In famiglia ci si aiuta - Capitolo 3
di
Empire1
genere
incesti
Entrando in casa mi venne in mente che non avevo ancora pensato a cosa dire a mia moglie di quanto era appena accaduto con sua madre. Sicuramente le avrei detto che mi ero "incontrato" con lei, ma decisi che non sarebbe stato delicato nei suoi confronti raccontarle i particolari; né, mi dicevo, mia moglie avrebbe voluto conoscerli.
Dopo circa mezzora mia moglie arrivò a casa, mi salutò, salutò i bambini e poi, con un sorrisetto malizioso mi disse: “ho sentito mia madre al telefono. Era molto contenta”.
Non nascondo che la cosa mi imbarazzò un poco, ma ripresi subito il controllo e sorridendo a mia volta, risposi: “Ottimo, mi fa piacere che fosse contenta.”
“Bene”, pensai, “Mia moglie lo sa, credo che l'argomento sia chiuso qui.”
Ovviamente mi sbagliavo. La serata trascorse come sempre tra cena e bambini. Una volta messi a dormire i pargoli, mentre io ero già nel letto e mia moglie si stava spogliando per venire a letto a sua volta, Eleonora mi disse, con grande tranquillità: “Devi averla fatta godere tantissimo...”. Io, che ero sovrappensiero, ebbi un attimo di esitazione, ma una volta capito il significato della frase, dissi: “Come scusa?”
“Ho sentito la mamma allegra come non lo era da tempo immemore. Praticamente non mi ha lascito parlare, era un come fiume in piena.”
“In che senso?” Chiesi io perplesso.
“Nel senso che mi ha raccontato un sacco di cose; mi ha anche fatto un paio di battute divertenti e mi ha detto che stava preparando una bella cenetta per mio papà.”
“Ah, non ti ha detto niente di...”
“Ma no, sciocchino, certo che no!” Rispose mia moglie sdraiandosi sul letto accanto a me, fasciata in una camicia da notte di seta molto aderente.
“D'altra parte non volevo mica che mia mamma mi facesse la cronaca di quello che avete fatto.”
“Certo, è ovvio”, concordai. “Figurati se tu vuoi sapere cosa...”
“Quello voglio che me la racconti tu...” Mi interruppe Eleonora.
“Eh?” Ebbi solo la prontezza di dire. “Davvero vuoi che ti racconti...”
“Certo!” Disse mia moglie. “E' mia madre: voglio sapere cosa le hai fatto e tu sei mio marito, voglio saper cosa ti ha fatto lei! E poi, sai, me lo sentivo che avresti fatto qualcosa oggi; ti conosco, ed è tutto il giorno che sono eccitata dall'idea.”
Così dicendo si sollevò lentamente la camicia da notte, mostrandomi il suo bel culo nudo e la sua figa completamente depilata. Poi infilò la sua mano sotto il pigiama e prese ad accarezzarmi le palle. Inutile dire che la mia erezione e la mia eccitazione furono istantanee.
“Ma sei sicura di voler sapere cosa è successo?” Provai a ribattere.
“Certo che sì, è tutto il giorno che aspetto e adesso ho una gran voglia. Tu sei già venuto, mia madre anche, non è giusto che io sia l'unica a rimanere a bocca asciutta!”
“E se poi ti dà fastidio o non ti piace?”
“Non credo proprio”, ribatté e mi strinse l'uccello con la mano.
Aveva vinto, ovviamente, anche volendo non avrei potuto resistere oltre. Cominciai a raccontarle tutto quello che avevo fatto a sua madre e tutto quello che lei aveva fatto a me, soffermandomi soprattutto sui particolari che sapevo l'avrebbero eccitata di più: sua madre che mi prende in bocca il cazzo e mi massaggia i coglioni e che mi fa vedere le sue grosse tettone.
“Hai visto i capezzoli?” Mi chiese.
“Sì, sono lunghi e duri, non vedo l'ora di succhiarglieli”, Risposi io.
“Oh sì, sono sicura che ti piaceranno!”, ribatté lei, mentre mi stringeva ancora di più l'uccello. Nel frattempo io avevo preso a masturbarla e sentivo che man mano che il racconto progrediva lei si bagnava sempre di più. Vedevo che cercava di trattenersi dal non venire per ascoltare tutto fino in fondo, ma quando le dissi che avevo sborrato sulle tette della madre non ce la fece più e proruppe in un fortissimo orgasmo. Le dovetti tenere premuta una mano sulla bocca, altrimenti avrebbe certamente svegliato i bambini e anche qualche vicino. Si contorse per molto tempo vicino a me (spettacolo bellissimo) e poi si lasciò andare esausta sul letto.
Si voltò verso di me e mi disse: “Grazie, sono venuta benissimo.”
Io le diedi un bacio e le dissi: “E' stato un piacere.”
