Volley che passione
di
blubull
genere
etero
Fino a qualche anno fa allenavo, per hobby, pallavolo femminile.
Le ragazze mi chiamavano "sergente di ferro" perchè ero solito far fare allenamenti molto duri per migliorare sia la tenuta fisica che quella mentale; questo tipo di allenamento dava i suoi frutti in quanto si riusciva a vincere dei campionati pur non avendo una squadra ben strutturata fisicamente.
Quell'anno, con una squadra quasi tutta nuova, arrivammo terzi nel campionato di serie C ed una ragazza di 21 anni, non inquadrata nella nostra squadra ma che dimorava nella nostra città perchè studiava presso l'università del posto, mi chiese di potersi allenare con noi.
Abbiamo sempre continuato gli allenamenti, anche a campionato terminato, nei mesi di giugno e luglio per migliorare tutti i fondamentali ma soprattutto per fare più gruppo; la ragazza, che chiamerò Edvige (puro nome di fantasia), mi chiese se poteva di unirsi al nostro gruppo e di poter continuare gli allenamenti con noi perchè aveva notato dei miglioramenti, miglioramenti che avevano notato anche i tecnici della squadra in cui giocava.
Avevamo deciso di fare allenamento tre volte la settimana il lunedì, il mercoledì ed il venerdì dalle 19 alle 21.
Durante gli allenamenti vedevo Edvige che era sempre intorno a me e che per un motivo o per un altro non mancava di strusciarsi o di farsi toccare le tette con l'avambraccio. Una sera, poco prima di finire gli allenamenti, la vedi zoppicare e mi disse che aveva sentito una fitta all'inguine mentre si accingeva a fare un attacco di primo tempo, le consigliai di distendersi di prendere del ghiaccio sintetico e di metterlo sulla parte indolenzita.
Quasi tutte le ragazze erano uscite e mancava solo lei e non vedendola uscire (dovevo chiudere io la palestra perchè il custode d'estate non faceva servizio) ritornai dentro e la chiamai e lei con voce sofferente mi disse che era nello spogliatoio e che le faceva molto male l'inguine.
Le dissi che era opportuno che si facesse un massaggio da sola con della pomata perchè non c'era più nessuna ragazza che potesse aiutarla nel fare questa operazione; al che lei, seraficamente, mi disse - ma perchè non puoi farmelo tu il massaggio?
Per evitare di dilungarmi troppo nel racconto vi dirò che andammo nella sala pesi dove c'era anche un lettino medico, la feci distendere lei restò solo con una maglietta ed un perizoma molto striminzito.
(M'ero sempre posto il principio che in palestra non avrei mai avuto storie sessuali ed in 20 anni di allenatore non era mai successo nulla, pur avendo avuto sempre delle sollecitazioni).
Aveva un corpo statuario, molto bello, una ragazza di 175 cm di altezza, bionda naturale, occhi celesti, una terza di seno, caviglie sottili e soprattutto un gran bel culetto; un culetto bello alto e sodo come solo le ragazze che giocano a pallavolo possono avere.
Cominciai a massaggiarle l'inguine scostando quel poco di stoffa che aveva era tutta depilata e lei era lì ad occhi chiusi che si gustava il massaggio.
Mentre la massaggiavo sentii una mano che mi sfiorava la patta dei jeans, restai per un attimo interdetto e lei mi disse: "Blu ho bisogno di fare sesso con te".
Restai per un momento basito perchè non mi sarei mai aspettato tanta sfrontatezza; restai senza parole e lei senza aggiungere altro si denudò del tutto e mise in mostra tutte e sue grazie.
Scese dal lettino, tese le mani e mi attrasse a lei e senza profferire parole mi baciò in bocca e cominciò a slacciarmi la cintura ed i bottoni dei jeans.
Ero rimasto impassibile e per la prima volta in vita mia mi trovai costretto a subire gli eventi piuttosto che dominarli, chi non era rimasto impassibile era il mio fratellino tra le gambe che reclamava la sua parte.
Edvige lo fece uscire e cominciò a dire com'è bello e lo accarezzava, lo baciava, se lo strusciava sulle tette poi si girò lo fece scivolare lungo il canale che divide i glutei per poi prenderlo in bocca e succhiarlo.
Non resistetti più e mandando a quel paese i mei principi, mi tolsi gli ultimi indumenti che avevo e cominciai a baciarle il collo e con la lingua scendevo lungo la sua schiena fino ad arrivare sul culo, lei divaricò leggermente le gambe ed io le leccavo l'ano giravo con la lingua su di esso mente le mani le accarezzavano le cosce si stava bagnando tutta, il suo liquido vaginale scorreva lungo le cosce, io lo raccoglievo sulla lingua e poi le penetravo il culetto; con la lingua dentro il suo culetto mimavo il coito e lei non resistendo più a tanto piacere godette ed a voce alta cominciò ad implorarmi di scoparla, che voleva sentirmi dentro di lei, che non ce la faceva più, che aveva bisogno di un cazzo che la facesse sentire femmina più che mai.
