mmm see mmm" "uh uh mmmm siii"
Mi accorsi che i miei jeans ma anche la sua tuta erano completamente madidi di umori. Allora presi Pia e la feci sedere in punta della sedia con le gambe divaricate e la testa tutta tirata indietro oltre lo schienale. Senza mai mollare la presa sui suoi cocomeri, scesi e cominciai a usmarla sulla figa ormai fradicia. Altro brivido appena la sfiorai e gemito ben pronunciato appena ci affondai tutta la faccia.
La troia, ne sono sicuro, si aspettava che le tirassi giù i pantaloni e cominciassi a leccarle la sua patata ormai grondante, ma invece mi alzai di scatto, la presi stringendole le guance con una mano e con l'altra presi la sua mano e me la portai sul pacco ormai pronto all'esplosione.
"lo senti cosa hai combinato?!" le chiesi con fare minaccioso. Come risposta ricevetti solo un altro versetto di godimento, le scossi con forza il viso e le urlai più forte "LO SENTI O NO COSA HAI CAZZO HAI COMBINATO TROIA?!?" premendo sempre più forte la sua mano sul mio membro.
Rispose "SI LO SENTO!"
"È un bel pasticcio non credi?"
"Sì è tutto fradicio ed è colpa mia"
"Brava! E allora che vuoi fare??"
Mi guardó con uno sguardo che non saprei se definire più di timore reverenziale o di libido e mi disse con tono languido "Pulisco tutto io Miché non ti preoccupare" mentre già stava slacciando la cintura e i bottoni dei jeans.
Le mie mutande erano completamente inzuppate e lei cominciò a passarci sopra la bocca e la lingua sussurrando "Pulisco tutto io...pulisco io mmmm"
Io stavo esplodendo, lei lo sapeva benissimo e comincio a togliermi le mutande senza usare la mani ma mordendo l'elastico e tirandolo giù spostando la testa. Mi sembrava un'eternità ma appena il mio cazzo riuscì a vincere la resistenza delle mutande le si posò sulla faccia schizzandole due filamenti sulla bocca e sul naso. Lei senza battere ciglio li succhio in bocca e poi cominciò a baciarmi tutta l'asta del cazzo che io facevo contrarre in modo da sbattacchiarglielo un po' sul viso. Cominció a leccarlo dalla base delle palle alla punta del glande, lentamente prima, misurandone la lunghezza più e più volte e poi acceleró un pochino, dicendomi "Vedi che te lo pulisco bene? Lo vedi Miché come te lo lucido? Mmm" la feci fare ancora per una decina di secondi ma poi la mia impazienza vinse e allora quando per l'ennesima volta arrivò con la punta della lingua sulla punta del glande, la presi per i capelli e affondai il mio amico dentro la sua bocca prima, gustandomi la deformazione delle sue labbra carnose per accogliere la mia cappella e poi lo spinsi fino a sentirlo nella sua gola, fino a quando il suo naso non fu completamente schiacciato contro la mia pancia. Lo feci lentamente la prima volta, anche la seconda, mentre lei mi guardava, pure la terza fui delicato anche se indugiai qualche secondo di più una volta giunto a fine corsa sentendo la sua glottide contrarsi. Poi aumentai il ritmo, sempre più veloce e sempre più forte, 15/20 colpi ben affondati ma la troia era esperta si vedeva. L'ultimo lo diedi con tutto il corpo, fino in fondo e la tenni li 8/9 secondi 1,2,3 contrazioni della gola e sbam lo sfilai tutto spargendo il mix di saliva catarro e liquido sulla sua faccia"Non hai pulito per un cazzo bene mi pare" le disse e lei con lo sguardo sofferente di chi ha capito che per godere si dovrà impegnare mi guardò e ricomincio a leccarlo per pulirlo da tutti i liquidi.
Nel mentre mi divertivo a tormentarle i capezzoli, fino a vedere le smorfie di sofferenza sul suo viso, ma nonostante tutto non si fermava mai.
Mi misi seduto sfilando i pantaloni, le mutande e le calze e iniziai a godermi il pompino porcoso della buona Pia. Su e giù con avidità e passione, senza mai staccare lo sguardo dal mio. Su e giù senza fermarsi, poi qualche stop per leccarmi bene tutta la cappella e il frenulo e poi via di nuovo a pompare come una matta su e giù. Io con il piede cominciai a strusciarle forte sui pantaloni bagnati in corrispondenza della fica. Mi persi via con i pensieri, in una vera escalation di porcate a cui avrei sottoposto quella maiala di Pia e in un battibaleno senti un impulso incontrollabile e il mio seme zampilló copiosamente riempiendo la bocca della vacca, che non aveva mai staccato il suo sguardo dal mio, e non se ne perse neanche una goccia perché sapeva che non le sarebbe stato premesso.
"Madu Miché che buono" mi disse per la seconda volta in quella giornata.
Mi aveva spompinato da dio, é nella top 3 dei migliori pompini da me ricevuti. Era solo il primo round di un lungo match lo sapevamo e quindi dopo un minuto che fissai il soffitto per riprendermi mi alzai presi la bottiglia di prosecco e i due calici e mi diressi sul divano invitando Pia a raggiungermi. Era ancora in ginocchio davanti alla sedia e non mi aveva tolto gli occhi di dosso, voleva carpire una mia qualsiasi smorfia di approvazione. Si avvicinò, nuda a metà, sembrava una sirena.
Le porsi il calice riempito e ribrindammo con un - salute! - avvicinai anche il piatto con il crudo e le passai un cannolicchio e un gambero che mangiò e questa volta succhió direttamente dalla mia mano.
"Ti piace davvero il mio sapore?"
"Si certo. Non te lo avrei detto sennò" rispose senza battere ciglio.
Il mio cazzo su questa sua affermazione diede un segno di risveglio totale e lei se ne accorse e il suo viso assunse un aria compiaciuta. La guardai ancora fissa negli occhi e poi mi avvicinai per baciarla in modo molto sensuale, e a breve di nuovo ci trovammo con le lingue completamente allacciate. Le mie mani ovviamente erano prese con gli enormi meloni di Pia mentre lei mi segava dolcemente. Scesi a cominciai a baciare tutto il corpo, la feci mettere in piedi e io la giravo intorno baciandola su tutta la parte superiore. Arrivai in fondo alla schiena e le presi dolcemente tra i denti l'elastico della tuta, cominciai a tirare verso il basso come fece lei con le mie mutande e le scoprii buona parte delle chiappe, mostrando il perizoma sportivo in coordinato con il reggiseno che era in bagno. Mi spostai davanti e feci lo stesso. Scoprii il davanti delle mutandine, e dei filamenti di succo di fica pendevano dal perizoma. Le sfilai pantaloni calze e scarpe praticamente in un sol colpo e poi ricominciai a baciarla dai piedi e piano piano risalì verso l'alto fermandomi ancora ad altezza mutande. Le annusai vigorosamente la vagina umida affondando il mio naso dentro al tessuto fradicio del perizoma. Pia emise dei gemiti ben pronunciati e afferró la mia testa con 2 mani premendomi ancora più forte contro il suo monte di venere. Avevo tutti i suoi gustosi umori che mi lucidavano barba e baffi.
Mi liberai dalla sua pressione, alzandomi di scatto, una volta faccia a faccia la baciai tenendola per la nuca, facendole assaggiare il suo sapore, poi la spinsi sul divano facendole perdere l'equilibrio.
Appena si schiantó sul divano, io le fui sopra, e tolte con furia le sue mutandine madide, la guardai e le dissi "Ma guarda qui che casino, ora ti insegno io a pulire tutto come si deve puttanella".
Cominciai a baciarle lentamente e delicatamente tutta la zona circostante, dagli innesti delle coscie, al perineo fino al monte di venere, e ogni volta che le mie labbra la sfioravano, sentivo che dei brividi di piacere la percorrevano tutta. La torturai così per 3 o 4 minuti e poi comincia a baciare dolcemente le labbra semiaperte e grondanti umori, come se la stessi baciando dolcemente in bocca. Ogni contatto tra la mia bocca e la sua patata era seguito da un gemito di godimento, cominciò a mordersi violentemente le labbra la puttana. Anche lì me la presi con calma per alcuni minuti. La sua figa era caldissima e pulsante e un rivolo bianco uscì percorrendo il perineo e fermandosi sul suo bel buchino dietro: era il segnale, andai a recuperare la goccia umorale dall'ano con la mia lingua e risalii con vigore in un colpo solo e deciso fino alla fonte, che percorsi per tutta la sua altezza; le bloccai le gambe puntando i gomiti nell'interno coscia, tenendola per i fianchi con le mani e cominciai a frullarle la figa con la mia lingua. Le Piccole e grandi labbra vennero lucidate per bene, succhiate e leccate abbondantemente, il suo clitoride era già bello gonfio e faceva capolino dalla sua sede e bastarono solo due passate di lingua per farlo sbocciare del tutto.
Pia era in estasi, quel blitz così perentorio e improvviso mi consegnò le sue volontà.
"Aaaaaahhhhhmmmmmmmmhhhh seeeeeeeeeeeee e!!!!!!" questo è il verso che le esplose dalla gola.
Mi dedicai a lei per una decina di minuti, la feci tremare parecchie volte, soprattutto quando cominciai a musturbarla con 2 dita dentro, due dita dell'altra mano che tenevano ben in vista il clitoride e la mia lingua che lo accarezzava e avvolgeva con vigore. Dieci minuti dove Pia non riuscii a rimanere in silenzio per più di qualche secondo arrivando più volte a urlare a squarciagola fino al "ODDDIOOOOOMMMMM MMMMI PISCIOOOOOOOOHOHOHOHOH" dove mi scaricó addosso un sacco di liquido che io sapevo essere squirting ma che lei non aveva mai provato.
Tremava e ansimava per recuperare, aveva inzuppato tutto il copridivano.
La lasciai li a gambe spalancate, ansimante e che mi guardava attonita e sbigottita; Io mi diressi nuovamente verso la caldaia per alzare un pochino la temperatura visto che le piastrelle del pavimento erano ancora un po’ gelide. Tornai in sala e la trovai nella stessa identica posizione in cui l’avevo trovata solo meno scossa e ansimante.
“Hai sete?” le chiesi e lei annui con un lieve gesto del capo.
Presi la bottiglia di prosecco ne bevvi un sorsata direttamente dalla bottiglia, mentre lei fece per allungarsi verso il suo bicchiere.
Le intercettai la mano con uno schiaffetto, come quelli che si danno ai bambini quando non devono toccare qualcosa.
Mi guardò divertita ma forse anche un po’ timorosa.
“Sarò io il tuo bicchiere” le dissi e mi avvicinai a lei prendendola per i capelli dietro la nuca e accompagnandola sul pavimento in ginocchio davanti a me.
Le appoggiai la mia verga non ancora al massimo della turgidità sulle labbra e gliela passai avanti e indietro con vigore, incontrando anche la resistenza del suo naso, dopo qualche istante le feci aprire la bocca appoggiando il glande sul labbro inferiore.
Mi fissava mentre comincia a versare lentamente lo spumante sulla mia pancia, facendolo colare lungo tutto il mio cazzo.
Cominciò a bere tenendo la bocca ben aperta, poi quando si riempiva la chiudeva per ingoiare lo spumante che con la schiuma cominciava ad uscirle copiosamente dalle labbra.
Le feci fare 3 o 4 sorsate, poi interruppi il flusso e aspettai che mi pulisse per bene ingoiando e leccandomi il cazzo. Così fece, iniziando un altro meraviglioso pompino.
“Dopo aver bevuto magari ti è venuta anche fame vero?” e lei annui mentre faceva su e giù con la sua bellissima bocca.
Allora afferrai delle tagliatelle di mare avanzate e le cominciai ad appoggiare all’asta del mio membro e sul glande e lei golosamente cominciò ad ingoiarle.
“Brava porcona golosa! Mangia tutto!Brava….così! Altrochè vegetariana va come ti mangi il pesce” Io ero in estasi, mi piaceva avere il pieno controllo su di lei e sapevo che avrebbe fatto ormai qualunque cose le avessi ordinato di fare.
Mi staccai allora da lei e spinsi la sua testa sul pavimento piastrellato dove si era versato un bel po’ di vino. Mi alzai tenendole la testa premuta leggermente sul pavimento con il piede e le dissi “Finisci di bere che non voglio vederne sprecato manco una goccia!” Stette qualche attimo immobile ma appena io esercitai un po’ più di pressione con il piede sulla sua nuca, cominciò a leccare e a succhiare il vino dalle piastrelle. “Brava allora vedi che sai come si fa?!?” Ero il suo dio e potevo ordinarle qualsiasi cosa e questa situazione mi faceva eccitare oltremodo.
Staccai il piede ma lei continuò a leccare il vino ancora un pochino.
“Alzati e sdraiati sul divano!” Le ordinai e lei mi guardò impaurita mentre eseguiva l’odine che le avevo appena assegnato.
Rimasi qualche secondo a guardarla: che bella maialotta che era, con i suoi seni giganti e sodi che rapivano la mia attenzione.
Andai in bagno senza dirle niente, e mi misi a cercare tra le creme per trovare qualcosa con cui lubrificarle le mammelle ma purtroppo nulla faceva al caso mio, poi l’illuminazione!
Chissà cosa pensò appena mi vide entrare in sala con due asciugamani e la latta da 5 litri di olio di oliva.
“Alzati che devo mettere gli asciugamani” lo fece senza battere ciglio e una volta compiuta questa operazione si adagiò su di essi senza che io le dicessi nulla.
Mi versai un po' di olio sulle mani e poi cominciai a passarle sulle sue immense zucche, rendendole belle lucide e lisce.
Lei apprezzò molto quel massaggio vigoroso che le stavo facendo e ne aveva già capito il motivo.
Presi ancora la latta e le versai ancora un pochino d’olio nello spazio tra le due montagne e lei con grande maestria cominciò a cospagerselo per bene.
Mi misi a cavalcioni su di lei e appena lei ebbe il mio pene a portata di mano comincio ad accarezzarlo ungendomelo per bene.
“Siete tutti uguali comunque, vi piace proprio scoparmi le tette!” Disse sorridendo e con aria di chi la sa più lunga degli altri, ma io feci finta di niente e la continuai a guardare con sguardo serio.
Appena sentì che tutto era lubrificato afferrai i due meloni, ci piazzai in mezzo il mio amichetto e comincia a scoparla a un ritmo sostenuto.
Il cazzo sgusciava li dentro che era una meraviglia e io ero eccitato al massimo livello. Da sola cominciò a tenere strette le tette lasciandomi così libero le mani, con cui iniziai a pizzicarle e a tirarle i capezzoli.
Poi, continuando con il mio ritmo forsennato, le cacciai tre dita in bocca afferrandola per la mandibola che usavo come redine mentre proseguivo nel mio rodeo: sentivo la sua bocca che si riempiva di saliva e appena ebbi la mano completamente bagnata, la estrassi e la portai dietro di me in cerca della sua figa che trovai già abbondantemente umida e cominciai di nuovo a masturbarla con foga.
Ricominciò a gemere forte e di nuovo emetteva quei mugolii tanto arrapanti: “Mmmh MMMhh Maduuuu seeeee mmmmmmm!!!”
Dovevo scoparla, li subito.
Mi alzai, mi tirai indietro, le sollevai le gambe portandomele sopra le spalle, mi aggrappai di forza alle sue culotte de cheval ed entrai diretto.
