Claudio e Monia
di
Nuragico
genere
scambio di coppia
Il parcheggio del locale era pieno, l'umidità iniziava a formarsi sui vetri delle auto, riflettendo la luce viola dell'insegna "---------". L'uomo della sicurezza, stazza invidiabile, fumava appoggiato al pilastro adiacente alla porta d'ingresso. Scesero dall'auto e si avviarono verso l'entrata, mano nella mano.
Il cuore di Monia batteva forte, nascosto dal rosso del suo vestito lungo e leggero. Sapeva dove stava per passare la serata, ne aveva sentito parlare o forse aveva letto qualcosa su internet, era nervosa e spaventata dai suoi punti interrogativi, ma gli occhi sicuri di Claudio riuscivano a darle sicurezza, mentre le sorrideva chiudendosi la giacca.
Alla loro vista il buttafuori spense la sigaretta nel posacenere, tossì e si riassettò i vestiti.
Claudio tirò fuori dalla tasca dei pantaloni l'invito e lo porse all'energumeno, che sorrise accennando un inchino e aprendo la porta.
Attorno alla piccola pista da ballo, i divanetti del ---------- formavano un semicerchio con vista sull'ampio bar, un arco alla sinistra del bancone conduceva verso -a detta dei cartelli neri con scritte dorate- spogliatoi, docce, private room, dark room, glory hole, spa.
Monia si guardava attorno nervosa, tenendo stretta la mano del marito, tutti erano sciolti, rilassati e a loro agio. Bicchiere in mano le persone ballavano e andavano avanti e indietro per il locale, il volume non troppo alto della musica consentiva di parlarsi senza doversi urlare nelle orecchie.
chiese Claudio, avvertendo la rigidità di sua moglie. Con un cenno di assenso, Monia lo seguì verso il bancone affollato, si guardò attorno in attesa del suo drink, cercando di rilassarsi e mettersi a proprio agio, come tutti i presenti. Dopo due sorsi di gin tonic i suoi muscoli cominciavano a stendersi, spalle e nuca si ammorbidirono e così il resto del corpo. "Siamo in tanti e sappiamo tutti perchè siamo qui, tranquilla, nessuno è qui per giudicare." si ripetè nella sua testa, guardando la schiena del marito che la trascinava per una mano verso la pista.
Bicchiere in mano, Claudio accennava qualche movimento del bacino al ritmo di un vecchio swing, incantato dalle forme di Monia, dal suo seno prosperoso che la scollatura tratteneva a stento, dai suoi lunghi capelli castani che ondeggiavano tra le luci colorate del locale, da quegli occhi che ora sembravano essere più complici, forse calmierati dall'alcool.
Si avvicinò a lei e la abbracciò da dietro, passandole poi le mani sui fianchi e seguendo il movimento del suo bacino le appoggiò le labbra sul collo, sfiorandola appena. Monia adesso era più sciolta, le mani del marito che le accarezzavano le cosce, dal bacino alle ginocchia, sfiorandole i glutei, conservavano quella delicata fermezza che la fece cedere la prima volta. Spinse indietro il bacino premendo le natiche fino a sentire l'eccitazione di Claudio, che accentuò la presa strusciandosi dal basso verso l'alto, facendo sentire la sua voglia sul coccige di Monia, mentre le mani sfioravano il corpo ovunque.
Si spostarono dalla pista, in direzione del bar, ma Monia si fermò di colpo e baciando il collo del marito gli sussurrò a un orecchio:
La coppia passò sotto l'arco imboccando un corridoio in penombra, seguendo l'indicazione per spogliatoi/docce. Sul lato sinistro del corridoio le vetrate delle private rooms offrivano lo spettacolo della passione fra le trame delle tendine viola. Sulla porta degli spogliatoi, prima della svolta a sinistra del corridoio, una ragazza dello staff consegnava chiavi dello stipetto, asciugamano e ciabatte in spugna. Prima di entrare, Monia si fermò a guardare l'ultima private room del corridoio, dirimpetto agli spogliatoi. Al suo interno una donna, carponi su un letto, si faceva prendere da dietro da un uomo. Vedeva solo la schiena di lui e la mano destra di lei appoggiata alla parete, era abbastanza da far cadere giù l'ultimo ostacolo della sua timidezza.
