La sorella che non ti aspetti - Capitolo 4 -

di
genere
incesti

-Teo?-
Sabrina continuava a chiamare Matteo dalla cucina.
-Arrivo, arrivo!-
Matteo cercò di tranquillizzarsi mentre cercava di calmare la sua eccitazione. L’uccello, nonostante l’orgasmo appena avuto, il terzo, era ancora barzotto. Poco male, coprì tutto con la maglia larga e uscì dal bagno.
Sabrina stava sullo sgabello, aveva acceso la TV, e la sua amica Martina era vicino a lei. Beveva e appena sentì Matteo uscire dal bagno si girò e gli fece un sorriso.
-Scusate, ora finisco di preparare- disse Matteo, cercando di non fissare negli occhi la ragazza. La stava ancora pensando aperta in due dal dildo nero e poi travolta da uno squrting eccezionale.
-Ma se ci prendiamo una pizza? Così non cucini e non perdiamo tempo-
-Non perdo tempo. Cioè, nessun problema-
-A me la pizza va. La portano fino a qua?- chiese Martina. Sabrina fece una pernacchia e si mise a ridere.
-Se, magari, siamo in mezzo alla campagna del nulla! Faccio un salto a prenderle- e detto questo stava già andando a mettersi scarpe e cappotto.


-Per me una ai funghi-
-Ma dove vai. Vado io, così fai compagnia a Marti-
-Teo sei in mutande praticamente!- ridacchiò Sabrina –Faccio prima io, in mezz’ora sono qui. Cotto e olive giusto?- e detto questo usci di casa con le chiavi della macchina.
Matteo rimase in silenzio un momento. Si sentiva soltanto la Clerici in TV che diceva qualcosa ai suoi cuochi. Martina si versò un altro bicchiere d’acqua.
-Ma guida già da sola?-
-Chi?-
-Tua sorella! Matteo, tutto ok?-
No, niente era ok. Era solo in casa con Martina, normalmente non sarebbe mai stato un problema, ma dato che neanche dieci minuti prima l’aveva vista a gambe aperte godere mentre veniva scopata da sua sorella Sabrina con un grosso dildo nero, no, non si sentiva ok. Si sentiva imbarazzato, eccitato, colpevole e stordito. Tutto mischiato assieme condito da un velo di incredulità.
-Sì…lei fa un sacco di cose da sola. Avete 18 anni no?- parlò senza filtro, pensando al pompino fatto al ragazzo da sua sorella, proprio nel divano lì accanto.
Martina ridacchiò e lanciò uno sguardo sottile e prolungato a Matteo. Davvero? Forse era solo l’impressione del ragazzo. Matteo non riusciva più a fare filtro ai suoi pensieri, e le parole uscivano senza pensare.
-Che tu sappia Sabrina si vede con qualcuno?-
-Perché? Le fai da guardiano?- chiese Martina sempre con un sorriso. Matteo sorrise a sua volta.
-No, ma l’ho vista in giro con un ragazzo. Moro, abbastanza alto- “con un uccello grosso così” avrebbe voluto aggiungere, ma forse non era il caso.
-Mi viene in mente solo Simone di alto e moro. So che si sono visti ieri era per un aperitivo, ma non so se si “frequentano”-
Matteo scosse la testa e si girò per aprire il frigo. Ma che cazzo stava dicendo? E poi perché ne parlava con Martina? La testa gli stava andando in confusione, aveva bisogno di spegnere e riaccendere tutto il sistema, come un computer con troppi programmi aperti da troppo tempo.
-Matteo ma sei geloso di tua sorella?-
La domanda lo colse alla sprovvista. Geloso. Non era geloso, non lo era mai stato. Forse non si era aspettato che sua sorella facesse certe cose. Non adesso. E non davanti ai suoi occhi.
-No, ma figurati. Mi preoccupo per lei…sai, fratello maggiore- disse Matteo. E forse era la verità. Voleva che stesse bene, che non soffrisse. Quelle cose da fratelli che pochi capiscono.