”AAaaahhhh Seeeeeeeeeee!” esclamò subito e li cominciai di nuovo a muovermi con lo stesso ritmo incalzante di quando le scopavo le zinne. Il rumore ritmato del mio corpo che sbatteva contro il suo aumentò tantissimo la mia eccitazione e la mia velocità.
Lei non smise un secondo di urlare a gemere a tempo “See see se se se ahAh ah AH AHAH MMH AH se così così COSIII” “Madù Michè see see see Madù maduù! Seee Ah ah AH AH AH!!” “Scopami così! se se se Scopami così dai! Madù se SE SEEEE!Scopami!Scopami!scopami!scopami! DAAAIIII!!” La stantuffai senza fermarmi per qualche minuto fino a quando la sentii irrigidirsi, vidi che si mordeva con forza le labbra e strozzava così i versi che aveva emesso fino a un secondo prima, io aumentai la forza dei colpi a quel punto, fino a a quando non senti un abbondante rivolo caldo fuoriuscire da lei e il piacere che sgorgava incontrollabile dalla sua gola “OOOOOOOOHHHH SEEEEEEEEE!!!! AHH ah SEEEEEE!!!!!MMMMMSEEEEE” estrassi il cazzo fradicio dalla sua vagina grondante umori che erano ormai una cascata.
Mi ritrovai il suo anello anticoncezionale infilato sul mio amichetto: lo presi ma prima di rinfilarglielo cominciai a masturbarla di nuovo con la mano a ventaglio: pochi secondi ancora tremori e contrazioni, ancora mugolio di godimento e di nuovo uno schizzo, meno copioso del primo, che mi centra il petto. “OOOOooHHHHH di NUOVOOOOOO!!” fortunatamente c’erano gli asciugamani.Le lanciai addosso l’anello tutto fradicio e mi spostai.
Era esausta e ebbra di piacere, l’avevo sfiancata lo sapevo ma non sarebbe finita da li a breve, sapeva che ne doveva passare ancora tante, sapeva che quella sera avrebbe scontato le sue porcate commesse anni prima, sapeva che ero il miglior amico di Mauro e l’avrei fatta a pezzi quella sera…e lei, Troia, non ne vedeva l’ora.
Io pure ero fisicamente provato da quella scopata a ritmi forsennati e mi lasciai cadere sulla poltrona di fianco al divano per riprendere forze e fiato, mentre lei riposava sul divano.
Passarono un paio di minuti credo e quasi mi addormentai fissando il soffitto, ma Pia si mise in ginocchio davanti a me e cominciò a leccarlmi con colpi di lingua ben mirati dal sottopalle alla punta dell’uccello e il mio amico non ci mise più di una decina di secondi a tornare bello arzillo.
La feci fare, sapeva cosa e come fare, su e giù e lingua. “Dio che troia che sei!” le dico e mezza voce.
Mi godo il pompino magistrale ma a un certo punto sento un ronzio sordo…la vibrazione del telefono sul tavolo.
Mi alzo di scatto senza preavvisarla e vado a recuperare il cellulare, lei mi fissa. Sullo schermo c’è il nome di Valeria, sono le nove passate cazzo!Di nuovo quelle nuvole del cazzo stavano per impadronirsi di me ma questa volta non volevo assolutamente soccombere e un’idea mi venne subito in mente.
Presi il telefono, mi rimisi seduto davanti a Pia e prima di rispondere la presi forte per la gola, le tirai due buffetti e le ordinai “Tu puttanella continua a fare quello che devi, ma non ti azzardare a emettere qualsiasi tipo di verso e a fare qualche scherzetto del cazzo perché sennò finisce male per te!Ok?!” Annui impaurita. La presi e le cacciai il mio cazzo in bocca.
“Pronto ehi” dissi con tono dolce.
“Pronto Amore che fai?”
“Sono sul divano a guardare la TV”
“Stavi dormicchiando già? per quello ci hai messo tanto.”
“No avevo lasciato il telefono di la…tu hai finito l’incontro?”
E intanto Pia mi pompava con gran passione tenendo il suo sguardo fisso su di me
“Si è andato bene abbiamo analizzato parecchi punti critici del progetto e mi pare di essere a buon punto.”
“Ah molto bene amore mio, sono contento”
“Si anche io, sono un po’ più rilassata adesso, mi sono tolta delle preoccupazioni inutili”
“Brava tesoro, sapevo che sarebbe andata bene, stai facendo un gran bel lavoro"
Non so se sarei stato così affabile al telefono con Vale se non avessi avuto quella puttana che mi spompinava con grande maestria.
“Eh lo so ma sai come sono fatta, sono sempre indecisa e impaurita, mi stresso per niente….Meno male che ci sei tu con me…” mi disse con tono dolcissimo.
“Oh Amore…”
“Mi manchi tanto lo sai?”
“Mmmhh…….anche tu” le risposi con tono altrettanto tenero.
Pia nel frattempo si era unta di nuovo le tette e aveva cominciato a farmi una spagnola con i fiocchi.
Da li la telefonata prese una piega molto tenera, dove Valeria ed io ci dicemmo un sacco di cose dolci per una decina di minuti mentre io guardavo Pia negli occhi mentre mi lucidava la minchia con le sue enormi tette.
“Che farai in questi giorni amore mio? Hai già sentito Mauro e gli altri?”
“No tesoro non ho sentito ancora nessuno, volevo riposarmi dal viaggio e stare tranquillo almeno stasera. poi domani chiamo Mauro (appena Pia senti il suo nome ebbe un sussulto) con calma e tutti gli altri.
Devo anche sentire il commercialista e gli avvocati”
“Aggià che non sei giù in vacanza”
“Eh no amore mio”
Pia prese il cazzo in mano e cominciò a segarmi mentre mi leccava con foga il frenulo e io li emisi un piccolo gemito che dovetti subito reprimere e che camuffai a Valeria con un raschio di gola.
La troia sorrise compiaciuta.
“Io sono stanca morta amore mi sa che mangio una minestra al volo e vado a fare la nanna.”
“Anche io amore tra pochissimo andrò a letto”
Pia fece il segno del come no con la mano e di istinto le tirai un buffetto, fulminandola con gli occhi.
“Si ma vai a letto, non fare come al solito che ti addormenti sul divano e guardare la tv e poi ti svegli alle 2”
“Noo non ti proccuare davvero”
Pia aveva aumentato il ritmo, io ero eccitatissimo e lei voleva farmi venire prima di chiudere la chiamata.
“Mi scrivi quando vai a letto? se vado prima io ti scrivo”
Questa era la nostra routine bambinesca che però ci piaceva tanto.
“Certo amore, ti scrivo la buona notte”
Pia mi pompava con avidità e sicurezza cacciandosi il mio cazzo fino in gola a gran ritmo….stavo per esplodere.
“Ah amore ascolta…”
“Eeehhhh dimmi!” uscii proprio male quel verso, sembrava che fossi scocciato ma in realtà era solo un verso di piacere per l’ottimo lavoro di Pia che mi aveva portato al limite dell’orgasmo. Presi con la mano la sua testa e la tenni compressa contro la mia pancia.
“Eh vabbè che modi!! “
“No scusa dimmi mi stavo stiracchiando Amore”
3,4 contrazioni di gola
“Domani vedo Lucia per pranzo, vuole fare una cena presto con noi nella casa nuova che hanno preso lei e Alberto, tu quando torni?”
6,7,8 contrazioni bava e succhi che le escono dai lati della bocca io sto per venire, lei emette versetti e cerca di staccarsi a forza dal mio corpo.
“Eh non lo soooo sicuro non prima di Giovedììììì!”Dico simulando un altro sbadiglio
Schizzo tenendola premuta a me ormai semi svenuta, mi stacco, corro nella stanza per allontanarmi dai rumori che la troia stava facendo tutta ingozzata di sborra e bava.
Tossisco anche io per coprire i rumori.
“Che sonnone l’amore mio!”
Concludo la telefonata pensando al pericolo scampato ma godendomi il post orgasmo, e immagino che di la troverò Pia incazzata nera tutta sporca di sperma e bava se va bene o magari avrà vomitato anche dallo sforzo.
Apro la porta in sala e la scena che mi si para davanti mi spiazza: La vacca ancora ansimante con il trucco tutto sciolto china sul pavimento che lecca tutti i liquidi che aveva versato tossendo.
La scavalco e mi sdraio su divano senza smettere di guardare lo spettacolo.
“Ho pensato che non ne avresti voluto vedere sprecata neanche una goccia, e poi mi piace troppo il sapore per lasciarlo a terra" non le risposi ma la continuai a fissare compiaciuto.
“Posso sdraiarmi con te?” mi chiese dopo un minuto che ci guardavamo e lei era ancora accasciata a terra.
Annuisco e lei si infila dietro di me abbracciandomi e dandomi dei dolci baci sulla schiena.
“Qual’è la spalla che mi hai detto che ti da noia?” mi sussurrò all’orecchio accarezzandomi la parte alta della schiena.
Mi girai per guardarla con aria curiosa e scettica e le dissi “La sinistra. Perché?”
“Se vuoi ti faccio un bel trattamento” disse baciandomi di nuovo dolcemente la schiena.
“Ok” risposi.
“Ho le cose per il massaggio in macchina però devi darmi un attimo che le vado a prendere”
“Ok”
Si alzò, prese la mia maglietta ma io intervenni subito: “NoNo!” feci mimando anche con il dito.
Mi guardò con aria interrogativa.
“Se vuoi le scarpe” le dissi.
Mi guardò prese calze e scarpe se le infilò e mi disse: “Mi accendi la luce del vialetto che non si vede niente”
“Certo” le risposi, ma non tanto per lei ma per poter godermi la sua scampagnata nuda al freddo e sotto l’acqua.
Con un po’ di dispiacere notai che la pioggia però era decisamente diminuita, accesi le luci e le apri la porta. Lei partii dal porticato fino al vialetto camminando fino alla fine della copertura correndo poi una volta all’aperto, facendo sballonzolare tutto il suo ben di dio con la sua corsa abbastanza scoordinata. Le case attorno erano ancora vuote in quel periodo dell’anno, nessuno tranne me l’avrebbe vista quindi non fu una punizione così crudele.
Prese una sacca dalla macchina e si rimise a correre facendo ballare le sue meravigliose rotondità. Andai in camera e presi un accappatoio. Lei entrò visibilmente infreddolita e si sfilò le scarpe. La avvolsi con l’accappatoio strofinandola per asciugarla e scaldarla. Mi baciò teneramente e dinuovo percepii una scossa di eccitazione che mi attraversò e si palesò con l’inturgidimento del mio amichetto. I suoi capelli bagnati mostravano ora quanto fossero radi.
Mi prese per mano e mi portò fino alla camera "Ci mettiamo sul letto? ti va?"
"Si ma lo devo ancora fare", "Ok ti aiuto".
Aprii i cassetti e le passai le lenzuola e le federe. Tirammo bene le lenzuola e mentre lei ricopriva i cuscini io tirai fuori la coperta dall'armadio.
Una volta fatto il letto, lei si tolse l'accappatoio e si inginocchio sul letto, facendomi il segno di stendermi.
Lo feci sdraiandomi a pancia in giù e lei si sedette a cavalcioni all'altezza del mio sedere. Sentivo la sua patatina strusciarmi sulle natiche.
"Allora vediamo cosa c'è qui. Dimmi dove ti fa male" le indicai più o meno l'area interessata e cominciò a tastarmi tutta la zona con delicatezza facendo più pressione in alcuni punti "Se ti schiaccio qui ti fa male?" "E qui?" mi fece questa domanda 3 o 4 volte ma diedi sempre una risposta negativa. Mi prese il braccio, me lo piegò all'altezza del gomito portandomi il palmo sul mio fianco e accennò una strana torsione, subito sentii il dolore fastidioso che ogni tanto la notte mi faceva impazzire e glielo comunicai subito "Ecco li si cazzo!"
"Ho capito ok"
Prese un unguento dalla sacca e se ne versò un po sulle mani e sentii che cominciò a strofinarle tra di loro, poi le appoggiò con delicatezza alla mia pelle e cominciò a massaggiarmi con vigore. Non sentivo dolore e quella manipolazione mi dava sollievo, era chiaro che lei sapesse cosa stesse facendo. Sentivo la presenza della sua figa sempre sul mio culo che seguiva i movimenti che Pia faceva sulla mia schiena. Ero molto rilassato e emettevo dei gemiti di piacere e sapevo che questa cosa avrebbe compiaciuto molto la mia geisha. Mi impastó per bene per un quarto d'ora abbondante: un quarto d'ora dove la mia mente viaggió in un sacco di momenti felici e verso la fine cominciai a rivivere anche quella assurda ma fenomenale serata.
Mi baciò sulla schiena dolcemente "Ora vedrai che di notte non ti farà più male, ma non dormire sempre su quel lato." Mi destai dal mio torpore rilassato. "Se ti giri ti massaggio anche il petto" si alzò quel tanto che bastava per farmi girare e poi mi sorrise dolcemente.
Riprese la boccetta, si versó ancora del liquido sulle mani e le strofinó nuovamente tra di loro prima di iniziare a impastarmi i pettorali. Si era messa una fascia per capelli mentre ero girato. Stava bene.
Sempre con grande maestria mi massaggiava con vigore. Ora potevo ammirarla durante la sua opera, la sue braccia proteste sul mio corpo, che schiacciavano tra di loro i seni enormi. Sentivo ora la presenza della sua fighetta sul mio basso ventre e mi sembrava che in questa posizione venisse più a contatto con il mio corpo. La guardavo e continuavo ad ammirare i suoi meravigliosi meloni. Dopo qualche minuto cominciai a toccarglieli cercando di non intralciarla nel suo lavoro. "Ti piacciono eh?" mi chiese con voce languida la fissai qualche istante, sorrisi e dissi "mi fanno impazzire".
Lei arrossii e sentii che la sua patata apprezzó quel complimento. Chiusi un po' gli occhi sempre preso dal mio viaggio tra pensieri meravigliosi e non mi accorsi che staccò una mano dal mio petto, si mise ad armeggiare con la boccetta dell'unguento e andó a trovare il mio amichetto che era in una fase di rilassamento. Pochi colpetti e il mio cazzo era già sull'attenti. Mi guardava con sguardo sensuale mentre io mi mordicchiavo il labbro inferiore. "Anche a me la tua ciola mi fa uscire pazza" se era possibile il mio amichetto divenne ancora più duro, quasi da farmi male.
La sollevai e mi infilai sotto di lei in modo che la mia verga le sfregasse lungo tutta la lunghezza delle sua fica.La presi per i fianchi e cominciai a muoverla in modo che i nostri sessi strusciassero l'uno sull'altro.
