Sorella crudele prima parte

di
genere
feticismo

SORELLA CRUDELE.

Siamo negli anni’50, in una città italiana del nord.

LAURA

Laura aveva 19 anni e frequentava l’ultimo anno di liceo.
Era una ragazza dal fisico mascolino, spalle larghe e fianchi stretti , con un sedere rotondo e muscoloso. Era una sportiva, adorava cavalcare e maneggiare il suo frustino, talvolta con sadismo crudele, sulla groppa del cavallo che i suoi genitori, benestanti, le avevano regalato per il suo 18 compleanno.
Laura aveva un fratello più piccolo, non ancora quindicenne, Luca, che frequentava il quinto ginnasio nella sua stessa scuola. Era un ragazzino timido, pieno di complessi, il suo corpo testimoniava la confusione nella quale si dibatteva la sua giovane, vergine anima, delicato di lineamenti, di carnagione chiara, esile di spalle e di braccia, possedeva fianchi inaspettatamente ampi ed un sedere dalle natiche così formose, che anche per una ragazza avrebbero costituito motivo di grande imbarazzo

Luca non era ancora pienamente consapevole della sua particolare femminea conformazione anatomica, e non coglieva, o non ne comprendeva il motivo, gli sguardi, i risolini, i cenni di intesa dei ragazzi e delle ragazze della sua classe , quando, interrogato, era costretto ad alzarsi ed a recarsi alla lavagna.
Nei pochi metri che separavano il suo banco dalla cattedra il movimento rotatorio delle sue grosse natiche monopolizzava l’attenzione dei compagni, i pantaloni di flanella sembravano sul punto di esplodere sottoposti alla pressione di cotanta esuberante carne adolescenziale. Tuttavia , la buona educazione garantita dall’esclusività del Liceo che frequentava impediva che qualcuno potesse ferire il suo fragile amor proprio affrontando in maniera esplicita l’argomento, o deridendolo apertamente. Anche durante l’ora di educazione fisica , laddove in calzoncini corti il sedere del ragazzo rivelava tutta la sua provocante, indecente, arrogante abbondanza, non si erano mai verificati, almeno fino ad allora, episodi sgradevoli di bullismo, come accadeva in molte scuole meno prestigiose e frequentate da ragazzi più disinibiti.

Laura aveva assistito, anno dopo anno, e con un certo imbarazzo, allo sviluppo delle forme posteriori di suo fratello.Negli ultimi tempi, quando le accadeva di recarsi con lui a fare il bagno nella piscina della villa dove abitavano con il padre vedovo, vedendolo in slip, provava un certo turbamento, la vista delle gambe piuttosto lunghe rispetto al busto, delle caviglie delicate, dei piedi piccoli in palese contrasto con la morbida opulenza delle cosce, (preannuncio di una ricchezza posteriore ancor più indecente) risvegliava in lei gli istinti peggiori.
Non avrebbe dovuto nutrire per suo fratello sentimenti di quel genere ,si diceva tentando di controllare le pulsioni sadiche che il bianco morbido corpo del fratello liberava in lei…
Il conflitto che la lacerava l’aveva spinta, qualche giorno prima, ad affrontare l’argomento col padre. IL signor Palmieri, ricco commerciante, era arrossito suo malgrado nel sentire Laura affrontare in modo così diretto un tema così delicato. “ Ma che dici? Ti sembra questo il modo di parlare di tuo fratello? Ha solo 14 anni, presto la naturaprovvederà a modificare la sua conformazione, di dargli un corpo meno… meno…” “meno femmineo vuoi dire?” Lo interruppe laura, poi aggiunse:”Nel frattempo però qualcosa va fatta..ad esempio potremmo tentare di mascherare un pò…insomma con un abbigliamento più consono alle sue forme…” Il padre la interruppe nervosamente:“Luca non è ancora consapevole del suo corpo, non intendo umiliarlo e causargli un complesso che potrebbe ripercuotersi sul suo futuro sviluppo psichico.”
“Papà, ma con quegli slip da bagno è indecente! Non faccio venire più la mie amiche a fare il bagno in piscina perché sono in imbarazzo per lui, qualche giorno fa, mentre eravamo in acqua, è arrivato con quel ridicolo costume che gli copre a malapena l’inguine e camminando è successo che…insomma quando si è girato per stendersi sulla sdraio aveva il sedere quasi nudo… uno spettacolo indecente…le mie amiche si sono scambiate uno sguardo con un’espressione tra il divertito e l’imbarazzato ed io avrei preferito affogare in quel preciso istante…”
“ Non voglio che tu mi metta a parte di questi particolari… “ sbottò il signor Palmieri. “ho proposto a tuo fratello di indossare un costume diverso, tipo bermuda , ma lui ha detto che si sente più a suo agio con gli slip….insomma non voglio traumatizzarlo… se le tue amiche sono così maligne non le invitare più… Luca ha il diritto, a casa sua, di fare il bagno, nella sua piscina, come vuole…non intendo tornare sull’argomento. Mi preoccupa di più il suo scarso rendimento scolastico che non le dimensioni del suo….insomma basta! Ho cose più serie cui pensare…”

