Quando la lettera diventò realtà

di
genere
dominazione

Quando la lettera diventò REALTA’

Non avrei mai pensato che potesse accadere davvero ma un giorno ……..
Il mio Padrone appena arrivai in ufficio mi annunciò che quel giorno sarebbe stato speciale.
Mi ordinò di mettermi a seno nudo mentre lavoravo, ma questo rientrava nella normalità perciò mi sbottonai la camicetta e misi a nudo il seno e cominciammo a lavorare, di tanto in tanto mi strizzava il seno e i capezzoli per il piacere di vedere le mie smorfie di dolore, ma a questo ero abituata.
Verso le dieci mentre andava a farsi un caffé prese dalla borsa un plug di media grandezza e mi disse di mettermelo nel culo e di aspettarlo seduta dove ero. Io un po’ perplessa per la misura lo leccai ben bene per lubrificarlo ed iniziai ad inserirlo nel culo ma sentivo un male bestia e non riuscivo a farlo passare dentro così mi provai a sedere con il plug a metà dentro ma la parte centrale quella più grande non riuscivo a farla passare, nel frattempo arriva il mio Padrone, che guarda e dice :
- non sei pronta ancora ?
- non ci riesco
- Va bene stai ferma ci penso io
Cosi passò le sue mani sotto e mi allagò le natiche, poi fu un lampo di fuoco al culo perché mi prese per la vita e mi impalò di un sol colpo, mi sembrava di morire dal dolore ma lui non demordeva e appoggiatosi sulle spalle mi teneva ben pressata su quel coso. Poi dopo qualche minuto il dolore si attenuò così lui si mise alla scrivania e continuammo a lavorare, ma per me era un supplizio perché appena mi muovevo un po’ sentivo delle fitte al culo che non riuscivo neppure a scrivere.
Passarono circa dieci minuti e mi disse di alzarmi, girarmi con il culo verso di lui e di levarmi il plug molto lentamente. Non è descrivibile il dolore quando lo estrai ti sembrava che ti si spaccasse il culo, ma alla fine usci e dopo un instante per prendere fiato lo porsi a lui.
Lui prese il plug lo ripulì con un fazzolettino di carta e lo rimise al posto, io stavo per ricompormi quando mi disse di spogliarmi completamente e di sedermi di nuovo, io non feci parola e mi denudai completamente.
Appena seduta riprendemmo il lavoro, cosa che feci con abbastanza naturalezza, ma con ancora un po’ di dolore al culo.
Oggi è una giornata speciale mi ripeté e pertanto devi comportarti da persona speciale, io annuii e ripresi a scrivere senza fare domande.
- manca 10 minuti alle undici
mi girai vidi l’orologio a muro e dissi
- si, perché ?
- Perchè alle undici arriva una persona che tu conosci ed io voglio che tu sia pronta per lui.
Lo guardai incredula e cercai di dirgli di non fare scherzi, ma lui mi replicò un si secco, allora lo supplicai in tutti i modi ma non sentiva storie. Così mi venne vicino e mi legò le braccia dietro la schiena e mi bendò gli occhi mentre io continuavo a pregarlo di non farlo perché non mi sentivo pronta e anche se qualche volta ne avevamo parlato ma farlo non ne sarei stata capace.
Lui non ci sentiva e mentre lo imploravo mi portò nel centro della stanza e mi bloccò anche le gambe con una corda stretta intorno alle caviglie, mi disse di stare zitta e di pensare a rilassami e ha mantenermi in equilibrio, alla fine mi misi zitta e cercavo veramente di mantenere l’equilibrio.
Ore 11, puntuale suonò il campanello, mi prese il panico, lo imploravo di non farmi questo, ma lui mi disse che se volevo dimostrargli di essere speciale era arrivato il momento, mi strinse a se e dopo avermi baciato andò ad aprire.
Sentii i soliti convenevoli che si scambiarono parlando di me mentre stavano arrivando, quando mi furono vicini il mio Padrone mi disse
- Stella c’è un ospite
Io dissi con un filo di voce
- Buongiorno Signore
Lui ripose
- Buongiorno Stella
Un attimo di silenzio poi il mio Padrone cominciò ad illustrare all’ospite il mio corpo e gli diceva :
- tocca, tocca pure, stringi il seno senti come sono sode , senti che culo bello pieno.