Apprezzó ""Mmmm Michele sii'". Sentivo che si stava bagnando sensibilmente e quando mi sembró il momento opportuno glielo infilai di colpo suscitando in lei un moto di piacere che la fece urlare "UUUHHHHMMM SIIIIII!!!!" ci muovevamo in perfetta sintonia e tenendola per i fianchi riuscivo a darle dei bei colpi profondi che la mandavano in estasi. Eccoli di nuovo quei gemiti che accompagnavano ogni mio affondo "OHH SEE OHHH SEEE SEE SEE SEE DAI DAI OH OH ODDIO ODDIO ODDIO ODDIO SEEE SEE SEE!" accelleravo sempre di più spronato dalle sue urla ormai ero un treno "SEE SEE COSÌ COSÌ DAII DAII DAI DAI COSÌ SEEE SEE SEE" lasciai i fianchi a mi affrancai ancora alle sue culotte, per spingere ancora di più, più in fondo. Il letto in ferro battuto ballava e faceva un rumore incredibile, se non fosse stato agganciato al muro si sarebbe sicuramente messo e viaggiare per la stanza. "SEE CAZZO SEE SE SE SE COSÌ DAII DAII SIIIIII COSIIIIIIAAAAAHHHHHHH!!!!!!" Il suo orgasmo mi prese di sorpresa non me lo aspettavo così presto dopo forse neanche 3 minuti di cavalcata, la sua figa si sciolse svuotandosi completamente sul mio inguine, e Pia si lasciò un po' andare su di me ma io ormai ero in trans e continuai ad andare come un cavallo lanciato al galoppo, la presi per il collo strozzandola e le tirai due sberle per farle riprendere un po' di ritmo e appena rientrammo in coppia il letto ricominciò a saltare.
Provava a gridare ancora la troia ma non poteva con la mia mano che la strangolava con vigore e quindi il risultato erano versi gutturali TIPO"AHG AHG MHHG MMMHG AHG OHOHOH OHHG!"eccolo stava arrivando il secondo, lei faticava decisamente a respirare il suo collo era gonfio e cominciò ad irrigidirsi tutta. Mollai la presa al collo ma ripresi la presa di prima e dopo un sospirone per riprendere fiato urlo questa volta a squarcia gola mentre con le mani mi stava strizzando la pelle del petto "AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!! SEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!" gli occhi le si riversarono un po' all'indietro, un fiume vero uscì dalla sua fica e lei si sgonfió talmente tanto che gli ultimi colpi mi parve di darli a un sacco vuoto. Si accasció su di me respirando affannosamente, il viso molle sul mio petto e dalla bocca perdeva un po' di bava, mi guardava con gli occhi stravolti di chi é sopravvissuto a una burrasca in alto mare. Io nel frattempo la tenevo forte per il suo culotto tondo. Passarono un paio di minuti prima che riuscisse a parlare "Nessuno mai mi ha scopato così.... Nessuno mi ha mai fatto godere tanto" si tirò su e si sfiló dalla nostra unione e si schiantó sull'altra metà del letto. Era esausta non ne aveva più e io però non ero ancora venuto ma capii che non avrei potuto contare su di lei. Mi innervosii molto questa cosa. Tanto che con un gesto di stizza mal celato mi alzai dal letto e andai in bagno a pisciare. Tornando in sala vidi le sigarette e decisi di fumarmene una e mi rivestiti per uscire nel porticato, intravidi dalla porta della camera le gambe ancora esanime di Pia, e quindi uscii sbattendo la porta. Aveva smesso completamente di piovere e si era alzato un leggero vento caldo che sicuramente avrebbe aiutato a spazzare via il brutto tempo. Mi misi a guardare per qualche minuto il mare che era tutto nero e mosso. Ma il venticello caldo mi accarezzava dolcemente dandomi un senso si sollievo.
Presi una sigaretta e la accesi e pensai a quante volte mi ero messo a guardare il mare da quel porticato, in 33 anni: era uno dei miei scorci preferiti.
Il nervoso mi stava scendendo e il venticello caldo non permetteva ai pensieri nebulosi di fermarsi nella mia mente. Ero contento di essere in Puglia, di prendere una boccata d’aria dalla routine Milanese e potermi godere un po’ di tranquillità.
Avrei rivisto i miei amici di una vita e magari mi sarei goduto qualche giorno di bel tempo e caldo e mi sarei ricaricato un po’ e magari quei giorni lontano da Vale ci avrebbero fatto bene.
Sentii la porta aprirsi e chiudersi: Pia era in accappatoio e aveva anche una coperta addosso.
Mi si avvicinò e attaccandosi al mio braccio disse dolcemente “Che meraviglia il vento caldo, domani il tempo sarà bello” mi diede un bacio sulla guancia e disse “Mi fai fare un tiro?” la guardai e le avvicinai la sigaretta quasi finita ormai alle labbra tirò, poi feci l’ultimo tiro e la gettai.
L’abbracciai e lei si avvinghiò a me, e dopo poco mi baciò in modo molto dolce e sensuale. In poco quel bacio si trasformò di nuovo in un limone passionale.
“Fesc fridd Michè entriamo?…e poi dobbiamo pensare ancora a te”
Che brava puttana che era Pia, sapeva che con quella frase mi avrebbe subito riattivato.
Entrammo e mi accorsi che dentro la temperatura era davvero alta, d’altronde erano ore che eravamo completamente nudi.
Cominciai a spogliarmi appena entrato nell’ingresso della sala mentre Pia lasciò la coperta sul divano e andò a mettersi sul letto, dove a carponi stava sistemando i cuscini.
Mentre era in quella posizione l’accappatoio si alzò permettendomi di vedere la sua figa gonfia in posizione cagnolino.
Fu il richiamo, mi avvicinai la presi per le sue tonde chiappe e ficcai la faccia sulla sua patata, cominciando e baciarla e leccarla.
“MMMmmmmmmmmm seeeeeee” che buon sapore che hai anche tu Pia bella. La mia eccitazione si ripresentò con tutta la sua forza e anche lei in pochissimo tempo era già pronta per accogliermi.
Le sbavai copiosamente l’ingresso della vagina, e ci ficcai subito due dita per saggiarne l’ampiezza. Era caldissima, e i suoi mugolii mi fecero capire che potevo entrare.
Le appoggia il mio amichetto e comincia a strusciarglielo lungo tutta la fica per mescolare bene i nostri umori e dopo poco lo puntai infilandolo di botto.
“Oooohhh seeeee!” “Ti piace puttanella eh?” “Siii Michè siii!” .
Cominciai a muovermi, prima piano, percorrendo tutta la lunghezza del mio membro e portandolo più volte quasi ad uscire, poi cominciai a dare dei colpi più forti e profondi, aumentando gradualmente la velocità.
La tenevo per la cintura dell’accappatoio che ha ogni mio colpo si allentava sempre di più fino a slacciarsi completamente dopo poco, allora mi aggrappai alla parte superiore delle sue natiche e continua a cavalcarla come a un rodeo “Seeee Seee seeee seeee seee seeee Aahh ahh ahh così così Seee see!” la solita litania accompagnava ogni mia spinta; Pia si tolse l’accappatoio che ormai le copriva solo le braccia e parte della schiena, e si tirò più avanti per afferrare la testata in ferro battuto del letto. Il treno era ripartito ed era ormai alla velocità massima “See see see ahhh ahh aah ah ah scopami scopami see see!” il letto sobbalzava e strideva come impazzito e io ero un pistone lanciato alla massima velocità. La troia gemeva a squarciagola e raggiunse l’orgasmo sbrodolando umori dalla fica ma io non mi fermai e anche lei cercò di offrirmi la giusta resistenza per permettermi di continuare la mia cavalcata. Il letto sbatteva fortissimo e una serie di rumori sordi e il rumore di ferraglia aumentò e notai che il letto cominciò a muoversi notevolmente dalla sua sede, la troia cominciò ad urlare “Maddùùùù Michè Michè il letto! ahahh see see ahh il letto!” Si era staccato dai ganci della muratura e ora vagava per la stanza e io ero super eccitato per questa cosa.
Ero all’apice stavo per esplodere dentro Pia, mi succhiai il pollice e glielo infilai di prepotenza nel buco del culo, poca resistenza ed entrò tutto “Aaahhh Seeee see see così così cosìììì Michè madù!!!” gli ultimi colpi furono incredibili, il mio cazzo gonfio riversò fiotti di sborra nel ventre di Pia, lei vennè con me e io caddi senza forze su di lei, che piano piano allungò le gambe e rimase sdraiata con me sopra di lei a pelle d’orso.
Non so quanto rimanemmo in quella posizione fermi, entrambi a goderci il respiro affannato dell’altro, mentre il mio cazzo si era ridimensionato ed era uscito da Pia, permettendo a tutti i liquidi di colare sulla coperta.
Dopo un po’ mi rovesciai sull’altra parte del letto, e lei subito mi raggiunse abbracciandomi e appoggiando la sua testa sul mio petto. Io avevo le braccia dietro la testa e guardavo il soffitto.
Eravamo entrambi esausti e ampiamente soddisfatti, che grandi scopate che avevamo fatto! Il mio cazzo era informicolato e indolenzito, in effetti gli avevo fatto fare gli straordinari e ultimamente non era abituato a ritmi del genere.
Pia mi accarezzava e mi baciava dolcemente il petto e ogni tanto mi guardava mentre io continuavo a fissare soffitto.
“E’ una serata bellissima lo sai? Non avevo mai provato così tanto piacere in vita mia. E’ molto fortunata la tua ragazza.”
Eccole, cazzo! proprio le parole che non volevo sentire. Non doveva permettersi di parlare o di citare Valeria in nessun modo. Aveva vanificato tutto.
La guardai con sguardo severo, mi divincolai dal suo abbraccio e mi girai su un fianco dandole le spalle.
Non fu difficile per Pia capire che qualcosa mi aveva indisposto e perchè, così dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante mi accarezzò la spalla e disse “Scusami…sono una scema” si alzò e continuò “vado a fare pipì”
Valeria, l’amore della mia vita, l’unica donna di cui mi fidavo ciecamente e che avrebbe fatto di tutto per me e io per lei. Era una donna bellissima, intelligente e simpatica che mi adorava e io adoravo lei. Eppure in quel periodo la nostra sintonia era andata un po’ fuori fase ed entrambi eravamo andati in sofferenza. Non era tanto il fatto che mi fossi scopato Pia che mi fece riflettere, perché mi conoscevo quella era solo questione di libido e di trasgressione, un impulso bestiale animale che decisi consciamente di assecondare per svago. Mi preoccupava il fatto che quel periodo di egoismo e insofferenza che aveva colpito entrambi potesse continuare.Dove ci avrebbe portati? Lei finalmente si era focalizzata sui suoi progetti da imprenditrice in cui io l’avevo tanto incoraggiata, ma non aveva ancora lasciato il suo lavoro, che le permetteva di pagarsi spese e bollette e quindi il tempo per noi era diventato davvero poco. In più pure io a lavoro avevo un periodo stressante, eravamo stati acquisiti da un gruppo internazionale e stavamo lavorando come degli stronzi per uniformarci a loro.
Ci avrebbero fatto bene questi giorni lontani? e chi lo sapeva.
Eccole ste cazzo di nubi grigie che tornavano e mi attorcigliavano le budella.
Fanculo! Doveva proprio parlare la cagna, non poteva limitarsi a godersi il riposo post orgasmo. Eh si che le avevo dato una bella lezione.
Sentii la porta del bagno aprirsi, non so quanto era passato ma mi sembrò un tempo decisamente lungo per una pipì.
Mi alzai e le andai incontro recuperando i miei vestiti dal pavimento della sala “Senti sono abbastanza stanco e devo dormire un po’” le dissi abbastanza seccamente “Non ti preoccupare capisco, domattina io non ho impegni ma nel pomeriggio ho le lezioni quindi vorrei fare un po’ di cose prima di iniziare”, “Ok perfetto, vuoi una tisana o una camomilla prima di andare?io comunque me la faccio prima di dormire” “Mmmh si dai quasi quasi una camomilla” “Ok”
Mi infilai mutande e maglietta e andai in cucina, riempii un pentolino con dell’acqua e lo misi sul fuoco, presi dalla credenza due tazze, le sciacquai e ci adagiai dentro le due bustine di camomilla.
“Vuoi lo zucchero??” le chiesi ad alta voce per farmi sentire da lei di là.
“No grazie”.
Misi un cucchiaino e mezzo di zucchero nella mia tazza e le portai in sala.
Pia era ancora nuda seduta a gambe incrociate sul divano con la coperta sulle spalle e si guardava intorno.
Io mi sedetti su una sedia intorno al tavolo a guardarla, mentre aspettavo che l’acqua raggiungesse l’ebollizione.
“E’ proprio bella casa tua, potresti viverci tutto l’anno…non è che me la affitti??” disse sorridendo “Eh eh si ma poi l’estate me la devi ridare perché col cazzo che ci rinuncio” “Qui non ti rompe nessuno l’inverno, sei da solo, non stai nel casino e non devi vedere la gente e l’estate fai 3 passi e sei in mare a qualsiasi ora” “Eggià però poi per fare qualsiasi cosa devi prendere la macchina e anche la spesa la devi andare a fare in centro e li la brutta gente la incontri lo stesso!” dissi indicandola con il palmo della mano e sorridendo “Ahahah anche questo è vero”
Dicemmo ancora qualche cazzata che ora non mi ricordo e poi sentii l’acqua che bolliva, andai in cucina presi il pentolino e lo portai in sala per riempire le due tazze.
Sul tavolo c’erano ancora i rimasugli dell’aperitivo e guardandoli mi risalì un po di eccitazione pensando a come era cominciatà la serata.
Allungai la tazza a Pia “Attenta che è bollente” le dissi mentre lei si stava controllando la patatina arrossata; mi sedetti sulla poltrona di fianco al divano dove stava lei.
Finita l’ispezione ci guardammo e io le dissi “Te l’ho rotta per bene!” “Madonna Michè!” rispose lei di getto “Spaccata proprio” continuò.
Io gongolavo dentro di me. “Mi sa che domani un bel po’ di crema non me la toglie nessuno, o magari la impacco appena arrivo a casa”.
Bevemmo la camomilla chiacchierando del più e del meno e dopo un mio sonoro sbadiglio dissi “Vabbè Più s’è fatta ‘na certa!” “Eggià” e si alzò.
Si diresse in bagno mentre io presi le tazze e i bicchieri con la bottiglia ormai vuota di prosecco e le portai in cucina. Passando davanti al bagno vidi che Pia era davanti allo specchio che si rimetteva il reggiseno e mi ritornò in mente il momento in cui l’avevo spiata dalla serratura e mi eccitai di nuovo.
Si rimise la sua bella maglietta scollata e andò in sala a recuperare tutti i pezzi mancanti.
Mentre lei si finiva di vestire io avevo sgomberato il tavolo dai rimasugli di cibo e mi infilai anche io i pantaloni e le scarpe per accompagnarla e chiudere il cancello.
Si mise la giacca e io mi avvicinai per farle strada. Sulla porta mi baciò dolcemente e di nuovo limonammo con avidità.
“La fica e la bocca me le avrai anche rotte ma il culo me lo hai lasciato intatto” mi disse sussurandomi all’orecchio mentre mi accarezzava il cazzo attraverso i jeans. CHE MALEDETTA TROIA!!!!! in mezzo secondo mi aveva rieccitato completamente. Io rimasi un secondo attonito e lei fece per aprire la porta, ma io a mia volta presi la maniglia con la sua mano poggiata sopra e sbattei la porta.
“AH SI?!?” le dissi a gran voce.
La presi per la giacca e la trascinai sulla poltrona dove la lanciai di faccia piegandola a 90°, le abbassai tuta e mutande in un colpo solo e le tirai a raffica una serie di sberle sulle chiappe facendole diventare viola “AHH AHH AHIAAA AHIAA AHIAA AH AH SII AH AHIA CHE MALE AH!” Urlava.