Quella notte Laura sognò di cavalcare il suo stallone arabo, spingeva l’animale ad un’andatura sostenuta percuotendolo sulla groppa col suo frustino da cavallerizza,poi…
…la scena cambiò radicalmente: si vide entrare nella stanza di Luca, il ragazzo giaceva bocconi sul letto, le mutandine bianche risucchiate nel profondo solco che separava i due formosi globi gemelli lasciando quasi completamente nudo il grosso posteriore, malgrado la posizione le due natiche aggettavano verso l’alto in un modo indecente, provocatorio ed arrogante, la ragazza notò come la loro abbondanza faceva da contraltare alla delicatezza delle caviglie e dei piedi….
Anche nel sogno i particolari erano così nitidi che Laura si svegliò improvvisamente, agitata, come per interrompere qualcosa che la turbava profondamente e avrebbe potuto farle imboccare una china pericolosa, e tuttavia da sveglia, nel buio, non poté fare a meno di immaginare comunque il seguito della scena: eccitata si vide avvicinarsi al letto, infilare delicatamente le sue lunghe affusolate dita nell’elastico delle ridicole mutandine del fratello, liberarle dalla morsa potente delle grosse natiche bianche completamente lisce e glabre, guardare il suo volto dai lineamenti delicati e dai grandi occhi sbarrati che si voltava a guardarla meravigliato e sorpreso, eppoi vibrare con forza il frustino proprio sul punto di maggior aggetto di quei grossi promontori carnosi… l’ultima cosa che vide con la sua immaginazione fu il sobbalzare di quelle tonde prosperose colline di carne sotto la violenza del colpo…

Il mattino dopo evitò in ogni modo di incrociare lo sguardo di Luca che ignaro di essere stato protagonista, o meglio di aver reso, nel corso della notte, il suo ragguardevole sedere oggetto seppur solo in una dimensione immaginaria delle sadiche attenzioni della sorella , consumava la sua abbondante colazione.

Nei giorni successivi Laura, pentita anche solo di aver sognato o immaginato di sfogare il suo sadismo sul fragile fratellino, tentò di recuperare il controllo che una sorella maggiore ha il dovere di esercitare sulle proprie pulsioni, forse è normale, pensò, che tra fratello e sorella ci sia una certa curiosità rispetto a cose anche legate alla sessualità in una fase di evoluzione della personalità…in fondo le amiche le avevano spesso confessato di aver spiato la nudità dei fratelli, nel tentativo di verificare con i loro occhi le differenze di un corpo maschile rispetto al loro…qualcuna l’aveva fatta arrossire scendendo in particolari fin troppo intimi, ma nel suo caso era diverso ciò che la incuriosiva di Luca era proprio il suo sentirsi maschio in un corpo così sfacciatamente femminile… anche guardandolo in piscina, coperto dall’esiguo triangolino del costume aveva capito che gli attributi virili del ragazzo erano ancora quelli di un bambino…Luca aveva quasi quindici anni, altri ragazzi che aveva visto in spiaggia lasciavano indovinare organi sessuali già sviluppati.
Nel caso di suo fratello invece, i caratteri sessuali tipicamente virili erano pressoché assenti o ancora in quello stadio indistinto tipico dell’infanzia, di un’infanzia che se si prolungava ritardando i segni della virilità aveva però gratificato il ragazzo di una insolita ricchezza ed opulenza in quanto a forme posteriori. Laura era intrigata, suo malgrado all’idea di vedere il fratello completamente nudo di scoprire quanto fosse infantile il suo pene e come sembrasse ancora più esile e ridicolo confrontato alle dimensioni del grosso sedere…

