Carla una moglie perfetta

di
genere
zoofilia

Una moglie perfetta


Mi bacia con dolcezza poi si fa passionale e con la
voce roca che denota la sua eccitazione inizia il
racconto mentre si accovaccia sul mio petto e serra le
dita intorno al mio cazzo.

"La nostra passionalità mi ha fatto scoprire voglie
strane che mai avrei pensato di provare. Durante i
nostri rapporti abbiamo sempre parlato eccitandoci con
le nostre fantasie e parla oggi, parla domani ho
iniziato a immaginare come sarebbe stato un rapporto
sessuale con un'altra donna. Camminando per strada mi
sono trovata a guardare le altre con gli occhi di chi
desidera, cercavo di immaginare come fosse la loro
biancheria intima, come avessero i seni, il loro monte
di Venere, se ricoperto di peli o nude come la mia. In
alcuni casi mi eccitavo a vedere delle belle ragazze
con dei pantaloni attillatissimi che nulla lasciavano
all'immaginazione. Qualche mese fa ero uscita per fare
degli acquisti e nel girovagare incontrai una ragazza
molto bella che sembrava avesse i miei stessi gusti in
fatto di moda, si fermava ad osservare le stesse
vetrine che suscitavano il mio interesse.
Ci ritrovammo infatti ad entrare insieme in un negozio
di calzature.
Chiesi un paio di scarpe al commesso che prontamente
mi porse e la vidi seduta sul sedile di prova di
fronte a me mentre provava lo stesso modello. Sorrisi
della cosa e anche incuriosita dal tipo, mi trovai a
guardarla con attenzione.
Aveva i capelli neri su un ovale perfetto, labbra
carnose ed era vestita con una minigonna vertiginosa
che mi permise, quando accavallò le sue lunghe gambe
di vedere molto bene la sua figa carnosa poco nascosta
da un tanga. La stavo guardando con desiderio quando
incrociai il suo sguardo, mi parve che lei tenesse le
gambe leggermente aperte, ebbi l'impressione che
volesse farsi osservare.
Più volte i nostri sguardi si incontrarono, lei mi
guardava con attenzione, cercai di non guardarla più,
ma ero attratta da quella donna e non trovavo il
coraggio di fare la sua conoscenza.
C'era magnetismo tra di noi e credo che anche lei ne
fosse cosciente anche se appariva confusa come me.
Ci ritrovammo insieme alla cassa per pagare i nostri
acquisti e mentre consegnavamo ognuna di noi la sua
carta di credito, ci sfiorammo le nostre mani, ebbi un
brivido al contatto, fu come una scossa.
Non so se la stessa cosa accadde anche a lei ma mi
guardò a lungo, ebbi un brivido che mi percorse la
schiena. Non capivo quella mia sensazione ma non mi
dispiaceva, nelle miei mutandine sentivo un umidore,
non avevo dubbio sul mio stato di eccitazione ma la
cosa che mi pareva strana che era provocata da una
donna, lei.
Guardai nella scollatura e vidi dei seni magnifici
liberi sotto la camicetta, capii che anche lei era
eccitata da come erano eretti i suoi capezzoli."

Fermai quella manina che aveva continuato la mia lenta
masturbazione,
avevo paura di venire, il racconto mi eccitava da
morire e avevo voglia di ascoltare fino alla fine, nel
frattempo non volevo godere in quel modo.
La pregai di continuare e lei proseguì il racconto.