Lo spogliatoio era piuttosto piccolo, gli stipetti in colonne da tre formavano una L davanti alle panche in legno. Erano soli, misero i vestiti nell'armadietto numero 9 e aprirono la porta del locale docce. Appena entrati, una donna alzò lo sguardo e sorrise ai due, passandosi l'asciugamano sotto il piccolo seno. Avvolta dal vapore e dallo scroscìo dell'acqua, una coppia si baciava, intensamente, come se qualunque cosa al di fuori di loro fosse secondaria e trascurabile.
Claudio e Monia fecero altrettanto e quando aprirono gli occhi erano nuovamente soli, a eccezione della donna col seno minuto che si avviava verso l'arco piastrellato della SPA, tra la porta chiusa della dark room e il corridoio con le stanze del glory hole, muovendo sinuosamente la schiena tatuata.
I due uscirono dalla doccia e iniziarono ad asciugarsi a vicenda, Monia guardava fisso l'ingresso della SPA, come a voler rievocare l'uscita sensuale ed ammiccante della donna di prima. Appoggiò la schiena al petto del marito, che l'abbracciò facendole sentire il pene già turgido e ancora umido sulle natiche. Si girò di scatto e baciò Claudio, invitandolo a seguirla con un sorriso complice. Posarono gli asciugamani e, infilate le ciabatte in spugna, camminarono lentamente in direzione della SPA. Monia si fermò proprio sotto l'arco, abbassando leggermente il capo e tirando un forte sospiro.
chiese Claudio guardando la nuca della moglie e le sue mani appoggiate alle estremità dell'arco quasi a voler sbarrare l'accesso al marito. Per tutta risposta, lei fece un passo indietro e girandosi con gli occhi incollati a quelli di suo marito, scivolò lentamente a sinistra, facendo scorrere la mano destra tra le piastrelle bianche e la porta della dark room. Si soffermò un istante sulla maniglia, il cuore in gola. Socchiuse la porta e prendendo l'eccitazione pulsante di Claudio in mano entrò nella stanza semibuia.
Le uniche luci all'interno erano dei neon viola disposti lungo il perimetro ottagonale del vasto ambiente, ai cui lati si alternavano divani a tre posti e letti king size. Al centro della stanza, leggermente più illuminato, un materasso circolare alto circa mezzo metro, abbastanza esteso da offrirsi a 7 persone saldate in un unico groviglio di piacere.
Nessuno fece caso ai nuovi arrivati, che titubanti andarono a stendersi sull'unico letto libero. L'illuminazione lasciava intravedere solo le sagome, a eccezzione del centro della stanza, dove i 7 si avvinghiavano, si baciavano e si penetravano. L'odore di sesso, i gemiti e i sospiri dei presenti avevano smosso dentro Monia, che ora apriva le gambe per accogliere la mano del marito. Le sue dita scorrevano sfiorandola appena, dall'alto verso il basso, dal clitoride all'ano, per poi tornare su, mentre con la lingua girava attorno ai suoi capezzoli. Lei si guardò attorno, sul divano alla sua sinistra, a poco più di un metro, una bionda corpulenta sedeva aprendo le gambe, con due uomini ai suoi lati, intenti a baciarla e toccarla ovunque, con i loro membri nelle mani della donna. Gli occhi di Monia si erano abituati alla penombra, i contorni di ciò che le succedeva attorno divennero più definiti, più nitidi. La donna sul divano si alzò e si mise in ginocchio di fronte ai due uomini, e iniziò a prenderli in bocca con avidità, un pò uno, un pò l'altro.
Claudio, accortosi dell'interesse della moglie per i tre, scese giù dal letto e iniziò a leccarla, mentre lei continuava a guardare verso il divano fremendo ad ogni tocco di lingua sulle labbra. La guardava da sotto e la vedeva eccittata come mai l'aveva vista prima, mentre si guardava attorno e si stringeva i capezzoli, leccandosi le labbra.
