Di più.
di
DaìmonCheimònos
genere
prime esperienze
"Hey, il giorno che verrò a trovarti, assicurati di avere casa libera.."
Quel messaggio mi sorprese non poco, pensai a uno scherzo della mia mente, già, pensai che in realtà la conversazione tenutasi in quella notte fosse solamente uno spregevole scherzo, di lei o della mia immaginazione, mirato a farmi eccitare e spaventare allo stesso tempo. Scherzo o no, lei sapeva bene quello che ormai aveva scatenato dentro di me, e sono certo che anche lei provò la stessa sensazione. Il cuore avrà cominciato a batterle più forte e avrà anche cominciato a mordersi il labbro, mentre con la mano sarà scesa più giù...ma no, quello già da molto. Fu una serata di sexting molto interessante.
Quel giorno è arrivato. Sono andato a prenderla alla stazione, e subito l'ho vista scendere dal treno. E' bellissima. Era vestita con una felpa rosa un po' più grande della sua taglia, delle calze e shorts, che non facevano intravedere alcunché di pelle nuda, e delle scarpe da ginnastica bianche. I suoi lisci capelli corvini legati con una coda, ma con ancora qualche ciuffo ribelle, oltre che a una frangia. Sapeva come provocarmi, sa bene che io adoro il Giappone, e ha fatto in modo che, anche senza i caratteristici occhi a mandorla, potesse sembrare una giovane ragazza del posto.
E'corsa subito fra le mie braccia, ci siamo scambiati un bacio, il più dolce e il più felice che potesse darmi in quel momento, ma non il più perverso. Ci eravamo avviati verso casa mia, nessuno poteva interromperci, come le avevo promesso. Chiusa la porta alle nostre spalle, ho visto il suo sguardo cambiare. Mi prese per mano e, dopo avermi portato in camera da letto (la porta della camera era aperta, quindi, per forza di cose, sapeva dove andare), mi son fatto spingere da lei sul materasso. Stava cominciando a spogliarsi, e non con mia grande sorpresa, non aveva nulla sotto la felpa. E' abbastanza esile e non molto prosperosa, quindi non mi sono stupito. Dopo avermi stuzzicato un po' col suo piede ancora all'interno della calza, si è tolta quest'ultima e mi ha fatto annusare un po' di lei. Sapeva anche quanto amassi questo genere di cose. Alla fine sono rimasto nudo, lei con delle mutandine. Notai con mia magna gioia, che erano bagnate, la eccitavo così tanto? Dopo essersi tolta anche queste, sale sopra di me e strofina il suo sesso contro il mio, dopodiché le prende fra le sue lisce mani e lo infila dentro di sé.
Era vergine. Nonostante avessimo entrambi raggiunto la maggiore età, cioè 18 e 19 anni, non avevamo ancora consumato un rapporto con nessuno. Ci stavamo aspettando. Lei mostrava una smorfia di sofferenza, poi di piacere, susseguita da uno sguardo perverso, direttamente verso i miei occhi. In quel momento, mentre muoveva il bacino, pensavo che lei fosse fin troppo esperta. Come dire, c'è chi ha il dono. Dopo un sorriso, si china verso di me e mi dà un bacio, questa volta il più malizioso e pregno di voglia rispetto a qualunque altro bacio, poi ha cominciato a respirare affannosamente al mio orecchio, mentre continua a sussurrarmi qualcosa, all'inizio confuso, però poi riesco a capire.
"Aishiteru"
Non era più solo sesso, ma una fusione.
Non era più solo amore, saremmo morti uno per l'altra.
Quel messaggio mi sorprese non poco, pensai a uno scherzo della mia mente, già, pensai che in realtà la conversazione tenutasi in quella notte fosse solamente uno spregevole scherzo, di lei o della mia immaginazione, mirato a farmi eccitare e spaventare allo stesso tempo. Scherzo o no, lei sapeva bene quello che ormai aveva scatenato dentro di me, e sono certo che anche lei provò la stessa sensazione. Il cuore avrà cominciato a batterle più forte e avrà anche cominciato a mordersi il labbro, mentre con la mano sarà scesa più giù...ma no, quello già da molto. Fu una serata di sexting molto interessante.
Quel giorno è arrivato. Sono andato a prenderla alla stazione, e subito l'ho vista scendere dal treno. E' bellissima. Era vestita con una felpa rosa un po' più grande della sua taglia, delle calze e shorts, che non facevano intravedere alcunché di pelle nuda, e delle scarpe da ginnastica bianche. I suoi lisci capelli corvini legati con una coda, ma con ancora qualche ciuffo ribelle, oltre che a una frangia. Sapeva come provocarmi, sa bene che io adoro il Giappone, e ha fatto in modo che, anche senza i caratteristici occhi a mandorla, potesse sembrare una giovane ragazza del posto.
E'corsa subito fra le mie braccia, ci siamo scambiati un bacio, il più dolce e il più felice che potesse darmi in quel momento, ma non il più perverso. Ci eravamo avviati verso casa mia, nessuno poteva interromperci, come le avevo promesso. Chiusa la porta alle nostre spalle, ho visto il suo sguardo cambiare. Mi prese per mano e, dopo avermi portato in camera da letto (la porta della camera era aperta, quindi, per forza di cose, sapeva dove andare), mi son fatto spingere da lei sul materasso. Stava cominciando a spogliarsi, e non con mia grande sorpresa, non aveva nulla sotto la felpa. E' abbastanza esile e non molto prosperosa, quindi non mi sono stupito. Dopo avermi stuzzicato un po' col suo piede ancora all'interno della calza, si è tolta quest'ultima e mi ha fatto annusare un po' di lei. Sapeva anche quanto amassi questo genere di cose. Alla fine sono rimasto nudo, lei con delle mutandine. Notai con mia magna gioia, che erano bagnate, la eccitavo così tanto? Dopo essersi tolta anche queste, sale sopra di me e strofina il suo sesso contro il mio, dopodiché le prende fra le sue lisce mani e lo infila dentro di sé.
Era vergine. Nonostante avessimo entrambi raggiunto la maggiore età, cioè 18 e 19 anni, non avevamo ancora consumato un rapporto con nessuno. Ci stavamo aspettando. Lei mostrava una smorfia di sofferenza, poi di piacere, susseguita da uno sguardo perverso, direttamente verso i miei occhi. In quel momento, mentre muoveva il bacino, pensavo che lei fosse fin troppo esperta. Come dire, c'è chi ha il dono. Dopo un sorriso, si china verso di me e mi dà un bacio, questa volta il più malizioso e pregno di voglia rispetto a qualunque altro bacio, poi ha cominciato a respirare affannosamente al mio orecchio, mentre continua a sussurrarmi qualcosa, all'inizio confuso, però poi riesco a capire.
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Non era più solo sesso, ma una fusione.
Non era più solo amore, saremmo morti uno per l'altra.
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