Un 69 al momento opportuno
di
Brigitte 66
genere
etero
Ero in Italia da pochi mesi quando conobbi quello che divenne presto il mio ragazzo. Vent’anni io e 25 lui, io tedesca lui italiano anzi romano per la precisione. Non ero più vergine da 5 anni ma lo feci comunque aspettare fino alla seconda uscita insieme prima di concedergli una scopata. All’epoca lui frequentava anche altre ragazze ma ben presto si rese conto che, soprattutto dal punto di vista sessuale, io gli avrei dato di più.
Viveva da solo con i genitori e aveva spesso la casa a disposizione quindi non era un problema avere rapporti sessuali. Seghe e pompini in macchina erano riservati a quando mi accompagnava a casa. Per casa intendo il posto dove facevo la ragazza alla pari: famiglia romana con due bambini di 6 e 8 anni.
Rimasi a Roma da settembre del 76 a giugno del 77. Poi dovetti tornare in Germania per il periodo estivo e durante quei tre mesi ci sentimmo solo per lettera: io stavo piano piano imparando l’italiano e lui mi scriveva in inglese. Tornai a settembre per stare nuovamente in un’altra famiglia come ragazza alla pari. In più era mia intenzione di iscrivermi all’università in Italia visto che in Germania c’era il numero chiuso e avrei dovuto aspettare almeno un altro anno. Appena tornata non mi ci volle molto per rendermi conto che qualcosa era cambiato da parte del mio ragazzo: era distaccato, freddino e assolutamente poco affettuoso. Scopavamo ancora ma con poco trasporto da parte sua: una donna si rende subito conto di queste cose. In seguito seppi che era in contatto con una sua ex americana che lo aveva invitato negli Stati Uniti e lui stava seriamente pensando di partire.
Ma andiamo con ordine: gli chiesi cosa c’era che non andasse e fu quasi subito sincero: non voleva più stare con me. Ci rimasi malissimo un po’ perché all’epoca ero quasi innamorata e un po’ per orgoglio ferito. Ma fu proprio lui a darmi l’occasione di riconquistarlo, ovviamente involontariamente.
Secondo i programmi fatti avrei dovuto stare a casa sua, dove ormai ero accettata anche dai suoi genitori, per circa una settimana in attesa che la famiglia presso cui sarei stata come au-pair tornasse dalle vacanze. Certamente subito dopo la rottura la situazione sarebbe stata spiacevole e anche imbarazzante; quindi riuscì a trovarmi un posto dove stare a casa del suo migliore amico che in quel periodo era solo a Roma, senza i genitori in casa. Il suo amico si comportò da gentleman, ma nessuno aveva fatto i conti con l’arrivo inaspettato del fratello maggiore trentenne in visita.
Come questo mi vide, bionda, alta in calzoncini che mostravano tutte le mie lunghe gambe e una maglietta che a malapena copriva il mio seno florido strabuzzò gli occhi e non perse tempo a provarci con me.
La mattina del secondo giorno, appena il fratello partì in moto per l’università, entrò nella stanza dove avevo dormito e dopo una conversazione di circostanza con allusioni e riferimenti erotici cominciò a baciarmi sulla bocca. Non ci volle molto perché le sue mani si infilassero sotto la canottiera che avevo usato come pigiama e mi palpassero tette e capezzoli. In quel momento si senti un rumore: la porta di casa si era aperta, era la donna delle pulizie, che aveva la chiave. Il ragazzo, Mario il suo nome, non si perse d'animo. “Andiamo in cantina- disse- lì staremo in pace”.
E mentre la domestica ci guardava con un sorrisetto di circostanza uscimmo dall’appartamento ed entrammo nell’ascensore. Di qui quattro piani fino al pianterreno e una rampa di scale fino alla cantina. Era piena di cianfrusaglie e bottiglie di vino ma lui trovò subito un materasso arrotolato a cui diede una pulita con un battipanni. Poi mise un grosso asciugamano da spiaggia che si era portato dietro sopra il materasso dopo averlo disteso sul pavimento della cantina.
Lì riprendemmo da dove avevamo lasciato poco prima, con la differenza che in questo luogo tranquillo nel giro di pochi minuti eravamo entrambi completamente nudi. Baciandomi un po’ dappertutto mi aiutò a distendermi supina sul materasso. Poi con la lingua mi stimolò i capezzoli scendendo poi fino all’ombelico e ancora più giù finché mi sentii piacevolmente leccata nelle parti più intime.