Mi slacciai i jeans e mi abbassai le mutande, il mio amico bello arrossato ma durissimo era pronto al suo dovere. Mi succhiai due dita e gliele infilai nel culo con sicurezza “AHHHH ahhh AHia!” Lei gemette dal dolore.
Serviva qualcosa per lubrificare, il mio amichetto era secco e il suo culo pure. Ah quel punto vidi che Pia aveva a tracolla la sua sacca, ci cacciai dentro la mano e trovai la boccetta con l’unguento. Ne versai un poi sul suo culo un po sulla mano e un po’ sul mio amichetto e cominciai a strofinarlo. poi rinfilai le due dita nel culo di Pia che entrarono con più facilità rispetto alla prima volta. Lavorai un pochino di dita ma poi presi il collo della boccetta e lo appoggiai sull’ingresso dell’ano, lo spinsi un pochino dentro e misi la boccetta in posizione verticale in modo da farle un bel clistere di unguento.
La tolsi e dissi saggiando ancora con le dita “ORA SI CHE CI SIAMO BRUTTA TROIA! E ORA PIANGI!” e la infilzai con il mio cazzo che era durissimo. Entrò con un po’ di resistenza che però sparì dopo una decina di colpi che le infersi tappandole la bocca da cui uscivano gemiti bestiali di dolore. Non le stava piacendo ma a me si e cominciai allora io a fare versi seguendo il mio ritmo di inculata “PRENDI! PRENDI! AH AH AH TE-LO-SPAC-CO! TRO-IA! AAH AH AH SII SII SII SI SII SII!”
Le liberai la bocca e stava piangendo e godendo allo stesso tempo “mmmmnfiii mmmmhh aaaaaaHHH!!! mmmmmahia mmmmAh ah MMMsiiiiii!” .
Continuavo a pomparla senza remore e a un certo punto la presi per i capelli che le uscivano dalla fascia la tirai verso di me e le dissi “Lo sai che ti ho spiato prima quando eri in bagno a cambiarti la maglietta??Eh??Li ho deciso che stasera saresti stata la mia troia!!” smise di gemere e disse tutta di un fiato “E io invece prima non ho fatto solo pipììììììì aahhhhhh ma mi sono preparata per teeeeeeeAHHHHHHH!”
Lo sapevo battona lurida che non era altro e via ancora più forte la stavo inculando! Ancora qualche colpo e sarei venuto, allora le afferrai le tette con entrambe le mani dallo scollo delle maglietta e cominciai a darglielo il più in profondità che si potesse fino a quando esplosi urlando “SEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!COSIIIIIIIIIIIII!!!!!!”
Rimasi dentro ancora dandole ancora qualche spinta e poi uscii di colpo, le tirai alte 2 o 3 sculacciate sulle chiappe e le alzai le mutandine e la tuta mentre lei era rimasta li piegata con il culo per aria.
Andai in bagno a pulirmi e le gridai “Ti apro il cancello da qui poi lo chiudi tu che non ho voglia di scendere”
Tornai e si stava sistemando la fascetta dei capelli, le aprii la porta e la salutai “Ciao!”…”Ciao” disse timidamente allungandosi velocemente per baciarmi la guancia.
Percorse il porticato e poi il vialetto e notai che la sua tuta fucsia aveva una macchia di bagnato proprio all’altezza della natiche.
Aprì il cancello, tirò fuori la macchina e scese a chiuderlo risalì e ripartì.
Il vento caldo soffiava ancora leggero.
Mi diressi alla caldaia per abbassare finalmente il riscaldamento a una temperatura più mite, andai sul divano per togliere gli asciugamani e sistemare la coperta, muovendo vidi il cellulare. Le 2 e 30!! c'erano dei messaggi di Valeria dalle 22 e 15 alle 22 e 45
-Amore sei ancora sveglio?-
-Ti sei addormentato sul divano scommetto-
-tra poco vado a letto, volevo darti la buona notte-
-Buona notte Amore mio grande, ti Amo tanto e mi manchi da morire
Due scopate in un mese, belle e porcose come piaceva a noi per carità, ma dopo 2 anni e mezzo di relazione eravamo comunque abituati a ben altri ritmi.
Inoltre lei era tornata alla carica con la storia del fare passi in avanti e che dovevamo cominciare a pensare al futuro magari ad andare a vivere insieme (cioè io a casa sua perché lei già viveva da sola da 6 anni). Tutto assolutamente condivisibile, d’altronde io avevo 33 anni e lei 30, l’amore c’era l’intenzione pure ma il suo pressare proprio in quella fase li ci aveva portato davvero a uno scontro tra due muri.
Come una manna dal cielo arrivarono le vacanze di Pasqua, era la fine di marzo e io avevo delle faccende famigliari da sbrigare in Puglia, di dove era originaria la famiglia di mio padre, e così decisi che avrei trascorso le ferie li.
Partii in macchina, non avvisai nessuno dei miei amici locali perché volevo starmene almeno i primi giorni per i fatti miei, e dopo 7 ore di viaggio mi ritrovai davanti al cancello della mia casetta pugliese, sul lungomare della zona residenziale di una paese che viveva principalmente d’estate.
Tempo pessimo, non freddissimo ma cielo grigio e pioggia a intermittenza: aprii casa lanciai il borsone in mezzo alla sala, corsi ad accendere il riscaldamento dato che la casa era chiusa da più di 5 mesi e mi accasciai sul divano con una copertina a riprendermi dal viaggio che era iniziato alle 6 del mattino. Mi risvegliai due ore e mezza dopo ancora assonnato ed infreddolito ma notai subito che la casa si era già scaldata abbastanza.
Cominciai a chiedermi perché mi trovavo li, da solo, che cazzo pensavo di fare?Trovare me stesso nella solitudine della mia casetta delle vacanze? Ok staccare da tutto e svagarsi ma in un posto dove non c’era anima viva nel raggio di un paio di chilometri? Per di più il tempo era una merda.
Comincia a scorrere le liste di amichette di intrattenimento nei siti che tanto avevo frequentato prima di Valeria (la mia ragazza), ma non mi entusiasmai comunque, avevo la libido sotto i piedi.
Mi alzai a fatica e andai a vedere come era messa la dispensa: ovviamente vuota, solo 2 pacchi di spaghetti in fondo agli scaffali e una latta di olio.
L’idea di andare a fare la spesa in puglia mi è sempre pesata meno che a Milano, perché i prodotti tipici e il pesce fresco, di cui sono ghiotto mi incentivavano nel prendere la macchina e dirigermi al supermercato più vicino.
Quando uscii vidi che il tempo era sempre brutto e il cielo continuava a gocciolare, neanche il meteo voleva aiutarmi.
Guidai fino al supermercato e una volta dentro, presi un cestello e mi diressi subito al bancone dei prodotti tipici: in men che non si dica avevo riempito il cestello di taralli a tutti i gusti, focaccia e qualsiasi tipo di latticino.
Girovagai ancora per le corsie per recuperare i beni di prima necessità completamente mancanti in casa e poi mi diressi al bancone del pesce.
Il paradiso, Gamberi, canocchie, mitili di ogni genere erano li, freschissimi per essere razziati da me. Cominciai ad ordinare alle gentilissima signora al di là del bancone un numero di articoli indefinito: mentre ero preso nel mio delirio goloso notai una figura femminile prosperosa nella corsia dei prodotti biologici che stava leggendo le indicazioni nutrizionali sul retro di qualche prodotto: la fissai qualche istante poi venni richiamato dalla gentile commessa del banco e quando mi girai di nuovo verso la ragazza, i suoi capelli rossi ricci si erano fatti più vicini e io la riconobbi: PIA.
Ci sarebbe da aprire tutto un capitolo sulla cara Pia (mai nome fu così poco azzeccato) ma vi farò una descrizione il più sintetica possibile: 28 anni, artistoide aspirante musicista, ex ragazza di uno dei miei migliori amici, lei lo lasciò quando lei aveva 23 anni e lui 28 perché lui scopri che lei si scopava un suo professore di Università e lei cercò di giustificarsi dicendo che lui non capiva che comunque lei lo amava ma che il suo amore era liquido e trasversale e quindi da li si dichiarò pure bisessuale.Capelli rossi e ricci come vi ho già detto, ma un po radi, occhi verde acqua e viso un filino porcellesco ma grazioso nell’insieme, altezza 1,70, in carne e giunonica ma atletica essendo insegnante di yoga e pilates, culo tondo e quinta abbondante di seno.Animalista, vegetariana con passato da vegana.
Io non le parlo da allora e non ci sono state occasioni di incontrarsi e non ci siamo quindi mai confrontati su quello che successe quando lasciò Mauro ma non mi ha mai cancellato da Facebook e quindi vedevo ogni tanto gli sviluppi della sua vita.
Lei non mi vide, ma mentre la stavo guardando i nostri sguardi si incrociarono quando era a meno di un paio di metri da me.
1 secondo di stallo e sgranando gli occhi disse ad alta voce “Uè Michè! quanto tempo!” e si avvicinò per abbracciarmi e baciarmi sulle guance.
Ricambiai il saluto ovviamente e mentre mi abbracciava sentivo i suoi importanti seni che si schiacciavano contro di me, e mentre si allontanava dall’abbraccio, vidi che nonostante il cappotto e la felpa con il cappuccio che indossava aveva tutte le zip aperte e la maglietta aveva uno scollo ampio da cui potei subito sbirciare i due importanti meloni.
Il mio cazzo sembrò attraversato da nuova linfa diventando durissimo e una sensazione di risveglio mi pervase togliendo parecchie delle nubi che mi oscuravano da quando ero arrivato.
“Ciao Pia! quanto tempo davvero! come stai?” risposi
“Tutto bene! cosa sono mmm ci?..se?..”
“Sei anni tutti che non ci vediamo cara” ribatto sicuro
“Cavoli una vita, come va? che fai in terra pugliese fuori stagione?” mi chiese subito
“Eh questioni di famiglia, avvocati cazzi e mazzi.sono arrivato poco fa. infatti faccio la spesa per la settimana” dissi ridacchiando e mostrando il cestello stracolmo
“Ah però!” disse chinandosi per prendere la gigantesca vaschetta di mozzarelle che era nel mio cestello e permettendomi così di poter ammirare di nuovo quelle due enormi bombe che strabordavano dal reggiseno bordeaux.
“Eh si spesina, sai che qui io impazzisco per il cibo. E tu spesa per la cena di stasera?” indicando i 2 pacchi con hamburger di ceci e la vaschetta di pomodorini che aveva nel suo cestino a braccia.
“Già…sono appena uscita dalla palestra dopo le lezioni e stasera non ho i corsi serali e posso svaccarmi sul divano e vedermi qualche serie TV ma avevo il frigo vuoto e mi tocca cucinare qualcosa anche se non ne ho nessuna vo…”
“Non ti preoccupare tanto sei a cena da me stasera” mi uscii da sola quella frase con un tono perfetto per la situazione, chiaro e perentorio ma non dittatoriale non dandole spazio di replica poiché subito dopo mi rivolsi alla signora del bancone: “Perfetto così signora, 8 gamberi rossi vanno benissimo”
“Sono freschissimi signore e li può mangiare anche crudi”
“Perfetto signora. Grazie mille"
Pia nel frattempo avevo sentito che aveva accennato una qualche tipo di risposta ma io fui più veloce in preda al mio momento di ipersicurezza:
“Aperitivo casalingo, ti piace il prosecco?”
“Si mi piace, ma Michè non voglio che…”
“Ottimo, 6 anni hanno bisogno di un po’ di tempo, del buon vino e del buon cibo per essere raccontati, non credi?” Dissi ritirando il pacco portomi dalla gentile commessa del banco pesce e ringraziandola di nuovo.
“Si hai ragione” disse con un tono un po’ vergognoso, un sorrisino tenero accennato, le gote arrossate e abbassando lo sguardo
Cazzo se mi sentivo figo.
Mi feci seguire nella corsia dei vini e afferrai subito un prosecco con un bel prezzo senza neanche fermarmici davanti e mentre scorrevo con lo sguardo tra i bianchi le dissi: “Tu se non mi ricordo male sei vegetariana quindi non mangi né carne né pesce”
“In realtà..il pesce ogni tanto lo mangio, mi piace troppo e non riesco più a farne completamente a meno” lo disse ancora con quell’alone di vergogna e il suo sguardo rimaneva abbassato e ciò mi stava eccitando oltremodo, avevo un’erezione incontrollabile che premeva nei jeans.
La guardai un secondo e le dissi “Fai bene, il pesce fa bene e buono e fresco come qui non lo mangi da molte altre parti”
Nel frattempo afferrai un buon bianco e mi diressi verso la cassa.
“Allora un bel aperitivo di crudo di mare non ce lo toglie nessuno”
“Madù Michele che buono!” disse con spontaneità incontrollabile e sorridendo ampiamente alzando lo sguardo e guardandomi negli occhi.
Arrapamento livello massimo.
Alla cassa prendo anche il suo cestino e lo svuoto sul nastro insieme alla mia roba e reprimo ogni suo tentativo di opporsi al fatto che pagassi anche la sua spesa.
Non apprezzò molto lo vidi ma la cosa non mi interessava.
Pagai e uscimmo.
“Mi segui con la macchina?”
“No dai passo da casa almeno a cambiarmi che sto ancora con la tuta”
“Mavvà ma che te frega??Mi formalizzo secondo te? Casa mia è stata chiusa 5 mesi e ed è ancora tutta sottosopra mica ti ho invitato al grand Hotel”
“Ma dai almeno una doccia sto tutta messa da…”
“MMM PIA dai non ti preoccupare, seguimi con la macchina”
“Ok…” tornando al tono imbarazzato e abbassando sempre lo sguardo che però notai questa volta soffermarsi al mio rigonfiamento dei jeans che in effetti era molto evidente, ma io feci finta di nulla e la richiamai con un: “Dai andiamo allora”
Salgo in macchina, metto in moto, mi affianco a lei e le faccio cenno di seguirmi.
Parto ma devo stare attento a non andare troppo forte per l’eccitazione per non lasciarla troppo indietro.
Sono gasatissimo!
Telefono che vibra, bluetooth della macchina che suona, sullo schermo appare -VALERIA- eccole di nuovo le nuvole che tornano.Rispondo:
-Ciao…-
-Ciao amore, sei arrivato? tutto bene?-
-Si, arrivato alle 2, scusa non ti ho avvisato perché mi sono addormentato e ora sto andando a fare la spesa-
-Ero preoccupata, non ti ho sentito tutto il giorno-
-Sai che non devi preoccuparti-
-Eh ma sono le 6 e non avevo tue notizie-
-Lo so amore scusa te l’ho detto mi sono addormentato, tu come stai?-
-Bene…finito di lavorare ora e sto tornando a casa che tra un’ora ho l’incontro per il mio progetto…sperò non sarà una cosa lunga, sono molto stanca, oggi è stata una giornata faticosa e per di più non ci vedremo per una settimana…-
-Eh dai amore su non ti preoccupare, è per il tuo futuro e per la tua carriera, devi faticare un pochino ma poi ne raccoglierai i frutti, vedrai.-
-Vorrei che fossi qui-
-mh mh…anche io- risposi con tono un po’ distratto.
-Senti…..sono quasi al super ci sentiamo dopo quando hai finito?-
-Ok ho capito non hai voglia di parlare-
-Ma no amore è che devo andare dentro a far la spesa tu ti devi preparare, non riusciamo a parlare bene.-
-mmm ok….ti chiamo dopo-
-Ok-
-A dopo…..ti amo-
-A dopo-
Ero sul lungomare e 300 metri da casa, piovigginava e mi sentì il vuoto dentro, la prepotente erezione si era spenta e l’eccitazione mentale sparita.
