Pomeriggio assolato

di
genere
gay

Un sabato pomeriggio di luglio come tanti, col sole che picchia duro, e cielo limpido. Grilli e cicale in sottofondo, una bici a terra, l'altra appoggiata al muro di sasso del casolare. Le grosse pareti, di pietra ci regalano un po' di sollievo dall'arsuraa, ma l'atmosfera nella camera da letto è a dir poco torrida. Ho il lenzuolo di seta incollato alla schiena madida di sudore, eravamo partiti con l'intenzione di allenarci per la prossima gara, ma la sosta per riprendere fiato nel vecchio casolare di campagna, è stata a dir poco galeotta. Ora mi ritrovo a gemere e guaire per l'intensità dei suoi affondi, sento solo il membro che mi riempie fino allo stremo. Non so da quanto mi stia scopando,so che mi ha già fatto venire una volta, è bello vedere la mia sborra sulla pancia abbronzata dello stallone che mi sta montando. Siamo in un bagno di sudore, inarco la schiena per offirmi meglio a lui, ma scivolo sul lenzuolo ormai fradicio. Gli indico con lo sguardo la sedia a fianco del letto, lui annuisce con uno sguardo che mi mette brividi di piacere. Si china su di me e mi bacia, rispondo ai colpi di lingua con passione, la mia che si intreccia alla sua, bel bacio, è stata una dolce parentesi, ma il suo cazzo mi reclama. Si siede sulla sedia di noce, gli sfilo il preservativo e mi inginocchio, adoro il sapore delle palle dure come marmo, conosco quel cazzo come le mie tasche, e ripercorro com la lingua l'asta nodosa, non trascuro nemmeno una delle vene in rilievo, lecco con tutta la dolcezza di cui sono capace. E poi il colpo di grazia, mi infilo in bocca il grosso glande succhiandolo senza remissione. È fantastico sentire un corpo sportivo e muscoloso vibrare di piacere,splendido sentirlo implorare di non fermarmi. Invece mi fermo di colpo.."che cazzo fai? Stavo per venire!!" Sussulta di stizza, ma io ho ancora troppa voglia , mi alzo, tiro fuori un preservativo dal comodino, lo apro con lentezza esasperante, sempre fissandolo negli occhi, glielo metto usando la bocca. Poi mi siedo su di lui, stavolta detto io il ritmo, lo cavalco a mio piacimento. A volte assecondando il ritmo del canto delle cicale, a volte quello del suo respiro sempre più corto, vengo di nuovo gridando, senza nemmeno toccarmi. Ora tocca al mio stallone, mi stacco da lui. Di nuovo in ginocchio lo masturbo leccandogli l'interno coscia, e carezzandogli i testicoli, lo faccio alzare. Aggancio il suo sguardo e non lo mollo più, succhio , bacio lecco , fino a farlo esplodere.....continua
scritto il
2019-10-13
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