Quasi senza fermarsi si girò con il corpo sopra di me sempre leccandomi la fica, tanto che presto mi trovai il suo uccello sopra al viso. Eravamo nella classica posizione del 69! Per me non era una novità, lo avevo già fatto ma in quel momento mi fece particolarmente piacere perché con il mio ragazzo non avevamo mai avuto occasione di fare ciò e un dispetto nei suoi confronti mi dava una gran soddisfazione.
Presi quindi il suo cazzo con la mano e lo avvicinai alla mia bocca cominciando prima a leccarlo sulla punta poi piano piano a inserirlo nel mio cavo orale. Come lui sentì di essere dentro cominciò a sua volta a spingere cercando di arrivarmi fino in gola; lo assecondai e nel frattempo sentivo di essere vicina all'orgasmo grazie alla sua lingua sapiente. Avevo intenzione di ingoiare il suo sperma ma nel momento in cui l'estasi dell’orgasmo mi scosse tutta, il suo uccello mi uscì dalla bocca e i suoi schizzi mi presero sulla fronte, sugli occhi e sui capelli.
“Dovrò fare doccia e shampoo” gli dissi ridendo. “Nessun problema” rispose lui “faremo la doccia insieme.
Quando il mio ex ragazzo mi venne a prendere un paio di giorni dopo per portarmi nella casa dove avrei lavorato come ragazza alla pari per i successivi quattro mesi mi mostrai cordiale e sorridente. Ne fu quasi sorpreso. Ma al momento di salutarci feci finta di cercare qualcosa nella mia borsa facendo volutamente cadere sul sedile della macchina una scatola di preservativi aperta. Sicuramente non mancò di notarla ma non disse niente pur guardandomi con aria sorpresa e anche un po’ strana.
Due giorni dopo mi telefonò per uscire ma risposi “No grazie”. Ci vollero quattro tentativi prima che accettassi di uscire nuovamente con lui ma quando lo feci mi chiese di rimetterci insieme quasi in ginocchio; in seguito venni a sapere che il suo amico da lui interpellato dopo aver visto i preservativi nella mia borsa, gli aveva raccontato della mia avventura in cantina con il fratello. Avevo fatto centro! Due anni dopo ci sposammo in chiesa…
Viveva da solo con i genitori e aveva spesso la casa a disposizione quindi non era un problema avere rapporti sessuali. Seghe e pompini in macchina erano riservati a quando mi accompagnava a casa. Per casa intendo il posto dove facevo la ragazza alla pari: famiglia romana con due bambini di 6 e 8 anni.
Rimasi a Roma da settembre del 76 a giugno del 77. Poi dovetti tornare in Germania per il periodo estivo e durante quei tre mesi ci sentimmo solo per lettera: io stavo piano piano imparando l’italiano e lui mi scriveva in inglese. Tornai a settembre per stare nuovamente in un’altra famiglia come ragazza alla pari. In più era mia intenzione di iscrivermi all’università in Italia visto che in Germania c’era il numero chiuso e avrei dovuto aspettare almeno un altro anno. Appena tornata non mi ci volle molto per rendermi conto che qualcosa era cambiato da parte del mio ragazzo: era distaccato, freddino e assolutamente poco affettuoso. Scopavamo ancora ma con poco trasporto da parte sua: una donna si rende subito conto di queste cose. In seguito seppi che era in contatto con una sua ex americana che lo aveva invitato negli Stati Uniti e lui stava seriamente pensando di partire.
Ma andiamo con ordine: gli chiesi cosa c’era che non andasse e fu quasi subito sincero: non voleva più stare con me. Ci rimasi malissimo un po’ perché all’epoca ero quasi innamorata e un po’ per orgoglio ferito. Ma fu proprio lui a darmi l’occasione di riconquistarlo, ovviamente involontariamente.
Secondo i programmi fatti avrei dovuto stare a casa sua, dove ormai ero accettata anche dai suoi genitori, per circa una settimana in attesa che la famiglia presso cui sarei stata come au-pair tornasse dalle vacanze. Certamente subito dopo la rottura la situazione sarebbe stata spiacevole e anche imbarazzante; quindi riuscì a trovarmi un posto dove stare a casa del suo migliore amico che in quel periodo era solo a Roma, senza i genitori in casa. Il suo amico si comportò da gentleman, ma nessuno aveva fatto i conti con l’arrivo inaspettato del fratello maggiore trentenne in visita.
