Mattina di settembre
di
Michellle66
genere
prime esperienze
Avevo aspettato una mattinata un cui fossi stata decisamente tranquilla, marito al lavoro e figlia a scuola, volevo prendermi il tempo necessario per lui, il mio giovane oggetto del piacere. In una tiepida mattinata di metà settembre, il sole che illuminava e scaldava il mio soggiorno e lui totalmente nudo sul divano del mio soggiorno.
A dire il vero non amo la pelle dell'uomo totalmente glabro, aveva anche i testicoli completamente depilati, spero che prima o poi questa moda passi.
Il pene era eretto in modo quasi impudente, un paletto di carne puntato verso l'alto, la pelle del prepuzio che a fatica conteneva il glande che sembrava pronto a esplodere, gli avevo chiesto però di non toccarsi, dovevo e volevo fare tutto io.
Non sono una santa, di peni nella mia vita ne ho visto, forse non saranno centinaia ma la mia vagina e la mia bocca ne hanno conosciuti, ma questo era bello, giovane, mi aveva già fatto vibrare parecchie volte le cellule delle mie pareti vaginali.
Conoscevo anche il sapore, sia preludio di penetrazioni e cavalcate forti e profonde che mi hanno scavato la carne provocandomi orgasmi senza pari, sia al termine di queste in cui l'orgasmo di lui spruzzava il suo seme nella mia bocca, quattro, cinque schizzi di materia bianca direttamente nella calore del mio palato e della mia lingua.
Questa volta doveva essere diverso, volevo che questo piacere che gli avrei dato fosse la pietra di paragone che avrebbe usato per paragonarmi alle altre donne che avrebbe avuto in seguito.
Ero in ginocchio sul tappeto, appoggiai la mano sull'asta giusto per stampare un bacio alla base del glande, senza neanche tirare giù la pelle.
L'unica sua richiesta fu il mio vestito da lavoro, un tailleur nero, con un accenno di scollatura, quasi castigato, appena sopra il ginocchio, devo dire che comunque faceva e fa fatica a contenere le mie forme, sia ai fianchi sia al seno, un trucco da serata con gli amici, mi chiese di abbondare con l'ombretto molto scuro, cosi come il rossetto, capelli vaporosi ma non in modo eccessivo, tacco almeno dieci con una scarpa nera e lucida. Non capisco cosa ci provasse visto che lui totalmente nudo sul divano e io in ginocchio sotto di lui, ma gli faceva piacere, e volevo solo quello.
Baciato cosi il suo scettro di carne, sempre e solo con le labbra presi a scendere lungo l'asta, fino a lambire sempre e solo con le labbra i testicoli.
Solo arrivata allo scroto tirai fuori la lingua, solo la punta, giusto a percorrere i centimetri quadrati di pelle delle palle, con lentezza esasperante, avrebbe voluto segarsi a questo punto, ma gli schiaffeggiai ridendo la mano.
Si sistemò sdraiato del tutto, il trattamento che gli stavo riservando gli piaceva, gli ricordai le prime volte quando bastava lo sfiorassi con le labbra perché gli schizzi partissero a inondargli il ventre fin quasi al collo, ora dopo alcuni mesi di fugaci scopate in macchina o in casa aveva imparato a trattenersi e godere del sesso prima di irrorarmi la bocca, il seno o la vagina del suo prodotto bianco.
Ogni tanto tornavo su e infilavo lentamente il pene in bocca, fino a che riuscivo, il pensare che il mio artefice del piacere vaginale fosse dentro la mia bocca, che percorrevo con la lingua le vene piene di sangue che erano artefici della sua erezione poderosa, mi accendeva il fuoco nel ventre, ero un lago di liquidi vaginali, presto si sarebbero visti anche sulla gonna.
Ma oggi era solo il suo momento.
Tornai allo scroto, leccando con lingua sempre più aperta e umida le sue ghiandole del seme, stava vibrando anche lui come me.
