Il segreto di mia madre (una storia vera)
di
STEVE
genere
incesti
Mi sono imbattuto nel vostro sito, e ho letto un bel po’ di storie.
Ho deciso che contribuirò pure io. Dunque preparatevi perché io sono un tipo che va giù forte, amo le storie forti, con tematiche forti, ovviamente inventate (il bello sta in quello).
Ma prima, come primo contributo, voglio raccontarvi di un fatto, condividere con voi un ricordo reale al 100x100.
Mia madre era senza alcun dubbio la tipica inossidabile nobildonna.
Mi ripeteva 500 volte al giorno, le giuste regole del vivere di un futuro signore di alto rango.
Avevo 18anni, eravamo alle soglie degli anni 80’, ma mi sentivo ancora immerso nell’ottocento.
Figuratevi voi, figlio unico, rampollo di una prestigiosa casa con tanto di titolo, e un impero industriale e immobiliare.
Comunque mamma era così, si mostrava così.
Io quel suo essere nobile, lo sempre ammirato, anzi, oserei dire venerato, la vedevo come il simbolo indiscusso della signorilità, della purezza, del giusto, in pratica per me, era la Madonna, la purezza fatta a persona.
Ma poi, una sera, anzi una notte…
Ricordo che era la notte di capodanno del 77, da poco era passata la mezzanotte, e come ogni anno l’avevamo passata nel stesso hotel di sempre. Io ero lì, quella sera ero riuscito persino a conquistare una ragazza e a portala sulla pista da ballo.
Impresa storica visto che con le ragazze ero un’incapace.
La mia dama, mi aveva lasciato per un attimo, ed io mi guardavo intorno meravigliato da tutta quella allegria, quando, intravedo mia madre danzare con la sua migliore amica. Le sorrido, ma lei non mi vede, rimango comunque ad ammirarla nella sua bellezza, mentre danza con la sua amica del cuore.
Aveva danzato con lei tutta la sera, e non c’era da stupirsi visto che erano come sorelle, e poi mio padre odiava danzare e come di consueto aveva passato l’intera serata seduto al tavolo da gioco.
La guardo, e mentre sono lì che l’ammiro succede il tutto, davanti ai miei occhi.
La sua amica si china, la bacia, con la bocca, la lingua e mia madre la lascia fare, inoltre la sua mano si alza e le tocca il seno, e un attimo dopo la mano sinistra dell’amica si abbassa e le tocca il sedere.
Le due bocche di dividono, con un filo di saliva che si tende nel mezzo.
Si guardano, si sorridono, poi la sua amica le sussurra qualcosa.
Riesco a leggerle le labbra “Andiamo” le dice, e così si allontanato, verso l’ ascensore. L’ultimo fotogramma che ho, sono quelle due porte che si chiudono, mentre loro due si riabbracciano.
Mi sono ritrovato turbato, ma non ero solo turbato per aver visto mia madre compiere un atto inaspettato.
Ricordo che sono corso in bagno, mi sono calato i pantaloni, e con mia meraviglia ho notato che il mio pene si stava indurendo.
Ho sofferto come una bestia, chiuso dentro quel bagno.
Odiavo mia madre per quello che le avevo visto fare, la odiavo ancor di più per l’idea di che cosa stava in quel momento facendo con la sua amica, e odiavo me stesso, per quel senso di eccitazione che provavo per la cosa.
Avrei voluto masturbarmi, lasciarmi andare con la fantasia, fantasticare su mia madre e sulla sua amica. Non ci sono riuscito.
Comunque non sono più ritornato alla festa. Sono salito in camera mia.
Il mio pene continuava a rimanere eretto, e quelle fantasie continuavano a svolazzare nel mio cervello.
Quante volte, sui giornaletti porno che ci passavamo a scuola, c’erano donne che facevano sesso tra di loro.
Tutte quelle posizioni viste. Donne che si baciano, che si toccano il seno, che si strofinato le tette, se le succhiano, si toccano la passera, si leccano la passera.
Rivedevo tutte quelle immagini viste e immaginavo mia madre fare le stesse cose.
Il mattino dopo mi sono alzato, di corsa sono andato in camera dei miei. Mio padre si stava spogliando, era appena ritornato dal tavolo da gioco, mia madre invece non c’era. Era rimasta a dormire dall’amica.