Il materasso del loro letto si inclinò leggermente, un'altra coppia si era disposta parallelamente dal lato opposto, lui -giovane dal fisico asciutto- steso e lei -una brunetta con trucco pesante e piccoli seni- a carponi. Quando Monia si girò a guardarli -erano abbastanza vicini da poterli vedere chiaramente ma abbastanza lontani da non essere costretti a toccarsi- lei aveva già nascosto in bocca il membro del suo uomo. Claudio, con la lingua tra le cosce della moglie, si trovò a guardare il culo della nuova arrivata, che continuando la fellatio iniziò a toccarsi e gemere. Riusciva a sentire il profumo della sua intimità, allungò la mano e le strinse una natica facendola gemere ancora più forte. I gemiti sordi, da bocca piena, si fecero più intensi quando Claudio le infilò due dita nella vagina. Guardò ancora verso la moglie, notando che il suo sguardo ora non era più rivolto ai tre sul divano, ma alla coppia che divideva il letto con loro. Voleva penetrare la moglie e voleva farlo subito. Si alzò, invitando la moglie a mettersi carponi sul lato sinistro del letto, perpendicolare alla nuova coppia. Il culo candido di Monia si apriva di fronte al suo glande gonfio, che appoggiò sull'ano, per poi farlo scivolare giù e poi dentro. Monia sentì Claudio penetrarla lentamente, era bagnatissima, sentiva i suoi umori colare sullo scroto del marito. L'altra coppia continuava il rapporto orale, ma ora lei guardava Claudio, ora Monia, senza mai staccare la bocca dal suo uomo. Le spinte di Claudio si facevano più veloci e intense, appoggiò un ginocchio sul materasso per spingere più forte facendo guaire Monia che intanto stringeva il lenzuolo, incrociando lo sguardo della brunetta che, lentamente, sguardo fisso su Monia, faceva scivolare le labbra lungo il pene del giovane, dal basso verso l'alto, rivelandolo in tutta la sua possenza. Claudio appoggiò anche l'altro ginocchio sul letto, costringendo la moglie ad avvicinarsi al centro del materasso, con il volto a pochi centimetri dalla giovane coppia. Monia allungò una mano e accarezzò la chioma mora della ragazza, stringedola tra le dita e spingendole la testa. La sua mano scivolò poi sulla guancia, fino alle labbra, per sentire quanto lo teneva stretto in bocca. Le due donne si guardavano sorridendo e ammiccando, aumentando l'eccitazione dei loro uomini, una continuava a succhiare, l'altra si faceva scopare dal marito mentre il giovane le palpava l'enorme seno.
Claudio afferrò i capelli della moglie spingendole la testa verso il ragazzo. Lei iniziò a baciarlo tra la coscia e il pube glabro, tremava dall'eccitazione mentre il marito entrava e usciva da lei con colpi decisi. La mano che prima accarezzava il volto della ragazza scese in basso fino ai testicoli, che accarezzò sempre più intensamente continuando a baciare tra coscia e pube, salì con le dita fino a sentire la base del grosso cazzo e le labbra della brunetta che cercavano di ingoiarlo tutto. La lingua di Monia si spostò dal pube al labbro superiore della ragazza, che tolse la bocca facendo sbattere la cappella sul mento di Monia, che ormai avevo perso ogni inibizione. Cominciò a baciare quel tubo di carne dalla base, salendo lentamente verso la cappella pulsante, su cui schiuse le labbra, scendendo in basso fino a trovarselo in gola. La minuta mora era eccitata tanto quanto Claudio, a cui si avvicinò carponi, leccando la schiena di Monia e soffermandosi sul culo. Con la lingua passava dal buco di Monia al cazzo di Claudio, per poi mettersi prona, invitando l'uomo a penetrarla. Claudio sfilò la nerchia nerboruta dalla moglie e la infilò con forza dentro la giovane, che godeva come una cagna bagnata, gemendo forte ad ogni spinta e sporgendosi in avanti per baciare il suo ragazzo, mentre Monia si sedeva a cavalcioni su di lui, inghiottendo lentamente il grosso cazzo nella sua figa. La cappella schiudeva le labbra umide tra i fiotti che sgorgavano lungo il bastone carnoso fino al perineo, eccitando il giovane che cominciò a pompare stringendole i capezzoli tra le dita. La moretta si liberò dal cazzo di Claudio per mettersi a pancia in su, con il suo caschetto bruno appoggiato sul petto del suo uomo, trovandosi le grosse tette di Monia sulla faccia. Claudio le tirò su le gambe e riprese a scoparla. Il volto della moglie, preda di un'estasi passionale, gli generò una scossa lungo la schiena, si sfilò ed esplose sulla pancia della giovane, che apprezzò prendendo lo sperma con le dita e posandolo sulla sua lingua e sulle labbra di Monia.