Scesi ancora più giù fino a lambire il suo ano, implume come il resto del corpo, ma la posizione era scomoda, gli imposi di mettersi in ginocchio sul divano, braccia appoggiate sulla spalliera.
Lo guardai, anche le natiche erano muscolose, le ore passate in palestra davano i frutti, il fatto che fosse totalmente privo di peli ammisi che lo rendeva appetitoso, fossi stato un uomo probabilmente avrei provato il desiderio di penetrarlo, ma le intenzioni erano altre, mi avvicinai e tenendo i glutei aperti con la punta della lingua partì dalla schiena a percorrere il solco del culo.
Arrivata al suo ano mi fermai un'attimo, ripresi le natiche cercando di aprirle nel punto focale il suo foro più inimo, all'inizio traspariva un po di nervosismo e incertezza, non capiva cosa volessi fare, ma poi l'eccitazione prese il sopravento e decise di lasciarsi andare.
Le pieghette del sul ano incontrarono la punta della mia impudente lingua, subito senza attendere provai a forzare l'ano, senza incontrare resistenza, lui stava gemendo letteralmente, avrebbe voluto segarsi ma non poteva.
Riuscì con la lingua a penetrarlo di un paio di centimetri non di più, ma lo scopavo così come fosse un piccolo cazzo.
Per lunghi minuti si godette e mi godei il trattamento mentro lui con la faccia sulla spalliera del divano rossa di eccitazione ansimava e bramava di eiaculare, ma non ebbe possibilità.
Mi fermai un attimo l'ano era rilassato e umido di saliva, con la mano destra smisi di carezzare la pelle e puntai il dito indice sul foro, infilando giusto il tratto dell'unghia nell'ano.
Lui era talmente in fuoco e ansimante che pensai stesse per venire, quando carezzando il pene con la sinistra mi accorsi che era ancora normalmente duro e eccitato, a parte qualche gocciolina che partiva dalla cappella verso il divano , cazzo il divano speriamo non sporchi troppo, non ci avevo pensato, continuai ad affondare nel suo retto lentamente ogni tanto ritirando fuori e bagnando con la saliva il foro, fino ad arrivare in fondo al dito, a questo punto iniziai a pompare, lo stavo inculando con il dito e lui urlava e gemeva, dandomi della troia, ma ne si spostava ne mi chiedeva di smettere.
Era esausto ma stava godendo come un maiale, senza dargli il tempo di pensarci e senza che lui vedesse a un certo punto da sotto il divano tirai fuori un piccolo vibratore che avevo comprato apposta, nella mia vagina ci avrebbe navigato ma nel suo culo trovava la sua dimensione. Entrato improvvisamente dentro il suo culo, lo lascia un attimo a pensare cosa volesse fare, ma il cosino che lo riempiva non lo dispiaceva, umido e scivoloso al punto giusto,
Non commentando ne percependo rifiuti da parte sua inizia a scoparlo in culo cosi, la mia vagina oramai aveva sporcato di liquidi la gonna e lui urlava di piacere.
Era ora di dargli il premio supremo dell'orgasmo.
Facendolo restare sempre direi a pecorina sul divano mi girai io, in modo che potessi avere il magnifico pene in bocca,
Carezzai scroto e asta mentre lo presi in bocca lo penetrai nuovamente con il piccolo vibratore nel suo culo diventato un ottimo ricevente, lo scopavo e con la bocca tenevo cappella e parte dell'asta in bocca e quindi non tardò.
Non tardò a far esplodere il piacere del suo orgasmo dentro la mia bocca, quattro, cinque, sei potenti schizzi di seme mi entrarono in bocca direttamente dal suo cazzo, seguiti da gocce di seme meno potenti ma altrettanto dense e appiccicose, solo alla fine deglutii, ingoiando i milioni di spermatozoi che aveva prodotto per me.
Si lasciò cadere sul divano, anche se giovane e forte lo avevo abbattuto, mi tirai su e mi accocolai vicino a lui, avevo sicuramente bisogno di masturbarmi oppure di una bella cavalcata, ma dopo questa lunga dolce sudata mi uscì: “ci vorrebbe qualcosa di fresco”, lui anche se lentamente fu più veloce di me e piombò davanti al frigo: “anche per me, tu cosa vuoi mamma?”