Valeria mi aveva ucciso il momento ed ero incazzatissimo per questo.
Guardai nello specchietto retrovisore e la Clio blu di Pia mi seguiva a una trentina di metri di distanza.
Ecco il cancello.
Scesi per aprirlo, entrai nel vialetto e Pia dietro di me.
La pioggia si fa più insistente proprio mentre scendo dalla macchina con i sacchetti della spesa e corro al cancello per chiuderlo.
Mentre armeggio con quest’ultimo sento che le gocce non mi arrivano più forti e copiose come prima. Era Pia con il suo minuscolo ombrello portatile che era venuta a coprirmi.
La ringrazio con un sorriso, chiudo il cancello finalmente e corriamo sotto il porticato della veranda.
La prima cosa che noto è che la maglietta di Pia si è completamente inzuppata con la pioggia ed ora è assolutamente adesa alle sue prorompenti forme.
La mia erezione comincia a ripresentarsi
Entriamo in casa, il calore era decisamente salito, forse anche troppo.
“Madù Michè che caldo! Che bello ci voleva”
Vado alla caldaia e noto che probabilmente nel rincoglionimento del post viaggio avevo alzato i caloriferi a 32 gradi. Abbasso.
Poggio le cose e vado diretto in sala, apro il borsone, estraggo una maglietta asciutta e gliela porgo.
“Sono tutta bagnata in effetti” disse pinzando con le dita la maglietta e scostandola dal corpo.
“Li c’è il bagno, dammi pure la giacca” e la aiutai a toglierlsi sia la giacca che la felpa dando un’ultima occhiata a quelle meravigliose e gigantesche zucche, prima che sparissero dietro la mia maglietta visto che non aveva una scollatura così generosa.
La mia eccitazione era alle stelle: andò in bagno e io non resistetti, la guardai dalla serratura, sarei dovuto essere velocissimo e un ninja ma ero troppo arrapato per perdermi lo spettacolo.
Via subito la maglietta ma lei è di schiena, appoggia la maglietta sul calorifero, si gira ed è di profilo che si guarda allo specchio, sistema il reggiseno che è un po bagnato anche esso, infila le mani sotto per controllare bene e allora lo slaccia.
Io ho un sussulto ma lo trattengo. Sento bagnarmi parecchio. Con la mano mi strizzo forte il membro attraverso i jeans.
Due seni enormi con i capezzoli perfetti, non troppo grossi e non troppo piccoli, rosa, ma soprattutto due tette molto sode per le dimensioni che hanno, si manifestano in tutta la loro imponenza.
Lei appoggia il reggiseno sul calorifero e si palpa un attimo i seni.
con un sol colpo che mi spiazza si abbassa pantaloni della tuta a le mutandine lasciandomi intravedere la passerina molto ben curata, e praticamente tutta depilata, lasciando solo una minima strisciolina.
Si siede sulla tazza e minge.
Guardo 2 secondi e so che quello è il momento giusto per andarmene.
Lo faccio ma ora sono visibilmente scosso e arrapato e quindi devo darmi una calmata.
Vado in cucina e comincio a tirare fuori il necessario per preparare l’aperitivo.
Sento nel frattempo la porta del bagno aprirsi e io mi gaso molto per essere riuscito a non destare nessun sospetto in lei.
“Posso darti una mano?” “Metti il prosecco in freezer e il vino in frigo” le rispondo mentre apro i vari pacchetti di pesce.
Lei obbedisce e nel mentre le passo lo spremi agrumi e le porgo anche 2 limoni, mentre io mi dirigo a prendere l’olio nella dispensa.
“Sei insegnante di yoga ho visto”
“Eggià ma anche di acroyoga e pilates” dice molto fiera.
“Hai tanti corsi?”
“2 di yoga, 2 di pilates e mmmm uno di acroyoga che da settembre potrebbero diventare 2”
“Ebbrava a Piuccia!” rido e lei ride
“E la fisioterapia?”
“eh quella quando capita ma sempre più raramente….non ci sono molte strutture che ti paghino decentemente in zona”
“Capisco…peccato ho un dolore alla spalla da 3 mesi che mi attanaglia ma non mi fido visto che non sei allenata” le dico con un tono ben poco scherzoso ma facendo subito seguire un sorriso divertito.
“Uè Michè! ti rimetto a nuovo! anzi ti incricco ancora di più apposta se continui a fare lo spiritoso!”
“No no ti prego è già doloroso di per se”
Io pulivo i pesci e li preparavo su un piatto mentre lei finiva di schiacciare il limone e mi passava le cose che mi servivano per la preparazione.
Parlammo di quello che avevamo fatto in quei 6 anni in modo molto superficiale, poi ovviamente cominciammo la discussione inevitabile su Mauro.
Introdusse lei il discorso.
“Mauro si è sposato quindi”
“Eggià, dopo di te l’Amore vero” la guardai con un sorriso di sfottò.
Sospirò profondamente “Adavèr!…sono stata una vera stronza con lui.”
“Lo stai dicendo tu eh!” dissi subito.
“No davvero lo so, fui una bambina ed ero probabilmente una bambina capricciosa, lui voleva investire in noi e io lo tradìi brutalmente.”
“Non eravate fatti per stare insieme, era chiaro, ma l’ho detto subito a lui. Per lui è stato un bene che vi siate lasciati, non fraintendermi, però non aveva bisogno di te. Ora ha quello che gli fa bene.”
“Eggia…” di nuovo lo sguardo basso ma sto giro l’espressione era decisamente più sconfortata.
“Sai stetti male, nonostante gli avessi fatto quello che gli ho fatto: volevo tenermelo lo stesso, avere lui e avere anche altri.”
“E altre se non mi ricordo male…” la incalzai.
Sempre guardando a terra fece un sospiro con un sorriso.
“Eggià, la storia di Giovanna…”
Presi il piatto ormai pronto e le dissi di prendere il prosecco dal freezer e due calici e ci spostammo in sala.
“Ma sto professore??? cioè io vidi le foto e cazzo….ERA VECCHIO PIU’!!!”
“Mi usò, era molto affascinante ed era solo interessato a delle scappatelle, mi promise il mondo ma appena Mauro lo contattò per dirgli quanto era una merda lui non ne volle più sapere manco di me.”
“Ahia….”
“Già!"
Stappai lo spumante e lo versai nei calici.
“Salute! a questi 6 anni!” e la guardai dritta negli occhi accennando un sorriso.
“Salute! ai 6 anni” rispose non molto entusiasta.
"Con Giovanna non mi sono più parlata da allora”
“Beh ma poi ho visto dei fidanzati, almeno da Facebook”
“Si 2 fidanzati che te li raccomando, una ragazza che non voleva ammettere di essere bisessuale e qualche storiella. Micky ne ho perso di tempo in 6 anni!”
“Si ma sei giovane stai tranquilla hai tutto il tem...”
“LO SO!” il volume alto di quella risposta mi colpì
“Ora però sono focalizzata sulla mia carriera, da settembre scorso ho fatto piazza pulita dei miei casini sentimentali e ora mi sto dedicando ai miei corsi e sono cazzo felice di quello che sto facendo”
La guardo, le tiro su il viso con un dito sotto il mento, la guardo negli occhi e le dico: “Sono felice per te: questo vuol dire crescere”
Accusò il colpo ma sapevo che a breve sarebbe toccata a me e quindi dopo poco mi disse: “Anche tu mi pare abbia una bella ragazza, che begli occhi che ha!”
“Uè ten gio i man dalla mubilia!”
“Eh???”
“Ahahahah vuol dire tieni giu le mani dai mobili, non si sa mai che ti invaghisci della Vale!”
“Ahahahahah scemo!”
Le raccontai la nostra storia, che stavo bene ma che in quel momento eravamo in un periodo di sbattimenti non indifferenti.
Poi un flash mi colpì, una sera di ferragosto nella villetta di Mauro, birrette e cannette, ma Mauro non fuma, anzi gli fa proprio schifo, mentre Pia ancora giovane, voleva trasgredire e si fece 2 tiri dalla mia canna. Dopo mezz’ora lei stava sbarellando e Mauro si incazzò con me e con lei, allora lei prese e senza farsi vedere da lui tornò da me sedendosi sulle mie gambe e mi abbracciò dicendomi all’orecchio”Ogni tanto vorrei che Mauro fosse un po’ più come te!”.
Non so perché mi riaffiorò quel ricordo in quell’istante ma mi diede lo slancio per prendere con le mani un gambero e porgerglielo alla bocca.
Lei subito lo accolse nelle sue labbra mordendolo fino alla base della testa.
“Mmmmmm….che buono!”
“Davvero?”
“Si assaggia” e ripeté il mio gesto identico e io come lei addentai il crostaceo ma ne succhiai anche la testa mentre lei lo teneva e un pezzo delle sue dita finirono nella mia bocca.
Lei sgranó involontariamente gli occhi e le gote le si arrossarono tantissimo.
Io non mi trattenevo più, ci scambiammo ancora un po’ di giochini culinari, fino a quando presi in bocca delle tagliatelle di mare e gliene porsi l’altro capo, stile lilli e il vagabondo, ci rovesciai sopra un po di limone e cominciai a succhiare mentre lei faceva lo stesso.
Il contatto fu ESPLOSIVO, labbra, sapore di mare, limone, la sua lingua calda, rubarsi pezzi di seppia dalla bocca con i denti, riavvolgere le lingue, succhiarsele.
La mia mano le afferró la nuca e premette la sua testa verso la mia, mentre le nostre lingue si attorcigliavano e si scioglievano un milione di volte.
Con l’altra mano le accarezzai e le afferra il lungo collo ma le nostre bocche non si staccavano mai.
Furono dei lunghi minuti di passione, eravamo entrambi completamente persi nella foga di quel bacio, il mio cazzo era compresso nei miei jeans e sprigionava fiotti di liquido prespermatico.
Mi staccai dalla morsa ma le passai il naso dalla bocca, al mento e al collo e appena vidi una goccia di succo di limone che le era colato dalla bocca, la leccai fino a tornare alle sue labbra, dove la sua lingua calda e trepidante stava aspettando di nuovo la mia. Ci riallacciammo, e la feci alzare per farla sedere a cavalcioni su di me. La tirai a me afferrandola per le chiappe rotonde e sode e sentii che un fremito la percorse, allora indugiai ancora un po' sul suo culo, impastando più volte con vigore la sue natiche. Era in estasi e io pure, emise un flebile ma lussurioso "Seee" che mi fece capire che non avrei trovato ostacoli alla mia prossima mossa. Mollai la presa sul suo culo e feci scorrere le mani lungo il costato fino all'altezza degli enormi seni;li le mie mani cominciarono ad accarezzane i tondi lati e sprofondai la mia faccia in mezzo a quei due meloni, mentre le mie mani cominciarono a stringerli con forza.
Muguló qualcosa e si avvinghió forte forte a me tenendomi la testa ben pressata tra le tette.
Con un colpo netto le tolsi la maglietta e mi trovai quei meravigliosi pezzi di carne davanti agli occhi, a mia completa disposizione. Li succhiai, li baciai, li leccai, ne titillai e pizzicai gli ormai turgidissimi capezzoli per un bel po' di tempo mentre Pia aveva le sue mani impigliate nella mia folta chioma e emetteva gemiti di libido e piacere.
"uh mmm si Miché si!" "mmm see mmm" "uh uh mmmm siii"
Mi accorsi che i miei jeans ma anche la sua tuta erano completamente madidi di umori. Allora presi Pia e la feci sedere in punta della sedia con le gambe divaricate e la testa tutta tirata indietro oltre lo schienale. Senza mai mollare la presa sui suoi cocomeri, scesi e cominciai a usmarla sulla figa ormai fradicia. Altro brivido appena la sfiorai e gemito ben pronunciato appena ci affondai tutta la faccia.
La troia, ne sono sicuro, si aspettava che le tirassi giù i pantaloni e cominciassi a leccarle la sua patata ormai grondante, ma invece mi alzai di scatto, la presi stringendole le guance con una mano e con l'altra presi la sua mano e me la portai sul pacco ormai pronto all'esplosione.
"lo senti cosa hai combinato?!" le chiesi con fare minaccioso. Come risposta ricevetti solo un altro versetto di godimento, le scossi con forza il viso e le urlai più forte "LO SENTI O NO COSA HAI CAZZO HAI COMBINATO TROIA?!?" premendo sempre più forte la sua mano sul mio membro.
Rispose "SI LO SENTO!"
"È un bel pasticcio non credi?"
"Sì è tutto fradicio ed è colpa mia"
"Brava! E allora che vuoi fare??"
Mi guardó con uno sguardo che non saprei se definire più di timore reverenziale o di libido e mi disse con tono languido "Pulisco tutto io Miché non ti preoccupare" mentre già stava slacciando la cintura e i bottoni dei jeans.
Le mie mutande erano completamente inzuppate e lei cominciò a passarci sopra la bocca e la lingua sussurrando "Pulisco tutto io...pulisco io mmmm"
Io stavo esplodendo, lei lo sapeva benissimo e comincio a togliermi le mutande senza usare la mani ma mordendo l'elastico e tirandolo giù spostando la testa. Mi sembrava un'eternità ma appena il mio cazzo riuscì a vincere la resistenza delle mutande le si posò sulla faccia schizzandole due filamenti sulla bocca e sul naso. Lei senza battere ciglio li succhio in bocca e poi cominciò a baciarmi tutta l'asta del cazzo che io facevo contrarre in modo da sbattacchiarglielo un po' sul viso. Cominció a leccarlo dalla base delle palle alla punta del glande, lentamente prima, misurandone la lunghezza più e più volte e poi acceleró un pochino, dicendomi "Vedi che te lo pulisco bene? Lo vedi Miché come te lo lucido? Mmm" la feci fare ancora per una decina di secondi ma poi la mia impazienza vinse e allora quando per l'ennesima volta arrivò con la punta della lingua sulla punta del glande, la presi per i capelli e affondai il mio amico dentro la sua bocca prima, gustandomi la deformazione delle sue labbra carnose per accogliere la mia cappella e poi lo spinsi fino a sentirlo nella sua gola, fino a quando il suo naso non fu completamente schiacciato contro la mia pancia. Lo feci lentamente la prima volta, anche la seconda, mentre lei mi guardava, pure la terza fui delicato anche se indugiai qualche secondo di più una volta giunto a fine corsa sentendo la sua glottide contrarsi. Poi aumentai il ritmo, sempre più veloce e sempre più forte, 15/20 colpi ben affondati ma la troia era esperta si vedeva. L'ultimo lo diedi con tutto il corpo, fino in fondo e la tenni li 8/9 secondi 1,2,3 contrazioni della gola e sbam lo sfilai tutto spargendo il mix di saliva catarro e liquido sulla sua faccia"Non hai pulito per un cazzo bene mi pare" le disse e lei con lo sguardo sofferente di chi ha capito che per godere si dovrà impegnare mi guardò e ricomincio a leccarlo per pulirlo da tutti i liquidi.
Nel mentre mi divertivo a tormentarle i capezzoli, fino a vedere le smorfie di sofferenza sul suo viso, ma nonostante tutto non si fermava mai.
