Alessia: come neanche le svedesi in erasmus

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etero

Avete presente quelle tipe che quando siete alle medie voi siete ancora a giocare con i Transformers e loro sono già a truccarsi e a parlare di fidanzati e fidanzatini?
Generalmente rientrano nel fortunato gruppo delle più carine della classe e sono quelle che si ritroveranno, negli anni successivi, a bruciare tutte le tappe: primo bacio a 12 anni, petting a 13, sesso a 14, anello di fidanzamento a 19, matrimonio a 21 e primo figlio a 23.
L’orgoglio di essere le prime, la soddisfazione di sentirsi realizzate e il piacere di aver terminato il complicato puzzle della vita di coppia mentre gli altri sono ancora lì che si arrabattano con i pezzi in mano.

Questo ovviamente fino al giorno del divorzio. Dopo più o meno vent’anni infatti succede che un mattino si guardano allo specchio e scoprono che la pelle del viso non è più la stessa di quando ne avevano 20, che il seno è iniziato a cadere e, soprattutto, che il principe azzurro che hanno sposato ha passato le ultime domeniche non a giocare a calcetto ma a sbattersi la barista 18enne del bar del circolo sportivo.

Immaginate il dramma: non solo aver sacrificato i migliori anni della propria vita con uno stronzo ma per giunta ritrovarsi sole a 40+ anni. E in un corpo di 40+ anni.

A questo punto generalmente si aprono due possibilità:
1- sprofondare nella depressione
2- soccombere ad una fame di cazzo che neanche una studentessa svedese in erasmus

Alessia rientra nella seconda categoria.
Conosciuta per caso un locale della mia città, mi viene presentata da una mia amica come “Lei è una grande appassionata di musica, proprio come te”. Suona bene come inizio. E, cazzo, è anche piuttosto carina: piccolina, un bel viso un po’ francese, grandi occhi blu, denti bianchissimi da pubblicità, seno abbondante. Non riesco a vederle il culo da dietro il bancone ma dal fisico in generale promette più che bene. Mi dicono che da due anni è divorziata e con una bambina a carico.
Più tardi ci troviamo a fumare una canna fuori sul retro. E’ dicembre e da queste parti fa un freddo cane per cui siamo costretti a parlare attraverso le sciarpe che ci coprono parte del viso. Ad ascoltarla si racconta come una persona molto seria ed estremamente sicura sulle sue esigenze. “Non certo una di quelle cagnette ventenni che ti porti a letto al primo appuntamento” ci tiene a distinguersi. No lei no, lei è una persona che sa bene che genere di uomo vuole: un uomo serio e responsabile ma anche sensibile e premuroso e anche dolce anche sexy e anche non troppo basso e anche non troppo alto e anche non spiantato e anche che due palle. “Cerco cose serie, non situazioni da una botta e via” mi spiega.
Certo.
Due ore più tardi sono in piedi nella sua camera da letto appoggiato al comodino che le sto sfondando il culo mentre la figlia guarda Masha e Orso nell’altra stanza.
Che poi io stavo per sbattermela da davanti ma lei, ancora prima di infilarlo, mi ha fermato e si è girata: “No aspetta, voglio che mi scopi dietro.”
Sul comodino spicca una foto da famiglia felice a Gardaland su una giostra con dei pirati. “Questa non c’era quando ero bambino...” penso mentre le tiro i capelli per infilarle due dita in bocca. Lei tutta sudata muove il bacino contro di me sempre più veloce, sembra sia vicina all’orgasmo. “Oddio mi fai venire.. sto per godere dal culo..” piagnucola mentre cede con la faccia sul letto.
E proprio nel mezzo del suo orgasmo, con le mani che afferrano le coperte e la bocca che morde il lenzuolo in un lungo guaito soffocato ecco che si sente bussare alla porta. La giovane madre si ricompone in fretta asciugandosi il sudore “Aspettami, vado a vedere cosa vuole mia figlia... arrivo subito”. Poi prima di uscire si volta colta da un dubbio “Ma tu sei venuto?”
Ehm no.
“Mettiti comodo allora che quando torno di faccio venire con la bocca”.
Alessia sparisce fuori dalla stanza e mentre la sento parlare con la bambina a proposito di quaderni e catechismo abbasso lo sguardo e vedo che la stronza mi ha lasciato una strisciolina di merda sull’uccello. Intorno non c’è traccia di fazzoletti così approfitto del momento di solitudine per pulirmi il cazzo con un orsacchiotto a caso trovato sulla sedia a dondolo. E’ marrone, non se ne dovrebbe accorgere...
E mentre penso alla scusa da tirare fuori per scappare via dopo che mi sarò svuotato i coglioni nella sua bocca fresca di colgate whitening butto un occhio su una mensola con i CD. Ramazzotti, Pausini, Raf, Cremonini... Cristo che merda. E meno male che ascoltava roba buona.
scritto il
2019-01-11
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