A dire il vero non amo la pelle dell'uomo totalmente glabro, aveva anche i testicoli completamente depilati, spero che prima o poi questa moda passi.
Il pene era eretto in modo quasi impudente, un paletto di carne puntato verso l'alto, la pelle del prepuzio che a fatica conteneva il glande che sembrava pronto a esplodere, gli avevo chiesto però di non toccarsi, dovevo e volevo fare tutto io.
Non sono una santa, di peni nella mia vita ne ho visto, forse non saranno centinaia ma la mia vagina e la mia bocca ne hanno conosciuti, ma questo era bello, giovane, mi aveva già fatto vibrare parecchie volte le cellule delle mie pareti vaginali.
Conoscevo anche il sapore, sia preludio di penetrazioni e cavalcate forti e profonde che mi hanno scavato la carne provocandomi orgasmi senza pari, sia al termine di queste in cui l'orgasmo di lui spruzzava il suo seme nella mia bocca, quattro, cinque schizzi di materia bianca direttamente nella calore del mio palato e della mia lingua.
Questa volta doveva essere diverso, volevo che questo piacere che gli avrei dato fosse la pietra di paragone che avrebbe usato per paragonarmi alle altre donne che avrebbe avuto in seguito.
Ero in ginocchio sul tappeto, appoggiai la mano sull'asta giusto per stampare un bacio alla base del glande, senza neanche tirare giù la pelle.
L'unica sua richiesta fu il mio vestito da lavoro, un tailleur nero, con un accenno di scollatura, quasi castigato, appena sopra il ginocchio, devo dire che comunque faceva e fa fatica a contenere le mie forme, sia ai fianchi sia al seno, un trucco da serata con gli amici, mi chiese di abbondare con l'ombretto molto scuro, cosi come il rossetto, capelli vaporosi ma non in modo eccessivo, tacco almeno dieci con una scarpa nera e lucida. Non capisco cosa ci provasse visto che lui totalmente nudo sul divano e io in ginocchio sotto di lui, ma gli faceva piacere, e volevo solo quello.
Baciato cosi il suo scettro di carne, sempre e solo con le labbra presi a scendere lungo l'asta, fino a lambire sempre e solo con le labbra i testicoli.
Solo arrivata allo scroto tirai fuori la lingua, solo la punta, giusto a percorrere i centimetri quadrati di pelle delle palle, con lentezza esasperante, avrebbe voluto segarsi a questo punto, ma gli schiaffeggiai ridendo la mano.
Si sistemò sdraiato del tutto, il trattamento che gli stavo riservando gli piaceva, gli ricordai le prime volte quando bastava lo sfiorassi con le labbra perché gli schizzi partissero a inondargli il ventre fin quasi al collo, ora dopo alcuni mesi di fugaci scopate in macchina o in casa aveva imparato a trattenersi e godere del sesso prima di irrorarmi la bocca, il seno o la vagina del suo prodotto bianco.
Ogni tanto tornavo su e infilavo lentamente il pene in bocca, fino a che riuscivo, il pensare che il mio artefice del piacere vaginale fosse dentro la mia bocca, che percorrevo con la lingua le vene piene di sangue che erano artefici della sua erezione poderosa, mi accendeva il fuoco nel ventre, ero un lago di liquidi vaginali, presto si sarebbero visti anche sulla gonna.
Ma oggi era solo il suo momento.
Tornai allo scroto, leccando con lingua sempre più aperta e umida le sue ghiandole del seme, stava vibrando anche lui come me.
Scesi ancora più giù fino a lambire il suo ano, implume come il resto del corpo, ma la posizione era scomoda, gli imposi di mettersi in ginocchio sul divano, braccia appoggiate sulla spalliera.
