Sposati e schiavi – 2 La storia dello schiavo, parte prima

di
genere
dominazione

Io mi chiamo Roberto, ho 39 anni e da sempre ho avuto pulsioni masochiste. Ricordo che già da bambino nei miei sogni c’era di essere venduto come schiavo come nei mercati dell’antichità, e che quando da adolescente per puro caso misi le mani su una rivista a tema bdsm mi consumai a forza di seghe pensando di essere io uno schiavo. Da sempre molto timido e impacciato nei rapporti con le ragazze, diventato maggiorenne ho avuto i primi rapporti con delle prostitute, e da subito ho cominciato a chiedere di leccare i piedi o le fighe, rinforzando così la mia sottomissione. Tra i 22 e i 26 anni mi sono successi due episodi che mi hanno letteralmente cambiato la vita. Ho conosciuto, all’università dove andavo, una ragazza con cui mi sono messo assieme, masochista anche lei …..con lei ho cominciato a conoscere per davvero il mondo bdsm
Poi un giorno i miei genitori (io sono figlio unico) morirono in un incidente in auto: un tir saltò la corsia dell’autostrada e miei vennero travolti e schiacciati. Di questa tragedia la sola cosa buona è che ricevetti un risarcimento cospicuo, che sommato all’eredità mi permetteva di non dovermi preoccupare troppo di come vivere. Con un poco di attenzione mi sarei potuto permettere uno stile di vita dignitoso senza bisogno di lavorare.
Lo shock totale per essere rimasto solo mi spinsero sempre di più tra le braccia della mia ragazza, Marta, e cominciammo insieme a frequentare ambienti bdsm, presentandoci come coppia sottomessa.
Io sono sempre stato magrolino ed efebico, basso (162 cm) e con un pisellino microscopico. Quando èin erezione raggiunge faticosamente i 4 cm. Pochi peli (e quasi sempre sono depilato), capelli biondini e occhi scuri. Marta era biondina, occhi verdi, se possibile ancora più bassa di me (154) e magra. Praticamente senza seno, un’asse da stiro. Stavamo bene insieme e quando avevamo capito che a tutti e due amavamo essere umiliati e sottomessi abbiamo trovato la forza di fare sempre di più, andandoci in due.
Marta aveva un padrone che ha accettato la sua storia con me. Da subito ha specificato che non potevamo fare sesso ma solo darci die bacetti, e ci usava facendoci servire nudi, frustandoci e usando Marta come la sua bambola sessuale e me come il cuck che puliva. Poi ci ha mostrato ed esibito davanti ai suoi amici e a un certo punto ci ha passato a un altro amico. Con lui le regole sono diventate più dure. Il nuovo padrone controllava come ci vestivamo. Marta sempre e solo in minigonna e camicetta senza intimo e io in casa femminilizzato. Ha anche fatto prostituire Marta e quanto a me con lui sono stato sodomizzato per la prima volta. E mi è piaciuto. Senza toccarmi nel momento in cui sentii lo sperma schizzarmi ne culo anche io spruzzai un poco. I miei orgasmi non sono mai stati possenti, sento una leggerezza nella testa, il cuore che batte più forte e spruzzo poche gocce dal pisellino. Quello in cui il signor Carlo mi sodomizzò per la prima volta fu particolarmente potente.
Dopo di lui venne una coppia di padroni che per una estate tenne Marta e me come se fossimo due bimbi: pannolini, biberon, culle e lettini e poi schiavitù sessuale.
Poi nell’anno successivo Marta a seguito di un periodo di orge rimase incinta e decise che voleva abbandonare questo mondo bdsm, mentre io volevo andare ancora più a fondo. Fu evidente che ci dovevamo lasciare e io mi offrii per diventare lo schiavo di una trans.
Non avevo il problema di dover lavorare per davvero e potevo dedicare la mia giornata alla trans. In genere mi svegliavo, voleva ricevere un pompino mentre faceva colazione a letto, poi mi faceva bere la sua pipì, poi la dovevo vestire, fare i lavori in casa e la sera servire lei e le sue amiche trans. In poco tempo ero diventato uno sborratoio e un cesso vivente. Venivo inculato a tutte le ore, bevevo litri di sborra e di pipì. La trans mi teneva sempre nudo e mi ha fatto mettere un collare. Ho vissuto con lei per quasi 24 mesi, poi un giorno venni venduto. La trans era sommersa di debiti e si era messa nelle mani di uno strozzino al quale non sembrò vero prendermi e mettermi a fare il servo per lui e sua madre, e di nuovo per poco più di sei anni sono stato al servizio da loro. Proprio servo 24/7, non mi usavano come schiavo sessuale come faceva la trans, ma dovevo servirli in tutto e per tutto. Loro però mi hanno fatto mettere per la prima volta la cintura di castità perché non mi segassi, e con loro (o meglio davanti al padrone) qualche volta mi hanno portato da anziane prostitute. Date le mie dimensioni piccole non aveva alcun senso che cercassi di penetrare la prostituta. Avevo come ordine o di sfregare il pisellino sulla vagina o tra le chiappe della puttana e poi dovevo velocemente leccare tutto quello che usciva dal pisellino.
Naturalmente venivo punito se eseguivo male i lavori, il sabato pomeriggio lo strozzino mi faceva spogliare nudo, e poi mi frustava. Sia lui che sua madre erano autoritari, ma non sadici. Mi punivano perché sbagliavo non tanto per il piacere di farlo. Questo però non mi impediva di provare eccitazione ogni sabato.
Comunque durante questo lungo periodi di vita non ebbi altre esperienze bdsm. Poi però alla fine la madre morì e lo strozzino decise di vendermi. Mi permise di esprimere una richiesta e io chiesi di essere ceduto se possibile a un padrone o una padrona interessato al bdsm.
Fu così che venni ceduto a padron Jerome, il padrone attuale. Venne ad esaminarmi e a interrogarmi. Aveva detto che dovevo stare nudo e incappucciato per non vederlo. Poiché è belga e non parlava italiano si esprimeva un po’ in francese e un po’ in inglese e riuscimmo a capirci.
Mi spiegò che cercava uno schiavo senza limiti particolari, ma che voleva essere sicuro che accettasse il suo destino di schiavo volontario, e che non concepiva periodi di prova. Avrei dovuto rispondere con sincerità, poi lui mi avrebbe detto le regole e se accettavo sarei diventato il suo schiavo.
Mi interrogò per ore su tutto, sulla mia sessualità, sulle esperienze e sui desideri, sui sogni erotici che avevo e venni esaminato e palpeggiato ovunque. Nonostante fossi stato inculato spesso negli ultimi anni non era andata così, e, di conseguenza, il mio sfintere si era richiuso abbastanza.
Per farla breve gli piacqui. E la proposta fu molto chiara:
1) Schiavo 24/7 TPE (total power exchange); senza alcun diritto e con pochissimi limiti;
2) Unici limiti: minori, droghe e garanzia di non farmi infrangere la legge;
3) Il mio corpo sarebbe stato modificato secondo i desideri del padrone (femminilizzato, tatuaggi, ingrassato o dimagrito, piercings);
4) Il padrone avrebbe potuto vendermi o prestarmi a chiunque;
5) Il padrone avrebbe amministrato le mi finanze, facendo in modo che se per qualunque motivo avesse dovuto liberarmi io avrei avuto di che vivere senza problemi in attesa di trovare un nuovo padrone o una nova padrona;

Io accettai e senza troppi complimenti venni messo nel in una piccola gabbia per cani. Intanto sentivo lo strozzino che gli consegnava tutti i miei documenti.
scritto il
2019-09-03
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