Schiava
di
Rottinculo26
genere
gay
Era mattina, e da bravo schiavo il mio compito era svegliare il padrone e soddisfarlo in ogni sua richiesta: così feci. Entrai nella stanza di Giorgio e sussurrai: «Padrone, si svegli: sono qui per servirla»... Lui rispose: «Avvicinati pure troia, mi devo svuotare la vescica». Io, estasiato siccome bere piscio mi fa andare in visibilio, mi avvicinai, aspettai che si slacciasse la patta e, quando lo ebbe fatto, accolsi il suo titano tra le mie labbra ed iniziai ad assaporare quella pioggia dorata dal sapore caldo e amarognolo... Quando il mio signore ebbe finito, disse: «Lurida troia cagna, è ora della colazione» e mi condusse in bagno dove stava una ciotola con le sue feci: io mangiai di gusto e poi, secondo gli ordini del padrone, andai da lui che mi pulì i resti di feci dai denti. Ebbi un po' di tempo libero, ma a metà mattina il Padrone mi chiamo e mi disse: «Zoccolona, spalanca il tuo sfintere: ho intenzione di spanarti per bene». Io sollevai la gonna (adoravo che lui mi costringesse a travestirmi da donna) e mi misi a pecora. Fu dolorosissimo, andò avanti un'ora con quel suo mastodonte: arrivai a sanguinare. Lui finì e mi picchiò sentendosi appagato, avevo raggiunto il mio obbiettivo di schiavo: soddisfare il padrone. Ebbe ancora dei miei servigi verso le quattro: doveva ricevere uno degli uomini con cui mi tradiva, così mi ordinò di fare a questo suo amante, Pietro, un pompino per ammazzare il tempo. Quel pene era minuscolo e moscio, così fu lui a succhiare il mio membro. Io non potevo provare piacere: il Padrone mi punì come mi meritavo quella sera. Mi attacco al muro ed iniziò a praticarmi dei taglietti sulla cappella e leccò via il sangue... Quant'era bello vivere con Giorgio...
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