"La ragazza si chiamava Laura lo lessi sulla carta di
credito, andò verso l'uscita e potei valutare meglio
il suo fisico.
La minigonna che indossava era elasticizzata e mentre
camminava ancheggiando con sensualità le guardai il
culo, la gonna aderiva alle sue chiappe ben modellate
che dovevano essere durissime a giudicare dai
movimenti dei suoi muscoli, si infilava nella fessura
nella quale già alloggiava il suo tanga.
Avrebbe fatto la felicità di molti maschietti ma in
quel momento anche la mia.
Desiderai di infilarci la lingua facendola scorrere in
quel paradiso.
Ero così presa dalla visione che non mi accorsi della
buccia di banana sul mio cammino e caddi stupidamente
emettendo un grido provocato dal dolore.
La ragazza venne in mio aiuto e ancor prima di
aiutarmi ad alzare mi mise sulla sbucciatura al
ginocchio il suo fazzoletto impregnato del suo
profumo.
Per farlo si era chinata e standomi davanti mi
mostrava le sue belle gambe, seguii tutta la lunghezza
di quella scultura fino ad arrivare all'inforcatura
delle cosce.
Laura si era accorta di quello che stavo facendo e mi
provocò allargandole, mi trovai di fronte il minuscolo
pezzetto di stoffa trasparente che poco lasciava
all'immaginazione. La sua figa era carnosa e i peli
ben curati, mi sembrò di scorgere una macchia sul
tessuto intimo.
Il suo seno era visibile nella sua abbondanza e ebbi
la voglia di infilare una mano nella sua scollatura e
sfiorarne appena la pelle. Sentivo il suo profumo
conturbante.
Segui il mio impulso e le sussurrai un "Grazie"
nell'orecchio approfittando per darle un bacio sulla
guancia molto vicino al lobo, sentii il suo brivido.
Aggrappandomi a lei mi sollevai e mentre la gente ci
passava a fianco incuriosita facemmo le presentazioni:

"Laura, ora il minimo che io possa fare è invitarti a
bere un aperitivo - ridendo aggiunsi- mi hai salvato
la vita"

"Va bene Carla, accetto."

"Sei una osservatrice cosi attenta?"

"Per il nome? Solo quando c'è qualcosa che mi
interessa!"

Ci avviammo allegramente verso il bar e ci sedemmo ad
un tavolo appartato del giardino interno dove
ordinammo gli aperitivi.

"Laura, non so come dirtelo ma io mi sento attratta da
te e non so spiegarmi la cosa. Sono sposata, amo mio
marito, sono sessualmente appagata e non ho mai
provato finora attrazione verso le donne."

"Posso dire la stessa cosa, sono fidanzata con un bel
ragazzo con cui ho un rapporto più che soddisfacente
anche sessualmente parlando, non sono lesbica, ma sono
ora molto confusa per quello che sto provando per te."

Continuando a parlare non ci siamo accorte di quanto
fosse tardi, quando le proposi:

"Perché non pranziamo insieme?"

"Perché no? Ho voglia di rimanere ancora con te, sai
cosa facciamo Carla? Ordiniamo un piatto freddo qui e
poi se ti fa piacere andiamo a rilassarci a casa mia
qui vicino,
tanto Giorgio, il mio fidanzato non torna prima di
sera. Ma tu come sei messa a tempo,
ti aspetta tuo marito a casa?"

"No Stefano non pranza quasi mai a casa ora è in
tribunale. Lo chiamerò al cellulare per avvisare che
rimango con te."

Mangiammo velocemente e ci incamminammo verso il suo
appartamentino grazioso e ben arredato. Laura dopo
avermi messa a mio agio andò verso lo stereo che
accese e mi versò da bere un amaro che sorseggiammo
insieme sul divano.

"Carla, ti dispiace se faccio una doccia veloce? Ne ho
bisogno con questo caldo, intanto ti rilassi e fai
come se fosse la tua casa, io ti raggiungo subito
dopo."

"Ma no! Se non ti dispiace ti faccio compagnia in
bagno, così nel frattempo continuiamo a parlare."

"Mi fa piacere, andiamo."

La seguii in camera da letto dove c'era un letto
rotondo con un tappeto colorato tutto intorno. Iniziò
a spogliarsi togliendo la camicetta e ammirai i suoi
splendidi seni leggermente scostati tra loro e con
grossi capezzoli eretti. Si girò lentamente di spalle
mentre toglieva anche la gonna e vidi finalmente dal
vivo quel culo da favola ancora imprigionato dal
tanga. Avevo voglia di gettarmi ai suoi piedi e
leccare quelle chiappe,
infilare la lingua nel suo buco del culo ma non ne
trovavo il coraggio nonostante il desiderio, vidi la
sua immagine riflessa nello specchio davanti a lei che
mi mostrava la fica. Con una lentezza esasperante si
era tolto il tanga e ancora quel desiderio di leccare,
stavolta la sua fica carnosa. Notai il suo liquido
vischioso che colava tra le cosce, era eccitata come
lo ero io.

