In caduta libera verso l’abisso (3)
di
Sara_2001Bis
genere
dominazione
Dopo la interminabile e meritata doccia mi adagio sul letto con il mio pigiama estivo senza intimo, sto quasi per addormentarmi quando improvvisamente entra Marta che mi scuote dicendomi “Cagna! Sei un’animale e come tale devi dormire nuda” io assonnata cerco di capire e improvvisamente sento la mano di Marta che mi fruga tra le gambe. Mi sveglio immediatamente cerco di reagire ma Marta allungandomi uno schiaffo mi allarga le gambe e mi spalma una abbondante dose di dentifricio alla menta proprio sul solco e sul clitoride, poi mi lega le mani dietro la schiena in modo che non possa toccarmi.
Con un ghigno assurdo mi augura la buona notte e spegne la luce.
In men che non si dica quella pasta dentifricia comincia a dare i propri frutti, se la prima sensazione è stata di freschezza, dopo pochi minuti comincia a bruciare sempre di più, sembra che la mia fighetta stia prendendo fuoco, mi agito come una in preda al demonio urlo scalpito e dopo circa un’ora di quel supplizio Martina viene in mio aiuto portandomi in bagno e facendomi lavare con un bidet ristoratore. Ovviamente vuole essere ricompensata mi avvicina il suo sesso alla bocca e io comincio con un timoroso bacio per poi sprofondare la lingua dentro il suo sesso gonfio ed eccitatissimo, con la lingua seguo il solco per fermarmi sul suo clitoride che scopro essere inanellato da un piccolo piercing, mentre due e poi tre dita sprofondano nel suo sesso senza fatica, è bagnatissima e molto larga non faccio nessuna fatica a girare roteare le tre dita e azzardo anche il quarto che lei accoglie con un gemito di piacere. Le mie dita battono all’unisono contro la sua cervice mandando in estasi Martina che sbrodola umori dolciastri fin dentro alla mia bocca, mentre sento le pareti della sua vagina stringermi sulle mie dita.
Questa volta odora di pulito, profuma di buono, è morbida e senza nemmeno un peletto, Martina a poco a poco la sento percorrere la via del piacere assoluto, infatti mentre mi accingo a succhiarle avidamente il clitoride si irrigidisce sulle gambe e rantola un soffocato orgasmo facendo defluire dal suo sesso una grande quantità di umori che prontamente lecco senza perderne nemmeno una goccia. Lei allunga una mano sulla mia micina e con solo pochissimi tocchi mi fa avere un orgasmo inatteso e liberatorio.
Mi bacia delicatamente il clitoride e poi sgattaiola via nel buio del corridoio senza far rumore.
Resto quasi in apnea sul mio letto e mi addormento in un sonno denso di incubi e situazioni pericolose.
La mattina giunge, mi vesto con il camicione e scendo in cucina, preparo la colazione, assonnate arrivano Marta e dopo poco Martina con un’evidente eccitazione mostrata dai capezzoli turgidi che spuntano prepotentemente dal pigiama.
Fatto colazione riassetto e mentre mi chino a caricare la lavastoviglie sento Marta dietro di me che mi alza il camicione mi allarga le chiappe e preme col dito contro il mio forellino.
Io mi irrigidisco e lei ridendo mi annuncia che a breve lo avrò bello sfondato.
Marta mi ordina di vestirmi con calze autoreggenti, nessun intimo camicetta, minigonna e scarpe con il tacco alto, con una tirata di capezzoli già provati dalle spugnette mi spedisce nella mia camera e di essere pronta entro mezz’ora.
Salgo di corsa mi chiudo in camera per prepararmi togliendo lo scomodo camicione e restando completamente nuda.
Cerco le autoreggenti che trovo nel cassetto, sono velate nere con un bel pizzo alto finale veramente belle, le indosso sono nuda con le sole autoreggenti, mi guardo allo specchio sono molto sensuali, in successione mini nera corta e attillata in ecopelle elasticizzata, e una camicetta bianca che fa trasparire le mie aureole dei seni, indosso le scarpe nere di vernice con tacco 12, scomodissime.
Con calma per abituarmi ai vertiginosi tacchi esco dalla mia camera e scendo le scale verso il salone dove ad attendermi c’è già Marta.