L’ospite cominciò a toccarmi, prima piano poi incoraggiato dal mio Padrone cominciò a stringermi il seno e sempre più forte da farmi male, poi passo al sedere e palpandomi le natiche mi pizzicava per farmi male ed io cominciavo a lamentarmi e lui aumentava la pressione ed io sentivo più male e cominciavo a lamentarmi sempre di più.
Io ero bendata e legata ed ero trattenuta dal mio Padrone per non cascare mentre l’ospite cominciava a fare sul serio con le mani ed anche le parole erano crude ed esprimevano bene l’eccitazione e la voglia di godersi il mio corpo.
Sentii che si rivolse al mio Padrone e disse.
- Posso ?
- vai pure fai come se fosse tua
e sentii infilarmi un dito nella fica e poi un altro e poi tre, e spingere più in su ed io lo sentivo dentro armeggiare e mi faceva sempre più male e mi diceva:
- dai schiava muoviti in avanti, su dai, si vede che ti piace sentirti armeggiare la fica.
Poi si ritrasse e cambiò parte e infilò un dito nel culo facendomi sobbalzare ma non ebbi nemmeno il tempo di lamentarmi che infilò il secondo e mentre spingeva dentro infilò il terzo, io inizio a gridare dal dolore ma lui non smetteva e io continuavo a gridare di smettere perché mi faceva male, ma lui non curante continuò ancora e mentre io soffrivo le pene dell’inferno levò di colpo le dita e soddisfatto mi dette due colpi sonori sulle natiche e disse:
- allora si può iniziare ?
- Ok disse il mio Padrone, ora la sciolgo e la leghiamo alla spalliera per iniziare la sessione.
E così fecero, mi legarono alla spalliera con le braccia e le gambe allargate al massimo con il viso verso il muro, e come se non bastasse mi legarono la vita stretta all’asse centrale per impedirmi di fare il benché minimo movimento con il bacino.
L’ospite si avvicinò e mentre mi stringeva il seno mi sussurrò all’orecchio
- ora si fa sul serio capito, devi dimostrarmi come grida dal dolore una vera schiava.
Mi sentii gelare, mi doleva ancora la fica ed il culo per quello che mi aveva fatto prima, e pensavo se tanto mi da tanto quando sarà finita la sessione non mi reggerò in piedi.
Sentii il mio Padrone che disse:
- Con quale vuoi cominciare ?
- Prendo questa frusta corta.
Mi accarezzò le natiche e mi disse comincerei con 20 frustate poi vediamo strada facendo.
Appena finito di parlare mi arrivò la prima frustata e poi altre sempre con intensità crescente e verso la decima ho cominciato a lamentarmi e ad urlare.
- Basta ti prego non resisto mi bruciano le natiche
- E’ ancora presto per dire basta.
E continuò fino a 20 frustate non curante dei miei lamenti.
Io mi sentivo quasi svenire, le natiche mi bruciano e mi dava la sensazione che avessi anche delle vesciche perché veramente sentivo un dolore quasi insopportabile.
Credevo di saper resistere a quel tipo di trattamento anche perchè il mio Padrone mi ha sempre frustato con vigore e quasi giornalmente ricevo la mia dose, ma questa persona mi ha dato dei colpi veramente forti mentre percepivo dalle sue parole che godeva molto dei miei lamenti e grida di dolore.
Giusto il tempo per riprendere fiato che il mio Padrone mi scioglie dalla spalliera e dopo avermi legato le braccia dietro la schiena mi appoggia con le spalle al muro e mi dice di non muovermi.
Dopo un po’ il Signore mi prese e mi mise sul lettino e mi stende supina dicendomi:
- Ora voglio lavorarti queste belle tette e questa ficona.
Con le braccia legate dietro mi lega le caviglie con ad un distanziale in modo da essere con le gambe ben aperte.
Sento le sue mani strapazzarmi e pizzicarmi il viso, infilarmi le dita in bocca e mi dice di succhiare come se fosse un cazzo.
Io mi metto a succhiare ma non ho fatto in tempo a succhiare più di tanto che ha levato i diti e mi ha infilato un fallo in lattice e mi dice:
- Succhia, succhia schiava.
E mentre mi imprecava parole da puttana mi forzava il fallo sia da parte che in fondo alla bocca, quasi da farmi vomitare tanto spingeva.