Claudio era esausto, ma la sua erezione no. Si alzò in piedi e si mise sull'altro lato del letto, di fianco a Monia che continuava a pompare e godere, tra urla, gemiti e copiosi umori che bagnavano il letto sotto le palle del ragazzo. Afferrò i capelli della moglie e la scopò in bocca. La piccola mora si era intanto spostata a cavalcioni sulla faccia del suo uomo, dividendo con Monia il cazzo di Claudio. Il corpo asciutto del giovane cominciò a contorcersi per l'imminente orgasmo, Monia si alzò di scatto prendendo in mano l'asta e indirizzandola verso la brunetta che si affrettò a prenderla in bocca succhiandone il nettare.
Le forme sinuose e abbondanti della moglie, inginocchiata sul letto, con i lunghi capelli che coprivano le sue spalle candide, erano la vera forze della passione di Claudio, che si chinò verso di lei accompagnandola a stendersi sul materasso. Le aprì le gambe e fecero l'amore, stringendosi forte e guardandosi negli occhi. La giovane coppia era andata via, sui divani si alternavano persone seminascoste dalla penombra ed emozioni sudate, mentre Claudio e Monia raggiungevano insieme l'orgasmo, baciandosi incuranti di tutto e tutti.
Dopo una doccia, i due coniugi si vestirono e, bevuto il bicchiere della staffa, si diressero verso l'uscita. Il buttafuori sussurrò un distratto "grazie, arrivederci" senza neanche alzare lo sguardo.
L'auto tornava verso casa, Claudio stringeva la mano di Monia assopita, la prima flebile luce che annuncia l'alba nello specchietto retrovisore, l'autoradio gracchiava un blues.
Il cuore di Monia batteva forte, nascosto dal rosso del suo vestito lungo e leggero. Sapeva dove stava per passare la serata, ne aveva sentito parlare o forse aveva letto qualcosa su internet, era nervosa e spaventata dai suoi punti interrogativi, ma gli occhi sicuri di Claudio riuscivano a darle sicurezza, mentre le sorrideva chiudendosi la giacca.
Alla loro vista il buttafuori spense la sigaretta nel posacenere, tossì e si riassettò i vestiti.
Claudio tirò fuori dalla tasca dei pantaloni l'invito e lo porse all'energumeno, che sorrise accennando un inchino e aprendo la porta.
Attorno alla piccola pista da ballo, i divanetti del ---------- formavano un semicerchio con vista sull'ampio bar, un arco alla sinistra del bancone conduceva verso -a detta dei cartelli neri con scritte dorate- spogliatoi, docce, private room, dark room, glory hole, spa.
Monia si guardava attorno nervosa, tenendo stretta la mano del marito, tutti erano sciolti, rilassati e a loro agio. Bicchiere in mano le persone ballavano e andavano avanti e indietro per il locale, il volume non troppo alto della musica consentiva di parlarsi senza doversi urlare nelle orecchie.
chiese Claudio, avvertendo la rigidità di sua moglie. Con un cenno di assenso, Monia lo seguì verso il bancone affollato, si guardò attorno in attesa del suo drink, cercando di rilassarsi e mettersi a proprio agio, come tutti i presenti. Dopo due sorsi di gin tonic i suoi muscoli cominciavano a stendersi, spalle e nuca si ammorbidirono e così il resto del corpo. "Siamo in tanti e sappiamo tutti perchè siamo qui, tranquilla, nessuno è qui per giudicare." si ripetè nella sua testa, guardando la schiena del marito che la trascinava per una mano verso la pista.