Lei è vestita con un gessato grigio con gonna appena sotto il ginocchio, giacca abbondantemente scollacciata mettendo in risalto le sue grosse tette, calze velate e tacchi vertiginosi, una gran bella matrigna tanto bella quanto arrogante e cattiva nei miei confronti.
Strattonandomi mi fa salire in macchina e partiamo.
-Continua-
Se volete contattarmi la mia mail è sara.zollo2001@outlook.it
Con un ghigno assurdo mi augura la buona notte e spegne la luce.
In men che non si dica quella pasta dentifricia comincia a dare i propri frutti, se la prima sensazione è stata di freschezza, dopo pochi minuti comincia a bruciare sempre di più, sembra che la mia fighetta stia prendendo fuoco, mi agito come una in preda al demonio urlo scalpito e dopo circa un’ora di quel supplizio Martina viene in mio aiuto portandomi in bagno e facendomi lavare con un bidet ristoratore. Ovviamente vuole essere ricompensata mi avvicina il suo sesso alla bocca e io comincio con un timoroso bacio per poi sprofondare la lingua dentro il suo sesso gonfio ed eccitatissimo, con la lingua seguo il solco per fermarmi sul suo clitoride che scopro essere inanellato da un piccolo piercing, mentre due e poi tre dita sprofondano nel suo sesso senza fatica, è bagnatissima e molto larga non faccio nessuna fatica a girare roteare le tre dita e azzardo anche il quarto che lei accoglie con un gemito di piacere. Le mie dita battono all’unisono contro la sua cervice mandando in estasi Martina che sbrodola umori dolciastri fin dentro alla mia bocca, mentre sento le pareti della sua vagina stringermi sulle mie dita.
Questa volta odora di pulito, profuma di buono, è morbida e senza nemmeno un peletto, Martina a poco a poco la sento percorrere la via del piacere assoluto, infatti mentre mi accingo a succhiarle avidamente il clitoride si irrigidisce sulle gambe e rantola un soffocato orgasmo facendo defluire dal suo sesso una grande quantità di umori che prontamente lecco senza perderne nemmeno una goccia. Lei allunga una mano sulla mia micina e con solo pochissimi tocchi mi fa avere un orgasmo inatteso e liberatorio.
Mi bacia delicatamente il clitoride e poi sgattaiola via nel buio del corridoio senza far rumore.
Resto quasi in apnea sul mio letto e mi addormento in un sonno denso di incubi e situazioni pericolose.
La mattina giunge, mi vesto con il camicione e scendo in cucina, preparo la colazione, assonnate arrivano Marta e dopo poco Martina con un’evidente eccitazione mostrata dai capezzoli turgidi che spuntano prepotentemente dal pigiama.
Fatto colazione riassetto e mentre mi chino a caricare la lavastoviglie sento Marta dietro di me che mi alza il camicione mi allarga le chiappe e preme col dito contro il mio forellino.
Io mi irrigidisco e lei ridendo mi annuncia che a breve lo avrò bello sfondato.
Marta mi ordina di vestirmi con calze autoreggenti, nessun intimo camicetta, minigonna e scarpe con il tacco alto, con una tirata di capezzoli già provati dalle spugnette mi spedisce nella mia camera e di essere pronta entro mezz’ora.
Salgo di corsa mi chiudo in camera per prepararmi togliendo lo scomodo camicione e restando completamente nuda.
Cerco le autoreggenti che trovo nel cassetto, sono velate nere con un bel pizzo alto finale veramente belle, le indosso sono nuda con le sole autoreggenti, mi guardo allo specchio sono molto sensuali, in successione mini nera corta e attillata in ecopelle elasticizzata, e una camicetta bianca che fa trasparire le mie aureole dei seni, indosso le scarpe nere di vernice con tacco 12, scomodissime.
Con calma per abituarmi ai vertiginosi tacchi esco dalla mia camera e scendo le scale verso il salone dove ad attendermi c’è già Marta.
Lei è vestita con un gessato grigio con gonna appena sotto il ginocchio, giacca abbondantemente scollacciata mettendo in risalto le sue grosse tette, calze velate e tacchi vertiginosi, una gran bella matrigna tanto bella quanto arrogante e cattiva nei miei confronti.
Strattonandomi mi fa salire in macchina e partiamo.
-Continua-
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