Afferrò l'accappatoio e prendendomi per mano andammo
in bagno dove per un attimo
Pensai che mi stesse per baciare ma c'era il desiderio
e non il coraggio in ambedue.
Finalmente entrò nella doccia e con il getto d'acqua
rivolto sulla testa era ancora più eccitante con tutti
quei rivoli d'acqua che carezzavano la sua pelle.

"Carla mi passi il bagno schiuma dal mobiletto?"

Glielo porsi e mentre lo prendeva mi guardò con
desiderio di cose proibite.

"Vuoi fare anche tu la doccia?"

"Insieme?"

"Si Carla, insieme."

Mi spogliai freneticamente e la raggiunsi, sentivo il
suo sguardo pieno di ammirazione e desiderio su di me.
Quella situazione era di una libidine mai provata
prima.
Non stavo più nella pelle di sentire il suo corpo
contro il mio, insaponarci insieme per poi coronare
quel sogno di poggiare le mie labbra sulle sue in un
bacio pieno di lascivia.
Fu lei che si portò alle mie spalle e insaponandomi la
schiena passò poi ai seni che sfiorò appena
provocandomi un piacere incredibile, mi voltai e con i
miei capezzoli toccai i suoi continuando quella danza
oscena a cui non avrei rinunciato per nulla al mondo.
Fu allora che passandomi le braccia intorno al collo
mi baciò.
Le sue labbra morbide si aprirono insieme alle mie e
la sua lingua fece capolino nella mia bocca, quando
incontrò la mia fu una scarica elettrica a 20000
volts, venni mugugnando nella sua bocca.
Le sue mani non si fermavano un secondo al pari delle
mie con la curiosità di scoprire tutte le parti dei
nostri corpi.
Sentii durante l'orgasmo le sue dita dovunque, nella
fica e nel mio culetto e parte del mio piacere venne
leccato da lei mentre i suoi occhi erano puntati sui
miei con tanta libidine. Non potendone più dal
desiderio mi inginocchiai e guardando il suo dolce
fiore di carne, avevo voglia di leccarla ma non
riuscivo a farlo. Mi aiutò, spinse delicatamente la
mia nuca verso l'oggetto del mio desiderio e
cautamente prima, poi più decisamente
Mi dissetai a quella fonte di piacere, ma la feci
voltare quasi subito, avevo troppa voglia di quel
infilare la lingua nel suo culo. Dire che era
un'anguilla in quel momento è dir poco, si dimenava
come un ossessa per il piacere e dopo un po' la sentii
tremare e urlando venne nella mia bocca. Non posso
dire come mi piacque so solamente che continuai a
leccare e succhiare tutto il liquido che colava come
una fontana.
Dovetti smettere perché a un certo punto ebbi paura
che si sentisse male per come tremava e gridava.
Quando smisi si accasciò vicino a me e rimanemmo per
qualche minuto abbracciate mentre ci baciavamo con
delicatezza sulle labbra.

"Carla, andiamo sul letto?"

"Andiamo tesoro"

Fu un groviglio di membra, i nostri corpi non rimasero
mai fermi, volli provare a fare il 69 e la sensazione
che ne provai fu sconvolgente, ero posseduta e
possedevo in quel momento, non era come con un uomo
era qualcosa di delicato e torbido nel contempo.
Glie lo dissi. Per tutta risposta mi girò quasi di
forza, ma non c'era violenza, era tutto così delicato,
anche lei volle il mio culo, sentivo la sua lingua che
forzava il mio buco.
Avrei voluto che in quel momento mi penetrasse, sentii
il suo dito che scivolava all'interno e con l'altra
mano mi accarezzava la schiena, provai un orgasmo da
favola mentre lei infilava un altro dito nella mia
fica, svenni per il piacere.
Quando mi ripresi ero tra le sue braccia, coccolata e
mi stava coprendo di baci sulle labbra. Rimanemmo così
non so per quanto tempo.

