Capodanno con zia Laura pt.2

di
genere
incesti

La mattina dopo fui il primo a svegliarmi, erano già le 10 ma la lasciai dormire e decisi di andarmi a fare una doccia, quando uscii trovai mia zia che si stava preparando per andarsi a lavare
P – “Buongiorno”
L – “Buongiorno a te, ieri sera credo di aver urlato un po’ troppo ahahaha”
P – “Ma sì tanto qui non ci conosce nessuno, poi non credo che qualcuno ci abbia sentito, siamo di fianco a dei negozi”
L – “Ma sì infatti, solo che dobbiamo un po’ pulire in giro e lavare le coperte, abbiamo fatto un macello… mi sembra quasi di essere tornata a quei giorni di luglio”
P – “Già, solo che fa un pelo più freddo fuori ahahah”
Ci demmo un bacio e poi lei andò a farsi la doccia, quando tornò e la vidi tutta bagnata il mio cazzo accennò un erezione, anche se dopo la serata prima non era ancora pienamente in funzione
L – “Ma non si stanca mai eh?”
P – “Direi di no”
L – “Beh per quanto effettivamente mi sia venuta una certa voglia a guardarlo dovremo aspettare, sennò facciamo tardi, e poi non mi va di farmi un’altra doccia”
disfacemmo le valigie e mettemmo un po’ a posto la stanza; mentre toglievamo le cose dalla valigia cercai di vedere cosa mia zia si era portata appresso ma riuscì a nascondersi bene e non vidi niente di particolarmente interessante a parte un paio di vestiti, poi prese ciò che doveva indossare: un tanga viola in pizzo, un reggiseno anch'esso in pizzo viola ma con la coppa semitrasparente, un paio di autoreggenti nere e un vestito bianco lungo.
Andammo a pranzare in un locale da quelle parti e poi prendemmo i mezzi per andare nella parte centrale di Dublino, e andammo a fare un giro per Grafton Street, la grande strada di negozi, dove mia zia non vedeva l’ora di andare per trovare qualche buona offerta, per poi dirigerci verso il grande parco lì vicino.
La città era davvero molto bella per i miei gusti e anche zia Laura sembrò apprezzarla; passammo tutto il pomeriggio a girare per le strade, poi la sera andammo a cenare in uno di quei famosi pub irlandesi.

Tornammo a casa verso le 10 e mezza, ci buttammo sul divano e iniziammo a baciarci, si tolse il vestito e il reggiseno e presi a leccarle le tette, mordicchiandole i capezzoli, lei nel frattempo mi aveva slacciato i pantaloni e aveva afferrato il mio cazzo menandomelo, lo avvicinai alla sua bocca e me lo succhiò per un po’ di tempo, poi mi chiese di metterglielo tra le tette; presi il cazzo e mentre lei gli stringeva il suo seno attorno, io muovevo i fianchi. Dopo un po’ sentii la sua calda bocca che mi leccava e succhiava la cappella durante la spagnola. Dopo qualche minuto mi alzai, lei si mise a pecora rivolta verso un lato del divano, le spostai il tanga e la penetrai infilandolo fino in fondo con colpi decisi, nel frattempo le afferrai una gamba e gliela divaricai, ora si manteneva solo con un ginocchio e l'avambraccio sul bracciolo, mentre con l’altra mano si massaggiava il clitoride. Dopo un po’ ci poggiammo a terra sul grande tappeto bianco che era ai piedi del divano e iniziò a cavalcarmi con uno smorzacandela, la sensazione che provavo quando il suo culo mi sbatteva sulle palle era fantastica. Come di consueto venne più di una volta in quella posizione mentre io continuavo a spingere da sotto penetrandola con decisione, passarono una cosa come 15-20 minuti e si alzò, si tolse completamente il tanga e si andò a sdraiare sul bancone della cucina. Mi avvicinai e le stuzzicai la figa con la punta dell’uccello, poi infilai e sfilai il cazzo dalla sua figa più volte, alternando tra solo la cappella a tutto fino in fondo, prima di riprendere a scoparla facendola urlare dal piacere. Sentii che stavo per sborrare e aumentai il ritmo venendole dentro, a metà però lo cacciai dalla figa e gli feci una schizzata sul culo per lubrificarlo, poi la inculai continuando a sborrare e facendola venire ancora una volta.
Come capitava ormai spesso il mio uccello rimase eretto e continuai a penetrarla per parecchio, poi mi misi anch’io sul bancone e lei lo prese in bocca mentre si masturbava. Si portò le dita pregne del mio sperma e dei suoi umori alla bocca, poi si alzò, si tirò su una calza che era leggermente scesa e prese a montarmi all’amazzone, dopo una decina di minuti scese con le gambe e si mise a pecora appoggiando le ginocchia sulla sedia, le andai dietro e ripresi a scoparle la figa con vigore tenendola per i capelli, mentre lei continuava a godere una botta dopo l’altra, finché non sentii che stavo per venire una seconda volta
P – “Sto per venire di nuovo zia”
L – “Sborrami addosso, voglio sentire il tuo sperma caldo”
Lo cacciai e le venni copiosamente su tutta la schiena e il culo
L – “Mhhhh abbondante come al solito”
Disse scendendo dalla sedia
L – “Ora una doccia e a dormire”
P – “Ma come, di già?”
L – “Sì, ti voglio in forma per domani mattina, ho una sorpresa per te”
La osservai uscire dalla stanza mentre si portava alla bocca un po’ dello sperma che aveva ai fianchi, quello sulla schiena e sui glutei le stava invece colando lungo le gambe fasciate dalle autoreggenti. La raggiunsi nel bagno e ci lavammo, per poi infilarci a letto. Non vedevo l’ora che fosse mattina per vedere qual era la sorpresa di cui parlava.
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scritto il
2019-02-18
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