Mi misi seduto sfilando i pantaloni, le mutande e le calze e iniziai a godermi il pompino porcoso della buona Pia. Su e giù con avidità e passione, senza mai staccare lo sguardo dal mio. Su e giù senza fermarsi, poi qualche stop per leccarmi bene tutta la cappella e il frenulo e poi via di nuovo a pompare come una matta su e giù. Io con il piede cominciai a strusciarle forte sui pantaloni bagnati in corrispondenza della fica. Mi persi via con i pensieri, in una vera escalation di porcate a cui avrei sottoposto quella maiala di Pia e in un battibaleno senti un impulso incontrollabile e il mio seme zampilló copiosamente riempiendo la bocca della vacca, che non aveva mai staccato il suo sguardo dal mio, e non se ne perse neanche una goccia perché sapeva che non le sarebbe stato premesso.
"Madu Miché che buono" mi disse per la seconda volta in quella giornata.
Mi aveva spompinato da dio, é nella top 3 dei migliori pompini da me ricevuti. Era solo il primo round di un lungo match lo sapevamo e quindi dopo un minuto che fissai il soffitto per riprendermi mi alzai presi la bottiglia di prosecco e i due calici e mi diressi sul divano invitando Pia a raggiungermi. Era ancora in ginocchio davanti alla sedia e non mi aveva tolto gli occhi di dosso, voleva carpire una mia qualsiasi smorfia di approvazione. Si avvicinò, nuda a metà, sembrava una sirena.
Le porsi il calice riempito e ribrindammo con un - salute! - avvicinai anche il piatto con il crudo e le passai un cannolicchio e un gambero che mangiò e questa volta succhió direttamente dalla mia mano.
"Ti piace davvero il mio sapore?"
"Si certo. Non te lo avrei detto sennò" rispose senza battere ciglio.
Il mio cazzo su questa sua affermazione diede un segno di risveglio totale e lei se ne accorse e il suo viso assunse un aria compiaciuta. La guardai ancora fissa negli occhi e poi mi avvicinai per baciarla in modo molto sensuale, e a breve di nuovo ci trovammo con le lingue completamente allacciate. Le mie mani ovviamente erano prese con gli enormi meloni di Pia mentre lei mi segava dolcemente. Scesi a cominciai a baciare tutto il corpo, la feci mettere in piedi e io la giravo intorno baciandola su tutta la parte superiore. Arrivai in fondo alla schiena e le presi dolcemente tra i denti l'elastico della tuta, cominciai a tirare verso il basso come fece lei con le mie mutande e le scoprii buona parte delle chiappe, mostrando il perizoma sportivo in coordinato con il reggiseno che era in bagno. Mi spostai davanti e feci lo stesso. Scoprii il davanti delle mutandine, e dei filamenti di succo di fica pendevano dal perizoma. Le sfilai pantaloni calze e scarpe praticamente in un sol colpo e poi ricominciai a baciarla dai piedi e piano piano risalì verso l'alto fermandomi ancora ad altezza mutande. Le annusai vigorosamente la vagina umida affondando il mio naso dentro al tessuto fradicio del perizoma. Pia emise dei gemiti ben pronunciati e afferró la mia testa con 2 mani premendomi ancora più forte contro il suo monte di venere. Avevo tutti i suoi gustosi umori che mi lucidavano barba e baffi.
Mi liberai dalla sua pressione, alzandomi di scatto, una volta faccia a faccia la baciai tenendola per la nuca, facendole assaggiare il suo sapore, poi la spinsi sul divano facendole perdere l'equilibrio.
Appena si schiantó sul divano, io le fui sopra, e tolte con furia le sue mutandine madide, la guardai e le dissi "Ma guarda qui che casino, ora ti insegno io a pulire tutto come si deve puttanella".
Cominciai a baciarle lentamente e delicatamente tutta la zona circostante, dagli innesti delle coscie, al perineo fino al monte di venere, e ogni volta che le mie labbra la sfioravano, sentivo che dei brividi di piacere la percorrevano tutta. La torturai così per 3 o 4 minuti e poi comincia a baciare dolcemente le labbra semiaperte e grondanti umori, come se la stessi baciando dolcemente in bocca. Ogni contatto tra la mia bocca e la sua patata era seguito da un gemito di godimento, cominciò a mordersi violentemente le labbra la puttana. Anche lì me la presi con calma per alcuni minuti. La sua figa era caldissima e pulsante e un rivolo bianco uscì percorrendo il perineo e fermandosi sul suo bel buchino dietro: era il segnale, andai a recuperare la goccia umorale dall'ano con la mia lingua e risalii con vigore in un colpo solo e deciso fino alla fonte, che percorsi per tutta la sua altezza; le bloccai le gambe puntando i gomiti nell'interno coscia, tenendola per i fianchi con le mani e cominciai a frullarle la figa con la mia lingua. Le Piccole e grandi labbra vennero lucidate per bene, succhiate e leccate abbondantemente, il suo clitoride era già bello gonfio e faceva capolino dalla sua sede e bastarono solo due passate di lingua per farlo sbocciare del tutto.
Pia era in estasi, quel blitz così perentorio e improvviso mi consegnò le sue volontà.
"Aaaaaahhhhhmmmmmmmmhhhh seeeeeeeeeeeee e!!!!!!" questo è il verso che le esplose dalla gola.
Mi dedicai a lei per una decina di minuti, la feci tremare parecchie volte, soprattutto quando cominciai a musturbarla con 2 dita dentro, due dita dell'altra mano che tenevano ben in vista il clitoride e la mia lingua che lo accarezzava e avvolgeva con vigore. Dieci minuti dove Pia non riuscii a rimanere in silenzio per più di qualche secondo arrivando più volte a urlare a squarciagola fino al "ODDDIOOOOOMMMMM MMMMI PISCIOOOOOOOOHOHOHOHOH" dove mi scaricó addosso un sacco di liquido che io sapevo essere squirting ma che lei non aveva mai provato.
Tremava e ansimava per recuperare, aveva inzuppato tutto il copridivano.
La lasciai li a gambe spalancate, ansimante e che mi guardava attonita e sbigottita; Io mi diressi nuovamente verso la caldaia per alzare un pochino la temperatura visto che le piastrelle del pavimento erano ancora un po’ gelide. Tornai in sala e la trovai nella stessa identica posizione in cui l’avevo trovata solo meno scossa e ansimante.
“Hai sete?” le chiesi e lei annui con un lieve gesto del capo.
Presi la bottiglia di prosecco ne bevvi un sorsata direttamente dalla bottiglia, mentre lei fece per allungarsi verso il suo bicchiere.
Le intercettai la mano con uno schiaffetto, come quelli che si danno ai bambini quando non devono toccare qualcosa.
Mi guardò divertita ma forse anche un po’ timorosa.
“Sarò io il tuo bicchiere” le dissi e mi avvicinai a lei prendendola per i capelli dietro la nuca e accompagnandola sul pavimento in ginocchio davanti a me.
Le appoggiai la mia verga non ancora al massimo della turgidità sulle labbra e gliela passai avanti e indietro con vigore, incontrando anche la resistenza del suo naso, dopo qualche istante le feci aprire la bocca appoggiando il glande sul labbro inferiore.
Mi fissava mentre comincia a versare lentamente lo spumante sulla mia pancia, facendolo colare lungo tutto il mio cazzo.
Cominciò a bere tenendo la bocca ben aperta, poi quando si riempiva la chiudeva per ingoiare lo spumante che con la schiuma cominciava ad uscirle copiosamente dalle labbra.
Le feci fare 3 o 4 sorsate, poi interruppi il flusso e aspettai che mi pulisse per bene ingoiando e leccandomi il cazzo. Così fece, iniziando un altro meraviglioso pompino.
“Dopo aver bevuto magari ti è venuta anche fame vero?” e lei annui mentre faceva su e giù con la sua bellissima bocca.
Allora afferrai delle tagliatelle di mare avanzate e le cominciai ad appoggiare all’asta del mio membro e sul glande e lei golosamente cominciò ad ingoiarle.
“Brava porcona golosa! Mangia tutto!Brava….così! Altrochè vegetariana va come ti mangi il pesce” Io ero in estasi, mi piaceva avere il pieno controllo su di lei e sapevo che avrebbe fatto ormai qualunque cose le avessi ordinato di fare.
Mi staccai allora da lei e spinsi la sua testa sul pavimento piastrellato dove si era versato un bel po’ di vino. Mi alzai tenendole la testa premuta leggermente sul pavimento con il piede e le dissi “Finisci di bere che non voglio vederne sprecato manco una goccia!” Stette qualche attimo immobile ma appena io esercitai un po’ più di pressione con il piede sulla sua nuca, cominciò a leccare e a succhiare il vino dalle piastrelle. “Brava allora vedi che sai come si fa?!?” Ero il suo dio e potevo ordinarle qualsiasi cosa e questa situazione mi faceva eccitare oltremodo.
Staccai il piede ma lei continuò a leccare il vino ancora un pochino.
“Alzati e sdraiati sul divano!” Le ordinai e lei mi guardò impaurita mentre eseguiva l’odine che le avevo appena assegnato.
Rimasi qualche secondo a guardarla: che bella maialotta che era, con i suoi seni giganti e sodi che rapivano la mia attenzione.
Andai in bagno senza dirle niente, e mi misi a cercare tra le creme per trovare qualcosa con cui lubrificarle le mammelle ma purtroppo nulla faceva al caso mio, poi l’illuminazione!
Chissà cosa pensò appena mi vide entrare in sala con due asciugamani e la latta da 5 litri di olio di oliva.
“Alzati che devo mettere gli asciugamani” lo fece senza battere ciglio e una volta compiuta questa operazione si adagiò su di essi senza che io le dicessi nulla.
Mi versai un po' di olio sulle mani e poi cominciai a passarle sulle sue immense zucche, rendendole belle lucide e lisce.
Lei apprezzò molto quel massaggio vigoroso che le stavo facendo e ne aveva già capito il motivo.
Presi ancora la latta e le versai ancora un pochino d’olio nello spazio tra le due montagne e lei con grande maestria cominciò a cospagerselo per bene.
Mi misi a cavalcioni su di lei e appena lei ebbe il mio pene a portata di mano comincio ad accarezzarlo ungendomelo per bene.
“Siete tutti uguali comunque, vi piace proprio scoparmi le tette!” Disse sorridendo e con aria di chi la sa più lunga degli altri, ma io feci finta di niente e la continuai a guardare con sguardo serio.
Appena sentì che tutto era lubrificato afferrai i due meloni, ci piazzai in mezzo il mio amichetto e comincia a scoparla a un ritmo sostenuto.
Il cazzo sgusciava li dentro che era una meraviglia e io ero eccitato al massimo livello. Da sola cominciò a tenere strette le tette lasciandomi così libero le mani, con cui iniziai a pizzicarle e a tirarle i capezzoli.
Poi, continuando con il mio ritmo forsennato, le cacciai tre dita in bocca afferrandola per la mandibola che usavo come redine mentre proseguivo nel mio rodeo: sentivo la sua bocca che si riempiva di saliva e appena ebbi la mano completamente bagnata, la estrassi e la portai dietro di me in cerca della sua figa che trovai già abbondantemente umida e cominciai di nuovo a masturbarla con foga.
Ricominciò a gemere forte e di nuovo emetteva quei mugolii tanto arrapanti: “Mmmh MMMhh Maduuuu seeeee mmmmmmm!!!”
Dovevo scoparla, li subito.
Mi alzai, mi tirai indietro, le sollevai le gambe portandomele sopra le spalle, mi aggrappai di forza alle sue culotte de cheval ed entrai diretto.
”AAaaahhhh Seeeeeeeeeee!” esclamò subito e li cominciai di nuovo a muovermi con lo stesso ritmo incalzante di quando le scopavo le zinne. Il rumore ritmato del mio corpo che sbatteva contro il suo aumentò tantissimo la mia eccitazione e la mia velocità.
Lei non smise un secondo di urlare a gemere a tempo “See see se se se ahAh ah AH AHAH MMH AH se così così COSIII” “Madù Michè see see see Madù maduù! Seee Ah ah AH AH AH!!” “Scopami così! se se se Scopami così dai! Madù se SE SEEEE!Scopami!Scopami!scopami!scopami! DAAAIIII!!” La stantuffai senza fermarmi per qualche minuto fino a quando la sentii irrigidirsi, vidi che si mordeva con forza le labbra e strozzava così i versi che aveva emesso fino a un secondo prima, io aumentai la forza dei colpi a quel punto, fino a a quando non senti un abbondante rivolo caldo fuoriuscire da lei e il piacere che sgorgava incontrollabile dalla sua gola “OOOOOOOOHHHH SEEEEEEEEE!!!! AHH ah SEEEEEE!!!!!MMMMMSEEEEE” estrassi il cazzo fradicio dalla sua vagina grondante umori che erano ormai una cascata.
Mi ritrovai il suo anello anticoncezionale infilato sul mio amichetto: lo presi ma prima di rinfilarglielo cominciai a masturbarla di nuovo con la mano a ventaglio: pochi secondi ancora tremori e contrazioni, ancora mugolio di godimento e di nuovo uno schizzo, meno copioso del primo, che mi centra il petto. “OOOOooHHHHH di NUOVOOOOOO!!” fortunatamente c’erano gli asciugamani.Le lanciai addosso l’anello tutto fradicio e mi spostai.
Era esausta e ebbra di piacere, l’avevo sfiancata lo sapevo ma non sarebbe finita da li a breve, sapeva che ne doveva passare ancora tante, sapeva che quella sera avrebbe scontato le sue porcate commesse anni prima, sapeva che ero il miglior amico di Mauro e l’avrei fatta a pezzi quella sera…e lei, Troia, non ne vedeva l’ora.
Io pure ero fisicamente provato da quella scopata a ritmi forsennati e mi lasciai cadere sulla poltrona di fianco al divano per riprendere forze e fiato, mentre lei riposava sul divano.
Passarono un paio di minuti credo e quasi mi addormentai fissando il soffitto, ma Pia si mise in ginocchio davanti a me e cominciò a leccarlmi con colpi di lingua ben mirati dal sottopalle alla punta dell’uccello e il mio amico non ci mise più di una decina di secondi a tornare bello arzillo.
La feci fare, sapeva cosa e come fare, su e giù e lingua. “Dio che troia che sei!” le dico e mezza voce.
Mi godo il pompino magistrale ma a un certo punto sento un ronzio sordo…la vibrazione del telefono sul tavolo.
Mi alzo di scatto senza preavvisarla e vado a recuperare il cellulare, lei mi fissa. Sullo schermo c’è il nome di Valeria, sono le nove passate cazzo!Di nuovo quelle nuvole del cazzo stavano per impadronirsi di me ma questa volta non volevo assolutamente soccombere e un’idea mi venne subito in mente.
Presi il telefono, mi rimisi seduto davanti a Pia e prima di rispondere la presi forte per la gola, le tirai due buffetti e le ordinai “Tu puttanella continua a fare quello che devi, ma non ti azzardare a emettere qualsiasi tipo di verso e a fare qualche scherzetto del cazzo perché sennò finisce male per te!Ok?!” Annui impaurita. La presi e le cacciai il mio cazzo in bocca.
“Pronto ehi” dissi con tono dolce.
“Pronto Amore che fai?”
“Sono sul divano a guardare la TV”
“Stavi dormicchiando già? per quello ci hai messo tanto.”