"Laura, mi hai sconvolto la vita. Mai avevo provato
queste sensazioni, non starò diventando lesbica?"

"Non credo. Devo confessarti che anch'io sono appagata
e ancora più confusa di prima.
Non ho dubbi che il piacere provato è stato unico e
mai avevo avuto sensazioni così forti ma proprio per
questo se mi domandassi se ci rivedremo non avrei una
risposta."

"Io non so se riuscirò a farne a meno di questo tipo
di piacere, ma mi piace troppo il cazzo per poterci
rinunciare, vorrà dire che potrò avere due modi di
godere uno diverso dall'altro. Comunque non ti
forzerei a rivedermi, è stato troppo bello con te per
rovinare tutto con forzature."

"Forse hai ragione ma devo rifletterci. Anche per me è
stato unico. Carla me lo lascerai il tuo numero di
telefono?"

Le scrissi il numero sul blocco vicino il telefono
mentre stavo per andare via, quando mi girai me la
trovai davanti e fu naturale baciarla di nuovo. Fu un
bacio lunghissimo che ci lasciò senza fiato.

Arrivai a casa verso le 18 con addosso un senso di
appagamento ma ancora eccitata per ciò che mi era
capitato e i nuovi orizzonti che si aprivano. Mentre
pensavo al momento in cui ti avrei raccontato tutto,
mi eccitai e la mia fighetta ricominciò a colare di
nuovo.
Nella mia mente c'era la voglia di farti impazzire nel
nostro letto e mentre scopavamo ti avrei sconvolto
confessandoti i fatti del pomeriggio.
Decisi di farmi una doccia e mi tolsi i vestiti
rimanendo completamente nuda, ripensai nel frattempo
al culo di Laura e alle sue dita nel mio, presa da un
impulso irresistibile mi inginocchiai sul tappeto
della nostra stanza e iniziai una masturbazione lenta
e delicata che mi riportava ancora a quel pomeriggio.
Sentii l'orgasmo che stava arrivando con violenza e
tra un po' mi avrebbe travolto.
Immaginai ancora la sua lingua su di me che lappava
tutti gli umori che colavano in abbondanza e
l'esplosione del mio piacere mi fece piegare su me
stessa tenendomi la mano premuta sulla clitoride fin
quando non scivolò per quanto ero spossata.
Immaginavo ancora la lingua di Laura che mi tormentava
la conchiglia e il culo era una splendida sensazione,
mi sembrava reale per quanto piacere stavo ancora
provando, era così forte che mi stavo avviando verso
un nuovo orgasmo, colavo umori come una fontana. Fu
allora che mi accorsi della lingua che realmente mi
lappava: era Wolf
Che forse attratto dai forti odori dei miei orgasmi
aveva iniziato a leccarmi la bernarda.
Quello che provai in quel momento non so descriverlo,
provai dapprima ad allontanarlo ma il piacere che mi
stava procurando era troppo forte per rinunciarci, lo
lasciai fare anche curiosa di dove andava a parare
quella nuova situazione. Con la testa appoggiata sul
tappeto e il bacino rivolto verso l'alto guardavo Wolf
che mentre mi leccava aveva il suo membro
completamente fuori dalla sua guaina pelosa e ne fui
impressionata dalla dimensione nonostante l'abitudine
alle tue, ma lui era un cane, il nostro cane che
avrebbe dovuto difenderci non scopare la sua padrona.
Probabilmente l'assenza di femmine della sua razza
l'avevano fatto confondere e il richiamo della natura
a volte è irresistibile e in quel momento la sua
natura aveva preso il sopravvento e stava riversando
le attenzioni sessuali sulla sua padrona che in quel
momento si sentiva una porca libidinosa ma nulla
faceva per porre fine a quella cosa.
Il nostro cagnone smise di leccarmi e con un balzo mi
saltò con le zampe anteriori sulla mia schiena e
cominciò a muoversi cercando di infilare il suo strano
uccello nella mia figa, ma dava colpi a vuoto, non
riusciva ad introdursi.
Provai l'impulso di aiutarlo a trovare la mia fessura
passando la mano sotto le mie gambe e impugnando il
suo pene imboccarlo nella vagina.
Non riusciva nell'intento e forse innervosito strinse
ancora di più le mie reni con le zampe provocandomi un
po' di dolore senza smettere un attimo di scopare a
vuoto,
fu quel dolore che mi riportò alla realtà
convincendomi a smettere quella eccitante
depravazione, contro la sua volontà e non so se anche
la mia lo allontanai.
Carla una moglie perfetta (III parte)