Luca non era uno studente di grandi capacità, era svogliato, distratto, e rischiava di non superare gli esami di quinto ginnasio, i professori si erano mostrati molto preoccupati durante il colloquiocon i genitori, al quale, eccezionalmente, visti gli impegni che la sua posizione comportava, si era presentato il signor Palmieri.

Di ritorno a casa l’uomo ne aveva parlato con la figlia. Occorreva affrontare la situazione in modo più drastico. L’eccezionalità della situazione spinse l’uomo ad anticipare una decisione cui avrebbe preferito dar seguito con minor urgenza.
Vedovo da ormai quasi sei anni, Antonio Palmieri, 48 anni, aveva conosciuto una ragazza italo inglese, Harriet Marwood, 33enne, in vacanza in Italia, che aveva fatto acquisti in uno dei suoi negozi, ne era nata una relazione che L’uomo aveva tenuto, con discrezione, separata dalla vita familiare, pur avendone informato i due figli. Harriet lavorava in Inghilterra come insegnante in un college prestigioso.
Ora era il momento che il legame facesse un salto di qualità, Harriet, con grande sollievo del signor Palmieri sembrava intenzionata ad abbandonare il suo lavoro per dedicarsi alla famiglia dell’uomo che amava, anche con l’intenzione di avere un figlio suo, dal canto suo il padre di Laura e Luca sentiva che la presenza in casa di una donna di polso come Harriet avrebbe giovato all’educazione dei ragazzi e soprattutto di Luca, che sembrava risentire di più dell’assenza di disciplina derivante dall’attività del padre spesso fuori casa impegnato a mandare avanti la catena di negozi che garantivano il benessere della famiglia.

I ragazzi reagirono piuttosto bene alla notizia del matrimonio, Luca la accettò con la sua consueta apatia, come se la cosa non lo riguardasse poi tanto, avrebbe continuato a fare la sua vita, leggendo giornaletti di nascosto, fingendo di studiare e sgranocchiando dolci, Laura avvertì un senso di gelosia, presto soffocato, in fondo sapeva che un padre vedovo relativamente così giovane l’avrebbe prima o poi messa davanti ad una situazione del genere.

I primi mesi trascorsero senza troppe scosse, la presenza in casa di una “matrigna” ( Harriet disse ai due ragazzi di chiamarla Ms.Marwood, come a voler mantenere con loro il cognome da signorina col quale era nota nel college inglese dove lavorava ed era apprezzata per la sua efficienza e la sua severità) non ebbe immediatamente effetti troppo sconvolgenti.
Certo ora c’era chi si occupava della grande casa in un modo più attento e sistematico, dirigendo e coordinando i collaboratori, Maria,40 anni, una sorta di Tata, grande cuoca, Bettina, 24, addetta alle pulizie, e Rino,45, autista del sig. Palmieri che si occupava delle tre auto e soprattutto di condurre il padrone in giro per l’Italia, nei suoi viaggi di lavoro.

Laura continuava la sua vita fatta di scuola e di qualche svago nel fine settimana in fondo aveva sempre seguito un regime piuttosto sobrio, presa soprattutto dalle sue passioni, il cinema e la lettura. Il Sabato pomeriggio un film con le amiche e a casa entro le otto, ragazzi non ne frequentava, forse era troppo esigente e ancora non aveva incontrato qualcuno che fosse degno della sua considerazione, qualcuno che potesse competere con la figura del padre. La presenza di Harriet quindi non sembrava, per lei, costituire un grande cambiamento nelle sue abitudini.