Bicchiere in mano, Claudio accennava qualche movimento del bacino al ritmo di un vecchio swing, incantato dalle forme di Monia, dal suo seno prosperoso che la scollatura tratteneva a stento, dai suoi lunghi capelli castani che ondeggiavano tra le luci colorate del locale, da quegli occhi che ora sembravano essere più complici, forse calmierati dall'alcool.
Si avvicinò a lei e la abbracciò da dietro, passandole poi le mani sui fianchi e seguendo il movimento del suo bacino le appoggiò le labbra sul collo, sfiorandola appena. Monia adesso era più sciolta, le mani del marito che le accarezzavano le cosce, dal bacino alle ginocchia, sfiorandole i glutei, conservavano quella delicata fermezza che la fece cedere la prima volta. Spinse indietro il bacino premendo le natiche fino a sentire l'eccitazione di Claudio, che accentuò la presa strusciandosi dal basso verso l'alto, facendo sentire la sua voglia sul coccige di Monia, mentre le mani sfioravano il corpo ovunque.
Si spostarono dalla pista, in direzione del bar, ma Monia si fermò di colpo e baciando il collo del marito gli sussurrò a un orecchio:
La coppia passò sotto l'arco imboccando un corridoio in penombra, seguendo l'indicazione per spogliatoi/docce. Sul lato sinistro del corridoio le vetrate delle private rooms offrivano lo spettacolo della passione fra le trame delle tendine viola. Sulla porta degli spogliatoi, prima della svolta a sinistra del corridoio, una ragazza dello staff consegnava chiavi dello stipetto, asciugamano e ciabatte in spugna. Prima di entrare, Monia si fermò a guardare l'ultima private room del corridoio, dirimpetto agli spogliatoi. Al suo interno una donna, carponi su un letto, si faceva prendere da dietro da un uomo. Vedeva solo la schiena di lui e la mano destra di lei appoggiata alla parete, era abbastanza da far cadere giù l'ultimo ostacolo della sua timidezza.
Lo spogliatoio era piuttosto piccolo, gli stipetti in colonne da tre formavano una L davanti alle panche in legno. Erano soli, misero i vestiti nell'armadietto numero 9 e aprirono la porta del locale docce. Appena entrati, una donna alzò lo sguardo e sorrise ai due, passandosi l'asciugamano sotto il piccolo seno. Avvolta dal vapore e dallo scroscìo dell'acqua, una coppia si baciava, intensamente, come se qualunque cosa al di fuori di loro fosse secondaria e trascurabile.
Claudio e Monia fecero altrettanto e quando aprirono gli occhi erano nuovamente soli, a eccezione della donna col seno minuto che si avviava verso l'arco piastrellato della SPA, tra la porta chiusa della dark room e il corridoio con le stanze del glory hole, muovendo sinuosamente la schiena tatuata.
I due uscirono dalla doccia e iniziarono ad asciugarsi a vicenda, Monia guardava fisso l'ingresso della SPA, come a voler rievocare l'uscita sensuale ed ammiccante della donna di prima. Appoggiò la schiena al petto del marito, che l'abbracciò facendole sentire il pene già turgido e ancora umido sulle natiche. Si girò di scatto e baciò Claudio, invitandolo a seguirla con un sorriso complice. Posarono gli asciugamani e, infilate le ciabatte in spugna, camminarono lentamente in direzione della SPA. Monia si fermò proprio sotto l'arco, abbassando leggermente il capo e tirando un forte sospiro.
chiese Claudio guardando la nuca della moglie e le sue mani appoggiate alle estremità dell'arco quasi a voler sbarrare l'accesso al marito. Per tutta risposta, lei fece un passo indietro e girandosi con gli occhi incollati a quelli di suo marito, scivolò lentamente a sinistra, facendo scorrere la mano destra tra le piastrelle bianche e la porta della dark room. Si soffermò un istante sulla maniglia, il cuore in gola. Socchiuse la porta e prendendo l'eccitazione pulsante di Claudio in mano entrò nella stanza semibuia.