- Succhia, succhia che poi telo lo metto nella fica e telo infilo fino a sfondarti tutta.
- Uuu, uuu, piano. Mi lamentavo e strabuzzavo gli occhi, come a chiedere pietà.
Appena si è sfogato nella bocca me lo infila nella fica e spinge dentro senza pietà, ma la penetrazione non mi fece tanto male perché da brava masochista ero già umida di umori per il piacere di sentirmi schiava del sesso estremo, si perché in fondo la mia natura è questa, sentirmi donna desiderata, amante completa e puttana nel sesso.
Ma la cosa è cambiata quando ha cominciato a muoversi dentro con foga, muovendo in avanti e indietro e lateralmente facendomi sobbalzare ogni volta, lo sento fino in fondo da farmi gridare, poi mentre è dentro fino in fondo sento infilare due dita di fianco al fallo e spingere in dentro facendomi gridare:
- Basta non resistoooo, mi sento spaccare la ficaaaa, pietà non ce la faccio piùùùù.
- Zitta schiava, voglio sentire la fica che si allarga fino al massimo.
- No ti prego Signore non resisto leva almeno i diti, non resistoooo .
Gridavo e piangevo dal dolore, ma lui ancora niente, continuò ancora per qualche minuto.
Non resistevo proprio più così chiesi aiuto al mio Padrone.
- Padrone aiutami mi sta spaccando tutta, ti prego fallo smettere.
A quel punto ha levato i diti ma mi ha lasciato dentro il fallo forzato fino in fondo e fissandolo con un nastro adesivo in modo che non venisse fuori.
- Va bene mi fermo ma devi sentirti piena nella fica, perché ora voglio lavorarmi queste belle tettone.
E intanto mi strizzava i seni con le mani come aperitivo al piacere di quello che avrebbe provato successivamente.
Ma prima decide di mettermi due pinzette alle grandi labbra facendomi urlare dal dolore ma anche perché non me lo aspettavo, e non contento aggancia dei pesi da 100 gr agli anelli delle pinzette in modo da tenere le labbra sempre in tensione procurandomi un dolore sopportabile ma continuo.
Vedi schiavetta così quando io ti lavorerò i capezzoli devi stare attenta a non divincolarti troppo altrimenti la tua fichetta ti farà impazzire di dolore.
Mi sentii gelare perché appena provai a muovermi sentii una fitta alla fica che quasi mi tolse il respiro.
Mentre cercavo di mantenere la calma in attesa che cominciasse con il seno mi sentii girare la testa verso di lui e infilarmi in bocca il suo cazzo in piena erezione dicendomi:
- Ora succhia e succhia bene così vedo se è vero quello che mi ha detto il tuo Padrone, che sei la ciuccia cazzo più brava che ci sia in circolazione.
Mi ha preso per i capelli e mi ha affondato il cazzo fino in fondo alla bocca cominciando a ritmare avanti e indietro, mentre inizio a succhiare e leccare, succhiare e risucchiare ancora mentre lui cominciava a gemere dal piacere, quel piacere che sento anche io perché mi piace tanto il cazzo in bocca.
Continuo il pompino con molta passione e lui mi dice:
- Brava si si così mi fai impazzire, sei proprio una ciuccia cazzo con i fiocchi, roba da premio nobel del pompino.
Io godo come lui perché fare un pompino per me è un’opera d’arte, perché mi piace sentire il cazzo in bocca, sentirlo indurire sempre di più, perché mi sento la protagonista del momento, mi eccita tutto del pompino e poi quando mi viene in bocca ed io ingoio tutto quello è il momento migliore e spesso con il mio Padrone riesco a godere anche io.
Così anche lui mi viene in bocca, io lo succhio fino all’ultima goccia e lui soddisfatto e ansimando me lo toglie dalla bocca e mi dice che è stato proprio il massimo della libidine complimentandosi con il mio Padrone che gratificandomi mi ha masturbato il clitoride facendomi arrivare all’orgasmo in un attimo.
Poi dopo aver goduto si mise a parlare con il mio Padrone del pompino, del mio corpo, di quello che vorrebbe fare e così mentre si riprendeva dal pompino con le mani mi strizzava i capezzoli che erano già belli duri per l’eccitazione di prima, facendomi mugolare per il dolore ma anche per il piacere di sentirmi presa da un estraneo davanti al mio Padrone.
scritto il
2011-07-08
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