Harriet Marwood era una donna bella di una bellezza naturale senza fronzoli, il suo volto non aveva bisogno di trucco, gli occhi grandi e scuri dalle ciglia lunghe, la carnagione bianca senza impurità i capelli lisci e corvini raccolti sulla nuca, il collo lungo, disegnavano un insieme nitidamente definito ed incisivo, che dava allo sguardo una forza quasi magnetica. Il corpo pur essendo decisamente femminile, comunicava forza e vigore. La vita stretta esaltava la soda rotondità dei fianchi, il seno non troppo florido, dava al busto lo slancio che rendeva la sua figura dritta come un fuso. Quando girava per casa sembrava muoversi su di un tapis roulant. Indossava sempre tailleurs di colore scuro e scarpe a tacco basso.

L’arrivo in casa Palmieri di Ms.Marwood, ebbe effetti decisamente rilevanti sulla vita di Luca.
In fondo l’anticipazione del matrimonio era stata dettata soprattutto dalla preoccupazione del padre del ragazzo che sperava di veder migliorare il suo rendimento scolastico grazie alla presenza di una donna esperta come Harriet, lei sapeva come trattare i ragazzi indolenti e pigri…
Sin dai primi giorni della loro vita coniugale, Antonio Palmieri aveva discusso con la moglie della catastrofica situazione del figlio, e lei senza por tempo in mezzo aveva affrontato di petto la questione.
Senza parlare aveva tirato fuori da un cassetto del comò un’astuccio di pelle stretto e lungo.
“Qui dentro c’è la soluzione ad ogni problema di disciplina, poiché il vero problema è sempre di disciplina..e posso assicurarti che i ragazzi che hanno sperimentato questo..” Harriet batte le lunghe dita affusolate e forti sulla custodia.” Sono cambiati…sono cresciuti, sono migliorati..”
“Cosa c’è lì dentro?” Chiese il sig. Palmieri in tono leggermente ansioso.
“Prima di mostrarti lo strumento intendo chiarire subito che occorrerà il tuo incondizionato sostegno a questo metodo educativo, altrimenti io rinuncerò ad occuparmi della questione.”
“Ti dissi da subito che mi sarei affidato completamente alle tue decisioni a proposito di questo problema… “
Dopo un lungo istante Harriet, senza smettere di fissare negli occhi il marito aprì la custodia ed estrasse un sottile bastone fatto di bambù..”Questo è quello che noi inglesi chiamiamo “cane”..”
Harriett sorridendo sollevò il bastone e sferrò un colpo sul cuscino.
“Ho sentito parlare delle vostre punizioni corporali ma pensavo fosse una sorta di leggenda…” Mormorò Palmieri fissando la canna…
“Altro che leggenda si tratta di un metodo efficacissimo…”
“ Non sarà troppo violento? Luca è così fragile..l’hai visto, no?”
“Certo che l’ho visto… sopporterà benissimo le punizioni che si renderanno necessarie..fino a quando si renderanno necessarie, so come maneggiare la canna procurando il dolore che serve, quello che io chiamo dolore educativo…” mentre parlava harriett accarezzava dolcemente il sottile flessibile bastone…come ipnotizzato dalle sue dita lunghe e forti il sig Palmieri chiese con un filo di voce, come se temesse la risposta che già conosceva: “ e dove…in quale parte del corpo somministrerai i colpi, qualora si rendesse necessario..?”
Harriett sorrise percependo la leggera involontaria eccitazione che la voce del marito lasciava trasparire.
“ Sulle natiche, secondo la migliore tradizione…”
Il sig. Palmieri arrossì suo malgrado, distolse lo sguardo dalle dita della moglie che continuavano ad accarezzare la canna ed aggiunse quasi sottovoce: “ sulle natiche….nude?”
“Certo. Qualche colpo per iniziare potrà essere somministrato sul sedere ancora protetto dai pantaloni e dalle mutande, ma poi occorrerà lavorare sulla carne nuda…”
“Sarà umiliante…per il ragazzo mostrare le proprie natiche ad una donna giovane e bella come te…”
“Questo fa parte della punizione, l’umiliazione è educativa anche più del dolore..”
Il sig. Palmieri non potè evitare di pensare al grosso sedere nudo del figlio esposto allo sguardo della sua giovane moglie e si chiese se lei aveva notato la particolare conformazione del figlio, ma non ebbe il coraggio di affrontare con lei l’argomento,lei sorrise come se leggesse nei suoi pensieri, ma non aggiunse altro.
Insomma il nuovo regime disciplinare del povero Luca era stato approvato dal padre ed Harriett aveva avuto il permesso di disporre a suo piacimento del suo grosso sedere, quella stessa sera informò il marito su di un’altra condizione che riteneva necessaria: Luca avrebbe smesso di frequentare il liceo, lo avrebbe preparato lei e si sarebbe presentato poi agli esami finali come privatista. Palmieri non fece obiezioni e quella notte fece l’amore con Harriet con insolita passione e veemenza, merito della canna che giaceva sulla poltrona accanto al letto e di come la moglie l’aveva accarezzata?O dell’immagine che la sua mente aveva evocato mentre penetrava la giovane donna? Un’immagine che dopo aver provato l’orgasmo tentò di scacciare disgustato….come aveva potuto eccitarsi al pensiero di sua moglie che sferzava le grosse natiche nude del figlio?