Le uniche luci all'interno erano dei neon viola disposti lungo il perimetro ottagonale del vasto ambiente, ai cui lati si alternavano divani a tre posti e letti king size. Al centro della stanza, leggermente più illuminato, un materasso circolare alto circa mezzo metro, abbastanza esteso da offrirsi a 7 persone saldate in un unico groviglio di piacere.
Nessuno fece caso ai nuovi arrivati, che titubanti andarono a stendersi sull'unico letto libero. L'illuminazione lasciava intravedere solo le sagome, a eccezzione del centro della stanza, dove i 7 si avvinghiavano, si baciavano e si penetravano. L'odore di sesso, i gemiti e i sospiri dei presenti avevano smosso dentro Monia, che ora apriva le gambe per accogliere la mano del marito. Le sue dita scorrevano sfiorandola appena, dall'alto verso il basso, dal clitoride all'ano, per poi tornare su, mentre con la lingua girava attorno ai suoi capezzoli. Lei si guardò attorno, sul divano alla sua sinistra, a poco più di un metro, una bionda corpulenta sedeva aprendo le gambe, con due uomini ai suoi lati, intenti a baciarla e toccarla ovunque, con i loro membri nelle mani della donna. Gli occhi di Monia si erano abituati alla penombra, i contorni di ciò che le succedeva attorno divennero più definiti, più nitidi. La donna sul divano si alzò e si mise in ginocchio di fronte ai due uomini, e iniziò a prenderli in bocca con avidità, un pò uno, un pò l'altro.
Claudio, accortosi dell'interesse della moglie per i tre, scese giù dal letto e iniziò a leccarla, mentre lei continuava a guardare verso il divano fremendo ad ogni tocco di lingua sulle labbra. La guardava da sotto e la vedeva eccittata come mai l'aveva vista prima, mentre si guardava attorno e si stringeva i capezzoli, leccandosi le labbra.
Il materasso del loro letto si inclinò leggermente, un'altra coppia si era disposta parallelamente dal lato opposto, lui -giovane dal fisico asciutto- steso e lei -una brunetta con trucco pesante e piccoli seni- a carponi. Quando Monia si girò a guardarli -erano abbastanza vicini da poterli vedere chiaramente ma abbastanza lontani da non essere costretti a toccarsi- lei aveva già nascosto in bocca il membro del suo uomo. Claudio, con la lingua tra le cosce della moglie, si trovò a guardare il culo della nuova arrivata, che continuando la fellatio iniziò a toccarsi e gemere. Riusciva a sentire il profumo della sua intimità, allungò la mano e le strinse una natica facendola gemere ancora più forte. I gemiti sordi, da bocca piena, si fecero più intensi quando Claudio le infilò due dita nella vagina. Guardò ancora verso la moglie, notando che il suo sguardo ora non era più rivolto ai tre sul divano, ma alla coppia che divideva il letto con loro. Voleva penetrare la moglie e voleva farlo subito. Si alzò, invitando la moglie a mettersi carponi sul lato sinistro del letto, perpendicolare alla nuova coppia. Il culo candido di Monia si apriva di fronte al suo glande gonfio, che appoggiò sull'ano, per poi farlo scivolare giù e poi dentro. Monia sentì Claudio penetrarla lentamente, era bagnatissima, sentiva i suoi umori colare sullo scroto del marito. L'altra coppia continuava il rapporto orale, ma ora lei guardava Claudio, ora Monia, senza mai staccare la bocca dal suo uomo. Le spinte di Claudio si facevano più veloci e intense, appoggiò un ginocchio sul materasso per spingere più forte facendo guaire Monia che intanto stringeva il lenzuolo, incrociando lo sguardo della brunetta che, lentamente, sguardo fisso su Monia, faceva scivolare le labbra lungo il pene del giovane, dal basso verso l'alto, rivelandolo in tutta la sua possenza. Claudio appoggiò anche l'altro ginocchio sul letto, costringendo la moglie ad avvicinarsi al centro del materasso, con il volto a pochi centimetri dalla giovane coppia. Monia allungò una mano e accarezzò la chioma mora della ragazza, stringedola tra le dita e spingendole la testa. La sua mano scivolò poi sulla guancia, fino alle labbra, per sentire quanto lo teneva stretto in bocca. Le due donne si guardavano sorridendo e ammiccando, aumentando l'eccitazione dei loro uomini, una continuava a succhiare, l'altra si faceva scopare dal marito mentre il giovane le palpava l'enorme seno.