Lo guardai, anche le natiche erano muscolose, le ore passate in palestra davano i frutti, il fatto che fosse totalmente privo di peli ammisi che lo rendeva appetitoso, fossi stato un uomo probabilmente avrei provato il desiderio di penetrarlo, ma le intenzioni erano altre, mi avvicinai e tenendo i glutei aperti con la punta della lingua partì dalla schiena a percorrere il solco del culo.
Arrivata al suo ano mi fermai un'attimo, ripresi le natiche cercando di aprirle nel punto focale il suo foro più inimo, all'inizio traspariva un po di nervosismo e incertezza, non capiva cosa volessi fare, ma poi l'eccitazione prese il sopravento e decise di lasciarsi andare.
Le pieghette del sul ano incontrarono la punta della mia impudente lingua, subito senza attendere provai a forzare l'ano, senza incontrare resistenza, lui stava gemendo letteralmente, avrebbe voluto segarsi ma non poteva.
Riuscì con la lingua a penetrarlo di un paio di centimetri non di più, ma lo scopavo così come fosse un piccolo cazzo.
Per lunghi minuti si godette e mi godei il trattamento mentro lui con la faccia sulla spalliera del divano rossa di eccitazione ansimava e bramava di eiaculare, ma non ebbe possibilità.
Mi fermai un attimo l'ano era rilassato e umido di saliva, con la mano destra smisi di carezzare la pelle e puntai il dito indice sul foro, infilando giusto il tratto dell'unghia nell'ano.
Lui era talmente in fuoco e ansimante che pensai stesse per venire, quando carezzando il pene con la sinistra mi accorsi che era ancora normalmente duro e eccitato, a parte qualche gocciolina che partiva dalla cappella verso il divano , cazzo il divano speriamo non sporchi troppo, non ci avevo pensato, continuai ad affondare nel suo retto lentamente ogni tanto ritirando fuori e bagnando con la saliva il foro, fino ad arrivare in fondo al dito, a questo punto iniziai a pompare, lo stavo inculando con il dito e lui urlava e gemeva, dandomi della troia, ma ne si spostava ne mi chiedeva di smettere.
Era esausto ma stava godendo come un maiale, senza dargli il tempo di pensarci e senza che lui vedesse a un certo punto da sotto il divano tirai fuori un piccolo vibratore che avevo comprato apposta, nella mia vagina ci avrebbe navigato ma nel suo culo trovava la sua dimensione. Entrato improvvisamente dentro il suo culo, lo lascia un attimo a pensare cosa volesse fare, ma il cosino che lo riempiva non lo dispiaceva, umido e scivoloso al punto giusto,
Non commentando ne percependo rifiuti da parte sua inizia a scoparlo in culo cosi, la mia vagina oramai aveva sporcato di liquidi la gonna e lui urlava di piacere.
Era ora di dargli il premio supremo dell'orgasmo.
Facendolo restare sempre direi a pecorina sul divano mi girai io, in modo che potessi avere il magnifico pene in bocca,
Carezzai scroto e asta mentre lo presi in bocca lo penetrai nuovamente con il piccolo vibratore nel suo culo diventato un ottimo ricevente, lo scopavo e con la bocca tenevo cappella e parte dell'asta in bocca e quindi non tardò.
Non tardò a far esplodere il piacere del suo orgasmo dentro la mia bocca, quattro, cinque, sei potenti schizzi di seme mi entrarono in bocca direttamente dal suo cazzo, seguiti da gocce di seme meno potenti ma altrettanto dense e appiccicose, solo alla fine deglutii, ingoiando i milioni di spermatozoi che aveva prodotto per me.
Si lasciò cadere sul divano, anche se giovane e forte lo avevo abbattuto, mi tirai su e mi accocolai vicino a lui, avevo sicuramente bisogno di masturbarmi oppure di una bella cavalcata, ma dopo questa lunga dolce sudata mi uscì: “ci vorrebbe qualcosa di fresco”, lui anche se lentamente fu più veloce di me e piombò davanti al frigo: “anche per me, tu cosa vuoi mamma?”
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