Si annunciavano tempi duri per il pigro ed indolente giovinetto callipigio, tempi di sofferenza ed umiliazione, le grosse natiche su cui sedeva e che si portava dietro senza esserne consapevole avrebbero presto conosciuto la punizione della canna e viste le loro indecenti dimensioni avrebbero danzato oscenamente sotto i colpi inferti da Ms Marwood.




HARRIET

Harriet aveva conosciuto Luca, prima del matrimonio con suo padre, quando ancora non si era creata la situazione che aveva spinto il sig.Palmieri ad anticipare la data della cerimonia.
Il sig. Palmieri ed i suoi due ragazzi si erano incontrati con lei in un rinomato ristorante in città, con un certo imbarazzo l’uomo aveva presentato ai figli la sua fidanzata, a Laura per prima, la ragazza aveva squadrato la “fidanzata” del padre con aria critica, poi a Luca che aveva subito abbassato lo sguardo sotto lo sguardo sferzante ed insieme ironico di Harriet, si capiva che l’interesse di quest’ultima era concentrato sul pavido, timido giovinetto. Harriet utilizzò la sua esperienza in fatto di adolescenti di buona famiglia e si era già trovata davanti ad esemplari della specie di Luca: il disagio, l’imbarazzo denunciati dagli improvvisi rossori e dallo sguardo sfuggente e mobile, come vedesse insidie da tutte la parti, lo rendevano agli occhi esperti dell’insegnante inglese il soggetto ideale di cui occuparsi, eppoi il suo corpo, la particolare conformazione anatomica che il vestito tagliato su misura non poteva mascherare, quella rotondità di cosce e fianchi, l’esilità delle spalle e delle braccia, denunciavano debolezza e predisposizione naturale, genetica, alla sottomissione.
Ciò che di mascolino restava nella confusa percezione di sé del giovinetto era seppellito in profondità, imprigionato in quelle esuberanti abbondanti forme femminee.
Harriet conosceva la situazione scolastica di Luca, il padre gliene aveva parlato senza nascondere il suo cruccio, e lei gli aveva promesso di occuparsene, ma ora che aveva visto il giovinetto la decisione di sposare Palmieri e di divenire la matrigna di un esemplare come quello fu presa senza esitazioni.
Forse non sarebbe stata così accondiscendente, in presenza di un ragazzo con altre caratteristiche fisiche e psichiche?
Questo non è dato sapere e non ha alcuna importanza per gli eventi che stanno per prodursi…
Esaminando il ragazzo di fronte, con uno sguardo ironico e penetrante Harriet fece un rapido inventario di ciò che notava: le gambe erano piuttosto lunghe in rapporto all’esile busto, anche se il ragazzo era di altezza media per la sua età (lei lo superava di almeno 10 cm), le cosce erano piene e in prossimità dell’inguine premevano l’una contro l’altra, producendo pieghe diagonali nei pantaloni di flanella, e sollevando la stoffa in modo da scoprire le caviglie che si indovinavano esili ed eleganti come quelle di una ballerina, i piedi, nei mocassini di morbido vitello erano piccoli e delicati, la giacca completamente abbottonata era corta secondo la moda del momento, e lasciava scoperta gran parte dei fianchi sorprendentemente larghi rispetto alle spalle, l’arrotondarsi della parte alta delle cosce formose, lasciava indovinare uno sviluppo posteriore formidabile…quel vestito tentava invano di contenere carni adolescenziali esuberanti ed indecenti nelle loro inaspettate dimensioni..Harriet attese che il ragazzo si voltasse per entrare nel ristorante precedendola (una delle prime regole che gli insegnò, fu che accedendo ad un luogo pubblico l’uomo fa strada alla donna) per ricevere la conferma di ciò che la vista frontale del corpo del giovinetto le aveva annunciato, la corta giacca aveva un solo spacco centrale che sotto la pressione di natiche ampie e aggettanti verso l’esterno era aperto e subiva una pressione che rischiava di far saltare la cucitura che rinforzava il punto di congiunzioneall’altezza della vita stretta, seppur ammorbidita da cuscinetti di grasso che la stoffa non riusciva a dissimulare…
Insomma tra i soggetti che aveva trattato in quasi dieci anni di carriera scolastica Luca era sicuramente quello che soddisfaceva tutti i requisiti che lei aveva sempre cercato. Un ragazzo come quello rendeva la punizione corporale un’arte che combinava magistralmente il piacere con il dovere educativo.
Secondo la teoria della signorina Marwood, natiche come quelle rendevano la punizione così umiliante da renderla più efficace. Inoltre il fatto di doverle offrire nude allo sguardo ironico e malizioso di una donna giovane e bella avrebbero aumentato la sofferenza psicologica…
Quel giorno Harriet si rese conto di un’altra circostanza che avrebbe potuto rendere più sofisticato e raffinato il suo lavoro: spesso Laura posava lo sguardo sul sedere del fratello o sulle cosce che sembravano sul punto di far esplodere i pantaloni quando era seduto ed il suo era uno sguardo che lasciava trasparire imbarazzo e turbamento e nello stesso tempo una sorta di perverso, seppur ancora sotterraneo, sadismo.
Harriett annotò mentalmente ciò che aveva osservato, in seguito avrebbe deciso come utilizzare la ragazza nel processo educativo che intendeva porre in atto…