-E tu ti vedi ancora con Mary?- chiese Martina. Matteo chiuse il frigo dopo aver preso la bottiglia di Coca.
-Mary non la vedo da un mese oramai. Forse non eravamo proprio fatti l’uno per l’altro- quel pensiero su sua sorella lo aveva un po’ tranquillizzato e stava riuscendo ad avere un dialogo normale con Martina.
-Non serve mica che sia quella giusta, no? Cioè, intanto che aspetti di trovarla…per passare un po’ il tempo…- Martina non finì la frase e si mise a ridere come una pazza. Matteo la guardò e rise anche lui.
-Bè Marti? Dai, veramente da puttaniere mi vedi?-
-Ma no dai! Che male c’è a divertirsi?-
-Sì, va bene hai ragione. E’ che per me sei l’amica di mia sorella che giocava in camera con lei. E adesso mi parli di andare a letto per fare due salti, dai!- disse Matteo ridendo. Martina si fece seria di colpo e lo guardò negli occhi.
-Che male c’è, scusa?- parlò seria e diretta negli occhi del ragazzo. Matteo sentì l’aria attraversargli il petto e di nuovo l’eccitazione spingere dal basso ventre fino all’inguine.
-Nessuno. Nessun male. Giochi ancora con Sabrina, no?-
Che cazzo aveva detto? Che cazzo aveva detto! Gli era uscita, così, il filtro si era danneggiato di nuovo e le parole uscivano senza pensare. Cazzo.
-Giochiamo, abbiamo solo cambiato giocattoli- e detto questo prese la mano di Matteo, gli massaggiò il palmo, le dita, fino a arrivare all’indice e succhiarlo come una cannuccia in una lattina.
-Oh cazzo…- biascicò Matteo mentre il suo uccello tornava duro come il marmo, di nuovo.
-Sai, sono cresciuta in questi anni. Non gioco più soltanto-
-Immagino…- disse Matteo ricordando sempre il suo squirting di poco prima.
-Vuoi giocare con me, Teo?-
Martina prese la mano di Matteo e la portò sul suo seno. Matteo reagì d’istinto e si mise a stringerlo, prima delicato, poi una stretta più rigida. Martina trattenne il respiro e poi sospirò eccitata.
-Se fai così mi fai eccitare sai? Lo sai che mi piaci un casino…-
Matteo sapeva che Martina aveva un debole per lui, ma si sa: fratello maggiore della migliore amica. Può capitare. Non pensava certo di mettersi a palpare le tette di Martina in cucina mentre, come sottofondo in TV, la Clerici intervistava Bigazzi sulle proprietà delle fave.
Martina prese Matteo per il braccio e lo trascinò al divano lì accanto, lo spinse delicatamente sulle spalle e Matteo non poté fare altro che sedersi e allargare le gambe. Martina si mise in ginocchio e comincio a palpargli il petto, poi le spalle e poi a scendere giù, fino al ventre e all’inguine.
Matteo emise un lamento basso e piegò il collo all’indietro, ad occhi chiusi. Sentì Martina armeggiare con i suoi pantaloncini e glieli sfilò da sotto il sedere. Rimanevano solo i boxer bianchi e tesi come una tenda da scout.
-Che bel cazzo abbiamo qui…- Martina cominciò a leccare la stoffa passando dalla punta allo scroto stretto nel tessuto. Matteo cercò di prenderle la testa e allontanarla. Cosa stava facendo? Stava facendosi fare un pompino da Martina. Proprio da Martina, nella stessa posizione in cui la sera prima aveva visto sua sorella Sabrina succhiare il cazzo a quel ragazzo. La cosa lo stava facendo eccitare ancora di più.
Prese la testa di Martina e la spinse sul suo cazzo.
-Calma stallone. Tranquillo, ti farò un soffocone che te lo ricordi a vita- e detto ciò, Martina sfilò i boxer a Matteo liberando il suo uccello: era davvero grande. Anche Matteo se ne rese conto. Sì, in generale aveva un bell’uccello, ma in quel momento era davvero turgido e grosso come mai Matteo lo aveva visto in vita sua. E anche Martina ne fu colpita.