“No avevo lasciato il telefono di la…tu hai finito l’incontro?”
E intanto Pia mi pompava con gran passione tenendo il suo sguardo fisso su di me
“Si è andato bene abbiamo analizzato parecchi punti critici del progetto e mi pare di essere a buon punto.”
“Ah molto bene amore mio, sono contento”
“Si anche io, sono un po’ più rilassata adesso, mi sono tolta delle preoccupazioni inutili”
“Brava tesoro, sapevo che sarebbe andata bene, stai facendo un gran bel lavoro"
Non so se sarei stato così affabile al telefono con Vale se non avessi avuto quella puttana che mi spompinava con grande maestria.
“Eh lo so ma sai come sono fatta, sono sempre indecisa e impaurita, mi stresso per niente….Meno male che ci sei tu con me…” mi disse con tono dolcissimo.
“Oh Amore…”
“Mi manchi tanto lo sai?”
“Mmmhh…….anche tu” le risposi con tono altrettanto tenero.
Pia nel frattempo si era unta di nuovo le tette e aveva cominciato a farmi una spagnola con i fiocchi.
Da li la telefonata prese una piega molto tenera, dove Valeria ed io ci dicemmo un sacco di cose dolci per una decina di minuti mentre io guardavo Pia negli occhi mentre mi lucidava la minchia con le sue enormi tette.
“Che farai in questi giorni amore mio? Hai già sentito Mauro e gli altri?”
“No tesoro non ho sentito ancora nessuno, volevo riposarmi dal viaggio e stare tranquillo almeno stasera. poi domani chiamo Mauro (appena Pia senti il suo nome ebbe un sussulto) con calma e tutti gli altri.
Devo anche sentire il commercialista e gli avvocati”
“Aggià che non sei giù in vacanza”
“Eh no amore mio”
Pia prese il cazzo in mano e cominciò a segarmi mentre mi leccava con foga il frenulo e io li emisi un piccolo gemito che dovetti subito reprimere e che camuffai a Valeria con un raschio di gola.
La troia sorrise compiaciuta.
“Io sono stanca morta amore mi sa che mangio una minestra al volo e vado a fare la nanna.”
“Anche io amore tra pochissimo andrò a letto”
Pia fece il segno del come no con la mano e di istinto le tirai un buffetto, fulminandola con gli occhi.
“Si ma vai a letto, non fare come al solito che ti addormenti sul divano e guardare la tv e poi ti svegli alle 2”
“Noo non ti proccuare davvero”
Pia aveva aumentato il ritmo, io ero eccitatissimo e lei voleva farmi venire prima di chiudere la chiamata.
“Mi scrivi quando vai a letto? se vado prima io ti scrivo”
Questa era la nostra routine bambinesca che però ci piaceva tanto.
“Certo amore, ti scrivo la buona notte”
Pia mi pompava con avidità e sicurezza cacciandosi il mio cazzo fino in gola a gran ritmo….stavo per esplodere.
“Ah amore ascolta…”
“Eeehhhh dimmi!” uscii proprio male quel verso, sembrava che fossi scocciato ma in realtà era solo un verso di piacere per l’ottimo lavoro di Pia che mi aveva portato al limite dell’orgasmo. Presi con la mano la sua testa e la tenni compressa contro la mia pancia.
“Eh vabbè che modi!! “
“No scusa dimmi mi stavo stiracchiando Amore”
3,4 contrazioni di gola
“Domani vedo Lucia per pranzo, vuole fare una cena presto con noi nella casa nuova che hanno preso lei e Alberto, tu quando torni?”
6,7,8 contrazioni bava e succhi che le escono dai lati della bocca io sto per venire, lei emette versetti e cerca di staccarsi a forza dal mio corpo.
“Eh non lo soooo sicuro non prima di Giovedììììì!”Dico simulando un altro sbadiglio
Schizzo tenendola premuta a me ormai semi svenuta, mi stacco, corro nella stanza per allontanarmi dai rumori che la troia stava facendo tutta ingozzata di sborra e bava.
Tossisco anche io per coprire i rumori.
“Che sonnone l’amore mio!”
Concludo la telefonata pensando al pericolo scampato ma godendomi il post orgasmo, e immagino che di la troverò Pia incazzata nera tutta sporca di sperma e bava se va bene o magari avrà vomitato anche dallo sforzo.
Apro la porta in sala e la scena che mi si para davanti mi spiazza: La vacca ancora ansimante con il trucco tutto sciolto china sul pavimento che lecca tutti i liquidi che aveva versato tossendo.
La scavalco e mi sdraio su divano senza smettere di guardare lo spettacolo.
“Ho pensato che non ne avresti voluto vedere sprecata neanche una goccia, e poi mi piace troppo il sapore per lasciarlo a terra" non le risposi ma la continuai a fissare compiaciuto.
“Posso sdraiarmi con te?” mi chiese dopo un minuto che ci guardavamo e lei era ancora accasciata a terra.
Annuisco e lei si infila dietro di me abbracciandomi e dandomi dei dolci baci sulla schiena.
“Qual’è la spalla che mi hai detto che ti da noia?” mi sussurrò all’orecchio accarezzandomi la parte alta della schiena.
Mi girai per guardarla con aria curiosa e scettica e le dissi “La sinistra. Perché?”
“Se vuoi ti faccio un bel trattamento” disse baciandomi di nuovo dolcemente la schiena.
“Ok” risposi.
“Ho le cose per il massaggio in macchina però devi darmi un attimo che le vado a prendere”
“Ok”
Si alzò, prese la mia maglietta ma io intervenni subito: “NoNo!” feci mimando anche con il dito.
Mi guardò con aria interrogativa.
“Se vuoi le scarpe” le dissi.
Mi guardò prese calze e scarpe se le infilò e mi disse: “Mi accendi la luce del vialetto che non si vede niente”
“Certo” le risposi, ma non tanto per lei ma per poter godermi la sua scampagnata nuda al freddo e sotto l’acqua.
Con un po’ di dispiacere notai che la pioggia però era decisamente diminuita, accesi le luci e le apri la porta. Lei partii dal porticato fino al vialetto camminando fino alla fine della copertura correndo poi una volta all’aperto, facendo sballonzolare tutto il suo ben di dio con la sua corsa abbastanza scoordinata. Le case attorno erano ancora vuote in quel periodo dell’anno, nessuno tranne me l’avrebbe vista quindi non fu una punizione così crudele.
Prese una sacca dalla macchina e si rimise a correre facendo ballare le sue meravigliose rotondità. Andai in camera e presi un accappatoio. Lei entrò visibilmente infreddolita e si sfilò le scarpe. La avvolsi con l’accappatoio strofinandola per asciugarla e scaldarla. Mi baciò teneramente e dinuovo percepii una scossa di eccitazione che mi attraversò e si palesò con l’inturgidimento del mio amichetto. I suoi capelli bagnati mostravano ora quanto fossero radi.
Mi prese per mano e mi portò fino alla camera "Ci mettiamo sul letto? ti va?"
"Si ma lo devo ancora fare", "Ok ti aiuto".
Aprii i cassetti e le passai le lenzuola e le federe. Tirammo bene le lenzuola e mentre lei ricopriva i cuscini io tirai fuori la coperta dall'armadio.
Una volta fatto il letto, lei si tolse l'accappatoio e si inginocchio sul letto, facendomi il segno di stendermi.
Lo feci sdraiandomi a pancia in giù e lei si sedette a cavalcioni all'altezza del mio sedere. Sentivo la sua patatina strusciarmi sulle natiche.
"Allora vediamo cosa c'è qui. Dimmi dove ti fa male" le indicai più o meno l'area interessata e cominciò a tastarmi tutta la zona con delicatezza facendo più pressione in alcuni punti "Se ti schiaccio qui ti fa male?" "E qui?" mi fece questa domanda 3 o 4 volte ma diedi sempre una risposta negativa. Mi prese il braccio, me lo piegò all'altezza del gomito portandomi il palmo sul mio fianco e accennò una strana torsione, subito sentii il dolore fastidioso che ogni tanto la notte mi faceva impazzire e glielo comunicai subito "Ecco li si cazzo!"
"Ho capito ok"
Prese un unguento dalla sacca e se ne versò un po sulle mani e sentii che cominciò a strofinarle tra di loro, poi le appoggiò con delicatezza alla mia pelle e cominciò a massaggiarmi con vigore. Non sentivo dolore e quella manipolazione mi dava sollievo, era chiaro che lei sapesse cosa stesse facendo. Sentivo la presenza della sua figa sempre sul mio culo che seguiva i movimenti che Pia faceva sulla mia schiena. Ero molto rilassato e emettevo dei gemiti di piacere e sapevo che questa cosa avrebbe compiaciuto molto la mia geisha. Mi impastó per bene per un quarto d'ora abbondante: un quarto d'ora dove la mia mente viaggió in un sacco di momenti felici e verso la fine cominciai a rivivere anche quella assurda ma fenomenale serata.
Mi baciò sulla schiena dolcemente "Ora vedrai che di notte non ti farà più male, ma non dormire sempre su quel lato." Mi destai dal mio torpore rilassato. "Se ti giri ti massaggio anche il petto" si alzò quel tanto che bastava per farmi girare e poi mi sorrise dolcemente.
Riprese la boccetta, si versó ancora del liquido sulle mani e le strofinó nuovamente tra di loro prima di iniziare a impastarmi i pettorali. Si era messa una fascia per capelli mentre ero girato. Stava bene.
Sempre con grande maestria mi massaggiava con vigore. Ora potevo ammirarla durante la sua opera, la sue braccia proteste sul mio corpo, che schiacciavano tra di loro i seni enormi. Sentivo ora la presenza della sua fighetta sul mio basso ventre e mi sembrava che in questa posizione venisse più a contatto con il mio corpo. La guardavo e continuavo ad ammirare i suoi meravigliosi meloni. Dopo qualche minuto cominciai a toccarglieli cercando di non intralciarla nel suo lavoro. "Ti piacciono eh?" mi chiese con voce languida la fissai qualche istante, sorrisi e dissi "mi fanno impazzire".
Lei arrossii e sentii che la sua patata apprezzó quel complimento. Chiusi un po' gli occhi sempre preso dal mio viaggio tra pensieri meravigliosi e non mi accorsi che staccò una mano dal mio petto, si mise ad armeggiare con la boccetta dell'unguento e andó a trovare il mio amichetto che era in una fase di rilassamento. Pochi colpetti e il mio cazzo era già sull'attenti. Mi guardava con sguardo sensuale mentre io mi mordicchiavo il labbro inferiore. "Anche a me la tua ciola mi fa uscire pazza" se era possibile il mio amichetto divenne ancora più duro, quasi da farmi male.
La sollevai e mi infilai sotto di lei in modo che la mia verga le sfregasse lungo tutta la lunghezza delle sua fica.La presi per i fianchi e cominciai a muoverla in modo che i nostri sessi strusciassero l'uno sull'altro.
Apprezzó ""Mmmm Michele sii'". Sentivo che si stava bagnando sensibilmente e quando mi sembró il momento opportuno glielo infilai di colpo suscitando in lei un moto di piacere che la fece urlare "UUUHHHHMMM SIIIIII!!!!" ci muovevamo in perfetta sintonia e tenendola per i fianchi riuscivo a darle dei bei colpi profondi che la mandavano in estasi. Eccoli di nuovo quei gemiti che accompagnavano ogni mio affondo "OHH SEE OHHH SEEE SEE SEE SEE DAI DAI OH OH ODDIO ODDIO ODDIO ODDIO SEEE SEE SEE!" accelleravo sempre di più spronato dalle sue urla ormai ero un treno "SEE SEE COSÌ COSÌ DAII DAII DAI DAI COSÌ SEEE SEE SEE" lasciai i fianchi a mi affrancai ancora alle sue culotte, per spingere ancora di più, più in fondo. Il letto in ferro battuto ballava e faceva un rumore incredibile, se non fosse stato agganciato al muro si sarebbe sicuramente messo e viaggiare per la stanza. "SEE CAZZO SEE SE SE SE COSÌ DAII DAII SIIIIII COSIIIIIIAAAAAHHHHHHH!!!!!!" Il suo orgasmo mi prese di sorpresa non me lo aspettavo così presto dopo forse neanche 3 minuti di cavalcata, la sua figa si sciolse svuotandosi completamente sul mio inguine, e Pia si lasciò un po' andare su di me ma io ormai ero in trans e continuai ad andare come un cavallo lanciato al galoppo, la presi per il collo strozzandola e le tirai due sberle per farle riprendere un po' di ritmo e appena rientrammo in coppia il letto ricominciò a saltare.
Provava a gridare ancora la troia ma non poteva con la mia mano che la strangolava con vigore e quindi il risultato erano versi gutturali TIPO"AHG AHG MHHG MMMHG AHG OHOHOH OHHG!"eccolo stava arrivando il secondo, lei faticava decisamente a respirare il suo collo era gonfio e cominciò ad irrigidirsi tutta. Mollai la presa al collo ma ripresi la presa di prima e dopo un sospirone per riprendere fiato urlo questa volta a squarcia gola mentre con le mani mi stava strizzando la pelle del petto "AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!! SEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!" gli occhi le si riversarono un po' all'indietro, un fiume vero uscì dalla sua fica e lei si sgonfió talmente tanto che gli ultimi colpi mi parve di darli a un sacco vuoto. Si accasció su di me respirando affannosamente, il viso molle sul mio petto e dalla bocca perdeva un po' di bava, mi guardava con gli occhi stravolti di chi é sopravvissuto a una burrasca in alto mare. Io nel frattempo la tenevo forte per il suo culotto tondo. Passarono un paio di minuti prima che riuscisse a parlare "Nessuno mai mi ha scopato così.... Nessuno mi ha mai fatto godere tanto" si tirò su e si sfiló dalla nostra unione e si schiantó sull'altra metà del letto. Era esausta non ne aveva più e io però non ero ancora venuto ma capii che non avrei potuto contare su di lei. Mi innervosii molto questa cosa. Tanto che con un gesto di stizza mal celato mi alzai dal letto e andai in bagno a pisciare. Tornando in sala vidi le sigarette e decisi di fumarmene una e mi rivestiti per uscire nel porticato, intravidi dalla porta della camera le gambe ancora esanime di Pia, e quindi uscii sbattendo la porta. Aveva smesso completamente di piovere e si era alzato un leggero vento caldo che sicuramente avrebbe aiutato a spazzare via il brutto tempo. Mi misi a guardare per qualche minuto il mare che era tutto nero e mosso. Ma il venticello caldo mi accarezzava dolcemente dandomi un senso si sollievo.
Presi una sigaretta e la accesi e pensai a quante volte mi ero messo a guardare il mare da quel porticato, in 33 anni: era uno dei miei scorci preferiti.
Il nervoso mi stava scendendo e il venticello caldo non permetteva ai pensieri nebulosi di fermarsi nella mia mente. Ero contento di essere in Puglia, di prendere una boccata d’aria dalla routine Milanese e potermi godere un po’ di tranquillità.
Avrei rivisto i miei amici di una vita e magari mi sarei goduto qualche giorno di bel tempo e caldo e mi sarei ricaricato un po’ e magari quei giorni lontano da Vale ci avrebbero fatto bene.
Sentii la porta aprirsi e chiudersi: Pia era in accappatoio e aveva anche una coperta addosso.