"Allontanato Wolf andai a farmi la doccia in attesa
che tu arrivassi visto che ormai era quasi ora di
cena.
Feci appena in tempo a finire che sentii te che aprivi
la porta con le tue chiavi.
Il mattino successivo mi svegliai verso le dieci con
la tua voce che mi augurava il buongiorno e dopo
avermi salutato dicendomi che saresti rientrato per
l'ora di cena."

"E con Wolf com'è andata?" Chiese Stefano con voce
resa roca dall'eccitazione.

"Ti eccita tutto questo tesoro? Non ti sapevo così
depravato!"

"Io depravato? Tu te la fai col nostro cane e io...."

Carla continuo' per un po' il suo lavorio con la bocca
sul magnifico cazzo di Stefano che si ergeva in tutta
la sua maestosità dei 25 centimetri e che lei ingoiava
con difficoltà. Carla si bloccò e disse:

"Dì la verità vuoi schizzarmi in gola eh? No. Ancora
devi soffrire ascoltando come ti ho reso cornuto"

Ma non resistette alla tentazione di mettersi a
cavallo del marito inguainando lentamente il suo cazzo
nel suo fodero di carne e cominciò a fare un lento su
e giù.
Che era meravigliosamente snervante, ma ancora una
volta si fermò per continuare il suo racconto.

"Finito di parlare con te ripensai a tutte le cose
successe il giorno prima con una eccitazione crescente
che cercai di calmare pensando ad altro. Toltami da
sotto le lenzuola scesi dal letto e mi avviai verso la
cucina nuda com'ero e preparai la colazione. Mentre
bevevo il mio caffè arrivò il nostro cane che dopo
avermi annusato la passera abbrancò la mia gamba tra
le sue e iniziò a menare colpi come se mi stesse
scopando.
Dovevo comunque farlo smettere perché non era naturale
che il cane scopasse la padrona, un conto è in certi
momenti altro è la realtà.
Comunque decisi di passare la mattinata in piscina e
indossato il costume, armata di accappatoio mi sdraiai
sul bordo dell'acqua con Wolf che ormai era la mia
ombra e rimaneva perennemente arrapato. Decisi che
dovevo calmarlo e lo scostai da sopra il mio corpo
dove si era posto data la mia posizione.
Avevo deciso che avrei chiamato Laura, mi faceva
piacere sentirla dopo il favoloso pomeriggio passato
in casa sua. Dopo diversi squilli appesi la cornetta,
Laura non era in casa, l'avrei chiamata più tardi.
Avevo dimenticato di chiudere la porta per lasciare
fuori Wolf e lui era lì che mi abbrancava con le sue
zampe in posizione quasi eretta e dava colpi di reni
tremendi con il cazzo completamente fuori dal suo
naturale alloggiamento. Cosa avrei dovuto fare? In un
momento decisi di calmarlo in qualche modo visto che
dopo che lo avevo cacciato di nuovo mi aveva
ringhiato.
Mi abbassai carezzandogli la testa e estendendo le
carezze al collo e poi presa dalla curiosità mista ad
eccitazione iniziai a toccarlo sotto la pancia, lui
era quasi passivo e mi osservava con il suo sguardo
implorante. Il suo movimento era diventato
impercettibile, facendomi coraggio arrivai a toccare
il suo coso lungo e rosso pieno di venuzze scure e
sentii una eccitazione che mi spaventò pensando alla
morbosità della situazione, questo mi spinse ad andare
avanti. Pensai che una sega fatta al nostro bel
cagnone non mi avrebbe cambiato la vita ed iniziai a
masturbarlo lentamente."