Luca
Quando il padre aveva informato Luca sugli importanti cambiamenti che stavano per investire la sua giovane vita il ragazzo ebbe inizialmente una reazione positiva, in fondo l’idea di non andare a scuola non gli dispiaceva, al liceo la disciplina era così rigida che le ore non passavano mai e le lezioni, tenute da vecchi insegnanti un pò tromboni, l’avevano sempre annoiato. Studiando in casa con Ms. Marwood avrebbe sicuramente avuto maggiore libertà, in fondo lei era la moglie di suo padre era lui a mantenerla e come figlio maschio sentiva di dover rivendicare una sorta di privilegio nei suoi confronti, insomma avrebbe trovato il modo di ritagliarsi i suoi spazi e coltivare le sue passioni da ragazzino pigro e debosciato.
Come si sbagliava il nostro eroe callipigio!
Sin dal primo giorno si rese conto che l’orario di studio prevedeva un regime molto più duro del liceo che aveva frequentato. Levata alle sette di mattina, ginnastica, colazione e lezione fino alle 13, pranzo ed alle 15.00 altre tre ore, alle 18.00, passeggiata con Ms marwood nel corso della quale il ragazzo era stimolato a sostenere una conversazione che verteva su temi di cultura generale…
Dopo una settimana Luca , giunto ai limite della sopportazione affrontò suo padre rivendicando i suoi diritti di maschio della famiglia:
“In fondo Ms Marwood non è mia madre, non gli devo obbedienza, casomai..”
“casomai cosa? Eh? Che intendi dire..? “ Lo interruppe il padre alzando la voce” Credi di poterti ritenere superiore a lei, non dimenticare che è mia moglie e dovresti ringraziarla per il tempo che ti dedica, se non ti fossi comportato in un modo così vergognoso a scuola, se non rischiassi la bocciatura agli esami del quinto ginnasio, non dovresti sottoporti a questo menate, chi è causa del suo mal…”
Insomma Luca capì che il padre non era dalla sua parte e che doveva sottomettersi alle regole che Ms Marwood aveva deciso per lui, inoltre una di queste lo metteva in un certo imbarazzo, doveva indossare una specie di divisa, tipo quella che usava nei college inglesi, Ms Marwood se l’era fatta venire dal college dove aveva insegnato. Qualche giorno prima Luca era stato convocato dalla matrigna nell’ampia biblioteca dove si Luca ricordavsperimentato personalmente come la donna fosse esperta di taglie, l’aveva convocato Era esperta di taglie, aveva avuto allievi callipigi, non come Luca , ma sapeva stimare ad occhio le misure di un corpo adolescenziale, aveva quindi richiesto una misura leggermente inferiore alla taglia giusta per il ragazzo, sia della corta giacca attillata che dei tipici shorts da collegiale