Mi si avvicinò e attaccandosi al mio braccio disse dolcemente “Che meraviglia il vento caldo, domani il tempo sarà bello” mi diede un bacio sulla guancia e disse “Mi fai fare un tiro?” la guardai e le avvicinai la sigaretta quasi finita ormai alle labbra tirò, poi feci l’ultimo tiro e la gettai.
L’abbracciai e lei si avvinghiò a me, e dopo poco mi baciò in modo molto dolce e sensuale. In poco quel bacio si trasformò di nuovo in un limone passionale.
“Fesc fridd Michè entriamo?…e poi dobbiamo pensare ancora a te”
Che brava puttana che era Pia, sapeva che con quella frase mi avrebbe subito riattivato.
Entrammo e mi accorsi che dentro la temperatura era davvero alta, d’altronde erano ore che eravamo completamente nudi.
Cominciai a spogliarmi appena entrato nell’ingresso della sala mentre Pia lasciò la coperta sul divano e andò a mettersi sul letto, dove a carponi stava sistemando i cuscini.
Mentre era in quella posizione l’accappatoio si alzò permettendomi di vedere la sua figa gonfia in posizione cagnolino.
Fu il richiamo, mi avvicinai la presi per le sue tonde chiappe e ficcai la faccia sulla sua patata, cominciando e baciarla e leccarla.
“MMMmmmmmmmmm seeeeeee” che buon sapore che hai anche tu Pia bella. La mia eccitazione si ripresentò con tutta la sua forza e anche lei in pochissimo tempo era già pronta per accogliermi.
Le sbavai copiosamente l’ingresso della vagina, e ci ficcai subito due dita per saggiarne l’ampiezza. Era caldissima, e i suoi mugolii mi fecero capire che potevo entrare.
Le appoggia il mio amichetto e comincia a strusciarglielo lungo tutta la fica per mescolare bene i nostri umori e dopo poco lo puntai infilandolo di botto.
“Oooohhh seeeee!” “Ti piace puttanella eh?” “Siii Michè siii!” .
Cominciai a muovermi, prima piano, percorrendo tutta la lunghezza del mio membro e portandolo più volte quasi ad uscire, poi cominciai a dare dei colpi più forti e profondi, aumentando gradualmente la velocità.
La tenevo per la cintura dell’accappatoio che ha ogni mio colpo si allentava sempre di più fino a slacciarsi completamente dopo poco, allora mi aggrappai alla parte superiore delle sue natiche e continua a cavalcarla come a un rodeo “Seeee Seee seeee seeee seee seeee Aahh ahh ahh così così Seee see!” la solita litania accompagnava ogni mia spinta; Pia si tolse l’accappatoio che ormai le copriva solo le braccia e parte della schiena, e si tirò più avanti per afferrare la testata in ferro battuto del letto. Il treno era ripartito ed era ormai alla velocità massima “See see see ahhh ahh aah ah ah scopami scopami see see!” il letto sobbalzava e strideva come impazzito e io ero un pistone lanciato alla massima velocità. La troia gemeva a squarciagola e raggiunse l’orgasmo sbrodolando umori dalla fica ma io non mi fermai e anche lei cercò di offrirmi la giusta resistenza per permettermi di continuare la mia cavalcata. Il letto sbatteva fortissimo e una serie di rumori sordi e il rumore di ferraglia aumentò e notai che il letto cominciò a muoversi notevolmente dalla sua sede, la troia cominciò ad urlare “Maddùùùù Michè Michè il letto! ahahh see see ahh il letto!” Si era staccato dai ganci della muratura e ora vagava per la stanza e io ero super eccitato per questa cosa.
Ero all’apice stavo per esplodere dentro Pia, mi succhiai il pollice e glielo infilai di prepotenza nel buco del culo, poca resistenza ed entrò tutto “Aaahhh Seeee see see così così cosìììì Michè madù!!!” gli ultimi colpi furono incredibili, il mio cazzo gonfio riversò fiotti di sborra nel ventre di Pia, lei vennè con me e io caddi senza forze su di lei, che piano piano allungò le gambe e rimase sdraiata con me sopra di lei a pelle d’orso.
Non so quanto rimanemmo in quella posizione fermi, entrambi a goderci il respiro affannato dell’altro, mentre il mio cazzo si era ridimensionato ed era uscito da Pia, permettendo a tutti i liquidi di colare sulla coperta.
Dopo un po’ mi rovesciai sull’altra parte del letto, e lei subito mi raggiunse abbracciandomi e appoggiando la sua testa sul mio petto. Io avevo le braccia dietro la testa e guardavo il soffitto.
Eravamo entrambi esausti e ampiamente soddisfatti, che grandi scopate che avevamo fatto! Il mio cazzo era informicolato e indolenzito, in effetti gli avevo fatto fare gli straordinari e ultimamente non era abituato a ritmi del genere.
Pia mi accarezzava e mi baciava dolcemente il petto e ogni tanto mi guardava mentre io continuavo a fissare soffitto.
“E’ una serata bellissima lo sai? Non avevo mai provato così tanto piacere in vita mia. E’ molto fortunata la tua ragazza.”
Eccole, cazzo! proprio le parole che non volevo sentire. Non doveva permettersi di parlare o di citare Valeria in nessun modo. Aveva vanificato tutto.
La guardai con sguardo severo, mi divincolai dal suo abbraccio e mi girai su un fianco dandole le spalle.
Non fu difficile per Pia capire che qualcosa mi aveva indisposto e perchè, così dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante mi accarezzò la spalla e disse “Scusami…sono una scema” si alzò e continuò “vado a fare pipì”
Valeria, l’amore della mia vita, l’unica donna di cui mi fidavo ciecamente e che avrebbe fatto di tutto per me e io per lei. Era una donna bellissima, intelligente e simpatica che mi adorava e io adoravo lei. Eppure in quel periodo la nostra sintonia era andata un po’ fuori fase ed entrambi eravamo andati in sofferenza. Non era tanto il fatto che mi fossi scopato Pia che mi fece riflettere, perché mi conoscevo quella era solo questione di libido e di trasgressione, un impulso bestiale animale che decisi consciamente di assecondare per svago. Mi preoccupava il fatto che quel periodo di egoismo e insofferenza che aveva colpito entrambi potesse continuare.Dove ci avrebbe portati? Lei finalmente si era focalizzata sui suoi progetti da imprenditrice in cui io l’avevo tanto incoraggiata, ma non aveva ancora lasciato il suo lavoro, che le permetteva di pagarsi spese e bollette e quindi il tempo per noi era diventato davvero poco. In più pure io a lavoro avevo un periodo stressante, eravamo stati acquisiti da un gruppo internazionale e stavamo lavorando come degli stronzi per uniformarci a loro.
Ci avrebbero fatto bene questi giorni lontani? e chi lo sapeva.
Eccole ste cazzo di nubi grigie che tornavano e mi attorcigliavano le budella.
Fanculo! Doveva proprio parlare la cagna, non poteva limitarsi a godersi il riposo post orgasmo. Eh si che le avevo dato una bella lezione.
Sentii la porta del bagno aprirsi, non so quanto era passato ma mi sembrò un tempo decisamente lungo per una pipì.
Mi alzai e le andai incontro recuperando i miei vestiti dal pavimento della sala “Senti sono abbastanza stanco e devo dormire un po’” le dissi abbastanza seccamente “Non ti preoccupare capisco, domattina io non ho impegni ma nel pomeriggio ho le lezioni quindi vorrei fare un po’ di cose prima di iniziare”, “Ok perfetto, vuoi una tisana o una camomilla prima di andare?io comunque me la faccio prima di dormire” “Mmmh si dai quasi quasi una camomilla” “Ok”
Mi infilai mutande e maglietta e andai in cucina, riempii un pentolino con dell’acqua e lo misi sul fuoco, presi dalla credenza due tazze, le sciacquai e ci adagiai dentro le due bustine di camomilla.
“Vuoi lo zucchero??” le chiesi ad alta voce per farmi sentire da lei di là.
“No grazie”.
Misi un cucchiaino e mezzo di zucchero nella mia tazza e le portai in sala.
Pia era ancora nuda seduta a gambe incrociate sul divano con la coperta sulle spalle e si guardava intorno.
Io mi sedetti su una sedia intorno al tavolo a guardarla, mentre aspettavo che l’acqua raggiungesse l’ebollizione.
“E’ proprio bella casa tua, potresti viverci tutto l’anno…non è che me la affitti??” disse sorridendo “Eh eh si ma poi l’estate me la devi ridare perché col cazzo che ci rinuncio” “Qui non ti rompe nessuno l’inverno, sei da solo, non stai nel casino e non devi vedere la gente e l’estate fai 3 passi e sei in mare a qualsiasi ora” “Eggià però poi per fare qualsiasi cosa devi prendere la macchina e anche la spesa la devi andare a fare in centro e li la brutta gente la incontri lo stesso!” dissi indicandola con il palmo della mano e sorridendo “Ahahah anche questo è vero”
Dicemmo ancora qualche cazzata che ora non mi ricordo e poi sentii l’acqua che bolliva, andai in cucina presi il pentolino e lo portai in sala per riempire le due tazze.
Sul tavolo c’erano ancora i rimasugli dell’aperitivo e guardandoli mi risalì un po di eccitazione pensando a come era cominciatà la serata.
Allungai la tazza a Pia “Attenta che è bollente” le dissi mentre lei si stava controllando la patatina arrossata; mi sedetti sulla poltrona di fianco al divano dove stava lei.
Finita l’ispezione ci guardammo e io le dissi “Te l’ho rotta per bene!” “Madonna Michè!” rispose lei di getto “Spaccata proprio” continuò.
Io gongolavo dentro di me. “Mi sa che domani un bel po’ di crema non me la toglie nessuno, o magari la impacco appena arrivo a casa”.
Bevemmo la camomilla chiacchierando del più e del meno e dopo un mio sonoro sbadiglio dissi “Vabbè Più s’è fatta ‘na certa!” “Eggià” e si alzò.
Si diresse in bagno mentre io presi le tazze e i bicchieri con la bottiglia ormai vuota di prosecco e le portai in cucina. Passando davanti al bagno vidi che Pia era davanti allo specchio che si rimetteva il reggiseno e mi ritornò in mente il momento in cui l’avevo spiata dalla serratura e mi eccitai di nuovo.
Si rimise la sua bella maglietta scollata e andò in sala a recuperare tutti i pezzi mancanti.
Mentre lei si finiva di vestire io avevo sgomberato il tavolo dai rimasugli di cibo e mi infilai anche io i pantaloni e le scarpe per accompagnarla e chiudere il cancello.
Si mise la giacca e io mi avvicinai per farle strada. Sulla porta mi baciò dolcemente e di nuovo limonammo con avidità.
“La fica e la bocca me le avrai anche rotte ma il culo me lo hai lasciato intatto” mi disse sussurandomi all’orecchio mentre mi accarezzava il cazzo attraverso i jeans. CHE MALEDETTA TROIA!!!!! in mezzo secondo mi aveva rieccitato completamente. Io rimasi un secondo attonito e lei fece per aprire la porta, ma io a mia volta presi la maniglia con la sua mano poggiata sopra e sbattei la porta.
“AH SI?!?” le dissi a gran voce.
La presi per la giacca e la trascinai sulla poltrona dove la lanciai di faccia piegandola a 90°, le abbassai tuta e mutande in un colpo solo e le tirai a raffica una serie di sberle sulle chiappe facendole diventare viola “AHH AHH AHIAAA AHIAA AHIAA AH AH SII AH AHIA CHE MALE AH!” Urlava.
Mi slacciai i jeans e mi abbassai le mutande, il mio amico bello arrossato ma durissimo era pronto al suo dovere. Mi succhiai due dita e gliele infilai nel culo con sicurezza “AHHHH ahhh AHia!” Lei gemette dal dolore.
Serviva qualcosa per lubrificare, il mio amichetto era secco e il suo culo pure. Ah quel punto vidi che Pia aveva a tracolla la sua sacca, ci cacciai dentro la mano e trovai la boccetta con l’unguento. Ne versai un poi sul suo culo un po sulla mano e un po’ sul mio amichetto e cominciai a strofinarlo. poi rinfilai le due dita nel culo di Pia che entrarono con più facilità rispetto alla prima volta. Lavorai un pochino di dita ma poi presi il collo della boccetta e lo appoggiai sull’ingresso dell’ano, lo spinsi un pochino dentro e misi la boccetta in posizione verticale in modo da farle un bel clistere di unguento.
La tolsi e dissi saggiando ancora con le dita “ORA SI CHE CI SIAMO BRUTTA TROIA! E ORA PIANGI!” e la infilzai con il mio cazzo che era durissimo. Entrò con un po’ di resistenza che però sparì dopo una decina di colpi che le infersi tappandole la bocca da cui uscivano gemiti bestiali di dolore. Non le stava piacendo ma a me si e cominciai allora io a fare versi seguendo il mio ritmo di inculata “PRENDI! PRENDI! AH AH AH TE-LO-SPAC-CO! TRO-IA! AAH AH AH SII SII SII SI SII SII!”
Le liberai la bocca e stava piangendo e godendo allo stesso tempo “mmmmnfiii mmmmhh aaaaaaHHH!!! mmmmmahia mmmmAh ah MMMsiiiiii!” .
Continuavo a pomparla senza remore e a un certo punto la presi per i capelli che le uscivano dalla fascia la tirai verso di me e le dissi “Lo sai che ti ho spiato prima quando eri in bagno a cambiarti la maglietta??Eh??Li ho deciso che stasera saresti stata la mia troia!!” smise di gemere e disse tutta di un fiato “E io invece prima non ho fatto solo pipììììììì aahhhhhh ma mi sono preparata per teeeeeeeAHHHHHHH!”
Lo sapevo battona lurida che non era altro e via ancora più forte la stavo inculando! Ancora qualche colpo e sarei venuto, allora le afferrai le tette con entrambe le mani dallo scollo delle maglietta e cominciai a darglielo il più in profondità che si potesse fino a quando esplosi urlando “SEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!COSIIIIIIIIIIIII!!!!!!”
Rimasi dentro ancora dandole ancora qualche spinta e poi uscii di colpo, le tirai alte 2 o 3 sculacciate sulle chiappe e le alzai le mutandine e la tuta mentre lei era rimasta li piegata con il culo per aria.
Andai in bagno a pulirmi e le gridai “Ti apro il cancello da qui poi lo chiudi tu che non ho voglia di scendere”
Tornai e si stava sistemando la fascetta dei capelli, le aprii la porta e la salutai “Ciao!”…”Ciao” disse timidamente allungandosi velocemente per baciarmi la guancia.
Percorse il porticato e poi il vialetto e notai che la sua tuta fucsia aveva una macchia di bagnato proprio all’altezza della natiche.
Aprì il cancello, tirò fuori la macchina e scese a chiuderlo risalì e ripartì.
Il vento caldo soffiava ancora leggero.
Mi diressi alla caldaia per abbassare finalmente il riscaldamento a una temperatura più mite, andai sul divano per togliere gli asciugamani e sistemare la coperta, muovendo vidi il cellulare. Le 2 e 30!! c'erano dei messaggi di Valeria dalle 22 e 15 alle 22 e 45
-Amore sei ancora sveglio?-
-Ti sei addormentato sul divano scommetto-
-tra poco vado a letto, volevo darti la buona notte-
-Buona notte Amore mio grande, ti Amo tanto e mi manchi da morire
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Commenti dei lettori al racconto erotico