E altrettanto lentamente Carla ricominciò a impalarsi
sul grosso pene del marito che quasi venne ma ancora
una volta si bloccò per continuare il racconto.

"Per fare questo mi inginocchiai e avendo quel
cilindro di carne tra le mie dita decisi di andare
fino in fondo cedendo alla curiosità e al desiderio
che ormai provavo.
Se mi avesse scopata saremmo rimasti incastrati? E se
così fosse stato pensavo alla sera, al tuo rientro che
ci scoprivi ancora agganciati e avresti cercato di
liberarmi iniziando a competere il mio dominio con il
cane. Mentre ormai le immagini viaggiavano nella mia
mente ero partita completamente in preda alla libidine
e non mi resi neanche conto che la mia curiosità mi
aveva spinto a sdraiarmi sotto la sua pancia e avevo
preso in bocca quella strana verga, prima restia poi
man mano più audace. Il caro cagnone aveva le orecchie
abbassate e se la godeva un mondo con le mie labbra
che scorrevano su quella strana carne dura che aveva
un sapore strano, selvatico diverso dal tuo. Sentivo
in bocca del liquido misto alla mia saliva che mi
colava sul collo dopo avermi impiastricciato la bocca.
Pensai a quanto fossi troia e depravata ma avevo
deciso di andare avanti con quell'esperienza a costo
di farmi trovare attaccata al cane al tuo rientro.
Sgattaiolai da sotto il cane che mi guardò deluso, ma
infoiato com'era fece un balzo in avanti e mi afferrò
con le sue zampe che mise attorno al mio collo
graffiandomi.
Era arrabbiato e pensai diventasse pericoloso. Ma
comunque lui desiderava ormai la mia stessa cosa, mi
posi in ginocchio come la sera precedente e lui sembrò
essere ormai a suo agio come se io fossi stata la sua
femmina da sempre e cominciò a dare dei colpi di reni,
sentivo il suo cazzo ormai più familiare che sbatteva
contro la mia fica, ma non ce la faceva ad entrare, io
misi la mia mano sotto impugnandolo e con un piacere
perverso lo sentii penetrare in me prima metà e poi
affondando i suoi colpi
Interamente dentro di me. Fu inimmaginabile il piacere
provato quando mi sentii violata, pensando
lubricamente che mi stavo scopando il mio cane. Una
monta inesauribile che continuava in eterno, venni
urlando il mio piacere ma lui continuava a darci
dentro come se non volesse più fermarsi. Dava dei
colpi tremendi e veloci era una sensazione da non
poter descrivere, io continuavo a godere a fontanella.
Fu al mio quarto orgasmo che lo sentii ingrossarsi
ancora di più dentro di me e fu come se fosse
penetrato un altro pene dentro tanto era grosso. Il
mio stato d'animo era diviso tra piacere e terrore che
rimanessimo attaccati. Avevo capito che lui stava
venendo. Fortunatamente non successe, cosa avresti
detto se al tuo ritorno mi avessi trovata così, alla
pecorina con il cazzo del nostro cane piantato dentro?
Sarei morta di vergogna. Wolf si tolse da dentro di me
e la cosa provocò un rumore di risucchio, poi si
accucciò li vicino leccandosi il suo pisello che era
rimasto duro e oltre ad essere come prima vidi che
alla base aveva un rigonfiamento che era il doppio
delle dimensioni del suo uccello.
Poco dopo mi calmai e riprovai a telefonare a Laura
che non trovai, il telefono squillava a vuoto. Rimisi
il costume e tornai in piscina.
Venni prese da una sonnolenza e appagata cedetti al
torpore.
Sognai tutto ciò che era successo da due giorni a
quella parte e si sovrapponevano le godute con Laura e
quelle con Wolf.
Poi sognai Paola che mi stavi leccando la fica dopo
una mia goduta con il nostro cane e la puttanona
beveva tutto ciò che fuoriusciva dalla mia sorca, mi
svegliai con una voglia di sesso incredibile e mi
accorsi che di nuovo quel porcone di Wolf mi stava
leccando con il suo cazzone di nuovo fuori dal pelo.
Pensai a quanto fosse infaticabile come amante e
decisi che ormai ero pronta a provare tutto. Mi feci
seguire dal cane fino in casa e appena entrati salimmo
di sopra nella nostra camera e mi sedetti al bordo del
letto invitando il mio amante a sollevare le zampe e
prendermi, cosa che fece in un attimo e
instancabilmente cominciò a pompare. Ero quasi folle
dal piacere che stavo provando e mi sdraiai sul letto
con lui che continuava ad un ritmo folle. Nella mia
mente balenò una domanda: come sarebbe stata
un'inculata con lui?
Allontanai il mio scopatore che ebbe una delusione, ma
si riebbe quando mi vide a pecorina, subito capì e
saltò sulla mia schiena e prima che lui mi penetrasse
di nuovo nella topa presi in mano la sua verga e la
poggiai sul mio buco posteriore.
Sentii la pressione e questo già mi eccitò ancora di
più e dopo varie spinte riuscì ad entrare, io mi
sentii colma di quel bastone di carne che iniziò la
danza dell'amore.
Al solito lui ci dette dentro furiosamente, mi sentivo
violata più di quando lo facevo con te, c'era in più
la depravazione e per completare desideravo che tu
fossi stato lì a vedere. Durò molto a lungo e quando
lui cominciò ad andare ancora più veloce mi resi conto
che era il momento fatale, al solo pensiero cominciai
a venire e mi resi conto che rispondevo alle sue
spinte andandogli incontro e con uno scoppio di
sensazioni venni urlando:

"Dai inculami mio bel cagnone, godi con me!"

Fu sconvolgente e ancora di più quando cercando di
sdraiarmi mi resi conto che mi ero trascinata il cane
giù con me, sentivo il suo bastone dentro di me che
era ingrossato come prima e l'ingrossamento alla base
era conficcata e questo impediva a lui di uscire.
Eravamo attaccati.
Venni ancora quando me ne resi conto, Wolf era a terra
sopra il mio corpo con le sue zampe allargate che
tirava per poter uscire senza riuscirci.
Mi spaventai, nonostante la mia eccitazione, non
sapevo quanto sarebbe durata quella situazione,
comunque rimasi calma fino a quando non sentii aprire
la porta con le chiavi e una voce che mi chiamava.
Terrorizzata da quello che stava per succedere, entrai
nel pallone, comunque riconobbi la voce di Paola che
chiamava e attratta dal trambusto che stavo provocando
cercando di liberarmi stava salendo.

"Carla sei in difficoltà? Sto arrivando!"

"No grazie Paola, aspettami che vengo giù io tra poco"

Ma la curiosità la spinse a salire, aveva capito che
stavo facendo qualcosa che riguardava il piacere,
pensava comunque ad un ditalino e poi mi confessò che
non aspettava altro che creare l'occasione per
farmisi.
Entrò nella stanza e vide la scena del nostro incastro
e meravigliata ma non troppo, approfittò venendo verso
il mio viso e inginocchiandosi mi sussurrò quasi sulla
bocca:

"Brava la mia porcella, si fa il cane mentre il
maritino è al lavoro. Lo sapevo che eri una libidinosa
immensa, l'ho sempre percepito e sperato. Sei rimasta
incastrata? Facciamo passare il tempo in maniera
piacevole!"

Sfiorò le mie labbra con le sue e mi fece sentire la
sua lingua dentro.
Carla a questo punto cominciò a scoparsi il marito e
disse:
"dai fottuto maiale vienimi dentro, scopami, no anzi
ti sto scopando io...ah...ah.
Vengoo...godoo...ahhhhh."
Schizzarono in due e lei rimandò all'indomani il
seguito del racconto.
scritto il
2011-07-02
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