Luca l’aveva indossata, solo nella sua stanza, dopo molta fatica era riuscito ad infilare i calzoni corti che lo stringevano in vita e gli lasciavano le cosce quasi completamente nude, inoltre dietro, il suo ragguardevole posteriore premeva la stoffa robusta in modo tale che parte del morbido cuscinetto di adipe in corrispondenza del punto dove le cosce si univano alle grosse natiche era pressoché scoperto. Insomma i calzoni corti erano così attillati che le forme scandalose del grosso sedere del ragazzo erano disegnate peggio che se fossero nude.
Luca si guardò allo specchio e provò un leggero imbarazzo, le sue gambe erano lunghe i polpacci torniti,ma i calzoni così stretti esaltavano l’opulenza delle cosce e dei fianchi, il ragazzo, stranamente, non era solito guardare la parte posteriore del suo corpo, ciò che vedeva nello specchio, la sua immagine frontale, gli bastava a controllare il suo aspetto e non si poneva particolari problemi. La percezione che aveva di sé era ancora confusa e più confinata all’interno della sua mente che proiettata all’esterno sul suo giovane corpo.
Appena uscito dalla sua stanza il ragazzo si diresse verso lo studio del padre dove Ms Marwood lo attendeva per la lezione pomeridiana. Attraversò l’ampio atrio della villa, camminando sentiva la stoffa che lo tirava costringendolo ad ancheggiare in modo ridicolo inoltre sentiva che la stoffa dei calzoni saliva scoprendo ancora di più le cosce la cui parte alta, la più carnosa era quasi completamente nuda, era ormai giunto in prossimità della porta dietro la quale lo attendeva un pomeriggio di noia e fatica, quando udì una voce femminile dietro di lui” Ciao…”
Si voltò e vide a qualche metro di distanza appena uscita dal bagno degli ospiti, una ragazza alta e bella dagli occhi vispi ed intelligenti, mentre finiva di girarsi si accorse che gli occhi della fanciulla stavano fissando il suo corpo all’altezza del sedere e una volta girato rimasero per qualche istante concentrati sull’inguine, prima di alzarsi ad incontrare il suo sguardo.
“Io sono Simona…un’amica di Laura..stiamo studiando”. Mentre parlava la ragazza lo fissava, incuriosita.
“Io sono Luca, vado a studiare anch’io…purtroppo..”
“Mi ha detto Laura che hai la fortuna di studiare in casa, beato te…”Simona abbassò nuovamente lo sguardo facendolo rapidamente scorrere sulle gambe nude e glabre del ragazzo.
“ Vuole che indossi la divisa dei college inglesi…che palle..”
Simona lo fissò con aria maliziosa.” Ti sta bene…sembri proprio un collegiale di Eton..” Incoraggiato e lusingato dal complimento Luca fece una goffa piroetta come un indossatore sulla passerella e Simona potè nuovamente posare lo sguardo sull’indecente prosperoso sedere che tendeva la stoffa degli shorts mettendo a dura prova la resistenza della pur robusta stoffa…
“ciao…” disse lei con un ironia nello sguardo e come trattenendo un sorriso divertito…
“Ciao…ci vediamo dopo forse…”
Luca si girò e aperta la porta dello studio scomparve all’interno.
Simona riuscì a cogliere un’ultima rapida visione delle grosse natiche di Luca prima che fossero inghiottite dalla penombra che regnava nello studio.