Lei mi guardò e con un sorrisino mi chiese: “Quand'è che ti fai di nuovo mia madre?” Scoppiammo entrambi a ridere e ci abbracciammo fino ad addormentarci.
Dopo circa mezzora mia moglie arrivò a casa, mi salutò, salutò i bambini e poi, con un sorrisetto malizioso mi disse: “ho sentito mia madre al telefono. Era molto contenta”.
Non nascondo che la cosa mi imbarazzò un poco, ma ripresi subito il controllo e sorridendo a mia volta, risposi: “Ottimo, mi fa piacere che fosse contenta.”
“Bene”, pensai, “Mia moglie lo sa, credo che l'argomento sia chiuso qui.”
Ovviamente mi sbagliavo. La serata trascorse come sempre tra cena e bambini. Una volta messi a dormire i pargoli, mentre io ero già nel letto e mia moglie si stava spogliando per venire a letto a sua volta, Eleonora mi disse, con grande tranquillità: “Devi averla fatta godere tantissimo...”. Io, che ero sovrappensiero, ebbi un attimo di esitazione, ma una volta capito il significato della frase, dissi: “Come scusa?”
“Ho sentito la mamma allegra come non lo era da tempo immemore. Praticamente non mi ha lascito parlare, era un come fiume in piena.”
“In che senso?” Chiesi io perplesso.
“Nel senso che mi ha raccontato un sacco di cose; mi ha anche fatto un paio di battute divertenti e mi ha detto che stava preparando una bella cenetta per mio papà.”
“Ah, non ti ha detto niente di...”
“Ma no, sciocchino, certo che no!” Rispose mia moglie sdraiandosi sul letto accanto a me, fasciata in una camicia da notte di seta molto aderente.
“D'altra parte non volevo mica che mia mamma mi facesse la cronaca di quello che avete fatto.”
“Certo, è ovvio”, concordai. “Figurati se tu vuoi sapere cosa...”
“Quello voglio che me la racconti tu...” Mi interruppe Eleonora.
“Eh?” Ebbi solo la prontezza di dire. “Davvero vuoi che ti racconti...”
“Certo!” Disse mia moglie. “E' mia madre: voglio sapere cosa le hai fatto e tu sei mio marito, voglio saper cosa ti ha fatto lei! E poi, sai, me lo sentivo che avresti fatto qualcosa oggi; ti conosco, ed è tutto il giorno che sono eccitata dall'idea.”
Così dicendo si sollevò lentamente la camicia da notte, mostrandomi il suo bel culo nudo e la sua figa completamente depilata. Poi infilò la sua mano sotto il pigiama e prese ad accarezzarmi le palle. Inutile dire che la mia erezione e la mia eccitazione furono istantanee.
“Ma sei sicura di voler sapere cosa è successo?” Provai a ribattere.
“Certo che sì, è tutto il giorno che aspetto e adesso ho una gran voglia. Tu sei già venuto, mia madre anche, non è giusto che io sia l'unica a rimanere a bocca asciutta!”
“E se poi ti dà fastidio o non ti piace?”
“Non credo proprio”, ribatté e mi strinse l'uccello con la mano.
Aveva vinto, ovviamente, anche volendo non avrei potuto resistere oltre. Cominciai a raccontarle tutto quello che avevo fatto a sua madre e tutto quello che lei aveva fatto a me, soffermandomi soprattutto sui particolari che sapevo l'avrebbero eccitata di più: sua madre che mi prende in bocca il cazzo e mi massaggia i coglioni e che mi fa vedere le sue grosse tettone.
“Hai visto i capezzoli?” Mi chiese.
“Sì, sono lunghi e duri, non vedo l'ora di succhiarglieli”, Risposi io.
“Oh sì, sono sicura che ti piaceranno!”, ribatté lei, mentre mi stringeva ancora di più l'uccello. Nel frattempo io avevo preso a masturbarla e sentivo che man mano che il racconto progrediva lei si bagnava sempre di più. Vedevo che cercava di trattenersi dal non venire per ascoltare tutto fino in fondo, ma quando le dissi che avevo sborrato sulle tette della madre non ce la fece più e proruppe in un fortissimo orgasmo. Le dovetti tenere premuta una mano sulla bocca, altrimenti avrebbe certamente svegliato i bambini e anche qualche vicino. Si contorse per molto tempo vicino a me (spettacolo bellissimo) e poi si lasciò andare esausta sul letto.
Si voltò verso di me e mi disse: “Grazie, sono venuta benissimo.”
Io le diedi un bacio e le dissi: “E' stato un piacere.”
Lei mi guardò e con un sorrisino mi chiese: “Quand'è che ti fai di nuovo mia madre?” Scoppiammo entrambi a ridere e ci abbracciammo fino ad addormentarci.
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