Le feci appoggiare la mani sul lettino e le strusciai il cazzo tra le grandi labbra senza penetrarla, lei si muoveva andando avanti ed indietro con il bacino poi afferrò con una mano il pene e lo poggiò all'inizio della caverna del piacere ed comincio a penetrarsi.
Era stretta, molto stretta, tant'è vero che le chiesi se fosse ancora vergine; lei mi disse che non era molto abituata a certe dimensioni in quanto il suo ragazzo, ed unico uomo che fino ad allora aveva conosciuto, aveva un pene di modeste dimensioni.
Lentamente entrai tutto dentro di lei e restai immobile, lei si muoveva in modo circolare per sentirlo meglio dentro e i suoi muscoli vaginali si contraevano e mi afferravano il pene e lo spingevano sempre più dentro di lei.
Uscii tutto da dentro di lei per poi affondare in un sol colpo fino a farle sentire le palle sulle chiappe e restavo dentro facendo roteare il cazzo dentro di lei.
Alternavo penetrazioni lente a penetrazioni potenti come era ed è mio solito fare fino a che non la sentii gridare nuovamente di piacere; anch'io ero arrivato al punto di non ritorno e glielo dissi e mi rispose che prendeva la pillola; mi tolsi da quella posizione la feci mettere sul bordo del lettino a gambe tutte divaricate, cominciai a leccarle la fica per farla inumidire ancora di più e di nuovo con un sol colpo la penetrai.
La scopai, quella volta, entrando ed uscendo sempre con potenza dentro di lei e quando lei stava per godere mi saltò in braccio, si aggrappò con le mani al collo, mi cinse con le gambe la schiena e si spingeva su è giù sul mio cazzo come una forsennata e si fermò solo quando sentì i fiotti del mio sperma che le allagavano l'utero.
E' un'opera prima, non sono uno scrittore, credo che si evince chiaramente, ma ciò che vi ho raccontato e che vi racconterò non è nè sarà mai frutto di fantasia ma solo fatti di vita realmente vissuta.
Per giudizi e commenti potete scrivere a :
blubull@ymail.com
Le ragazze mi chiamavano "sergente di ferro" perchè ero solito far fare allenamenti molto duri per migliorare sia la tenuta fisica che quella mentale; questo tipo di allenamento dava i suoi frutti in quanto si riusciva a vincere dei campionati pur non avendo una squadra ben strutturata fisicamente.
Quell'anno, con una squadra quasi tutta nuova, arrivammo terzi nel campionato di serie C ed una ragazza di 21 anni, non inquadrata nella nostra squadra ma che dimorava nella nostra città perchè studiava presso l'università del posto, mi chiese di potersi allenare con noi.
Abbiamo sempre continuato gli allenamenti, anche a campionato terminato, nei mesi di giugno e luglio per migliorare tutti i fondamentali ma soprattutto per fare più gruppo; la ragazza, che chiamerò Edvige (puro nome di fantasia), mi chiese se poteva di unirsi al nostro gruppo e di poter continuare gli allenamenti con noi perchè aveva notato dei miglioramenti, miglioramenti che avevano notato anche i tecnici della squadra in cui giocava.
Avevamo deciso di fare allenamento tre volte la settimana il lunedì, il mercoledì ed il venerdì dalle 19 alle 21.
Durante gli allenamenti vedevo Edvige che era sempre intorno a me e che per un motivo o per un altro non mancava di strusciarsi o di farsi toccare le tette con l'avambraccio. Una sera, poco prima di finire gli allenamenti, la vedi zoppicare e mi disse che aveva sentito una fitta all'inguine mentre si accingeva a fare un attacco di primo tempo, le consigliai di distendersi di prendere del ghiaccio sintetico e di metterlo sulla parte indolenzita.
Quasi tutte le ragazze erano uscite e mancava solo lei e non vedendola uscire (dovevo chiudere io la palestra perchè il custode d'estate non faceva servizio) ritornai dentro e la chiamai e lei con voce sofferente mi disse che era nello spogliatoio e che le faceva molto male l'inguine.
Le dissi che era opportuno che si facesse un massaggio da sola con della pomata perchè non c'era più nessuna ragazza che potesse aiutarla nel fare questa operazione; al che lei, seraficamente, mi disse - ma perchè non puoi farmelo tu il massaggio?