-Ah però…e tu tenevi questa bestia nascosta solo per te…che egoista- e imboccò la punta stringendola fra le labbra. Era come una pompa sottovuoto per alimenti. Succhiava via l’aria e risucchiava l’uccello di Matteo verso la gola.
Matteo si limitava a lanciare dei lamenti più o meno prolungati mentre vedeva il suo uccello sparire fra le labbra di Martina. E quando la guardava ad occhi semi chiusi rivedeva il volto di sua sorella Sabrina, attaccata al suo cazzo che gli massaggiava le palle mentre copriva di saliva la sua carne tesa.
-Puoi venire quando vuoi. Mi piace il sapore il bocca- disse Martina. Matteo ebbe un sussulto. Quella ragazzina lo mandava ai matti. Allargò le gambe e mise le mani sulla nuca di Martina, spinse delicatamente il cazzo in gola alla ragazza, fino alla base. Sentì il respiro solleticargli le palle, e poi la liberò in un attimo. Martina si sfilò l’uccello dalla bocca e prese fiato con un sospiro fortissimo.
-Ti piace la gola profonda?- disse ridacchiando e riprendendo fiato. Matteo in tutta risposta le appoggiò la punta del cazzo sulle labbra.
-Oh sì, parecchio- era accecato dell’eccitamento e ora voleva soltanto sborrare. Di nuovo, per l’ennesima volta, quella mattina.
Martina si sparse un po’ di saliva sulla mano sinistra e leccò un po’ la punta del cazzo, dietro al frenulo.
-Ora ti faccio impazzire…ti faccio godere come non mai- imboccò il cazzo fino a metà e lo strinse fra le labbra. Mentre con la mano destra prese a segarlo leggermente, la sinistra scese a massaggiare le palle, prima piano poi, più forte e sempre più in basso, fino a raggiungere lo sfintere del ragazzo.
Matteo si irrigidì. Non aveva mai provato a infilare nulla nel suo culo, nemmeno un dito mentre si segava, anche se aveva sentito che portava i ragazzi a un forte godimento. Strafatto com’era di piacere, si lasciò andare e si fece massaggiare il buchetto dalle dita di Martina.
Prima l’indice torturò tuta la cresta e poi anche il medio prese a massaggiare il bordo del buchetto. Infine, senza preavviso, Martina infilò entrambe le dita in un colpo solo. Due dita, per la prima volta, entrarono nel culo di Matteo che emise un lamento prolungato e poi si accorse di godere.
La bocca di Martina affondò sull’uccello e intanto le dita premevano sulla parete interna nel culo di Matteo. Era come sentirsi il cazzo afferrato dall’interno, ancor più in profondità che dalla base.
Matteo prese a mugolare e sentì presto il pizzicorino che si avverte prima dell’orgasmo.
-Marti…sto venendo- Martina sollevò la bocca dall’uccello del ragazzo, sorrise, gli baciò la pancia e lo guardò negli occhi.
-Sborra. Sborrami in bocca…dai!- e riprese il cazzo di Matteo fra le mascelle. Riprese a battere le due dita dall’interno del culo. Riprese a segarlo con la mano libera finché Matteo non lanciò un grido secco e veloce, seguitò da un innumerevole serie di scatti e brividi.
Cominciò a sborrare nella gola della ragazza e gli sembrò di non vedere più nulla. Il mondo era scomparso. Sentiva solo le contrazione del’ suo uccello e il liquido bollente passare dalla punta della cappella alla gola di Martina. Poi, pian piano, dal vuoto iniziò a rivedere il voltò di Martina, impegnato a leccare la sua cappella e la sua asta. Succhiava e leccava come un gelato che si sta sciogliendo e poi sfilò le dita del culo di Matteo.
-Vado a darmi una sistemata. Tu respira un po’, casomai…- Martina sorrise e si diresse verso il bagno dove poco prima Matteo si era rifugiato.
di
scritto il
2019-05-08
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