Dopo quasi tre settimane di lavoro sul ragazzo Harriett si accingeva a passare alle verifiche, aveva percepito chiaramente durante le ore di lezione che l’attenzione di Luca era di scarsa qualità ed era certa che il suo lavoro era stato recepito dal ragazzo in minima parte, anche durante le passeggiate serali aveva potuto rendersi conto che il suo eloquio, la sua capacità di sostenere una conversazione su temi culturali anche banali, la ricchezza del suo vocabolario lasciavano a desiderare, gli aveva indicato alcuni classici da leggere ma si capiva che il ragazo aveva a malapena scorso qualche pagina e non era in grado di individuare temi e contenuti…insomma una tragedia.
Harriett lo sottopose per tre giorni interi a verifiche in tutte le materie, inutile dire che i risultati furono catastrofici.

Era tempo di passare alla seconda fase prima che fosse troppo tardi.
Quando il sig. Palmieri tornò da uno dei suoi viaggi di lavoro, Harriet gli riferì degli scarsi progressi del figlio. Il marito piombò nello sconforto, ma lei lo esortò a non perdersi d’animo: “era tutto previsto, con ragazzi come Luca non c’è altro metodo che passare alla punizioni, solo il dolore e l’umiliazione possono funzionare in questi casi…tranquillo supererà brillantemente gli esami…grazie a Mr Cane..”Harriet indicò il bastone di bambù poggiato sulla poltrona accanto al letto, nelle ultime settimane era rimasto lì…Harriett aveva capito che a suo marito piaceva guardarlo mentre facevano l’amore…
“ Volevo chiederti una cosa…Harriett… “ mormorò Palmieri.
La donna attese senza parlare.
“Quella divisa è proprio necessaria..? “
“E’ indispensabile , fa parte del metodo…ne è parte integrante..”
“Voglio dire, senza girarci intorno, avrai notato la conformazione particolare di mio figlio… appreso che tu non vi abbia mai fatto riferimento, ma con quei calzoni corti così stretti..è quasi osceno..”
“ La sua conformazione così femminea, della quale non è ancora cosciente renderà la vergogna e l’umiliazione feriranno il suo amor propriocosì profondamente, da risultare quasi più efficaci del dolore fidico…Luca ha una natura debole, portata alla sottomissione presto lo scoprirà..”
“Mi preoccupa anche Laura, mi ha detto che prova un grande imbarazzo a vederlo girare per casa vestito in quel modo..” Osservò Palmieri
“Anche Laura farà presto parte del nostro piano educativo…” replicò la donna co aria sibillina.
“Intendi cominciare oggi stesso..con quello?” Chiese Palmieri.
“ No. Oggi lo sottoporrò ad una semplice sculacciata, il contatto delle mani di una donna sulla sua carne nuda” Harriet mostrò le sue mani dalle dita affusolate e forti.”saranno il primo affronto che il nostro giovinetto subirà…”
Il signor Palmieri immaginò quelle mani femminili percuotere le grosse natiche di suo figlio e non potè nascondere un improvviso rossore..come maschio si sentiva a sua volta umiliato e tuttavia era costretto a riconoscere che provava sensazioni inedite come quella di provare turbamento nell’associare all’umiliazione il piacere sessuale.
scritto il
2019-05-16
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