Sono passati 34anni da quella notte, lo so,può sembrare ridicolo, ma quel ricordo mi turba ancora.
Ho deciso che contribuirò pure io. Dunque preparatevi perché io sono un tipo che va giù forte, amo le storie forti, con tematiche forti, ovviamente inventate (il bello sta in quello).
Ma prima, come primo contributo, voglio raccontarvi di un fatto, condividere con voi un ricordo reale al 100x100.
Mia madre era senza alcun dubbio la tipica inossidabile nobildonna.
Mi ripeteva 500 volte al giorno, le giuste regole del vivere di un futuro signore di alto rango.
Avevo 18anni, eravamo alle soglie degli anni 80’, ma mi sentivo ancora immerso nell’ottocento.
Figuratevi voi, figlio unico, rampollo di una prestigiosa casa con tanto di titolo, e un impero industriale e immobiliare.
Comunque mamma era così, si mostrava così.
Io quel suo essere nobile, lo sempre ammirato, anzi, oserei dire venerato, la vedevo come il simbolo indiscusso della signorilità, della purezza, del giusto, in pratica per me, era la Madonna, la purezza fatta a persona.
Ma poi, una sera, anzi una notte…
Ricordo che era la notte di capodanno del 77, da poco era passata la mezzanotte, e come ogni anno l’avevamo passata nel stesso hotel di sempre. Io ero lì, quella sera ero riuscito persino a conquistare una ragazza e a portala sulla pista da ballo.
Impresa storica visto che con le ragazze ero un’incapace.
La mia dama, mi aveva lasciato per un attimo, ed io mi guardavo intorno meravigliato da tutta quella allegria, quando, intravedo mia madre danzare con la sua migliore amica. Le sorrido, ma lei non mi vede, rimango comunque ad ammirarla nella sua bellezza, mentre danza con la sua amica del cuore.
Aveva danzato con lei tutta la sera, e non c’era da stupirsi visto che erano come sorelle, e poi mio padre odiava danzare e come di consueto aveva passato l’intera serata seduto al tavolo da gioco.
La guardo, e mentre sono lì che l’ammiro succede il tutto, davanti ai miei occhi.
La sua amica si china, la bacia, con la bocca, la lingua e mia madre la lascia fare, inoltre la sua mano si alza e le tocca il seno, e un attimo dopo la mano sinistra dell’amica si abbassa e le tocca il sedere.
Le due bocche di dividono, con un filo di saliva che si tende nel mezzo.
Si guardano, si sorridono, poi la sua amica le sussurra qualcosa.
Riesco a leggerle le labbra “Andiamo” le dice, e così si allontanato, verso l’ ascensore. L’ultimo fotogramma che ho, sono quelle due porte che si chiudono, mentre loro due si riabbracciano.
Mi sono ritrovato turbato, ma non ero solo turbato per aver visto mia madre compiere un atto inaspettato.
Ricordo che sono corso in bagno, mi sono calato i pantaloni, e con mia meraviglia ho notato che il mio pene si stava indurendo.
Ho sofferto come una bestia, chiuso dentro quel bagno.
Odiavo mia madre per quello che le avevo visto fare, la odiavo ancor di più per l’idea di che cosa stava in quel momento facendo con la sua amica, e odiavo me stesso, per quel senso di eccitazione che provavo per la cosa.
Avrei voluto masturbarmi, lasciarmi andare con la fantasia, fantasticare su mia madre e sulla sua amica. Non ci sono riuscito.
Comunque non sono più ritornato alla festa. Sono salito in camera mia.
Il mio pene continuava a rimanere eretto, e quelle fantasie continuavano a svolazzare nel mio cervello.
Quante volte, sui giornaletti porno che ci passavamo a scuola, c’erano donne che facevano sesso tra di loro.
Tutte quelle posizioni viste. Donne che si baciano, che si toccano il seno, che si strofinato le tette, se le succhiano, si toccano la passera, si leccano la passera.
Rivedevo tutte quelle immagini viste e immaginavo mia madre fare le stesse cose.
Il mattino dopo mi sono alzato, di corsa sono andato in camera dei miei. Mio padre si stava spogliando, era appena ritornato dal tavolo da gioco, mia madre invece non c’era. Era rimasta a dormire dall’amica.
Sono passati 34anni da quella notte, lo so,può sembrare ridicolo, ma quel ricordo mi turba ancora.
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