Claudio afferrò i capelli della moglie spingendole la testa verso il ragazzo. Lei iniziò a baciarlo tra la coscia e il pube glabro, tremava dall'eccitazione mentre il marito entrava e usciva da lei con colpi decisi. La mano che prima accarezzava il volto della ragazza scese in basso fino ai testicoli, che accarezzò sempre più intensamente continuando a baciare tra coscia e pube, salì con le dita fino a sentire la base del grosso cazzo e le labbra della brunetta che cercavano di ingoiarlo tutto. La lingua di Monia si spostò dal pube al labbro superiore della ragazza, che tolse la bocca facendo sbattere la cappella sul mento di Monia, che ormai avevo perso ogni inibizione. Cominciò a baciare quel tubo di carne dalla base, salendo lentamente verso la cappella pulsante, su cui schiuse le labbra, scendendo in basso fino a trovarselo in gola. La minuta mora era eccitata tanto quanto Claudio, a cui si avvicinò carponi, leccando la schiena di Monia e soffermandosi sul culo. Con la lingua passava dal buco di Monia al cazzo di Claudio, per poi mettersi prona, invitando l'uomo a penetrarla. Claudio sfilò la nerchia nerboruta dalla moglie e la infilò con forza dentro la giovane, che godeva come una cagna bagnata, gemendo forte ad ogni spinta e sporgendosi in avanti per baciare il suo ragazzo, mentre Monia si sedeva a cavalcioni su di lui, inghiottendo lentamente il grosso cazzo nella sua figa. La cappella schiudeva le labbra umide tra i fiotti che sgorgavano lungo il bastone carnoso fino al perineo, eccitando il giovane che cominciò a pompare stringendole i capezzoli tra le dita. La moretta si liberò dal cazzo di Claudio per mettersi a pancia in su, con il suo caschetto bruno appoggiato sul petto del suo uomo, trovandosi le grosse tette di Monia sulla faccia. Claudio le tirò su le gambe e riprese a scoparla. Il volto della moglie, preda di un'estasi passionale, gli generò una scossa lungo la schiena, si sfilò ed esplose sulla pancia della giovane, che apprezzò prendendo lo sperma con le dita e posandolo sulla sua lingua e sulle labbra di Monia.
Claudio era esausto, ma la sua erezione no. Si alzò in piedi e si mise sull'altro lato del letto, di fianco a Monia che continuava a pompare e godere, tra urla, gemiti e copiosi umori che bagnavano il letto sotto le palle del ragazzo. Afferrò i capelli della moglie e la scopò in bocca. La piccola mora si era intanto spostata a cavalcioni sulla faccia del suo uomo, dividendo con Monia il cazzo di Claudio. Il corpo asciutto del giovane cominciò a contorcersi per l'imminente orgasmo, Monia si alzò di scatto prendendo in mano l'asta e indirizzandola verso la brunetta che si affrettò a prenderla in bocca succhiandone il nettare.
Le forme sinuose e abbondanti della moglie, inginocchiata sul letto, con i lunghi capelli che coprivano le sue spalle candide, erano la vera forze della passione di Claudio, che si chinò verso di lei accompagnandola a stendersi sul materasso. Le aprì le gambe e fecero l'amore, stringendosi forte e guardandosi negli occhi. La giovane coppia era andata via, sui divani si alternavano persone seminascoste dalla penombra ed emozioni sudate, mentre Claudio e Monia raggiungevano insieme l'orgasmo, baciandosi incuranti di tutto e tutti.
Dopo una doccia, i due coniugi si vestirono e, bevuto il bicchiere della staffa, si diressero verso l'uscita. Il buttafuori sussurrò un distratto "grazie, arrivederci" senza neanche alzare lo sguardo.
L'auto tornava verso casa, Claudio stringeva la mano di Monia assopita, la prima flebile luce che annuncia l'alba nello specchietto retrovisore, l'autoradio gracchiava un blues.
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