Come questo mi vide, bionda, alta in calzoncini che mostravano tutte le mie lunghe gambe e una maglietta che a malapena copriva il mio seno florido strabuzzò gli occhi e non perse tempo a provarci con me.
La mattina del secondo giorno, appena il fratello partì in moto per l’università, entrò nella stanza dove avevo dormito e dopo una conversazione di circostanza con allusioni e riferimenti erotici cominciò a baciarmi sulla bocca. Non ci volle molto perché le sue mani si infilassero sotto la canottiera che avevo usato come pigiama e mi palpassero tette e capezzoli. In quel momento si senti un rumore: la porta di casa si era aperta, era la donna delle pulizie, che aveva la chiave. Il ragazzo, Mario il suo nome, non si perse d'animo. “Andiamo in cantina- disse- lì staremo in pace”.
E mentre la domestica ci guardava con un sorrisetto di circostanza uscimmo dall’appartamento ed entrammo nell’ascensore. Di qui quattro piani fino al pianterreno e una rampa di scale fino alla cantina. Era piena di cianfrusaglie e bottiglie di vino ma lui trovò subito un materasso arrotolato a cui diede una pulita con un battipanni. Poi mise un grosso asciugamano da spiaggia che si era portato dietro sopra il materasso dopo averlo disteso sul pavimento della cantina.
Lì riprendemmo da dove avevamo lasciato poco prima, con la differenza che in questo luogo tranquillo nel giro di pochi minuti eravamo entrambi completamente nudi. Baciandomi un po’ dappertutto mi aiutò a distendermi supina sul materasso. Poi con la lingua mi stimolò i capezzoli scendendo poi fino all’ombelico e ancora più giù finché mi sentii piacevolmente leccata nelle parti più intime.
Quasi senza fermarsi si girò con il corpo sopra di me sempre leccandomi la fica, tanto che presto mi trovai il suo uccello sopra al viso. Eravamo nella classica posizione del 69! Per me non era una novità, lo avevo già fatto ma in quel momento mi fece particolarmente piacere perché con il mio ragazzo non avevamo mai avuto occasione di fare ciò e un dispetto nei suoi confronti mi dava una gran soddisfazione.
Presi quindi il suo cazzo con la mano e lo avvicinai alla mia bocca cominciando prima a leccarlo sulla punta poi piano piano a inserirlo nel mio cavo orale. Come lui sentì di essere dentro cominciò a sua volta a spingere cercando di arrivarmi fino in gola; lo assecondai e nel frattempo sentivo di essere vicina all'orgasmo grazie alla sua lingua sapiente. Avevo intenzione di ingoiare il suo sperma ma nel momento in cui l'estasi dell’orgasmo mi scosse tutta, il suo uccello mi uscì dalla bocca e i suoi schizzi mi presero sulla fronte, sugli occhi e sui capelli.
“Dovrò fare doccia e shampoo” gli dissi ridendo. “Nessun problema” rispose lui “faremo la doccia insieme.
Quando il mio ex ragazzo mi venne a prendere un paio di giorni dopo per portarmi nella casa dove avrei lavorato come ragazza alla pari per i successivi quattro mesi mi mostrai cordiale e sorridente. Ne fu quasi sorpreso. Ma al momento di salutarci feci finta di cercare qualcosa nella mia borsa facendo volutamente cadere sul sedile della macchina una scatola di preservativi aperta. Sicuramente non mancò di notarla ma non disse niente pur guardandomi con aria sorpresa e anche un po’ strana.
Due giorni dopo mi telefonò per uscire ma risposi “No grazie”. Ci vollero quattro tentativi prima che accettassi di uscire nuovamente con lui ma quando lo feci mi chiese di rimetterci insieme quasi in ginocchio; in seguito venni a sapere che il suo amico da lui interpellato dopo aver visto i preservativi nella mia borsa, gli aveva raccontato della mia avventura in cantina con il fratello. Avevo fatto centro! Due anni dopo ci sposammo in chiesa…
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Commenti dei lettori al racconto erotico