Per evitare di dilungarmi troppo nel racconto vi dirò che andammo nella sala pesi dove c'era anche un lettino medico, la feci distendere lei restò solo con una maglietta ed un perizoma molto striminzito.
(M'ero sempre posto il principio che in palestra non avrei mai avuto storie sessuali ed in 20 anni di allenatore non era mai successo nulla, pur avendo avuto sempre delle sollecitazioni).
Aveva un corpo statuario, molto bello, una ragazza di 175 cm di altezza, bionda naturale, occhi celesti, una terza di seno, caviglie sottili e soprattutto un gran bel culetto; un culetto bello alto e sodo come solo le ragazze che giocano a pallavolo possono avere.
Cominciai a massaggiarle l'inguine scostando quel poco di stoffa che aveva era tutta depilata e lei era lì ad occhi chiusi che si gustava il massaggio.
Mentre la massaggiavo sentii una mano che mi sfiorava la patta dei jeans, restai per un attimo interdetto e lei mi disse: "Blu ho bisogno di fare sesso con te".
Restai per un momento basito perchè non mi sarei mai aspettato tanta sfrontatezza; restai senza parole e lei senza aggiungere altro si denudò del tutto e mise in mostra tutte e sue grazie.
Scese dal lettino, tese le mani e mi attrasse a lei e senza profferire parole mi baciò in bocca e cominciò a slacciarmi la cintura ed i bottoni dei jeans.
Ero rimasto impassibile e per la prima volta in vita mia mi trovai costretto a subire gli eventi piuttosto che dominarli, chi non era rimasto impassibile era il mio fratellino tra le gambe che reclamava la sua parte.
Edvige lo fece uscire e cominciò a dire com'è bello e lo accarezzava, lo baciava, se lo strusciava sulle tette poi si girò lo fece scivolare lungo il canale che divide i glutei per poi prenderlo in bocca e succhiarlo.
Non resistetti più e mandando a quel paese i mei principi, mi tolsi gli ultimi indumenti che avevo e cominciai a baciarle il collo e con la lingua scendevo lungo la sua schiena fino ad arrivare sul culo, lei divaricò leggermente le gambe ed io le leccavo l'ano giravo con la lingua su di esso mente le mani le accarezzavano le cosce si stava bagnando tutta, il suo liquido vaginale scorreva lungo le cosce, io lo raccoglievo sulla lingua e poi le penetravo il culetto; con la lingua dentro il suo culetto mimavo il coito e lei non resistendo più a tanto piacere godette ed a voce alta cominciò ad implorarmi di scoparla, che voleva sentirmi dentro di lei, che non ce la faceva più, che aveva bisogno di un cazzo che la facesse sentire femmina più che mai.
Le feci appoggiare la mani sul lettino e le strusciai il cazzo tra le grandi labbra senza penetrarla, lei si muoveva andando avanti ed indietro con il bacino poi afferrò con una mano il pene e lo poggiò all'inizio della caverna del piacere ed comincio a penetrarsi.
Era stretta, molto stretta, tant'è vero che le chiesi se fosse ancora vergine; lei mi disse che non era molto abituata a certe dimensioni in quanto il suo ragazzo, ed unico uomo che fino ad allora aveva conosciuto, aveva un pene di modeste dimensioni.
Lentamente entrai tutto dentro di lei e restai immobile, lei si muoveva in modo circolare per sentirlo meglio dentro e i suoi muscoli vaginali si contraevano e mi afferravano il pene e lo spingevano sempre più dentro di lei.
Uscii tutto da dentro di lei per poi affondare in un sol colpo fino a farle sentire le palle sulle chiappe e restavo dentro facendo roteare il cazzo dentro di lei.
Alternavo penetrazioni lente a penetrazioni potenti come era ed è mio solito fare fino a che non la sentii gridare nuovamente di piacere; anch'io ero arrivato al punto di non ritorno e glielo dissi e mi rispose che prendeva la pillola; mi tolsi da quella posizione la feci mettere sul bordo del lettino a gambe tutte divaricate, cominciai a leccarle la fica per farla inumidire ancora di più e di nuovo con un sol colpo la penetrai.
La scopai, quella volta, entrando ed uscendo sempre con potenza dentro di lei e quando lei stava per godere mi saltò in braccio, si aggrappò con le mani al collo, mi cinse con le gambe la schiena e si spingeva su è giù sul mio cazzo come una forsennata e si fermò solo quando sentì i fiotti del mio sperma che le allagavano l'utero.
E' un'opera prima, non sono uno scrittore, credo che si evince chiaramente, ma ciò che vi ho raccontato e che vi racconterò non è nè sarà mai frutto di fantasia ma solo fatti di vita realmente vissuta.
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